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Il nostro rapporto con la religione


Catilina

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davydenkovic90

Anche nel mio caso l'ateismo non c'entra niente con la mia omosessualità.

I miei vengono da famiglie radicalmente diverse, mio padre viene da un paese piccolo e aveva uno zio prete, fratello di mia nonna, diventato prete solamente per poter studiare... a causa sua la famiglia era un po' cattolica, ma con moderazione. 

La famiglia di mia madre invece è di quelle borghesi ricche di città, per intenderci di quelle che alla messa ci vanno per sfoggiare l'ultimo tailleur. 

Io sono cresciuto più in questo secondo ambiente, in casa di mio nonno medico e di mia nonna prof di liceo, entrambi molto cattolici,  che si prodigavano molto, soprattutto economicamente, per sostenere la chiesa. Da piccolo mi portavano una volta all'anno, per San Davide, a pranzo in un convento di frati perché uno dei frati che bazzicavano l'ospedale dove lavorava mio nonno si chiamava come me. Erano i miei primi pranzi in una comunità omosessuale, in fondo :D

Comunque non mi lamento troppo, perché la mia famiglia da un lato mi ha improntato a una mentalità un po' pesante e rigida contro cui ho dovuto lottare, ma dall'altro però ha facilitato la lotta stessa: era tutto molto superficiale,  come una patina sopra di me che è stato facile da togliersi di dosso. Non c'erano né scout, né azione cattolica, né amici della parrocchia... come non c'era mai un reale coinvolgimento nelle preghiere o nei riti religiosi, non c'era MAI alcun riferimento a Dio o a delle leggi morali, in casa nostra.

Era tutto fatto a macchinetta e per prassi familiare e sociale.

L'unica cosa interessante che mi hanno raccontato è che la mia bisnonna, atea, quando dovette trasferirsi da Bari a Pisa, cadde in depressione e trovò conforto solo presso la Chiesa... Al punto che il mio bisnonno, ingegnere, si offrì di dirigere gratuitamente i lavori per ricostruire alcuni conventi ed edifici religiosi a Pisa dopo la guerra... E per questo fatto, tra l'altro, ebbe numerosi favori da parte della chiesa stessa, tipo la possibilità per i figli di sposarsi in determinate chiese della città, e cose analoghe.

Ecco, io vengo direttamente da questo bel quadretto qui :D

 

La mia avversione nei confronti della chiesa non è nata in correlazione con la mia omosessualità. La prima si è sviluppata molto prima della seconda. Al liceo studiavo molto e, quando si studiano determinate cose con un attimino di sale in zucca, si capisce facilmente che tutto quello che ti hanno inculcato al catechismo non ha ragione di esistere nella tua vita e che anzi, non è altro che un modo subdolo, dittatoriale, potenzialmente pericoloso (dati tutti i sensi di colpa, i sentimenti negativi,  l'ipocrisia ecc...) per fidelizzare "clienti".

Ricordo che al terzo anno di liceo, iniziando a studiare filosofia, ebbi la conferma finale [ ricordo chenon la capivo, all'inizio, e quindi il primo anno volli fare uno sforzo immane per studiarla] Da lì iniziai ad essere ateo e, oltre a questo, anticlericale. (Ovviamente non ho niente contro chi crede o fa dei riti, non mi interessa, sono anticlericale nel momento in cui la chiesa o i cattolici si fregiano del proprio credo per compiere atti illegittimi quali discriminazioni, truffe e quant'altro). Mi sono sbattezzato a 18 anni :D

La piena consapevolezza della mia omosessualità ho iniziato ad averla verso i 19 e ho realizzato ancora più tardi che la chiesa era la nemica numero uno della comunità lgbt.

Edited by davydenkovic90
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Ma da dove sa tua madre m89 che i gay sono una deviazione diabilica ?

Glie lo ha raccontato il suo parroco o l'ha sentito a radiomaria ?

Marco in realtà credo che buona parte di quello che dice mia madre sia una reazione incontrollata all'idea che io sia gay, non lo sa ma sospetta, il tutto sommato alle idee che già ha! Poi non dico sia normale la pensi così o pienamente accettabile.

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Mi piace pensare che ci sia qualcosa dopo, certo non la favoletta che viene divulgata da quel clero ladrone che abbiamo noi. Mi sento molto in sintonia con la filosofia buddista, ma non pratico nulla.

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Però se fosse vero che qualcuno si è estraniato dalla religione

cattolica perchè omofoba, dal mio punto di vista avrebbe anche

fatto bene

 

Può essere anche una concausa, mica è detto ci debba essere

un rapporto di esclusione reciproca fra cause determinanti in assoluto

 

No perchè altrimenti sembra che ci dividiamo in due categorie, i fortunati

nati in famiglie atee e non praticanti e gli sfortunati che nascono in famiglie

cattoliche e passano dal pensare di diventare preti, alla fuga a 1000 miglia dalle

famiglie di origine

 

Io credo che la progressiva presa di coscienza della mia omosessualità abbia

inevitabilmente influenzato le mie idee, che certo non erano favorevoli in senso

familiare ( e se è così, è così )

 

A dire il vero io ho preso coscienza del fatto di essere gay abbastanza precocemente

quindi è difficile per me distinguere, però anche chi lo avesse fatto ad una età più tarda

avrà avuto un qualche presentimento, qualcosa

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Sono nato e cresciuto in una famiglia che si dichiarava, almeno a parole, ''cattolica''.

Battezzato, ricevuti i sacramenti della comunione e della cresima; non ho mai provato un grande senso religioso, né quand' ero piccolo, né ora. 

Credo che la mia sensibilità per altre questioni, che non ritengo meno importanti, anzi forse ancor più importanti, il senso di giustizia, l'uguaglianza, la ricerca dell'amore e dell'amicizia, mi impediscano di pensare a qualcosa che li trascenda tutti e che so non mi soddisferebbe.

Per me viene prima ''questo'' mondo; e forse...è l'unico che esiste.

Anche se ne esistesse un altro, sarebbe un peccato gravissimo, per me, non dedicarmi a ''questo'' mondo con tutta l'energia e la volontà che mi è possibile.

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la mia sensibilità per altre questioni, che non ritengo meno importanti, anzi forse ancor più importanti, il senso di giustizia, l'uguaglianza, la ricerca dell'amore e dell'amicizia, mi impediscano di pensare a qualcosa che li trascenda tutti e che so non mi soddisferebbe. Per me viene prima ''questo'' mondo; e forse...è l'unico che esiste. Anche se ne esistesse un altro, sarebbe un peccato gravissimo, per me, non dedicarmi a ''questo'' mondo con tutta l'energia e la volontà che mi è possibile.

eh, sta proprio crescendo bene, il ranokkietto nostro!!!!

 

dai su, tempo pochi anni e sarai a capo di tutte le suffraggette frocie d'Italia!!!

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eh, sta proprio crescendo bene, il ranokkietto nostro!!!!

 

dai su, tempo pochi anni e sarai a capo di tutte le suffraggette frocie d'Italia!!!

in parte le tue previsioni si stanno già avverando!

ahahaha....

 

diciamo che ... faccio più caso alle occhiate... e il mio gay radar si sta sviluppando velocemente!

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in parte le tue previsioni si stanno già avverando! ahahaha....

cì, ricordati che i froci sanno essere delle streghe di prima categoria, se ci si mettono..

e io, (im)modestamente, mi ci misi...

:wizard:  :wizard:  :wizard:  :wizard:  :wizard:  :wizard:

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in parte le tue previsioni si stanno già avverando!

ahahaha....

 

diciamo che ... faccio più caso alle occhiate... e il mio gay radar si sta sviluppando velocemente!

Presto tutta la Macerata gay sarà ai tuoi piedi ;)

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KrarayanDasH999

Come molti sanno dalla mia prima presentazione il mio rapporto con la religione è giusto un po'...burrascoso. Sono cresciuta in una famiglia molto cattolica e sono di conseguenza stata anch'io abituata a professare la religione di tutta la famiglia. Addirittura la mia gemella che già si definiva atea all'età di 13 anni fu costretta a fare la cresima (beh, con il prospetto del regalo, non le diede poi molto fastidio...)

Poi ci fu quella volta che mi costrinsero a frequentare il gruppo di preghiera...e quella è un'altra avventura.

È ovvio che tutto ciò mi ha a dir poco infastidito, ma ancora in me rimane il desiderio di credere, perché penso davvero ci sia un senso in tutto QUESTO. Il fatto che viviamo, che abbiamo i sentimenti e tutto il resto. Ora come ora sto alla ricerca di qualcosa...ancora non so cosa

 

Inviato dal mio GT-I8190N utilizzando Tapatalk

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Però se fosse vero che qualcuno si è estraniato dalla religione

cattolica perchè omofoba, dal mio punto di vista avrebbe anche

fatto bene

 

M sì, specie se provi ad essere un tutt'uno, e ti sforzi perché vorresti rimanere cattolico da un lato e vivere senza paura la tua omosessualità dall'altro.

Io (evidentemente) già davo un po' nell'occhio se all'oratorio, decenne, venivo ostracizzato perché finocchio.

Certo, non che reputassi i compagni di catechismo i miei fari dottrinali, ma quanto da adolescente realizzi che pure per il papa o per il teologo il tuo comportamento è errato, lì qualche domanda te la fai. 

 

No perchè altrimenti sembra che ci dividiamo in due categorie, i fortunati

nati in famiglie atee e non praticanti e gli sfortunati che nascono in famiglie

cattoliche e passano dal pensare di diventare preti, alla fuga a 1000 miglia dalle

famiglie di origine

 

E' che se nasci in realtà molto provinciali il cattolicesimo permea tutta la vita sociale del luogo, in Veneto poi più che altrove.

Un certo tipo di cattolicesimo, piuttosto sessuofobo.

 

Per me viene prima ''questo'' mondo; e forse...è l'unico che esiste.

Anche se ne esistesse un altro, sarebbe un peccato gravissimo, per me, non dedicarmi a ''questo'' mondo con tutta l'energia e la volontà che mi è possibile.

 

Ma quanta gioia :D 

Bravo, sei armato di ottime intenzioni, mi pare la strada giusta!

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Fino ai 12-13 anni ero molto religioso e si ci ripenso mi viene anche da ridere e pensare "che razza di idiota che ero". Se per qualsiasi motivo non avevo la possibilità di andare a messa la domenica mi sentivo in colpa e pensavo di fare uno sgarbo a Dio e Gesù.

 

Verso l'ultimo anno di catechismo, quello della cresima, ho cominciato a mettere in dubbio la fede e una questione che mi metteva in crisi in particolare era come si conciliassero le varie centinaia di religioni nel mondo e i vari al di là e perché proprio il cattolicesimo sarebbe dovuta essere quella giusta fra le tante, quando se fossi nato in altre parti nel mondo avrei seguito altre religioni e neanche calcolato il cattolicesimo.

 

Questo insieme anche ad altri dubbi mi spinse inizialmente in un periodo di agnosticismo che durò un annetto e poi rigido ateismo condito non solo con anticlericalismo ma anche antireligiosità. Ritenevo stupido, senza senso e per deboli credere in qualcosa di non dimostrabile e su questo ebbi anche una discussione abbastanza accesa con una cara amica, perché proprio non mi capacitavo di come potesse essere religiosa. Avevo 15-16 anni.

 

Con gli anni le mie posizioni si sono addolcite. Rimango ateo e assolutamente anticlericale, ma ho rispetto per chi crede e coltiva una propria spiritualità. Rimango anticattolico e contrario a tutte le religioni discriminatorie e coercitive (islam incluso), ma non al cristianesimo in generale e alla religione in sé.

Di certo considero ossimorico, masochistico e da sindrome di Stoccolma essere omosessuale e cattolico, ma non essere cristiano e omosessuale, anche perché esistono confessioni cristiane assolutamente gay-friendly come il valdismo.

Certo è che se dovessimo stare a vedere quanti che si dicono cattolici rispettino effettivamente le posizioni del catechismo, di cattolici praticamente non ne esisterebbero; già solo un cattolico che si dice favorevole al divorzio non può essere considerato cattolico.

 

Comunque il mio ateismo è maturato in modo del tutto indipendente dalla mia omosessualità, che al massimo ha reso più intensi l'anticattolicesimo e l'anticlericalismo che già avevo.

Edited by Uncanny
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E' che se nasci in realtà molto provinciali il cattolicesimo permea tutta la vita sociale del luogo, in Veneto poi più che altrove. Un certo tipo di cattolicesimo, piuttosto sessuofobo.

 

Beh certo io credo che in realtà il peso del cattolicesimo aumenti

proporzionalmente in tutti i contesti provinciali, anche perchè permea

la vita sociale dei piccoli centri ( il cinema parrocchiale i boy scout

l'oratorio le gite )

 

Quindi hai a che fare necessariamente con quel contesto

 

Forse il periodo in cui pesa di più è l'infanzia, mentre a partire dalla

cresima con l'adolescenza i ragazzi tendono a distaccarsi

 

Ora questo è proprio il periodo in cui si scopre di essere omosessuali

quindi uno snodo delicato, chi sostiene che l'omosessualità non ha avuto

alcun ruolo nell'allontamento dalla CC potrebbe aver maturato il distacco

nella fase del "rifiuto" della propria omosessualità ( il ché non è detto sia un

male perchè in fondo è un modo di proteggersi )

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Di certo considero ossimorico, masochistico e da sindrome di Stoccolma essere omosessuale e cattolico, ma non essere cristiano e omosessuale, anche perché esistono confessioni cristiane assolutamente gay-friendly come il valdismo.

 

Che acune sette cristiane siano "assolutamente gay-friendly" è vero, anche se la loro "conversione" friendly  è abbastanza recente.

 

Tuttavia mi domando quanto la loro posizione sia coerente con l'ideologia cristiana, quale almeno ci è stata conservata nel Nuovo Testamento.

 

Premesso che qualsiasi testo, specie se antico, scritto in lingue ormai morte e frutto d'un'ambiente culturale e sociale diverso almeno in parte dal nostro, può essere interpretato "in utramque partem", credo sia difficile negare dopo un'analisi filologicamente razionale che i testi evangelici in senso lato non sembrano veicolare un messaggio interpretabile in modo gay-friendly, non tanto e non solo perché vi sono espressioni apertamente omofobe (come la celebre condanna paolina degli arsenokoitai), quanto piuttosto e soprattutto per l'evidente ed insopprimibile messaggio omofobico anche in direzione eteroerotica, peraltro perfettamente funzionale alla concezione della vita terrena e corporea come "falsa" di contro alla vita ultraterrena e spirituale come "vera":

infatti sta scritto che "il mio regno non è di questa terra" ed anche che "dovete farvi eunuchi per il regno dei cieli"; 

infatti Cristo non si sposò mai, non ebbe figli, non ebbe un'attività erotica o almeno sessuale (o almeno non risulta dai testi);

tutta la sua vita ed il suo insegnamento sono immersi in un'aura d'evidente astinenza non solo erotica, ma anche solo sessuale.

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Personalmente non mi definisco cattolico, perché molti dettami della Chiesa non li tollero. Cristiano sì, nel senso: credo negli insegnamenti di Cristo, ama il prossimo tuo come te stesso eccetera...
Eppure ho frequentato la Chiesa da piccolo, fino alla Cresima: ho fatto persino l'Azione Cattolica, finché verso il secondo superiore ho maturato uno spirito critico verso la Chiesa come istituzione. Un po' per ripicca, devo essere onesto: il parroco dell'epoca mandò via gli unici che avevano avvicinato i ragazzi della mia età alla Chiesa, all'Azione Cattolica e altre cose, il padre marista ce la mia insegnante di religione delle medie (una suora).
Da questa scusante è nata la mia avversione visto che il mio ideale di Chiesa doveva avvicinare i giovani e premiare chi opera in questa direzione, non allontanarlo e da lì ho visto come dentro l'ambiente Chiesa ci sia del vero marcio, delle idee distorte e sbagliate, profondamente contrarie agli insegnamenti sui quali si basa la Chiesa stessa. E li ho toccati con mano (a parte un'avventura ai tempi dei primi anni di università con un sacerdote che continuava a dirmi di essere il figlio della perpetua e che per pulirsi la coscienza mi diede 20 euro), entrando in un gruppo di Comunione e Liberazione (il marcio del marcio) ai tempi delle superiori con il mio professore di religione, sacerdote anche lui. Un ambiente squallido, fatto di lavaggi del cervello, idee contorte e sbagliate sull'aborto, sulla procreazione assistita, sull'omosessualità e sull'immigrazione. Ed io ci andavo con lo stesso aspetto critico, anzi ci andavo facendo la voce fuori dal coro, quello che non si faceva assoggettare dalle loro idee razziste, bigotte e da Santa Inquisizione.
Poi lasciamo perdere tutti gli altri sotterfugi visti, che si potrebbe scrivere un libro in merito!
Un piccolo cambio di opinione lo ebbi entrando in un campo scout con il mio ex ragazzo: un campo Agesci eppure non si sentiva la pressione del cattolicesimo, era l'ambiente meno cattolico che avessi mai visto (per quanto riguarda le storie personali di ognuno). Non che ci fossero bestemmie o altro del genere, però non c'era la forzatura nel fare queste cose. Hanno fatto una sola messa in una settimana che ci son stato e l'ambiente non era come quello di CL, nonostante lo stampo cattolico e quant'altro.
Sarà che io poi vivo al Sud, in un piccolo paesino fortemente democristiano, non troppo inconsciamente razzista (anche nei confronti di chi viene da fuori), con il vizio di guardare tutti a vista ed elevarsi una spanna in alto in automatico e che quindi questo modo di fare si riflette anche nel modo di avvicinarsi alla Chiesa - se di avvicinamento si può parlare - ma, dal canto mio, cerco di fare comunque la voce fuori dal coro. Mi converrà? Io credo di sì, alla fine credo di essere più vicino io ai precetti cristiani di chi va sempre in Chiesa a battersi il petto e poi si disgusta per un ragazzo di colore per strada.

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(a parte un'avventura ai tempi dei primi anni di università con un sacerdote che continuava a dirmi di essere il figlio della perpetua e che per pulirsi la coscienza mi diede 20 euro)

Pure taccagno.

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Che acune sette cristiane siano "assolutamente gay-friendly" è vero, anche se la loro "conversione" friendly è abbastanza recente.

Il mondo del protestantesimo è molto variegato e diverse confessioni hanno espresso supporto per i diritti LGBT fin dagli anni '60 e '70: la United Church of Christ (di cui fa anche parte Obama) ha adottato risoluzioni a favore dei diritti LGBT a partire dal 1969, la Chiesa Episcopale dal 1976, i Quaccheri ammettono celebrazioni di unioni omosessuali religiose fin dagli anni '80 e '90, gli Unitariani - probabilmente i più friendly - hanno formulato risoluzioni a supporto dei diritti lgbt fin dal 1970, dal 1984 ammettono unioni religiose omosessuali e dal 1996 il matrimonio religioso.

E potrei anche fare altri esempi.

 

non solo perché vi sono espressioni apertamente omofobe (come la celebre condanna paolina degli arsenokoitai)

La condanna paolina va contestualizzata, ciò che la CC non fa. A quei tempi non esisteva il concetto di omosessualità e di omosessuale, ma quello di "uomo che ha rapporti con altri uomini" e questi rapporti non erano mai intesi nel senso di relazione stabile e fedele monogama, ma piuttosto si riferivano a forme di edonismo o alla prostituzione e la prostituzione sacra. Quindi di fatto nell'esegesi "progressista" si considerano le parole di San Paolo come condanna a queste forme di rapporti omosessuali considerati degradanti, non quelli che potrebbero intercorrere fra due uomini innamorati in relazione stabile, fedele e monogama.

Poi S. Paolo non aveva parole carine neanche per le donne, che erano considerate alla stregua di schiave che devono obbedire al marito, eppure non mi pare che la CC consideri più la donna in questo modo seppure preveda una certa ruolizzazione della figura maschile e femminile.

 

quanto piuttosto e soprattutto per l'evidente ed insopprimibile messaggio omofobico anche in direzione eteroerotica, peraltro perfettamente funzionale alla concezione della vita terrena e corporea come "falsa" di contro alla vita ultraterrena e spirituale come "vera":

infatti sta scritto che "il mio regno non è di questa terra" ed anche che "dovete farvi eunuchi per il regno dei cieli";

infatti Cristo non si sposò mai, non ebbe figli, non ebbe un'attività erotica o almeno sessuale (o almeno non risulta dai testi);

tutta la sua vita ed il suo insegnamento sono immersi in un'aura d'evidente astinenza non solo erotica, ma anche solo sessuale.

Anche in questo alla fine ogni dottrina giudica in modo diverso dando la propria interpretazione, che non è per forza letterale e tiene in considerazione tutto il testo biblico e il contesto storico-culturale.

Ad esempio l'astinenza totale nella CC è prevista solo per i membri del clero, i monaci e le suore, non per il laico che deve però confinare l'attività sessuale all'interno del matrimonio senza l'uso di preservativo, ma sono comunque ammessi i metodi di pianificazione naturale. Se un uomo e una donna sposati hanno rapporti sessuali nei periodi naturalmente non fertili del ciclo della donna e sono consapevoli di ciò, non commettono peccato per la CC.

Ora non conosco nel dettaglio tutte le varie interpretazioni delle confessioni protestanti, ma anche la CC non è per un'astinenza totale che preveda unicamente l'atto sessuale nel periodo in cui la donna è fertile.

Da alcune confessioni protestanti viene anche dato un significato maggiormente filosofico-spirituale e ampio ai concetti di astinenza e di complementarietà.

Se ad esempio la CC intende la complementarietà delle relazioni come unione fra uomo e donna naturalmente diversi e dunque naturalmente in grado di completarsi, il protestantesimo - in alcune sue confessioni almeno - intende la complementarietà come unione spirituale fra caratteri ed anime che si completano e sono in grado di dar vita ad una relazione sana, stabile, serena e monogama e quindi questa concezione di complementarietà può sussistere anche fra due uomini e due donne.

Edited by Uncanny
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Il mondo del protestantesimo è molto variegato e diverse confessioni hanno espresso supporto per i diritti LGBT fin dagli anni '60 e '70:

 

La recenziorità la misuro rispetto ai due millenni di vita del Cristianesimo o, se preferisci, ai cinque secoli di vita delle Chiese riformate.

 

E' un fatto che le mutazioni in materia siano recenti e successive ai mutamenti accaduti nella società civile.

 

 

 

 

Anche in questo alla fine ogni dottrina giudica in modo diverso dando la propria interpretazione, che non è per forza letterale e tiene in considerazione tutto il testo biblico e il contesto storico-culturale.

 

Senza dubbio, infatti ho premesso che ogni testo, soprattutto se antico e scritto in altre lingue, è interpretabile variamente.

Tuttavia è difficile negare la sostanziale sessuofobia del Nuovo Testamento, perfettamente coerente peraltro con tutto l'impianto ideologico.

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Non ho nessun rapporto con la religione, già da piccolo non credevo.

Però da ragazzo quando non avevo amici e i miei coetanei sembravano o dei truzzi coatti o dei secchioni indecifrabili, senza vie di mezzo, ho trovato nei religiosi le giuste persone da frequentare. Solo che dovetti separarmi da loro perché mi inquietava il modo con cui collegavano ogni azione umana a Dio, e poi ero stufo di fingermi eterosessuale.

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Come molti, anche io crescendo ho sviluppato un forte ateismo.

Nel mio caso, non ho mai creduto realmente in dio né in alcuna religione da ché ne ho memoria, poi attorno ai 14 anni ho sviluppato un ateismo anticlericale forte e accanito, che riversavo principalmente addosso ad un mio amico coetaneo molto credente e appassionato di teologia, chiarissimo frocetto represso come tanti altri religiosi. Dio solo sa (si fa per dire) quanto quel poveraccio mi abbia dovuto sopportare durante le mie aspre invettive contro il cristianesimo.

Dopo quella fase militante mi sono dato una calmata: sono arrivato alla conclusione che anche i credenti possono avere le loro ragioni e spesso non sono tutti stupidi. Me ne sono fatto una ragione e non ho più rotto le balle al prossimo, limitandomi a discutere di ateismo e argomenti simili in modo più pacato e solo quando capitava di parlarne.

In seguito ho subito oscillazioni fra ateismo e agnosticismo, assestandomi però definitivamente sul primo, in un tempo relativamente recente.

Tutt'ora sono un senzadio convinto e tranquillo con sé stesso.

 

Se l'omosessualità ha contribuito al mio ateismo? Neanche un po, dal momento che ho scoperto che mi piacciono i ragazzi solo a 16-17 anni. Prima di quell'età non mi ponevo nemmeno il problema della sessualità :) mentre avevo già le idee chiare sul mio orientamento religioso.

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oltre che ateo, sono anticlericale da un lato (sono socio UAAR da circa 10 anni), ma anche molto affascinato dalle religioni come oggetto di studio. L'ho già evidenziato col topic sullo stile gotico. Quanto all'arte sacra sono molto attratto anche da quella islamica per via dell'astrazione, dei colori e per l'eleganza della scrittura araba. 

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Non si può parlare di fede.

Se foste nati in un cazzo di bosco isolato da tutto e da tutti, non credereste in gesù bambino e nell'asinello, perché non avreste mai sentito da nessuno queste cose, quindi smettetela di dire che è fede.

Vi hanno inculcato queste cose.

Se foste natii altrove magari sareste mussulmani.

Fine.

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Rapporto conflittuale, anche se sono sempre stato più cattolico che cristiano e ancora oggi che mi vincolo ad un severo ateismo considero una bestemmia sentire qualcuno dire che "crede in dio ma non nella chiesa". In questo specifico ambito sono molto rigoroso o dentro o fuori, le mezze misure sono figlie del demonio.

 

Io ho scelto fuori e ho fatto bene. Conosco vari frocetti di chiesa ma ultimamente ne ho conosciuto uno particolarmente bene. Sono tutti uguali, tutti della stessa razza, tutti innamorati dell'Istituzione, dei suoi riti, della possibilità di vantare una certa confidenza con un centro di potere così antico e prestigioso. Non a caso sanno muovercisi molto meglio dei loro diretti concorrenti nel mondo dell'associazionismo cattolico, ovvero le donne e spesso hanno rivestito o rivestono posizioni niente male..

Per il resto assomigliano un po' ai militanti del pd: un po' si vergognano delle posizioni della loro associazione, un po' fingono di non prenderla troppo sul serio ma in realtà sono faziosi da morire.

Ma quello che li caratterizza continuamente è il dissidio interiore, la consapevolezza di una contraddizione perpetua che cercano di misticizzare in qualche modo ma non li abbandona mai e fa si che per loro la fede sia soprattutto sofferenza...una piacevole, pervasiva sofferenza autoindotta.

 

Beninteso eh, a pelle li apprezzo più di quelli che qui dentro affermano di "credere in dio ma [etc]" e consimili. Loro almeno sono delle persone di cultura e vivono i loro sentimenti religiosi con un certo stile, non al limite della superstizione ritagliata su di una personale koinè di dottrine mal conosciute!

 

Per me la fede rimane un ricordo infantile, in qualche misura anche romantico, così come il fascino per quell'entità malvagia ma sbrilluccicante e vetusta di santa romana ecclesia.

 

Da un punto di vista prettamente gay, riconosco che il cattolicesimo, assieme alle femministe pazze, è il principale nemico dei gay italiani ma ritengo che sia un grave errore rapportarcisi con l'astio del novello apostata, perchè si rischia di suonare petulanti ed inutilmente polemici ad esprimersi incautamente in tal senso.

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Non si può parlare di fede. Se foste nati in un cazzo di bosco isolato da tutto e da tutti, non credereste in gesù bambino e nell'asinello, perché non avreste mai sentito da nessuno queste cose, quindi smettetela di dire che è fede.

 

La fede in un dio e in più dei è anteriore alla sua articolazione cristiana.

Peraltro, credere in Gesù come dio (il fatto che sia stato bambino è irrilevante....) è certamente fede:

non vedo come altro si possa definirla.

Certo non scienza e neppure sapienza!

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La fede in un dio e in più dei è anteriore alla sua articolazione cristiana.

Peraltro, credere in Gesù come dio (il fatto che sia stato bambino è irrilevante....) è certamente fede:

non vedo come altro si possa definirla.

Certo non scienza e neppure sapienza!

 

secondo una scuola di pensiero facente capo ad Angelo Brelich e sopratutto a Dario Sabbatucci, la fede e il credere sono prerogative prettamente cristiane, siamo noi, cristiani di formazione, a proiettarle sull'esterno, interpretando in questo senso rapporti che sono di altra natura.

Sabbatucci evidenzia, ad esempio, la natura pattizia di religioni (ma anche questo termine sarebbe da contestare e contestualizzare) precristiane, si pensi alla Pax Deorum o all'Alleanza.

E' un'analisi francamente condivisibile, ma non toglie che il fenomeno religioso esiste, ed esiste in maniera estremamente poliforme.

Quindi, se nasci in un bosco del cazzo potresti essere convinto dell'esistenza del Signore dei cervi, e instaurare con lui complessi sistemi di rapporti.

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E' un'analisi francamente condivisibile, ma non toglie che il fenomeno religioso esiste, ed esiste in maniera estremamente poliforme.

Una buona spiegazione la dà Morris nel suo La scimmia nuda: essendo l'uomo un animale sociale e gerarchico e avendo costruito società tutto sommato collaborative, rimane orfano dell'immagine del capo. Ecco quindi che "inventa" dio investendolo di tutti quegli attributi di cui necessita, nella sua mente, il capo ideale.

Ma da qui a definire questo transfert fede o un sentimento mistico innato nell'uomo (e perciò genuino e valido e dimostrante l'esistenza dell'entità), ce ne vuole.

Edited by LocoEmotivo
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