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Proteste nel mondo della scuola e dell'università


Frattaglia

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Come da titolo.

Sapete quali tagli e quali riforme sono in atto? Avete letto qualche numero sulla situazione che si verrà a creare già dal prossimo anno accademico?

State protestando, o almeno vi siete informati su quello che sta succedendo?

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Domani nella mia scuola c'è occupazione  :cool:

Quest'anno abbiamo dei rappresentanti d'istituto che, pur non condividendo la loro ideologia politica, sono molto attivi e pragmatici

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Nella mia facoltà non credo che occuperemo (anche se non lo so, dato che nel collettivo della mia facoltà non conosco nessuno, mentre conosco diversi di altri collettivi di altre facoltà  :cool: ).

Ieri in diverse migliaia abbiamo fatto un sit in sotto al rettorato, ma il rettore Frati come al solito non ha voluto prendere una posizione netta, proclamando si il blocco della didattica, ma di una giornata sola, venerdì.

Berlusconi ha detto che manderà la polizia nelle università per far cessare con la violenza le occupazioni. "Avete 4-5 anni per fare il callo su queste cose. Io non retrocederò di un millimetro".  :kiss:

 

 

 

(l'articolo da cui ho preso la citazione è questo http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-2/parla-premier/parla-premier.html).

E tutto questo solo perchè chiediamo un'istruzione di qualità, pubblica e accessibile a tutti.  :ok:

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Elenco gli argomenti principali, che poi non fan tutti parte dello stesso piano di legge, vedansi i tagli all'universita'.

chi ne sa altri li aggiunga:

 

1) il ritorno ai voti  numerici in pagella per elementari e medie per chiarificare i voti espressi a parole (buono, bene, discreto) e parificarli un po' ovunque.

 

2) introdotto l’obbligo per gli insegnanti di adottare solo libri i cui editori si siano impegnati a mantenere invariati i contenuti per tutto il quinquennio. Quindi risparmio nell'acquisto dato che si viene a eliminare il fatto di dover ricomprare un libro solo perche' ha subito qualche riga di aggiornamento.

 

3) introduzone dell'educazione civica come materia di insegnamento

 

4) reintroduzione, come ai vecchi tempi, del maestro unico ù9e io che l'ho avuto trovo sia un'ottima cosa per la formazione di un bambino)

 

5) privatizzazione facoltativa degli atenei che ne voglian fare richiesta, che pero' deve esser adottata dal Senato accademico a maggioranza assoluta e controfirmata dal ministero dell'istruzione e delle finanze.

 

6) Tagli alle universita' pubbliche dal Fondo di Finanziamento Ordinario (quello per aule e servizi vari) che pero' nel 2009 sara' giusto dell'ordine dell'1% e dovrebbe assestarsi nel 2013 attorno al 7%.

 

7) ridotto il piano ore alle elementari (24) nelle superiori ( 30 ) e vegon eliminati un po' di licei inutili tornando alle figure storiche del classico,scientifico,linguistico e istituti professionali vari. Parrebbe che per l'accesso alle università si debba scegliere il liceo in cui andare e che le scuole di avviamento professionale non daranno accesso a nulla .

 

8) torna ad esser importante la condotta ai fini della promozione

 

9) la laurea in educazione primaria torna ad essere abilitante all'insegnamento senza dover percorrere altri iter

 

 

Questo e' quanto a mia conoscenza!

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Io sono estremamente d'accordo con il ritorno alla figura del maestro unico. Non tanto per il profilo didattico, che considero relativo, ma per l'enorme risparmio di risorse. Non credo a un crollo della qualità delle elementari preannunciata da molti, quindi in termini di efficienza miglioriamo moltissimo.

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Io alle elementari ho avuto tre maestre, le stesse della classe parallela alla mia, non è stato uno spreco a mio parere e mi ha aiutato meglio a crescere di avere un maestro unico onnipresente che anche involontariamente diventa oppressivo.

 

L'obbligo di mantenere i testi uguali è una grande cavolata, perchè i testi scientifici evolvono ad una velocità impressionante e gli aggiornamenti non si limitano alla modifica del colore della copertina ma c'è una revisione in toto di tutti gli argomenti. Piuttosto aumentino gli aiuti per chi non se li può permettere.

 

L'obbligo di frequentare il liceo per poi andare all'università preclude quindi l'istruzione superiore per quelle famiglie che non hanno una sicurezza economica e che quindi mandano il figlio in un istituto tecnico professionale, non sapendo se poi potranno sostenere le spese universitarie.

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Testi scientifici per elementari e medie, che evolvono? Non evolvono quelli universitari, figuriamoci quelli per le scuole dell'obbligo.

Sul discorso di Roby a livelo economico son contento l'abbia fatto lui che è di campo, io mi son basato sul fattore didattico per non sbilanciarmi in un terreno in cui ho le mie idee ma non posso sostenerle con dati, cosa che invece Rob puo' fare.

Per la questione universita', non e' di certo l'insicurezza economica di una famiglia a mandare un figlio all'itis o ad un liceo, semmai dipende dalla voglia di studiare del ragazzo o di intraprendere un processo lavorativo. Trovo giusto che per accedere all'universita' si debbano avere delle basi, una forma mentis che solo un liceo liceo ( inteso alla "vecchia maniera ovviamente") puo' dare.

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Ma il maestro unico di per sè non sarebbe un grosso male, se non fosse che in pratica implica un taglio totale del tempo pieno, e il taglio del tempo pieno renderebbe impossibile per molte mamme lavorare = società più impoverita. (Non dimentichiamo che le due fasce più povere della popolazione sono gli anziani e le famiglie monoreddito). Comunque io ho fatto due anni alle private avendo la maestra unica, tre anni alla pubblica avendo due maestre, e mi trovavo meglio con due maestre.

Il voto in condotta lo trovo positivo, anche se una bocciatura per la condotta alle elementari magari potrebbe non avere effetti positivi su un ragazzo, mentre alle medie o al liceo si (educazione civica io a scuola la facevo già, assieme a storia) Il ritorno ai voti a numeri invece non mi fa caldo nè freddo. Il blocco dei libri lo trovo positivo, perchè è vero che le materie scientifiche evolvono velocemente ecc, ma è pur vero che quello che studi al liceo non è ovviamente la frangia della ricerca, non sono le ultime materie. Insomma, al liceo non fai di media la fisica quantistica e, se anche la facessi, la base della teoria di per sè non è cambiata molto negli ultimi 70 anni. Questo per quanto riguarda la scuola elementare e superiori (il voto in condotta).

 

I tagli all'università. Taglieranno 4,5 miliardi di euro a un sistema universitario che già piange miseria (penso che chiunque abbia mai visto una foto dell'interno di un università straniera si renda conto anche solo in base a quello della differenza, anche senza vedere la qualità della didattica in per sè, ma dalle piccole cose. Nella mia facoltà sono due anni che c'è un bagno rotto, forse adesso pare che lo ripareranno). I tagli colpiranno ovviamente tutte le facoltà pubbliche (per la sapienza mi dicono che tagliano 115 milioni di euro, più del jackpot del superenalotto che sta facendo impazzire tutti questo periodo). Bloccheranno le assunzioni (il blocco del turn over) in questa maniera: il primo anno, ogni 10 pensionati assumeranno un nuovo professore, il secondo anno ogni 10 pensionati assumeranno due nuovi professori, dall'anno successivo in poi assumeranno un nuovo professore solo ogni due pensionati. Sempre per fare un esempio, leggevo sul giornale che la facoltà di fisica della sapienza, in 5 anni, si ritroverebbe ad avere da 140 professori solo 40.

Questi professori, tra l'altro, si ritroveranno a lavorare mooolto di più (e vi assicuro che un professore che lavora, e ne ho gli esempi sotto gli occhi, lavora già tantissimo). Considerate che per tenere un corso universitario (che implica lezioni, ricevimento studenti, esami e correzione esami, approfondimenti ed eventualmente altro) pagano i dottorandi e ricercatori (cioè i precari) una media di 800 euro l'anno (ma ho sentito che alcuni corsi a roma 3 li pagano addirittura 10 euro l'anno, tanto i ricercatori sono comunque obbligati a tenerne un po').

 

Le università possono trasformarsi in fondazioni private. Che vuol dire questo? Che gli investimenti nella ricerca andranno fatti dai privati. Innanzitutto, in italia nessun privato vuole investire nella ricerca. Non è come in america, dove la gente investe e si fanno scoperte. In italia all'industria non importa di innovare. Ma comunque, mettiamo che trovi qualcuno che investe. Investiranno nelle università anche individui inquietanti come l'industria bellica (l'italia è uno dei maggiori produttori di armi leggere, se non lo sapete) e questo vuol dire che la ricerca, con i finanziamenti di questa industria o con i finanziamenti di qualsiasi industria, andrà ovviamente nella direzione che interessa all'industria.

Comunque, non mi dilungo sull'industria di per sè. Ma le università sono grandi, hanno molte facoltà. In alcune di queste la ricerca produce molto (medicina fisica ingegneria ecc ecc), in altre non c'è ricerca oppure comunque non pare produrre molto (parliamo di lettere o lingue, magari). Queste facoltà, chi le finanzia? Se è vero che abbiamo bisogno di ingegneri e medici, è pur vero che abbiamo bisogno anche di insegnanti di lettere, traduttori, giornalisti, ecc.

 

Già le università, con questi enormi tagli, dovrebbero triplicare le tasse (e più di tanto non potrebbero alzarle, perchè esistono delle leggi che le regolano), dovrebbero quindi appoggiarsi tutte sui privati, ma queste facoltà che fine faranno? I ragazzi che vogliono continuare la carriera universitaria e magari diventare brillanti ricercatori, che fine faranno?

 

 

 

 

 

 

Questo è il decreto 133, quello riguardante le facoltà

Legge 133, Art. 66 (del 6 agosto 2008)

3. Per l'anno 2009 le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 523, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 possono procedere, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 10 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere, per ciascuna amministrazione, il 10 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.

 

5. Per l'anno 2009 le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 526, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 possono procedere alla stabilizzazione di personale in possesso dei requisiti ivi richiamati nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 10 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da stabilizzare non può eccedere, per ciascuna amministrazione, il 10 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.

 

6. L'articolo 1, comma 527, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e' sostituito dal seguente: «Per l'anno 2008 le amministrazioni di cui al comma 523 possono procedere ad ulteriori assunzioni di personale a tempo indeterminato, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, nel limite di un contingente complessivo di personale corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 75 milioni di euro a regime. A tal fine e' istituito un apposito fondo nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze pari a 25 milioni di euro per l'anno 2008 ed a 75 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009. Le autorizzazioni ad assumere sono concesse secondo le modalità di cui all'articolo 39, comma 3-ter della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni.».

 

7. Il comma 102 dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e' sostituito dal seguente: «Per gli anni 2010 e 2011, le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 523 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, possono procedere, per ciascun anno, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 20 per cento di quella relativa al personale cessato nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere, per ciascun anno, il 20 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.

 

9. Per l'anno 2012, le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 523 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, possono procedere, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 50 per cento di quella relativa al personale cessato nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere il 50 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.

 

13. Le disposizioni di cui al comma 7 trovano applicazione, per il triennio 2009-2011 fermi restando i limiti di cui all'articolo 1, comma 105 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, nei confronti del personale delle università. Nei limiti previsti dal presente comma e' compreso, per l'anno 2009, anche il personale oggetto di procedure di stabilizzazione in possesso degli specifici requisiti previsti dalla normativa vigente. Nei confronti delle università per l'anno 2012 si applica quanto disposto dal comma 9. Le limitazioni di cui al presente comma non si applicano alle assunzioni di personale appartenente alle categorie protette. In relazione a quanto previsto dal presente comma, l'autorizzazione legislativa di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a) della legge 24 dicembre 1993, n. 537, concernente il fondo per il finanziamento ordinario delle università, e' ridotta di 63,5 milioni di euro per l'anno 2009, di 190 milioni di euro per l'anno 2010, di 316 milioni di euro per l'anno 2011, di 417 milioni di euro per l'anno 2012 e di 455 milioni di euro a decorrere dall'anno 2013.

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Il blocco dei libri lo trovo positivo, perchè è vero che le materie scientifiche evolvono velocemente ecc, ma è pur vero che quello che studi al liceo non è ovviamente la frangia della ricerca, non sono le ultime materie. Insomma, al liceo non fai di media la fisica quantistica e, se anche la facessi, la base della teoria di per sè non è cambiata molto negli ultimi 70 anni.

 

Ti assicuro che in due anni il mio libro di biologia ha subito dei miglioramenti notevoli, nella chiarezza e nell'esemplificazione. Infatti nonostante le pompe sodio-potassio o gli enzimi pancreatici siano sempre gli stessi c'è stato un notevole sviluppo dei singoli argomenti con un maggiore approfondimento dei temi trattati.

Allo stesso modo il libro di chimica presentava errori nella rappresentazione di legami inesistenti, che sono stati corretti, e una persona disattenta poteva studiare molecole errate. 

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Ah, scusate, ho dimenticato l'altro provvedimento della Lega. Le classi-ponte, classi ghetto per gli immigrati. Classi in cui tutti quelli che non passano un esame di italiano finiscono, in maniera da imparare l'italiano lontani dai loro coetanei, mentre gli altri andranno comunque avanti nel programma.

Che poi la maniera migliore per imparare una lingua è quella di stare a contatto con altri che la parlano. E che poi la maggior parte degli studenti non italiani lo parla già l'italiano, e bene.

 

Che poi è vero, c'è disagio se in classe arriva un ragazzino che non parla l'italiano, ma a) quello comunque in pochi mesi recupera :cool: bisognerebbe fare dei corsi extra di italiano, senza fargli perdere le lezioni normali.

 

 

Edit: beh, ma quelli sono errori del libro in sè, mica cose nuove. Insomma, in nessuna classe di nessun istituto tecnico mi pare che si insegnino le ultime scoperte sugli algoritmi genetici, o sulla biochimica molecolare o su chissà che altro. Insomma, se anche parli di clonazione alla lezione di biologia, certo non entri nei dettagli specifici su che proteina fa questo, o qualsiasi altra cosa :kiss:

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Io non voglio scendere nel particolare ( per il momento  :cool:), vedo che chi mi precede l'ha fatto già con acume e dovizia di particolari  :kiss:

 

Esprimo solo un mio spassionato e semplicistico parere: se c'è una cosa che uno stato dovrebbe tutelare/rafforzare sempre e comunque, quella cosa è la scuola PUBBLICA e non ci sono santi (grembiuli, voti in condotta, blocco delle riedizioni) che tengano...questa riforma non tutela per niente il sistema scolastico italiano, nè elementare nè tantomeno le università. Tagli di questo genere all'università ed alla ricerca sono a dir poco catastrofici. Naturalmente sono anche contro il maestro unico checchè se ne dica, sia dal punto di vista della formazione del bambino che dal punto di vista prettamente economico. L'insegnamento e la figura dell'insegnante vanno riqualificati, e questo non è assolutamente il modo.

 

La Littizzetto l'altra sera diceva: "Questa non è una visione diversa della scuola, è solo meno scuola..."

 

L'idea delle classi-ponte della Lega si commenta da sola.... -.- Agghiacciante.

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Questo è quello che riguarda le elementari, il 133 che è quello che riguarda l'università è già stato approvato  :rotfl:

 

Comunque ieri a Anno Zero ho scoperto che attualmente non esiste nessuna classe che fa 24 ore, c'è il modulo, che ne prevede 30, e il tempo pieno, che ne prevede 40. Con questa proposta di legge, unita ai tagli di un sacco di classi, porterebbe a classi di 30 bambini seguite da un solo maestro, togliendo di fatto la compresenza (adesso sono 3 maestri su due classi, in pratica un maestro e mezzo a classe, con alcune ore di compresenza appunto) e non permettendo più ai maestri di sfruttare queste ore di compresenza per attuale laboratori, seguire gli alunni rimasti indietro o premiare l'eccellenza, o ancora tanto altro che si può organizzare. Insomma, con una classe così piena e da solo, il maestro non solo non potrebbe seguire bene come fa adesso gli alunni, ma si ritroverebbe a sperare, alla fine della giornata, di aver infilato anche qualcosa in testa ai ragazzini, dopo aver passato praticamente tutto il tempo a tentare di tenere buoni tutti.

 

Insomma, comunque penso che, dato che una volta tanto siamo tanti a protestare, tanto scemi non siamo. Contate anche che il PD cavalca la protesta e ci strumentalizza, ma noi non siamo assolutamente politicizzati, tant'è vero che alcuni licei sono stati occupati anche da Forza Nuova!  :rotfl: La protesta è trasversale.

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Beh Frattaglia.... il tuo discorso può essere logico e sensato però manca di un aspetto centrale che per anni è stato assolutamente dimenticato dalla scuola italiana. L'efficienza. Il sistema italiano non è efficiente, e se funziona è solo perchè, usando la scuola come ammortizzatore sociale casualmente si è creato qualcosa che funziona nella pratica (io non ho le competenze per dire se funziona meglio o peggio cmq, mi limito a constatare che funziona.). La domanda a questo punto però deve essere, sono risorse ben impiegate?

 

La risposta in realtà è molto più facile del previsto. L'ocse fornisce dati sul mondo in maniera comparabile (quindi senza bisogno di strani calcoli) e quello che ne risulta è che la scuola primaria italiana ha troppi insegnanti per alunno rispetto alle scuole internazionali, senza creare fondamentalmente nessuna differenza nel "capitale umano" dello stato. Inoltre, la scuola primaria non serve a creare eccellenze, è più avanti nel percorso di studi che vanno profuse maggiori risorse. Al momento la scuola è un enorme ammortizzatore sociale che si trasforma in uno spreco colossale.

 

A me impressiona sempre come ogni minima modifica alla scuola venga vista necessariamente come una mostruosità e si crei una violenza allucinante nelle discussioni (non dico qui sul forum, dico in generale).

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Con questo Rob vuoi giustificare i tagli alla scuola pubblica?

Ma lo sai che corsi di laurea come il mio in geografia se non li facesso università pubbliche in Italia non li farebbe nessuno?

E non mi dire che la geografia è seguita in pochi quindi inutile perchè l'attualità dimostra il contrario e se la mettiamo su questo punto tutta la cultura la mandiamo a farsi benedire...e studiare solo ciò che sembra solo apparentemente più remunerativa come economia, medicina, ingegneria, giurisprudenza,  mi sembra un'assurdità e un arretramento del paese...

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Il mio discorso era limitato alle elementari. Come dicevo credo che sia più avanti nel percorso di studi che vanno investite ben altre risorse nell'istruzione, quello che avviene alle elementari è uno spreco.

 

Su quello che dici dei corsi che geografia, mi trovo perfettamente d'accordo. Lo sviluppo di un paese dipende in maniera centrale da quella serie di investimenti in materie che, pur non avendo un impatto immediato, determinano la cultura e la formazione.

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Questa riforma nella mia scuola sta creando un inferno.

Sono in accordo con il ritorno del maestro unico, ma che sia valido ovviamente(e in giro ce ne sono di incompetenti). Trovo positivi anche il voto numerico nelle elementari e medie, e la rivalutazione del voto in condotta(ma dubito seriamente che possa cambiare qualcosa).

Per quanto riguarda i tagli: se lo fanno per bilanciare i soldi dello Stato("e lo fanno per questo"), perchè tutti i politici non cominciano ad abbassare i loro stipendi e a perdere i loro privilegi?Con tutto il denaro che "guadagnano" -.- . Poi anche il fatto di privatizzare le università, cioè no. Lo studio è un diritto di tutti. Ma, da che mondo è mondo, sappiamo tutti che un popolo ignorante si governa meglio, no?E ovviamente tutte le scuole che occupano(almeno qui a Roma), interrompono gli studi, il che vuol dire fare il gioco dei politici, tanto basta fare un corso sui balli latino-americani e il problema è risolto. Vi giuro, sto odiando tutti quanti, nella mia scuola lunedì occupano, cosa sbagliata per me. Non si agisce così. Cominciassero studenti e professori del liceo a fare lezioni per le strade, in piazza, rendere queste lezioni pubbliche, perchè tutti possano ascoltarle, promuovere la cultura, rendero lo studio veramente pubblico. Questo trovo veramente significativo. Non occupare una scuola e fare corsi veramente dementi, non ha senso.

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molte cose sono state gia dette e mi scuso...

premetto che io sono universitario dell gloriosa facoltà di lettere e filosofia corso di lingue e culture europee, con aule in sede dell'università, laboratori linguistici a 13 minuti di corsa dall'altra parte della città in 2 sedi distaccate,e un cinema (non ci sono aule, si fa lezione al cinema, sempre meglio degli anni scorsi dove eravamo in una sala detta oratorio perchè facente parte della chiesa, se il prete aveva caldo non accendeva il riscaldamento e noi al freddo, senza fare caso a preti e suore che passavano in mezzo all'aula durante la lezion). disponiamo di sala multimediale fornita di 5 pc, 4 funzionanti (si accendono) con win2000 e ben 1 collegato in rete, gli altri 3 hanno problemi da 2 anni. in compenso abbiamo una saletta da 10 pc dove tutta la sede (che comprende lingue,scienze della cultura e geologia)può accedere a internet. aule di concezione futuristica (per il 1945).ultime tecnologie (gesso e lavagna luminosa a lucidi se siamo fortunati, i proiettori per pc o andavano e ora non più o non ci sono proprio).

questo x la struttura fisica, ho riassunto le cose più salienti!

non vi sovvenga l'idea di pretendere insegnamenti da parte dei madrelingua (detti lettori) ne abbiamo 4o5 per lingua e siamo circa 500 studenti, 2 ore da 1,5 ore a settimana (tot 3 ore a settiama) sono più che sufficienti. professori in esubero? certo, così si spiega perchè ci sono prof che devono affrontare insegnamenti di 3 corsi tutti uniti in uno, oppure perchè ci ritroviamo a seminari di 50 persone (dove il limite per poterlo definire "seminario" è 20)...

questa è la nostra situazione attuale, provate a pensare con un taglio di fondi e con la pensione di prof che non verranno sostituiti... io la vedo grigia.

x il resto non sono d'accordo col maestro unico, con le classi differenziate (studio lingue e so per certo che il modo migliore per impararle non è con schemi, tabelle e libri, ma è avere le nozioni basilari, trovarcisi in mezzo e doverla usare) e con la riduzione del tempo pieno. ...mentre i maschi eseguono le addizioni le femmine estraggano la loro scatola del cucito...e voi della fila di quinta non parlate con quelli della fila di seconda!

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Ma ci rendiamo conto che con questi decreti la scuola italiana arretra e non migliora affatto?

Sono d'accordo che l'istruzione debba essere riformata per raggiungere un livello qualitativo superiore a quello attuale, ma non è tornando indietro che si possono risolvere i problemi!

E perché riformare proprio la scuola elementare che, a differenza degli altri cicli scolastici, è considerata (dagli altri Stati e non da noi) tra le migliori d'Europa?

Ve lo spiego io: da qualche parte dovranno pure tirare fuori i soldi per salvare l'Alitalia (ahahah, la cordata, se, se) e le banche dalla crisi, no? E allora? E allora tagliamo le cose "che non servono" come la scuola e la cultura (ambito in cui lavoro io)!  :rotfl: :rotfl:

Il ritorno al maestro unico non è altro che un taglio di fondi mascherato, punto!

Ricordatevi sempre che, in questo schifo di mondo ed anche in Italia, la cosa più importante è fare soldi, soldi e ancora soldi!

Altro che scuola e cultura!  :asd: :asd: :asd:

Per quanto riguarda la proposta della lega c'è solo una cosa da dire: è allucinante!  :rotfl::love: :love:

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Ragazzi, non avete capito niente (senza offesa). La riforma della scuola e i tagli all'università sono stati ideati da prima della crisi economica, tant'è vero che la legge 133 (quella dell'università) è stata approvata come decreto legge (cioè senza passare nel parlamento come dibattimento, ma con un tipo di decreto che andrebbe usato SOLO per leggi urgenti) già in agosto. La 137, che è la riforma delle elementari, è quella che stanno dibattendo in questi giorni.

 

Comunque, dico la mia su un po' di cose. Riguardo le occupazioni, io faccio parte del gruppo di studenti che occupa ingegneria alla Sapienza. Noi, quando abbiamo deciso di occupare, abbiamo deciso unanimamente e senza pensarci due volte di occupare senza bloccare la didattica. Perchè qualsiasi lezione perdiamo è una perdita per noi, e solo per noi. Noi semplicemente dormiamo la notte nella facoltà, abbiamo un presidio fisso, gente che lavora (quando non è a lezione) e abbiamo l'appoggio del preside e dei docenti. Abbiamo docenti che hanno dato disponibilità a lezione pubbliche (riguardo la legge, riguardo alle energie rinnovabili, riguardo all'economia) e facciamo lezioni pubbliche. In pratica, facciamo il doppio del lavoro, studiamo e creiamo volantini e forme di protesta (a proposito, in caso interessasse a qualcuno, martedì alle 12.00 facciamo una lezione pubblica sotto al Colosseo :rotfl:).

Se c'è gente nelle vostre scuole che vuole occupare solo per cazzeggiare, a) informatela e sensibilizzatela :rotfl: coinvolgete i professori; se proprio non avete voglia di fare latino, organizzate comunque delle lezioni alternative su altro che potrebbe essere interessante. Noi vogliamo salvare un'università a cui tra un paio di anni andrete pure voi, questo fatelo presente agli studenti.

 

 

Riguardo alle riforme di per sè. Roby, innanzitutto vorrei far presente che più uno stato investe sull'istruzione, più avrà un sistema migliore di lì a poco. Individui educati vuol dire individui che possono essere più utili nel ciclo produttivo, medici migliori, ingegneri capaci di trasformare le aziende e creare brevetti nuovi, ecc ecc. E' un investimento a lungo termine.

Individui acculturati, comunque, hanno anche un problema. Sono persone che leggono di più, sono persone che sanno interpretare un articolo di giornale, sono persone più critiche. Sono persone che si rendono conto dei loro diritti, e non gente che resta ipnotizzata davanti a Moccia e Uomini e Donne (senza offesa per chi ama il genere). Sono persone che si formano delle loro idee, e sono persone scomode perchè se sono tante sono più difficili da ingannare con false promesse.

Questa è la premessa, e non me la sono inventata io questa teoria, ma qualsiasi sociologo vi può confermare quanto dico. C'è anche un topic in Attualità che poi magari linko.

 

Comunque, riguardo alla riforma del sistema scolastico. Io sarei d'accordo se fosse una riforma strutturale, fatta decentemente e non solo per impoverire il sistema, e non questa. Sprechi nel sistema scolastico e universitario (più universitario che scolastico, in realtà, dato che il sistema scolastico ha in genere così pochi soldi che in molte scuole non possono manco comprare la carta igienica) ce ne sono. Decine di atenei spuntati dal nulla negli ultimi 6 anni, università racchiuse in palazzine, baroni a non finire che nelle università fanno politica invece di ricerca e piazzano tutti i loro familiari. Ma come si combatte questo? Controllando, non certo tagliando fondi a pioggia. Controlliamo i concorsi per le cattedre, controlliamo i neo-atenei (e magari chiudiamoli, se hanno meno di un tot studenti), controlliamo che tutti i professori lavorino. La Gelmini ha detto che ci sono 37 corsi di laurea con uno studente solo. Chiudiamoli, sono d'accordo. Il problema è che questa legge non fissa un limite minimo di studenti per i corsi o di iscritti per le università. Questa legge taglia e basta. Così chi rubava continuava a rubare, e chi è intenzionato a studiare e a lavorare non potrà farlo, perchè le università non potranno rinnovare i contratti ai ricercatori precari per tenere i corsi per gli studenti. Anche perchè la stragrande maggioranza di quelli che insegnano nelle facoltà non sono i famosi professori ordinari, ma professori associati e soprattutto ricercatori e dottorandi. Gente pagata 800 euro al mese (almeno, i ricercatori :love:).

Detto questo, riguardo al resto del sistema scolastico, c'è una parte del sistema che non funziona e che andrebbe riformata, e su questo sono d'accordo. Sono le scuole medie però. Nelle statistiche europee i nostri studenti delle elementari sono i primi. Gli studenti delle medie, invece, sono tra gli ultimi in classifica, c'è una vera e propria emorragia. Quella andrebbe riformata, e possibilmente in meglio, non le elementari. Se una cosa va bene non bisogna cambiarla, bisogna cambiare una cosa che va male.

 

Riguardo al maestro unico, ho spiegato sopra che cosa vuol dire in termini di annullamento del tempo pieno e di calo dell'occupazione femminile.

 

E scusate se sono incazzata, ma non mi piace sentire gente che ci chiama fannulloni e facinorosi, quando in realtà noi facciamo di tutto per non perdere le lezioni e non far perdere le lezioni a nessuno, pur continuando a manifestare.  :rotfl:

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Riguardo alle riforme di per sè. Roby, innanzitutto vorrei far presente che più uno stato investe sull'istruzione, più avrà un sistema migliore di lì a poco. Individui educati vuol dire individui che possono essere più utili nel ciclo produttivo, medici migliori, ingegneri capaci di trasformare le aziende e creare brevetti nuovi, ecc ecc. E' un investimento a lungo termine.

Individui acculturati, comunque, hanno anche un problema. Sono persone che leggono di più, sono persone che sanno interpretare un articolo di giornale, sono persone più critiche. Sono persone che si rendono conto dei loro diritti, e non gente che resta ipnotizzata davanti a Moccia e Uomini e Donne (senza offesa per chi ama il genere). Sono persone che si formano delle loro idee, e sono persone scomode perchè se sono tante sono più difficili da ingannare con false promesse.

Questa è la premessa, e non me la sono inventata io questa teoria, ma qualsiasi sociologo vi può confermare quanto dico. C'è anche un topic in Attualità che poi magari linko.

 

Questo ragionamento è vero. Hai dimenticato però quali sono le condizioni per cui questo ragionamento diventa vero ed è l'efficienza del sistema scolastico. Restringendo nuovamente il campo alle scuole elementari (ribadisco ancora che io non ho voglia di entrare nel merito delle università) e questo benedetto maestro unico, esistono dati chiarissimi di come in un paese sviluppato l'impatto della scuola primaria sia pressochè nullo, perchè un passaggio dato per acquisito e che fondamentalmente non porta nessun beneficio al sistema economico. Detto questo lo scopo diventa renderla il più efficiente possibile e i risparmi dovuti al maestro unico sono più che benedetti. Non è lì che si crea, sviluppo lavoro e crescita economica.

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Roby, non sono una sociologa, ma insisto che non vedo perchè, se un sistema funziona e funziona bene, vada cambiato. E soprattutto, vada cambiato in quest'ottica becera. Non c'è nessun piano educativo dietro questa cosa, qui si taglia e basta. Il tempo pieno non esisterà più, e non voglio ripetermi di nuovo sull'enorme impatto negativo che questa cosa avrebbe sulla società e sull'occupazione femminile. La scuola diventa efficiente in termini di azienda, perchè sicuramente risparmia sugli stipendi e non deve più pagare il pomeriggio, ma i bambini verrebbero trattati come pacchi e non come individui da educare. Aumentare il numero di bambini per classe (perchè ricordiamo, chiuderanno anche un sacco di scuole e molte classi verranno accorpate) ha un impatto sicuramente negativo sull'educazione che si riesce a ottenere dai bambini, anche se c'è un risparmio. Insomma, il discorso che fai tu potrei ribaltartelo sulla sanità: chiudiamo tutti gli ospedali, così si risparmia. Tanto esiste sempre il privato, no? Oppure chiudiamo tutte le aziende che puliscono le strade, tanto sta ai cittadini essere puliti. Ecc ecc.

 

 

Comunque, linko qui un'intervista al (sob) senatore a vita Francesco Cossiga, nonchè ex Presidente della Repubblica.

Cossiga: "Massacrare i manifestanti senza pietà!"

http://it.youtube.com/watch?v=Q7WvLwmgqn4

 

 

edit: mi sono accorta di una cosa. Tu dici che lo sviluppo economico non si crea nell'educazione. E' l'esatto contrario. Anche perchè qui non esiste un piano organico per, che ne so, incentivare i livelli superiori dell'educazione. Non è che si taglia alle elementari per dare alle superiori. Qui si taglia alle elementari e alle università, smontando a) la parte del sistema educativo che funziona meglio, e :rotfl: la parte del sistema educativo che si occupa di creare le eccellenze.

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E due... mai detto che non si crea nell'educazione. Ho detto che non sia crea nella scuola primaria, sono due cose totalmente diverse. E nemmeno troppo complicate. Tra l'altro è una cosa su cui c'è poco da discutere, essendo ormai assodata.

 

Il discorso degli ospedali non è assolutamente paragonabile. Una razionalizzazione quando si parla di elementari e d'obbligo. Non siamo uno stato che può permettersi di buttare soldi eppure pare che ci proviamo gusto. Difendiamo persino sprechi enormi come questo. Se in tutti gli altri stati la primaria funziona senza simili sprechi perchè dobbiamo difenderli? Ribadisco ancora una volta, non mischiamo i termini del confronto le elementari vanno fatte funzionare, ma senza sprechi.

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Ma se il discorso fosse solo tagliare gli sprechi, scusa tanto, potremmo iniziare dal parlamento, oppure dall'abnorme spesa pubblica della regione sicilia. Oppure dai viaggi privati che i nostri parlamentari e pure il papa si fanno con i nostri mezzi, gratuitamente. Oppure rimettere l'ici. Oppure controllare gli sprechi che ci sono veramente nella sanità e nell'università (i baroni).

Queste cose però non le fanno. Anche i tagli all'università, sono fatti a pioggia, ma non c'è neppure il mezzo controllo sulle assunzioni o su come vengono usate le risorse pubbliche.

Lo capisci che se avessero voluto veramente combattere gli sprechi non sarebbero partiti dalle scuole elementari?

E comunque, non vorrei smentirti, ma le scuole di base servono a creare una base di cultura per i bambini che diventeranno adulti. Già adesso a volte saltano fuori studenti universitari che non sanno il congiuntivo o che hanno abissi d'ignoranza, cosa potrebbe succedere dopo, tagliando le ore di lezione e il tempo che gli insegnanti possono dedicare a ogni singolo studente?

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Ecco un articolo fatto da uno dei più fini economisti italiani (sicuramente il migliore tra quelli che vivono in italia :))

 

La fabbrica dei docenti

 

di Francesco Giavazzi

 

La situazione nelle nostre università è paradossale. Studenti e professori protestano contro una riforma che non esiste; il ministro, preoccupato dalle proteste, non si decide a spiegare quel che intende fare per riformare l'università. L'unica certezza è che nei prossimi mesi si svolgeranno nuovi concorsi per 2.000 posti di ricercatore e 4.000 posti di professore ordinario e associato, ai quali seguiranno, entro breve, altri 1.000 posti di ricercatore. In tutto 7.000 posti, più del dieci per cento dei docenti oggi di ruolo.

 

I 4.000 posti di professore saranno semplicemente promozioni di persone che sono dentro l'università. Le promozioni avverranno secondo le vecchie regole, cioè con concorsi finti. E' assolutamente inutile che un giovane ricercatore che consegue il dottorato a Chicago o a Heidelberg faccia domanda: di ciascun concorso già si conosce il vincitore. I 3.000 concorsi per ricercatore assicureranno un posto a vita ad altrettanti dottorandi che lamentano la loro condizione di precari. In tutte le università del mondo ad un certo punto si ottiene un posto a vita, ma ciò avviene solo dopo aver dimostrato ripetutamente di saper conseguire risultati nella ricerca.

 

Qui invece si chiede la stabilizzazione per decreto senza neppure che sia necessario aver conseguito il dottorato. Il ministro ha ereditato questi concorsi dal suo predecessore e non pare aver la forza per cambiarli e assegnare i posti secondo criteri di merito piuttosto che di fedeltà. Gli studenti ignorano tutto ciò e sembrano non capire l'importanza di meccanismi di selezione rigorosi, in assenza dei quali le università che frequentano vendono favole. In quanto ai professori, buoni, buoni, zitti, zitti. Se questi concorsi andranno in porto ogni discussione sulla riforma dell'università sarà d'ora in poi vana: per dieci anni non ci sarà più posto per nessuno e ai nostri studenti migliori non rimarrà altra via che l'emigrazione.

 

La legge finanziaria dispone un taglio ai fondi all'università che è significativo, ma non drammatico: in media il 3% l'anno (1,4 miliardi in 5 anni su una spesa complessiva di circa 10 miliardi l'anno). Si parte da tagli quasi nulli nel 2009, mentre poi le riduzioni diverranno via via crescenti per raggiungere la media del 3% nell' arco di un quinquennio. Il taglio non è terribile, anche considerando che la stessa Conferenza dei rettori ammette che in Italia la spesa per studente è più alta che in Francia e in Gran Bretagna. Comunque reperire risorse è sempre possibile: ad esempio, si potrebbero cancellare le regole sull' età di pensionamento approvate dal governo Prodi, ritornare alla legge Maroni e investire i denari così risparmiati nella ricerca e nell'università. Né mi parrebbe osceno far pagare tasse universitarie più elevate alle famiglie ricche e usare il ricavo in parte per compensare i tagli, in parte per finanziare borse di studio per i più poveri.

 

Come spiega Roberto Perotti in un libro che chiunque si occupa dell'università dovrebbe leggere («L'università truccata», Einaudi, 2008) tasse uguali per tutti sono un modo per trasferire reddito dai poveri ai ricchi. I dati dell'indagine sulle famiglie della Banca d'Italia, citati da Perotti, mostrano che il 24% degli studenti universitari proviene dal 20% più ricco delle famiglie; solo l'8% proviene dal 20% più povero. Nel Sud la disparità è ancora più ampia: 28% contro 4%. Il ministro Gelmini afferma che il suo modello è Barack Obama: forse il ministro non sa quanto costa a una famiglia americana mandare il figlio in una buona università. In una delle migliori, il Massachusetts Institute of Technology, la frequenza costa 50.100 dollari l'anno (40.000 euro), ma il 64% degli studenti che frequentano il primo livello di laurea riceve una borsa di studio.

 

--------

 

Non posso dire altro se non che mi trova perfettamente d'accordo.

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Allora. Già adesso le tasse sono divise su fasce di reddito (come sanno tutti gli universitari, probabilmente  :)).

Il problema è che spesso se ne abusa, i figli dei ricchi spesso fanno trucchi per far apparire basso il loro ISEE e quindi pagare meno tasse. Ma qui è un problema di controllo. Come le baronie sono un problema di controllo.

Di questi concorsi, sinceramente, non ne ho mai sentito parlare, ma non penso che ne abbiano mai sentito parlare neppure i docenti, cosa che invece a loro riguarda. Sennò non vedo perchè ieri al mio consiglio di facoltà abbiano insistito sul fatto di essere tutti contro il turn over, e non vedo perchè molti dottorandi con cui ho parlato (anzi, praticamente tutti quelli che conosco) mi dicono che appena finiscono se ne vanno o comunque abbandonano l'università e la ricerca.

Il taglio, dai miei dati, è del 7-8%, ed è sicuramente il taglio più grande che sia stato fatto da anni e anni; solo il primo anno si parla di 600 e passa milioni di euro, fino ad arrivare a 1500 milioni di euro su tre anni. Un miliardo e mezzo di euro.

Idem le statistiche, non so su quali si basa lui, ma da quelle che ho visto il rapporto professori studenti è il più basso dell'europa occudentale (un prof ogni venti studenti contro una media di un prof ogni 15, se non ricordo male), e idem per la spesa.

Prendere come modello il sistema americano, invece, mi sembra una gran cavolata, oltre che inattuabile. Come hai detto bene, le tasse sono altissime, ma consideriamo anche che le università là (e le maggiori sono tutte private, le università pubbliche fanno schifo) sono finanziate da privati che hanno intenzione di investire nei cervelli e nella ricerca. In Italia nessuno investe nella ricerca, neppure i privati, tant'è vero che c'è la famosa fuga dei cervelli, che ogni anno aumenta sempre più. Senza contare il fatto che la ricerca pilotata da privati produce solo quello che vuole, ho un brivido quando sento di ricerche mediche sponsorizzate da case farmaceutiche, tanto per dirne una.

E comunque il crack dell'economia americana (che si è riversato sull'economia europea e mondiale) penso la dica lunga sul cattivo funzionamento del liberismo sfrenato. Consideriamo anche che nei periodi di recessione, potenziare lo stato sociale aiuta a uscirne (la famosa politica reganiana) mentre produrre tagli non fa altro che aumentare la crisi economica.

Per curiosità, posso avere il link da cui hai preso questo articolo?

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Pubblico anche l'articolo 16 della legge 133/2008 che riguarda la trasformazione delle unviersità in fondazioni

 

Art. 16.

Facoltà di trasformazione in fondazioni delle università

 

1. In attuazione dell'articolo 33 della Costituzione, nel rispetto delle leggi vigenti e dell'autonomia didattica, scientifica, organizzativa e finanziaria, le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato. La delibera di trasformazione e' adottata dal Senato accademico a maggioranza assoluta ed e' approvata con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. La trasformazione opera a decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo a quello di adozione della delibera.

 

2. Le fondazioni universitarie subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi e nella titolarità del patrimonio dell'Università. Al fondo di dotazione delle fondazioni universitarie e' trasferita, con decreto dell'Agenzia del demanio, la proprietà dei beni immobili già in uso alle Università trasformate.

 

3. Gli atti di trasformazione e di trasferimento degli immobili e tutte le operazioni ad essi connesse sono esenti da imposte e tasse.

 

4. Le fondazioni universitarie sono enti non commerciali e perseguono i propri scopi secondo le modalità consentite dalla loro natura giuridica e operano nel rispetto dei principi di economicità della gestione. Non e' ammessa in ogni caso la distribuzione di utili, in qualsiasi forma. Eventuali proventi, rendite o altri utili derivanti dallo svolgimento delle attività previste dagli statuti delle fondazioni universitarie sono destinati interamente al perseguimento degli scopi delle medesime.

 

5. I trasferimenti a titolo di contributo o di liberalità a favore delle fondazioni universitarie sono esenti da tasse e imposte indirette e da diritti dovuti a qualunque altro titolo e sono interamente deducibili dal reddito del soggetto erogante. Gli onorari notarili relativi agli atti di donazione a favore delle fondazioni universitarie sono ridotti del 90 per cento.

 

6. Contestualmente alla delibera di trasformazione vengono adottati lo statuto e i regolamenti di amministrazione e di contabilità delle fondazioni universitarie, i quali devono essere approvati con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Lo statuto può prevedere l'ingresso nella fondazione universitaria di nuovi soggetti, pubblici o privati.

 

7. Le fondazioni universitarie adottano un regolamento di Ateneo per l'amministrazione, la finanza e la contabilità, anche in deroga alle norme dell'ordinamento contabile dello Stato e degli enti pubblici, fermo restando il rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario.

 

8. Le fondazioni universitarie hanno autonomia gestionale, organizzativa e contabile, nel rispetto dei principi stabiliti dal presente articolo.

 

9. La gestione economico-finanziaria delle fondazioni universitarie assicura l'equilibrio di bilancio. Il bilancio viene redatto con periodicità annuale. Resta fermo il sistema di finanziamento pubblico; a tal fine, costituisce elemento di valutazione, a fini perequativi, l'entità dei finanziamenti privati di ciascuna fondazione.

 

10. La vigilanza sulle fondazioni universitarie e' esercitata dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Nei collegi dei sindaci delle fondazioni universitarie e' assicurata la presenza dei rappresentanti delle Amministrazioni vigilanti.

 

11. La Corte dei conti esercita il controllo sulle fondazioni universitarie secondo le modalità previste dalla legge 21 marzo 1958, n. 259 e riferisce annualmente al Parlamento.

 

12. In caso di gravi violazioni di legge afferenti alla corretta gestione della fondazione universitaria da parte degli organi di amministrazione o di rappresentanza, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca nomina un Commissario straordinario, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, con il compito di salvaguardare la corretta gestione dell'ente ed entro sei mesi da tale nomina procede alla nomina dei nuovi amministratori dell'ente medesimo, secondo quanto previsto dallo statuto.

 

13. Fino alla stipulazione del primo contratto collettivo di lavoro, al personale amministrativo delle fondazioni universitarie si applica il trattamento economico e giuridico vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto.

 

14. Alle fondazioni universitarie continuano ad applicarsi tutte le disposizioni vigenti per le Università statali in quanto compatibili con il presente articolo e con la natura privatistica delle fondazioni medesime.

 

Se ho capito bene la trasformarzione delle università in fondazione lascià un ampio margine di discrezionalità alla politica per finanziamento delle università: in teoria i politici potrebbero non cambiare nulla come potrebbero azzerare i finaziamenti alle università (o a certe università) costringendole a ricercare finanziamenti privati (e ad aumentare la retta agli studenti).

 

Credo che un paese civile non possa permettersi una cosa simile:affidare la sopravvivenza della ricerca pubblica ai capricci di una forza poltiica o di qualche privato è una cosa indecente

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Vi porto (buone  :D) notizie da Ingegneria Federico II, Napoli

 

Così titola il portale:

 

Lunedì 27 ottobre si è tenuta una affollatissima Assemblea di facoltà con oltre 1.000 Studenti di Ingegneria, Professori e Ricercatori, Personale Tecnico Amministrativo. Il più grande evento di democrazia degli ultimi 30 anni.

 

Al termine è stato approvato, per acclamazione, il documento allegato.

 

Questo il documento allegato:

Le Università pubbliche sono elementi strutturali di un Paese democratico contribuendo, attraverso la formazione e la ricerca, allo sviluppo culturale, economico ed alla competitività del Paese. Uno dei dodici principi fondamentali della nostra Costituzione (Art. 9) detta “La Repubblica promuove

lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”. Le Università pubbliche devono quindi essere considerate centrali nell’assegnazione delle risorse per la ricerca e l’alta formazione, e in modo particolare per il reclutamento di giovani ricercatori.

La Facoltà di Ingegneria pertanto:

• ritiene che i provvedimenti contenuti nella Legge 133 del 6 agosto 2008, art. 66, siano estremamente dannosi per il sistema universitario. La drastica ed indiscriminata riduzione del Finanziamento ordinario ed il sostanziale blocco del turn over porterà inevitabilmente alla riduzione della qualità dei servizi e ridurrà la possibilità di accesso e di carriera ai giovani ricercatori

 

• ricorda che l’Università ha una nativa vocazione comunitaria: essa infatti è appunto una universitas, una comunità di docenti, studenti e personale tecnico-amministrativo impegnati nell'acquisizione di elevate competenze culturali e professionali e che questa vocazione comunitaria deve essere principio ispiratore di ogni azione;

 

• ribadisce l’assoluta importanza che il sistema universitario italiano rimanga pubblico, anche come prerequisito fondamentale per garantire ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi, così come dettato dall’Art. 34 della nostra Costituzione;

 

• ritiene che l’Autonomia degli Atenei sia uno strumento essenziale per mantenersi al passo con le esigenze di sviluppo culturale, scientifico e tecnologico che la contemporaneità richiede;

 

• auspica un progetto di riforma compiuto e condiviso del sistema universitario basato sullo stimolo alla qualità della ricerca e della didattica attraverso una nuova “governance” degli Atenei e un efficace sistema di valutazione trasparente e basato su parametri oggettivi;

 

• ribadisce con assoluta fermezza la contrarietà al numero chiuso o programmato come forma di riduzione dei costi;

 

• vede con estrema perplessità provvedimenti legislativi che possano portare ad un aumento delle tasse studentesche, allargando la forbice delle opportunità tra Centro-Nord e Mezzogiorno, in particolare in una città ed in una Regione caratterizzata da profondi disagi sociali ed economici;

 

• ritiene che bisogna garantire il diritto alla didattica ed alla laurea, evitando un ulteriore danno agli studenti ed alle loro famiglie;

 

• si impegna a promuovere e tenere vivo e costante il dibattito garantendo gli spazi ed i tempi per il libero confronto. In particolare sarà attivato un Forum Permanente di Facoltà che si riunisca settimanalmente in orario pomeridiano ed in assenza di lezioni. Si invita, inoltre, il Rettore ed il Senato Accademico ad indire un Forum di Ateneo.

 

Inotre anche oggi c'è stata un'assemblea, questa volta organizzata dagli studenti, con la presenza di vari docenti e ricercatori.

Il Rettore ha sospeso le lezioni per domani (probabilmente si organizzarano lezioni all'aperto).

 

Anche da noi (finalmente) si muove qualcosa!  :)

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