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Perché i millennial non riescono a fidanzarsi


Aarwangen

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Diverse testate online hanno deciso di stilare una classifica delle ragioni che spiegano perché è difficile avere una relazione per i nati tra gli anni ottanta e novanta:

1- Ghosting. Questo termine si riferisce ad una pratica molto comune: scomparire. Quando si è perso l’interesse nel frequentare una persona, dopo uno o molteplici appuntamenti, molto spesso si scegliere di svanire letteralmente nel nulla senza alcuna spiegazione. Questo comportamento è certamente tanto semplice quanto comune: non ci si sono liti, interminabili conversazioni e scambi di opinioni che potrebbero urtare i sentimenti altrui. Molti di noi hanno così tanti problemi, da quelli d’ansia e psicologici, all’ultra-competitività del mondo universitario e lavorativo, ad un rapporto spesso conflittuale con i nostri genitori (che spesso sembrano non capirci), che aggiungerne un altro non è certamente l’opzione ideale. Risultato: il ghosting ci sembra l’opzione più semplice.

2- Gli appuntamenti hanno delle regole non scritte difficili da interpretare, le quali portano a problematiche complesse e spinose. Ad esempio: chi paga per i drink appena presi? Questo sembra un problema piuttosto banale, ma non lo è affatto. Se uno dei due paga, l’altro potrebbe sentirsi a disagio. Da una parte, questo gesto galante sottintende che il favore venga ricambiato con un secondo appuntamento; ma forse l’altra persona non ne ha alcuna voglia. Dall’altro alcune ragazze potrebbero interpretare il gesto dell’offrire come il retaggio di una cultura oramai superata —retaggio appunto del patriarcato in cui la donna era giudicata meno indipendente ed autonoma.

Un secondo potenziale problema è invece più intimo: sesso al primo appuntamento? Questione forse ancora più difficile da districare della precedente. Se uno dei due è favorevole alla famosa hook up o casual sex (‘sesso occasionale’), l’altra persona potrebbe non esserlo. Questo conflitto di opinioni può condurre a situazioni imbarazzanti, come dare un eccessivo peso al rapporto sessuale anche se questo è giudicato come qualcosa di ricreativo più che vera e propria prova di attaccamento duraturo o fidanzamento effettivo.

3- Dating apps, come Tinder, Bumble, Hindge. La cultura dell’appuntamento moderno è online: alcune foto e una breve biografia per noi millennial sono elementi molto importanti per avere un’idea di chi abbiamo di fronte e per capire se la persona è qualcuno che vorremmo incontrare. Il punto però è che ci sono così tanti potenziali partner in queste dating apps che spesso scegliamo di non dare la preferenza a nessuno oppure di uscire con qualcuno solo come seconda opzione e non come prima scelta. Sicuramente, pensiamo nella nostra testa, ci sarà qualcuno di più interessante proprio dietro l’angolo; il che inevitabilmente comporta scartare chi abbiamo di fronte in questo momento.

4- Scelte di vita e obiettivi incompatibili. Noi millennial siamo tutti molto ambiziosi: quando ci mettiamo in testa qualcosa siamo disposti a grandi sacrifici pur di ottenerla. Moltissimi tra noi hanno scelto di tentare la strada dell’estero sia per lo studio che per il lavoro, per esempio. Questo però comporta dei costi. Una relazione duratura può essere un peso che si frappone tra noi e il nostro obiettivo. Il mio partner, ad esempio, potrebbe vedere la mia scelta di andare all’estero come la fine della nostra relazione e tenterebbe in tutti i modi di farci cambiare idea. E anche nel caso in cui ci sia una relazione a distanza, a lungo andare questa potrebbe drenare molte delle nostre energie mentali dallo studio e dal lavoro, per concentrarle sull’impegno a tranquillizzare il nostro partner.

Siete d'accordo o è perché non fanno sesso anale come dice Almadel?

https://it.businessinsider.com/perche-millennial-non-riescono-ad-avere-relazioni-durature-e-stabili-lavoro-e-studio-allestero/

Edited by Aarwangen
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davydenkovic90

Non credo sia tanto un fenomeno generazionale quanto sociale, infatti mi sembra di vedere che anche molti cinquantenni ormai divorziano e preferiscono consumare i rapporti come consumano il telefonino, prendere un nuovo marito come se fosse un nuovo modello di iPhone, e ritenersi soddisfatti.

Non faccio parte di queste dinamiche perché, mio malgrado, ho sempre rimorchiato decisamente più di quanto meritassi e ben oltre le mie aspettative, il che da sei anni a questa parte mi ha reso praticamente impossibile l'essere single.

Forse se fossi stato molto più bello, avessi fatto meno sport e avessi ascoltato meno Ornella Vanoni, a quest'ora sarei stato a divertirmi anche io a fare pesca sportiva su Grindr tutte le sere. Ma non si può ragionare con i "se", né più di tanto generalizzando la propria esperienza. Io parlo di me, infatti.

Frequento ragazzi e ragazze nati attorno al 2000 e il fenomeno che vedo più diffuso è quello di avere fidanzati/e quando sono molto adatti ad essere esibiti/e sui social, però comunque si tratta sempre di relazioni aperte (lo so perché me lo confidano) anche perché le occasioni sono molteplici.

8 hours ago, Aarwangen said:

patriarcato

Per i miei trent'anni, se ci arrivo, voglio una torta con una stampa sopra: la zingara Cloris Brosca che solleva la carta e dice "il patriarcato!"

So che nessuno realizzerà il mio sogno ma chissà. Sicuramente verrò stupito, visto che al precedente compleanno m'è stato regalato un biglietto per il concerto di Ornella Vanoni... e come potrei pensare d'interrompere un rapporto del genere?

Infatti io trovo anche che l'amicizia sia molto meno praticata. Anche nel forum, gente che si lamenta tanto di non trovare il fidanzato, poi non è che metta in piedi chissà quali amicizie o con chissà quali intenzioni. Perché servono altruismo, sensibilità, carineria e cura, cose che sono completamente sconosciute a molti, qui dentro e fuori.

Edited by davydenkovic90
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1 hour ago, Aarwangen said:

ci sono così tanti potenziali partner in queste dating apps che spesso scegliamo di non dare la preferenza a nessuno oppure di uscire con qualcuno solo come seconda opzione e non come prima scelta.

Penso che questo sia l'unico punto che potrebbe essere rilevante fra quelli esposti. Si tratta proprio di un fenomeno psicologico di cui lessi in passato: hanno osservato che quando c'e troppa scelta si fa molta più fatica a scegliere (impiegando più tempo e energie) e si è meno soddisfatti di ciò che si sceglie.

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2 hours ago, davydenkovic90 said:

Infatti io trovo anche che l'amicizia sia molto meno praticata. Anche nel forum, gente che si lamenta tanto di non trovare il fidanzato, poi non è che metta in piedi chissà quali amicizie o con chissà quali intenzioni. Perché servono altruismo, sensibilità, carineria e cura, cose che sono completamente sconosciute a molti, qui dentro e fuori.

In palestra è molto più facile parlare con un quarantacinquenne o cinquantacinquenne che non con un ventenne o trentenne, io ho notato questo.

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2 hours ago, marce84 said:

In palestra è molto più facile parlare con un quarantacinquenne o cinquantacinquenne che non con un ventenne o trentenne, io ho notato questo.

È anche normale, hai 35 anni, sei dalla parte degli "uomini grandi", è più facile comunicare con loro. Fossi un ventenne fissato con le ripetizioni staresti coi ventenni a farti aiutare a reggere i bilancieri e viceversa! 

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5 hours ago, Aarwangen said:

4- Scelte di vita e obiettivi incompatibili. Noi millennial siamo tutti molto ambiziosi: quando ci mettiamo in testa qualcosa siamo disposti a grandi sacrifici pur di ottenerla. Moltissimi tra noi hanno scelto di tentare la strada dell’estero sia per lo studio che per il lavoro, per esempio. Questo però comporta dei costi. Una relazione duratura può essere un peso che si frappone tra noi e il nostro obiettivo.

Anche io sono sempre stato molto ambizioso nelle mete, ma non avrei mai posposto la realizzazione amicale, i sentimenti, una relazione, a obiettivi lavorativi, di carriera, di prestigio. I miei amici, se sono realmente tali, cioè grandi affetti, me li tengo, e non mi separerei mai da loro – ugualmente, sarebbe per me impensabile rinunciare a una relazione sentimentale per migliorare la mia posizione lavorativa: ci può stare un conflitto, un'indecisione, una lotta, il cui esito è però già scritto in cielo. Non so se questa proiezione a livello internazionale giochi un ruolo così importante come sostiene l'articolista: forse è più giusto pensare che è responsabile dell'aumento esponenziale della contingenza, che è il vero tratto della contemporaneità – e non da oggi: è un esito verso il quale il nostro mondo è da tanto tempo incamminato. Tante più occasioni, opportunità, possibilità, che comportano anche una certa perdita di valore del presente, uno smarrimento del qui e ora – di quel particolare al quale si conferisce però un valore fortissimo. Ricordo, tanti anni fa, un mio carissimo amico, che decise di andare a fare un dottorato a Parigi: una distanza che oggi fa ridere, perché il mondo è diventato più piccolo e facilmente percorribile. Per noi amici fu un trauma: ci abbandonava, sceglieva un altrove, l'amicizia – quella reale, quella vissuta – era finita.

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22 minutes ago, Ghost77 said:

È anche normale, hai 35 anni, sei dalla parte degli "uomini grandi", è più facile comunicare con loro. Fossi un ventenne fissato con le ripetizioni staresti coi ventenni a farti aiutare a reggere i bilancieri e viceversa! 

Lo so sono un rompipalle però devo smentirti. È davvero più facile parlare con i più grandi,anche per me che di anni ne ho 21. I giovani adulti,o ancor più gli adolescenti, si parlano solo se vanno in palestra che già erano amici o se si conoscono,che ne so,perché si riuniscono a giocare a calcetto il sabato.Approcciarsi coi giovani non è così semplice,ti snobbano,magari hanno le cuffiette...e poi,per esempio,quando esco dallo spogliatoio per educazione saluto chi ci sta in quel momento,e se ci stanno solo i giovani è come salutare gli armadietti (vabbè che finora con l'armadietto ho avuto uno stretto rapporto,però un "ciao" umano se po pure fa',no ?)

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9 minutes ago, IlFinnico said:

È davvero più facile parlare con i più grandi,anche per me che di anni ne ho 21

Io non romperei mai il cazzo ad uno della tua età, in palestra.
(A parte che non parlo con nessuno e basta, ma va bene.)
Io, alla loro età, crederei che se il tizio viene a parlare con me c'ha qualcosa che non va nella testa. Perché siamo su pianeti diversi, totalmente opposti.
L'unica dinamica interattiva possibile, a mio avviso, sono io che vado in palestra con la maglietta di un gruppo/videogioco/serie tv o roba simile (magari di nicchia) e tu mi fai i complimenti (o qualcosa del genere): in quel caso c'è un ponte che lega le nostre diverse realtà e non escludo che al prossimo allenamento possiamo farci ancora due chiacchiere, ma deve partire tutto DA TE.
Ché da palestrato a molestatore all'uscita delle scuole è un attimo, eh.

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15 minutes ago, IlFinnico said:

però devo smentirti

Beh io non parlo con nessuno, la palestra è piccola e col fatto che è proprio qui sotto casa mia (realmente sotto) mi cambio e doccio direttamente a casa per evitare di annusare la puzza di peli e docciashampo "for men" con quell'odore pungente terribile.

Quindi faccio poco specie. 

Però gli unici con cui ho avuto modo di comunicare sono paradossalmente i giovani. Forse perché pure loro comunicano poco come me e pensano a fare i loro esercizi. 

A parte che, oltre a salutare e chiederti a vicenda se la tale macchina la userai per molto, che ti devi dire con gli altri?

Comunque, davvero non ti saluta nessuno negli spogliatoi ? Strana palestra 😐

 

No vabbè @LocoEmotivosembra che ci sincronizziamo nelle risposte 😂

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Ah vabbè io pure nello spogliatoio ci passo solo per prendere cose come portafoglio,ombrello etc.che non mi porto in sala. Neanch'io parlo,però molti fanno lunghe chiacchierate. Se mi capita,interagisco solo con un paio di settantenni che ogni tanto tirano fuori discorsi interessanti ,ma più che altro ascolto. 

Una volta,però, un giovane mi ha parlato;eravamo solo io e lui ed era rimasto incastrato sotto al bilanciere 😂

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La settimana scorsa sono stato a un raduno di un gruppo Facebook.

Su dieci persone del gruppo gli unici a essere fidanzati eravamo io e l'altro gay della comitiva

(peraltro con una storia assurda e assolutamente non invidiabile).

Tutti gli altri - di età compresa tra i 26 e i 55, con una sola ragazza - erano non solo single,

ma convintamente sicuri di NON volere una relazione (tranne l'unico straniero, che una ragazza l'avrebbe voluta).

Io e il mio fidanzato siamo rimasti sbalorditi.

Le motivazioni erano le più disparate. Da "Non mi è mai capitato di innamorarmi" a "Non voglio gente che gira in casa mia"

passando per "Ce l'ho piccolo" (lo straniero celibe involontario) a "Ho molti interessi e non potrei gestire una relazione".

Io parlavo dell'imminente matrimonio, l'altro gay della sua storia travagliata

e tutti gli altri di aneddoti buffi con Tinder o con scopamiche a distanza.

E' probabile che i fidanzati non abbiano il permesso di andare a un raduno il sabato pomeriggio

e che pertanto la mia casistica fosse di molto falsata, comunque la cosa ci ha piuttosto colpito.

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davydenkovic90

In generale, i gay sono in controtendenza rispetto a queste dinamiche.  Infatti non mi sembra molto un topic da forum gay, direi piuttosto un topic ad personam.

I gay di generazioni passate tendenzialmente non avevano, tra le alternative, quella di fidanzarsi con un altro ragazzo e accasarsi, non c'era una progettualità da parte di nessuno per raggiungere questo obiettivo, e ovviamente non potevano nemmeno sposarsi. L'unica era fare tanta carriera e rendersi talmente autonomi, privilegiati ed avulsi da potersi permettere due o tre vite parallele. Altrimenti matrimonio di copertura o carriera ecclesiastica.

Quelli di generazioni più recenti (o comunque chi ha saputo e potuto aggiornarsi), abbandonate le paure, fatti i dovuti coming out, mirano a trovare il ragazzo più bello simpatico e intelligente in circolazione e godere con lui di quella "normalità" che è mancata in passato. 

 

 

Edited by davydenkovic90
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Non è proprio un articolo centrato sull'omosessualità maschile...

Io non ho bisogno di fare molta sociologia sull'argomento:

di tutti i miei amici e conoscenti gay single si capisce in modo lampante

il motivo per cui non hanno un partner, per quanto alcuni accusino

poco credibili cause esterne o tratti peculiari della contemporaneità.

Infatti chi non presenta evidenti problemi caratteriali, sociali e/o sessuali

trova sempre il modo di fidanzarsi con "il ragazzo più bello simpatico e intelligente in circolazione".

E' davvero molto raro trovare una persona che si lamenti di essere single

di cui - perlomeno ai suoi amici - non siano ovvi i motivi di tale situazione.

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2 hours ago, Almadel said:

E' davvero molto raro trovare una persona che si lamenti di essere single

di cui - perlomeno ai suoi amici - non siano ovvi i motivi di tale situazione

Cruda verità ma pur sempre verità. 

Ed è impossibile anche comunicare a queste persone il motivo in questione senza rompere l'amicizia. 

Per quello sul forum è più facile : di solito l'amicizia non c'è con gli avventori lamentosi e si va giù più diretti (con risultanti comunque nulli). 

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8 hours ago, Isher said:

Anche io sono sempre stato molto ambizioso nelle mete, ma non avrei mai posposto la realizzazione amicale, i sentimenti, una relazione, a obiettivi lavorativi, di carriera, di prestigio. I miei amici, se sono realmente tali, cioè grandi affetti, me li tengo, e non mi separerei mai da loro – ugualmente, sarebbe per me impensabile rinunciare a una relazione sentimentale per migliorare la mia posizione lavorativa: ci può stare un conflitto, un'indecisione, una lotta, il cui esito è però già scritto in cielo. Non so se questa proiezione a livello internazionale giochi un ruolo così importante come sostiene l'articolista: forse è più giusto pensare che è responsabile dell'aumento esponenziale della contingenza, che è il vero tratto della contemporaneità – e non da oggi: è un esito verso il quale il nostro mondo è da tanto tempo incamminato. Tante più occasioni, opportunità, possibilità, che comportano anche una certa perdita di valore del presente, uno smarrimento del qui e ora – di quel particolare al quale si conferisce però un valore fortissimo. Ricordo, tanti anni fa, un mio carissimo amico, che decise di andare a fare un dottorato a Parigi: una distanza che oggi fa ridere, perché il mondo è diventato più piccolo e facilmente percorribile. Per noi amici fu un trauma: ci abbandonava, sceglieva un altrove, l'amicizia – quella reale, quella vissuta – era finita.

Bell'intervento.

 

8 hours ago, Ghost77 said:

È anche normale, hai 35 anni, sei dalla parte degli "uomini grandi", è più facile comunicare con loro. Fossi un ventenne fissato con le ripetizioni staresti coi ventenni a farti aiutare a reggere i bilancieri e viceversa! 

Ne ho quasi 35 e avevo scritto che erapiù facile parlare con quarantacinquenni o cinquantacinquenni che ventenni e TRENTENNI. Quindi la distanza anagrafica non c'entra, anzi...

 

7 hours ago, IlFinnico said:

e poi,per esempio,quando esco dallo spogliatoio per educazione saluto chi ci sta in quel momento,e se ci stanno solo i giovani è come salutare gli armadietti (vabbè che finora con l'armadietto ho avuto uno stretto rapporto,però un "ciao" umano se po pure fa',no ?)

Esatto!  Da me rispondono al saluto 8 adulti su 10 e 2 ragazzi su 10 rispettivamente.

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4 hours ago, Almadel said:

chi non presenta evidenti problemi caratteriali, sociali e/o sessuali

trova sempre il modo di fidanzarsi con "il ragazzo più bello simpatico e intelligente in circolazione".

Non dire così, altrimenti sembra che avere un problema sia una condanna, diciamo chi non riesce a superare determinati problemi o a trovare delle strategie di adattamento al proprio problema, chi ha questa forma di "rigidità" che per certi versi ti incastra in una situazione difficile.

 

 

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10 hours ago, Ghost77 said:

No vabbè @LocoEmotivosembra che ci sincronizziamo nelle risposte 😂

Celeste è questa / corrispondenza d'amorosi sensi.

6 hours ago, Almadel said:

tratti peculiari della contemporaneità.

"Tutta colpa di Grindr!"

2 hours ago, marce84 said:

Bell'intervento.

CI sarà un motivo se @Isher è il nostro candidato per il prossimo settennato, non credi?

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2 hours ago, LocoEmotivo said:

Celeste è questa / corrispondenza d'amorosi sensi.

"Tutta colpa di Grindr!"

CI sarà un motivo se @Isher è il nostro candidato per il prossimo settennato, non credi?

Dopo Mattarella?:awk:

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21 minutes ago, Aarwangen said:

Io sono single e me ne lamento, non mi piace.

Beh, almeno sei onesto ad ammetterlo. Molti di quelli che da single dicono di stare bene così probabilmente mentono.

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2 hours ago, Aarwangen said:

Io sono single e me ne lamento, non mi piace.

Ma hai ragione. Saresti disonesto e comprometteresti le tue possibilità di crescere, riuscire, ottenere quel che ti spetta e che tutti vogliono, se non lo riconoscessi. Utilizza questa insoddisfazione al meglio cercando di individuare eventuali ragioni  – o di carattere, o di comportamento, oppure obiettive (dove vivi, cosa fai) – per cui non ci sei ancora riuscito. 

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18 hours ago, Isher said:

forse è più giusto pensare che è responsabile dell'aumento esponenziale della contingenza, che è il vero tratto della contemporaneità – e non da oggi: è un esito verso il quale il nostro mondo è da tanto tempo incamminato. Tante più occasioni, opportunità, possibilità, che comportano anche una certa perdita di valore del presente, uno smarrimento del qui e ora – di quel particolare al quale si conferisce però un valore fortissimo. 

Concordo; se ripenso ai momenti in cui, da giovane, ero maggiormente confuso ed irrequieto, spesso mi capitava di desiderare massimamente d'essere altrove, di rammaricarmi per quel che stavo "perdendo" non godendomi quel che già avevo. Qualche volta la preoccupazione era così forte da farmi percepire, quasi fisicamente, l'inesorabilità delle cose...io però soffro parecchio l'ansia, il mio parere è parziale.

Tra gli amici eterosessuali e quelli gay non noto particolari differenze, in fatto di fidanzamenti; chi per studio o lavoro si sposta molto talvolta rinuncia deliberatamente per qualche anno alla "relazione seria", salvo poi cercarla quando la situazione lavorativa va definendosi.

9 hours ago, Hinzelmann said:

Non dire così, altrimenti sembra che avere un problema sia una condanna, diciamo chi non riesce a superare determinati problemi o a trovare delle strategie di adattamento al proprio problema, chi ha questa forma di "rigidità" che per certi versi ti incastra in una situazione difficile.

Certo, il male che ci si vuole non è mai abbastanza :D

Comunque, sono single da molti anni, la cosa a volte mi spiace (e allora frigno qui sul forum), a volte meno, ma riconosco pure d'essere il tipo che rimane incastrato nelle gabbie che contribuisce a crearsi, perciò è inutile prendersela col fato.

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On 9/18/2019 at 8:15 PM, wwspr said:

quando c'e troppa scelta si fa molta più fatica a scegliere

Vero. E' un po' come la strategia difensiva usata da alcuni pesci, di cui non ricordo il nome, che per sfuggire ai predatori, si muovono in branchi e compiono movimenti rapidi e perfettamente sincronizzati, come se fossero un organismo unico, al punto che il predatore non è in grado di fissare l'attenzione su di un elemento in particolare e compiere una scelta determinata.

Comunque pure io non sono fidanzato da molti anni e sicuramente non ci ho messo molto impegno nel cercare. Mi sono anche chiesto spesso nel passato, osservando degli amici che stanno assieme da moltissimi anni, se avessero qualcosa, qualche caratteristica che li rendesse in qualche modo speciali, qualcosa che io non evidentemente non possedevo, che spiegasse in qualche modo questa differenza. Però non sono mai riuscito a trovare spiegazioni che mi abbiano soddisfatto.

Tuttavia, per quanti limiti e problematiche possa avere una persona, mai e poi mai la colpevolizzerei della sua situazione. Volendo fare un paragone, sarebbe come accusare un disoccupato di essere troppo choosy se non ha lavoro,  come disse la Fornero mi pare, o di non avere caratteristiche appetibili per il mercato e quindi di non meritare un lavoro (e sono in molti che la pensano così). Individualizzare i problemi sociali è uno stratagemma molto astuto e tipicamente usato da chi cerca di deresponsabilizzarsi. Così non esiste la disoccupazione, ma solo individui che non vogliono lavorare. Non esiste la singletudine, ma solo individui “difettosi” incapaci di avere relazioni. Insomma dei tuoi fallimenti lavorativi o personali, non puoi che accusare te stesso.

 

Edited by Gondo
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2 minutes ago, Gondo said:

Mi sono chiesto spesso nel passato, osservando degli amici che stanno assieme da moltissimi anni, se avessero qualcosa, qualche caratteristica che li rendesse in qualche modo speciali, qualcosa che io non evidentemente non possedevo, che spiegasse in qualche modo questa differenza.

Forse semplicemente il fatto che queste persone volevano, vogliono, fermamente stare in coppia. Molte persone non concepiscono la vita senza che si sia formata un'unione stabile, e deprezzano un'esistenza priva di questa unione, alcuni la temono o la vivono molto male, parificandola a solitudine (il che non è affatto detto), altri sono naturalmente portati verso le relazioni, altri ancora sono insieme dotati di capacità di attrarre, e anche di gestire i rapporti. Questo vale anche per la reciproca negativa. Perché alcune persone non riescono a formare una coppia? Forse nel profondo, almeno alcuni, non lo vogliono. Non c'è necessariamente una qualità speciale che si possiede, o non si possiede: ci può essere un "no" interiore, spesso ignoto e ignorato, di cui invece varrebbe la pena di scoprire le ragioni. Anche per rimanere soli. O per trovare finalmente il compagno, un compagno.

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26 minutes ago, Isher said:

Forse semplicemente il fatto che queste persone volevano, vogliono, fermamente stare in coppia. Molte persone non concepiscono la vita senza che si sia formata un'unione stabile, e deprezzano un'esistenza priva di questa unione, alcuni la temono o la vivono molto male, parificandola a solitudine (il che non è affatto detto), altri sono naturalmente portati verso le relazioni, altri ancora sono insieme dotati di capacità di attrarre, e anche di gestire i rapporti. Questo vale anche per la reciproca negativa. Perché alcune persone non riescono a formare una coppia? Forse nel profondo, almeno alcuni, non lo vogliono. Non c'è necessariamente una qualità speciale che si possiede, o non si possiede: ci può essere un "no" interiore, spesso ignoto e ignorato, di cui invece varrebbe la pena di scoprire le ragioni. Anche per rimanere soli. O per trovare finalmente il compagno, un compagno.

Sei sempre profondo.

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