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Cosa pensate di chi non legge?


Sweet

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Un ragazzo con cui sono uscito una volta ha detto: "Che senso ha leggere il libro? C'è già il film, io guardo quello e dura molto di meno"  :boh: E non scherzava

 

Il film è sicuramente meno impegnativo. Il succo del discorso è questo.

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Il film è sicuramente meno impegnativo. Il succo del discorso è questo.

 

eh, ma il fatto è pure che, agli occhi di chi legge, un libro, qualsiasi libro, non comporta un impegno. semmai un'inclinazione.

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Il film è sicuramente meno impegnativo. Il succo del discorso è questo.

No, prima mi aveva detto che non amava leggere se non pochi libri e quando si è parlato di un libro, mi ha tirato fuori questa frase che ricorderò sempre :D

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"cosa pensate di chi non legge?"

 

Penso che ognuno è libero di fare ciò che vuole...  c'è chi ama lo sport, chi ama andare al cinema, chi a teatro, chi legge.

 

Io leggo molto ma non vedo tv, non vado al cinema e non faccio sport.

 

Per questo non mi reputo migliore degli altri solo perchè leggo.

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Non mi piace leggere. Preferisco di gran lunga scrivere.
E' una questione di originalità, preferisco produrre qualcosa di mio che pendere dalla produzione di qualcun altro. Ho sempre letto di rado e l'ho sempre trovata un'attività noiosa. 
Questo non fa di me né un ignorante né un illetterato.
E rido per tutti quei "librominchia" che si sentono superiori agli altri solo perché leggono. 

E' un'attività. Può piacere, come può non piacere. 
Non è che se uno si fa un'overdose di sport a settimana deve scassare le palle a chi non è un atleta come lui.

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Non mi piace avere pregiudizi sulle persone prima ancora di conoscerle a fondo, ma nella mia esperienza personale, finora, le persone che non leggevano le ho sempre trovate un po' superficiali e prive di interessi.

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Non mi piace leggere. Preferisco di gran lunga scrivere.

E' una questione di originalità, preferisco produrre qualcosa di mio che pendere dalla produzione di qualcun altro. Ho sempre letto di rado e l'ho sempre trovata un'attività noiosa. 

Questo non fa di me né un ignorante né un illetterato.

E rido per tutti quei "librominchia" che si sentono superiori agli altri solo perché leggono. 

 

E' un'attività. Può piacere, come può non piacere. 

Non è che se uno si fa un'overdose di sport a settimana deve scassare le palle a chi non è un atleta come lui.

 

Non è che se non legge, è vero che lo stile di uno scrittore sarà più originale.

 

D'accordo che per te, che non leggi, ne va dell'originalità di ciò che scrivi. Va bene. Se va bene a te.

 

Ma se tiri in ballo la scrittura, anteponendola o contrapponendola alla lettura, mi tornano in mente non pochi scrittori ai quali, di certo, il fatto di leggere non è che abbia impedito di coltivare o esprimere un proprio stile, unico e riconoscibile proprio per la sua 

unicità. Se c'è qualcosa che fa di uno scrittore uno scrittore è, infatti, proprio la manifestazione, nero su bianco, di uno stile. (Intendendo qui con "stile" quella che tu definisci come "originalità").

 

Poi certo, se tu sei un genio, e non lo escludo, tanto di cappello. Ma resta comunque il fatto che s'impara a leggere e a scrivere, di pari passo. E argomentare poi che chi non legge non è detto sia ignorante o illetterato, è un po', per riprendere il tuo esempio, come affermare di chi non corre che non è detto non sia comunque un atleta. 

Penso infatti che se un atleta, o colui che si fa "un overdose di sport a settimana", sapesse dalla bocca di un altro comune mortale - il quale, sette giorni su sette, invece, non è uso praticare la benché minima attività sportiva - che lui si ritiene ugualmente un atleta alla pari di chi atleta invece lo è: beh, penso che l'atleta, forse, avrebbe qualche buona ragione per mandarlo, più o meno simpaticamente, a quel paese.

 

Quanto ai lettori che sfuggono alla categoria dei lettori "librominchia", per me sono i soli lettori. Ossia, quelli agli occhi dei quali l'originalità di una voce, di un punto di vista, di uno sguardo sul mondo e di un sentire intorno al mondo sotto forma di parola scritta, non sfugge, non passa inosservata, dice e dirà sempre qualcosa. E non sfugge, non passa inosservata, dice e dirà sempre qualcosa, al punto da divenire, per questo stesso lettore, un insegnamento valido per sé, per la crescita di sé, per la conoscenza di sé, per la propria filosofia di vita e per la propria vita. 

 

A un lettore cosiddetto poco importa se un suo simile preferirà un altro "piacere" al suo: o, comunque, non sarà così arrogante da ritenere che la sua "attività" sia più piacevole di quella, invece, ricercata e pratica da altri. Tutt'al più, se interpellato, si domanderà come sia possibile non ricercare tra le parole di tutti quelli che ci sono già stati o che sono qui e ora con noi una traccia di quello che siamo, non a prescindere dal tempo ma al di là del tempo.

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D'accordo che per te, che non leggi, ne va dell'originalità di ciò che scrivi. Va bene. Se va bene a te.
 
Ma se tiri in ballo la scrittura, anteponendola o contrapponendola alla lettura, mi tornano in mente non pochi scrittori ai quali, di certo, il fatto di leggere non è che abbia impedito di coltivare o esprimere un proprio stile, unico e riconoscibile proprio per la sua 
unicità. Se c'è qualcosa che fa di uno scrittore uno scrittore è, infatti, proprio la manifestazione, nero su bianco, di uno stile. (Intendendo qui con "stile" quella che tu definisci come "originalità").

Mai contrapposto scrittura e lettura infatti. 
Non intendo originalità come contenuti. E non ho mai detto che leggere comporta una perdita di originalità. 
Il mio discorso si riferisce a tutt'altro e cioè che se devo scegliere tra produrre qualcosa di mio (da qui l'originalità) o rivolgermi a una produzione altrui, preferisco di gran lunga la prima. 
Ma questo è perché trovo la scrittura un'attività molto più creativa, in cui ho un ruolo più attivo, rispetto alla lettura.



Poi certo, se tu sei un genio, e non lo escludo, tanto di cappello. Ma resta comunque il fatto che s'impara a leggere e a scrivere, di pari passo. E argomentare poi che chi non legge non è detto sia ignorante o illetterato, è un po', per riprendere il tuo esempio, come affermare di chi non corre che non è detto non sia comunque un atleta. 
Penso infatti che se un atleta, o colui che si fa "un overdose di sport a settimana", sapesse dalla bocca di un altro comune mortale - il quale, sette giorni su sette, invece, non è uso praticare la benché minima attività sportiva - che lui si ritiene ugualmente un atleta alla pari di chi atleta invece lo è: beh, penso che l'atleta, forse, avrebbe qualche buona ragione per mandarlo, più o meno simpaticamente, a quel paese.


Non confondere l'hobby della lettura con la mera azione di leggere delle parole scritte. Sappiamo entrambi che sono due cose diverse. 
Leggere inteso come la seconda è, sì, fondamentale in ambito intellettuale. 
L'hobby della lettura, invece, non lo è.  
E il mio discorso è proprio questo. Non stai diventando più intelligente di qualcun altro se ti leggi un libro. Ti stai solo arricchendo di una storia o di un'ambientazione in più. E questo non aumenta di certo il tuo quoziente intellettivo.
Ci sono abilità ben più fondamentali in tal senso, logiche, che non vengono trasmesse per la magica lettura di un testo.
Se leggessi Harry Potter, per fare un esempio terra terra, non mi reputerei superiore a chi non lo fa. Saprei di aver fatto tesoro di una storia coinvolgente, ma di certo non denigrerei qualcuno per non averlo fatto. Reputarsi intellettualmente superiori a qualcun altro perché si ha letto un libro è un'azione che suscita la mia pena più sentita.


 


Quanto ai lettori che sfuggono alla categoria dei lettori "librominchia", per me sono i soli lettori. Ossia, quelli agli occhi dei quali l'originalità di una voce, di un punto di vista, di uno sguardo sul mondo e di un sentire intorno al mondo sotto forma di parola scritta, non sfugge, non passa inosservata, dice e dirà sempre qualcosa. E non sfugge, non passa inosservata, dice e dirà sempre qualcosa, al punto da divenire, per questo stesso lettore, un insegnamento valido per sé, per la crescita di sé, per la conoscenza di sé, per la propria filosofia di vita e per la propria vita. 
 
A un lettore cosiddetto poco importa se un suo simile preferirà un altro "piacere" al suo: o, comunque, non sarà così arrogante da ritenere che la sua "attività" sia più piacevole di quella, invece, ricercata e pratica da altri.

Lo sono anche per me. La lettura è un'attività di piacere personale. Se vogliamo anche condivisibile, ma non è un hobby che va usato come criterio per ritenersi migliori o peggiori degli altri.
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ciao Wicked.

 

tra lo scrivere "Non mi piace leggere. Preferisco di gran lunga scrivere" allo scrivere "Mai contrapposto lettura e scrittura", c'è evidentemente qualcosa che mi sfugge. 

 

quanto all'originalità o alla possibilità di creare qualcosa di proprio, per me è più che lecito la si possa preferire alla lettura. però qui si parla di chi non legge: non di chi scrive. 

tra i non lettori, sei forse un'eccezione. perché di solito la regola vuole che chi non cerca nei libri quello che altri invece vi cercano è perché non gli piace, è perché non ha tempo, è perché non se ne frega una emerita, è perché non ne trae alcun profitto, è perché preferisce la pesca, è perché preferisce dormire, è perché non ama andare con la testa tra le nuvole o tra le pagine o chissà dove, e via dicendo. 

che poi uno, o una, a cui non piace leggere scriva, è un altro discorso. a me è sembrato, infatti, che il tuo intervento da uno-a-cui-non-piace-leggere-ma-scrivere fosse un modo, quasi, per difendere chi non legge dalla spocchia di coloro che dicono di leggere e che leggere sia indice di chissà che. sai però anche tu, da quanto scrivi come da quanto leggo, che non tutti i lettori si distinguono per essere dei "librominchia" e semplicemente, da lettrice, mi è suonato un po' stridente che uno a cui non piace leggere volesse fare del suo piacere di scrivere un argomento a riprova del fatto che non tutti quelli che non leggono sono ignoranti. una sorta di pregiudizio rovesciato...

 

per il resto, che la passione o il piacere di leggere non siano e non debbano essere un criterio per giudicare chi non lo fa, chiaramente siamo d'accordo.

 

anche se per me, per lo spazio che hanno occupato e che occupano nella mia vita, i libri - il fatto di averli cercati, di cercarli e di non potere fare a meno di cercarli, per leggerli, aprirli e mai chiuderli - non credo siano un semplice "hobby" o un cosiddetto passatempo, perché, anzi, sono forse piuttosto, semmai, per me, come la soglia di una dimensione parallela. laddove il tempo, forse, non esiste.

 

(e, comunque, dài, dici la verità, sei a londra per imparare l'inglese e poter leggere in lingua originale l'opera omnia di William Shakespeare...  :grin:).

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tra lo scrivere "Non mi piace leggere. Preferisco di gran lunga scrivere" allo scrivere "Mai contrapposto lettura e scrittura", c'è evidentemente qualcosa che mi sfugge

Esatto ti sfugge. Perché nel primo caso esprimo una preferenza. Che è diverso da presentare le due attività come antitetiche o escludibili vicendevolmente.



quanto all'originalità o alla possibilità di creare qualcosa di proprio, per me è più che lecito la si possa preferire alla lettura. però qui si parla di chi non legge: non di chi scrive. 


Grazie di avermi svelato l'argomento del topic. Davvero, non ci sarei mai arrivato. 
Hello (?) io non leggo. L'hobby della lettura non ha attecchito su di me. Proprio perché si parla di chi non legge ne sono portato a esporne i miei motivi.

 


infatti, che il tuo intervento da uno-a-cui-non-piace-leggere-ma-scrivere fosse un modo, quasi, per difendere chi non legge dalla spocchia di coloro che dicono di leggere e che leggere sia indice di chissà che. sai però anche tu, da quanto scrivi come da quanto leggo, che non tutti i lettori si distinguono per essere dei "librominchia" e semplicemente, da lettrice, mi è suonato un po' stridente che uno a cui non piace leggere volesse fare del suo piacere di scrivere un argomento a riprova del fatto che non tutti quelli che non leggono sono ignoranti. una sorta di pregiudizio rovesciato...

Il mio intervento voleva essere proprio una difesa delle persone che hanno altri interessi diversi dalla lettura, e che sono attaccati da quelli che definisco librominchia, cioè persone che fanno del loro hobby un criterio di valutazione delle altre persone.
Riconosco anch'io che esistono lettori, e non voglio attaccare proprio nessuno infatti, se non difendere la mia posizione da persone delle quali non mi ritengo né inferiore né superiore.


(e, comunque, dài, dici la verità, sei a londra per imparare l'inglese e poter leggere in lingua originale l'opera omnia di William Shakespeare...  )


LoL  qualcosa del genere xD
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Il mio intervento voleva essere proprio una difesa delle persone che hanno altri interessi diversi dalla lettura, e che sono attaccati da quelli che definisco librominchia, cioè persone che fanno del loro hobby un criterio di valutazione delle altre persone.

Riconosco anch'io che esistono lettori, e non voglio attaccare proprio nessuno infatti, se non difendere la mia posizione da persone delle quali non mi ritengo né inferiore né superiore.

 

 

chiunque vuole può leggere il tuo post d'esordio nel topic n.189 e farsene un'idea. io resto della mia: contrapponi il leggere allo scrivere.

 

poi.

 

io non posso parlare a nome di tutti i lettori.

tu non puoi parlare a nome di tutti i non lettori. invece qui ammetti di farlo. 

il fatto che ti piace scrivere riguarda te, non è secondo me un argomento valido ai fini di una "difesa delle persone che hanno altri interessi dalla lettura". semmai una difesa tagliata su misura per te. 

il topic recita: "cosa pensate di chi non legge?". tu non leggi e giustamente, a ragione, sei intervenuto, dicendo infatti cosa pensi di te stesso, ossia: "hallo, io non leggo, però mi piace scrivere, mica sono ignorante, io".

va bene. resta che puoi anche abbassare la guardia, comunque. e non tanto perché io sono innocua, ma perché le persone che hanno altri interessi dalla lettura avranno anche altre ragioni dalle tue per non leggere. 

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Certo che avranno altre ragioni. 

Il fatto che preferisco UN'ALTRA ATTIVITA' è un argomento valido alla difesa delle persone che hanno ALTRI INTERESSI dalla lettura.
Io faccio l'esempio della mia persona, per dire che altre persone si concentrano su altri interessi. Non è una difesa tagliata per me. Il mio è solo un esempio.

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eh.

ma se L'ALTRA ATTIVITA' è SCRIVERE, nella misura in cui SCRIVERE è complementare a LEGGERE, devi ammettere che il TUO esempio è un tantinello paradossale. 

tutto qua.

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Sono legate quanto cantare e ascoltare musica.

 

Un cantautore o un autore di canzoni per un interprete

però in genere cerca anche di conoscere cosa fanno gli

altri autori e ama la musica in generale non solo ciò che

fa lui etc.

 

Un cantante ascolterà le interpretazioni dei suoi colleghi

per poter arrivare ad una sua interpretazione nuova o

creativa ( altrimenti non è possibile )

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Un cantautore o un autore di canzoni per un interprete

però in genere cerca anche di conoscere cosa fanno gli

altri autori e ama la musica in generale non solo ciò che

fa lui etc.

 

Un cantante ascolterà le interpretazioni dei suoi colleghi

per poter arrivare ad una sua interpretazione nuova o

creativa ( altrimenti non è possibile )

Ciò che è necessario per maturare la conoscenza di un'attività e un hobby sono due cose diverse.

 

E' condizione necessaria per un cantante che ascolti musica per produrla. Non è condizione necessaria che sia appassionato di musica altrui.

 

Stessa cosa per la scrittura. E' condizione necessaria per uno scrittore la capacità di leggere testi, e capirne lo stile. Non è condizione necessaria che coltivi l'hobby della lettura.

 

 

 

Edited by Wicked
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Sì, @Wicked dice una cosa abbastanza condivisibile.

Però ecco, spesso a chi canta "piace tanto" ascoltare musica, così come a chi scrive "piace tanto" leggere.

E' raro che uno intraprenda una di queste attività senza che già ami fruirne.

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"cosa pensate di chi non legge?"

 

Penso che ognuno è libero di fare ciò che vuole...  c'è chi ama lo sport, chi ama andare al cinema, chi a teatro, chi legge.

 

Io leggo molto ma non vedo tv, non vado al cinema e non faccio sport.

 

Per questo non mi reputo migliore degli altri solo perchè leggo.

 

 

La prima volta che sono d'accordo con Divine (ecco perchè oggi piove :D ), e parlo da lettore.

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Ciò che è necessario per maturare la conoscenza di un'attività e un hobby sono due cose diverse.

 

E' condizione necessaria per un cantante che ascolti musica per produrla. Non è condizione necessaria che sia appassionato di musica altrui.

 

Stessa cosa per la scrittura. E' condizione necessaria per uno scrittore la capacità di leggere testi, e capirne lo stile. Non è condizione necessaria che coltivi l'hobby della lettura.

 

 

 

 

Sì, però non puoi imparare a scrivere se non impari a leggere: è impossibile sapere scrivere, cioè, se non si sa pure leggere.

Un cantante non necessariamente, invece, deve conoscere la musica: può cantare anche se non sa leggere le note.

 

Così pure, riprendendo gli altri paralleli di Wicked, più sopra: "giocare a calcio e guardare una partita sdraiati sul divano" o "guardare un film e recitare": puoi guardare una partita sdraiato sul divano senza sapere necessariamente giocare a calcio e puoi guardare un film senza che questo voglia dire che tu ami o sappia recitare.

 

Scrivere e leggere: la loro complementarità è diversa, unica, simbiotica (?).

Ovvio, poi: si può sapere leggere e non per questo sapere scrivere, un individuo che abbia a stento la quinta elementare saprà leggere e scrivere da quinta elementare o, ancora, chi coltiva nel tempo il proprio interesse o la propria passione per la lettura - anche indipendentemente dagli studi - raggiunge più facilmente un più ampio o profondo livello di scrittura, adeguato cioè alla ricchezza della sua cultura.

Così, pure, si può avere un talento per la scrittura, essere dei geni nel mettere nero su bianco tanto un pensiero quanto una storia, senza per questo amare addentrarsi più di tanto in uno o più libri: ma è "raro", come dice Schopy.

 

Ecco perché, e ci ritorno senza alcuna polemica, cercavo di mettere l'accento sulla paradossalità dell'argomento sostenuto da Wicked: non è impossibile, affatto, che uno ami scrivere e, al tempo stesso, non leggere. Ma è un argomento che ha a che fare più con il suo - legittimo e condivisibile - punto di vista, che non con quello di un qualsiasi altro non lettore o della maggior parte dei non lettori.

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Sono stanco di scrivere che l'attività di leggere e l'hobby della lettura sono due cose differenti.
E' già la terza volta che provo a spiegarlo con parole diverse.

A questo punto non so più che parole usare.

Edited by Wicked
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  • 2 weeks later...

No, personalmente ritengo che leggere sia importantissimo, le persone che non lo fanno per quanto buone e docili, sono abbastanza superficiali, è inutile negarlo. A volte scoprire degli autori, è fondamentale per la crescita interiore, per dare un nome preciso a quelle cose che ci appartegono nel profondo dell'anima o esplorare altre realtà, altri mondi che ci arricchiscono, estendendo la nostra percezione, solllevando la nostra coscienza.

Il problema non è leggere un'enorme quantità di libri, ma quali leggere, è la qualità quel che conta. Perchè esiste un tipo di ignoranza che resiste anche se ti leggi una biblioteca intera.

Penso che ci voglia semplicemente equilibrio, bisogna saper leggere, saper scegliere, saper contemplare ciò che si sta leggendo.

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