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Pedofilia


takuya

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Caro Quint,un rapporto precoce può essere traumatico per un bambino.Questa "possibilità" per te significa che tale comportamento può essere tollerato, per me significa che deve essere represso.Anche "passare col rosso" può essere pericoloso.Ma non mi verrai a dire che tutti quelli che lo fanno causano incidenti, vero?Anzi, ritengo che la maggior parte delle persone che passano con il rosso non facciano nulla di male.Eppure i semafori esistono ed è giusto sanzionare chi non li rispetta.Anche l'omosessualità può essere pericolosa; anche un gay può compiere uno stupro su un maschio maggiorenne.Esattamente come chi possiede un'automobile, può causare degli incidenti.Ma non per questo tutte le automobili dovrebbero essere proibite, solo perchè il loro uso irresponsabile può essere pericoloso.Ci sono pertanto due specie di "rischio potenziale".L'incidenza di possibili abusi tra un comportamento pedofilo e uno omosessuale (o eterosessuale) è imparagonabile.Caro Takuya.Non trovo utile cercare di capire le cause della pedofilia o cosa faccia scattare l'attrazione in un pedofilo; mi pare un problema di troppo difficile soluzione e la sua risoluzione credo non possa servire a molto.Non credo che una legge più permissiva farebbe diminuire la "caccia al mostro". Scommetto che coloro che finalmente potrebbere fare sesso con i dodicenni, sia scaglierebbero con uguale veemenza con chi abbia rapporti sessuali coi minori di anni 12 e questo sarebbe vero per ogni legislazione, fossero anche gli otto anni. Non credo che dalla pedofilia si possa guarire, più di quanto non si possa guarire da un altro feticismo.Ti sfido a cercare le cause della passione per la gomma o per le scarpe da ginnastica...

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Caro Takuya,esiste anche una categoria C, nella quale io mi colloco, e che credo non sia tanto ristretta. Io credo che non si possa fare della pedofilia e dei pedofili - un comportamento che già dal discorso precedente abbiamo capito essere non facilmente definibile, e ricco  di una zona borderline - una «categoria», dove non esistono più i singoli individui, e tutti sono considerati preventivamente o potenzialmente dei malati, dei violenti o peggio dei mostri; e soprattutto che non si può privare nessuno del diritto a essere considerato capace di amore, di provare e avere in sé amore.Questo, avendo già premesso che il termine pedofilo è per me ambiguo, ricoprendo due ambiti distinti: quello in cui  il desiderio è rivolto a un bimbo, in senso proprio, e ho già detto che cosa ne penso, e quello in cui il desiderio è rivolto a un adolescente o un giovane adolescente. Le legislazioni variano, e si passa allegramente dai 16 ai 12 ai 14 come soglia in cui situare l'età lecita: ciò mostra in modo lampante che il comportamento non accettato è definito dalla legge, è cioè frutto di una decisione culturale e storica, su cui quindi è più che lecito, anzi necessario, il dibattito.Naturalmente, perché si possa parlare di dibattito, questo deve essere condotto «secondo ragione», come forse noi riusciremo a fare in questo thread.Se ci riusciamo, io credo che dal solo discorrerne, rifletterci, farsi prendere anche dalle prospettive e ragioni altrui, magari solo per considerarle e ritornare poi eventualmente alle proprie, può determinarsi una crescita o un atteggiamento più disteso e meno drammatico, che l'argomento per varie ragioni porta con sé, per tutti noi.

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Trascorsi dei giorni in attesa di nuovi interventi, in cui mi son appartato ad osservare in un cantuccio per non rendermi troppo "ingombrante" ai fini della discussione, passato questo lasso, mi riattiverei.La rinuncia ad ogni ricerca eziologica non mi pare la migliore delle strategie, se si vuol comprendere le implicazioni del fenomeno. Per quanto si possano definire azzardate le ipotesi avanzate, per quanto rimanga difficilmente scandagliabile il terreno sul quale ci si muove, io penso un pur traballante sforzo di raziocinio, sia preferibile al rifuggire ogni possibile spiegazione lasciando un vuoto.Un rapido parallelismo: la OMS considera l'omosessualità "una variante naturale del comportamento umano"; MA NON HA PRESO POSIZIONE RISPETTO ALLA POSSIBILE CAUSA DI TALE VARIABILITA'.Cioò che comporta? Il proliferare di ipotesi attorno a questo buco, tra le quali quelle che si sforzano di riaccostare l'omosessualità a qualcosa di non regolare.Segiutemi: un mancino è "anormale"? E' "diverso" dalla maggior parte delle persone che normalmente è più portata all'utilizzo dell'altra mano per svolgere determinate mansioni. MA PERCHE' un mancino è tale? Ecco arrivare spiegazioni su fattori cromosomici o sulla conformazione particolare del sistema nervoso o di una parte del cervello... ecco in gran carriera la Binetti... A lei gli sarebbe meglio replicare: "il divergere da una maggioranza, non si traduce automaticamente in distorsione. E poi ci sono altre ipotesi che non si possono scartare..."Lo schemino che ho presentato è il frutto di un'ampia riflessione che tiene conto del parere di chi ha svolto un'analisi autoconoscitiva. Non è nè esauriente, nè è esauribile lo studio.. PERO' è utile. Se non spiega le cause di una tendenza, ne spiega le condizioni che la favoriscono e mostra le linee vettoriali d'interesse indicative. E' contrapponibile/aggiungibile alle spiegazioni di chi tenta la strada del disturbo derivante dal biologico/psicologico.Non è stata contemplata nel passo precedente, una ulteriore possibile spiegazione riguardante in particolare l'AGIRE pedofilo.Analogamente a come può capitare con l'omosessualità, capitano comportamenti pedosessuali indotti dall'assenza di altre possibilità di sfogo sessuale (sessualità situazionale o di compensazione).Anzichè le carceri, qui può essere il caso delle dei circoli religiosi...Infine vi è il caso di comportamenti (anche) pedosessuali da parte di persone affette da alcune patologie mentali, tali da rendere indifferenziato l'oggetto delle loro pulsioni erotiche.Per il resto vedo la discussione si va impantanando sul nodo della violenza (presunta-reale).A tal proposito vorrei riportarvi un decalogo a suo tempo stilato da quelli di Danpedo, oggi difficilmente reperibile. Ricostruirò fedelmente a mano il documento (titolato "Altri dicono "violenza"... noi diciamo cos'è:"). Penso possa essere di un qualche interesse.L'avrei riportato da un dead link da google, ma si direbbe provino ad intercettarti se ti metti ad armeggiare (W la rete libera!).Abuso sessuale infantile1. Violenze, minacce, inganni, ricatti (psicologici), stupro. 2. Impossibilità da parte del bambino di mettere fine all'attività sessuale. Il bambino desidera che tale attività cessi, ma l'adulto lo impedisce. Abusi di potere ed altre intimidazioni rendono possibile l'abuso a lungo termine.3. Il desiderio sessuale dell'adulto è l'unico criterio. Le necessità del bambino, comprese quelle sessuali, vengono ignorate. Il bambino è un oggetto sessuale passivo.4. Obbligo di segretezza. Sfruttamento dei sensi di colpa del bambino. Se viene scoperta l'attività sessuale, il bambino prova sensi di colpa anche se non desiderava per nulla tale attività.5. L'atmosfera è opprimente: nessuna sensazione di sicurezza ed intimità.6. La relazione non è equa. Si fa uso di oppressione, autorità e manipolazione.7. L'adulto non è interessato al bambino come persona, ma soltanto come oggetto sessuale saltuario.8. Solo un minimo di base comune. Il bambino è isolato dai coetanei e da altri. L'adulto pretende di possedere il bambino.9. Mancanza di comunicazione aperta; oppressione di tutte le forme di espressione emotiva.10. Negli spazi di vita quotidiana del bambino mancano amore ed attenzione: rischio di fissazione del bambino sulla parte sessuale. 11 Il bambino mostra ansia ed avversione. Si vede che il bambino cerca aiuto.Pedofilia, eventualmente con esperienze sessuali1. Spontaneità ed amicizia che si godono assieme.2. Il bambino può tirarsi indietro quando vuole. L'adulto rispetta il desiderio del bambino e non lo/la rimprovera per questo.3. Interazione a livello personale ed (eventualmente) sessuale. L'attività viene adattata al livello psicosessuale del bambino: l'adulto partecipa alla sessualità del bambino.4. Si prova ad essere aperti nella misura in cui la morale e l'ambiente circostante lo permettono. Il benessere di entrambe le parti viene comunicato in maniera verbalew e non verbale nel corso dell'amicizia.5. L'obiettivo è l'ottenimento del massimo senso di sicurezza.6. L'obiettivo è quello di creare una relazione equa, che eventualmente continua e si sviluppa diventando amicizia.7. L'adulto esprime interesse per il mondo del bambino. Si provano interessi comuni, anche in occasione di un unico incontro.8. C'è posto per la cultura infantile/giovanile e per il contatto con altri. Gli interessi vengono accomunati.9. C'è posto per esprimere i sentimenti. Il potere nella relazione è equilibrato: il bambino e l'adulto accomunano il potere.10. L'adulto prova un reale interesse per i sentimenti del bambino -anche sessuali- desiderando un'interazione al livello del bambino stesso. L'amicizia è un valido supplemento agli ulteriori aspetti della vita del bambino.11. Il sentimento dominante nel bambino è la gioia, anche se di tanto in tanto può sentirsi insicuro per via della morale della società. Ciononostante, il bambino prova ad esprimere sentimenti positivi nei confronti dell'ambiente circostante. Ma a questo mondo nulla è completamente bianco o nero: dobbiamo pertanto presupporre l'esistenza di un'ampia "zona grigia" tra le due opposte situazioni descritte negli 11 punti qui sopra.

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Caro takuya,continuo a non capire l'interesse eziologico.Perchè ti interessano le cause?Per evitare il "proliferare di ipotesi"? Per conoscere le "linee vettoriali indicative"? E una volte conosciute?Analogo discorso vale per l'omosessualità.Io credo nella poligenesi.C'è chi ci nasce e c'è chi lo diventa.Nel caso vi lascio capire perchè io preferisca il gelato alla frutta rispetto a quello alla crema; se per una differenza delle mie papille gustative o perchè da bambino sono stato aggredito dalla stracciatella.Il dramma delle due liste che hai proposto è che la reazione del bambino si può conoscere solo a posteriori. Se il bambino la vivrà male o bene non dipende solo dalla bontà del pedofilo. Per questo è da evitare a prescindere.Secondariamente mi immagino poco mamma e papà che selezionano i pedofili con cui far uscire il figlioletto. Questo già capita, ma in genere in condizioni di grande degrado.Tutto pare lasciato alla libera iniziativa dell'adulto: a conti fatti è lui che "accomuna interessi" che ha "l'obiettivo di una relazione equilibrata" e via discorrendo; pertanto un equilibrio non può esserci.Ci sarà solo il giorno che una simile lista verrà compilata dai bambini.Perchè noi possiamo sapere quali adulti sono interessati ai bambini, ma a priori ancora non sappiamo quali bambini sono interessati agli adulti.E fintanto che non lo sapremo, sarà sempre "plagio".E quando sono i bambini a dimostrare interesse sessuale?A molti che abbiano avuto occasione di lavorare con i bambini sarà capitato.Io nel campo ho poche esperienze e forse non ero pronto; ma almeno un paio di bambini hanno cercato di approcciarmi in modo sessuale, mentre collaboravo a un laboratorio creativo del dopo-scuola.Potete immaginarvi il mio imbarazzo...In fondo per loro non era strano voler "giocare al dottore" con un adulto, portarmi nel loro modo di sessualizzare le relazioni.Anche se io lo avessi desiderato, per me sarebbe stato impossibile colmare lo iato tra il nostro sviluppo psico-sessuale.Anche fossi stato disposto, mi avrebbero trattato come un "bambolotto" non diversamente da come un pedofilo può trattare da "bambola" un bambino.

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Senza entrare troppo nel merito della questione, credo che porsi domande su se stessi sia sempre importante. Anche perchè una categorizzazione troppo rigida dello sviluppo può a lungo andare trasformarsi in una forma di autoconservazione (o di cinismo). Si considera che in fondo noi si sia esseri non totalmente in balia del tempo e dei meccanismi della nostra mente o del nostro corpo, che si sia cioè in grado di esercitare un certo controllo sulla nostra determinazione. Senza contare che questa è definita e quindi condizionata anche da strutture sociali quale l'educazione, la "morale colletiva" e così via. Considerare quindi che tra adulto,adolescente e bambino esista sempre un invalicabile incomunicabilità di fondo mi sembra azzardato.Altra cosa, effettivamente non si può escludere a priori che il minore non possa ricevere danno da un rapporto con un adulto, anche quando sembrerebbe consenziente/consapevole/interessato. In questo senso però la conduzione dell'adulto non è certo trascurabile. Cioè, anche supponendo che il pedofilo sia sempre e comunque in difetto, ci sono grandi differenze tra gli atteggiamenti che può assumere e sui relativi impatti che questi possono avere sul minore. D'altro canto, non è neanche detto che per l'adolescente debba valere sempre la presunzione d'incoscienza, che debba cioè essere sempre considerato inconsapevole, incapace di avere una visione obbiettiva delle sue azioni ect. ect.. Per quanto riguarda i bambini sono d'accordo sull'astensione da parte del pedofilo, anche se sarebbe interessante chiedersi come debba comportarsi un adulto (che non sia pedofilo, quindi magari anche un genitore) nei confronti di un bambino che gli ponga domande/mostri interesse per tematiche sessuali considerate premature per lui.

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La rinuncia ad ogni ricerca eziologica non mi pare la migliore delle strategie, se si vuol comprendere le implicazioni del fenomeno. Per quanto si possano definire azzardate le ipotesi avanzate, per quanto rimanga difficilmente scandagliabile il terreno sul quale ci si muove, io penso un pur traballante sforzo di raziocinio, sia preferibile al rifuggire ogni possibile spiegazione lasciando un vuoto.
Takuya ricordava in un post precedente che la pedofilia è un desiderio anche sessuale, cosa che sta scritta in qualsiasi Dizionario di psicologia non edito dalle Edizioni Paoline. Nel mio, la Pedofilia ha una voce a sé, e si precisa che «la pedofilia è una attrazione erotica per bambini o adolescenti del proprio o dell'altrui sesso che non si traduce necessariamente in atti sessuali». La psicologia moderna, sganciata da Freud, non ha da dire sulla pedofilia altro che essa rivela «evidente incapacità di reggere un rapporto amoroso adulto», e «una componente narcisistica che si manifesterebbe nella tendenza del pedofilo ad amare, nel bambino, se stesso nel periodo della propria infanzia, adottando lo stesso trattamento subito o il suo opposto». La voce termina ricordando che la pedofilia, sublimata, può condurre ad avere una ottima propensione al rapporto pedagogico con bambini. In questa voce non c'è neppure un rimando ad alcuna altra voce, ad esempio alla voce perversione, e questo è certamente intenzionale. Se si va alla voce Perversione, si trova esposta la teoria di Freud, che, considerando la meta dello sviluppo normale della psiche l'eterosessualità, considera perversione l'omosessualità, e (e si direbbe a fortiori) la pedofilia. Ma la pedofilia, depurata dall'impalcatura «perversa» della visione freudiana, è appunto definita nell'altra voce. Per quanto riguarda l'eziologia, o comunque l'interpretazione della pedofilia, quella breve voce qualche indicazione la fornisce. Qualcosa si è fissato, bloccato, per una ragione o per l'altra, e se io fossi pedofilo credo che mi interrogherei sulla possibilità di riprendere il cammino della mia psiche per poter giungere ad avere un rapporto anche con un adulto. Perché no, infatti? Io non so se il pedofilo si specializzi in un sesso, maschile o femminile, ma in ogni caso dietro un pedofilo ci potrebbe essere anche un gay o/e un etero mancato che aspetta di nascere. L'eziologia è l'applicazione del meccanismo causa/effetto, per cui l'effetto y è considerato determinato da una causa x. Ma oltre questa causa, sulla quale nutro molti dubbi, c'è anche la causa finale, cioè la possibilità di considerare un fenomeno y come suscettibile di uno sviluppo verso un obiettivo z, che ne costituirebbe il compimento, o la risoluzione, o comunque un nuovo effetto. E vivere non significa volere del nuovo?
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Caro Almadel,L' impegno eziologico può essere importante sotto diversi aspetti. Ad esempio ad aggiungere nel ventaglio delle possibilità, delle ipotesi che contrastino il monopolio di teorie riconducenti tutto a fattori biologici o psicologici. Non è un male vi siano delle ipotesi che possano non piacere, lo sbaglio sta nel renderle verità assolute, da usare a copertura di interessi e come clave impiegabli per colpire i "diversi". Un gay verrebbe su tale, si ritrovasse a crescere in un mondo in cui l'unico soggetto maschio presente sulla scena altri non fosse che egli stesso? E un pedofilo, già da bambino non fosse messo in condizione di conoscere o interagire mai con un suo coetaneo, al punto di arrivare a credere di essere unico, cresciuto, subirebbe il fascino dei fanciulli? E' sempre utile porsi delle domande, anche quando le risposte non sono certe nè tantomeno a portata. Le condizioni elencate, le si intenda come circostanze che possono favorire la strada all'emergere di una certa inclinazione, se è un'azzardo sostenere la causino di per se. Come utili sono da tenere a mente quelle qualità ricercate, per comprendere meglio che cosa nell'immaturo attrae il pedo, oltre all'aspetto sessuale.La faccenda la possiamo liquidare con un "gli piace perchè gli piace" (o un "..perchè è malato"). Ma se davvero vogliamo approfondire, capire quali dinamiche possano innescarsi, seguire dei ragionamenti, allora occorrerà un minimo di senso umano/empatico e uno sforzo di analisi/autoimmedesimazione.La reazione del fanciullo la si potrà conoscere dopo, ma:A - è più facile capirlo da lui che non da un'adulto, poichè traspaiono maggiormente dai giovani gli stati d'animo.B - ciò è valido per chiunque: come fai a sapere se il tipo che hai appena conosciuto al bar tanto simpatico, sia in realtà un pericoloso psicopatico o semplicemente qualcuno con cui non avresti voluto avere a che fare? Considerata l'eventualità, tenuto conto che chiunque -adulti compresi- possono essere ingannati, chiudi le porte a qualsiasi estraneo e conduci una vita da asociale? Non credo... C'è chi lo fa, personalmente... La lista stilata dalla Danpedo è importante perchè mostra delle distinzioni, lasciando spazio alle zone grigie che nessuno esclude esistano.Mamma e papà dovranno pur metterlo un attimino in guardia dai pericoli il figlioletto, ma non possono - decidere per lui- murarlo vivo dentro casa, tenendolo al guinzaglio quando escono. Il grado di tutela dovrà essere rapportato all'effettiva maturazione conseguita dal figlio. L'eccessiva apprensione è deleteria. Mi sento di sottoscriverlo.Ora, se ci impuntiamo col sostenere che un ragazzino di 12 anni non sia in grado di esprimere un consenso, e/o non abbia una sessualità propria di cui dovrebbe poter disporre, il discorso si cortocircuita.Io non posso far altro che far notare per l'ennesima volta che:I. Non sarebbe nuova questa soglia.II. Non si conoscono gravi precedenti che ne dimostrino la "pericolosità sociale".III. Non è un obbligo per nessuno quello di avvalersi di una tale possibilità.Oltre quanto, posso scomodare tutta quella "pedagogia della differenza" sviluppatasi all'interno delle contestazioni del '68, chiamando in causa René Schérer contro chi vorrebbe che qualsiasi contatto sessuato tra un adulto e un minore sia deleterio per quest'ultimo. René Schérer è un filosofo francese vivente, autore di una critica profonda all'educazione Occidentale, definita come un'azione che manovra il bambino portandolo ad una castrazione. Ha scritto diversi testi sull'argomento, sto tentando di reperire "L'Emilio Pervertito". Schérer sostiene che la corporeità del fanciullo vada liberata, la sessualità espressa, i diritti difesi.Tornando a mamma e papà, nessuno nega loro il diritto di sapere chi frequenta il figlioletto e cosa passi tra lui e terzi, però questo non è possibile, non serve neanche mi ci soffermi. Perchè non verrebbe COMUNQUE accettato un pedofilo, e alla luce del giorno neanche potrebbe mostrarsi (troppo facile rimproverare poi, per non essersi presentati a dovere). C'è un clima d'isteria collettiva, l'ignoranza la fa da padrona. Anche passasse un consenso famiglia-coppia, un rapporto sereno tra persone di età così differenti, in seno alla società nostrana, sarebbe più che minato dall'esterno. Qui si finisce col plagiare preventivamente: si plagia l'adolescente (portandolo a concepire il sesso come qualcosa di sbagliato e destinato a persone adulte, perchè si sa, gli adulti POSSONO, i bambini DEVONO), collo scopo di evitare qualcuno li plagi (portandoli a porsi diversamente nei confronti della propria/altrui sessualità). E' grande il timore sessuofobo le "anime innocenti" liberino quella carica insita in loro, sfuggendo all'imbrigliamento sociale-familiare.Io a 12 anni dicotomizzavo il sesso dalle cose "buone", e quando cedevo a quelle spinte naturali arrivando a masturbarmi, dopo mi sentivo impuro. Se capitava facessi dei giochini con un'amichetta, dopo mi pentivo. Ho perso delle occasioni importanti di crescita. Alla lunga mi sono rivoltato contro tutte le forme d'autorità.Il rapporto sbilanciato è anche quello tra genitori e figli. L'educazione può esser vista come una forma di plagio. Chissà perchè i problemi saltan fuori quando si instaurano delle relazioni con elementi esterni e si parla di sesso..Se un ragazzino non è interessato al sesso o all'adulto, allora non cercherà di sperimentare determinate cose con Tizio Caio o Sempronio. Se l'adulto cercasse di attirarlo a se, allora gli farebbe capire esplicitamente cosa sarebbe pronto eventualmente a condividere con quella persona e cosa no; se a tatto non lo potesse soffrire, cambierebbe aria. stop.Il gioco per il bambino ha una valenza anche conoscitiva. Però esso apprende che non tutto quello con cui gioca, è un giocattolo. Già a 10-11 anni lo capiscono. L'adulto se è interessato sul serio al piccolo, e prova qualcosa per lui, non lo tratterà come un giocattolo (cosa che verrebbe percepita).

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Perché l’uso corrente ha deturpata l’antica dignità ed il nobile decoro di questi vocaboli, mi pare opportuno ripeterne brevemente la storia.Le voci "pedofilo" e "pedofilia", in lingua Greca "paidophiles", "paidophilos", , hanno più che duemila e seicento anni, perché, "paidophilos", nella forma femminile comparativa "paidophilotera", già leggiamo in Saffo, sei e più secoli innanzi Cristo.Dopo la poetessa Lesbia, "paidophiles" e "paidophilia", insieme con "philopais" e "philopaidia" furono usati da Teognide.Più tardi, nel secolo seguente, apparirono le forme "paiderastes" e "paiderastia".Ancorché la composizione di "pais" con "eros", cioè amore, in luogo di "philia" cioè carità, amicizia, potrebbe indurre il sospetto che la voce "paidophilia" abbia significato un affetto assai più intenso e veemente, che "paiderastia", l’esame dei luoghi, in cui essi voce furono usate, non concede che notiamo tali differenze di senso.Restaurate, in principio del secolo scorso, dai medici, "pedofilo" e "pedofilia", furono usate per significare una delle varie inclinazioni della demenza umana, ricevendo un senso diversissimo, anzi opposto a quello che ebbero in antico:queste voci, in vero, furono costrette dalla medicina, in una corazza bensì nuova, ma oscura e turpe, che spense la nobile luce, per cui esse rifulsero anticamente, illuminando i carmi di Saffo, di Alceo, di Teognide, d'Ibico, d’Anacreonte, di Pindaro e le divine elucubrazioni di Platone.Qual fu, dunque questo senso, che le voci ebbero, in antico ?.Il nocciolo della questione è il vocabolo "pais", che in lingua Greca ebbe un uso molto ampio, simile a quello del Latino "pver" e dell’Italico "ragazzo".Essa voce poté designare l’infante, il fanciullo, l’adolescente, il giovinetto, il giovane, ma anche il vecchio.Che è questo dirà qualcuno ?.Proprio come vale per il nostro "ragazzo", un padre Greco poteva dire "paida" suo figlio, ancorché già decrepito d’anni, un padrone Greco convocare un vecchio servo, esclamando "pai", un maestro Greco insegnare ai suoi "paisín", cioè ai suoi discepoli, benché or mai d’età maggiore, un adulto accendersi d’amore d’un giovane, ma non impubere, maschio.Quest’uso amplissimo del vocabolo "pais", permette che, alle voci "pedofilia" e "pedofilo", sia stato, recentemente, assegnato un senso opposto a quello, per cui furono, anticamente, composte.In breve, il significato nuovo di "pedofilia" indica la perversione dell’animo di colui che desidera possedere, con atti venerei, sia maschi sia femmine impuberi, se non, senz’altro, infanti.Il significato antico, vice versa, indicava l’amore, suscitato, nel cuore d'un adulto, da un giovane maschio, che la pubertà ornava di bellezza e di vigore, nella primavera dell’età, sì che l’amante desiderasse cogliere, insieme coll’amato, i dolci frutti di Afrodite.Una donna poteva sentire il medesimo affetto verso una giovinetta.Come s’intende, la conversione del senso è gravissima; i sensi sono, anzi, opposti:prima, la pubertà, la coscienza di sé dell'amato, il medesimo sesso, l’amore che dona ed è donato, l’amato che risponde all’affetto dell’amante;poi, l’impubertà, l’incoscienza di sé del fanciullo, il sesso che può essere diverso, l’amore, se pur si possa usare tale nome, che è masturbazione con un corpo altrui, il fanciullo che è inerte ed inetto strumento della libidine voluttuosa dell’adulto.Perché, tal volta, i vocaboli feriscono più profondamente e dolorosamente, che faccian le spade, conviene prima, che li usiamo, illustrarne diligentemente il significato.Anakreon.[modbreak=yrian]Attenzione! Questo post di Anakreon risulta in parte incomprensibile, suppongo perché ha usato caratteri o standard illegibili sul Forum. Qualora dovesse ripassare da queste parti, lo pregherei di sistemarlo.[/modbreak]Grazie, Iriense.Gli accenti Greci pare non siano recepiti; per non proporre scritti claudicanti, li ho tolti tutti.Anakreon.

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