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Elenoire Ferruzzi


Serpente

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La rivista Rolling Stone la definisce "un'opera d'arte mobile", per voi uno dei personaggi più trash italiani degli ultimi anni è tale? Ecco qui l'intervista: https://www.rollingstone.it/pop-life/interviste-rr-style/elenoire-ferruzzi-e-unopera-darte-mobile/482402/

«Io non ho paura di niente e di nessuno, scrivilo! E di quello che pensa la gente non mi frega niente. Ho iniziato a operarmi a sedici anni e non ho mai usato la chirurgia plastica per correggermi. Col bisturi ho un rapporto artistico e volevo essere assolutamente quello che sono ora. Non ho mai avuto nessun problema con la mia interiorità, ma li ho avuti con gli altri!», dice. Mentre le parlo, mi rendo conto che è il dialogo più lungo con una transessuale che abbia mai avuto e mi sento goffo, lei non ci fa nemmeno caso e mi introduce alla sua visione del mondo: «Gli uomini etero si approcciano alle trans come ad esseri inferiori. Ti vogliono quasi sempre sfruttare o sottomettere. Sembrano dire: tu sei diventata così per piacerci. Oppure pensano che le trans siano tutte prostitute, ma questo era un fenomeno degli anni settanta». E aggiunge: «Il difetto che imputo a molte trans è quello di voler passare da donna biologica, che è semplicemente impossibile. Sotto questo aspetto pure loro subiscono una costrizione che impone la società, vogliono essere qualcosa di definito».

Mi piace la critica che Elenoire fa al mondo LGBT, perché lo fa dall’interno. Come nei suoi video, non fa tanti giri di parole: «E poi le trans parlano sempre di estetica, uomini e cazzi… io infatti ho pochissime amiche trans, si contano sulle dita di una mano».

Parlando della sua vita viene fuori di tutto: è laureata in lettere e ha pure insegnato in una scuola serale ma a un certo punto ha mollato «perché non era una situazione serena. Gli uomini mi chiedevano il numero…». Adora cantare ed è appena stata la madrina di una crociera gay per un’importante compagnia navale. È amica di Christian De Sica, con cui ha recitato, e di Simona Ventura. Si è innamorata una volta sola e di una persona che non le ha dato niente così adesso vive dell’amore di amici e famiglia. Ecco un tema importante: una famiglia che l’ha sempre supportata. Parla di loro come di angeli, descrive una madre che la accompagnava agli interventi e un padre imprenditore che la ama a dismisura. «Loro mi hanno accettata e capita per ciò che sono». Poi mi racconta del rapporto coi suoi fan, di quanti ha aiutato a fare coming out, delle madri che le scrivono per chiederle consiglio su come gestire la situazione con un figlio transgender o gay. «Penso che i genitori abbiano il diritto di sapere se un figlio è gay. Non si può nascondere. Loro ti hanno messo al mondo e tu da figlio hai il diritto di dirlo, qualunque sia la reazione, tanto il tempo aggiusta tutto». Insomma, fa praticamente volontariato e mi sorprende che si parli di lei, sia sui giornali che durante eventi del mondo LGBT, solo come di un fenomeno del web.

Ma se la sua è una storia atipica, come mai non l’ho mai sentita raccontare in televisione? La risposta a questa domanda è che Elenoire è lo specchio dei nostri tempi. Abbiamo tutti una gran furia, non ci soffermiamo mai abbastanza ad approfondire le cose perché ci sono troppi stimoli. Lei al solo sentir nominare la tv ribalta gli occhi all’indietro: «Figurati… non vanno oltre al mio personaggio. Il mondo della tv è una piccola mafia, invitano solo chi vogliono loro e al patto che dica ciò che vogliono loro. In tv non potrei mai fare una chiacchierata come questa, li mi chiamerebbero solo per parlare di droghe, clienti, cazzi o “Carpisa è il male”. Mai ricevuto una chiamata dalla D’Urso. Sarà una gran professionista, ma umanamente la disprezzo».

Sul recente fenomeno del Ken umano Rodrigo Alves (che ora ha transizionato) dice: «Sono indignata perché l’argomento “transessuali” viene sempre trattato comunque con superficialità. Mi riferisco nello specifico di questo Rodrigo. Io non lo conosco, non mi importa. Mi dà fastidio che venga associato a questa persona il discorso della transessualità. Lui non è UNA transessuale. Questa persona prima era in un modo, adesso è “diventato” una donna. Non entro nel merito di patologia. Lui non soffre di disforia di genere. Questa cosa che viene ripetuta da giorni è sbagliata, voi fate gli ascolti cari signori e fate il vostro tornaconto. Chi ne fa le spese siamo noi transessuali. Quando si vedono queste pagliacciate a noi vengono negate le case in affitto o i posti di lavoro.»

Ma c'è anche chi l'ha criticata questa icona trash, volgare, urlante, strepitante, dalle unghie lunghe, che si lamenta di chi è così ma è essa stessa in questo modo.

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Edited by Serpente
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Spero sopravviva a questa epidemia e non le capiti nulla visto che viaggia spesso per lavoro (cit:) perché per me sopravvivere in un mondo senza di lei sarebbe durissima, farei qualcosa di chockante

Edited by SabrinaS
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  • 5 weeks later...

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