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Giovanardi e le adozioni da parte delle coppie gay


DarKoiria

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Guest burro.e.miele

Almadel, il mio punto di vista tu non l'hai ancora capito: tu parli di "requisiti della coppia", io parlo di effettiva serenità del bambino. Tu anteponi nel tuo discorso l'interesse della coppia a quello del bambino. Per me, voglio essere chiaro, è tanto valida una coppia di albanesi gay e una coppia di italiani etero. Ma alla luce di com'è realmente la società, tu pensi che possano garantire una vita quanto più serena per un bambino? Può forse crescere sereno un bambino in un posto dove tutti lo maltrattano, lo insultano, lo tengono distante e in cui non riesce a inserirsi? No.

E poi non esageriamo con quel climax, fino alle leggi razziali. Tra il nero e il bianco, c'è il grigio.

 

 

 

Stesso discorso vale per Loup-Garou (scusa per il doppio post  :salut:, ma non sono ancora pratico con il forum): la società cambia perché noi la cambiamo, ma i mutamenti richiedono tempo e gradualità, non devono essere immediati e netti.

Senso comune e buonsenso quasi sempre coincidono, non a caso in certe lingue si usa un termine solo per il concetto...

I cambiamenti della società sono un succedersi graduale e lento di progressi, in cui è necessario trovare compromessi tra ciò che è ritenuto tradizione e ciò che è ritenuto progresso.

Storicamente, prova a pensare alle grandi battaglie per i diritti: mica sono stati ottenuti da un giorno all'altro. Tempo e lavoro hanno permesso di raggiungere nuovi gradi di civiltà.

Per quanto riguarda il conformismo, tutto è relativo: in una realtà dove i matrimoni gay e le adozioni sono da tempo sdoganate, è conforme e non suscita indignazione una famiglia di questo tipo. Non a caso, aggiungo a conformismo l'aggettivo "tradizionalista", proprio per distinguere: il modello conformista-tradizionale di famiglia naturale (madre-padre-figli) deve essere soppiantato dal modello di famiglia moderna, la quale a sua volta diventerà qualcosa di usuale, di comune, di conforme. Il conformismo esiste, è un cardine della società odierna, è inevitabile non prenderne parte, se non totalmente, almeno in parte.

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Il tuo burro.e.miele è un discorso "terroristico", nella sostanza tu prospetti

una serie di "disastri" poi lamenti il fatto che altri vedano il bianco ed il nero

e non le sfumature di grigio ( ma tu non fai lo stesso?)

 

Ammettendo che esista una coppia di gay in un paesino omofobo, o sarebbero

nascosti ( ed allora certo non adotterebbero nè passerebbero il vaglio dei controlli )

o si trasferirebbero in una grande città ( per convivere e adottare ) o infine affronterebbero

il paese facendo CO e cercando di farsi accettare dalla gente del posto, per poter fare DOPO

domanda di adozione ( anzi probabilmente la possibilità di adottare li motiverebbe a

spendersi per una accettazione piena...e per cambiare il paese )

 

Ora se ve ne fosse la POSSIBILITA ( legale ) io potrei affrontare la PRATICABILITA

( concreta e sociale ) e figuriamoci se, in quanto gay, non mi chiederei 10 volte di

più se la coppia è solida, se io ed il mio compagno saremo giudicati idonei da assistenti

sociali e psicologi, se l'ambiente reagirà bene o non sia meglio cambiare aria etc. etc.

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vado un attimo OT

parliamo di adozioni da parte di coppie omosessuali

ma la realtà è questa: in Italia adottare per una coppia etero è quasi impossibile

c'è una tale trafila burocratica, e verifica di idoneità psicologica, da far perdere la pazienza a chiunque

perché Giovanardi non si occupa di questo?  :salut:

 

mi chiedo poi come mai le coppie di squilibrati fertili possano procreare in qualsiasi momento (e ce ne sono tante  :ok:)

mentre una coppia sterile ma molto solida sia costretta a subire una serie di verifiche di idoneità di ogni tipo

 

ora non voglio sminuire le verifiche necessarie: nell'adozione c'è un punto molto delicato

ed è l'accettazione del figlio adottivo (non partorito) da parte della donna

per un uomo, o due uomini, adottare è a mio avviso molto più semplice non potendo avere "quel" tipo viscerale di ferita o delusione

per un padre biologico in fondo un figlio è sempre "adottato"

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Burro.e.miele, non è che i cambiamenti richiedono tempo e gradualità. Perché la società assorba i cambiamenti occorre tempo e gradualità: ma se i cambiamenti non ci sono o sono invisibili, la società non muta.

Le grandi battaglie per i diritti sono sempre state radicali. Poi le conquiste non si sono ottenute da un giorno all'altro, ma questo perché dall'altra parte del campo di battaglia c'erano degli avversari da sconfiggere, non perché chi combatteva si autocastrava.

 

Tu stesso dici:

Per quanto riguarda il conformismo, tutto è relativo: in una realtà dove i matrimoni gay e le adozioni sono da tempo sdoganate, è conforme e non suscita indignazione una famiglia di questo tipo.

La società accetta questi cambiamenti quando ormai se li trova davanti, non facendo un passettino alla volta. Tra l'altro adesso circola questo mito degli altri Stati che sono tolleranti perché esiste da tempo il matrimonio gay, ma il matrimonio gay non ha ancora compiuto un decennio di esistenza in nessun paese del mondo. Come vedi, la società cambia molto rapidamente quando non le viene data scelta...

 

Buon senso e senso comune non sono la stessa cosa.

Senso comune: il modo di sentire, pensare e giudicare della maggioranza delle persone.

Buon senso: equilibrio nel pensare, nel giudicare, nell'agire; assennatezza. [definizioni del Garzanti]

 

Per me l'interesse del bambino non è crescere nella bambagia, nella famiglia standard dove probabilmente sarà vittima del conformismo e della ristrettezza mentale. Qualcuno discriminerà il bambino perché ha due padri? La supererà, così come si superano i compagni di classe che ti prendono in giro perché sei grasso, perché sei occhialuto, perché sei studioso, perché sei brutto, perché sei negro, eccetera. E quando l'avrà superata sarà probabilmente un adulto più consapevole, più critico nei confronti dei modelli della società, più aperto... in una parola migliore.

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Guest burro.e.miele

@ Loup-Garou Mah... spero sia come dici tu, anche se rimango convinto che i tempi non siano ancora maturi per le adozioni, specie in una società che non accetta pienamente l'omosessualità. C'è anche da dire che le migliori reazioni si hanno davanti al fatto compiuto, quindi potrebbe essere anche superfluo tutto il cammino che io ritengo si debba fare per ridurre al minimo il rischio di discriminazioni e maltrattamenti, ma, pur sforzandomi di considerare migliore la tua tesi, davvero torno sempre al punto di partenza... Sarò anch'io un bigotto conformista  :salut:

 

PS: Presupposizione e principio di coerenza sono le basi su cui si muovono sia il senso comune che il buonsenso, essendo entrambi frutto della Ragione umana, che è imperfetta e basata su modelli a priori. Pertanto, la relativa assennatezza del buonsenso (ciò che ti permette di discernere il giusto dallo sbagliato, il vero dal falso) non è altro che l'insieme di intendimenti a livello sociale tipici del senso comune. La sfumatura italiana, la differenziazione del concetto in due termini, secondo me è soltanto la visione del concetto da due prospettive differenti; nella sostanza, il concetto, secondo me, rimane invariato. In inglese, ad esempio, il common sense racchiude entrambe le sfumature, in un concetto unico definito.  :ok: (lo so, sono uno scassapalle pignolo e puntiglioso... ma non riesco a fare a meno di avere l'ultima parola)

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Perché la società assorba i cambiamenti occorre tempo e gradualità: ma se i cambiamenti non ci sono o sono invisibili, la società non muta.

 

Vero, eppure non ritengo errato il ragionamento burremmielano. Esiste una certa moralità di fondo, per la quale i cambiamenti possiamo apportarli, possiamo farcene tramiti anche attraverso lo strumento della lotta, e dunque la condivisione forzosa della polis. In tutto questo tuttavia vige un patto non scritto e non detto, ed intendo la capacità di potersi difendere. Ma intendo anche la responsabilità, e non meno la possibilità dell'offesa. Per quanto feroce sia la lotta al pregiudizio verso l'omosessualità, il militante non teme, perché non teme per sé, o almeno sa di avere muscoli sufficienti ad affrontare i pericoli di cui è consapevole. Al bambino tutto questo non è accessibile: egli si troverebbe privo di strumenti, nel bel mezzo di uno scontro a lui estraneo, vittima sacrificale di una giustizia che, non potendo ferire noi, lo farebbe nei nostri figli. La discriminazione, il pregiudizio, i mostri sorti ed insorti contro la causa omosessuale li conosciamo tutti, con una differenza sostanziale: noi possiamo reagire, e di più possiamo collocare l'intera dialettica all'interno di un contesto recante senso. E se qualcosa è peggio della violenza, è la violenza assurda.

Procedere, come tu noti, risoluti nei fatti, lasciando come unica chance la presa d'atto delle nostre azioni, è valevole solo finché coinvolge uomini consapevoli e consenzienti; o dovremmo sacrificare la serenità di diverse migliaia di bambini, in nome della liberazione di tutti dal pregiudizio in un futuro anteriore?

 

Insomma, quando la guerra rischia di ricadere sugli innocenti, si fa sempre più attenzione. E' il naturale senso di protezione, paradossalmente l'istinto primo della genitorialità.

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egli si troverebbe privo di strumenti, nel bel mezzo di uno scontro a lui estraneo, vittima sacrificale di una giustizia che, non potendo ferire noi, lo farebbe nei nostri figli.

 

Prima di tutto non si trova privo di strumenti: ha una famiglia alle spalle, che è consapevole dei problemi che potrebbe incontrare. Che è molto più preparata ad affrontare queste situazioni, che possono capire a qualsiasi bambino, della classica coppia di genitori bianchi, etero, cattolici, bigotti e benestanti.

Secondo me poi voi vi immaginate di crescere un figlio nella giungla. Stiamo parlando, nei casi di peggiori, di bullismo da parte dei coetanei: se un genitore non è in grado di affrontare situazioni del genere, allora è bene che non faccia il genitore, perché il bullismo esiste indipendentemente dal sesso dei genitori.

 

Burro.e.miele, pignolo e puntiglioso lo sarai quando portare delle basi per sostenere la tua interpretazione di quelle parole. Fino ad allora, per me stai solo dando la tua opinione, non sei affatto pignolo e puntiglioso.

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Non ho capito su che basi la mia argomentazione

è stata rifiutata da Burro.e.miele.

 

E' da irresponsabili per due Siciliani

fare un figlio nell'Italia del Nord,

esponendolo agli sfottò sui terroni?

 

Sono egoisti questi genitori

che - pur terroni - desiderano un figlio;

nonostante il "senso comune"

li consigli di "starsene a casa loro"?

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Secondo me poi voi vi immaginate di crescere un figlio nella giungla.

 

Ma il mondo è una giungla.

 

Stiamo parlando, nei casi di peggiori, di bullismo da parte dei coetanei: se un genitore non è in grado di affrontare situazioni del genere, allora è bene che non faccia il genitore, perché il bullismo esiste indipendentemente dal sesso dei genitori.

 

Nel caso dell'omosessualità, il bambino non verrebbe discriminato per quello che è lui, ma per quello che sono i genitori. O lui in funzione della sua filiarità acquisita e contro natura. Di poi, chi ci dice che il pregiudizio sia solo negli altri bambini? Forse che un insegnante di religione sia particolarmente felice di avere un figlio di gay? E tutta la nutrita pattuglia di insegnanti cristiano-cattolici cosa avrebbe da dire? Ed ancora: nel caso di figli propri, si può soltanto prendere atto della loro esistenza: non si può certo strapparli ai genitori. Mentre sulle adozioni gay, essendo una acquisizione riconosciuta e non spontanea, la tutela del bambino suggerisce la prevenzione dai traumi.

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Se proprio dobbiamo parlare dei traumi dei bambini adottati

suppongo dovremmo parlare del trauma dell'abbandono da

parte dei genitori biologici, per assurdo il fatto di avere dei

genitori "diversi", potrebbe pure aiutare ad instaurare un

buon rapporto coi genitori adottivi.

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per assurdo il fatto di avere dei

genitori "diversi", potrebbe pure aiutare ad instaurare un

buon rapporto coi genitori adottivi.

 

E questo qualcuno lo negherebbe? Io di certo mai.

Non era esattamente questo il mio discorso; una famiglia di coniugi omosessuali può essere efficiente quanto una etero: mi pare apodittico.

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Scusate ragazzi, cerchiamo di calare questa discussione nella realtà.

Ammettiamo che le coppie omosessuali ottengano l'accesso all'istituto dell'adozione

(e dell'affido). Qui siamo ancora ai prolegomeni. Tutta la canzone si svolge dopo. Con

una lunga trafila che si gioca su un terreno eminentemente pratico

con assistenti sociali e operatori i quali selezionano le coppie.

 

E' indubbio che le coppie omosessuali selezionate saranno innanzitutto poche e che

comprenderanno solo coppie molto particolari per robustezza, e inoltre per istruzione,

nonché per stabilità e affidabilità della coppia, e infine anche per possibilità economiche

(e qualcuno non venga qui a dirmi che parlo del vile denaro, perché allora non sa come

vengono selezionate ora le coppie etero, le quali devono dare determinate garanzie).

 

Ammettiamo d'altra parte che io sia un ragazzo di 16 anni, gay, leggermente effeminato, incapace di

giocare a pallone, e che porti pure gli occhiali. Il mio destino nel branco adolescenziale

sarà molto diverso se la mia famiglia naturale eterosessuale sarà in grado o no di aiutarmi

e di darmi armi reattive e protettive e sicurezze. Le devo elencare? Le lascio alla vostra

immaginazione. Faccio questo esempio solo per dirvi che il problema di un eventuale

scontro/attrito con l'ambiente circostante ci sarà sempre per ogni tipo di diversità sia

che la famiglia sia etero sia che essa sia gay. Mi si dirà che in questo caso ce ne sarà uno

in più. Sì, ce ne sarà uno in più, e altri ce ne potrebbero essere. Ma credetemi, i problemi

sono problemi irrisolvibili fintantoché non si hanno le armi per affrontarli, le

risorse per compensarli, le alternative da offrire.

 

Per riassumere: un giorno che il Parlamento avesse approvato quella legge:

 

1. i casi di famiglie omo che ricevessero figli in adozione sarebbero relativamente pochi;

2. in un primo momento, solo coppie dotati di requisiti superiori alla media si

troverebbero ad essere adottanti, e, sicuramente,

3. disporrebbero di saldezza di nervi, di idee e principi, di cultura, di informazione, di

solidità della coppia stessa per affrontare eventuali problemi e per far vivere il figlio non

proprio nella jungla.

 

Rispetto agli eventuali problemi di discriminazione provenienti dal sociale, io credo che

i genitori adottanti debbano offrire una sola fondamentale garanzia: non negarne l''esistenza,

non svalutarli ideologicamente. Basta. Dopo tutto è nelle mani della buona volontà e della

capacità delle persone, dell'intelligenza nel relazionarsi col mondo esterno, della forza

dell'amore, e di tutte le altre armi che prima elencavo.

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oltretutto, non fare qualcosa per "colpa degli altri" mi è sempre sembrato una cazzata, se mi passate il termine

è una stupidaggine anche fare qualcosa per mero egoismo fregandosene delle conseguenze sugli altri (critica spesso mossa a chi vuole adottare "a ogni costo")

 

ma

 

premesso che adottare è una cosa buona, prendersi cura di un orfano è una cosa buona (laddove i genitori non siano squilibrati ovviamente)

considerato che l'ignoranza va combattuta e non assecondata

compreso che non si deve combattare sulla pelle di un bambino

e visto che la società si muove, o dovrebbe muoversi, verso il futuro, tanto che in altre realtà anche europee tutto questo già esiste

 

direi che

 

this is the way to go.

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Guest burro.e.miele

Non ho capito su che basi la mia argomentazione

è stata rifiutata da Burro.e.miele.

 

E' da irresponsabili per due Siciliani

fare un figlio nell'Italia del Nord,

esponendolo agli sfottò sui terroni?

 

Sono egoisti questi genitori

che - pur terroni - desiderano un figlio;

nonostante il "senso comune"

li consigli di "starsene a casa loro"?

 

 

 

La tua argomentazione è confutata dai fatti: è altissima la presenza di cittadini meridionali o di origini meridionali nel Nord del Paese, da molti decenni; le discriminazioni verso questa parte della popolazione sono rare, legata ad un passato lontano. È una questione, se vogliamo, di numeri. Quegli eccezionali quanto rari fenomeni di discriminazione verso i meridionali vengono proprio condannati dal senso comune, ad esempio il caso del bambino napoletano insultato qualche tempo fa dai suoi coetanei, in relazione all'emergenza rifiuti in Campania. Credo che nel Nord Italia, così come nel resto d'Italia, siano più soggetti a discriminazione gli omosessuali dei meridionali. Secondo me, non prenderla come offesa, manchi di obiettività: stai paragonando due situazioni ben diverse sul piano pratico, seppur la discriminazione, in linea teorica, sia la stessa.

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Ok, allora parliamo di una coppia di Zingari? Va bene?

Se tu fossi il Giudice negheresti a due Zingari adeguati genitori

un figlio in quanto sarebbe vittima di discriminazioni?

(Gli Zingari vengono prima degli Albanesi,

che vengono prima dei Rumeni che sono prima dei gay

nell'elenco dei "più odiati dagli Italiani")

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Guest burro.e.miele

Ok, allora parliamo di una coppia di Zingari? Va bene?

Se tu fossi il Giudice negheresti a due Zingari adeguati genitori

un figlio in quanto sarebbe vittima di discriminazioni?

(Gli Zingari vengono prima degli Albanesi,

che vengono prima dei Rumeni che sono prima dei gay

nell'elenco dei "più odiati dagli Italiani")

 

 

Gli zingari non sono necessariamente stranieri, possono anche essere italiani. Ma vale il discorso analogo fatto nei confronti di tutte quelle categorie discriminate. La discriminazione c'è, è un dato di fatto, va combattuta. Ma in questa lotta, non possono andarci di mezzo individui che non hanno interessi diretti nella stessa.

Leggi le tue stesse parole: Ok, allora parliamo di una coppia di Zingari? Va bene?

Una coppia. Tu subordini il bambino alla coppia, nella tua logica, nel tuo ragionamento. Le priorità sono dell'adottato, non dell'adottante. So che il mio ragionamento è palesemente e apertamente discriminatorio, viaggio con una logica utilitaristica, ma io preferisco discriminare due adulti capaci di cavarsela da sé, piuttosto che un bambino che non ha la capacità di tutelarsi da sé. Io non so se hai dimenticato cosa significhi essere bambini, quanto possano essere crudeli i bambini tra di loro e, infine, quanto i traumi infantili possano influenzare il resto della vita.

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Quindi la tua risposta è "Sì, se io fossi il Giudice

non darei un bambino a una coppia di Zingari."?

(Cosa c'entra il fatto che siano stranieri o italiani?.

 

Subordino il bambino alla coppia?

Parlo di coppia perché l'adozione dei single

in Italia non è ancora prevista.

(Se parlassi di single, diresti che metto un single

prima di un bambino, quindi non cambia nulla)

 

Se ti va di essere esplicito, bene.

Altrimenti un dialogo sarà difficile.

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Nel caso dell'omosessualità, il bambino non verrebbe discriminato per quello che è lui, ma per quello che sono i genitori.

 

A me sembra molto meno grave.

 

Di poi, chi ci dice che il pregiudizio sia solo negli altri bambini? Forse che un insegnante di religione sia particolarmente felice di avere un figlio di gay? E tutta la nutrita pattuglia di insegnanti cristiano-cattolici cosa avrebbe da dire?

 

Non ho detto che il pregiudizio possa essere solo degli altri bambini, ho detto che è la situazione peggiore. Quelle che hai citato tu si risolvono con una semplicità disarmante.

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Tutte le volte che ci si addentra nel discorso di bambini colpiti dalla discriminazione di cui dovrebbero essere vittima solo altri, cioè i genitori, mi sembra che ci si dimentichi cosa noi quando eravamo bambini abbiamo passato perché omosessuali, o stranieri.

Non dico perché secchioni o grassi perché quelle sembrano essere questioni minori e posso capire perché, ma ci sono bimbi già effeminati a cui i bulli ne fanno passare di cotte e di crude, e soprattutto di bimbi di colori chiamati 'negri' anche se magari sono nati in Italia.

 

Il pensare che queste discriminazioni appartengano solo ad adulti è completamente errato. Di bambini da adottare ce ne sono di tutti i colori e di tutti i caratteri: spesso lo stesso essere adottati è frutto di discriminazione da parte dei propri pari.

Come dice Loup-Garou, l'essere presi in giro per qualcosa di esterno a sé fa meno male, e soprattutto viene quando già il bambino ha alcune 'armi' psicologiche, cioè alle elementari, perché se un bambino dice "I tuoi sono froci" lo fa perché ha sentito dire qualcosa in casa al riguardo, lo ricorda e lo riferisce a qualcuno di cui già deve sapere un attimo la situazione.

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Gli zingari non sono necessariamente stranieri, possono anche essere italiani. Ma vale il discorso analogo fatto nei confronti di tutte quelle categorie discriminate. La discriminazione c'è, è un dato di fatto, va combattuta. Ma in questa lotta, non possono andarci di mezzo individui che non hanno interessi diretti nella stessa.

 

Quindi per te un bambino dovrebbe essere dato in adozione solo ad una coppia etero di buona famiglia rispecchiante ogni carattere stereotipato della situazione ''tipo'' auspicabile in un quadretto familiare quasi da favola? Ma che ragionamento è? O.o

Io continuo a sostenere che i bambini si discriminano a vicenda per qualunque cosa. E sì è normale che un bambino ci rimanga male, ma è grazie alla famiglia che impara ad elaborare e superare i traumi per diventare una persona migliore. E sì, sono d'accordo con chi dice che la colpa della discriminazione è da imputarsi alle famiglie, perchè i bambini, sopratutto da piccoli, sono come certi animali che imitano i comportamenti delle persone che li circondano, ed è da quello che apprendono.

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L'argomentazione del "tanto i bambini vengono discriminati lo stesso"

non mi pare una tesi sufficientemente convincente,

anche se proviene da chi la pensa come me.

 

L'idea che "il bambino ha il diritto a non essere discriminato"

è un principio innocente solo in apparenza.

 

Sulla base di questo "diritto" si creano davvero i ghetti.

I bambini neri nelle scuole dei quartieri neri

e i figli dei gay nelle scuole dei quartieri gay.

Così risolviamo tutte le discriminazioni:

ciascuno a "casa sua".

 

E probabilmente questo già avviene

anche nei Paesi in cui c'è l'adozione per i gay.

Seguendo questo ragionamento, l'Italia sarà pronta

quando ci saranno dei veri quartieri gay come all'estero.

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No non era quello che intendevo.

Piuttosto ritengo che la discriminazione tra bambini sia un dato di fatto. Di certo non va bene, ma il problema dei bambini non è il loro. Il problema sono i contesti sociali in cui vivono. Ciò che bisogna combattere non è quindi la discriminazione tra bambini (che hanno la sola colpa di ''imitare'') ma quella degli adulti. E non lo si può fare sulla carta.

So che sembra cinico - e magari lo è - ed anche un po' crudele, ma sicuramente, prima o poi, qualcuno pagherà lo scotto di quei diritti che noi difendiamo. E fino a quando non ci sarà nessuno pronto ad assumersi quest'onere non penso che il tessuto sociale sarà mai pronto ad accettare un cambiamento come questo.

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I vari post non dimostrano semplicemente che la popolazione italiana non è pronta per vedere un bambino allevato in una famiglia gay, è proprio la comunità gay che mi preoccupa e si sente incapace di provvedere ad un bambino. Certo che molti anni di Chiesa e fascismo hanno sortito il loro effetto, ognuno è libero di sentirsi un 'menomato', un 'incapace', un DIVERSO...  Ad ognuno le sue libertà , io mi sento un perfetto genitore ed è per questo che avrò dei figli.  :eek:

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simply_dreamer

I vari post non dimostrano semplicemente che la popolazione italiana non è pronta per vedere un bambino allevato in una famiglia gay, è proprio la comunità gay che mi preoccupa e si sente incapace di provvedere ad un bambino. Certo che molti anni di Chiesa e fascismo hanno sortito il loro effetto, ognuno è libero di sentirsi un 'menomato', un 'incapace', un DIVERSO...  Ad ognuno le sue libertà , io mi sento un perfetto genitore ed è per questo che avrò dei figli.  :asd:

 

sei troppo avanti  :eek:  :)

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Beh...io non sarei così pessimista circa la comunità gay italiana.

 

Bisogna considerare che burro e miele di fatto è un "etero curioso"

che si immagina sposato con una donna e con figli...sarebbe strano

se fosse favorevole all'adozione. Tanto è vero che a lui non interessa

la praticabilità concreta dell'ipotesi...

 

In realtà in questi ultimi anni mi pare che i gay Italiani abbiano fatto

molti passi avanti.

 

Certamente pesa in molti ragazzi giovani il problema della "discriminazione"

il chè a mio avviso corrisponde ad una preoccupazione adolescenziale che

sotto il profilo psicologico è comprensibile: essendo io uscito dal liceo, piuttosto

che dall'istituto, con più o meno lividi a misura della mia capacità di nascondermi,

come potrei relazionarmi ad una situazione in cui non c'è possibilità di nascondersi?

Non farei subire a mio figlio, ciò che ho cercato di scansare io? Non sarei EGOISTA?

 

Credo che in fondo ci sia il peso psicologico di questo meccanismo nei più giovani

però ad altre generazioni precedenti mancava il quesito perchè alla stessa età il desiderio

di paternità era inimmaginabile.

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Guest burro.e.miele

 

Bisogna considerare che burro e miele di fatto è un "etero curioso"

che si immagina sposato con una donna e con figli...sarebbe strano

se fosse favorevole all'adozione. Tanto è vero che a lui non interessa

la praticabilità concreta dell'ipotesi...

 

È bello vedere come la stessa gente che si lamenta di essere vittima di stereotipi e luoghi comuni, ugualmente si comporti con chi ha idee diverse dalle loro (riassumendo, è ridicolo pensare che un etero sia sfavorevole all'adozione da parte delle coppie perché è etero).

Io ho parlato chiaramente: in questo momento, non sono favorevole all'adozione, perché mancano quelle premesse esseziali per garantire il meglio, in primis per l'adottato, successivamente per gli adottanti, premesse da ricercarsi in un cambiamento della società e della mentalità. Un domani, che potrebbe essere tra un anno, come tra vent'anni, dovessero esserci le condizioni per poter garantire il meglio, sotto tutti i punti di vista, sarei pienamente e totalmente favorevole all'adozione da parte delle coppie gay. Penso di essere molto più pragmatico e concreto di tutti coloro che si pronunciano a priori favorevoli all'adozione; io ne faccio una questione pratica, altri cavillano su diritti, uguaglianza e questioni totalmente teoriche.

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Giusto una domanda, davvero tranquilla che in nessun modo vuole essere un attacco, a burro e miele.

Potrei anche condividere il tuo punto divista sull'aspettare le condizioni ottimali. Ma, proprio perchè ti definisci pragmatico, mi spieghi in che modo pensi che possa avvenire materialmente questo mutamento di circostanze? Cosa dovremmo aspettare, fare, dire?

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non sono favorevole all'adozione, perché mancano quelle premesse esseziali per garantire il meglio, in primis per l'adottato, successivamente per gli adottanti, premesse da ricercarsi in un cambiamento della società e della mentalità.

 

Questo è proprio ciò che ti è stato contestato da me e da altri.

E che non ti interessa mettere in discussione, perché fondamentalmente sei etero e la cosa non ti tange più di tanto.

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Burro.e.miele; io ho preso la tua idea legittima,

ovvero: "i bambini non devono subire le discriminazioni

legate all'identità dei genitori" e le ho portate alle logiche conseguenze.

 

Perché un bambino di colore dovrebbe subire il razzismo

da parte dei compagni di scuola italiani?

Lui di certo non ha scelto di venire a vivere in Italia!

 

La soluzione pragmatica è una sola.

Gli stranieri devono stare in classi separate dagli Italiani

e lo stesso dovrebbe valere per i figli delle coppie gay

(figli che già esistono, nonostante la legge italiana)

 

Tuteliamo i bambini "figli di situazioni diverse"

decretando che l'integrazione è impossibile

e che il bullismo non può essere sconfitto.

 

Tu di certo non negheresti l'adozione

a una coppia berlinese che viva a Schonenberg

o a due gay residenti nel quartiere Castro di San Francisco:

quello che in effetti ti stai auspicando è un ghetto.

E la Storia ti dà ragione: prima nascono i ghetti

e poi le adozioni per le coppie gay.

 

È bello vedere come la stessa gente che si lamenta di essere vittima di stereotipi e luoghi comuni, ugualmente si comporti con chi ha idee diverse dalle loro (riassumendo, è ridicolo pensare che un etero sia sfavorevole all'adozione da parte delle coppie perché è etero).

 

Perché non te la prendi con Hinzelmann

invece di generalizzare dicendo "la stessa gente"? :eek:

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