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Cos'è la mascolinità tossica?


Aarwangen

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Se ne parla da qualche anno nei Paesi occidentali, anche all'interno della comunità LGBTQIAE+, ma di cosa si tratta?

La «mascolinità tossica» si riferisce a un particolare tipo di comportamento comunemente associato ad alcuni uomini, che promuove la mentalità del “uomo macho”, l’aggressività, la misoginia e la “forza”. È una sorta di mascolinità che incoraggia gli uomini ad essere un “vero uomo” che è duro e non mostra paura. Il progetto Good Men, un’iniziativa che mira a sfidare il credo normativo su ciò che un uomo dovrebbe essere nel XXI secolo, descrive la mascolinità tossica come una forma di uomo “definita dalla violenza, dal sesso, dallo status e dall’aggressività” (Barr, 2019). Discutibilmente, questo deriva dal termine “mascolinità egemonica” che è definito come: “eterosessuale, competitivo, omosessuale e capace di dominare sia le donne che gli uomini” (McKay 2007).

Tuttavia la mascolinità è un fenomeno infinitamente variabile e non è, né non dovrebbe essere, definita da questo unico modello predominante. La mascolinità tossica crea uno standard ideale per gli uomini, a danno della salute mentale. Un tratto di tossicità è anche rappresentato dall’evitare i sentimenti, fattore che ulteriormente contribuisce allo stato di salute mentale. La mascolinità tossica crea un corpo ideale in cui tutti possono adattarsi. È uno standard, un’aspettativa. Questa aspettativa è in parte creata attraverso e dai media. Inoltre, molti film rafforzano sottilmente la mascolinità tossica (secondo me Fight Club o Fast and Furious). L’aspettativa di mascolinità è normalizzata da continui sottili rinforzi. Diventa il modo di essere “naturale”. Questo può essere collegato all’ipotesi di Durkheim che i “fatti” costruiti socialmente scavino la loro strada nell’inconsapevolezza della gente e ne determinino il comportamento. È importante notare che questo “corpo maschile normativo” e i suoi valori escludono naturalmente gli altri, come ad esempio gli uomini che sono più sensibili, più timidi o femminili. Questo porta naturalmente al tentativo di adattamento alla norma prevalente e spesso ad un deterioramento della salute mentale di chi cerca di “fit in” in un modello che “doesn’t fit all”. Inutile citare la pornografia come nella sua rappresentazione al 95% perpetri come dovrebbe essere l'uomo etero nel sesso e nei rapporti sociali (anche gay, bi, ecc.), un performer della mascolinità estrema e violenta.

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Di toxic masculinity credo si sia parlato svariate volte nel forum .. non è mai stato tirato fuori però il caso dello spot della Gillette per la promozione di una mascolinità "positiva" (questo sarebbe stato il loro intento). Spot che però ha scatenato letteralmente l'inferno  --> polemiche, danno d'immagine per l'azienda, boicottaggi e conseguenti danni economici. 

Devo dire che, guardandolo, posso capire le motivazioni di chi ha considerato lo spot come non molto "centrato" e che quindi l'hanno criticato. 

Sono curioso di vedere cosa ne pensate. 

 

Edited by Beppe_89
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Giusto il discorso sulla mascolinità tossica, ma mi piacerebbe si parlasse con altrettanta rilevanza della femminilità tossica

Quella per cui l'uomo è considerato tale solo se offre la cena, per cui l'uomo deve mantenerla in quanto è "suo compito", per cui la donna si realizza necessariamente nella maternità e nel mettere su famiglia, per cui il ruolo genitoriale della madre ha più valore di quello del padre (e questo ha pesanti implicazioni nel sistema di affido post-divorzio), per cui la donna e l'uomo per essere veri devono rientrare in un determinato modello, e via dicendo.

Le aspettative sociali sui ruoli di genere vengono perpetrate da entrambi i sessi su entrambi i sessi. Come non va bene parlare di un modello di "vero uomo", così non va bene farlo di un modello di "vera donna".

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davydenkovic90

A questo proposito, trovo un po' inquietante un certo tipo di comicità che va molto in questo periodo, ad esempio Pio e Amedeo, o il canale "the Show" su youtube.

 

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4 minutes ago, Uncanny said:

Giusto il discorso sulla mascolinità tossica, ma mi piacerebbe si parlasse con altrettanta rilevanza della femminilità tossica

Quella per cui l'uomo è considerato tale solo se offre la cena, per cui l'uomo deve mantenerla in quanto è "suo compito", per cui la donna si realizza necessariamente nella maternità e nel mettere su famiglia, per cui il ruolo genitoriale della madre ha più valore di quello del padre (e questo ha pesanti implicazioni nel sistema di affido post-divorzio), per cui la donna e l'uomo per essere veri devono rientrare in un determinato modello, e via dicendo.

Le aspettative sociali sui ruoli di genere vengono perpetrate da entrambi i sessi su entrambi i sessi. Come non va bene parlare di un modello di "vero uomo", così non va bene farlo di un modello di "vera donna".

Giustissimo.

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3 minutes ago, davydenkovic90 said:

il canale "the Show" su youtube

io guardo qualche loro candid ogni tanto.. a cosa ti riferisci?

Edited by Beppe_89
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6 minutes ago, Uncanny said:

Giusto il discorso sulla mascolinità tossica, ma mi piacerebbe si parlasse con altrettanta rilevanza della femminilità tossica

Quella per cui l'uomo è considerato tale solo se offre la cena, per cui l'uomo deve mantenerla in quanto è "suo compito", per cui la donna si realizza necessariamente nella maternità e nel mettere su famiglia, per cui il ruolo genitoriale della madre ha più valore di quello del padre (e questo ha pesanti implicazioni nel sistema di affido post-divorzio), per cui la donna e l'uomo per essere veri devono rientrare in un determinato modello, e via dicendo.

Le aspettative sociali sui ruoli di genere vengono perpetrate da entrambi i sessi su entrambi i sessi. Come non va bene parlare di un modello di "vero uomo", così non va bene farlo di un modello di "vera donna".

Si tratta di un'emanazione del paternalismo maschilista che vuole che la donna vada riverita e sia speciale, questa finzione porta certe donne con patriarcato interiorizzato ad appropriarsi di presunti privilegi datigli dal maschilismo e quindi ad esempio ricattare mariti e a farsi mantenere con figli, non è femminismo, sia chiaro e quindi non ha senso parlare di femminilità tossica. Prima noi maschi ci convinciamo che è quasi sempre colpa nostra, prima cambieremo la società e il rapporto tra i sessi.

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davydenkovic90
9 minutes ago, Beppe_89 said:

io guardo qualche loro candid ogni tanto.. a che ti riferisci?

Al fatto che - mi risulta, per quel poco che ho visto (li ho scoperti oggi) - siano due ragazzi palestrati che vanno in giro con la scusa della candid camera a dare delle cagne alle donne, a chiedere se vogliono scopare, ecc. Tutto sottoforma di scherzo, certo, ma è ovvio che dietro lo scherzo, e soprattutto dietro il successo enorme di questi video si cela un fanatismo per quel tipo di uomo e di approccio, misto a misoginia di stampo incel, perché non mi sembrano vittime di una candid, ma proprio umiliate.

Edited by davydenkovic90
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2 minutes ago, davydenkovic90 said:

dare delle cagne alle donne, a chiedere se vogliono scopare, ecc.

🤣 sì è vero.. 

recentemente però si sono fatti affiancare da due ragazze.. che fanno più o meno lo stesso.

Quindi hanno almeno in parte rimediato.

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32 minutes ago, Aarwangen said:

Si tratta di un'emanazione del paternalismo maschilista che vuole che la donna vada riverita e sia speciale, questa finzione porta certe donne con patriarcato interiorizzato ad appropriarsi di presunti privilegi datigli dal maschilismo e quindi ad esempio ricattare mariti e a farsi mantenere con figli, non è femminismo, sia chiaro e quindi non ha senso parlare di femminilità tossica. Prima noi maschi ci convinciamo che è quasi sempre colpa nostra, prima cambieremo la società e il rapporto tra i sessi.

Proprio perché sono antisessista, non femminista e perché non condivido la teoria del patriarcato parlo di femminilità tossica

Il femminismo colpevolizza a prescindere l'uomo e deresponsabilizza totalmente la donna, che se mai dovesse essere carnefice è perché in realtà è eterodiretta dall'uomo. Mi sembra un po' squalificante per la donna essere trattata come un essere incapace di intendere e volere.  

 Le donne sono sempre vittime e i loro problemi sono sempre causati dall'uomo, gli uomini sono sempre carnefici e i loro problemi causati da loro stessi. Una visione un po' troppo semplicistica e manichea. 

Il sessismo, che è bidirezionale, non deriva da un presunto patriarcato indimostrato, ma da un sistema di gabbie di genere che ha avuto origine nelle società primitive dalle dinamiche biologiche, e che è stato dannoso tanto per le donne quanto per gli uomini.

"In epoca preistorica la riproduzione sessuale serviva per far crescere la popolazione e quindi aumentare le capacità produttiva e difensiva del gruppo. Questo richiedeva un gran numero di nascite, vista l’alta mortalità infantile, ma solo metà popolazione era in grado di partorire. Questa importanza data alla riproduzione ha spinto le donne a specializzarsi nell’ambito domestico e gli uomini ad assumere il ruolo di protettori e fornitori di risorse, in modo da sopperire alla mancanza di contributi delle donne in gravidanza.
L’aspettativa imposta agli uomini era quindi quella di provvedere ad altri (compagna, figli e villaggio) oltre che a sè stessi. Quest’aspettativa è chiamata hyperagency.
Vi era invece un’assenza di aspettative per le donne. Quest’assenza è detta hypoagency.
Data questa assenza di aspettative, le ragazze diventavano donne semplicemente crescendo: divenivano fertili con il menarca, con il primo ciclo, in maniera automatica.
I maschi invece dovevano dimostrare di riuscire a provvedere ad altri: i bambini quindi non diventavano automaticamente uomini.
La femminilità è dunque innata, mentre la mascolinità è da conquistare. Proprio per questa innatezza, per questa hypoagency, la donna assume un ruolo passivo, di agita, mentre per l’aspettativa di hyperagency l’uomo assume quello di attivo, di agente.
Essendo l’utilità sociale delle donne indipendente dalle proprie azioni, le donne sono viste come innatamente preziose.
Gli uomini al contrario acquistano utilità sociale a seconda delle proprie azioni: vengono dunque visti come sacrificabili.
Questo crea una situazione in cui i maschi sono visti come iperagenti innatamente sacrificabili che guadagnano valore vivendo la loro vita aderendo all’ideale di maschilità. Le femmine, invece, sono viste come ipoagenti di valore innato che, come i bambini, sono il futuro e quindi implicitamente preziose per la società, ma sono anche meno competenti e meno in grado di affrontare le sfide della vita.
Si viene dunque a creare una “dicotomia di base” delle oppressioni: sacrificabilità (uomini) – infantilizzazione (donne). Anche quando le donne erano più discriminate di oggi, gli uomini lo erano ugualmente ma in maniera complementare"

D'altronde non so quanto ad una donna avrebbe fatto piacere andare a morire in guerra o farsi economicamente carico della famiglia andando a spaccarsi la schiena in fabbrica, invece che rimanere a casa a provvedere alla famiglia. 

Comunque le femministe si oppongo al principio della bigenitorialità e all'abolizione dell'obbligo di mantenimento dopo il divorzio. 

Edited by Uncanny
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27 minutes ago, Uncanny said:

Proprio perché sono antisessista, non femminista e perché non condivido la teoria del patriarcato parlo di femminilità tossica

L'Antisessismo non esiste, è uno specchietto per le allodole di ex maschilisti, esiste solo il femminismo come alternativa egualitaria ed equa per i sessi, che dice che le donne non devono scegliere, devono liberarsi, solo questo spezza le catene del patriarcato e dei suoi costrutti socio-culturali, non odia a prescindere gli uomini, chiede loro di responsabilizzarsi e condannare tanti dei loro colleghi. I mascolinisti tossici parlano proprio come te, si fingono liberali, ma vogliono tenere le donne in catene ma aggiungendovi i fiocchetti.

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7 minutes ago, Aarwangen said:

L'Antisessismo non esiste, è uno specchietto per le allodole di ex maschilisti, esiste solo il femminismo come alternativa egualitaria ed equa per i sessi, che dice che le donne non devono scegliere, devono liberarsi, solo questo spezza le catene del patriarcato e dei suoi costrutti socio-culturali, non odia a prescindere gli uomini, chiede loro di responsabilizzarsi e condannare tanti dei loro colleghi. I mascolinisti tossici parlano proprio come te, si fingono liberali, ma vogliono tenere le donne in catene ma aggiungendovi i fiocchetti.

Non intendo farti cambiare idea Rottino, anche perché sarebbe una causa persa :asd: 

Era solo per chiarezza anche nei confronti degli altri che leggeranno la discussione

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3 minutes ago, marce84 said:

Ma come mai @Aarwangen tiene così tanto a questi argomenti? Vedo che batte e ribatte sempre sugli stessi tasti.

Dunque, mi piace l'argomento femminismo, ho deciso di sostenerlo ormai da anni e di condannare quasi tutto il genere maschile esistente perché è da riprogrammare, lo dico da maschio cis bianco gay, quindi privilegiato. Sia chiaro, nessun uomo può definirsi femminista, semmai può sostenere l'istanza. Solo le donne possono essere femministe.

Edited by Aarwangen
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1 hour ago, Uncanny said:

Giusto il discorso sulla mascolinità tossica, ma mi piacerebbe si parlasse con altrettanta rilevanza della femminilità tossica

Quella per cui l'uomo è considerato tale solo se offre la cena, per cui l'uomo deve mantenerla in quanto è "suo compito", per cui la donna si realizza necessariamente nella maternità e nel mettere su famiglia, per cui il ruolo genitoriale della madre ha più valore di quello del padre (e questo ha pesanti implicazioni nel sistema di affido post-divorzio), per cui la donna e l'uomo per essere veri devono rientrare in un determinato modello, e via dicendo.

Le aspettative sociali sui ruoli di genere vengono perpetrate da entrambi i sessi su entrambi i sessi. Come non va bene parlare di un modello di "vero uomo", così non va bene farlo di un modello di "vera donna".

Io non intendo questo quando parlo di femminilità tossica.

Se la mascolinità tossica consiste nel prendere steroidi per essere "un vero uomo"

allora la femminilità tossica consiste nel prendere anoressizzanti per essere "sempre bella".

Come saprai la differenza è che se ti fotti di sterodi per sembrare Big Jim sei un coglione,

se invece prendi le anfetamine per sembrare Barbie è colpa della società.

Io sono sempre in bilico - nel mio antisessismo - tra il dire che la società è un problema per entrambi

e  l'ammettere che effettivamente possano essere entrambi dei coglioni.

 

"Maschilità tossica" è quando pensi che con la violenza si risolva ogni conflitto

e "femminilità tossica" è quando pensi che basti darla al tipo giusto per superare ogni difficoltà.

Questi atteggiamenti sono ovviamente insegnati in famiglia, ma dipendono anche dalla cultura e dall'etica personale.

E dipendono anche in larga parte da fattori oggettivi e ineleminabili:

se sono stupido non ho altri modi che i pugni per farmi valere, perché la dialettica non è alla mia portata

e se sono stupida non ho altri modi che la fica per farmi strada, perché il talento non è alla mia portata.

 

Le grandi differenze tra i generi (calcio & shopping per intenderci) dipendono largamente dal QI.

Non perché ci sia qualcosa di male nell'una o nell'altra cosa, ma solo perché è l'intelligenza

che ci permette di emanciparci dai modelli culturali che sono comunque veri per tutti.

Un prof di greco difficilmente picchierà la moglie per avere ragione in una lite

e una studentessa di astrofisica difficilmente si farà scopare dal prof per fare carriera.

Il modello culturale è "tossico" perché non tutti siamo in grado di liberarcene.

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9 hours ago, Almadel said:

una studentessa di astrofisica difficilmente si farà scopare dal prof per fare carriera.

Resto dubbioso. Non so se sia più questione di Qi o di self confidence. 

Ho casi di fior di laureati (ingegneria da cervelloni) colti da ciclici moti di violenza verso la partner per incapacità quasi infantile a esprimersi, e studentesse di medicina (tante tante, tante) darla nei posti giusti senza nasconderlo troppo per superare gli esami accessibili alle proprie capacità sessuali. 

Sembrerebbe che la tossicità sia trasversale a ceti sociali e strati culturali ma dipenda da qualcosa di legato alla capacità o meno di "stare al mondo con se stessi". 

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Boh è un qualcosa che sto affrontando molto recentemente per cui è difficile per me espormi in merito. Anzi penso sia proprio uno dei motivi per cui faccio fatica a rapportarmi con i ragazzi.

Io di mio penso di non essere troppo femminile nè troppo maschile, ma sono terribilmente attratto dalla mascolinità tossica dagli altri ragazzi, per molto tempo volevo essere più in quel modo (un po' anche adesso, ci sto lavorando però) e sto cercando di staccarmi anche dall'attrazione verso questo tipo di ragazzi. Ho parlato con alcuni ragazzi più grandi di me (sui 35-40) che stimavo moltissimo e che reputavo modelli da raggiungere a quell'età, e dopo alcune chiacchierate, mi hanno praticamente detto "noi siamo così perché ci siamo dovuti nascondere per tanti anni, questo tipo di maschilità nasconde molte sofferenze, è meglio che tu sia te stesso". Poi ho anche avuto, indirettamente, un'esperienza che mi ha confermato questa cosa. Malgrado tutto per me è molto difficile accettare questo, ma è il condizionamento sociale. Ammetto che vedere un ragazzo molto molto maschile mi piace, ma spesso sono complessi inutili che ci facciamo.

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Io credo che la mascolinità tossica e quella che è stata battezzata femminilità tossica siano due categorie, e insiemi di comportamenti, asimmetrici – nel senso che non si può ricavare la seconda applicando una sorta di proiezione simmetrica inversa rispetto alla prima. Non mi convincono del tutto né la definizione di femminilità tossica data da @Uncanny, né quella data da @Almadel. Mi sembra che entrambe si lasciano sfuggire quello che realmente è tossico in tale comportamento. Non provo a dare una definizione alternativa perché è proprio questo elemento tossico che bisognerebbe avere più chiaro e identificare; dopo sarebbe facile ricavare i vari comportamenti e moventi.

Mi limito a dare tre esempi di questa asimmetria. Il primo è nel nome, il che già fa capire che parliamo di due cose fondamentalmente diverse. Qual è il corrispettivo femminile di mascolinità? Non esiste. Non c'è né un termine né un concetto che gli corrisponda. Se ben ricordo, la mascolinità è un atteggiamento psicologico e insieme un comportamento che si sviluppa nell'adolescenza e che implica, fra l'altro, lo sviluppo di una certa dose di omofobia. Non esiste la stessa cosa per le donne, e nemmeno per un certo tipo di donna. Questa mi pare una differenza capitale. Un altro elemento caratterizzante la maschilità tossica è l'esterno e la visibilità: di qualunque comportamento si parli, che sia tossico, esso deve essere esibito, manifestato con estrema chiarezza, e anche con una certa violenza. Un uomo che realizzasse la sua mascolinità tossica in silenzio, nel segreto, nell'accennato, con calcolata misura, non sarebbe più un modello di mascolinità tossica. Invece la tossicità di un femminile alterato risiede in minima misura in questa visibilità ed espressione manifesta, e semmai prevede proprio l'uso dell'elemento contrario. Infine l'esagerazione è un altro elemento tipico della mascolinità e della mascolinità tossica: ma applicato a una donna, non identificherebbe la femminilità tossica, ci riporterebbe solo indietro di cinquant'anni, all'innocuo modello della vamp. 

Insomma dubito che esista il corrispettivo muliebre della mascolinità tossica, perché non credo esista il corrispettivo femminile della mascolinità. Esiste il corrispettivo femminile della tossicità, ma questa è un'altra cosa.

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9 minutes ago, Isher said:

Se ben ricordo, la mascolinità è un atteggiamento psicologico e insieme un comportamento che si sviluppa nell'adolescenza e che implica, fra l'altro, lo sviluppo di una certa dose di omofobia.

Penso esattamente il contrario.

Tutti gli esempi di esibita mascolinità che mi vengono in mente:

Rocco Siffredi, Antonio Banderas, Schwarzenegger e l'ambiente del rugby sono immancabilmente gay-friendly.

Al contrario molti omofobi che potrei elencare: Ratzinger e tutti i preti, Mario Giordano e Adinolfi

sembrano quasi sostenere la tesi che l'omofobia sia un modo per affermarsi mascolini in mancanza di virilità.

Sta in questo la "tossicità"? Cercare di aderire a un modello che sappiamo di non poter raggiungere?

Non è esattamente quello a cui io mi riferisco quando parlo di "mascolinità tossica", però.

Adinolfi prende le botte dalla moglie e Salvini viene fatto cornuto su tutti i tabloid;

non somigliano ai picchiatori di donne o agli stupratori come Pistorius o Bill Cosby.

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23 hours ago, Beppe_89 said:

Devo dire che, guardandolo, posso capire le motivazioni di chi ha considerato lo spot come non molto "centrato" e che quindi l'hanno criticato. 

E' uno spot troppo didascalico.

11 hours ago, Ghost77 said:

Sembrerebbe che la tossicità sia trasversale a ceti sociali e strati culturali ma dipenda da qualcosa di legato alla capacità o meno di "stare al mondo con se stessi". 

Anch'io nutro qualche dubbio sul fatto che l'intelligenza sia l'unico discrimine, o che sia un discrimine sufficiente per separare maschi & femmine più inclini alla tossicità da quelli che non lo sono. La tesi di @Almadel secondo cui chi maggiormente esibisce la propria mascolinità più spesso è gay friendly concerne, mi pare, soprattutto la sicurezza di sé; può darsi che qualche forma di omofobia in età adolescenziale compensi la scarsa stima della propria virilità, ma quando si comincia a scopare spesso tutto si sistema.

5 hours ago, Almadel said:

Adinolfi prende le botte dalla moglie e Salvini viene fatto cornuto su tutti i tabloid;

non somigliano ai picchiatori di donne o agli stupratori come Pistorius o Bill Cosby.

Quel che potrebbe accomunare Pistorius ai cervelloni schizzati che conosce @Ghost77 sono tratti caratteriali molto specifici (esempio, perfezionismo clinico, eccessivo conformismo sociale) che rendono difficile stabilire relazioni sane...tossicità meno visibili e perciò più inquietanti. Adinolfi e Salvini sono dei pagliacci, ma il "machismo" inteso come dall'autore citato dal topic starter (definito "dal sesso, dallo status, dall'aggressività") mi pare, fortunatamente, un problema già in via di risoluzione. 

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2 hours ago, schopy said:

La tesi di @Almadel secondo cui chi maggiormente esibisce la propria mascolinità più spesso è gay friendly concerne, mi pare, soprattutto la sicurezza di sé; può darsi che qualche forma di omofobia in età adolescenziale compensi la scarsa stima della propria virilità, ma quando si comincia a scopare spesso tutto si sistema.

In soldoni io penso che il problema dell'omofobia non riguardi i maschi alfa,

ma che anche i maschi alfa possano soffrire di "mascolinitò tossica":

perché puoi essere 1,90 palestrato etero peloso e con 22 cm di uccello

ma se la tua ragazza ti tratta come un coglione e tu non sai risponderle

allora non vedi altra scelta rispetto a tirarle un ceffone in faccia

e ad approfittarti così dell'unico vantaggio che hai su di lei.

Questo problema è - nei fatti - irresolubile.

Per attenuarlo dovresti insegnare ai maschi non tanto a "rispettare le donne"

- come generalmente consiglia un certo femminismo -

quanto a "farsi rispettare a parole", educandoli alla dialettica e alla logica.

Perché se non insegni al gorillla come vincere a scacchi (almeno qualche volta)

questo prima o poi spaccherà la scacchiera in testa a qualcuno.

 

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11 hours ago, schopy said:

può darsi che qualche forma di omofobia in età adolescenziale compensi la scarsa stima della propria virilità, ma quando si comincia a scopare spesso tutto si sistema.

Appunto non c'entra niente con mario giordano che credo abbia 53 anni e 4 figli

Questo perchè al di là di tutto non possiamo trattare gli omofobi come ragazzini insicuri solo perchè hanno la voce stridula, quando sono perfettamente in mala fede, mi parrebbe di fargli un favore

E' vero invece che al di la della caratterizzazione psicologica della mascolinità tossica, che è unica ed è quella che indica Isher, esistono poi varie sue declinazioni sociologiche

Se prendiamo un esempio di società maschilista E classista, l'Inghilterra vittoriana, su cui tutti dovremmo trovarci d'accordo, il nobile non era certo uguale al borghese ed entrambi all'operaio il Maschio borghese come esponente non solo del genere egemone, ma anche della classe egemone era più moralista ( a parole beninteso ) del nobile decaduto o dell'operaio sfruttato ( che alla fine doveva più che altro dimostrare forza fisica e fare bravate al pub piuttosto che al club )

Sono alla fine variazioni di un unico bagaglio, il maschio che si istruiva doveva imparare a giocare a rugby per dimostrare la sua forza fisica in base ai precetti del cd cristianesimo muscolare ( che poi i village people si siano presi gioco di queste istituzioni non cambia la natura della loro istituzione )

Nella società contemporanea è più difficile tipizzare delle variazioni sociologiche

 

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4 hours ago, Hinzelmann said:

Questo perchè al di là di tutto non possiamo trattare gli omofobi come ragazzini insicuri solo perchè hanno la voce stridula, quando sono perfettamente in mala fede, mi parrebbe di fargli un favore

Però possiamo separare il giudizio politico da quello umano o psicologico.

La mascolinità tossica ha a che fare con il bullismo, l'omofobia è trasversale

e nella mia esperienza delle superiori erano i bullizzati e non certo i bulli a manifestarmi omofobia.

E più erano obesi o mingherlini, con la vocina stridula e vessati e più sparlavano alle mie spalle.

Non che io non li disprezzi, ma ho riconosciuto loro nei vari Ratzinger, Giordano e Ferrara.

Per questo intendo separare il discorso "mascolinità tossica" da quello sull'omofobia.

Il bambino grasso che bullizzavano alle medie - anni dopo - usciva dalla fumetteria quando ci entravo io

e si lamentava col commesso che facesse entrare i gay.

Per vari motivi ai bulli sono invece semrpe piaciuto, ma non credo proprio che se fossi stato bullizzato anche io in quanto gay o effeminato

avrei raccolto una qualche solidarietà da parte degli altri bullizzati. Anzi. (Però avrei avuto un sacco di amiche femmine)

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Scusa @Almadel ma qua mi hai fatto venire in mente una specie di intervista-farsa a Costantino della Gherardesca che trovo a dir poco ripugnante nei toni e nei contenuti, in cui CdG si vedeva fra qualche anno a consigliare a suo figlio, bullizzato, di solidarizzare col bullo invece che con un ragazzino che aveva detto alla maestra dell'episodio di bullismo. ( https://www.google.com/amp/s/www.ilsussidiario.net/news/costantino-della-gherardesca-al-figlio-mai-nato-e-gay-difenditi-dal-bullismo-etero/1897062/amp/ )

Si vede che non hai mai subito bullismo, forse avresti dovuto subirne un po' così non te ne usciresti con frasi così relativiste e che sembrano quasi giustificare una piaga sociale che va a braccetto con l'omofobia.

 

Ma capisco che il piccolo esemplare di gay non sia attratto dai ragazzini obesi o mingherlini con la voce stridula, ma dai bulli ripetenti con una pubertà precoce 🙂

 

Chiedo scusa per i toni molto abrasivi ma è stato un post che mi ha toccato molto nel profondo e che mi ha dato fastidio come il gesso sulla lavagna, per restare in tema scolastico 🙂 sarà perché io il bullismo lo ho subito per 3 anni di merda alle medie -e non solo per la mia omosessualità- e so bene cosa significhi.

Edited by Roxas97
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