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Maggiore è l'uguaglianza di genere, meno sono le donne a seguire carriere scientifico-tecnologiche


Uncanny

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Un recente studio pubblicato su Psychological Science ha rilevato, incrociando dati sulla percentuale di laureate donne in discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) per paese e il relativo indice di parità di genere (Global Gender Index Gap), come nei paesi più tradizionalisti e meno egualitari ci siano tendenzialmente molte più donne impiegate in queste discipline rispetto ai paesi più egualitari.

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Come si può osservare dal grafico, la maggior percentuale di donne laureate in discipline STEM si ha in Algeria con oltre il 40% del totale e in paesi come Tunisia, Turchia ed Emirati Arabi Uniti. Al contrario, nei paesi famosi per l'uguaglianza di genere e per la decennale istituzionalizzazione del femminismo, fra cui spiccano i paesi scandinavi, le percentuali di donne laureate in discipline STEM sono fra le minori a livello globale. Attorno al 20% in Norvegia e Finlandia. 

Come si spiega quest'apparente paradosso?

Intraprendere una carriera nel settore scientifico-tecnologico è il modo più semplice e sicuro per ottenere libertà e stabilità economica, quindi nei paesi più tradizionalisti molte donne la intraprendono per necessità per non dover dipendere economicamente da un uomo e rimanere relegate in casa e quindi per avere maggiore libertà. La maggior parità di genere non scoraggia le donne a intraprendere una carriera in questo settore, ma semplicemente permette loro di non farlo se non ne sono interessate. 

Uomini e donne hanno dunque interessi e inclinazioni tendenzialmente differenti nella scelta di lavoro, passioni e non solo. Le donne non sono meno capaci nelle discipline tecnologico-scientifiche come anche rileva lo studio, ma semplicemente ne sono naturalmente meno interessate. Lo stesso discorso lo si potrebbe fare per l'uomo nelle discipline afferenti le scienze sociali ad esempio, dove la percentuale di studenti e laureati uomini è infatti molto bassa.

Il genere non è un mero costrutto sociale e le teorie socio-psicologiche che vedono la mente come una tabula rasa (blank slate theory in inglese) alla nascita sono del tutto prive di fondamento. 

Lo studio: https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/0956797617741719

Edited by Uncanny
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47 minutes ago, Uncanny said:

Le donne non sono meno capaci nelle discipline tecnologico-scientifiche come anche rileva lo studio, ma semplicemente ne sono naturalmente meno interessate.

Non è la spiegazione che darei io.

Io direi che semplicemente le discipline scientifiche sono più difficili di quelle umanistiche

e che pertanto - a parità di vantaggi sociali - le persone sono naturalmente portate a fare uno sforzo minore.

In un Paese molto patriarcale un buono stipendio per una donna significa affrancarsi dal padre e dal marito,

ma in Norvegia non è necessario laurearsi in ingegneria o medicina per sentirsi libere: basta il DAMS.

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36 minutes ago, Almadel said:

Io direi che semplicemente le discipline scientifiche sono più difficili di quelle umanistiche

e che pertanto - a parità di vantaggi sociali - le persone sono naturalmente portate a fare uno sforzo minore.

Ma questo non spiega il gap fra uomini e donne laureate in discipline scientifiche nei paesi con maggior uguaglianza di genere. Come mai solo il 20% di donne rispetto all'80% di uomini in Norvegia e Finlandia? La tua spiegazione implica solo una diminuzione generalizzata uomini e donne che siano di laureati in discipline scientifiche a favore di quelle umanistiche. 

36 minutes ago, Almadel said:

In un Paese molto patriarcale un buono stipendio per una donna significa affrancarsi dal padre e dal marito,

ma in Norvegia non è necessario laurearsi in ingegneria o medicina per sentirsi libere: basta il DAMS.

E questo è esattamente quanto anche da me detto.

Comunque, per aggiungere una vena polemica alla questione, non si tratta solo di un mera disquisizione da salotto. Tutta la questione ha importanti implicazioni politiche. Prima organizzazioni anche molto importanti quali l'UNESCO elaborano relazioni in cui si evidenzia questo gap di genere nella percentuale di laureati in discipline STEM, adducendo a causa maschilismo, sessismo & Co. Poi i governi nazionali implementano politiche, strategie e stanziano soldi per ovviare al presunto problema, finendo però per privilegiare il genere femminile a scapito di quello maschile. Ad esempio lo scorso anno il governo italiano ha stanziato tre milioni di euro per pagare gli studi universitari alle donne che avrebbero scelto discipline scientifiche. Chissà però perché non ci sono fondi per pagare gli studi in scienze umanistiche e sociali agli uomini. 

https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-01-08/universita-gratis-o-scontata-le-studentesse-che-scelgono-corsi-scientifici-153505.shtml?uuid=AEgpU2dD&refresh_ce=1

Edited by Uncanny
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Perché il modello di riferimento cui tendere per il perseguimento dell'uguaglianza fra sessi è quello maschile.
Quando si dice "uomini e donne devono diventare uguali" significa che tutti devono essere uomini..incluse le donne.

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Fra il contestare obiettivi e metodi di organizzazioni internazionali sull'istruzione ( peraltro per come attuate dalla Fedeli ) ed il sostenere che esista una "naturale inclinazione del genere femminile nella scelta degli studi" ce ne corre

10 hours ago, Almadel said:

Io direi che semplicemente le discipline scientifiche sono più difficili di quelle umanistiche

e che pertanto - a parità di vantaggi sociali - le persone sono naturalmente portate a fare uno sforzo minore

E' una spiegazione ragionevole, aggiungerei che

Il merito scientifico è oggettivamente misurabile e riconosciuto, quello umanistico no ed il merito può essere misconosciuto ;  il primo ambito è apolitico mentre il secondo non lo è per definizione ( tanto è vero che in quello si concentrarono anche da noi i divieti negli accessi: esercito, magistratura, avvocatura...)

In poche parole la scienza può anche costituire una "nicchia di libertà" in un regime illiberale e discriminatorio

Infine se ipotizziamo un ordinamento che assume come validi obiettivi delle politiche di parità di genere, a partire dalle quote rosa in parlamento, è ipotizzabile anche che la donna sia incentivata ad indirizzarsi proprio al settore pubblico

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10 hours ago, Uncanny said:

Come mai solo il 20% di donne rispetto all'80% di uomini in Norvegia e Finlandia?

Evidentemente all'aumentare dell'emancipazione femminile non consegue anche un affrancamento dai ruoli di genere maschili

e alle pure emancipate donne norvegesi continuano a piacere gli uomini con un buono stipendio.

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1 hour ago, Hinzelmann said:

Fra il contestare obiettivi e metodi di organizzazioni internazionali sull'istruzione ( peraltro per come attuate dalla Fedeli ) ed il sostenere che esista una "naturale inclinazione del genere femminile nella scelta degli studi" ce ne corre

Come spieghi allora il fatto che nei paesi scandinavi la percentuale di donne laureate in discipline scientifiche sia fra le minori a livello globale? 20% in Norvegia e Finlandia rispetto all'80% di uomini. E' qui che sta il punto della discussione. 

48 minutes ago, Almadel said:

Evidentemente all'aumentare dell'emancipazione femminile non consegue anche un affrancamento dai ruoli di genere maschili

Insomma, per reazione al maschilismo si sono esaltate le differenze di genere già presenti invece di essere appianate, nonostante le politiche implementate andassero in questa direzione? Perché non solo l'emancipazione femminile non corrisponderebbe ad un affrancamento dai ruoli di genere, ma anzi ne comporterebbe pure una maggior adesione. Come si è visto infatti all'aumentare dell'uguaglianza di genere diminuisce la percentuale di donne che si laureano in discipline scientifiche. Mi sembra una tesi molto azzardata. 

Non vedo cosa ci sia di strano, per quanto la cosa possa non far piacere a chi segue certe correnti di pensiero, nell'ammettere che uomini e donne abbiano inclinazioni naturalmente diverse. La donna ha maggior abilità comunicative e relazionali, quindi è più incline a discipline afferenti le scienze sociali. L'uomo ha maggior abilità pratiche e tecniche, quindi è più incline a discipline tecnologico-scientifiche. Il tutto ovviamente in via tendenziale, ci sono tranquillamente donne inclini a seguire carriere tecnologico-scientifiche e uomini che lo fanno nelle scienze sociali, ma sono del tutto minoritari. 

Edited by Uncanny
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5 minutes ago, Uncanny said:

Non vedo cosa ci sia di strano, per quanto la cosa possa non far piacere a chi segue certe correnti di pensiero, nell'ammettere che uomini e donne abbiano inclinazioni naturalmente diverse.

Io non avrei alcuna difficoltà ad ammettere che donne e uomini abbiano differenti inclinazioni,

ma non ci sono le condizioni sociali per scoprirlo davvero.

Molti miei amici maschi sono stati spinti a fare materie scientifiche e non umanistiche perché con le seconde non si trova un buon lavoro;

pressioni simili vengono fatte anche a ragazzi di famiglie ricche, ma solamente alle ragazze di famiglie povere.

Quando le donne avranno la stessa propensione a mantenere i maschi che i maschi hanno nel mantenere le donne

e la classe sociale porterà a entrambi i generi gli stessi vantaggi, allora potremo valutare se davvero è una questione di inclinazione personale.

Fintanto però che a dover mantenere la famiglia sarà il maschio non dovremo stupirci se sarà lui ad accollarsi lo studio di facoltà scientifiche.

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@Almadel Ti ricordo che non stiamo parlando dell'Italia, ma del contesto scandinavo famoso per l'uguaglianza di genere e il femminismo istituzionalizzato da decenni. Per Finlandia e Norvegia, al primo posto per Global Gender Gap Index ma praticamente ultime per donne laureate in discipline STEM, si può fare un discorso che escluda o in cui comunque le condizioni sociali siano del tutto marginali. Anche perché sono welfare state con benessere altissimo e i tassi di povertà più bassi al mondo. Eppure la percentuale di donne laureate in discipline STEM non solo è più bassa di quella degli uomini ma è fra le più basse in assoluto al mondo.

Anzi, come già detto all'aumentare delle disparità nelle condizioni sociali aumenta il numero di donne che si laureano in discipline scientifiche, perché lo fanno per necessità per avere maggior libertà e indipendenza. Quindi il discorso che fai è pure contraddittorio con quanto anche da te prima affermato.

Edited by Uncanny
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Questa discussione nasce dal pregiudizio che le donne siano castrate da un sistema culturale che le spinge verso certe facoltà, quindi debbano essere incentivate a sceglierne altre ( pur derogando alla uguaglianza formale di tutti gli studenti )

Nessuno pensa che esista una naturale inclinazione, ma una inclinazione culturale a far sì che scelgano certi studi, anche perchè dalla nascita alla scelta della facoltà e di lavoro ci sono anni di condizionamenti nel mezzo...comunque non facciamoci mancare niente e prendiamolo in considerazione.

Il problema è che nel settore pubblico la parità di genere è stata resa obbligatoria ( dal consiglio comunale al parlamento, dall'ospedale alla società pubblica che lo amministra etc ) e quindi si è spianata la strada alle donne che possono ascendere ai vertici delle rispettive carriere in modo più facile che nel settore privato, e più rapidamente dei coetanei maschi, dopodichè ci si meraviglia abbiano scelto le facoltà che le indirizzavano, proprio dove le si voleva mandare?

Mi pare ovvio studiare formazione, scienze politiche e sociali o amministrative, se in quegli ambiti si aprono prospettive per le donne, le si incentiva da 10 e passa anni etc

Avrei dei dubbi sul fatto che nel privato domini la scienza...mi pare una visione edulcorata del mercato, certo servono anche ingegneri e dirigenti tecnicamente preparati ma bisogna essere competitivi, pragmatici, scorretti, stronzi...

Edited by Hinzelmann
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il punto secondo me è quello che ha espresso almadel 

42 minutes ago, Almadel said:

Quando le donne avranno la stessa propensione a mantenere i maschi che i maschi hanno nel mantenere le donne

e la classe sociale porterà a entrambi i generi gli stessi vantaggi, allora potremo valutare se davvero è una questione di inclinazione personale.

Vorrei un giorno sentire politici chiedersi come mai solo il 12% (cifra inventata per fare l'esempio) dei maschi sia casalingo e proporre misure per incentivare questa scelta... 

Questione che in modo simile uncanny proponeva qui:

12 hours ago, Uncanny said:

Chissà però perché non ci sono fondi per pagare gli studi in scienze umanistiche e sociali agli uomini. 

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39 minutes ago, Hinzelmann said:

Il problema è che nel settore pubblico la parità di genere è stata resa obbligatoria ( dal consiglio comunale al parlamento, dall'ospedale alla società pubblica che lo amministra etc ) e quindi si è spianata la strada alle donne che possono ascendere ai vertici delle rispettive carriere in modo più facile che nel settore privato, e più rapidamente dei coetanei maschi, dopodichè ci si meraviglia abbiano scelto le facoltà che le indirizzavano, proprio dove le si voleva mandare?

Mi pare ovvio studiare formazione, scienze politiche e sociali o amministrative, se in quegli ambiti si aprono prospettive per le donne, le si incentiva da 10 e passa anni etc

Avrei dei dubbi sul fatto che nel privato domini la scienza...mi pare una visione edulcorata del mercato, certo servono anche ingegneri e dirigenti tecnicamente preparati ma bisogna essere competitivi, pragmatici, scorretti, stronzi...

Una teoria francamente senza né capo né coda. Come se una persona, tanto più in paesi dal benessere elevatissimo e dove di lavoro ce n'è a iosa, scegliesse il proprio percorso di studi e il proprio lavoro non sulla base dei propri gusti e delle proprie passioni ma per avere un posto nel settore pubblico. Come se poi nel privato anche in paesi come quelli scandinavi la donna fosse una sottospecie di reietta. Scienze sociali solo in parte poi dà sbocchi nel settore pubblico. Ad esempio psicologia, una delle maggiori discipline nel settore e in cui le laureate donne sono la stragrande maggioranza, porta poi quasi esclusivamente ad impieghi nel settore privato o autonomo (fanno eccezioni gli psicologi nelle ASL e poco altro). 

Il pregiudizio che le donne siano castrate da un sistema culturale che le spinge verso certe facoltà comunque è proprio della narrativa femminista-costruzionista, che io infatti critico. 

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1 hour ago, Uncanny said:

Una teoria francamente senza né capo né coda.

Più che una teoria è un dato di fatto, che la parità uomo donna abbia condotto a quote obbligatorie di candidature dai consigli comunali a salire ( il chè in Norvegia non ha significato candidarle ove non elette come in Italia ) e ad assunzioni obbligatorie negli enti pubblici o a politiche di promozione agevolate è innegabile

Se in Algeria è proibito, se non scoraggiato, in Norvegia era già libero ed è stato incentivato e poi reso in certa misura finanche obbligatorio

Che questo abbia portato a sostituire un certo numero di maschi andati in pensione con più femmine e orientato a scegliere scuole funzionali a tale privilegio nell'accesso e carriera, anche.

Che il privato invece - ispirato a logica di profitto - abbia fatto un minimo di resistenza è abbastanza ragionevole...anche se non mi risulta che Gianni Agnelli e Silvio Berlusconi fossero ingegneri, né a dire il vero saprei citare un geniale ingegnere informatico norvegese che abbia fondato una impresa di rilievo  grazie al suo titolo di studio.

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25 minutes ago, Hinzelmann said:

Più che una teoria è un dato di fatto

Può essere un dato di fatto, prendendo per totalmente vero ciò che dici, la presenza di una parità di genere forzata in ogni settore del pubblico. 

Questo però non implica che le donne scelgano di conseguenza in modo assai maggiore carriere che le portino a coprire questi ruoli. Correlazione - se c'è - non implica casualità. 

In Norvegia e Finlandia di lavoro se ne trova in qualsiasi settore e non ci sono barriere nell'accesso al settore privato per le donne, anzi. Quindi non c'è ragione per cui debbano fare scelte di necessità a fronte di gusti e passioni. Farei poi notare che in Norvegia, con quote di genere interne ai partiti e quindi non istituzionalizzate, il 39,6% dei parlamentari è composto da donne. In confronto la ben meno egualitaria Italia ne ha il 34,7% - poco in meno - e le donne che si laureano in discipline STEM sono comunque alte, cioè oltre il 30% del totale. Ma questo è solo un esempio, lo stesso discorso lo si potrebbe fare relativamente ad altri ambiti. 

Poi ribadisco che la maggior scienza sociale, cioè la psicologia, è a maggioranza eminentemente femminile nonostante sia indirizzata negli sbocchi in minima parte al pubblico. 

Edited by Uncanny
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La esistenza di una correlazione esclude che possa essere "casuale"

Anche perchè del tutto voluto da politiche

Semmai non basta a dimostrare una assoluta causalità ed in effetti possono esistere anche altri condizionamenti culturali

Escluderei il gusto "innato" francamente....per dire in una società patriarcale per quanto le donne siano casalinghe, si ritiene facciano una cucina "casalinga" mentre quella professionale è da "maschi" ( e la distinzione porta ad accentuazione dei caratteri maschili dell'ambiente di lavoro )

Se oggi una donna vuole diventare chef in un ristorante  deve sfidare un ambiente già maschilizzato...magari 30 anni fa rinunciava in partenza e preferiva lavorare in una mensa aziendale o scolastica

Quindi abbiamo la casalinga che cucina solo in casa. la donna che inizia a lavorare in mense o in trattorie ed infine la chef professionale, se l'interesse della cucina fosse innato e in ipotesi femminile non coglieremmo la complessità del fenomeno che è assai più articolato

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Il discorso verteva sulle discipline scientifiche e le scienze sociali, quello della cucina è un altro discorso. 

E' tranquillamente possibile che certe inclinazioni siano innate mentre altre acquisite o parzialmente acquisite. Se di ingegnere donne ce ne sono ben poche anche nei paesi scandinavi, dove il condizionamento socio-culturale è pressoché nullo se non favorevole invece che contrario, è del tutto ragionevole sostenere l'esistenza di inclinazioni naturali.

Se poi hai dati sulla percentuale di chef donne scandinave rispetto agli uomini che evidenzino una netta inferiorità delle prime, allora si potrà fare un discorso anche su questo. 

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Ritengo quasi certo che nessuna inclinazione professionale sia in se maschile o femminile e pressoché certo che le donne in quanto relegate a casa fossero in origine escluse da tutte

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43 minutes ago, Hinzelmann said:

Ritengo quasi certo che nessuna inclinazione professionale sia in se maschile o femminile e pressoché certo che le donne in quanto relegate a casa fossero in origine escluse da tutte

Non è l'inclinazione professionale ad essere in sé maschile o femminile. Sono delle caratteristiche e abilità ad essere in sé maschili o femminili, o per dirla meglio ad essere più comuni fra i maschi o le femmine, e queste caratteristiche o abilità rendono poi la persona più incline a intraprendere determinate scelte professionali. 

Le donne sono tendenzialmente più portate a ruoli di cura, comunicazione e relazione e infatti prevalgono in medicina, infermieristica, scienze sociali, psicologia, etc. Gli uomini sono tendenzialmente più portati a ruoli tecnico-pratici e per questo prevalgono in discipline STEM tanto più se più applicative, come ad esempio nell'ingegneria. 

Nessuno dice che una cosa sia migliore dell'altra, ma semplicemente questa differenza c'è. In Italia oltre il 60% dei medici under 40 sono donne, lo stesso dicasi per gli iscritti alla facoltà di medicina. Non mi pare che nessuno, tanto meno gli uomini, si sia lamentato, anzi la cosa viene generalmente celebrata. Eppure se poi di contro il 65-70% dei laureati in discipline STEM sono uomini subito si parla di  sessismo, discriminazione, mancanza di pari opportunità, etc. con tanto di fondi governativi per pagare l'università alle donne in questi settori. 

Edited by Uncanny
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A quel che risulta a me le donne superano o pareggiano gli uomini in quasi tutte le lauree esistenti, se dovessimo dedurre da una situazione del genere le naturali  capacità dei due sessi, i maschi ne uscirebbero letteralmente distrutti

Altro che capacità di cura...

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davydenkovic90
30 minutes ago, Uncanny said:

Le donne sono tendenzialmente più portate a ruoli di cura, comunicazione e relazione e infatti prevalgono in medicina, infermieristica, scienze sociali, psicologia, etc. Gli uomini sono tendenzialmente più portati a ruoli tecnico-pratici e per questo prevalgono in discipline STEM tanto più se più applicative, come ad esempio nell'ingegneria. 

Ma chi l'ha detto? Ma su un forum gay devo venire per leggere queste cavolate? Dai, per favore. 

Le quote rosa esistono perché è stato dimostrato che, laddove c'è varietà di genere, le cose funzionano molto meglio rispetto a quando sono tutti uomini.  E in più le donne sono spesso nella scomoda posizione di dover scegliere fra carriera e famiglia.

E' inutile e controproducente che una donna, per entrare in politica, ad esempio, diventi uomo, magari più  maschilista dei maschi che già non scherzano. 

Comunque non ho seguito il topic è lo trovo un argomento un pelino ammosciante, quindi non parteciperò.

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8 minutes ago, Hinzelmann said:

A quel che risulta a me le donne superano o pareggiano gli uomini in quasi tutte le lauree esistenti, se dovessimo dedurre da una situazione del genere le naturali  capacità dei due sessi, i maschi ne uscirebbero letteralmente distrutti

Capacità =/= Inclinazione

Il fatto che un genere sia maggior predisposto a certe discipline, cioè ad avere più interesse verso esse, non significa che sia necessariamente più capace in esse.

L'ho anche detto nel post d'apertura: "Le donne non sono meno capaci nelle discipline tecnologico-scientifiche come anche rileva lo studio, ma semplicemente ne sono naturalmente meno interessate. Lo stesso discorso lo si potrebbe fare per l'uomo nelle discipline afferenti le scienze sociali ad esempio, dove la percentuale di studenti e laureati uomini è infatti molto bassa."

E' vero che le donne tendono a proseguire gli studi più degli uomini dopo il diploma, quindi che in generale ci siano più iscritte che iscritti all'università, ma questo non implica che le donne superino o pareggino in numero gli uomini in quanto a numeri in quasi tutte le lauree esistenti. 

In tutte le discipline STEM, che riguardano decine di indirizzi, prevalgono gli uomini. Nelle discipline economiche e giuridiche c'è grosso modo parità. Nelle scienze sociali e medicina prevalgono le donne.

8 minutes ago, davydenkovic90 said:

Ma chi l'ha detto? Ma su un forum gay devo venire per leggere queste cavolate? Dai, per favore. 

Lo dicono i dati. E inutile che te ne esci con queste domande se affermi di non aver seguito il topic. 

Come mai nei paesi scandinavi, paesi con altissima uguaglianza di genere dove non esiste nessun tipo di condizionamento sociale patriarcale anzi l'opposto, solo il 20% dei laureati in discipline STEM sono donne? Si tratta delle percentuali più basse al mondo. 

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Comunque ho recuperato questa inchiesta che avevo visto anni fa proprio sul paradosso scandinavo sulle differenze di genere. Seriamente, dura un po' più di una mezz'oretta ma ne vale assolutamente la pena.

In particolare dal minuto 15 al minuto 32 vengono presentati diversi studi ed evidenze che mostrano come esistano differenze innate fra uomo e donna nel comportamento umano. 

Uno è stato fatto su bambini appena nati, di un giorno appena. Sono stati mostrati un viso e un oggetto meccanico ed è stato filmato per quanto tempo ciascun bambino guardava ciascun oggetto. Più maschi guardavano più a lungo gli oggetti meccanici e più femmine guardavano più a lungo il viso. Ciò è dovuto alla diversa quantità di testosterone prodotta dall'organismo che influenza in fase di sviluppo il modo in cui il cervello si sviluppa. Più il livello di testosterone misurato nell'utero in fase prenatale è alto, più lento è nel bambino lo sviluppo del linguaggio da piccolo e minore il contatto visivo che stabiliscono all'età di uno o due anni. Quindi un maggior livello di testosterone è associato ad una maggior lentezza di sviluppo linguistico e di interazione sociale nei primi anni di vita. Tant'è che le femmine con livello di testosterone più alto per via di disturbi sviluppano uno schema ricorrente di preferenza per i giocattoli maschili, cioè più meccanici. Nei bambini già più cresciuti, fino agli otto anni di età, un alto livello di testosterone porta ad essere meno empatici e riconoscere le emozioni altrui. Allo stesso tempo hanno maggior interesse nei sistemi e nel capire come funzionano le cose. 

In linea generale quindi gli interessi sono legati ai livelli ormonali a prescindere dal genere, poi è ovvio però che i maschi producano in genere molto più testosterone rispetto alle femmine, anche se questo non significa che una femmina non possa avere livelli di testosterone più tipicamente maschili e viceversa.

Dal minuto 25 al 32 è poi riportata l'intervista alla professoressa e ricercatrice Ann Campbell che spiega in modo molto chiaro le ragioni evolutive di ciò. Ragioni di per sé ovvie considerando il dimorfismo sessuale proprio di qualsiasi specie, che non si spiega perché non dovrebbe influenzare i comportamenti umani come fa in qualsiasi animale. Non sto a tediarvi ulteriormente altrimenti non finisco più di scrivere, ma vi invito caldamente alla visione. In particolare dal minuto 15 al 32, ma meglio se tutto così avete una contestualizzazione più ampia e sentite anche l'altra campana, cioè studiosi di genere costruzionisti che però sono rimasti irrimediabilmente smerdati, mi si passi il termine ma non saprei come meglio dirlo. 

Edited by Uncanny
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5 hours ago, Uncanny said:

Sono delle caratteristiche e abilità ad essere in sé maschili o femminili, o per dirla meglio ad essere più comuni fra i maschi o le femmine, e queste caratteristiche o abilità rendono poi la persona più incline a intraprendere determinate scelte professionali.

C'è una ragione particolare per cui vorresti inferire questa tua personale conclusione ultra-deterministica?

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21 hours ago, Uncanny said:

Il fatto che un genere sia maggior predisposto a certe discipline, cioè ad avere più interesse verso esse, non significa che sia necessariamente più capace in esse.

Il problema è che le femmine all'università sono oramai la maggioranza (55%) e prendono voti più alti dei maschi, sia nelle lauree che preferiscono loro sia in quelle che i maschi preferirebbero, almeno in Italia.

Se ne potrebbe dedurre che le femmine studino di più e quindi riescano per tale motivo a superare i maschi anche nelle lauree verso cui avrebbero una minore inclinazione, è una ipotesi condizionale

Il dato di fatto è che sono più capaci pure nelle lauree  cd maschili che poi sono giusto un paio...insomma per i maschi sarebbe un disastro si iscrivono di meno all'Università, sono minoranza in quasi ogni facoltà e prendono voti più bassi, pure in quelle due in cui residua una loro prevalenza numerica.

Edited by Hinzelmann
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4 minutes ago, Hinzelmann said:

Il problema è che le femmine all'università sono oramai la maggioranza (55%) e prendono voti più alti dei maschi, sia nelle lauree che preferiscono loro sia in quelle che i maschi preferirebbero

....

Il dato di fatto è che sono più capaci pure nelle lauree maschili

perché sarebbe un problema ?

non esistono lauree maschili.

le uniche attività prettamente di genere sono partorire e allattare ed avere un'erezione.

Edited by marco7
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On 1/14/2019 at 9:59 PM, Sampei said:

C'è una ragione particolare per cui vorresti inferire questa tua personale conclusione ultra-deterministica?

Da quando sostenere che le differenze comportamentali fra i generi sono anche influenzate in modo non indifferente dalla biologia - come d'altronde accade in ogni specie animale con dimorfismo sessuale - significa essere ultra-deterministici? 

Da una parte ci sono i costruzionisti che sostengono che il genere è mero costrutto sociale, dall'altra i conservatori alla Costanza Miriano che esaltano i ruoli di genere tradizionali sostenendo che siano interamente biologicamente determinati. 

Io mi trovo nel mezzo, lontano da entrambi gli estremismi. Come ci sono molte differenze di genere socialmente determinate che vanno abbattute, così ce ne sono molte altre influenzate in modo determinante dalla biologia. 

Non ho nessun problema se nelle scuole viene spiegato ai bambini che ogni persona può fare qualsiasi cosa, che una donna può diventare ingegnere se lo vuole. Anzi, ben venga. Più gioco del rispetto per tutti. 

Se anche solo una piccola parte di donne vuole diventare ingegnere, questa piccola parte va sostenuta in tutti i modi. Ma ciò non toglie che sia una piccola parte, in netta minoranza rispetto agli uomini, perché quest'ultimi sono naturalmente più inclini ad avere abilità che portano a scegliere questa professione rispetto alle donne. 

D'altronde se nei paradisi femministi scandinavi le professioni sono le più segregate per genere al mondo, con la minoranza assoluta di donne impiegate in discipline STEM, un motivo ci sarà. 

Non ci sono ragioni particolari ad ogni modo per cui sostengo ciò che sostengo, è semplicemente il mio punto di vista relativo ad una determinata questione e fondato su studi riportati. È una discussione come ce ne sono migliaia di altre nel forum.

Edited by Uncanny
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Lo spiega molto efficacemente la professoressa Campbell nel video che ho sopra riportato dal minuto 26 circa. 

E' semplicemente l'evoluzione ad aver determinato differenze nel comportamento fra i sessi - non assolute ma tendenziali - così come accade per ogni altra specie animale caratterizzata da dimorfismo sessuale. 

Le femmine sono in genere coloro che producono la prole e se ne prendono cura, come dice Campbell "sarebbe piuttosto sorprendente che non ci fosse un qualche tipo di concertazione psicologica che le aiuti in questi compiti rendendoli particolarmente piacevoli". 

Si parla di empatia, evitare scontri potenzialmente pericolosi che potrebbero fare male o ferire, evitare l'esclusione sociale, etc. perché sono comportamenti che permettono maggior possibilità di sopravvivenza per sé e soprattutto i proprio figli. La donne quindi sono tendenzialmente più orientate verso le persone, hanno maggior capacità di cura, capacità comunicative e di relazione. Per questo poi è più spontaneo per loro seguire certi percorsi professionali invece di altri. 

Come sempre dice Campbell, è ovvio poi che ci sono grandi intersezioni, enormi intersezioni fra i sessi e quindi ci sono tranquillamente donne che eccellono in discipline STEM, ma è un interesse meno tipico fra le donne di quanto lo sia fra gli uomini. 

Conclude poi verso il minuto 32: "Mi sembra piuttosto straordinario che si possa immaginare che l'evoluzione abbia operato sul nostro sistema riproduttivo senza aver avuto alcun effetto sul cervello, l'organo più importante del nostro corpo".

Ed in effetti ha pienamente ragione, ciò che dice è piuttosto ovvio, basti guardare d'altronde le differenze di comportamenti fra i sessi presenti in ogni specie animale con dimorfismo sessuale. 

Chi sostiene che non esistano differenze comportamentali fra uomo e donna influenzate dalla biologia non è né più né meno che un negazionista dell'evoluzione. Può sembrare un'affermazione forte, ma questo è.

Edited by Uncanny
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