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La mia ipocondria & discorsi associati.


davydenkovic90

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1 hour ago, Bloodstar said:

Io sono ipocondriaco perché ho una soglia di sopportazione del dolore bassissima, direi bambinesca, e quindi l'idea di poter provare dolore mi fa una paura fottuta. Controllo la cosa evitando le autodiagnosi e facendo esami specialistici se necessario

 

A me sembra più una forma di fobia del dolore è chiaro che la paura della sofferenza produce a livello cognitivo un ampliamento della percezione del dolore

In questo senso puoi dire "bambinesco" nel senso che di fronte alla paura della sofferenza ti senti indifeso come un bambino, non avendo sviluppato quella capacità di vedere da fuori esternamente per quindi imparare a vivere, l'esperienza del proprio dolore ( ovviamente mi riferisco a quei piccoli dolori che mediamente tutti riescono a sopportare e tu eventualmente no )

 

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  • 2 weeks later...
On 9/21/2019 at 9:45 AM, Hinzelmann said:

non avendo sviluppato quella capacità di vedere da fuori esternamente per quindi imparare a vivere, l'esperienza del proprio dolore

Perché c'è forse qualcuno che è preparato all'esperienza del dolore? Ad uno che ti dice che è finita, non ci sono altre cure e non ti rimane che aspettare la fine?

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  • 1 year later...
davydenkovic90

Sono andato a rileggermi questo topic, perché ci sono beatamente ricascato, con tutte le scarpe. P.S. Nel 2019  ero molto filosofico e saltellavo di palo in frasca, chissà che versione di disagio mentale avevo ai tempi.

Racconto un piccolo ultimo sviluppo del problema, soprattutto per me e per esorcizzare la questione. E' noioso, vi avverto.

Dall'estate in poi, e in particolare dalle zone arancioni/rosse autunnali fino ad oggi, per questioni decise da federtennis e CONI, ho potuto continuare a praticare sport come se il Covid non esistesse. In una struttura nuova rispetto al passato dove mi sono trovato sorprendentemente bene, dove mi alleno con ragazzi belli, simpatici e bravi, che mi hanno preso fin troppo a cuore e in simpatia.

Il disastro comincia una settimana fa. Rompo una racchetta, per sbaglio. Osservo che ormai sono vecchie  (2017) e usurate dalle tante incordature. Devo ricomprarle. Non le trovo online nello stesso modello, se non a prezzi un po' fuori dal mio budget (250+euro) In un attimo di follia ordino un telaio simile ma molto più diffuso, stesso marchio, molte caratteristiche coincidenti, alcune no, ma pazienza, può andare comunque, dai! Arrivano le racchette, le incordo come al solito, gioco. Il presagio di morte: l'epicondilite. M'è capitata in passato quando ho provato racchette diverse dalla mia abituale e fortunatamente risolto  senza la minima ricaduta da più di 10 anni una volta buttate via quelle e presa la mia abituale.  Sono due giorni che passo convinto e focalizzato sui doloretti al gomito, anche se non ne ho neanche mezzo in realtà. Provo le racchette anche in casa facendo colpi a vuoto come un deficiente e mi convinco che la nuova mi dà la sensazione di dolore, quando il dolore non c'è, e che presto avrò il braccio ridotto come tanti anni fa, quando non riuscivo a versarmi l'acqua nel bicchiere. Ulteriore aggravante: le corde. A quanto pare, a sentire i tecnici, sono quelle più pericolose per chi soffre di epicondilite e io uso una tensione molto alta, anch'essa pericolosa, ma necessaria per il tipo di gioco che ho. Come ciliegina sulla torta, pare che le mie corde (ne possiedo a casa una certa quantità) siano ormai sorpassate per telai moderni e devo valutare l'acquisto di nuove code. Ulteriore variazione che mi porterebbe un'altra valanga di ansie.

Ieri ho giocato controvento per un'ora con un ragazzo tirando decine e decine di colpi a tutta velocità. Mi fa male tutto: il bicipite, il tricipite, un piede (lol), lievemente la schiena. Ma il gomito no.  Sono qui che mi stupisco di "sentire" il tendine sollecitato dal movimento delle dita mentre batto al computer.

Un disastro, non so come uscirne. Anche perché qui abbiamo scavalcato i sintomi della normale ipocondria e raggiunto un livello di pazzia ulteriore: non interpreto sintomi reali come malattie improbabili e mortali che do per certe, ma, in assenza di sintomi, già prevedo una malattia invalidante che mi farà perdere la serenità raggiunta in un dato ambito.

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