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Omofobia


nonaprite

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[modbreak=yrian]Questo topic è stato ottenuto dall'unione dei vari topic riguardanti la natura dell'omofobia. Segnalo che per discutere non dell'omofobia in generale, bensì di singoli episodi di omofobia, intolleranza, disciminazione, ho creato un altro topic apposito in questa stessa sezione.[/modbreak]Riprendendo alcuni fili dell'intricatissima tela che costituisce la discussione sull'integrazione dei gay nel mondo volevo, per una volta, spostarmi dall'altra parte. Invece di analizzare questo o quel nostro problema, volevo provare a cogliere una questione che ci colpisce da vicino, anche se non ci riguarda direttamente.Secondo voi, esiste un diritto all'omofobia?In una società equa e libera (quale quella in cui noi vorremmo essere integrati ed accettati) ci dovrebbe essere uno spazio anche per chi ci odia?La domanda sembra scontata, e sembra anche inutile (se non di cattivo gusto) porsela; eppure in qualche modo essa tocca uno dei nervi più importanti del discorso sulla nostra (e di chiunque) integrazione.Fino a che punto possiamo noi essere tolleranti di fronte all'intolleranza?La questione non è neppure un caso astratto e poco concreto, perchè proprio su questa linea si muove una grossa parte del pensiero omofobo cattolico: in uno stato libero e rispettoso ci deve essere spazio anche per opinioni difformi (come l'omofobia).Ma può una simile opinione difforme trovare spazio in uno stato libero e rispettoso?Insomma, voi cosa rispondete al caro Santa Claus Ratzinger quando sostiene: il mondo occidentale sta diventando tanto restrittivo che fra un po' non potremo neppure sostenere che l'omosessualità è un peccato.

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Scusa non ho capito il senso del tuo intervento. vorresti proibire di pensare le cose che pensano i cattolici o la chiesa sugli omosessuali?

Io credo che ognuno sia libero di pensare quello che gli pare, purché non imponga agli altri il suo modo di vedere le cose. L'opinione della chiesa è l'opinione della chiesa e tale deve restare.

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Molto interessante, come sempre nonaprite. Il diritto all'omofobia? Si, è giusto dare spazio alle idee di tutti i singoli individui o gruppi. Ovviamente il problema per me è il modo con cui tali idee vengono proposte piuttosto che imposte.

 

Ad esempio e per assurdo, potrei pensare che l'uccisione di un essere umano sia una cosa buona, perchè dal momento che siamo tanti, per alcuni troppi, il mio gesto aiuterebbe a regolare la crescita demografica della nostra specie. Io sarei libero di pensarlo, ma non di attuarlo perchè violerebbe un principio quasi universalmente riconosciuto, almeno in occidente...

 

E allora va bene razzismo, omofobia e quant'altro, quando però l'espressione di queste idee non assume la forma di violenza contro la persona.

 

Anche perchè credo dell'enorme stimolo che le idee opposte portano alla definizione concreta, specifica e forte delle proprie...

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<<Insomma, voi cosa rispondete al caro Santa Claus Ratzinger quando sostiene: il mondo occidentale sta diventando tanto restrittivo che fra un po' non potremo neppure sostenere che l'omosessualità è un peccato.>>

 

gli direi che Dio non ha mai discriminato nessuno.

 

un diritto all'omofobia ? esiste gia', si chiama diritto di pensiero, ovvero che chiunque puo' pensare e credere a quello che vuole. diverso e' il discorso della propaganda omofoba e razzista, che per fortuna e' perseguibile ai termini di legge (almeno in teoria)

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D'accordo con cambiapelle.

Chiunque è libero di pensare ciò che vuole degli omosessuali, ma non toglie che da parte nostra il diritto di essere equiparati agli altri cittadini.

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La questione non è neppure un caso astratto e poco concreto' date=' perchè proprio su questa linea si muove una grossa parte del pensiero omofobo cattolico: in uno stato libero e rispettoso ci deve essere spazio anche per opinioni difformi (come l'omofobia).[/quote']

Bravo, hai toccato un punto chiave della questione: quello che quasi sempre gli omofobi dicono a mo' di difesa è "ah, ma io devo poter dire la mia!"

 

Per il resto, come al solito i tuoi post mi danno sempre dei grattacapi, perché cerco di rispondere, poi mi accorgo che mi contraddico da sola, cancello tutto, ricomincio cinquanta volte... :asd:

 

Direi che chi ha scritto prima di me è stato già molto chiaro, più di quanto riuscirei ad esserlo io. Da una parte però non nego che a me turba il fatto che ci siano persone che anche solo le PENSINO queste cose... forse perché hanno comunque sempre la possibilità di far proseliti, e infatti, come si sta verificando nella nostra vita di tutti i giorni, con questo loro "diritto alla libertà di parola" sono così tanti che soffocano la nostra, di libertà...

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La tolleranza è il discrimine.

 

Ognuno pensi ciò che vuole, ma le sue idee non devono creare intolleranza.

 

Se un cattolico vuole stare alla larga dai gay per motivi propri mi va bene (anche io sto alla larga dai surgelati), ma se un cattolico va in giro dicendo (anzi, predicando) che i gay sono "peccatori" (dunque malvagi) e che non devono godere dei diritti degli altri cittadini... questo mi prende un po' male!

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NorwegianWood

Naturalmente non mi fa piacere che qualcuno abbia un'idea preconcetta di me in quanto omosessuale, bisessuale, eterossesuale ecc.: fino a prova contraria, l'omofobia di solito non nasce da una effettiva conoscenza di un buon numero di omosessuali si cui esprimere un giudizio ponderato, bensì da un pregiudizio nei confronti di una intera categoria con cui non si vuole avere alcun contatto (figurarsi conscerla).

 

Eppure, proprio perché credo nella libertà di pensiero, di parola, di stampa, di opinione, tanto da insospettirmi quando leggo espressioni come "apologia di reato", lascio che ognuno possa dire la propria. Con l'unico limite che un'idea non diventi a sua volta diffamazione, censura, oppressione, persecuzione. In questo caso, infatti, si usa la libertà di pensiero come "scusa" per dare addosso a chi non ha fatto nulla di male.

 

A parte questo, dico con Voltaire: "Non condivido le tue idee ma lotterò con tutte le mie forze affinché tu, come me, possa esprimerle liberamente".

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Guest Irish Dragon

Ci deve essere spazio per le opinioni... ma se queste vengono usate per dare contro, come diceva NW, cosa ci ritroviamo in mano? Il nulla... non serve a niente dare addosso solo per il gusto di... essere omofobi "si può", ma deve avere una base o un qualcosa... in modo tale che a critica, si possa rispondere... ma che diritto è il parlare facendo tacere l'altro? O parlare non dicendo un bel niente? Io non lo trovo un diritto... tutt'altro.

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proprio per questo io sono convinto che ognuno possa avere le proprie idee (anche intolleranti) verso una certa categoria di persone, ma la propaganda della discriminazione e' altra cosa.

ci sarebbe poi da chiedersi il perche' certe persone ce l'abbiano tanto con noi ''frocetti''...

siete veramente sicuri che sia quasi esclusivamente per ideologia religiosa ? io non credo proprio, credo invece che una persona che tanto si accanisce verso un omosessuale, usi questo accanimento per mascherare una propria insicurezza sessuale.

questa idea non me la toglie nessuno dalla mente.

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Mmm...nessuno può impedire a qualcuno di pensare qualcosa. Il problema si presenta nel momento in cui il pensiero viene espresso. In quel momento l'idea personale del singolo diventa una frase che condiziona il comportamento di altri cittadini, forma la conoscenza del mondo di chi sta crescendo, determina pensieri di massa e influisce sulle legislazioni.

Da decenni è stigmatizzata la manifestazione di pensieri contro i neri, contro le donne, contro i disabili, contro i membri di altre religioni, contro i poveri e contro gli interisti.

 

Con i gay no. C'è chi si arroga il diritto di poter esprimere il proprio pensiero, che poi non è proprio ma instillato da qualche vecchia raccolta di racconti fantasy in salsa mediorientale con finale catastrofico e molto fantasioso. Eh no, così non va. Se pensi che io sodomita sia un peccatore non puoi dirlo, e soprattutto non puoi dirlo e pretendere di avere un ruolo politico nella mia società.

 

Immaginiamo. Immaginiamo che io dica al parlamento europeo "secondo me gli ebrei sono dei deicidi tendenti alla cupidigia, ma nell'espletare il mio ruolo di commissario europeo non mi farò influenzare dal mio intimo convincimento". Che reazioni susciterei? :asd: Dopotutto non si tratta di una semplice idea personale?

 

Personalmente non mi va di far parte della minoranza sfigata, quella che si può tranquillamente calpestare perchè tanto i gay sono dei porcelloni e poi magari se li difendo troppo dicono che sono anch'io finocchio. No.

Mi danno i nervi i cattolici che fanno le vittime: qualcuno spieghi loro che quelli che scelgono di vivere con in testa idee bizzarre e antisociali sono loro, non noi.

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*aggiunge Sing alla lista di possibili mariti se per caso dovessimo entrambi convertirci all'eterosessualità*

 

Domanda: non so se hai visto, Sing, quello che ho scritto nel topic sulle lettere apparse su due diverse testate... ora, posso ispirarmi liberamente a questo tuo post per una delle mie email di protesta, oppure posso addirittura sperare che la mandi tu stesso? ^^''

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Ehehe domani scrivo, di sicuro scrivo. Per il matrimonio...se hai una bellissima casa in centro io faccio finta di essere etero, così solo tu devi convertirti alleterosessualità.  :asd:

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un po' di tempo fa stavo pensando proprio all'argomento di questo topic.

 

stavo pensando a tutte le persone con cui mi sono incazzato sinora a causa della loro omofobia, del loro disprezzo per le persone omosessuali o l'intera comunità glbt.

 

poi mi sono irritato da solo rispondendomi (:asd:) che ognuno è libero di pensarla come vuole... anche di schifarci.

 

l'altro me stesso ha controbattuto dicendo che nessuno deve permettersi di offendere gratuitamente solo perché "qualcuno" "duemila anni fa" ha detto che sarebbe dovuto essere così.

 

dunque sono nuovamente intervenuto dicendo che l'omosessualità in quanto realtà è provabile e concreta, un po' come lo zoo e l'8 per mille, due cose fondamentalmente innocue che io detesto: non accetterei che qualcuno mi desse del chiuso mentale solo perché non recepisco le "alte potenzialità" del comprenderle.

 

a quel punto mi sono nuovamente risposto che il mio essere contro qualcosa non si è mai tradotto in episodi di violenza o vandalismo...perciò ben venga qualsiasi opinione contraria, purché portata avanti con motivazione e soprattutto diplomazia. se mi mettessi in strada a insultare chiunque frequenti gli zoo o dia soldi all'8 per mille, ecco, allora sbaglierei, perché sarebbe un patetico tentativo di trascinare persone dalla mia parte.

 

qui mi sono fermato, ho fatto pace con me stesso e ho concluso che dovrebbe essere così anche per la causa omosessuale: non pretendo che tutti al mondo tollerino il mio orientamento, anzi, evviva la diversità. se ne può parlare in caso, altrimenti pazienza. solamente, nel momento in cui si sfocia nel voler ferire qualcuno (a gesti o parole) ecco, si perde qualsiasi diritto di replica.

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ieri sera ho ripensato ancora alla questione e ho concluso che alla fine è solo un problema di intelligenza. Bella scoperta, vero?

Si può essere intolleranti "per se stessi" però SAPERE che le nostre convinzioni in nessun modo sono verità assoluta e devono influenzare la realtà.

Per quasi tutti gli omofobi, invece, non è così.

 

AL mondo c'è probabilmente una sola categoria verso la quale io mi senta fortemente intollerante, e sono gli zingari. Eppure se provo ad applicare su di loro gli stessi problemi che la gente si fa per l'omosessualità, mi trovo sempre a concludere "vabbè, ma non è che posso dettar legge io, col mio pensiero".

Ad esempio se penso "possono sposarsi gli zingari? mah, ma saranno veramente capaci di amore sti zingari? (se poi ci pensate bene, una delle principali critiche degli omofobi è che l'amore gay non è vero amore ma solo illusione, o surrogato, o comunque qualcosa di "inferiore" al loro)" ciò che rispondo a me stessa è "vabbè, secondo me gli zingari non saranno manco capaci di amare, però se si vogliono sposare non vedo perché no..."

E' la linea di demarcazione molto sottile tra il sapere di essere UNA persona, con i suoi limiti che non devono finire a limitare anche gli altri, e invece il pensare che ciò che si dice è giusto, inconfutabile e ogni altro pensiero deve essere schiacciato.

Io non penso che mi metterei mai a fare, sui giornali o altro, una propaganda anti-zingari. Lo so da sola che è razzismo, in linea di massima me lo tengo per me, l'ho tirato fuori qua solo come esempio. Invece l'omofobo non solo cerca di farsi sentire in tutti i media, come a far credere che in Italia esiste UNA SOLA corrente di pensiero e quella corrente è anti-gay, ma per giunta si LAMENTA che un giorno potrebbe anche non poter più fare questo tipo di esternazioni.

Insomma, secondo me il confine della libertà di espressione rientra o meno in livelli accettabili a seconda di quanto ci si sente "superuomini" rispetto agli altri.

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Si può essere intolleranti "per se stessi" però SAPERE che le nostre convinzioni in nessun modo sono verità assoluta e devono influenzare la realtà.

Oh' date=' il mio argomento preferito: la verità assoluta.

Io sono sicuro che essere gay non sia un peccato, nè un atto di malvagità o perversione. Ripeto, ne sono [u']sicuro[/u]. Ma come faccio ad essere sicuro? Come posso pensare di avere ragione a prescindere?

Non posso. Devo ammettere che potrebbero anche aver ragione gli omofobi. Ma nel frattempo, l'unica cosa che posso fare è credere di aver ragione io.

Come vivere questa situazione paradossale, questa condizione di verità relative? Bè, l'hanno già detto in molti: Libertà di Pensiero, purchè non scateni situazioni di violenza.

 

 

Breve OT:

AL mondo c'è probabilmente una sola categoria verso la quale io mi senta fortemente intollerante' date=' e sono gli zingari.[/quote']

:asd::asd: :P (non ho saputo resistere)

 

Fine OT

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Per me un omofobo e uno che odia i "negher e i terùn" sonio la stressa cosa. Non devono poterci offendere, insultare, denigrarci, Non devono essere liberi di discriminarci o di far propaganda in questo senso.

Se poi uno èpernsa che essere gay sia un peccato, una perversione (il che NON E')può pensarlo, dirlo, ma deve accettare che gli si dica che sbaglia. Gli omofobi sono come i razzisti: un fenomeno da combattere. E la dios criiminazione e la vilenza omofoba sono un fenomeno da estirpare.

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Una società normalmente è composta da persone diverse che convivono, da persone diverse che non possono fare a meno di intersecare i loro percorsi e che quindi decidono di regolamentare queste intersezioni.

Non è necessario mettere in mezzo verità assolute o concetti morali per definire una società, a meno che non si intenda il termine "regolamentare" come "imporsi e sopprimere le diversità altrui".

 

Regolamentare normalmente significa mediare e comporre le divergenze. Significa tollerare finchè è possibile; poi certo sopprimere, ma solo in nome dell'armonia della società e del quieto vivere e non in nome di verità assolute di una sola parte.

 

Adesso, il topic propone uno di queste tipiche intersezioni sociali che necessitano una regolamentazione. Da una parte chi ritiene i gay sbagliati e dannosi, dall'altra i gay che non si ritengono sbagliati e dannosi. Da una parte gli omofobi che si ritengono nel giusto, dall'altra i gay che vengono continuamente calpestati e avversati dall'omofobia.

 

I cattolici dicono "noi solo sosteniamo le nostre idee, se ci limitate entrate in contraddizione; su quale base sostenete che le vostre idee sono più giuste delle nostre? Il vostro diritto dire che gay=giusto coincide con il nostro di dire che gay=peccato".

Messo così il ragionamento sembra rigoroso e logico, inespugnabile: tipico della propaganda cattolica.

Ma come ogni retorica ideologica, esso mostra facilmente il suo punto debole: nessuno critica le loro idee, ma la loro pretesa di metterle in atto.

E' ovvio che dire gay=giusto e gay=peccato rientrano entrambi allo stesso modo nella libertà di espressione; ma queste due espressioni implicano due realizzazioni pratiche molto diverse.

Mentre gay=peccato implica una limitazione dei diritti, gay=giusto implica una equiparazione che non limita alcun diritto (nè per i gay nè per gli omofobi).

Tornando al discorso iniziale, se gay=peccato porta ad un'imposizione di una visione parziale, gay=giusto porta ad un allargamento dei diritti senza privazioni per nessuno. Sarebbe sempre ora che qualcuno si accorgesse che allargare i diritti non vuol dire toglierne ad altri.

 

Per concludere, l'omofobia è lecitissima finchè è un'opinione; diventa del tutto insostenibile quando genera effetti negativi o pretende di generarne.

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Per concludere' date=' l'omofobia è lecitissima finchè è un'opinione; diventa del tutto insostenibile quando genera effetti negativi o pretende di generarne.[/quote']

Cioè quasi sempre, o mi sbaglio? Ogni cosa negativa potenzialmente può far proseliti molto più di una positiva, perché è molto più facile odiare e sfogare la propria ignoranza su qualcosa piuttosto che riflettere sul mondo e allargare i propri orizzonti.

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Mentre gay=peccato implica una limitazione dei diritti' date=' gay=giusto implica una equiparazione che non limita alcun diritto (nè per i gay nè per gli omofobi).

Tornando al discorso iniziale, se gay=peccato porta ad un'imposizione di una visione parziale, gay=giusto porta ad un allargamento dei diritti senza privazioni per nessuno. Sarebbe sempre ora che qualcuno si accorgesse che allargare i diritti non vuol dire toglierne ad altri.[/quote']

La penso esattamente così.

L'omofobia e la difesa dei diritti dei gay non si trovano sullo stesso piano proprio perché l'una è volta ad attaccare e colpire qualcuno, mentre l'altra solo a raggiungere una parità che ci vedrebbe tutti felici e contenti senza nulla togliere a nessuno.

 

La libertà di pensiero è certamente intoccabile, ma "libertà di pensiero" non implica "libertà d'azione". Gli omofobi possono odiarmi quanto vogliono, nessuno glielo impedisce, non esistono leggi che vietino di essere cretini (pregiudizio? Invoco la libertà di pensiero :asd:). Ma devono esistere, invece, leggi che vietino che il loro libero pensiero si trasformi in un ledere la mia libertà ed i miei diritti.

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Per concludere' date=' l'omofobia è lecitissima finchè è un'opinione; diventa del tutto insostenibile quando genera effetti negativi o pretende di generarne.[/quote']

Cioè quasi sempre' date=' o mi sbaglio? Ogni cosa negativa potenzialmente può far proseliti molto più di una positiva, perché è molto più facile odiare e sfogare la propria ignoranza su qualcosa piuttosto che riflettere sul mondo e allargare i propri orizzonti.[/quote']

 

Sì, ma qua allarghiamo troppo i confini del topic. Diciamo che esiste anche una forma di omofobia tollerabile, ed è quella relativa a chi la mantiene come una sua semplice opinione. Nel momento stesso in cui vi è il proposito e la possibilità che quell'opinione generi effetti negativi, allora viene meno la tollerabilità.

Se domani uno decide di propugnare l'assassinio di tutti i biondi, verrà tenuto d'occhio ma difficilmente si prenderanno provvedimenti contro di lui. Questo perchè non vi è la possibilità pratica che possa fare proseliti o possa inasprire una situazione già discriminatoria; l'omofobo invece si trova in un contesto culturale in cui le sue parole pesano in modo diverso da quelle di un eventuale biondofobo. Dire "non diamo diritti ai gay" è diverso da "non diamo diritti ai biondi"; non perchè biondi e gay non abbiano gli stessi diritti, ma solo perchè i gay sono in una situazione di odio diversa.

I concetti omofobi sono come scintille sulla benzina, i concetti biondofobi sono come scintille sul mare. E' ovvio che le due situazioni sono diverse.

 

Spero di essere stato abbastanza chiaro, è tanto che non scrivo in un forum.

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Comunque, anche con tutte le libertà di pensiero del mondo, delle piccole distinzioni da fare ci vogliono. Possiamo anche ignorare chi si limita a pensare che gay=brutto&cattivo e se lo tiene per sé, ma dato che molto spesso questa convinzione è dettata dall'ignoranza, si può anche far qualcosa per arginarla, laddove sia possibile. Esistono persone che per partito preso "odiano" i gay, esistono i bigotti, esistono i razzisti, e con loro magari c'è poco da fare. Ma esistono anche persone che sono "omofobe" nel senso più letterale: non "odiano", ma "temono". E' il caso di ragazzi che ragionano in modi del tipo "non mi avvicino ad un gay perché mi guarderà come un maniaco, mi farà avances, cercherà di toccarmi, meglio che non mi piego se no apriti cielo, dovrò camminare rasente al muro" e compagnia varia. Paure che sono dettate dalla semplice ignoranza, e che non vogliono dire una vera discriminazione. E' un po' il ragionamento del "vivi e lascia vivere, basta che vivi lontano da me". Personalmente, non lo considero allo stesso livello dell'omofobia di chi picchia il vicino di casa omosessuale.

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penso che ogniuno è liberissimo di pensare quello che vuole.. certo che se qualcuno non c accetta per quello che siamo e preferisce allontanarsi e non aver nessuno tipo di rapporto con noi... be pace...

 

ma se quel qualcuno offende o picchia ecc.. penso che li si esageri... l'omofobia ha diritto di esistere basta che non porti alla violenza o alla discriminazione... anche se ormai è così dappertutto...

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LadyVanHelden

nonaprite ha detto una cosa che mi sono sempre chiesta e alla quale non sono mai riuscita a darmi una risposta.

Perchè vogliono privarci di alcuni diritti che alla fine dei conti non li svantaggiano per nessun aspetto della vita??

è una cosa che mi sono sempre chiesta e che proprio non capisco...non mi sembra che se due donne o due uomini si sposano rischiano di uccidere offendere reprimere qualcuno. Quindi alla fine perchè tutto questo accanimento?? perchè tutti questi soldi spesi per una propaganda lanciata a minare un qualcosa che non puo danneggiare nessuno?

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perché sono convinti che darci questi diritti sia immorale, e che quindi LORO si ritroverebbero a vivere in un mondo immorale... almeno secondo me questo è il loro contorto ragionamento...

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Non è solo un fattore di immoralità. Quello che ci mettono contro è il valore della Famiglia, formata da padre, madre e figli. In tal senso, noi saremmo i distruttori di uno dei valori basilari della Vita (opinione da me non condivisa, of course).

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E c'è anche un altra cosa, a detta di persone con cui ho parlato proprio l'altro giorno dei pacs. Qualcuno pensa magari che il diritto in sé non sia sbagliato, ma che sia pericoloso concederlo (mi sento sempre l'ultimo vermetto del mondo, quando sento che mi si deve "concedere" qualcosa) in vista di possibili ripercussioni future. "Ora chiedete il matrimonio, domani vorrete dei figli. E a mio figlio che vedrà una società così promiscua, cosa dovrò dire?"

Sinceramente, la società attuale, è l'ultima nella quale vorrei veder crescere mio figlio.

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  • 2 months later...
SweetKissInTheNight

un DIRITTO all'omofobia...raga...assolutamente no, dare diritto alla discriminazione implica appunto la discriminazione, se uno c'ha l'omofobia nn deve aver diritto a attuare il suo odio...l'omofobia deve esser sdradicata, anche perchè nei posti di lavoro se c'è omofobia e nn è punita...noi nn lavoriamo intendiamoci, in più se ci fosse un diritto sull'omofobia, arriverebbe il diritto all'etnocentrismo, al razzismo e a tutte ste cose che sn deleteree (si scrive così???) per la democrazia e per i diritti umani.

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Rei_Kashino

Io sono d'accordo con Sing, e stavo per dire la stessa cosa.

 

Ognuno, in una democrazia, dev'essere e ha il diritto di dire quello che pensa liberamente. Ma a tutto ovviamente c'è un limite.

 

La mia libertà finisce dove inizia quella degli altri. Questo è l'unico limite, ed un principio base del diritto.

 

Io posso avere tutte le convinzioni rispetto alle più disparate tematiche, posso pensarla come voglio su ebrei, neri, ruolo delle donne, gay, interisti (:)), sui prezzi al mercato, ma questo con il limite fondamentale che le mie idee non devono nuocere agli altri.

 

Già, perchè non solo la forza può danneggiare gli altri, ma anche, e molto spesso, soprattutto le parole e le idee.

 

Chi direbbe che dico bene a sostenere che i neri sono inferiori a noi bianchi o che gli ebrei devono essere bruciati. Questa è libertà d'espressione, ma è anche razzismo, discriminazione, intolleranza, odio che la società non tollera perchè turba l'ordine pubblico, la pace sociale, la serena convivenza, e soprattutto lede la dignità e l'incolumità di persone che fanno parte di minoranze. Proprio per questo la società si dà delle regole, per riportare l'ordine attraverso la legge che punisce determinati atteggiamenti.

Questo non vuol dire che non puoi esprimerti. Se la legge punisce chi uccide, non vuol dire che io non posso uccidere. Semplicemente i miei concittadini mi dicono: sappi, che se vuoi vivere con noi, non devi uccidere. Se lo fai, perchè puoi farlo, noi ti puniremo.

Mutatis mutandis, lo stesso discorso vale per gli atteggiamenti omofobici.

 

Non vedo allora perchè questo discorso non debba valere anche per gli omosessuali: il papa discrimina, così come fanno Casini e Berlusconi, e tutta la combriccola che hanno dietro. Loro devono essere liberi di dire quello che vogliono, ma un paese civile e democratico dovrebbe punirli perchè le loro idee sono discriminatorie.

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