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La solitudine degli omosessuali


cambiapelle

Pensate che la solitudine sia maggiormente presente nei gay rispetto agli etero?  

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  1. 1. Pensate che la solitudine sia maggiormente presente nei gay rispetto agli etero?

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Sul concetto di tolleranza ho versato sangue, sudore e lacrime... E' vero, la traduzione letterale è "sopportare", ma non la si deve intendere negativamente come fai tu.Tu giustamente dici che c'è il rischio di un eccessivo "buonismo", per cui uno si propone di "tollerare" un omosessuale e di alleviare la sua solitudine facendo ragionamenti del tipo "poverino, com'è stato sfortunato, devo stargli vicino, devo abbassarmi per farlo sentire meno solo"... Il che è DAVVERO raccapricciante.Quindi ci tengo a precisare che quando si usa il termine "tolleranza" lo si fa sì nel senso di "sopportare", ma il sopportare va a sua volta inteso come "accettare" e "rispettare" le differenze, cioè senza pretendere che le differenze diventino uguaglianze.Insomma, se tu temi il pericolo del mettersi su un piano di superiorità, io temo il pericolo del mettersi sullo stesso piano. Il fatto è che i due piani devono essere allo stesso livello, ma sono distinti: è questo il succo della vera integrazione, che non deve essere "beneficienza" ma nemmeno "omogeneizzazione".La solitudine degli omosessuali forse non sarà inevitabile e sarà anche conseguenza di vari fattori legati al soggetto e al contesto, ma nessuno di noi può negare che molti omosessuali si sentano effettivamente soli come conseguenza dell'emarginazione sociale.E, anche se meno appariscente di altre forme di discriminazione (unioni civili eccetera), anche questa è discriminazione - o forse ne è la ssotanza.Perché naturalmente non possiamo pensare di ottenere tutti i vari diritti civili che rivendichiamo in sede legislativa se contemporaneamente non cambia la mentalità del popolo che quelle leggi forma.

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ForbiddenLove

my loneliness is killing me... and I, I must confess, I still believe...La solitudine è terribile e persone deboli circondate da omofobi, davvero tentano il suicidio... avevate sentito la notizia di quel ragazzino straniero primo della classe che si era buttato dal balcone perchè lo prendevano in giro sulla sua presunta omosessualità??? questo mondo è corrotto dla pregiudizio, non serve a niente illudersi di essere accettati, ahimè...Su 100 "tolleranti", ne trovate almeno altri 100 "omofobi"... :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl::asd: :asd: :cry: :cry:

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Sì, Magiclove, è di quel ragazzo che stiamo parlando da mesi. E se ne è parlato anche al Gay Pride.La tua significativa citazione sulla solitudine proviene da una versione inglese di Kierkegaard o che altro?

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Guest Raindrops88

ahahaha, Yrian vogliamo scrivere il dialogo sui massimi sistemi di Britney e Kierkegaard? :rotfl:Comunque, la solitudine è un momento che si passa un pò tutti. Non è una caratteristica intriseca di nessuno di noi. Io per esempio, nei viaggi preferisco la solitudine, ma ovunque io viva (non ho vissuto solo a Roma) ho bisogno di crearmi una fittissima rete di amicizie e conoscenze. Quando sento della musica amo essere solo soletto, ma quando vado al cinema se sono solo mi deprimo veramente da matti. Se poi addirittura si vuole attribuire la solitudine all'omosessualità allora non posso che non essere d'accordo. Se qualcuno si chiude in un guscio perchè non riesce a rendere la sua esistenza migliore per via di qualche cretino che lo circonda, evidentemente o è terribilmente pessimista, o è terribilmente incasinato, o non ha scoperto i veri valori dell'amicizia, che vanno ben al di là di qualsiasi colpo un rompiballe tenti di infliggerti.

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  • 2 weeks later...
o è terribilmente incasinato
Ecco, appunto, sottolineamo anche questo aspetto.Esistono comunque omosessuali la cui solitudine è strettamente connessa all'ambiente in cui sono immersi. Ci sono gay che vivono in paesini situati in zone molte isolate, in cui la discriminazione crea una situazione di solitudine, che può essere superata(come spesso accade, per fortuna) quando ci si allontana per trasferirsi in centri più grandi. Non tutti gli omosessuali scelgono di stare da soli. Un ragazzo di sedici anni che vive in una zona isolata d'Italia, a qualche ora da un centro abitato più grande e più aperto, non può essere incolpato della sua solitudine; una condizione che in genere supera quando, per studio o per lavoro, ha l'occasione(perché di questo si tratta) di uscire da un cerchio vizioso e soffocante che non ha di certo scelto per sé tutto da solo.
La solitudine non è una condizione ma uno stato d'animo. Se usciamo a fare la spesa non siamo soli. C'è gente. Questo è un punto che non si può contraddire. La solitudine è uno stato, e siamo noi, etero o gay a decidere se essere soli oppure vivere la vita e cercarci la compagnia.
Non è sempre vero. Dovresti sentire il ragazzo di cui sopra... spiegaglielo tu che " non è solo, è che si sente solo, tutto qui" senza correre il rischio di essere sbranato da un gay inferocito... Conosco un ragazzo che, fino a quando non si è trasferito a Roma, ha vissuto con un solo amico, gay anche lui, perché nei suoi confronti veniva fatto ostracismo a causa della sua omosessualità. La tua massima è vera quando si vive in ambienti in cui è possibile vivere l'omosessualità, non il contrario. A noi esseri umani piace pensare di essere gli unici artefici del nostro destino; peccato che viviamo in un contesto che, volenti o nolenti, ci influenza. Se in un dato momento della vita non possiamo cambiare il contesto( non è sempre possibile), queste massime perdono tutta la loro saggezza.
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Ciao a tutti,Volevo esprimere la mia considerazione sulla solitudine dei gay. Per la mia personale esperienza posso dirvi che la solitudine è qualcosa che purtroppo attiene strettamente alla persona ed al modo di rapportarsi con gli altri. Nel mio caso (ha preso atto di essere gay a 29 anni!!!) ho dovuto attraversare un brutto periodo di solitudine, ma, vi posso garantire che con la forza e con la tenacia ci se la fa ad uscirne...oggi ho molti amici (sia gay che etero) che sanno la mia vera identità sessuale e con i quali mi diverto moltissimo...ma, attenzione, se il soggetto gay è un soggetto debole/chiuso, la cosa è differente e sicuramente si può facilmente cadere anche in uno stato depressivo a causa dei condizionamenti esterni provenienti dalla società che ci circonda....bacio a tutti :cry:

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  • 2 weeks later...

io penso che per uscire dalla solitudine; bisogna affidarsi al nulla; ovvero fare quello che si vuole senza sforzi.A volte penso che soltanto trasgredendo; seguendo i propri istinti si riesce ad essere se stessi ed eliminare le paure degli altri

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Io penso di no, almno fino a quando si è giovani. certo pensare ai mie nonni sapendo che loro hanno noi e che una coppia gay non avendo figli... mi fà riflettere su molte cose. ma ncora lo devo maturare bene questo concetto.

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HaNKy87PaNKY

Dunque, prima di tutto voglio dimostrarmi sconvolto nei confronti di chi ha scritto che ha avuto problemi ad accettare la propria omosessualità perchè il mondo gay sembrava un mondo di sesso promiscuo.. Cioè, per accettare una propria condizione bisogna guardare quella degli altri? Non ha molto senso per me; io mi sono accettato a 13 anni con tranquillità e senza chiedermi niente sugli altri gay. Il modo degli altri di vivere la propria omosessualità non avrebbe certo plasmato la mia!Sempre verso i 13 anni ho tentato di togliermi la vita, ma non era per la mia omosessualità, ma per altri problemi (ridicoli, ripensandoci): questo per testimoniare che quando un omosessuale ha problemi, questi non devono per forza riguardare la sua sessualità! Anzi, io sono felice di essere gay proprio perchè ho la possibilità di dire e fare quello che voglio e di non subire una condanna perschè sono diverso.Vorrei tanto pensare che la solitudine prescinda dalla sessualità, ma alla fine continuano a venirmi alla mente esempi di ragazzi e ragazze gay soli: forse per l'errore di cui parlavo poco fa, ossia del guardare troppo gli altri? Forse in generale i gay sono più soli. Nel mio caso, l'essere gay mi ha soltanto aiutato a creare bellissimi rapporti e mi ha permesso di evitare di conoscere tantissimi stronzi. Grazie gayezza.

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La solitudine non è un prodotto degli ambienti piccoli, isolati o chiusi; nei grandi ambienti urbani, dove migliaia di persone vivono quotidianamente una vita frenetica e caotica inseriti in una enorme rete di rapporti interpersonali, la solitudine sembra essere all'ordine del giorno.Basta un gruppetto di amici o uno svago per sentirsi meno soli? Basta vivere una vita patinata per sentirsi felici? ... Non credo...La solitudine è la malattia dell'anima, un bisogno di estraniarsi da un mondo che ci sembra non appartenerci e non capirci. E' il prendere atto della propria diversità...Allora dalla solitusine si esce solo comprendendo che non si è diversi ma UNICI

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Ne sono convinto ma non mi sento solo. Si è soli e isolati quanto più ci si sente "diversi". Quanto più si è distanti dalla classificazione e dall'autocatalogazione, tanto più ci si rende conto di essere prima di tutto persone, e si vive con le altre persone serenamente... ma con tutto l'indottrinamento omofobo della società è quasi un miracolo che qualcuno riesca a farlo.

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I pensatori i riflessivi sono gli emarginati.Per il resto ora come ora se uno è gay o etero non centra con la solitudine.La solitudine va in base all'atteggiamento di una persona che puo essere introversa.Percui la preferenza di sesso non ne da sollecitazione.

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Dunque, prima di tutto voglio dimostrarmi sconvolto nei confronti di chi ha scritto che ha avuto problemi ad accettare la propria omosessualità.......
un po' ti invidio, io o scoperto di essere gay a 13 anni, verso i 16 ero in crisi ed ho cercato invano di diventare normale e solo a 20 mi sono accettato pienamente, il posto dove vivi e la gente che ti sta attorno è il carattere preponderante secondo me.
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XSI gli omofobi li incontri dappertutto.Certo è piu facile che ci siano persone di mentalità chiusa nei paesini di provincia.Ma in tutte le città c'è chi rispetta e convidide un amicizia con un omosessuale o che la ripugna.Gli omofobi sono persone normali...La normalità è monotonia di pensiero e di persona.

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Semplice le persone al mondo o non hanno voglia di usare il cervello per pensare e quindi non si pongono problemi di questo tipo.oppure semplicemente perchè molti non ne hanno le capacità non essendo persone profonde e con mentalità aperta.Quindi quando una persona è molto riflessiva e affronta argomenti ardui e complessi...magari quelli che gli stanno accanto non vogliono sentire o non capiscono e quindi annuiscono e ti lasciano li dove sei.I riflessivi profondi diventano cosi gli emarginati xkè non riescono ad adattarsi agli altri...al modo di pensare della massa.Oppure semplicemente xkè non gli interessa "Cazzeggiare" e avere amici da cazzeggio.Quindi rimane solo finchè non trova una persona simile a lui.

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funeralblues

Se ho capito bene la tua teoria sarebbe la seguente:Da una parte ci sono gli intellettuali, i fini pensatori, che cercano di sedurre il mondo articolando pensieri complessi ma non se li fila nessuno e per questo si struggono nella solitudine.Dall'altra ci sono i "cazzeggiatori perenni", persone non impegnative, che, per la loro provvidenziale superficialità, vanno a genio un po' a tutti e quindi non rischiano di essere emarginate.Mi sembra un tantino tirata per i capelli.

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HaNKy87PaNKY

NeoXis, La tua mi sembra una teoria troppo estrema. I pensatori e i riflessivi, proprio in quanto tali, dovrebbero rendersi conto che ci sono persone con cui affrontare argomenti seri e persone con cui cazzeggiare, concludere che nessuno può vivere solo, e sapersi adattare a relazionarsi sia con persone serie che con persone che "cazzeggiano", come dici tu. Altrimenti non sanno pensare.

Chi passa molto tempo a riflettere non è necessariamente solo.

 

un po' ti invidio, io o scoperto di essere gay a 13 anni, verso i 16 ero in crisi ed ho cercato invano di diventare normale e solo a 20 mi sono accettato pienamente, il posto dove vivi e la gente che ti sta attorno è il carattere preponderante secondo me.

 

Beh io dicevo che non capivo chi non riusciva ad accettare la propria omosessualità IN QUANTO vedeva il mondo gay perverso, non chi non riusciva ad accettarsi e basta :D

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A mio parere l'omosessualità c'entra fino ad un certo punto. Bisogna tenere anche conto del carattere di una persona e le circostanze fortuite che lo hanno portato magari nella solitudine...i primi due anni del liceo classico io mi sono sentito corllare il mondo addosso perchè mi trovavo(e anche tutt'ora) in una classe piena di omofobi, ma il segreto sta nel trovare anche una sola amicizia sincera, gli altri legami verranno dopo.

 

Beh io dicevo che non capivo chi non riusciva ad accettare la propria omosessualità IN QUANTO vedeva il mondo gay perverso

 

Non mi stupirei più di tanto: molti ragazzi per comprendere e interagire con i gay utilizzano internet, e nel web se ne vedono di tutte i colori. Forse è proprio questo il problema...anche la società per carità ha la sua colpa, ma come in ogni ambiente c'è gente omosessuale che alla fine mette in cattiva luce il proprio mondo, e sapendo che la maggior parte degli esseri umani giudicano a prima vista senza approfondire determinati concetti, gli capita un cretino davanti ecco là che si viene etichettati...

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  • 1 month later...

Helen Heyes nel film ''Anastasia'' dice una battuta che ben si adatta a questo tema:

''Siamo tutti soli...e quasi sempre per colpa nostra!''.

 

Non condivido appieno perchè molte volte anche gli altri ci mettono del loro, ma è in fondo una verità.

 

Secondo la mia esperienza credo che i gay faticano un pò di più per quanto riguarda la solitudine.

L'iter stesso di crescita è diverso da un ragazzo etero proprio perchè è diversa la sensibilità con cui si affronta.

Da piccoli si è discriminati o presi in giro perchè magari non si condividono gli stessi interessi (ragazze, calcio ad esempio) e per determinati atteggiamenti, noi stessi poi davanti a questo tipo di comportamento tendiamo a chiuderci in un nostro mondo con le nostre domande ed i nostri dubbi (è anche una forma di difesa).

In fondo far parte di ''un gruppo'' e venire accettati dagli altri è un desiderio comune sia agli etero che ai gay, ma a volte quando non possiamo essere noi stessi anche all'interno di un gruppo di persone ci si sente soli...ed è da qui che nasce la solitudine.

Quando si è piccoli magari si vorrebbe parlare con qualcuno per poter confrontarsi e sentirsi capiti o sentirsi tranquillizzati, ma nella maggior parte dei casi crescendo e maturando ciò che si è ci dobbiamo ''arrangiare'' da noi e capirci non è facile.

 

Oddio che confusione  :roll:, spero di esser stato chiaro... :P

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Premetto non ho letto le risposte precedenti.

 

Io ho scelto si, anche se potenzialmente è lo stesso, credo che i gay, soprattuto nelle prime fasi si isolino un pochino. Certamente poi si supera sta cosa. Perlomeno io sono stato molto solo, per lungo tempo. Ora sto recuperando.

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Nemmeno io ho letto le risposte precedenti e parlo per me...

Secondo me si, molti gay sono più soli di molti eterosessuali. C'è stato un periodo in cui io avevo completamente perso la voglia di uscire (avendo tutti amici etero) perchè pensavo: "tanto loro non mi capiscono, tanto io sono sono diversa da loro".

Boh forse un pò è carattere, ma a me il fatto di isolarmi è successo solo quando ho capito di essere lesbica (e non riuscivo ad accettarlo). E' anche vero che per stare bene con gli altri bisogna prima stare bene con se stessi...

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  • 4 months later...
Guest altromè

Ho votato si, ma la vera solitudine che provo a volte è quella di difficile amicizia verso gli etero. Mi spiego: se in palestra, tra amici o in qualunque altro posto se ti capita di conoscere un ragazzo solo a scopo di amicizia, per gli etero non c'è nessun problema. Piacere Tizio, Piacere Caio e si diventa amici. Ma se sanno che sei gay qualsiasi approccio, anche il più disinteressato, diventa sospetto. Così, per evitare l'imbarazzo a volte ci si isola, o si frequentano solo amici gay o i vecchi amici che anche se hanno saputo sono rimasti tuoi amici.

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si certo. a meno che non si dimentichi cosa si è passato ....

soli perchè quando si inizia a capire se stessi non si ha nesusno con cui confidarsi.

soli perchè mentre gli altri fanno le proprie esperienze , io sto a pensarmela.

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Credo che per gli omosessuali valga ciò che vale per gli appartenenti a qualsiasi altra minoranza: ti senti più solo in mezzo alla maggioranza che ti discrimina, ma - se le circostanze ti permettono di incontrare altri "come te" - trovi più facilmente compagnia e solidarietà.

 

anche io la penso più o meno così ed ho votato SI'

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  • 4 months later...

Ho votato si, ma la vera solitudine che provo a volte è quella di difficile amicizia verso gli etero. Mi spiego: se in palestra, tra amici o in qualunque altro posto se ti capita di conoscere un ragazzo solo a scopo di amicizia, per gli etero non c'è nessun problema. Piacere Tizio, Piacere Caio e si diventa amici. Ma se sanno che sei gay qualsiasi approccio, anche il più disinteressato, diventa sospetto. Così, per evitare l'imbarazzo a volte ci si isola, o si frequentano solo amici gay o i vecchi amici che anche se hanno saputo sono rimasti tuoi amici.

 

trovo che spesso questo sia spesso piu` un pregiudizio dei gay verso gli etero che viceversa. Chiaro che se hai a che fare con un nazista e` prevenuto. Ma io ho molti amici etero, e sanno delle mie inclinazioni sessuali, e non hanno nessunissimo problema a stare con me.

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