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Jess la Bombalera, ovvero dell'appropriazione culturale (?)


Bloodstar

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1 minute ago, metalheart said:

Non ne sarei così sicuro. Il Regno Unito sempre Europa è, e lì università come la SOAS a Londra (o la Soar, non mi ricordo come si chiama) ci sono, e gli inglesi neri (di origine giamaicana o altro) sono a tutt’orecchi

Ma parliamo comunque di una storia di colonialismo,

una storia che ha dato ai Neri un odio giustificatissimo verso i Bianchi.

I Neri in Italia semplicemente non ci odiano e le brutte storie coloniali

riguardano una percentuale di Somali ed Eritrei minuscola rispetto al totale.

 

Al contempo se io vedo un Nigeriano non penso al fatto che i miei avi hanno rapito la sua famiglia per trattarla come animali

né penso che sia venuto qui perché abbiamo depredato e distrutto il suo Paese, non provo quel senso di colpa schiacciante

che prova uno Statunitense o un Britannico di sinistra. Non ho nessuna colpa ancestrale da scontare nei suoi confronti.

Per me non è diverso da un Moldavo o da un Marocchino.

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31 minutes ago, Almadel said:

Al contempo se io vedo un Nigeriano non penso al fatto che i miei avi hanno rapito la sua famiglia per trattarla come animali 

Certo, poi molti bianchi statunitensi magari discendono da contadini irlandesi, quindi l'assioma bianco uguale discendente di sporchi colonialisti è un po' falsato...in Italia non si parla molto del passato coloniale, perché tra i tanti affezionati al motto "ha fatto anche buone cose" vige la convinzione che, non avendo tratto i nostri avi grandi ricchezze dall'Impero, il nostro colonialismo non può essere stato davvero feroce. Eppure pare che nei campi di concentramento italiani nel corno d'Africa siano morte forse un milione di persone in pochi anni...

 

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3 minutes ago, schopy said:

Certo, poi molti bianchi statunitensi magari discendono da contadini irlandesi, quindi l'assioma bianco uguale discendente di sporchi colonialisti è un po' falsato...

Eh direi.

3 minutes ago, schopy said:

Eppure pare che nei campi di concentramento italiani nel corno d'Africa siano morte forse un milione di persone in pochi anni...

Vero, ma il 95% dei Neri che sono qui col nostro maledetto colonialismo non c'entrano nulla.

A meno di non estendere i nostri sacrosanti sensi di colpa a chiunque abbia lo stesso colore della pelle dei Somali...

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Va detto che il mito del buon Italiano. degli Italiani brava gente, è forse stato uno dei pochi successi della propaganda fascista.

Più che dettare un agenda nei rapporti con gli immigrati direi sia un sostegno del tutto generico ad un complessivo costrutto "moderato"

Il moderatismo politico italiano si regge su una serie di letture tranquillizzanti e autoassolutorie, non solo del colonialismo e dei crimini di guerra fascisti ma anche della mafia o del terrorismo politico,  ma di per suo direi che crei una sorta di forma mentis piuttosto che indirizzare il dibattito politico attuale in una direzione piuttosto che in un'altra

Questo non ha impedito di polemizzare fortemente negli ultimi 20 anni contro l'islam, ma lì ci si muove nell'ambito dello scontro di civiltà piuttosto che in quello razziale

 

 

 

 

 

 

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16 hours ago, freedog said:

dimentichi che la questione razziale può diventare un'eccellente arma di distrazione di massa per nascondere i guai veri (e l'incpaacità cronica di chi non sa nemmeno da che parte cominciare ad analizzarli).

Certamente, ma non sarà un dibattito razionale e costruttivo, sarà solo una cortina fumogena temporanea e marginale, diretta ad una popolazione sempre più anziana, ignorante, disorientata e propensa a guardare al passato con nostalgia piuttosto che al futuro con speranza.

3 hours ago, metalheart said:

Non ne sarei così sicuro. Il Regno Unito sempre Europa è, e lì università come la SOAS a Londra (o la Soar, non mi ricordo come si chiama) ci sono, e gli inglesi neri (di origine giamaicana o altro) sono a tutt’orecchi

per nulla d’accordo, lo sfaldamento sociale di cui parliamo non e confinato agli USA, coinvolge tutto il mondo e si svolge sui social. Avevo linkato l’articolo delle due giornaliste italiane del New York Times sulla presunta blackface di Di Maio, per farti un esempio

Credo che troverà una qualche risoluzione. Attenzione a nominare i social network e certo web, perché sono formidabili strumenti di influenza della massa.

1 hour ago, Hinzelmann said:

Questo non ha impedito di polemizzare fortemente negli ultimi 20 anni contro l'islam, ma lì ci si muove nell'ambito dello scontro di civiltà piuttosto che in quello razziale

Di fatti l'Islam prescinde la questione razziale (è una religione che include praticamente tutte le razze umane), eppure qualche ragionamento razionale e apolitico sulla compatibilità di quella religione con i costumi e le libertà occidentali andrebbe fatto, a mio avviso. Se non altro vista la crescente popolazione musulmana dei paesi europei.

Edited by ldvrsp
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1 hour ago, Almadel said:

Vero, ma il 95% dei Neri che sono qui col nostro maledetto colonialismo non c'entrano nulla.

Certo, la situazione rimane comunque non raffrontabile con quella degli USA.

1 hour ago, Hinzelmann said:

Questo non ha impedito di polemizzare fortemente negli ultimi 20 anni contro l'islam, ma lì ci si muove nell'ambito dello scontro di civiltà piuttosto che in quello razziale

Beh sì, nessuno temeva gli iraniani prima della rivoluzione, anzi molti italiani finivano lì per lavoro 😊

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1 hour ago, Hinzelmann said:

il mito del buon Italiano. degli Italiani brava gente, è forse stato uno dei pochi successi della propaganda fascista.

mah.. forse più della propaganda dc anni 50: ha aiutato a "lavarci le coscienze" dal fatto che abbiam portato le camicie nere...

47 minutes ago, ldvrsp said:

ma non sarà un dibattito razionale e costruttivo, sarà solo una cortina fumogena temporanea e marginale, diretta ad una popolazione sempre più anziana, ignorante, disorientata e propensa a guardare al passato con nostalgia piuttosto che al futuro con speranza

certo.

e questo perchè cmq la comunicazione in generale e la propaganda politica in particolare ormai come orizzonte temporale non vanno mai al di là delle prossime elezioni, qualunque esse siano (dal parlamento al comitato di quartiere di vattelappesca di sotto)

 

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Just now, freedog said:

mah.. forse più della propaganda dc anni 50: ha aiutato a "lavarci le coscienze" dal fatto che abbiam portato le camicie nere...

Alla DC che in ogni caso ci si è sdraiata sopra, si possono attribuire responsabilità più specifiche di alcune sue nuove declinazioni

Ad esempio il mito del soldato italiano buono e umano, amato anche dai Russi, dai Greci o dai popoli invasi in contrapposizione al tedesco cattivo

Oppure l'enfasi sull'amicizia fatale con Hitler, che travia Mussolini...contraddetta a dire il vero dal modo opportunistico in cui l'Italia entrò in guerra

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1 hour ago, Hinzelmann said:

Alla DC che in ogni caso ci si è sdraiata sopra

È proprio così; politicamente trovo sia stata una soluzione molto ben riuscita, è servita da meccanismo di "rimozione collettiva" del problema.

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Pensate che senso di colpa lancinante hanno i russi per lo sterminio degli ucraini attraverso la carestia .. ah giusto no, gli ucraini sono bianchi 

Il senso di colpa per il colonialismo dovrebbe essere correlato al concetto di spoliazione e conseguenze perduranti sulla società colonizzata

Per esempio, Londra e l'Inghilterra senza tratta dei neri verso l'America spagnola e senza india sarebbero rimaste piccole realtà provinciali spopolate

5 anni di occupazione italiana in Etiopia hanno avuto un tasso di mortalità inferiore all'occupazione del Friuli da parte degli austriaci nella prima guerra mondiale 

In effetti temo che abbiamo ammazzato molti più slavi e greci (questi ultimi aggravando la carestia) durante la ii gm che africani 

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53 minutes ago, Demò said:

Il senso di colpa per il colonialismo dovrebbe essere correlato al concetto di spoliazione e conseguenze perduranti sulla società colonizzata

Be', sono stati gli italiani a creare i confini fra Etiopia ed Eritrea e (parzialmente) fra Etiopia e Somalia, entrambi fonti di conflitti lunghi e sanguinosi.

Sono stati gli italiani a creare la Libia con tutti gli attriti che ne conseguono oggi. 

Il fatto che l'Italia non si sia minimamente arricchita con le colonie e che non le abbia propriamente spogliate à l'anglaise non significa che non abbia creato dei disastri come tutte le altre potenze coloniali. 

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22 minutes ago, Bloodstar said:

Be', sono stati gli italiani a creare i confini fra Etiopia ed Eritrea e (parzialmente) fra Etiopia e Somalia, entrambi fonti di conflitti lunghi e sanguinosi.

Sono stati gli italiani a creare la Libia con tutti gli attriti che ne conseguono oggi. 

Il fatto che l'Italia non si sia minimamente arricchita con le colonie e che non le abbia propriamente spogliate à l'anglaise non significa che non abbia creato dei disastri come tutte le altre potenze coloniali. 

sono stati gli eritrei a combattere una sanguinosa guerra di indipendenza contro gli etiopi (https://en.wikipedia.org/wiki/Eritrean_War_of_Independence)

al massimo puoi imputare al colonialismo italiano di aver creato una Nazione, ma non mi sembra un risultato scontato in Africa

Gli attriti della Libia non ci sarebbero se non fosse stata bombardata da francesi e inglesi qualche anno fa, per cacciare Gheddafi 

quanto alla Somalia...non ne so abbastanza onestamente, capisco l'indipendentismo della parte ex inglese, capisco il tribalismo, mi sfugge perchè sia andata in frantumi, ma sarebbe etnicamente e religiosamente omogenea e non ha risorse naturali 

in realtà la caratteristica delle ex colonie italiane, a dispetto dei Conghi, Tanzania, Kenya etc è di essere potenzialmente degli stati nazionali

alla fine la vera colpa dell'Italia è di essersi disinteressata di questi paesi, lasciando che diventassero aree di scontro tra altre potenze e rinunciando ad una proiezione internazionale

 

A me sembra che in Italia ci siano difficoltà a pensare in ottica di politica internazionale 

In fin dei conti è più facile spendere 100 milioni per un bonus alle casalinghe o elemosinarne 10 alla Tunisia per fargli bloccare gli sbarchi 

Che mettere 6 milioni per finanziare scuole e borse di studio in Eritrea (tra cui la scuola italiana di Asmara, che ha appena chiuso)

 

Edited by Demò
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Beh è chiaro che la povertà delle nostre colonie non avrebbe incoraggiato la spoliazione di chiunque le avesse possedute

Fare un discorso sintetico per paesi diversi non è facile, ma l'idea di fondo del colonialismo demografico-agrario, che peraltro fu l'idea guida a partire da Crispi e Mussolini si limitò a riprendere paro-paro è semplice e avrebbe implicato l'acquisizione al demanio pubblico di tutta la terra coltivabile e la sua distribuzione per il popolamento, oltre che la preventiva pacificazione dei territori con la repressione dei movimenti di resistenza ( soprattutto in Libia ed Etiopia i morti ed i deportati furono molti in relazione alla popolazione stimata )

Mussolini trovò solo la formula giornalistica dell' "impero del lavoro"

Questo c'era e questo si sarebbe preso, con due osservazioni accessorie che non mi paiono irrilevanti

Non basta sottrarre terre agli indigeni e distribuirle, se poi le aziende agricole non sono collegate da una rete di infrastrutture, talché  ci si rese subito conto che l'impresa di costruire strade e ferrovie ad un costo ovviamente più elevato che in Italia, rischiava di rendere antieconomica la produzione agricola ( a prescindere dalla repressione delle guerriglie e dai fatti militari )

Di fatto il regime fascista riuscì a portare in tutto l'impero coloniale italiano circa 31.000 lavoratori agricoli dei quali in Africa orientale poco più di 3000 ( quasi tutti in Libia quindi )

Quanto al commercio è noto che i cd prodotti coloniali servivano più che altro a far vedere agli Italiani che avevamo un impero, ma banane caffè e karkadé oltre ché scarsamente rilevanti erano sussidiati e soprattutto una volta dirottati dai tradizionali mercati a quello metropolitano facevano perdere pure quella minima raccolta di valuta straniera che avrebbero mantenuto se venduti loclmente fuori dall'impero

Insomma fu un disastro economico totale, ma non certo per generosità quanto per stupidità e diktat politici

 

 

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55 minutes ago, Demò said:

A me sembra che in Italia ci siano difficoltà a pensare in ottica di politica internazionale 

Probabilmente manca la mentalità da Commonwealth...che poi sia un bene o un male non saprei davvero.

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Indubbiamente,  soprattutto l'Etiopia (penso di aver già letto l'articolo  che Citi, sulla mancata valorizzazione dell'AOI)

Ma per libia Eritrea e Somalia ci sono ragioni non prettamente legate al colonialismo demografico 

L'Eritrea nasce dall'illusione che una base commerciale sul mar rosso avrebbe consentito all'italia di approfittare del canale di suez. Poi Massawa e il resto ce lo siamo presi su invito inglese nel contesto della rivolta mahdista (avete presente la disfatta di Adua? Guardate che non è capitato solo a noi)

La Somalia è ancora una volta frutto di invito inglese (evitare che la Germania o la Francia si aspettassero nei pressi di suez)

E considerazioni analoghe per la libia, che in parte e dovuta ai trasformismi giolittiani per raccogliere consensi dai nazionalisti,  in parte dalla necessità di non farsi circondare dalla Francia che già aveva Tunisia e Algeria 

In altre parole il colonialismo italiano liberale e stato in parte un proxy inglese, se si eccettua la folle parentesi di Crispi

Non che sia un caso isolato 

Anche Olanda e Portogallo sono stati adoperati nello stesso modo 

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Sì è vero che l'Italia ha approfittato di inviti inglesi, salvo la questione di stabilire il come ed il quanto ( la storiografia liberale tende per ragioni di prestigio nazionale a non vederle come graziose concessioni ma come guadagni diplomatici sfruttamento di situazioni favorevoli ) ma il fatto che del tutto legittimamente l'Inghilterra preferisse gli Italiani ai Francesi o ai Tedeschi non toglie niente alle responsabilità nostre. Inizialmente si trattò genericamente di "prestigio coloniale" mero nazionalismo senza altre implicazioni, l'idea di avere una colonia come gli altri paesi europei e partecipare al gioco spartitorio. Non bastava un possedimento o una base commerciale serviva una colonia.

Poi Crispi dà veste organica all'idea che fin dall'inizio coniuga il riconoscimento dei confini eritrei da parte del Negus alla pretesa italiana di stabilire sull'Etiopia un protettorato

La folle parentesi di Crispi, fu folle ma non fu una parentesi non solo -ed è evidente- il fascismo ci si ricollegherà a posteriori, ma anche il partito coloniale che porterà a sfruttare questa volta  la triplice per ottenere la quarta sponda in Libia svilupperà l'idea del Crispi

 

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Non c'era forse solo Crispi, ma anche Umberto i

Se Umberto fosse stato come Leopoldo ii del Belgio avrebbe convocato un congresso Internazionale a scopo umanitario mentre mandava esploratori in africa a far segnare pezzi di carta a capi tribù, promettendo contemporaneamente libertà di commercio alle varie potenze nei territori riconosciuti di sua proprietà 

Invece un un Savoia ragionava in ottica militare, come d'altronde Crispi che ordinava al povero Baratieri di non aspettare che l'esercito etiopico si sfaldasse x malattie e scarsi rifornimenti,  ma di attaccare e procurare i mezzi alle sue truppe "come Napoleone che faceva la guerra a spese dei popoli conquistati "

Quindi direi che forse il prestigio coloniale serviva per lenire la mancanza di vittorie militari nella terza guerra di indipendenza e nella mentalità arretrata, di non comprensione del concetto di sfruttamento economico delle colonie 

Comunque,  https://it.m.wikipedia.org/wiki/Pietro_Acciarito, un un anarchico poteva cercare di ammazzare Umberto dicendo "si spendono milioni in africa e il popolo ha fame"

 penso come al solito che l'Italia sia stata l'unica a coltivare per molto tempo una politica "delle mani nette" chiaramente anticolonialista 

Che ci si è ritorta contro, facendoci perdere occasioni buone che potevano attenuare la carenza di materie prime, mentre gli altri paesi si espandevano

In questo senso lo schiaffo di Tunisi è stato un trauma che ha fatto svoltare la nostra politica coloniale

 

Non ritengo per questo giusto biasimare l'Italia,  noi un tentativo di investire sulla cooperazione l'abbiamo fatto con la Tunisia 

Ce lo hanno tolto nel peggiore dei modi

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9 minutes ago, Demò said:

penso come al solito che l'Italia sia stata l'unica a coltivare per molto tempo una politica "delle mani nette" chiaramente anticolonialista 

Che ci si è ritorta contro, facendoci perdere occasioni buone che potevano attenuare la carenza di materie prime, mentre gli altri paesi si espandevano

È sorprendente come tu parli della cosa come risalisse a qualche anno fa 😅 comunque, che Umberto I non si sia comportato come Leopoldo del Belgio in Congo non può che rallegrarci.

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 @schopy

Se come italiano e bianco devo cospargermi il capo di cenere per le malefatte del colonialismo 

Vorrei almeno avere le metropolitane costruite coi soldi del rame del katanga o dei diamanti di kimberley 

Poi son storie vecchie si ma ci son tanti paesi che campano ancora di rendita su quelle cose

Vai a guardare chi sono le multinazionali che si occupano di estrarre minerali in africa, che proprietà hanno e da che società si sono fuse, scisse, trasformate e ridenominate 

Questa poi è sublime: https://en.m.wikipedia.org/wiki/Umicore

Ha fatto i capitali usando i neri per estrarre il rame e oggi si occupa di tecnologie verdi ecocompatibili 

Greta fustigami più forte con quelle tue trecce ariane, sono la tua putt***

*tecnologie verdi ecocompatibili per la lavorazione del rame....comprato in congo da altre società connesse lol

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10 hours ago, Demò said:

 @schopy

Vai a guardare chi sono le multinazionali che si occupano di estrarre minerali in africa, che proprietà hanno e da che società si sono fuse, scisse, trasformate e ridenominate

Non sono affatto stupito 😊 né mi stupiscono le operazioni di green washing più o meno riuscite o le riconversioni tardive...

 

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13 hours ago, Demò said:

penso come al solito che l'Italia sia stata l'unica a coltivare per molto tempo una politica "delle mani nette" chiaramente anticolonialista 

E' vero che il punto di svolta per gli obiettivi di politica estera italiana fu il cd "schiaffo di Tunisi" del 1881

Forse se la Francia non avesse umiliato l'Italia, tendenza che però direi sia strutturale per quel paese, se l'Inghilterra non avesse ritenuto più conveniente dividere il canale di sicilia fra due paesi diversi piuttosto che riconoscere un protettorato italiano che sarebbe stato solo diplomatico e quindi trarne legittimazione per le proprie mire in Egitto, le cose potevano andare diversamente

Fu questo episodio ad essere determinante, mentre lo scarso rendimento militare del nostro esercito e l'indebitamento che le guerre di indipendenza avevano comportato, semmai stanno all'origine del fatto che né Cairoli né Depretis volessero una spedizione militare, ma sperassero di raggiungere dei risultati sul piano diplomatico con l'accordo della Francia, paese "amico" etc

Il risultato fu che la spedizione militare la fece la Francia e la carriera politica di Cairoli fu stroncata

 

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23 hours ago, ldvrsp said:

Certamente, ma non sarà un dibattito razionale e costruttivo, sarà solo una cortina fumogena temporanea e marginale, diretta ad una popolazione sempre più anziana, ignorante, disorientata e propensa a guardare al passato con nostalgia piuttosto che al futuro con speranza.

Credo che troverà una qualche risoluzione. Attenzione a nominare i social network e certo web, perché sono formidabili strumenti di influenza della massa.

Di fatti l'Islam prescinde la questione razziale (è una religione che include praticamente tutte le razze umane), eppure qualche ragionamento razionale e apolitico sulla compatibilità di quella religione con i costumi e le libertà occidentali andrebbe fatto, a mio avviso. Se non altro vista la crescente popolazione musulmana dei paesi europei.

Insomma,  mi sembrano considerazioni da Oscar Giannino 

A parte che dubito esistano dibattiti razionali sul multiculturalismo 

È un problema che la gente "risolve" qua come in Galles o in Olanda,  votando estrema destra o partiti fricchettoni 

E non esiste una risposta razionale alla questione immigrazione,  perché presuppone una presa di responsabilità della politica contro la volontà degli elettori tanto di destra che di sinistra  (tipo investiamo per garantire istruzione e vita adeguata ma rimpatriamo i delinquenti  le moschee devono contarsi sulle dita di una mano ed essere stracontrollate, etc)

Per esempio,  a dispetto delle tue preoccupazioni economiche , penso che la struttura demografica articolata su distretti industriali in provincia e città di dimensioni medio piccole salvi automaticamente l'italia dalle conseguenze viste in altri paesi, perché favorisce l'integrazione evitando ghetti (il ghetto non è il quartiere di 6000 abitanti con studenti e immigrati,  è il quartiere da 60000 abitanti)

Quanto agli stati uniti,  https://www.repubblica.it/esteri/2020/09/09/news/usa_utah_polizia_spara_a_tredicenne_autustico-266656536/

Secondo me col declino economico e politico sono destinati a diventare ancora più pazzi

L'Italia è un paese solido, abbiamo un problema di debito ma stiamo in piedi.

 

Edited by Demò
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9 hours ago, Demò said:

Insomma,  mi sembrano considerazioni da Oscar Giannino 

A parte che dubito esistano dibattiti razionali sul multiculturalismo 

È un problema che la gente "risolve" qua come in Galles o in Olanda,  votando estrema destra o partiti fricchettoni 

E non esiste una risposta razionale alla questione immigrazione,  perché presuppone una presa di responsabilità della politica contro la volontà degli elettori tanto di destra che di sinistra  (tipo investiamo per garantire istruzione e vita adeguata ma rimpatriamo i delinquenti  le moschee devono contarsi sulle dita di una mano ed essere stracontrollate, etc)

Per esempio,  a dispetto delle tue preoccupazioni economiche , penso che la struttura demografica articolata su distretti industriali in provincia e città di dimensioni medio piccole salvi automaticamente l'italia dalle conseguenze viste in altri paesi, perché favorisce l'integrazione evitando ghetti (il ghetto non è il quartiere di 6000 abitanti con studenti e immigrati,  è il quartiere da 60000 abitanti)

Quanto agli stati uniti,  https://www.repubblica.it/esteri/2020/09/09/news/usa_utah_polizia_spara_a_tredicenne_autustico-266656536/

Secondo me col declino economico e politico sono destinati a diventare ancora più pazzi

L'Italia è un paese solido, abbiamo un problema di debito ma stiamo in piedi.

 

Oscar Giannino è un liberale, e le sue posizioni in relazione all'economia, e solo all'economia, le condivido nella quasi totalità. Ebbene sì, non appartengo alla ormai foltissima schiera che vede il liberalismo come il mostro da uccidere a qualsiasi costo.

Esiste, è lapalissiano, una risposta razionale alla questione immigrazione… un governante dovrebbe sempre cercare la via razionale per la risoluzione delle criticità.

9 hours ago, Demò said:

Quanto agli stati uniti, [omissis]

Secondo me col declino economico e politico sono destinati a diventare ancora più pazzi

L'Italia è un paese solido, abbiamo un problema di debito ma stiamo in piedi.

 

Ma certo, gli americani sono del tutto pazzi e l'America è una nazione in pieno declino economico. Meno male che c'è l'Italia da cui prendere esempio. Meno male che l'Italia, con i successi economici degli ultimi decenni sta lì, a rappresentare un fulgido esempio che tutti gli altri dovrebbero emulare, America, UK, Germania, Australia...

Ah, e, dato che ci sono, possono anche prendere ad esempio la nostra classe politica...

Aspetto migliaia di immigrati americani istruiti e persino laureati che vengano in Italia per fuggire al declino economico della loro nazione.

P.S. Piccolo dettaglio: l'economia italiana in questo momento si tiene in piedi solo ed esclusivamente grazie alla BCE che la tiene per le ascelle.

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2 hours ago, ldvrsp said:

Oscar Giannino è un liberale

si, e sgarbi è un critico d'arte

sai cosa sono entrambi? personaggi televisivi. Con la differenza che Sgarbi di arte ne sa

2 hours ago, ldvrsp said:

Meno male che c'è l'Italia

si i laureati vanno pure a dubai, non è un posto da quale prendere esempio

così come non è detto che città globale/attrattiva e democrazia/primo mondo vadano sempre assieme ai nostri giorni

poi tu vai da un estremo all'altro. Questo è un paese solido, forse anche fermo e immobile, ma che sta in piedi

qua saccheggi per le strade non ne vedo

e i nostri poliziotti per quanto brutali, sanno disarmare un egiziano col coltello alla gola di un loro collega, senza sparare

https://youtu.be/MKwmvLgELdI

https://youtu.be/v5QFjk61cUA

 

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On 9/7/2020 at 4:52 PM, ldvrsp said:

La società americana (inclusa la porzione black) alla fine è pragmatica, e troverà, secondo me, il modo di superare anche questo momento difficile, magari senza Trump.

Finché non risolveranno la questione di classe che sottende quella razziale non supereranno un bel niente, e non c'è nessuno che abbia intenzione di farlo ad ora

Al massimo vedremo più quadri aziendali neri o appartenenti a minoranze etniche imposti con quote apposite, così che le aziende possano vantare di essere leader nella inclusivity e nella diversity. Senza però che i problemi di fondo e generalizzati a tutti i neri vengano minimamente scalfiti

I ghetti, con la conseguente esclusione sociale e segregazione razziale de facto, sono ancora lì immacolati e credo anzi in aumento

D'altronde sono ormai talmente estesi, basti pensare al Bronx, che diventa anche difficile agire

Di questo gli americani o almeno la sinistra americana si preoccupa? Per niente, preferiscono passare il tempo ad accusare i bianchi di essere privilegiati e spiegare perché Adele con i capelli Bantu sia una razzista rea di appropriazione culturale

Arrivano anzi pure a promuovere la segregazione razziale con la scusa del "safe space". Come accade ormai in molti campus universitari dove c'è il dormitorio per i bianchi e quello per i neri, ci sono gli eventi per i bianchi e quelli per i neri, ci sono le cerimonie di laurea per i bianchi e quelle per i neri 

"We at the National Association of Scholars (NAS) recently launched Separate but Equal, Again: Neo-Segregation in American Higher Education, a project examining racial segregation on college campuses such as Columbia University, Yale University, MIT, and others. Surveying 173 schools, we found that 42 percent offer segregated residences, 46 percent offer segregated orientation programs, and 72 percent host segregated graduation ceremonies."
https://www.nationalreview.com/2019/05/american-colleges-segregated-housing-graduation-ceremonies/

Questa non è nient'altro che la naturale conseguenza delle identity politics

Edited by Uncanny
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2 hours ago, Uncanny said:

 a project examining racial segregation on college campuses such as Columbia University, Yale University, MIT, and others. Surveying 173 schools, we found that 42 percent offer segregated residences, 46 percent offer segregated orientation programs, and 72 percent host segregated graduation ceremonies.

ma sei sicuro che siano state introdotte di recente come risposta ad una crescente domanda di avere un "safe space" o ci siano semplicemente sempre state? 

Chiedo, non sono polemico.

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Paedicator1987
3 hours ago, Beppe_89 said:

ma sei sicuro che siano state introdotte di recente come risposta ad una crescente domanda di avere un "safe space"

Si può anche capire questo desiderio di sicurezza da parte di una minoranza non particolarmente apprezzata per ragioni storiche, religiose e (pseudo)scientifiche,

Certo non ci si può meravigliare se poi la segregazione per sicurezza sconfini pericolosamente nella segregazione per inferiorità.

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Ovvio che decenni di politiche che hanno enfatizzato il diritto di scelta delle famiglie, tendono per loro natura a produrre la cd "segregazione per scelta"

Non è la stessa cosa di una segregazione legale istituzionalizzata, perchè al contrario l'istituzione deve essere tedenzialmente cieca ( al punto che se un'insegnante dice di essere cubana anche se non sembra...o nera, anche se non sembra, è più conveniente non indagare sulla veridicità di quanto dichiara ) e poi corrisponde anche all'idea americana del servizio di comunità ( cioè costruito dal basso a livello di distretto scolastico ) che fa percepire come forma di statalismo socialista, anche i tentativi dei singoli stati di razionalizzare la rete scolastica ( figuriamoci condizionare le scelte dei genitori )

A questo punto ci sta anche che dopo aver costruito un ambiente ostile all'integrazione con dei poteri pubblici legalmente ciechi, si formi sempre dal basso anche una una domanda di "spazi sicuri" che non è altro che la conseguenza di come il servizio pubblico è stato costruito

Certo non è l'unica conseguenza, le destre o i liberali sostengono che il diritto di scelta rende scuole e ospedali enti in grado di competere fra loro per rendere un servizio migliore, i Repubblicani non hanno mai detto di voler produrre segregazione, ma competizione e di voler meglio assecondare i desideri delle famiglie etc

Peraltro anche in Italia si è andati in questa direzione ( ma noi avevamo alle spalle lo statalismo fascista-napoleonico l'idea che l'istruzione è una funzione pubblica non un servizio reso ai cittadini )

 

Edited by Hinzelmann
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23 hours ago, Beppe_89 said:

ma sei sicuro che siano state introdotte di recente come risposta ad una crescente domanda di avere un "safe space" o ci siano semplicemente sempre state? 

Chiedo, non sono polemico.

La prima casa-dormitorio segregata è stata fondata nel 1969 come riporta l'articolo, quindi non è un fenomeno nuovo. Anche se in questo caso è nata in seguito ad un'occupazione da parte di un gruppo di studenti neri

Separatismo e nazionalismo nero e i movimenti di "black power" fra cui le Black Panther, nati in contrasto all'integrazionismo di Luther King, risalgono agli anni '60 

Quale sia stata la prima abitazione segregata per decisione dell'università e delle autorità accademiche non saprei dirlo

Le motivazioni dietro, anche per le prime nate da occupazione, sono sempre state in ogni caso quelle razzial-identitariste e del "safe space"

"The pervasiveness of neo-segregation marks a troubling era of racial politics on college campuses. Career diversicrats such as Yale University president Peter Salovey say that neo-segregated programs foster diversity and inclusion, but they don’t. Rather, neo-segregation erodes students’ sense of unity, reduces the quality of intellectual life on campus, and perpetuates discredited racialist thinking."

Le identity politics, che in forma disorganica imperversano in ambito accademico da decenni (lì sono nate e si sono sviluppate), hanno costituito e continuano a costituire il sostrato ideologico di questo neo-segregazionismo

Edited by Uncanny
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