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Tutto sul dottorato


Mirko03

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1 hour ago, AndrejMolov89 said:

Per esempio mi é capitata una discussione surreale con uno che si vantava di aver tradotto Tuclide per capire meglio la citazione usata da un filosofo americano, usandolo come qualitá per distinguersi positivamente dagli americani considerati idioti.

Sì, forse ritradursi tutto Tucidide per far le pulci ad un americano è inutile.

59 minutes ago, Bloodstar said:

Tu stai ragionando da scienziato, temo. Cioè, molte delle nuove frontiere della metodologia di ricerca in ambito umanistico sono proprio quelle paraculate tipo gli studi (auto)etnografici. 

La mia metodologia di ricerca (cioè, la metodologia che ho scelto di seguire e che ho aggiustato per trattare alcuni determinati argomenti) incentrata sulla multidisciplinarietà e sull'uso delle interazioni fra discipline ha una qualche applicazione nel mondo reale? No, non ce l'ha, è una polverosa speculazione come tante. 

Eh, un unico topic per dottorandi & ricercatori di ambito scientifico e di ambito umanistico è un po' limitante temo :D comunque, @AndrejMolov89 ha ragione quando parla di importanza del metodo, ma per un "filosofo" la cosa si limita quasi a stabilire dei criteri stringenti per definire l'apparato bibliografico...

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AndrejMolov89
53 minutes ago, blaabaer said:

uesta è una grande verità: l'ideale sarebbe la possibilità di svolgere un'attività di ricerca in modo rilassato, indipendente e potendo contare sulla collaborazione del gruppo.
La realtà di molti gruppi di ricerca è che sono guidati da persone che non sanno o non vogliono fare management in modo corretto e va tutto in merda

Yup, o sono veramente manager e ti sacrificano senza tanti complimenti se hanno progetti piu´ interessanti. Per esempio il mio progetto di ricerca era solo per far numero per avere un ERC grant, e morale della favola, avere un supervisor che non ti caga non é divertente.

 

54 minutes ago, blaabaer said:

Tutto verissimo. Quella del nomadismo precario è una cosa che prima di cominciare il dottorato in un certo modo sai ma della quale non ti rendi davvero conto.

Noi stiamo in Germania da agosto dell'anno scorso, non abbiamo comprato un divano, metà pareti sono completamente disadorne e abbiamo ancora un buon 20% delle nostre cose in scatoloni.

Io non so che casa scegliermi a Bayreuth. Ho un 40 m2 o diverse 60 m2 a prezzi ridicoli ma non immobiliate. Per me investire 2000 euro in mobili che lascio lá in due anni, mi fa veramente specie. Non posso fare queste scelte, non posso neppure pianificare una relazione, o altro. So che ho la data di scadenza e sono un po´ stanco di questo stato delle cose.

 

56 minutes ago, blaabaer said:

questa è una carognata

Secondo me no. E´ una carognata fare dei concorsi aperti a tutti per poi selezionare direttamente i candidati di quelle aree di ricerca e con quei docenti. A sto punto si fa direttamente: quest´anno Prof X ha disponibilitá di 2 dottorandi per questi argomenti. Almeno si evitano trafile burocratiche inutili.

 

17 minutes ago, marco7 said:

Ho ripensato all' 'essere veramente bravo': due degli esempi che ho portato hanno fatto qualcosa che era la prima volta al mondo che veniva fatta. Sono stati poi richiesti proprio per questo e non perche' si inserivano bene in un gruppo di ricerca gia' esistente. Quando quel matematico italiano a zurigo vinse il suo famoso premio mondiale gli venne chiesto come mai gli fu dato a lui quel premio rispose proprio che e' perche' ha fatto qualcosa che nessuno prima di lui aveva mai fatto.

il medico romano chiamato a bellinzona in un'intervista riporto' che fu chiamato per formare un gruppo nuovo di ricerca a bellinzona perche' un oncologo ticinese che sopravisionava il nuovo centro biologico a bellinzona sapeva dei suoi studi a roma e lo chiamo' personalmente.

anche su questo forum c'era un utente che si chiama losvedese e che ha raccontato che era indeciso se iniziare un dottorato o se entrare a lavorare nell'industria. Era un italiano in giappone e la mitsubischi (credo) lo contatto' tre volte perche' volevano proprio lui. Le prime due volte lui addirittura non rispose alle loro sollecitazioni perche' era indeciso, ma lo contattarono ancora loro una terza volta prima che lui ebbe un colloquio con loro.

se sei veramente bravo, ti contattano gli altri, se sei un pochino meno bravo un posto lo trovi di sicuro.

il problema e' pero' che la maggior parte della gente sta nella media e questi devono arrancare per sopravvivere.

Non é questione di essere bravi. Basterebbe essere un po´ onesti su questo punto - al di lá di fumagalli -. Dipende dalla direzione che si vuole dare al dipartimento, e da quanto sia sviluppabile un settore nuovo. A Zurigo chiamano gente oggettivamente brava, ma non a caso, ma in funzione della loro capacitá di attirare fondi, e di creare citazioni. Ovvero, dipende dalle mode scientifiche del momento: un tempo l´hype era per la modelizzazione geodinamica, ora sui i Big Data. A paritá di bravura, io potrei essere escluso perché ho una specialitá che non attira piu´ fondi. Infatti, ci sono numerosissime persone mediocri che vengono chiamate in giro per il mondo solo per aprire alcuni gruppi di ricerca nuovi solo per queste logiche. L´ecosistema scientifico non é la tua visione meritocratica, anzi, non lo é neppure nel settore privato. E le aziende non ti cercano da sole, é un mito,  e applicabile a casi specifici non necessariamente correlati col valore della persona.

 

57 minutes ago, Bloodstar said:

Tu stai ragionando da scienziato, temo. Cioè, molte delle nuove frontiere della metodologia di ricerca in ambito umanistico sono proprio quelle paraculate tipo gli studi (auto)etnografici. 

La mia metodologia di ricerca (cioè, la metodologia che ho scelto di seguire e che ho aggiustato per trattare alcuni determinati argomenti) incentrata sulla multidisciplinarietà e sull'uso delle interazioni fra discipline ha una qualche applicazione nel mondo reale? No, non ce l'ha, è una polverosa speculazione come tante. 

Avrebbe (forse) senso se ci fosse la possibilità di raccordare questo tipo di approccio alla ricerca con l'insegnamento umanistico nelle scuole superiori, ad esempio. Ma sappiamo che non è una cosa che si fa.

Ragiono come scienziato, si, ma avendo anche discusso con dottorandi umanistici, alcune volte facevano delle cose veramente fighe ed anche trasferibili. Esiste un metodo anche nelle discipline umanistiche, il punto fondamentale é che molte volte viene sotterratto. Allora al di lá dello studio auto-etnografico, che é un modo elegante per dire che ha un account per prostituirsi e ci fará parte della tesi anche su quello, dipende da come declini la tua ricerca e se sei furbo riesci a darci un valore importante nonostante l´aspetto speculativo.

 

39 minutes ago, blaabaer said:

secondo me il punto è che bisogna avere delle aspettative ragionevoli.

un dottorato non lo si fa solo perché è un passo obbligatorio per conseguire una carriera accademica. Ovvio che se uno va a impegolarsi in un ambito del tutto teorico, autoreferenziale e senza collegamenti con il resto del mondo del lavoro (tipo me), è facile finire in un vicolo cieco in cui o ricominci da zero (ma a trent'anni) o sei costretto a continuare con la carriera accademica

ci sono posti in cui il dottorato non paga così male. In Italia mi pare siano 1100-1200 euro netti al mese. A me l'ultimo anno pagavano l'equivalente di circa 2800 euro al mese netti, più una sorta di tredicesima e quattordicesima, ossia infine quasi tre volte tanto. (Sì, Bergen è più cara di Padova, ma non il triplo!)

il problema non è studiare tutta la vita - perché alla fine il lavoro di ricerca non è proprio di studio - né in fin dei conti lo stipendio (non è che il ricercatore se la passi tanto peggio di molti altri impieghi). Il problema è la precarietà, il fatto che se vuoi continuare nella ricerca sei costretto a traslocare continuamente ovunque nel mondo, non hai certezze, sei in balia della corrente. La precarietà di questi tempi la soffrono in molti, quella dei ricercatori secondo me ha un sapore un po' diverso perché nella ricerca uno in genere ci investe tantissimo. Fai un dottorato (3-4 anni), fai un postdoc (un anno), fai un altro postdoc (2 anni), ma al terzo postdoc qualcosa non va, la ricerca si inceppa, il progetto non ha successo e hai un buco di due anni nel cv senza pubblicazioni, oppure non riesci a partecipare a conferenze e la gente si dimentica di te: game over. Perché tu fai il tuo lavoro benissimo ma come te tanti altri

L'esempio sopra sicuramente non è la realtà di tutti ma non è nemmeno estremo

secondo me partire col dottorato con l'obiettivo di diventare professori è proprio sbagliato di per sé. Si fa un dottorato, si cerca di tenere aperte più porte possibili, e poi si vede quello che succede.

1) No, non credo che tu sia finito in un vicolo cieco. Si trova sempre qualcosa, semplicemente bisogna pianificare meglio la propria vita e molti dottorandi vengono coccolati nell´illusione del sapere inutile e fine a sé stesso. Concetto valido per aristocratici di fine ottocento, ma non piu´ in auge ora.
2) La precarietá é il problema fondamentale. Io inizio un post doc, e dopo un anno devo iniziare a cercare un altro lavoro, limitando tantissimo la mia ricerca di per sé. Quindi i post doc non solo non hanno prospettive, ma devono essere proattivi sempre a ricercare un nuovo lavoro, e non possono neppure convertirsi in altri settori disciplinari senza suicidarsi.
3) Quando si inizia il dottorato lo si fa con due atteggiamenti: il primo come qualcosa per aumentare le possibilitá e secondo me questo atteggiamento ce lo hanno chi viene da una famiglia ricca e ben inserita nel tessuto socio-culturale attuale; il secondo come studente, cioé si crede - ingenuamente - che il dottorato sia il proseguio degli studi, e poi sia tutto lineare. No. Quando si inizia il dottorato bisogna avere esattamente in chiaro cosa si vuole fare con questo titolo, e cosa bisogna fare con il tempo che ci viene dato per perseguire una ricerca. Quando si inizia il dottorato molti studenti hanno una mentalitá sbagliata e arrivano a sbattere il muso contro il muro della realtá finendo in vicoli ciechi o in situazioni non propriamente rosee. Il mio consiglio ai cuccioli di dottorato é di iniziare letteralmente a pianificarsi cosa vogliono imparare, cosa potrebbe essere importante e cosa vogliono fare e darsi una deadline all´interno del mondo accademico. Io mi sono dato due post doc e poi me ne vado, per esempio.

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2 minutes ago, marco7 said:

due degli esempi che ho portato hanno fatto qualcosa che era la prima volta al mondo che veniva fatta. Sono stati poi richiesti proprio per questo e non perche' si inserivano bene in un gruppo di ricerca gia' esistente. Quando quel matematico italiano a zurigo vinse il suo famoso premio mondiale gli venne chiesto come mai gli fu dato a lui quel premio rispose proprio che e' perche' ha fatto qualcosa che nessuno prima di lui aveva mai fatto

so che è incredibile ma tutti i ricercatori fanno qualcosa che non è mai stato fatto prima. 🙂 persino io! Che pure sono una pippa!
se a metà di quello che stai facendo ti accorgi che il problema è già stato risolto da qualcuno prima di te, è un bel problema!

4 minutes ago, marco7 said:

la mitsubischi (credo) lo contatto' tre volte

la mitsubishi però, pure avendo sicuramente un importantissimo settore di R&D, non è un istituto di ricerca, né un'università

Non vorrei che si perdesse il senso del discorso: allora anche a mio fratello il lavoro piove addosso perché è molto bravo in quello che fa e si è fatto un nome. E pensa che non ha nemmeno una laurea! 🙂

Provo a spiegarmi meglio. Quello che cercavo di fare è un discorso generale ma circoscritto alla realtà del mondo accademico e ai meccanismi standard per l'"avanzamento di carriera" (che è una cosa che in sé non esiste nel mondo accademico- non esistono promozioni, solo nuovi contratti con ruoli diversi, e normalmente in posti diversi dal precedente). Sicuramente è interessante, nella panoramica delle varie possibilità, riportare che ci sono casi in cui il tuo lavoro corrisponde così perfettamente a quello che un gruppo di ricerca vuole avere che ti vengono addirittura a chiamare. È una cosa che però non riporterei come "se sei un genio succede così" vs. "se sei nella media succede colà" perché è obiettivamente una valutazione che si fa solo a posteriori

Ora, non so come funzioni in Svizzera, ma normalmente è difficile per un dipartimento di un'università o un istituto di ricerca pubblico offrire un lavoro ad una persona decisa a priori. Questa è proprio una di quelle cose che la Mitsubishi può fare facilmente, e l'UniBo no: l'UniBo di norma deve passare per un bando di concorso pubblico. Magari la posizione è pensata per gigio bagigio e il bando è scritto intorno alle caratteristiche e al cv di gigio bagigio in particolare, eh

Laddove si voglia scavalcare questo procedimento, di solito è perché ci sono finanziamenti esterni. Là bisogna affidarsi al cristo. A me avevano proposto un postdoc nei Paesi Bassi (e non avevo nemmeno fatto domanda: avevo solo chiesto a un tipo a una conferenza se c'erano possibilità nel suo istituto di ricerca, e lui rispose con molto entusiasmo), s'era pure scritto un progetto di ricerca, ma poi i soldi non sono arrivati (più altre cose che non c'entrano) e quindi ciccia. Ti posso garantire che io sono uno di quelli nella media

Just now, AndrejMolov89 said:

Non posso fare queste scelte, non posso neppure pianificare una relazione, o altro

per questo, dico: uno che lavora da diversi anni e pure mette da parte qualche soldino vorrebbe magari ad un certo punto della sua vita sistemarsi e accendere un mutuo

2 minutes ago, AndrejMolov89 said:

E´ una carognata fare dei concorsi aperti a tutti per poi selezionare direttamente i candidati di quelle aree di ricerca e con quei docenti.

è quel che intendevo

3 minutes ago, AndrejMolov89 said:

Quando si inizia il dottorato bisogna avere esattamente in chiaro cosa si vuole fare con questo titolo, e cosa bisogna fare con il tempo che ci viene dato per perseguire una ricerca. Quando si inizia il dottorato molti studenti hanno una mentalitá sbagliata e arrivano a sbattere il muso contro il muro della realtá finendo in vicoli ciechi o in situazioni non propriamente rosee. Il mio consiglio ai cuccioli di dottorato é di iniziare letteralmente a pianificarsi cosa vogliono imparare, cosa potrebbe essere importante e cosa vogliono fare e darsi una deadline all´interno del mondo accademico.

il mio consiglio è quello che ho dato nella mia prima risposta :asd:

13 hours ago, blaabaer said:

in linea generale sconsiglio il dottorato e la carriera accademica in generale

ma realisticamente, i tuoi suggerimenti sono utili fino a un certo punto, perché il dottorato ha questo magico potere di trovare sempre e comunque il modo di cambiare le carte in tavola.

Più che consigli li considero validi punti di riflessione che si possono fare a posteriori

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AndrejMolov89
11 minutes ago, blaabaer said:

ma realisticamente, i tuoi suggerimenti sono utili fino a un certo punto, perché il dottorato ha questo magico potere di trovare sempre e comunque il modo di cambiare le carte in tavola.

Io non lo sconsiglio apriori. E´ utile per avere possibilitá di carriera. Basta non essere schiavi di idee del menca. Comunque, in generale sconsiglio la carriera accademica in generale per i punti di qui sopra.

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30 minutes ago, AndrejMolov89 said:

Esiste un metodo anche nelle discipline umanistiche, il punto fondamentale é che molte volte viene sotterrato. 

I docenti non sempre sembrano interessarsene, ed è un problema perché alle volte si imbastardisce tutto...gli stessi docenti non sempre seguono un metodo rigoroso.

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@AndrejMolov89 io ho in mente un paio di cose che uno dovrebbe tenere in considerazione prima di cominciare un dottorato, ma sono consigli così puntuali che in realtà non trovano spazio in una discussione di carattere generale. E.g. inquadrare il relatore o la relatrice e vedere che tipo di persona è e che carattere ha, evitare i mitomani, quelli che non ci sono mai e assolutamente evitare di avere il genio come relatore perché non avrà mai tempo per te. O altre cose più o meno sulla stessa linea

Comunque vorrei aggiungere qualche nota per @Mirko03 senza l'intento di stravolgere la direzione del topic al quale mi pare di aver contribuito negli ultimi post con le mie frustrazioni personali, ma più che altro perché magari si sta enfatizzando solo una parte dell'argomento, e cioè le rogne che vengono fuori

 - suppongo che ad AndrejMolov quanto a me sarebbe piaciuto qualche anno fa leggere questi post da noi del futuro, anche se probabilmente lui aveva le idee più chiare delle mie, io invece mi son trovato a fare un dottorato quasi per caso -

e cioè volevo raccontare pure degli aspetti positivi degli ultimi quattro cinque sei anni.

Al netto del disastro del precariato, del ritardo, del two-body problem che paralizza, della delusione per essermi scontrato con un problema di ricerca che ho attaccato ferocemente ma che non sono riuscito pienamente a risolvere, eccetera, fare il dottorato è stato tutto sommato anche molto bello.

Fare ricerca dà soddisfazione. Risolvere un problema, presentare una soluzione, discutere con altri ricercatori mi è piaciuto molto. Ho imparato un sacco di cose. Ho trovato un dipartimento molto aperto, un gruppo piccolo ma composto di persone molto piacevoli, dei capi progetto di un'intelligenza, un'umanità, uno spirito incredibile. Ho legato moltissimo con i miei colleghi. Ho avuto la fortuna di fare il dottorato in un gruppo con un budget che mi ha permesso di viaggiare moltissimo, e pure la fortuna di fare ricerca in un ambito non esattamente competitivo, in cui si collabora tantissimo e non ci si accoltella per niente

Penso che proprio per il fatto che i ricercatori non hanno orari (di cui si discuteva) si crei un ambiente in cui è molto più facile che le relazioni si sviluppino di più che non tra compagni d'ufficio in un'azienda qualsiasi. Per dire, mio fratello non è amico dei suoi colleghi, pur avendo con loro un rapporto molto sereno

Il mio dipartimento e il gruppo - e l'università in generale - sono molto lgbt-friendly. Il mio capo stima moltissimo mio marito - che peraltro ha lavorato nello stesso dipartimento in cui lavora sua moglie. Lo specifico avendo in mente i messaggi del giovanissimo TO altrove, in cui diceva che non ha mai fatto coming out (anche se non ho capito benissimo in qualità di cosa dovrebbe farlo, lol)

Scrivere la tesi è una pigna chiodata nel culo, ma è anche bello finirla

Insomma non è tuttaunammerda 😀

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AndrejMolov89
19 minutes ago, blaabaer said:

@AndrejMolov89 io ho in mente un paio di cose che uno dovrebbe tenere in considerazione prima di cominciare un dottorato, ma sono consigli così puntuali che in realtà non trovano spazio in una discussione di carattere generale. E.g. inquadrare il relatore o la relatrice e vedere che tipo di persona è e che carattere ha, evitare i mitomani, quelli che non ci sono mai e assolutamente evitare di avere il genio come relatore perché non avrà mai tempo per te. O altre cose più o meno sulla stessa linea

Comunque vorrei aggiungere qualche nota per @Mirko03 senza l'intento di stravolgere la direzione del topic al quale mi pare di aver contribuito negli ultimi post con le mie frustrazioni personali, ma più che altro perché magari si sta enfatizzando solo una parte dell'argomento, e cioè le rogne che vengono fuori

 - suppongo che ad AndrejMolov quanto a me sarebbe piaciuto qualche anno fa leggere questi post da noi del futuro, anche se probabilmente lui aveva le idee più chiare delle mie, io invece mi son trovato a fare un dottorato quasi per caso -

e cioè volevo raccontare pure degli aspetti positivi degli ultimi quattro cinque sei anni.

Al netto del disastro del precariato, del ritardo, del two-body problem che paralizza, della delusione per essermi scontrato con un problema di ricerca che ho attaccato ferocemente ma che non sono riuscito pienamente a risolvere, eccetera, fare il dottorato è stato tutto sommato anche molto bello.

Fare ricerca dà soddisfazione. Risolvere un problema, presentare una soluzione, discutere con altri ricercatori mi è piaciuto molto. Ho imparato un sacco di cose. Ho trovato un dipartimento molto aperto, un gruppo piccolo ma composto di persone molto piacevoli, dei capi progetto di un'intelligenza, un'umanità, uno spirito incredibile. Ho legato moltissimo con i miei colleghi. Ho avuto la fortuna di fare il dottorato in un gruppo con un budget che mi ha permesso di viaggiare moltissimo, e pure la fortuna di fare ricerca in un ambito non esattamente competitivo, in cui si collabora tantissimo e non ci si accoltella per niente

Penso che proprio per il fatto che i ricercatori non hanno orari (di cui si discuteva) si crei un ambiente in cui è molto più facile che le relazioni si sviluppino di più che non tra compagni d'ufficio in un'azienda qualsiasi. Per dire, mio fratello non è amico dei suoi colleghi, pur avendo con loro un rapporto molto sereno

Il mio dipartimento e il gruppo - e l'università in generale - sono molto lgbt-friendly. Il mio capo stima moltissimo mio marito - che peraltro ha lavorato nello stesso dipartimento in cui lavora sua moglie. Lo specifico avendo in mente i messaggi del giovanissimo TO altrove, in cui diceva che non ha mai fatto coming out (anche se non ho capito benissimo in qualità di cosa dovrebbe farlo, lol)

Scrivere la tesi è una pigna chiodata nel culo, ma è anche bello finirla

Insomma non è tuttaunammerda 😀

Allora, diciamo che quando si inizia ad avere 30 anni generalmente si inizia a pensare in quale fondo integrativo pensionistico investire i propri risparmi. Ma dal punto di vista umano sono pienamente soddisfatto del dottorato e mi ha permesso di crescere come persona in maniera estremamente rapida, e imprevdebiile. Sono una persona completamente diversa rispetto a quello che ero 6 anni fa, e devo dire che sono grato a tutti i miei colleghi.

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2 hours ago, blaabaer said:

secondo me partire col dottorato con l'obiettivo di diventare professori è proprio sbagliato di per sé. Si fa un dottorato, si cerca di tenere aperte più porte possibili, e poi si vede quello che succede.

io infatti non so proprio che fare da sto punto di vista, poi, se non ti spiace, posso scriverti in privato?😂 che necessiterei di vari pareri😂

2 hours ago, blaabaer said:

In Italia mi pare siano 1100-1200 euro netti al mese.

questo è uno dei motivi che mi spinge a riconsiderare il dottorato poiché avrei una paga più alta rispetto a quella che potrei avere come neolaureato e, in più, acquisirei un titolo di studio che potrebbe tornarmi utile per emigrare (il top sarebbe fare il dottorato all'estero)

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1 hour ago, Sokka99 said:

io infatti non so proprio che fare da sto punto di vista, poi, se non ti spiace, posso scriverti in privato?😂 che necessiterei di vari pareri😂

ovvio 🙂

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Ho aperto questo topic per leggere i nuovi post circa un'ora fa dopo non aver fatto login nel forum sostanzialmente per tutto il giorno, e ammetto di essermi spaventato un pochino... '^^ A quanto pare molti di noi hanno molto da dire su questo tema, ed è interessante leggere punti di vista vari come quelli esposti.

22 hours ago, marco7 said:

Vorrei chiederti @Mirko03:

suppongo tu faccia un liceo, quali sono le materie che prediligi ? Sei molto bravo ora a scuola ?

Vado bene in tutte le materie perché studio tutto - e sì, un po' mi piace - ma è più una questione di organizzazione e impegno che passione o altro. Le materie che preferisco, e di conseguenza in cui mi impegno un po' di più, sono quelle a carattere umanistico, in particolare storia - anche se fuori scuola ho altri interessi. Ho una media abbastanza alta, ma credo sia solo perché uso un po' di buonsenso e non mi riduco a studiare tutto il giorno prima del compito, e in realtà riguardo al dottorato la mia è davvero semplice curiosità; al momento non ho ancora deciso come continuare i miei studi dopo il diploma, e sto dando la priorità a questo (ho diciassette anni perché sono nato alla fine dell'anno, ma sono comunque in quinto!) ma, nei momenti di ozio, non mi dispiace provare a portare lo sguardo anche un po' oltre il breve termine.

6 hours ago, blaabaer said:

Fare ricerca dà soddisfazione. Risolvere un problema, presentare una soluzione, discutere con altri ricercatori mi è piaciuto molto. Ho imparato un sacco di cose. Ho trovato un dipartimento molto aperto, un gruppo piccolo ma composto di persone molto piacevoli, dei capi progetto di un'intelligenza, un'umanità, uno spirito incredibile. Ho legato moltissimo con i miei colleghi. Ho avuto la fortuna di fare il dottorato in un gruppo con un budget che mi ha permesso di viaggiare moltissimo, e pure la fortuna di fare ricerca in un ambito non esattamente competitivo, in cui si collabora tantissimo e non ci si accoltella per niente

Penso che proprio per il fatto che i ricercatori non hanno orari (di cui si discuteva) si crei un ambiente in cui è molto più facile che le relazioni si sviluppino di più che non tra compagni d'ufficio in un'azienda qualsiasi. Per dire, mio fratello non è amico dei suoi colleghi, pur avendo con loro un rapporto molto sereno

Dopo tanti post su tutti i lati negativi del mondo accademico italiano e non e su quanto sia complicata la vita da dottorando, e non solo il suo inizio, leggere queste righe è stato un po' un sollievo; non tutto il mondo è grigio allora! Immagino che, nelle giuste condizioni e con le giuste persone, debba essere molto bello svegliarsi la mattina, magari in una mattinata d'autunno un po' umida e piovigginosa, e pensare di dover andare in università, a vivere quell'ambiente dinamico e pieno di persone ormai abituale, a dare sempre nuovi stimoli alla propria mente e ad incontrare persone alle quali ormai si è diventati affezionati. Sembra una prospettiva carina! Certo, a tutto questo bisogna anche aggiungere la precarietà, i trasferimenti frequenti, la tossicità dell'ambiente accademico descritta fino ad ora, la mancanza di fondi per la ricerca e gli altri disagi che hanno i dipartimenti piccoli, e le poche prospettive per un futuro concreto. E sì, sicuramente esistono mille lavori pagati molto di più e con condizioni molto più dignitose, ma forse non possono dare lo stesso entusiasmo e lo stesso coinvolgimento della ricerca accademica. Questo è il mio pensiero fino a qui, e anche se come ho scritto all'inizio è solo semplice curiosità,  quella del dottorato è un'ipotesi che, nonostante tutte le maldicenze, non scarterei a priori. Mi attira molto l'idea di un contesto in generale di amicizia e abbastanza sciolto; inoltre, troverei abbastanza romantico il trovarmi alle undici di un sabato sera invernale, con l'università vuota e il silenzio più totale, nel calduccio di una biblioteca a consultare vecchi libri in compagnia di un bel ragazzo, sotto una luce non troppo intensa e intravedendo dalle vetrate qualche fiocco di neve illuminato dai lampioni... :rolleyes:

6 hours ago, blaabaer said:

Lo specifico avendo in mente i messaggi del giovanissimo TO altrove, in cui diceva che non ha mai fatto coming out (anche se non ho capito benissimo in qualità di cosa dovrebbe farlo, lol)

Ti riferisci a me? Anche se il pensiero comune vuole che tutti i ragazzi e le ragazze della gen-z siano super esperti del mondo social e di tutto quello che lo riguarda, io personalmente non ho ancora molto ben chiaro il lessico dei forum, per cui non so il significato di "TO". Comunque, nel caso la risposta sia sì, non l'ho ancora capito bene anche io, ma magari ne parlo altrove, più avanti. ^^

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9 minutes ago, Mirko03 said:

troverei abbastanza romantico il trovarmi alle undici di un sabato sera invernale, con l'università vuota e il silenzio più totale, nel calduccio di una biblioteca a consultare vecchi libri in compagnia di un bel ragazzo, sotto una luce non troppo intensa e intravedendo dalle vetrate qualche fiocco di neve illuminato dai lampioni...

più probabilmente, visto che le biblioteche chiudono: in ufficio di fronte al computer a bestemmiare.
(o in laboratorio, se non va contro le norme di sicurezza, ma comunque a bestemmiare)

luci al neon, e fame. E il bel ragazzo è su whatsapp, non riesce a capire cosa ca**o ci fai a lavoro alle undici di sera, pensa che tu gli stia raccontando una balla, e ti scarica.

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18 minutes ago, Mirko03 said:

il trovarmi alle undici di un sabato sera invernale, con l'università vuota

Vuota, freddissima e buia. Col guardiano che ti chiede cosa cristo stai facendo là a quell'ora e ti ordina d'andartene perché lui sta lì per lavorare e non può stare dietro a te.

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non c'è davvero niente di romantico lol

se ti trovi in ufficio dopo cena c'è qualcosa di profondamente sbagliato, tipo una deadline vicinissima saltata fuori dal nulla, esercizi degli studenti da correggere, cose così.

l'altra possibilità è: l'internet non ti funziona a casa e ti stai sparando una serie tv sulla wifi del dipartimento

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3 minutes ago, paraspera said:

Qualcuno ha qualche conoscenza in ambito di dottorato in giurisprudenza?

Il bel demo' !

Anzi, no: lui e' avvovato, non dottore.

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1 hour ago, Mirko03 said:

Noo, non smontate i miei sogni da adolescente in questo modo, lasciatemi fantasticare un po'! ç_

😆 

Avere dei sogni come i tuoi e' bellissimo, e ti auguro con tutto il cuore di riuscire a realizzarli.

Ma la realta' sara' fatta anche di tutte le situazioni che ti stan descrivendo qui sopra, per cui e' meglio che ti corazzi fin d'ora all'idea

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AndrejMolov89
13 hours ago, Mirko03 said:

Dopo tanti post su tutti i lati negativi del mondo accademico italiano e non e su quanto sia complicata la vita da dottorando, e non solo il suo inizio, leggere queste righe è stato un po' un sollievo; non tutto il mondo è grigio allora! Immagino che, nelle giuste condizioni e con le giuste persone, debba essere molto bello svegliarsi la mattina, magari in una mattinata d'autunno un po' umida e piovigginosa, e pensare di dover andare in università, a vivere quell'ambiente dinamico e pieno di persone ormai abituale, a dare sempre nuovi stimoli alla propria mente e ad incontrare persone alle quali ormai si è diventati affezionati. Sembra una prospettiva carina! Certo, a tutto questo bisogna anche aggiungere la precarietà, i trasferimenti frequenti, la tossicità dell'ambiente accademico descritta fino ad ora, la mancanza di fondi per la ricerca e gli altri disagi che hanno i dipartimenti piccoli, e le poche prospettive per un futuro concreto. E sì, sicuramente esistono mille lavori pagati molto di più e con condizioni molto più dignitose, ma forse non possono dare lo stesso entusiasmo e lo stesso coinvolgimento della ricerca accademica. Questo è il mio pensiero fino a qui, e anche se come ho scritto all'inizio è solo semplice curiosità,  quella del dottorato è un'ipotesi che, nonostante tutte le maldicenze, non scarterei a priori. Mi attira molto l'idea di un contesto in generale di amicizia e abbastanza sciolto; inoltre, troverei abbastanza (!)romantico il trovarmi alle undici di un sabato sera invernale, con l'università vuota e il silenzio più totale, nel calduccio di una biblioteca a consultare vecchi libri in compagnia di un bel ragazzo, sotto una luce non troppo intensa e intravedendo dalle vetrate qualche fiocco di neve illuminato dai lampioni.

No. E´ il mondo accademico (non solo quello italiano).(!) Io l´ho fatto 7/7 per due anni.  Ho guadagnato 30 kg, e dovevo difendermi dai barboni ubriachi fuori dalla finestra.

Semplicemente, lo dico con tutta onestá non mi pento di aver fatto questa scelta. Ma, é meglio essere realisti, ed essere pienamente consapevoli che non é un mondo fatto di unicorni. Tante volte ci sono ambienti meravigliosi dal punto di vista umano, ma merdosi dal punto di vista professionale. O ambienti meravigliosi dal punto di vista professionale, ma merdosi dal punto di vista umano. E´ una questione di colpi di culo. Il mio evergreen é conoscere in quale mondo stai "effettivamente" andando. Non farti ingannare da visioni romantiche, o altro, cerca di vederti realisticamente a fare quel lavoro di ricerca, vederti all´universitá alle 11 di sera é romantico, ma non dovrebbe essere il tuo fine. Devi avere una vita al di fuori della universitá: perché se ti va male la ricerca ed hai solo quello, ti fotti con le tue mani. IMHO
 

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18 hours ago, blaabaer said:

non c'è davvero niente di romantico lol

Come lo hai descritto tu, ovvio che no! Ma prova a ripensare alla biblioteca, magari con un soffitto alto e gli scaffali in legno, i lunghi tavoli, solo una parte delle luci accese perché notte, un dolce e piacevole tepore, un bel venticinquenne biondo con i capelli un po' mossi e dal fisico asciutto ma elegante, un po' nascosto da un maglioncino beige, che ad un certo punto decide di fare una piccola pausa dallo studio, e ti rivolge la parola, con una voce serena e delicata... non è realistico, ma questo non è importante! (Ovviamente sono ironico)

5 hours ago, AndrejMolov89 said:

 Ma, é meglio essere realisti, ed essere pienamente consapevoli che non é un mondo fatto di unicorni.

Hai ragione, fai bene a riportarmi con i piedi per terra. ;/

17 hours ago, paraspera said:

Qualcuno ha qualche conoscenza in ambito di dottorato in giurisprudenza?

Anche a me interessa conoscere qualche notizia in più sul dottorato in materie giuridiche; come ho detto all'inizio, la mia è semplice curiosità, ma tra le opzioni che sto considerando per il dopo-diploma c'è anche giurisprudenza e, come diceva qualcuno, è sempre meglio informarsi il prima possibile su come eventualmente proseguire gli studi - fermo restando che non ho ancora neanche in mente una decisione anche solo momentanea (tempo al tempo). Proprio a questo proposito, ho curiosato un po' in rete e ho notato che la ricerca in giurisprudenza trova le sue applicazioni più importanti, a livello di pubblicazioni, nelle note a sentenza e nelle analisi delle norme e delle loro modifiche in relazione alla società e ai suoi cambiamenti. Ho compreso poi che il tutto varia molto a seconda dell'ambito del diritto che si ha scelto di approfondire e, proprio riguardo a questo, dando un'occhiata ad alcuni bandi e ai curriculum di vari docenti, ho notato che - anche se forse è solo una mia sensazione, faccio appello a qualcuno nel settore per conferma - per quanto riguarda il proseguimento della carriera accademica, e quindi un eventuale percorso da professore, i settori del diritto privato, pubblico e internazionale sono meno competitivi rispetto ad altri, come ad esempio quello del diritto romano, dove invece - probabilmente per il minor numero di posti disponibili - superare la selezione è cosa molto ardua. C'è qualcuno che ha delle conoscenze un po' più concrete sul dottorato in diritto (qualunque branchia, almeno dal canto mio)?

Intanto @paraspera, se ti può essere d'aiuto ti lascio il link ad una rivista curata dalla facoltà di giurisprudenza della Cattolica di Milano, che può essere una buona risorsa per avere un'idea generale del frutto del lavoro di un dottorando/ ricercatore in materie giuridiche. ^^

 

Edited by Mirko03
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AndrejMolov89
1 hour ago, Mirko03 said:

Come lo hai descritto tu, ovvio che no! Ma prova a ripensare alla biblioteca, magari con un soffitto alto e gli scaffali in legno, i lunghi tavoli, solo una parte delle luci accese perché notte, un dolce e piacevole tepore, un bel venticinquenne biondo con i capelli un po' mossi e dal fisico asciutto ma elegante, un po' nascosto da un maglioncino beige, che ad un certo punto decide di fare una piccola pausa dallo studio, e ti rivolge la parola, con una voce serena e delicata... non è realistico, ma questo non è importante! (Ovviamente sono ironico)

Hai ragione, fai bene a riportarmi con i piedi per terra. ;/

Anche a me interessa conoscere qualche notizia in più sul dottorato in materie giuridiche; come ho detto all'inizio, la mia è semplice curiosità, ma tra le opzioni che sto considerando per il dopo-diploma c'è anche giurisprudenza e, come diceva qualcuno, è sempre meglio informarsi il prima possibile su come eventualmente proseguire gli studi - fermo restando che non ho ancora neanche in mente una decisione anche solo momentanea (tempo al tempo). Proprio a questo proposito, ho curiosato un po' in rete e ho notato che la ricerca in giurisprudenza trova le sue applicazioni più importanti, a livello di pubblicazioni, nelle note a sentenza e nelle analisi delle norme e delle loro modifiche in relazione alla società e ai suoi cambiamenti. Ho compreso poi che il tutto varia molto a seconda dell'ambito del diritto che si ha scelto di approfondire e, proprio riguardo a questo, dando un'occhiata ad alcuni bandi e ai curriculum di vari docenti, ho notato che - anche se forse è solo una mia sensazione, faccio appello a qualcuno nel settore per conferma - per quanto riguarda il proseguimento della carriera accademica, e quindi un eventuale percorso da professore, i settori del diritto privato, pubblico e internazionale sono meno competitivi rispetto ad altri, come ad esempio quello del diritto romano, dove invece - probabilmente per il minor numero di posti disponibili - superare la selezione è cosa molto ardua. C'è qualcuno che ha delle conoscenze un po' più concrete sul dottorato in diritto (qualunque branchia, almeno dal canto mio)?

Intanto @paraspera, se ti può essere d'aiuto ti lascio il link ad una rivista curata dalla facoltà di giurisprudenza della Cattolica di Milano, che può essere una buona risorsa per avere un'idea generale del frutto del lavoro di un dottorando/ ricercatore in materie giuridiche. ^^

 

Non é questione che voglio soffocarti i sogni. Puoi avere questa immagine romantica, ma l´idea del ricercatore che dedica tutto sé stesso alla ricerca non é compatibile con la realtá: solo casi eccezionali, ma che riescono anche ad avere una vita parallela.
Altra questione, semplicemente valuta cosa vuoi fare al livello di universitá: giurisprudenza puo´ rapppresentare una scelta bella se hai la passione e un padre o madre con studio avviato.

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29 minutes ago, marco7 said:

io non ho capito bene il tuo curriculum accademico: ti sei laureato a padova, poi sei stato al nord (norvegia?) e poi in germania per il dottorato.

Spoiler

Quasi: ho fatto la triennale a Padova, la magistrale al nord e cominciato il dottorato sempre al nord. Mi sono spostato in Germania prima di finirlo perché 1. marito ha trovato lavoro qui, 2. il lavoro rimasto era solo scriver la tesi (✔️) prima di consegnarla (✔️ in luglio) e discuterla (tra un mese e mezzo*)

 

Spoiler

*se mi danno l'ok

 

 

Edited by blaabaer
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 CHi ti ha seguito per scrivere la tesi in germania era sempre qualcuno del nord o era qualcuno nuovo in germania ?

stessa domanda per le persone con cui discuterai la tesi. Se lo farai con quelli del nord sara' via skipe o qualcuno si spostera' fisicamente ?

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@marco7 Non è cambiato nulla. In pratica ho solo lavorato da casa (come praticamente tutto il resto del dipartimento per buona parte degli ultimi due anni), solo che casa non è più a 2km dall'ufficio ma bensì a 810km. Per decisione del dipartimento, questo semestre le discussioni delle tesi e varie altre menate si fanno su zoom per chiunque, salvo in casi eccezionali.

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Non so che dirti, neanche in ufficio avevo un divano se è per questo 🙄

21 hours ago, Mirko03 said:

un bel venticinquenne biondo con i capelli un po' mossi e dal fisico asciutto ma elegante, un po' nascosto da un maglioncino beige, che ad un certo punto decide di fare una piccola pausa dallo studio, e ti rivolge la parola, con una voce serena e delicata...

ma perché dovrebbe rivolgerti la parola lol

glucklich-mannliche-college-student-im-freien-mit-buchern-junger-student-mit-buchern-auf-dem-campus-jhwbp8.jpg

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AndrejMolov89
1 hour ago, blaabaer said:

Non so che dirti, neanche in ufficio avevo un divano se è per questo 🙄

ma perché dovrebbe rivolgerti la parola lol

glucklich-mannliche-college-student-im-freien-mit-buchern-junger-student-mit-buchern-auf-dem-campus-jhwbp8.jpg

Io ho il frigo per le birre e una riserva di whyski

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On 10/13/2021 at 6:26 PM, AndrejMolov89 said:

Altra questione, semplicemente valuta cosa vuoi fare al livello di universitá: giurisprudenza puo´ rapppresentare una scelta bella se hai la passione e un padre o madre con studio avviato.

Capisco, grazie per il suggerimento!

5 hours ago, blaabaer said:

ma perché dovrebbe rivolgerti la parola lol

Non lo so, magari perché è un essere umano e in quanto tale ha bisogno di socializzare 😂

Tralasciando le romanticherie generate dalla mia immaginazione da adolescente, personalmente trovo quanto è stato detto qualche post più in su riguardo alle relazioni umane molto interessante; è stimolante la visione del dipartimento come luogo dove si possano creare dei legami con qualcuno con cui, visto che si lavora nello stesso ambito, si condividono gli stessi interessi - interessi molto specifici, appunto a livello di dottorato, che pochi hanno. Come scriveva qualcuno sopra, a volte in università non sempre si trovano delle persone o un contesto adatti per un qualcosa del genere, ma il quadro generale, a mio parere, resta comunque non male. Immagino che questo possa accadere anche in altri luoghi di lavoro, ma per ora non riesco a pensare ad un paragone appropriato e che sia in grado di eguagliare l'idea che mi sono fatto della vita accademica (che sì, forse contiene anche qualche elemento di fantasia).

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