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Le parole asteriscate in fondo


Duma

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L'italiano non ha il genere neutro e comunque il genere neutro non indica indistintamente animati maschili e femminili, bensì cose astratte od inanimate che non hanno sesso.

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il genere neutro indica quel che si vuole fargli indicare.

 

se voglio gli uomini di genere neutro basta usarlo con gli uomini....

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il genere neutro indica quel che si vuole fargli indicare. se voglio gli uomini di genere neutro basta usarlo con gli uomin

 

E che senso avrebbe usare il neutro per enti maschili e femminili?:

tanto varrebbe sopprimere del tutto i generi, maschile, femminile e neutro.

Il neutro infatti ha un senso in quanto c'è un maschile ed un femminile.

 

Il problema è che la lingua italiana, discendente peraltro da quella latina, s'è così formata, conservando il maschile ed il femminile ma sopprimendo per semplificazione il neutro, assorbito dal maschile.

 

Un'ulteriore semplificazione nei prossimi decenni o secoli è certo possibile, ma non potrebbe certo implicare la costituzione di un neutro che in italiano non è mai esistito, se non altro perché non sarebbe una semplificazione, ma una complicazione;   bensì semmai potrebbe implicare la riduzione dei due generi esistenti a quello che ora è il genere maschile, considerato quindi come genere indistinto.

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Non sapevo che la grammatica avesse un senso. Sopprimere il femminile e tenere il maschile non verrebbe mai accettato. Meglio solo il neutro a sto punto.

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Ma l'italiano non ha il neutro, quindi si dovrebbe inventare un nuovo genere con sue terminazioni distinte da quelle maschili e femminili:

il contrario della semplificazione cui ormai si volgono le lingue.

Tanto varrebbe dunque sopprimere il femminile ed usare solo il maschile, che già ha assorbito il neutro, come genere indistinto.

 

Peraltro, come ha giustamente notato FreakyFred, le lingue non si creano a tavolino, se no, parleremmo tutti l'esperanto.

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Sopprimi il maschile e tieni il femminile allora cosi' non discrimini il femminile che e' gia' discriminato nei plurali che contengono maschile e femminile in quanto si declinano al maschile plurale.

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Non avrebbe senso dal punto di vista pratico. Se il neutro è stato sinora assorbito dal maschile è normale che sia il maschile ad assorbire anche il femminile, just in case.

Peraltro occorre ricordare che il genere grammaticale, linguisticamente parlando, è completamente slegato dal sesso. Il tavolo non ha il pene, la sedia non ha la vagina. Sono chiamati maschile e femminile per convenzione, ma non si riferiscono davvero né al sesso né all'identità di genere, ergo non possono essere discriminatori per sesso. Il che rende tutta la battaglia sulla lingua "inclusiva" una grossa baggianata.  

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Sopprimi il maschile e tieni il femminile

 

Comunque sopprimere il maschile e tenere il femminile non è la stessa cosa che creare un genere neutro.

Inoltre usare il femminile indistintamente anche per il maschile mi parrebbe una forzatura maggiore che usare il maschile indistintamente anche per il femminile, dato che il maschile italiano ha assorbito il neutro latino e quindi già per sé veicola una certa indeterminatezza di genere, tant'è vero che usiamo il maschile quando ci riferiamo sia ad entità maschili sia ad entità femminili:

a qualunque (ben) parlante italiano infatti suonerebbe molto strano sentir dire "ragazze" o "signore" intendendo "ragazzi e ragazze" o "signore e signori", mentre il contrario è normale, anche se è inveterata cortesia aggiungere il femminile quando l'uditorio sia costituito anche di persone del gentil sesso.

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Chiedile

"Chiedi loro" :P

 

se preferirebbero un plurale neutro per designare un gruppo di uomini e donne o un plurale maschile come si fa oggi.

Non è come chiedere se preferisci il pollo o il tacchino. Quello che so è che nessuna delle ragazze che conosco ritiene la questione della benché minima importanza e dunque che valga la pena applicarcisi.  

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Forse non ci si applicano perche' sanno che e' una battaglia persa in partenza e non perche' non interesserebbe loro un plurale neutro.

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Ci sono varie gradazione di "interesse". Ingegnerizzare la lingua per avere un plurale neutro potrebbe anche essere un "interesse", ma di livello "capriccio" e non di più. E lo sanno. 

Ma personalmente credo proprio che la cosa non gli interessi, non v'è ragione per cui dovrebbe interessargli.

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Io trovo e' una questione di parita' tra maschile e femminile grammaticale. Se le donne non empatizzano col femminile grammaticale cazzi loro. A me sembrano sceme se non lo fanno.

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Non e' collegato se non lo colleghi. Io lo collego e per me c'e' nesso.

 

Ci sara' un motivo se si dice genere grammaticale femminile e non genere grammaticale patata.....

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Vabbe ragazz* so problemi avvincenti e, a sto punto, converrebbe che cominciassimo a studiare tutti il finlandese. Lì hanno risolto con un genere unico che va bene per tutto anche se rimane possibile definire maschile e femminile tramite l'uso di suffissi un po' come quando in inglese si può usare il pronome personale a mo' di prefisso per parole che non esistono nella forma femminile tipo diavolessa --> she-devil. Son robe che vanno un po' come vanno e non pare ci siano regole generali. Sembra che gli Ittiti avessero un animato generico ed un neutro ma di studiare l'ittita non mi sembrerebbe il caso. Poi bene ha detto Mario e sono d'accordo con lui: in italiano il neutro è stato assorbito dal maschile e non ci starei a fare una malattia. C'è solo una eccezione cui non avevo pensato personalmente ma mi fu fatta notare da un amico canadese.

L'italiano, che io sappia, è l'unica lingua in cui la parola osso ha due plurali: ossi ed ossa. Il mio amico non riusciva a capire la ragione per cui una parola maschile al singolare dovesse avere anche un plurale femminile. Io naturalmente gli spiegai che, in quello specifico caso, il neutro plurale latino ossa era rimasto impegnato in italiano con il femminile e, fino a lì, tutto bene. I guai arrivarono per me quando poi mi domandò in qual modo si dovesse procedere all'uso alternativo perché lì la risposta dovevo improvvisarla. Cercando di analizzare per la prima volta mentalmente che cosa facevo improvvisai in questo modo: guarda Josh mi pare che quando io uso ossa la mia mente lavori in senso congiuntivo a costruire un insieme, un collettivo come nelle ossa dello scheletro, nelle ossa del dinosauro mentre quando uso ossi in senso disgiuntivo a costituire tante unità separate come negli ossi che dai al cane o negli ossi di seppia dove si usa ossi per il fatto che avendo i gustosi molluschi un osso solo resta un po' difficile costruire un dinamismo collettivo con un singolo elemento. Se poi sia una castroneria lo lascio giudicare al mio critico preferito: Mario1944 ^_^

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Bravo Freaky! Vedi non ci avevo pensato! In orecchio la duplicità di genere grammaticale è pure nel singolare ^_^


Anche se in genere i diti non è plurale che usi molto ma vabbè problemi miei o, forse, perché essendo le dita addirittura 10 e, in genere, oltre che anatomicamente vicine usate per lo per più insieme, magari riesce più semplice considerare il collettivo nel plurale. 


Stesso meccanismo probabilmente nel prendere uno per un orecchio o prenderlo per le orecchie. Prenderlo per gli orecchi suona male anche se credo nulla osti, perché, a prendere per le orecchie, tendi ad assumere un atteggiamento che le congiunge e magari metterebbe male tirare un po' di qua ed un po' di là. Tutte ipotesi  però sia chiaro :sorriso:

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Chiedile se preferirebbero un plurale neutro per designare un gruppo di uomini e donne o un plurale maschile come si fa oggi.

Continui a ragionare come se il neutro fosse un genere comprendente maschile e femminile, mentre è un genere né maschile né femminile come dice il nome: neutrum da ne uter, né l'uno né l'altro, quindi non si vede perché una donna dovrebbe preferirlo all'uso collettivo del maschile.

 

 

Infatti dovrebbero essere tutti neutri gli oggetti.

Ed in principio questa fu l'origine del neutro, anche se poi per varie ragioni alcuni enti non sessualmente definibili come maschili o femminili furono aggregati al genere maschile od a quello femminile.

 

 

L'italiano, che io sappia, è l'unica lingua in cui la parola osso ha due plurali: ossi ed ossa.

Penso che sia ache l'unica lingua che abbia due plurali d'altre parole come dito, calcagno, braccio, cervello eccetera.

 

 

Se poi sia una castroneria lo lascio giudicare al mio critico preferito: Mario1944

 

Troppo buono, ma direi che non è una castroneria, come riporta il sito della Crusca:

L'osso --> gli ossi / le ossa. Come per i diti, il maschile sta per vari ossi presi separatamente; le ossa indica l'insieme dell'ossatura umana.

 

Aggiungerei che ai miei tempi si distingueva anche tra ossa umane ed ossi degli altri animali, forse in ossequio alla nostra supposta dignità di specie eletta da un dio.

 

 

In orecchio la duplicità di genere grammaticale è pure nel singolare

Orecchio ed orecchia dovrebbero tuttavia distinguersi, come già in latino auris ed auricula, indicando orecchio l'apparato uditivo ed orecchia la parte di carne cartilagine del corpo:

infatti si dice mutilare dell'orecchia ed avere orecchio musicale.

 

 

Col neutro non ci sarebbero queste disquisizioni.

Non dubitare che ce ne sarebbero altre.....

Edited by Mario1944
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Continui a ragionare come se il neutro fosse un genere comprendente maschile e femminile, mentre è un genere né maschile né femminile come dice il nome: neutrum da ne uter, né l'uno né l'altro, quindi non si vede perché una donna dovrebbe preferirlo all'uso collettivo del maschile.

 

 

 

Ed in principio questa fu l'origine del neutro, anche se poi per varie ragioni alcuni enti non sessualmente definibili come maschili o femminili furono aggregati al genere maschile od a quello femminile.

 

 

 

Penso che sia ache l'unica lingua che abbia due plurali d'altre parole come dito, calcagno, braccio, cervello eccetera.

 

 

 

 

Troppo buono, ma direi che non è una castroneria, come riporta il sito della Crusca:

L'osso --> gli ossi / le ossa. Come per i diti, il maschile sta per vari ossi presi separatamente; le ossa indica l'insieme dell'ossatura umana.

 

Aggiungerei che ai miei tempi si distingueva anche tra ossa umane ed ossi degli altri animali, forse in ossequio alla nostra supposta dignità di specie eletta da un dio.

 

 

 

Orecchio ed orecchia dovrebbero tuttavia distinguersi, come già in latino auris ed auricula, indicando orecchio l'apparato uditivo ed orecchia la parte di carne cartilagine del corpo:

infatti si dice mutilare dell'orecchia ed avere orecchio musicale.

 

 

 

Non dubitare che ce ne sarebbero altre.....

 

 

Allora raga io come allievo so' de coccio ma dite la verità, i prof me li scelgo bene o no? ^_^ E sssono ppure agggratiiis  :imsohappy:

Comunque giusto per divertirsi Mario Josh mi aveva fatto notare la faccenda delle ossa e Trent, che la terra gli sia leggera, non riusciva a capacitarsi della ragione per cui, se alcune gocce cadono, qualche goccia cade ^_^

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...Ma qualcuno di grazia potrebbe spiegarmi il senso di asteriscare le parole in fondo? Tipo lo scrivere "ciao ragazz*" ?

Sono purista della lingua italiana e quel * mi fa cagare.

Quindi uso un generico ragazzi/e, poi che ognuno lo declini come meglio si addice alle proprie esigenze.

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Trent, che la terra gli sia leggera, non riusciva a capacitarsi della ragione per cui, se alcune gocce cadono, qualche goccia cade

 

Vogliamo scomodare Prodico ed osservare che non ci sono nomi o locuzioni di significato perfettamente uguale (sinonimi)?:

come alcune gocce è plurale sia grammaticalmente sia logicamente, perché le gocce, seppure poche, sono considerate collettivamente ed insieme,  così qualche goccia è singolare sia grammaticalmente sia logicamente, perché ogni goccia è considerata singolarmente e distintamente dalle altre.

 

D'altronde possiamo dire, osservando rigidamente la concordanza, che una massa di gocce cadde, ma anche, violandola grammaticalmente, ma non logicamente, che una massa di gocce caddero:

l'attenzione si sposta dalla massa alle unità che la compongono.

 

Con buona pace di Marco7 che forse preferirebbe un'unica ed indistinta forma verbale come (quasi) hanno gli Inglesi.

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