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ma perché sentirsi donne????


Wax

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Guest korio

Il problema è molto "forte" a mio parere. Io credo che la maggiorparte del difficile rapporto e del pregiudizio verso i gay da parte di una grossa fetta della maggioranza etero, nasce proprio da tutta una serie di atteggiamenti/comportamenti/stereotipi che sono di una minoranza degli omosessuali (uomo o donna che siano) e che però disegnano l'intera categoria.

 

E noto poi, per "specchio" che essendo disegnanti la categoria gli stessi gay poi usano questi comportamenti e stereotipi come una sorta di segnale di riconoscimento della propria appartenenza alla "casta" anche se poi non se ne ha la necessità.

 

Credo che bisognerebbe "crescere" come movimento in se e passare dalla fase: "facciamoci vedere perchè noi esistiamo e non ci cancellerete con la negazione dell'omosessualità" che è quella attuale, dei pride e degli atteggiamenti femminili, alla fase: "ok, noi esistiamo, voi lo sapete, troviamo un modo perchè la nostra scelta sessuale non indichi che facciamo parte di una differente società", che è quella che consentirebbe una integrazione più normale e che, alla lunga, ci toglierebbe la maggiorparte dei problemi.

 

Perchè, io credo, facendo un parallelo con la gente di colore, che forse in una prima fase siano stati i "malcom x" a fare movimento, ma sono stati poi gli avvocati, i panettieri, i commessi e gli insegnanti a costruire la normalità che oggi (più o meno) fa si che la gente di colore non sia ghettizzata, o che almeno la strada verso la completa distruzione del pregiudizio sia ben delineata.

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  • Sissy

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  • Tatteo

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Ora va di moda la parola "casta" e la si usa in ogni contesto... :)

 

Per far parte del movimento è necessario essere visibili e

partecipare al Pride, avere il fegato di fare queste due cose.

 

Fate queste due cose e poi i vostri suggerimenti per crescere

insieme saranno graditi.

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Guest korio

Ora va di moda la parola "casta" e la si usa in ogni contesto... :)

 

Per far parte del movimento è necessario essere visibili e

partecipare al Pride, avere il fegato di fare queste due cose.

 

Fate queste due cose e poi i vostri suggerimenti per crescere

insieme saranno graditi.

 

 

 

Chiedo perdono allora per aver espresso la mia umile opinione.

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Il problema non è la tua opinione,

la questione è seguire i propri consigli. :asd:

 

Se vuoi che la gente pensi che i gay sono maschili e normali

e tu stesso pensi di esserlo, dovresti essere in prima fila

e metterti davanti agli obiettivi ogni volta che fotografano un Pride

e dichiararti con tutte le persone che fanno battute sui gay

per dimostrare loro che non siamo tutti "shampiste mestruate".

 

E se i ragazzi con le piume di struzzo salgono sopra i carri,

tu cerca di salire più in alto e se strillano, tu prendi un megafono.

 

Anch'io da ragazzino credevo che il problema fossero gli effeminati,

ma quando mi sono esposto in prima persona ho capito

che il vero problema erano tutti i "normali" che stavano a casa.

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....x Almadel

 

...diciamo che hai ragione  :asd:   ...e sei anche simpatico per come scrivi!  :D

 

però non ti sembra di evidenziare una sorta di problema... cioè che il "gay" non è una definizione netta... credo che si possa parlare di mondo gay, se non di universo gay... con all'interno molte specie di gay anche diversissime tra loro (forse ben più di 4, delle già ben note specie almadelliane  :D) che però vengono chiamate in un solo e unico modo da tutti quanti: GAY   ...che tu sia un effeminato i paillettes o un serio architetto tu sei sempre GAY....

...ed è questo che, secondo me, fa sì che si scateni una lotta (non violenta, ma pur sempre una lotta) tra chi vuole dare alla gente una certa idea di GAY e chi magari invece (grazie ai Gay Pride) ne da una più effeminata e trasgressiva...

...per me l'unica soluzione è dare a tutta la gente un nome con cui chiamare i vari tipi di gay... i avevo proposto i GAYA (gli effeminati, passivi, truccati, sculettanti, quasi trans, efebici, irbidi, checche), i GAY (the original  ...quelli tipo che sembrano "normali" ma in realtà hanno un vero e proprio lato "gay")... ed i GAYO (cioè tutti quei uomini che si fanno attivamente i gay ed i gaya, ma sono stufi per passare per rot.. in cul. come gli altri gay/gaya)

...comunque la mia è solo una proposta, e prima di bocciarmela, provate a pensare se, magari anche con qualche modifica proposta da voi, la cosa non possa funzionare!  :D

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Guest korio

Il problema non è la tua opinione,

la questione è seguire i propri consigli. :asd:

 

Se vuoi che la gente pensi che i gay sono maschili e normali

e tu stesso pensi di esserlo, dovresti essere in prima fila

e metterti davanti agli obiettivi ogni volta che fotografano un Pride

e dichiararti con tutte le persone che fanno battute sui gay

per dimostrare loro che non siamo tutti "shampiste mestruate".

 

E se i ragazzi con le piume di struzzo salgono sopra i carri,

tu cerca di salire più in alto e se strillano, tu prendi un megafono.

 

Anch'io da ragazzino credevo che il problema fossero gli effeminati,

ma quando mi sono esposto in prima persona ho capito

che il vero problema erano tutti i "normali" che stavano a casa.

 

Almadel, non voglio rientrare di nuovo in discorsi già fatti e polemizzati, io sto cercando di porre le mie idee in discussione, non c'è voglia di polemica almeno da parte mia, sono di comprensione.

 

Non mi piace molto il discorso per cui chi si espone ha ragione e gli altri torto. Ognuno porta la sua opinione, ognuno ha la sua storia e confonderle è sempre sbagliato. E' importante ascoltare la posizione di tutti, è importante comprendere la posizione di tutti. E non sono d'accordo che "fino a che non fai un coming out globale totale non puoi parlare".

 

Rispetto chi fa i pride e chi sale con le piume o senza sul carro.

 

Ma, tralasciando per un momento il mio caso personale, io non credo, ripeto, che a far vincere la guerra saranno i lustrini e le manifestazioni; queste servono solamente a rimarcare ogni giorno di più una differenza sociale, ovvero pubblica, che invece io credo non ci sia, considerando l'omosessualità una differenza sessuale, ovvero privata.

 

Riguardo invece al mio caso personale, oggi certo per me salire su un qualsivoglia carro non è possibile, sono ancora in una fase di comprensione di me e il coming out a 18 anni è differente (non più difficile, ma differente) da un coming out a 38 anni, ci sono innegabili vantaggi dell' essere "adulto" ma ci sono 20 anni di relazioni, rapporti consolidati, situazioni lavorative in più da mantenere in piedi, ho bisogno di tempo e un mese o due di lavoro non mi bastano ancora.

 

Ma quando un domani sarò sul carro, sarà per difendere la "normalità" di essere gay, il mio diritto di essere gay, non certo la diversità, la società parallela. Senza voler aprire discorsi politici di preferenza o meno, ma usando l'esempio per il ruolo che ha, sono i Vendola i personaggi che portano di più alla causa, non i Platinette. perché io non mi riconosco nell'immagine che un gay pride vuol dare.

 

Mi riconosco di più in un professionista quale sono, che vive una vita con grandi relazioni sociali, quali sono, che nel privato ha precisi gusti sessuali. E se qualcuno da fuori spinge per dare una immagine del gay differente da questa, allora io umilmente e timidamente, dalla trincea nascosta dove sono, da codardo, da cagasotto, da quello che vuoi tu, Almadel,

 

io protesto.

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In primo luogo c'è - come dice Sissy - un problema di rappresentanza.

 

Beckham non si sente offeso da Homer Simpson,

mentre Korio si sente offeso da Platinette.

Ciascun etero rappresenta sé stesso,

mentre noi gay pensiamo che se qualcuno che non ci piace è gay

tutti penseranno che allora anche noi siamo come lui.

 

"Sentirci rappresentati" è una sensazione che finisce

quando cominciamo a "rappresentarci da soli".

 

Non è mica che voglio far polemica;

ma nessun amico etero mi ha mai detto

"Ehi Enrico, sei un travestito obeso come Platinette!"

E' fin troppo ovvio che non lo sono.

 

Nessuno si controlla il portafoglio quando passa Kledi,

solo perché è Albanese o sbircia se c'è ancora la sua auto

quando incontra Obama, perché è afro-americano.

 

In secondo luogo: un conto è nascondersi - che è anche legittimo -

un altro conto è protestare perché qualcuno non lo fa.

 

Come fai a chiedermi di non farmi vedere in pubblico

perché ti vergogni di essere associato a quelli come me?

("Quelli come me" non sono gli effeminati, per intendersi;

ma a tutto assomiglio tranne che a un professionista in giacca e cravatta).

 

Come risponderesti a tuo fratello se ti chiedesse

di evitare di dire il tuo cognome in giro,

perché non vuole che la gente pensi

che anche lui è un ciccione come te?

 

Rideresti dell'assurdità? Ti offenderesti?

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Guest korio

Almadel non giocare con le parole e non leggere come sempre solo quello che ti va...

 

Io non sono "offeso" da Platinette, mi piace Platinette, è una artista molto brava e intelligente e quando posso ascolto il suo programma alla radio, ma posso dire che Platinette non mi rappresenta.

 

Platinette intelligentemente non lo fa, ma se andasse in giro a dire per assurdo che "è un simbolo gay", io mi dissocerei, c.o. o meno.

 

L'esempio poi che hai fatto del fratello è del tutto fuori luogo ed eccessivo. Qui non si tratta di cognomi, e non si tratta di andare in giro grassi o magri. Nessuno associa il cognome alla fisicità della persona e l'esempio non calza, e io non vado in giro a manifestare la mia panza in relazione al mio cognome.

 

Ma se io andassi in giro a dire "io sono un korio e con il mio aspetto fisico e con la mia panza rappresento tutti i korio", se mio fratello si incazza non posso che dargli ragione. Ha ragione a dire che, per quanto mi vuole bene come fratello, la mia panza non lo rappresenta. E ha ragione a chiedermi di fare dei distinguo e a chiedermi di non dire che tutti i korio sono grassi.

 

Seconda cosa: qui non si tratta di nascondersi. Non ti dico di nasconderti. Ma esiste una distanza fra "nascondersi" e andare in giro con le piume o con il batacchio di fuori. Si può essere esplicitamente gay in una comunità senza per forza urlicchiare, senza mettersi parrucche e senza passare da baraccone da circo. E no, non credo che andare in giro con il batacchio di fuori o con le piume allo scopo di dimostrare l'appartenenza ai gay sia una espressione di libertà; invece considero queste cose come una forma di puerile ribellione e non un comportamento adulto. E credo che la questione gay sia una questione sufficientemente adulta da essere trattata come tale.

 

E terza cosa: non ti dico a TE di nasconderti. Tu fai quello che cazzo ti pare. Ma IO mi arrogo lo stesso diritto di fare quello che cazzo mi pare e di non essere politically correct e di non dire che tutto è buono.

 

Non puoi pretendere che io approvi il tuo modo di apparire, se non lo approvo. Non lo approvo e basta, e se tu dici che mi rappresenti, io ti dico che non è vero. E non ti dico affatto di non apparire in pubblico, tu puoi apparire in pubblico come vuoi, ma se poi qualcuno dice "ecco, Ido ed Enrico condividono i medesimi gusti in fatto di immagine e di relazionarsi gay nella società", io francamente non sono d'accordo e lo faccio presente.

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@Sissy, ecco finalmente spiegato il significato di gayo e gaya che ogni tanto vedevo nel forum!!! (anche se più o meno avevo intuito =) )

 

però non capisco la differenza tra gay e gayo... Potresti spiegarmela brevemente?

 

Tipo, per fare un riferimento alla QAF... gaya sarebbe Emmet, gayo Brian e gay tutti gli altri, giusto?

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Non puoi neanche pretendere che io approvi

il tuo modo di ragionare, se non lo approvo :asd:

 

In ogni caso, se traviso sempre quello che scrivi,

temo che continuerò a farlo e - viste le tue reazioni -

c'è il rischio che se persevero, ti incazzerai.

 

Io sono abituato a un mondo gay molto variegato:

orsi, checche, nerd, palestrati, leather, tamarri

e mai ho pensato che uno di loro

potesse rappresentare tutti.

 

Tu sei preoccupato che uno di questi lo faccia

- ovvero la Checca - che non sarà il più simpatico dei gay,

ma non è neppure l'unico e se ti dispiace che sia sovra-rappresentato

prenditela con i media e non certo con lui.

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Guest korio

Non puoi neanche pretendere che io approvi

il tuo modo di ragionare, se non lo approvo :asd:

 

In ogni caso, se traviso sempre quello che scrivi,

temo che continuerò a farlo e - viste le tue reazioni -

c'è il rischio che se persevero, ti incazzerai.

 

Io sono abituato a un mondo gay molto variegato:

orsi, checche, nerd, palestrati, leather, tamarri

e mai ho pensato che uno di loro

potesse rappresentare tutti.

 

Tu sei preoccupato che uno di questi lo faccia

- ovvero la Checca - che non sarà il più simpatico dei gay,

ma non è neppure l'unico e se ti dispiace che sia sovra-rappresentato

prenditela con i media e non certo con lui.

 

Non lo pretendo. E non ti preoccupare che non mi incazzo, e se capita farò fatica doppia. Sono cocciuto testardo e non proprio docile di carattere. Ma sono qui anche perchè è importante sentire e incrociare, sia pure incocciare, in idee differenti e in concetti differenti. E se pure non sono d'accordo con alcune cose, mi sta bene che mi si metta in faccia le cose che non sono nella mia testa.

 

Due cose però le preferirei: la prima è eguale rispetto anche se non uguale giudizio per un gay che rappresenta se vuoi i "moderati" (o i non variopinti) con ed insieme a tutte le altre espressioni.

 

La seconda è il rispetto e l'accoglienza per le scelte e per la volontà di dare il proprio contributo di idee anche se non si va in prima linea a mutande calate, anche se si è nascosti, anche se non c'è la volontà ora o mai di lampeggiare la propria identità sessuale alla gente. La frase per cui "se non vai al gay pride non puoi parlare" non mi è affatto piaciuta. My 2 cents.

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Seconda cosa: qui non si tratta di nascondersi. Non ti dico di nasconderti. Ma esiste una distanza fra "nascondersi" e andare in giro con le piume o con il batacchio di fuori. Si può essere esplicitamente gay in una comunità senza per forza urlicchiare, senza mettersi parrucche e senza passare da baraccone da circo. E no, non credo che andare in giro con il batacchio di fuori o con le piume allo scopo di dimostrare l'appartenenza ai gay sia una espressione di libertà; invece considero queste cose come una forma di puerile ribellione e non un comportamento adulto. E credo che la questione gay sia una questione sufficientemente adulta da essere trattata come tale.

...in effetti Korio hai ragione... e secondo me non è tanto il problema quando un gay mette lustrini, pailettes per andare a ballare in una disco che gli piace (...tipo a me piace andare a ballare all'Ambasada Gavioli che è una discoteca non prettamente gay ma comunque molto trasgressiva

), ma quando lo fa durante manifestazioni di rappresentanza come il GAY PRIDE che oltre ad avere un valore politico sono fatte nei centri storici delle grandi città e vanno a finire anche in TV....  a vedere questi GAY PRIDE (in realtà dal vivo nel ho fatto solo uno, ma essendo a Verona era un Pride piccolo e poco colorato) sembrano più una festa rave (tipo Love Parade o Street Parade) che non una manifestazione seria per rivendicare dei diritti...   certi comportamenti, atteggiamenti e look nei Gay Pride sembrano delle provocazioni vere e proprie verso i poveri e ingenui puritani....  :asd:

quindi per ovviare al problema io sarei per spostare i GAY PRIDE dai centri storici alle località turistiche (Cortina, Viareggio-Torre del Lago, Ostia Beach, Taormina, Salento, Rimini-Riccione, Jesolo) nei week end di non massimo affollamento (tipo aprile, maggio, giugno e settembre), chiamare anche dei bravi DJ GAY Friendly (Boy George, Giusy Consoli, Nacha World, Dj Rocco, Layla Cocoricò) e fare festa a 360° gradi    :asd::D :) :ass:  ....mentre nei centri storici, tipo Roma, Milano e Genova fare solo delle manifestazioni serie cioè senza musica, droga, battacchi e zizze trans di fuori.  

Secondo me così l'universo gay guadagnerebbe credibilità.  :D

 

@Sissy, ecco finalmente spiegato il significato di gayo e gaya che ogni tanto vedevo nel forum!!! (anche se più o meno avevo intuito =) )

però non capisco la differenza tra gay e gayo... Potresti spiegarmela brevemente?

Tipo, per fare un riferimento alla QAF... gaya sarebbe Emmet, gayo Brian e gay tutti gli altri, giusto?

...premetto che non guardo QAF  :D ...il "gaya" è un gay passivo, il gay "gay" è misto (attivo-passivo, versatile, duttile, top&bottom) mentre il gayo è solo attivo e non vuole essere penetrato mai.  :D

Di solito i gaya sono effeminati (ma non è detto)... io per certi versi sono gaya  :P, anche se adesso sono trans...

gay invece è uno tipo Vendola, tipo Paone... insomma il classico gay che qualche volta lo da e qualche volta lo prende...

il gayo invece di solito sembra un maschio etero, spesso è pure bisex   ...esso è indiscutibilmente un predatore sessuale.  :P

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Guarda Korio che il rispetto è un'altra cosa.

In prima linea con le mutande calate

non è il tono con cui mi rivolgo a te.

 

E non è certo quello che ti ho detto di fare, anzi.

Proprio perché sei meglio degli altri

e non schecchi e non ti cali le mutande

e sei un professionista stimato

dovresti dichiararti.

 

Farti un discorso simile è però prematuro, non credi?

Sei all'inizio di un percorso di accettazione.

Solo che non puoi "essere alle prime armi"

quando si tratta - giustamente - di non essere giudicati

e al tempo stesso sentirti in pieno diritto di giudicare.

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@Sissy: ok grazie della delucidazione! Ma (solo per curiosità e andando OT) tu ora sei trans nel senso che hai ancora le gonadi maschili, giusto? (perdonami la mancanza di tatto, ma non ho molta cultura in questo campo ma la cosa mi incuriosisce molt! =) )

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ma infatti non ha senso pretendere che gli omosessuali vengano visti come non effeminati quando i gay "virili" si nascondono fingendo di essere etero. oltrettutto si critica sempre il gay pride ma alle manifestazioni meno appariscenti ci vanno poche persone e sono le stesse che vanno ai gay pride.

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@Sissy: ok grazie della delucidazione! Ma (solo per curiosità e andando OT) tu ora sei trans nel senso che hai ancora le gonadi maschili, giusto? (perdonami la mancanza di tatto, ma non ho molta cultura in questo campo ma la cosa mi incuriosisce molt! =) )

....quì la storia si complica... nel senso che di solito le trans (trans mtf da maschio a femmina) sono (fisico-sessualmente) di due tipi: le trans con gli attributi maschili e le trans operate (fanno la SRS, Sex reassignment surgery, cioè l'asportazione dei testicoli, dei corpi cavernosi del pene e la creazione di una neovagina con i tessuti a disposizione)...  io però sono una trans del terzo tipo  :D   ...cioè mi sono fatta fare l'ochiectomia bilaterale (la castrazione) e quindi non ho più le gonadi maschili (...anche se non è del tutto vero, perché in realtà le conservo in un vasetto con formalina come forma di ricordo trash  :asd:), mentre la biscia sì, quella per ora me la tengo...    così come, grazie ad un ricorso al tribunale, sono riuscita pure ad ottenere il riconoscimento come femmina   ...e ora ho i documenti femminili, anche se sono una ragazza bisciona!  :D

 

P.S. ...una volta volevo far capire ad un tipo su Facebook che non ero una ragazza normale, ma una trans...  allora gli ho detto "sono una ragazza bisciona"  ...io pensavo che capisse, invece fa "ma cosa? che vorresti dire?"  ...allora gli ho detto "...sono una marrazza!" e il tipo incredibilmente ha capito subito!  :D  

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Su questo tipo di operazioni mi sembra ci sia un topic in "salute"... mi pare che si usi chiamarla "nullificazione" o qualcosa del genere. In pratica rimozione degli attributi maschili ma senza crearne di femminili. E' una scelta abbastanza inconsueta.

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ok dopo questo prometto che torno IT..

 

ok ho capito! Ma rimuovendo i testicoli non è che non c'è più desiderio..? oppure quello resta e non è dettato dagli ormoni? (oddio mi sa che sono un po' incasinato come concetti!) comunque grazie della spiegazione!

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Su questo tipo di operazioni mi sembra ci sia un topic in "salute"... mi pare che si usi chiamarla "nullificazione" o qualcosa del genere. In pratica rimozione degli attributi maschili ma senza crearne di femminili. E' una scelta abbastanza inconsueta.

 

...la nullificazione!  :D

 

...in realtà FreakyFred, non è il mio caso, perché nella trans mtf la castrazione solitamente è la norma... che sia solo chimica (con Androcur) o chirurgica la sostanza non cambia...  quindi non si può parlare di nullificazione (http://wiki.bmezine.com/index.php/Castration) e nemmeno dire che sono un eunuco  :D, perché se da una parte si va a "demolire" la mascolinità, dall'altro con gli ormoni e con la chirurgia si va a stimolare la femminilità (al di là che venga fatta la neovagina o meno) facendo crescere il seno, i fianchi...    :ass:

sul fatto che sia una scelta inconsueta...  beh... non tantissimissimo tra le trans mtf....  ovvero (secondo delle mie stime fatte sulle mie conoscenze reali) il 70% delle trans prende ormoni ma non è operata (srs), il 15% delle trans è operata (srs), il 12% delle trans non è operata e non prende ormoni (generalmente o sono trans con problemi fisci che non possono fare trattamenti medici oppure sono professioniste che magari si sono fatte il seno ma hanno rinunciato agli ormoni per essere attive per via dei clienti) mentre il 3% delle trans è castrata come me (io conosco di persona almeno altre due trans così). :asd:

 

x Wax ...sì in effetti la libido sembra essere (sia nei maschi come nelle femmine) testosterone-dipendente (...infatti la famosa ginecologa Graziottin da alle donne un po' "frigide" la pomata al testosterone da spalmare localmente), dunque la trans mtf castrata chirurgicamente o anche solo chimicamente avrà per forza un prostata piccolissima e quindi pur mantenendo la capacità orgamisca, il suo orgasmo sarà meno intenso ed espellerà meno liquido...  :asd:  ..non è una bella cosa, ma è il prezzo da pagare per diventare delle femmine.  :D

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Giusto, torniamo IT :asd:

 

Io sono stato a un solo Pride, quello di quest'anno... motivi vari mi hanno impedito di parteciparvi prima. Non l'ho trovato particolarmente volgare, ho fatto caso molto di più all'AGEDO, alle famiglie arcobaleno, ad Amnesty International, che a quei quattro o cinque travestiti che sono riuscito a vedere. Ciò detto, condivido perfettamente alcuni punti sollevati da Korio ... al Pride si va per mostrare ciò che si è, tutti abbiamo il diritto/dovere di mostrarci per come siamo. Un tipo come Platinette, per fare un esempio intuitivo, non si mostra per quello che è ma usa un personaggio costruito ad hoc. A che serve? E a che serve soprattutto se sappiamo che è un tipo di personaggio particolarmente sgradito a certe fasce di pubblico? Onestamente io ho più di un amico che fa la drag queen e la trovo una cosa molto simpatica, ma la drag queen non è un personaggio che porterei a una manifestazione per i diritti... ci porterei la persona vera, quella con cui faccio quattro chiacchiere il pomeriggio, non quella che si veste in modo buffo per intrattenere la gente la sera.

Questo ad istinto, a cuore diciamo.

In pratica, dobbiamo ricordare che i primi pionieristici Pride non erano (e nei paesi in qui i diritti LGBT non esistono SONO ancora) manifestazioni festose e folkloristiche come quelli attuali. Erano manifestazioni "normali" con persone "normali" che fanno cose "normali"... con i cartelli, i vestiti di tutti i giorni etc.

Ovviamente queste manifestazioni non le cagava di striscio nessuno, esattamente come nessuno caga di striscio la gente che va al pride senza urletti isterici e con i vestiti di tutti i giorni... e il Pride dovrebbe essere la principale occasione di visibilità che viene offerta al popolo omosessuale, se nessuno ti vede a che serve? Per questo io non me la sento proprio di condannare il Pride, nonostante tutte le esagerazioni che ne fanno parte. Se travestiti e gente folkloristica compaiono evidentemente esistono, e non solo, hanno anche il coraggio di farsi vedere... inoltre, aggiungerei, non hanno certo chiesto loro di essere rappresentanti di tutto il cosiddetto mondo gay. Semplicemente loro ci vanno, e hanno il sacrosanto diritto di andarci vestiti come pare a loro. Se ci vado pure io, sarò rappresentato anche io, se no ciccia :D

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orodeglistupidi

Questo vostro bisogno di risultare normali, non sgraditi, di "passare", per rubare un termine al gergo t*, è semplicemente agghiacciante.

 

Credete davvero che sia passato il tempo della contestazione? Che la travestita sia anacronistica e addirittura deleteria rispetto alla nostra guerra?

 

Credete che, abbandonata o repressa ogni deviazione rispetto allo stereotipo del vostro genere, la gente sarà davvero disposta ad attribuirvi la normalità che tanto invocate?

 

Sono state le drag queen ad aprire la ribellione di Stonewall. E la parrucca della drag queen, in questo momento buio, è la cosa più fottutamente politica che ci resta. Altro che folklore.

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Per quanto mi riguarda non c'è alcun bisogno di "passare". Io sono così, non indosso parrucche tutti i giorni e non lo farò al Pride. Se uno lo fa per abitudine, è normale che lo faccia anche al Pride. Contesto che lo faccia appositamente per il Pride.

Per me le deviazioni dallo stereotipo maschile non sono nel look, sono altre... oltre al gusto sessuale ci sono un certo modo di pensare, forse alcune movenze ed atteggiamenti, alcuni gusti (come il disprezzo per calcio e motori). Non faccio nulla per nascondere nessuna di queste deviazioni. Però non indosso parrucche e trucco, quindi se uno va al Pride travestito da Drag non rappresenta me tramite tali attributi.

E' ovvio questo, no? Non è quello l'intento, chi va al pride ci va a fare richieste politiche, non a tentare di rappresentare tutto il "mondo gay", perché esso non è qualcosa di rappresentabile, è un collage caotico di umanità accomunata soltanto da un gusto sessuale e da un'esigenza politica. Disgraziatamente però la gente "normale" sente il bisogno di "rappresentarci", rinchiuderci in un'immagine semplice ed universale. bene, io non voglio rendergli le cose facili aderendo ad uno stereotipo che non mi rispecchia. Ritengo di essere abbastanza "politico" anche così come sono senza dover fare sforzi particolari.

Travestiti e drag si rappresentano da soli come dicono loro. Io mi rappresento da solo come dico io, grazie.

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Da quando frequento ragazzi gay mi sono reso conto che gli appellativi al femminile sono spesso utilizzati per ironia o per ridicolizzare.

Io la comincio a chiamare "ironia gay". Tutti i gay che si chiamano al femminile non lo fanno perché si sentono donne ma soltanto per divertire e per rendere più grottesca la situazione.

 

Le drag queen stesse sono delle figure grottesche che hanno la capacità di ridicolizzare l'idea di uomo macho e virile. Mettiamola così: a me le drag queen fanno ridere, le trovo buffe e sgraziate, ma è proprioquesto  che le rende uniche nel loro genere.

Purtroppo gli etero hanno grosse difficoltà ad accettare questo tipo di ironia.

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Io mi sforzo di contestare questa idea che saremmo un collage caotico di umanità

accomunata solo da una esigenza politica...devo dire, da sempre e con quasi tutti, con

scarso successo. Ovviamente il minimo comune denominatore è dire che ci sono omosessualità

diverse, che si devono rispettare. Ma si può dire di più, si possono istituire analogie e fare

paragoni che non siano esclusivamente egocentrati.

 

Sulla corporeità ho introdotto un tema caro a Foucault...che sarebbe fecondo di analogie

nelle diversità.

 

Ad un novizio di 38 anni, io dico dimostrami di essere un maschio e non di sembrarlo:

tira fuori gli attributi e vieni al pride. Perchè non pretendo che tu abbia in testa tutte

le idee giuste, ma che ti prenda la responsabilità in modo adulto di ciò che sei, sì.

 

Ovviamente si può concedere il tempo necessario a trovare la forza per questa acquisizione

ma ad una certa età io parlo il linguaggio della responsabilità. E poi dico "cresciamo insieme"

se questa cosa suona poi male, non è colpa mia.

 

Io sono pure un professionista in giacca e cravatta, certo non le indosso al pride perchè

sarei fuori luogo e a me è stato insegnato che un vero gentiluomo ha un vestito adatto

per ogni occasione  :asd:

 

( in realtà privilegio il bianco perchè temo il sole...colore che peraltro non indosso

moltissimo. Quest'anno avevo un T shirt rossa, mi pare. )

 

Ad un giovane dico anche : balla, divertiti, sii empatico...soprattutto se ne ha

bisogno.

 

Sulle Drag Queen...in Germania ed in altri paesi si prendono molto meno sul serio

che in Italia. Ma qui poi bisogna vedere se sono solo drag, o trans che si vestono da

drag etc. etc.

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No, sul serio: vi rendete conto che a rispondere a Korio

siamo Hinzelmann ed io? Accidenti!

 

Hinzelmann è davvero professionista in giacca e cravatta

e io sono... beh... non so come esprimerlo....

il gay che avrei voluto vedere quando avevo 16 anni

(mi ci sono pure sforzato per sembrarlo...)

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Io sono pure un professionista in giacca e cravatta, certo non le indosso al pride perché

sarei fuori luogo e a me è stato insegnato che un vero gentiluomo ha un vestito adatto

per ogni occasione  :D

 

 

 

 

Parole sante!! :asd:

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Guest korio

Accetto la nota di Hinzelmann, è giusta l'annotazione. Io però non ho mai detto che non verrò ad un pride. Non ci vengo oggi. In questo momento io lo ammetto non sono pronto e non è meno adulto riconoscere quando una cosa al momento non si può fare. Domani sicuramente mi troverai nel gruppo in vestiti normali a scuotere la testa verso le checche che mi circonderanno. Mi ci troverai perchè è giusto quello che dici, quando mi inviti a portare la mia idea davanti.

 

Posta questa nota però, approfitto anche della risposta di Sissy:

 

e secondo me non è tanto il problema quando un gay mette lustrini, pailettes per andare a ballare in una disco che gli piace (), ma quando lo fa durante manifestazioni di rappresentanza come il GAY PRIDE che oltre ad avere un valore politico sono fatte nei centri storici delle grandi città e vanno a finire anche in TV....  a vedere questi GAY PRIDE (in realtà dal vivo nel ho fatto solo uno, ma essendo a Verona era un Pride piccolo e poco colorato) sembrano più una festa rave (tipo Love Parade o Street Parade) che non una manifestazione seria per rivendicare dei diritti...   certi comportamenti, atteggiamenti e look nei Gay Pride sembrano delle provocazioni vere e proprie verso i poveri e ingenui puritani....  :asd:

 

Il problema è questo: ora la manifestazione è poco più, o è vista come poco più che un divertente carnevale dei diversi (cosa che reputo in se divertente da fare ma molto triste come concetto), e allora realmente avrebbe più effetto a Riccione d'estate.

 

Io vorrei vedere una sfilata invece di gente in giacca e cravatta, di professionisti, di insegnanti, di manager e di consulenti, una grossa parata di persone che devono dire: "ehi siamo tanti e dov'è la differenza rispetto ai tanti professionisti etero? Ehi, la differenza non c'è".

 

Ecco, a una cosa del genere non posso mettere la mano sul fuoco, ma credo che non mi tirerei indietro, rischi o non rischi.

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Ma perchè dai tanto peso alla forma (il vestito di pailletes piuttosto che il completo da manager) invece che alla sostanza (il senso del pride)?

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simply_dreamer

questa domanda mi pare semplice e al tempo stesso complessa. mi spiego meglio... sentirsi donna ed essere uomo, è uno stereotipo che la gente ha nei confronti di un omosessuale. non tutti i gay sono checche. ci sono anche gay virili o ne virili ne checche. non credo si possa generale su un argomento del genere. anche l'essere o non essere checca, fa parte della personalità dell'individuo. almeno io la vedo così.  :asd:

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Guest
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