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Fullmoon

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1 hour ago, Fullmoon said:

il mio pensiero è prima la gente era più "libera" di guardare dentro di sé

Perché senti di avere meno libertà, qual'è il motivo che giustifica il tuo pensiero😅? Davvero, non capisco

4 hours ago, Mario1944 said:

quale utilità ha la comunità, se neppure può aiutare i comunitari a non considerarsi dementi

😅Non mi sembra che questa domanda abbia un senso. Uno c'è: e non mi sembra che la tua sia una critica alle associazioni italiane per la loro indolenza😅

Però, a parte che Stonewall è stata la più importante rivoluzione per noi e non c'è un motivo generico per diffidare della psicoterapia, è stato interessante sentire una tua testimonianza

6 hours ago, Mario1944 said:

[...] ai tempi della mia adolescenza, quando pure l'inclinazione omoerotica era considerata [...]

Non se ne sentono spesso. E ci ricorda di esperienze che non abbiamo potuto vivere per limiti anagrafici. 

Grazie.

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Vorrei dare la mia opinione su alcuni commenti di @Mario1944

4 hours ago, Mario1944 said:

[...] Poco esplicabile, per me almeno, è la fuga verso i medici della mente o dell'anima, se vogliamo tradurre letteralmente "psykho", dopo che la medicina ha negato di avere competenze in merito, tanto meno esplicabile perché, quando invece essa affermava d'avere tali competenze, la fuga verso i medici non mi risultava fosse:

insomma molti vogliono farsi curare per ciò che la medicina nega sia medicamente curabile.... 😉 

Prima considerazione. Mario, da quanto scrivi credo tu tende ad assimilare la psicologia alla medicina. E' una visione rispettabile e che risale al Dottor Freud  (Il qual DOTTORE  si proponeva appunto come medico). E se hai bisogno di un medico è perchè sei MALATO , sei un Paziente  edevi essere curato da uno specialista (il medico, app).

Ma tra il disagio e la malattia psichica ci sono milioni di sfumature.  Ci sono situazioni in cui ti sei (o ti hanno) cacciato  e non riesci a uscirne. Se sono a disagio nell'ambiente di lavoro per difficoltà nei rapporti col mio capo e chiedo aiuto (per capire come relazionarmi etc..), sono malato?  Se mi rendo conto che c'è una discrepanza fra ciò che desidero e ciò che sono in realtà arrivato a fare (sessualità o rapporti umani o lavorativi ...) e chiedo aiuto per districarmi dalla situazione , sono malato? Se mi perdo in città ho l'alzhaimer o semplicemente ho bisogno di chiedere la direzione (o chiedere a Google)?  Nel mio (e di tanti altri) caso, il terapeuta al massimo cerca di farti prendere coscienza che NON sei malato. 

Il problema che forse poni è perchè si arriva ad avere bisogno di aiuto. Mi pare di capire che il tuo punto di vista è "la sessualità è così istintiva, che basta seguirla. E' lei che ci guida. Tant'è che anche quando c'era repressione per l'omosessualità, il mondo era lo stesso pieno di omosessuali". Vero. Vero per quelli che ce la facevano da soli. E per quelli che invece si nascondevano, reprimevano si sposavano per essere uguali al modello proposto dalla maggioranza umana? Quelli vogliamo dimenticarli? Quelli non hanno forse bisogno di un aiuto che non sia quello di pensare "perchè non ti arrangi"? Ho usato i verbi al passato. Avrei dovuto usarli al presente. 

Oggi, che la psicologia ha in genere una diversa classificazione dell'orientamento sessuale degli esseri umani, la psicoterapia applica un diverso approccio al disagio legato all'orientamento. Non certo riparativo per tornare alla normalità poiché non c'è alcun ritorno da fare essendo già "normali" ma per creare questa coscienza di normalità. Credo che OGGI più persone si rivolgano alla psicoterapia proprio perchè questa non ti considera MALATO (pazzo, deviante etc. etc..). E questo vale non solo per l'omosessualità.

Seconda considerazione. Citando un poeta: "irride alle cicatrici chi non conobbe ferita"😁

That's all folks

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 @Lor3nz forse sei qui da poco ed ancora devi abituarti ai barocchismi lessicali di @Mario1944 .

Però fidati: alla lunga, e se comici a decifrarlo, è persino meno peggio di come appare, anche se gli darei fuoco quasi ogni volta che scrive i suoi papiri. 

😉

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15 hours ago, freedog said:

sto discorso vallo a fare a tutti quei poveracci che sono finiti internati a vita nei manicomi perchè "anormali" o "inverititi".

Tra cui un mio cugino.... ma la tua annotazione non impugna la mia, perché essi non entravano spontaneamente nei manicomi.

15 hours ago, Fullmoon said:

Prima era sbagliato e lo dovevi accettare, oggi qualunque cosa sessuale ha un nome diverso e c'è più confusione.

Possibile:

la libertà produce molteplicità e la molteplicità spesso produce confusione.

Ai miei tempi eravamo  moralmente sodomiti, storicamente pederasti, medicamente omosessuali, volgarmente finocchi od altre varianti regionali, ma il significato era univoco;

oggi sono tutti gay, ma alcuni sono maschi in transizione femminile, altri femmine in transizione maschile, altri insieme maschi e femmine, altri ancora né maschi né femmine eccetera, non per nulla alla cattolica sigla GLBT s'aggiunge un + per comprendere proprio tutto, anche quello che forse ancora.... non è od almeno non è riconosciuto. 

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14 hours ago, MARIO8530 said:

Perché senti di avere meno libertà,

Forse Fullmoon intende affermare che oggi gli adolescenti e forse non solo essi sono più costretti in modelli predefiniti, i quali sono molteplici certo, ma singolarmente sono rigidi;  mentre un tempo il modello aborrito era l'omoerotismo senz'altra specificazione e dunque esso poteva comprendere tutto ciò che non fosse propriamente eteroerotismo.

14 hours ago, MARIO8530 said:

e non mi sembra che la tua sia una critica alle associazioni italiane per la loro indolenza

Infatti non mi sono riferito alle associazioni, di cui peraltro non ho alcuna cognizione, se non per quel poco che posso aver letto in questo forum negli anni;  ma alla cosiddetta comunità gaya, ammesso e non concesso che ci sia una tale comunità:

se ora c'è, com'è che non ha efficacia nel confermare la coscienza di sé dei suoi comunitari, tant'è che questi debbono ricorrere spesso a consulenti psico vari per avere certezze che non hanno?

14 hours ago, Lor3nz said:

Prima considerazione. Mario, da quanto scrivi credo tu tende ad assimilare la psicologia alla medicina. E' una visione rispettabile e che risale al Dottor Freud  (Il qual DOTTORE  si proponeva appunto come medico).

Non prenderla come una posizione dogmatica o addirittura scientifica:

non m 'intendo né di medicina né di psicologia e dunque ho solo raccolti sotto un solo nome genericamente medicinale procedure che forse sono diverse, ma che, mi pare almeno, hanno in comune il fine di rimuovere un disturbo, un disagio, forse una malattia nella ricognizione di sé d'alcune persone.

 

14 hours ago, Lor3nz said:

Ma tra il disagio e la malattia psichica ci sono milioni di sfumature.  Ci sono situazioni in cui ti sei (o ti hanno) cacciato  e non riesci a uscirne. Se sono a disagio nell'ambiente di lavoro per difficoltà nei rapporti col mio capo e chiedo aiuto (per capire come relazionarmi etc..), sono malato?  Se mi rendo conto che c'è una discrepanza fra ciò che desidero e ciò che sono in realtà arrivato a fare (sessualità o rapporti umani o lavorativi ...) e chiedo aiuto per districarmi dalla situazione , sono malato? Se mi perdo in città ho l'alzhaimer o semplicemente ho bisogno di chiedere la direzione (o chiedere a Google)?  Nel mio (e di tanti altri) caso, il terapeuta al massimo cerca di farti prendere coscienza che NON sei malato. 

Che sia malattia, disagio, malessere esistenziale o comunque tu voglia appellarlo, rimane inoppugnabile che è un sentimento ingrato di sé stessi quanto alle proprie inclinazioni erotiche, per rimuovere il quale sentimento ingrato ci si rivolge all'aiuto altrui:

che questi sia confessore, psicologo, psichiatra, psicoterapeuta od altro altrimenti appellato non è il punto importante della mia annotazione.

14 hours ago, Lor3nz said:

Il problema che forse poni è perchè si arriva ad avere bisogno di aiuto.

Infatti:

ho bisogno d'un aiuto esterno, perché ho un problema interno.

14 hours ago, Lor3nz said:

Mi pare di capire che il tuo punto di vista è "la sessualità è così istintiva, che basta seguirla. E' lei che ci guida.

La sessualità intesa come mera soddisfazione fisica d'impulso naturale è probabilmente istintiva, ma certo non possiamo seguirla sic et simpliciter:

non possiamo fare impeto sulla prima cosa vivente che passa, perché necessariamente ed opportunamente ci trattengono i freni culturali, morali, legali cui dobbiamo obbedire e che sono i garanti dell'ordine civile in cui viviamo.

14 hours ago, Lor3nz said:

Vero per quelli che ce la facevano da soli. E per quelli che invece si nascondevano, reprimevano si sposavano per essere uguali al modello proposto dalla maggioranza umana? Quelli vogliamo dimenticarli? Quelli non hanno forse bisogno di un aiuto che non sia quello di pensare "perchè non ti arrangi"? Ho usato i verbi al passato. Avrei dovuto usarli al presente. 

Ma io non affermo certo che non si debba aiutare chi si senta malato o disagiato rispetto a sue pulsioni erotiche, omo o non omo:

che poi l'aiuto debba essere religioso, medicinale, scientifico, morale è un'altra questione che dipende ovviamente anche dalle ideologie che ciascuno, sia l'aiutante sia l'aiutato, abbia.

Mi stupisco solo che tanto aiuto sia da molti richiesto e che dunque essi si sentano malati o disagiati proprio oggi, quando né la legge né la morale né la medicina né l'uso quotidiano ormai per lo più alle nostre latitudini almeno condannano l'inclinazione omoerotica per sé:

l'approvazione od almeno la tolleranza odierne hanno effetto di far dubitare di sé e dunque di far chiedere aiuto assai più che l'aborrimento e l'irrisione passati?

14 hours ago, Lor3nz said:

Credo che OGGI più persone si rivolgano alla psicoterapia proprio perchè questa non ti considera MALATO (pazzo, deviante etc. etc..). E questo vale non solo per l'omosessualità.

Questo potrebbe esplicare la ragione per cui molti consultano i vari psico, ma non esplica la ragione per cui chi vi acceda si senta diagiato o peggio malato per pulsioni omoerotiche, pur vivendo in tempi e luoghi dove ormai è considerato lecito quasi tutto ciò che stimoli quelle membra che un tempo s'appellavano pudenda 😉 

Edited by Mario1944
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Inutile correggere Mario1944, caro  @Lor3nz, tanto ti ripeterà la solita pappardella e non si sforzerà di capire una riga delle giuste osservazioni che hai fatto.

E' un'irritante supponenza dei gay virtuali che la fanno tanto facile sulla pelle altrui, quando sarebbe molto interessante, invece, andare a vedere LORO che percorso hanno fatto realmente.

 

Lo psicologo può essere di grande utilità per certe persone e in svariate situazioni, e darò un esempio molto semplice, ossia quello dei genitori di un ragazzo gay, lesbica o trans ai quali oggi l'Agedo offre finestre di ascolto. Una volta non ce n'era bisogno perché i figli si nascondevano, solo se erano troppo effeminati o trans venivano emarginati e costretti a emigrare e prostituirsi.

 

 

 

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48 minutes ago, Mario1944 said:

Forse Fullmoon intende affermare che oggi gli adolescenti e forse non solo essi sono più costretti in modelli predefiniti

Non saprei... gli esseri umani sono dotati di libero arbitrio 😅. Aspettiamo la sua replica...

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2 hours ago, Mario1944 said:

oggi sono tutti gay, ma alcuni sono maschi in transizione femminile, altri femmine in transizione maschile, altri insieme maschi e femmine, altri ancora né maschi né femmine eccetera, non per nulla alla cattolica sigla GLBT s'aggiunge un + per comprendere proprio tutto, anche quello che forse ancora.... non è od almeno non è riconosciuto. 

Questo volevo dire. Un ragazzo di 15 anni che trova figo l'attore di una serie TV è quasi invogliato a cercare tra le categorie sopra esposte quella che più gli si addice, mentre magari è solo un etero che trova bello un altro uomo. Prima per accettarti dovevi appunto essere certo di essere gay, e molti comunque si sposavano e lo nascondevano, mentre oggi la società quasi ti obbliga a creare una tua sessualità diversa dagli altri. Più chiaro di così non riesco ad essere, è un concetto assurdo e difficile da spiegare

Comunque si, ai tempi di Freud l' "inversione" era una malattia della psiche, un anormale sviluppo psico sessuale dell'individuo basato su "traumi" (esperienze passate) che poteva essere curata. Io credo che alcune cose che diceva riguardo alle situazioni che """"potevano portare qualcuno ad essere gay"""" (bruttissimo detto così) potessero essere sensate. Coloro che scelgono la terapia rintracciano probabilmente queste stesse situazioni nel proprio passato. La cazzata è considerarla una malattia invece che una naturale conclusione di un percorso dato da fattori interni ed esterni. Ma questo NON VALE PER TUTTI, solo per chi durante questo percorso reprime dalla coscienza la propria omosessualità (o la sessualità in generale) e per sbloccarsi deve andare a cercare il motivo della repressione.

Edited by Fullmoon
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3 minutes ago, Fullmoon said:

oggi la società quasi ti obbliga a creare una tua sessualità diversa dagli altri.

E' l'opposto della reductio ad unum:

è l'adductio ad plurimos;

tante sono le varianti, quanto sono le teste, sì che ciascuno si senta bensì unico e speciale,  ma proprio perciò si sente in vero diverso ed estraneo.

Non ci sentiamo più parte del gregge, ma disperse e sole pecore matte.... 😉 

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10 minutes ago, Mario1944 said:

Non ci sentiamo più parte del gregge, ma disperse e sole pecore matte.... 😉 

Forse è così che vogliono farci sentire. Sei libero di amare chi vuoi ma devi etichettarti per essere riconoscibile. La società di oggi è matta, in generale: prima c'erano i matti nei manicomi e i sani fuori, ora fuori ci sono 1000 sfumature di follia che fanno la fortuna di psicologi e psicoterapeuti. 

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16 minutes ago, Fullmoon said:

ora fuori ci sono 1000 sfumature di follia che fanno la fortuna di psicologi e psicoterapeuti. 

Eh, pare proprio sia così e la cosa alimenta sé stessa suggestionando molti senza dare loro certezze di sé, anzi, estorcendo loro le poche che forse hanno. 

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On 12/7/2022 at 7:57 PM, Fullmoon said:

Volevo sapere se anche voi avete avuto problemi a passare dai "primi segnali" al pensiero "ok sono gay"

Adesso che ci penso, in tutte queste testimonianze di lotta interiore per accettarsi, mi fa strano pensare che invece io mi sono accettato da subito. Non so perché.. 

Forse perché i maschi mi piacevano troppo e mi sembrava che tra coetanei era meglio dichiararsi gay piuttosto che passare per un disagiato asessuale.

Altrimenti avrei dovuto fingere di essere etero e l'idea di interpretare la parte del maschio alpha (provarci con qualche ragazza, uscirci insieme, offrirle la cena, baciarla ecc) era una roba che al solo pensiero mi angosciava profondamente
 

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3 minutes ago, Bttmfrancis9 said:

mi fa strano pensare che invece io mi sono accettato da subito.

Anch'io, pur vivendo e crescendo in un contesto culturale, religioso, morale, medicinale ed in parte anche legale non certo benevolo od almeno tollerante verso l'omoerotismo, non ho tuttavia avuti impedimenti a riconoscermi fin dall'inizio della pubertà un'inclinazione omoerotica esclusiva:

anche per ciò fatico a capire i tormenti ricognitivi di sé che affliggono molti giovani oggi.

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2 hours ago, Fullmoon said:

Un ragazzo di 15 anni che trova figo l'attore di una serie TV è quasi invogliato a cercare tra le categorie sopra esposte quella che più gli si addice, mentre magari è solo un etero che trova bello un altro uomo. Prima per accettarti dovevi appunto essere certo di essere gay, e molti comunque si sposavano e lo nascondevano, mentre oggi la società quasi ti obbliga a creare una tua sessualità diversa dagli altri.

 

59 minutes ago, Fullmoon said:

Forse è così che vogliono farci sentire. Sei libero di amare chi vuoi ma devi etichettarti per essere riconoscibile. La società di oggi è matta, in generale: prima c'erano i matti nei manicomi e i sani fuori, ora fuori ci sono 1000 sfumature di follia che fanno la fortuna di psicologi e psicoterapeuti. 

 

Non sono d'accordo. Le etichette si usano solo quando servono, nessuno ti obbliga a conoscerle e usarle tutte.

L'importante è sempre essere in buona fede quando ci si approccia all'argomento e non scagliarsi contro le etichette per arrivare a certe conclusioni di stampo omofobo.

C'è chi ama dare di sé una lista di aggettivi, non solo sulla sessualità ma anche sul resto... e molto spesso è capace anche di fornire l'identikit del partner ideale... e chi invece preferisce viversela in modo non così netto e schematico, senza che ovviamente ci sia il timore di rivelare un gusto sessuale o un partner, quando esiste.

Un esempio? Eva Grimaldi ha detto che non sapeva quale fosse il suo orientamento sessuale prima di chiederlo a Imma, che, da esperta, le ha risposto che è pansessuale. Ma ad Eva non cambia niente, ha avuto le sue relazioni fino al matrimonio (anche qui, si dovrebbe dire "unione civile") con Imma, per scherzare la chiama anche la sua "marita" e non c'è bisogno di aggiungere altro.

Ben diverso è il caso di qualcuno che chiama il proprio partner dello stesso sesso "un amico", solo perché è dello stesso sesso.

 

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1 hour ago, Mario1944 said:

Anch'io, pur vivendo e crescendo in un contesto culturale, religioso, morale, medicinale ed in parte anche legale non certo benevolo od almeno tollerante verso l'omoerotismo, non ho tuttavia avuti impedimenti a riconoscermi fin dall'inizio della pubertà un'inclinazione omoerotica esclusiva:

anche per ciò fatico a capire i tormenti ricognitivi di sé che affliggono molti giovani oggi.

Hai ragione

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1 hour ago, Vivacia3But said:

 

 

Non sono d'accordo. Le etichette si usano solo quando servono, nessuno ti obbliga a conoscerle e usarle tutte.

L'importante è sempre essere in buona fede quando ci si approccia all'argomento e non scagliarsi contro le etichette per arrivare a certe conclusioni di stampo omofobo.

Non era mia intenzione scagliarmi contro le etichette. È bellissimo un mondo variegato che permette ad ognuno di avere la propria sessualità, ma se siamo arrivati al punto di rivolgersi a degli esperti per sapere a quale categoria apparteniamo forse siamo andati un po' oltre. Nessuno ti obbliga, ci mancherebbe, ma tutto questo credo che crei dubbi, confusione e indecisione in chi si approccia a questo mondo. La distinzione etero-omo, per quanto riduttiva, creava meno masturbazioni cerebrali a mio avviso

Ma beati voi che avete capito tutto fin da subito, permettete però a noi altri di giustificarci coi vari traumi e dubbi vissuti che voi avete tutto il diritto di non comprendere. 

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23 minutes ago, Fullmoon said:

Ma beati voi che avete capito tutto fin da subito, permettete però a noi altri di giustificarci coi vari traumi e dubbi vissuti che voi avete tutto il diritto di non comprendere. 

Permissione concessa! 😉 

Tu permettimi tuttavia lo stupore perché oggi molti abbiate impedimenti ricognitivi di voi stessi a dispetto di Zefiro che ormai fausto spira sul desiderio omoerotico.

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