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The boys in the band


schopy

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28 minutes ago, Bloodstar said:

on Aschenbach era un pedofilo anche per i canoni del 1912.

Forse la memoria mi inganna, sono passati anni da quando ho visto il film Morte a Venezia, e ancora più tempo da quando ho letto La morte a Venezia e altri racconti lunghi di Mann, come Tonio Kroger. Ed il racconto, e perfino il film che in parte ne tradisce lo spirito, non mi pare avessero come tema la pedofilia. Ma forse era troppo giovane, e non è d'altronde materia mia, per cogliere il significato vero di opere che giudico molto complesse...

Edited by marce84
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Tadzio ha 14 anni quindi ci sarebbe pure l’età del consenso. Ad ogni modo l’amore di Aschenbach è contemplativo, vagheggiante dell’amor greco, degli ideali platonici, svelante di una sessualità che aveva sempre classificato come etero e scopre essere qualcosa di più, insomma non è liquidabile come una crociata di giovani contro un classico da mettere sotto un hashtag...

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Von Aschenbach era uno dei tanti omosessuali repressi che popolano i romanzi di Mann. Al contrario di Kastorp o di Hanno Buddenbrook, però, a causa della differenza di età con Tadzio e di certi suoi discorsi grecizzanti, Aschenbach può essere descritto come un pedofilo.

9 minutes ago, Krad77 said:

Ad ogni modo l’amore di Aschenbach è contemplativo, vagheggiante dell’amor greco, degli ideali platonici, svelante di una sessualità che aveva sempre classificato come etero e scopre essere qualcosa di più,

Io l'amore di Aschenbach l'ho sempre inteso come l'ultimo tassello di quella generale decadenza e disperazione che innervano tutto il racconto. Una specie di coronamento del colera, delle acque stagnanti, della città morta, dei personaggi laidi.

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1 hour ago, Krad77 said:

A me non da nessun fastidio vedere attori gay carini; la credibilità non ne viene intaccata (se così fosse DiCaprio o Pitt avrebbero dovuto cambiare carriera).

Ho utilizzato il termine "carini" intendendo "graziosi", "piacevoli", un po' patinati. In quel che ho visto del film originale i personaggi, pur pronunciando quasi le stesse battute, apparivano subito più aspri, più verosimili (di qui le mie osservazioni sui diversi doppiaggi o sull'influenza che può avere un regista gay). A proposito di Pitt e Di Caprio, non che i begli attori e le belle attrici non possano essere anche bravi, anzi, ma talvolta un aspetto molto attraente può rendere meno credibile l'interpretazione di determinati ruoli....perché a teatro o al cinema anche la verosomiglianza è una costruzione 😅

1 hour ago, Krad77 said:

Sei ingiusto con questo genere, a parte che non sono mai mancati nella storia del cinema film ampiamente commerciali... per chi è un vero nerd è un genere recente che ha reso giustizia ai nostri sogni e ha prodotto cose anche interessanti... vabbeh dai.

La penso come Scorsese, non che nei film di supereroi non vi sia "narrazione", effetti speciali fantastici, eccetera...ma non è il cinema come lo intendo io 😕 

1 hour ago, Krad77 said:

Netflix è una piattaforma enorme e come tale produce una varietà di prodotti, tra cui, anche cinema d’autore con spiccate ambizioni artistiche

Vero vero...non immagino più però un film che "scuote", o che ci dà da pensare perché ci siamo presentati al botteghino di sabato sera e ci siamo imbattuti per caso in un film che ci ha conquistato. Ciascuno sta nella sua bolla, sceglie di vedersi film o serie tv selezionando le proprie preferenze in modo anche molto specifico ed è una fruizione tutta diversa...ma è come quando metti un sacco di filtri alla tua ricerca su Grindr e non t'accorgi più che a quella festa hai scoperto che quel ragazzo cui non avevi mai prestato attenzione è pure molto simpatico.

1 hour ago, marce84 said:

In che senso sulla pedofilia? 

Beh, chiamiamola predilezione per i tredicenni...

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1 minute ago, Bloodstar said:

Io l'amore di Aschenbach l'ho sempre inteso come l'ultimo tassello di quella generale decadenza e disperazione che innervano tutto il racconto. Una specie di coronamento del colera, delle acque stagnanti, della città morta, dei personaggi laidi.

In questo senso trovo che il film sia riuscito magnificamente 😊

1 minute ago, Krad77 said:

Ascenbach se non sbaglio era descritto come un asceta e l’asceta, secondo me, sta all’opposto del laido.

Ehm...sì però il nocciolo del racconto è proprio la scoperta di quel sentimento che nulla ha a che vedere con gli ideali di Aschenbach.

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1 minute ago, Krad77 said:

laido

I personaggi laidi a cui alludevo erano gli invertiti triestini incontrati sul battello o i musicisti ambulanti che si esibivano nel giardino dell'albero. Non mi riferivo certo ad Aschenbach, che è fin troppo elevato.

 

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Ah, io ricordavo un'opera molto complessa che ha al centro - come anche Tonio Kroger - il ruolo dell'artista nell'ambito della cornice borghese entro la quale si muove. Ma forse ero troppo giovane per intendere: a parte I Buddenbrook, ho trovato troppo difficile Mann per me.

Edited by marce84
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8 minutes ago, Bloodstar said:

I personaggi laidi a cui alludevo erano gli invertiti triestini incontrati sul battello o i musicisti ambulanti che si esibivano nel giardino dell'albero. Non mi riferivo certo ad Aschenbach, che è fin troppo elevato.

O fin troppo psicologicamente represso...comunque, chiaro si tratti di una situazione impossibile per il protagonista.

4 minutes ago, marce84 said:

Ah, io ricordavo un'opera molto complessa che ha al centro - come anche Tonio Kroger - il ruolo dell'artista nell'ambito della cornice borghese entro la quale si muove.

Lo è, ma al centro vi è pure un sentimento che non può trovar realizzazione :( 

Edited by schopy
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"Morte a Venezia" però è un'opera sul desiderio.

Quello che mi piace di Boys in the band è che NON parla di desiderio.

Il dramma lì è tutto dentro di noi e non nell'oggetto del nostro desiderio.

Non è importante chi desiderano, ma proprio la loro identità gay.

I ragazzi che amano possono anche essere gay quanto loro, non avere l'AIDS

e - con discrezione - anche essere tollerati dalla società.

In ogni caso loro saranno stupidi, velenosi, repressi, fragili, razzisti,

butterati, stempiati, indebitati, drogati, superficiali o depressi.

 

Da "Morte a Venezia" posso facilmente prendere le distanze:

mi basta dire che non mi piacciono i quattordicenni o che oggi me li scoperei senze paturnie.

Da "Boys in the band" non posso farlo con la stessa leggerenza.

 

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Un gay sexy e quindi la cui opinione è molto importante tra i gay e per i gay dice questo nel mio feed:

"Seconda stagione in linea di massima guardabile ma deludente. Storie inutili e senza senso, cose a caso perché sì, lavoro sui personaggi più dannoso che altro. Stagione salvata da Stormfront e Girls get it done. Certo se non fosse per questa scia anti Netflix (per carità anche motivata in certi casi) ed esaltazione Prime i commenti sarebbero ridimensionati. Molto scettico per quello che hanno intenzione di fare con Alexandria Ocazio Cortez". 

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10 hours ago, schopy said:

Ho utilizzato il termine "carini" intendendo "graziosi", "piacevoli", un po' patinati. In quel che ho visto del film originale i personaggi, pur pronunciando quasi le stesse battute, apparivano subito più aspri, più verosimili

Secondo me è semplicemente che i personaggi sono interpretati da attori noti

Nell'originale il fatto che fossero attori del tutto sconosciuti consentiva la percezione di una identificazione diretta e per certi versi totale con il personaggio, questo non è mai possibile con un cast di attori noti

Matt Bomer cerca di costruire intorno alla figaccitudine un contrasto con l'immaturità psicologica del personaggio, l'attore più in difficoltà e nel ruolo più difficile da rendere è Quinto perchè ha poco su cui lavorare

Però gli attori noti non sono solo una scelta di marketing, per compiacere dei millennial che non capiscono, c'è una intenzione celebrativa della storia LGBT almeno questo era il concetto della messa in scena originale a Broadway nel cinquantennale, dove sarebbe stato possibile prendere attori teatrali, ma si volle lo stesso cast del remake cinematografico

 

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42 minutes ago, Hinzelmann said:

Però gli attori noti non sono solo una scelta di marketing, per compiacere dei millennial che non capiscono

C'è da dire che negli USA fanno remake un po' di tutti i film vecchi e stranieri.

Che ci sia un intento celebrativo secondo me si nota nel fatto che gli attori siano tutti gay dichiarati.

1 hour ago, SabrinaS said:

Un gay sexy e quindi la cui opinione è molto importante tra i gay e per i gay dice questo nel mio feed:

"Seconda stagione in linea di massima guardabile ma deludente. Storie inutili e senza senso, cose a caso perché sì, lavoro sui personaggi più dannoso che altro. Stagione salvata da Stormfront e Girls get it done. Certo se non fosse per questa scia anti Netflix (per carità anche motivata in certi casi) ed esaltazione Prime i commenti sarebbero ridimensionati. Molto scettico per quello che hanno intenzione di fare con Alexandria Ocazio Cortez". 

Hai capito che son si tratta di "The boys", vero? 🙂

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34 minutes ago, marce84 said:

I più anziani ancora ricordano le recensioni tua e di Moravia scritte negli anni Settanta. 

hai dimenticato che erano gli anni 70 dell'800!

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2 hours ago, Hinzelmann said:

Matt Bomer cerca di costruire intorno alla figaccitudine un contrasto con l'immaturità psicologica del personaggio, l'attore più in difficoltà e nel ruolo più difficile da rendere è Quinto perchè ha poco su cui lavorare

Mi sembrava che Quinto avesse parecchio materiale su cui lavorare, essendo Harold ispirato ad un personaggio reale come si vede nello speciale - grande amico dello scrittore, ballerino, insegnante dei divi di Hollywood amatissimo tanto che la Streisand lo volle assolutamente al suo fianco nelle sue scene di danza ecc
Boomer fa come tutti gli altri  che rendono i personaggi un po' più "leggeri" e simpatici rispetto all'originale, meno tragici, però la fragilità la trasmetteva meglio l'attore del primo film secondo me, così dipendente dal suo psicanalista, questo dato si perde nel remake.
 

1 hour ago, Almadel said:

Hai capito che son si tratta di "The boys", vero?

Non essendo più il 1870, almeno nessuno si è confuso con (The) Boys in the sand 😄
https://www.imdb.com/title/tt0181990/
 

Edited by Krad77
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11 minutes ago, Krad77 said:

Mi sembrava che Quinto avesse parecchio materiale su cui lavorare

Non sono d'accordo, se ragioniamo nei termini del remake e dell'aderenza anche esteriore al personaggio originale

Scelta di regia ( suppongo ) che lo ha vincolato e quindi nei limiti di questa scelta registica, per non scadere nel caricaturale, non poteva che mettere distanza

Per questo la sua interpretazione è nel complesso la più debole di tutte

1 hour ago, Almadel said:

Che ci sia un intento celebrativo secondo me si nota nel fatto che gli attori siano tutti gay dichiarati.

Beh certo, dichiarati e noti, ma sicuramente se parliamo di celebrazione e non di percezione del personaggio ( nel mio intervento mixavo i due piani ) il "dichiarati" ha la precedenza

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Sono di parte perché tutto ciò mi ricorda le dinamiche del mio gruppo di amici del 2000-2001. Disfunzionale, rancoroso, sulla difensiva ma sempre pieno di quel "ti chiamo domani" che Harold dice alla fine del film e che vale tutto il senso. Ci si sbrana, ci si ama, ci si odia e non si può vivere l'uno lontano dall'altro. 

Poi le cose, i tempi cambiano e ho trovato col tempo delle amicizie più sane, ma quel quadro è proprio rispecchiante una realtà non troppo lontana. 

Sul discorso dei protagonisti "carini" io non li ho trovati così splendidi. Pure il giovane escort non è un fiore, e vedendo delle foto del film originale non li trovo così brutti. Sono volti dell'epoca, peraltro molto simili agli attori odierni. 

Per il resto non lo trovo così sconvolgente, considerando che al giorno d'oggi ci sono tanti ragazzi che non hanno neppure quelli, di amici. Il quesito è sempre lo stesso : meglio il ghetto obbligato dell'epoca o la solitudine di essere un anonimo tra tanti di oggi? 

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2 minutes ago, Ghost77 said:

Sono di parte perché tutto ciò mi ricorda le dinamiche del mio gruppo di amici del 2000-2001.

Oddio che ansia...

2 minutes ago, Ghost77 said:

Per il resto non lo trovo così sconvolgente, considerando che al giorno d'oggi ci sono tanti ragazzi che non hanno neppure quelli, di amici. Il quesito è sempre lo stesso : meglio il ghetto obbligato dell'epoca o la solitudine di essere un anonimo tra tanti di oggi? 

Ma non saprei, meglio un gruppo di amici più o meno stretti in cui non ci si sbrana perché si sceglie di rispettarsi, o ci si limita a qualche commento piccato senza però lanciarsi in comportamenti spietati.

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1 hour ago, schopy said:

Ma non saprei

Mah, vedi, era un po' come una famiglia. Ci sono i parenti che non si amano o sbottano, l'alternativa era la sfiga eterosessuale della provincia. Per me è stata la svolta. 

Peraltro non vedo tutta questa spietatezza, il gioco non aveva il fine di deridere i partecipanti quanto di mettersi a nudo gestiti da un dungeon master solo molto diretto. 

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Riconosco allora di essere stato molto fortunato con le gaye amicizie; o forse già si respirava un'aria diversa dieci anni dopo...o magari quello spietato sono io e non me ne accorgo 😅

Edited by schopy
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3 minutes ago, Krad77 said:

La famiglia però non si sceglie le amicizie sì.

Ovvio. Intendo che è il bene che ti vuoi ad essere più familiare rispetto ad amicale. Ci si strutturava pure in gerarchie familiari, io ero un novellino appena arrivato ma quelli più "vissuti" (poco più grandi di noi) creavano le parentele, tra sorelle cugine e zie, e il "nonnino" uno di 27 anni (ventisette, non 50!) chiamato al maschile perché era bisex. Ma un bisex vecchio stampo, un represso con storie femminili passate che stava con un nostro amico (e che oggi sta con una donna, un po' come il compagno di università nel film ). 

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