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L’involuzione del (Gay)Pride


Krad77

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davydenkovic90
@Davydenkovic90 esiste una spiegazione storica tale per cui la comunità LGBT è tale, cioè composta in questo modo   Ovviamente ogni singola sua componente si caratterizza per il fatto di appartenere ad una minoranza sessuale e chiedere il riconoscimento del proprio status di minoranza sessuale alla maggioranza eterosessuale pur nella specificità delle singole richieste

Però il minimo comune denominatore è abbastanza evidente

C'è anche una ragione storica per la quale nasce il Pride, e non è quella di chiedere i diritti a cui si riferiva Salamandro, altrimenti perché lo festeggiano ancora nei paesi dove è già stato raggiunto quell'obiettivo?

Inoltre non mi pare proprio per nulla evidente quale sia il minimo comune denominatore fra me e Vladimir Luxuria. O meglio, posso anche trovarcelo un M.C.D. fra me e lei, però lo trovo anche con un disabile, una donna, uno straniero.. ecc.ecc.

Il termine "gay" è stato cancellato per comprendere tutte le realtà arcobaleno e la parola "pride" già dice tutto e si capisce che si riferisce alla comunità lgbt. Tutta questa fobia di perdere l'etichetta non la capisco. A quella manifestazione c'ero, e ho visto di tutto intorno a me, ma era chiaro che era principalmente una manifestazione lgbt, per niente annacquata, ma anzi supportata da altri gruppi. Ho visto ad esempio gente con la foto di Marco Pannella, disabili, femministe, addirittura gruppi cattolici, c'erano famiglie etero con bambini che giocavano con le drag (anche nella mia foto, se guardi bene, c'è una bimba sulle spalle di una drag che sarà stata alta 2 metri, più i tacchi)... C'era di tutto, davvero. Ma era chiaro che erano lì per supportare e dare un esempio di civiltà, e non snaturare. 

Che senso ha fare una manifestazione e chiamarla "gay", per voler difendere solo ed esclusivamente e precisamente i diritti dei gay e tener fuori gli altri, manco fossimo tante foche monache a rischio di estinzione... 

Edited by davydenkovic90
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però lo trovo anche con un disabile, una donna, uno straniero.. ecc.ecc.

 

Il fatto che tu sia in grado di trovare un comune denominatore con un disabile

come con una trans, non ha rilievo politico o storico, semmai può essere un indice

di una tua propensione individuale ( se vogliamo anche positiva di "umanità" )

 

Ma se mi dici che il/la trans equivale al disabile, che non c'è per te nessuna differenza

ciò significa - inevitabilmente - che non credi all'esistenza di una comunità lgbt - la qual

cosa beninteso non mi stupisce, visto che ti infastidiscono i locali gay, la commercializzazione etc

 

Ma se così è, e dal tenore dei tuoi interventi e dalla mia esperienza forumistica ne sono abbastanza

certo, io ho il dovere di dire che magari umanamente sei più simpatico di @Salamandro, che si è

espresso in modo sarcastico etc, ma di fatto hai torto tu

 

Beninteso e ripeto, la questione è politica e marcia sui binari stretti della logica, non c'entra niente la simpatia

l'umanità etc

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davydenkovic90
Il fatto che tu sia in grado di trovare un comune denominatore con un disabile come con una trans, non ha rilievo politico o storico, semmai può essere un indice di una tua propensione individuale 

Propensione che ogni cittadino dovrebbe avere. E alla faccia se non ha rilievo politico o storico.

 

 

Ma se mi dici che il/la trans equivale al disabile, che non c'è per te nessuna differenza ciò significa - inevitabilmente - che non credi all'esistenza di una comunità lgbt - la qual cosa beninteso non mi stupisce, visto che ti infastidiscono i locali gay, la commercializzazione etc

La comunità lgbt non è  "i locali gay", per favore. E' come dire che la comunità cinese in italia sono i ristoranti cinesi, suvvia Non siamo più negli anni settanta dove c'era il ghetto. Siamo nel 2016.

[Poi non mi infastidiscono affatto i locali gay. Non mi piacciono le discoteche esattamente come non mi piacciono le discoteche "etero", come non mi piace Louis Vuitton e non ci vado. E mi pare di aver ripetuto più volte che la commercializzazione, invece, mi va benissimo. Ma questo non c'entra niente.]

La comunità lgbt esiste, ma non è scissa dal resto del mondo, è trasversale alla società, e aprire una manifestazione che resta comunque marcatamente nostra, fatta coi nostri linguaggi, le nostre canzoni, le nostre bandiere e i  nostri simboli a etero, disabili.. ecc.ecc. non snatura niente ed è invece una grande dimostrazione di apertura e civiltà e un bello schiaffo in faccia a chi sostiene che la liberazione sessuale si accompagna a perversione, egoismo e chissà quali altre nefandezze partorite da certe menti omofobe e malate.

 

Il disabile e la trans non sono la stessa cosa. Ma neanche il gay e la trans sono la stessa cosa e non chiedono le stesse cose allo stato. Eppure, storicamente e ancora oggi, si sono allineati e hanno combattuto per le reciproche battaglie.

Il  pride però è una celebrazione dell'orgoglio di essere ciò che siamo, non è una manifestazione politica per chiedere diritti, non è #SVEGLIATITALIA per la legge Cirinnà, è semmai una manifestazione per dimostrare alla collettività che esistiamo e siamo orgogliosi di essere ciò che siamo, che non siamo creature mitologiche che vivono nelle fogne della città delle quali la gente deve avere paura, questo ti è chiaro almeno? In una manifestazione del genere dove sta il senso di voler difendere a spada tratta la parola "gay" ed escluderne un'apertura ad altre categorie ugualmente discriminate, quando, ripeto per l'ennesima volta, il concetto di "pride" e la maifestazione tutta, rimanda già alla comunità lgbt con le sue peculiarità e i suoi problemi?

Edited by davydenkovic90
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Se è una propensione individuale è una virtù civica o un dovere etico morale

e se è tale non è politica, non dovrebbe essere oggetto di confronto o scontro

politico

 

Capisco che voi giovani non avete neanche più idea di cosa significhi veramente

"politica" e che tendete a vedere la politica come un mix fra etica e volontariato, questo

è indubbiamente il segno dell'involuzione di un intero paese ( non del pride in sé considerato )

 

 

 

La comunità lgbt non è "i locali gay", per favore.

 

Non solo, lo è anche questo forum ad esempio, ma ANCHE

 

Poi se tu ritieni si debba essere assolutamente e totalmente "trasversali"

ti invito ad essere coerente e a chiedere agli amministratori di farti cancellare

da questo forum...

 

[ ovviamente è una provocazione ma visto che ai ragionamenti astratti siete allergici

non resta che far appello ai comportamenti concreti per far passare il concetto ]

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Mi dispiace, il mio era un intervento né polemico, né sarcastico

però  come al solito quando capite di aver torto...perchè il punto è

che in questo caso tu hai torto, reagite male lo stesso

 

Prendo atto, ma purtroppo tu hai torto ed ha ragione @Salamandro

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davydenkovic90

Non capisco perché mi abbia cancellato il precedente messaggio, comunque, per sintetizzare, scrivevo che non è che noi DOBBIAMO ESSERE trasversali, ma lo siamo nostro malgrado, non tutti sono drag queen e go go boys, la maggiora parte dei gay ha vite in ambienti etero e il pride serve proprio a sdoganare l'omosessualità all'interno della soceità tutta, in modo che non esistano più paure e discriminazioni.

 

Hinzelmann giudice supremo ha sentenziato, ma non ha risposto a niente. Confermo quanto ho detto nei messaggi precedenti e consiglio di visitare questa pagina. (e magari di presenziare, oltre che parlare)

https://it.wikipedia.org/wiki/Gay_pride

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Ma come non ho risposto a niente?

 

Mavvalà...sei tu che sei in contraddizione con te

stesso e lo sai benissimo

 

Se tu fossi coerente con te stesso dovresti cancellarti

da un forum "gay" perchè non trasversale, non usare grindr

perchè non "trasversale" non usare gayromeo perchè non traversale

etc

 

Troppo comodo protestare con il recinto dei locali dove non vai e che non usi

e prenderti della comunità ciò che ti serve, ti è utile e ti fa comodo

 

Questo è il punto e non se ne esce: hai torto....

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davydenkovic90
Se tu fossi coerente con te stesso dovresti cancellarti da un forum "gay" perchè non trasversale, non usare grindr perchè non "trasversale" non usare gayromeo perchè non traversale etc

 

Ma io non ho nulla contro la parola gay inserita nel nome o non inserita... per me non cambia proprio niente!

La parola "gay" è stata tolta per includere tutte le categorie rainbow (lesbiche, bisex, trans, intersex, queer, pansex, asessuati, troie, santarelline.. manco le so tutte io) per ovvie questioni di semplificazione, e secondo me non è qualcosa su cui porre l'attenzione dato che la connotazione lgbt della manifestazione è salva. 

Siccome ne è stato fatto un problema di esclusività, di "chiedere i nostri diritti in modo preciso e chiaro, e quindi efficace" ho spiegato che il Pride non è una manifestazione politica, né per chiedere diritti, ma è una commemorazione e una celebrazione dell'orgoglio di essere ciò che siamo. (Era questo punto che forse non era chiaro a Salamandro... )

Voler difendere l'etichetta gay, per me, in questo caso è una paura infondata e sciocca. Ripeto, manco fossimo tante foche monache a rischio estinzione. Rendere invece la manifestazione inclusiva verso altre diversità è un segnale di civiltà che dimostra che siamo una comunità aperta e sensibile a tutti i problemi sociali e non egoisti, vietati ai minori, trasgressivi, pervertiti, deviati, contro natura, fuori dal mondo e tutti i modi in cui siamo stati dipinti dalla cultura omofoba imperante.

 

 

Troppo comodo protestare con il recinto dei locali dove non vai e che non usi e prenderti della comunità ciò che ti serve, ti è utile e ti fa comodo   Questo è il punto e non se ne esce: hai torto....

Delirio puro.

 

Ma perché non c'eri al Pride? Avevi da fare? 

Edited by davydenkovic90
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Per me c'è una differenza tra chiamare il Gay Pride solo Pride e chiamarlo Human Pride.

La prima volta che ho sentito una lesbica lamentarsi per "Gay Pride" era il 1999.

"Human Pride" è invece oggettivamente un tentativo di de-sessualizzare la questione politica.

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Si potrebbe trovare una sintesi tra le due posizione, ammesso che stiate parlando della stessa cosa.

 

Penso che sia abbastanza condivisibile ritenere il Gay Pride (o dir si voglia) anche una manifestazione politica per chiedere diritti (matrimonio, adozione, ecc.), e direi oggi più di ieri. D'altra parte non penso nemmeno sia necessario richiedere obbligatoriamente una certa ''purezza'' ideologica alla manifestazione stessa. Il supporto - non solo degli sponsor commerciali (peso economico) - ma anche di altre associazioni trasversali aiuta la risonanza della causa LGTB, è eticamente coerente e amplia la base di partecipazione (fra l'altro). L'importante è che la connotazione LGTB sia ben evidente e chiara.

 

Certo, si potrebbe pensare che in Paesi, in cui i diritti sono ormai stati riconosciuti, il Gay Pride possa evolversi in una sorta di rituale commemorativo, una manifestazione di ''conferma'' e ''fortificazione'' delle conquiste e, dunque, accogliere le cose più distanti possibili (in Australia, non so altrove, ci sono carri di animalisti, ambientalisti, vegani, ecc.). Ed è legittimo forse ritenere più adeguato, invece, focalizzare il messaggio politico-ideologico sulle questioni legate alla comunità LGTB nei Paesi - come l'Italia - in cui non si è raggiunto ancora il pieno riconoscimento dei diritti civili o/e un'ampia accettazione delle varianti di vita, identità e sessualità sopraddette. Penso sia, questo, un modo più corretto di porre il problema rispetto a quanto sollevato da Salamandro.

Edited by Layer
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Può essere che difendere l'etichetta gay sia una paura infondata, però la verità è che

non è stata sostituita da LGBT o LGBTQI o cose simili e nessuno ha spiegato il motivo

della sua scomparsa...ragionevolmente a Milano lo hanno fatto per gli sponsor, forse

altrove per l'effetto di trascinamento localistico ( Toscana pride Treviso pride etc )

 

In generale è probabile lo si sia fatto con superficialità

 

Inoltre ed è questo il punto della discussione, sarebbe sicuramente sbagliato se fosse

una operazione di inclusione verso ogni indistinta diversità, cosa che peraltro secondo

me non è beninteso, perchè nessun organizzatore ha parlato in realtà di disabili etc

 

Vuoi per il fatto che la comunità LGBT è sempre stata inclusiva ( anche questo forum mica

vieta l'iscrizione agli etero...pur essendo gay ) vuoi perchè per includere non bisogna certo

cancellare la propria identità ( basta fare il paragone alle politiche di inclusione degli immigrati )

 

Il punto però è che il Pride è politico sia nella rivendicazione di specifici diritti, sia in quella più

generica di emancipazione e liberazione sessuale ( certo se uno lo desessualizza, rimangono

solo i diritti specifici, ma è un problema di Salamandro? Non credo da ciò che leggo in questo topic...)

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Guarda @Hinzelmann, non so se c'entri molto con la questione.

Io sono stato quasi cacciato dall'associazione gay che ho fondato

per essere stato critico verso un documento che sanciva il nostro impegno

per "andare oltre il recinto della realtà GLBTI" e per occuparsi anche di migranti e precari.

La mia prima perplessità è stata, ridendo: ma perché non anche i disabili, i carcerati o gli obesi?

La risposta fu: perché essi non condividono con noi il nemico - l'Estrema Destra -

Ho replicato che il problema dei gay italiani è più la Chiesa della Lega Nord

(quindi magari io mi sarei interessato più di aborto, testamento biologico, staminali...)

ma la cosa è rapidamente degenerata...

 

Io credo che - come gruppo GLBTI - intestardirsi a volersi occupare anche di altro

sia nel peggiore dei casi un segnale di omofobia interiorizzata

("Sarebbe egoista pensare solo a noi stessi! Se ci impegno per gli altri allora ci ameranno!")

e nel migliore dei casi il segno che i diritti fondamentali sono già stati raggiunti.

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"Human Pride" è invece oggettivamente un tentativo di de-sessualizzare la questione politica.

 

Ne sono convintissimo. E' un compromesso disgustoso dal punto di vista del principio ed è triste constatare che è stato comunque utile l'anno scorso perché era riuscito a veicolare il messaggio del "diritto fondamentale" anche nei cervelli di coloro che erano barricati e blindati dalla sessofobia. Insomma una compiacenza alla sessofobia delle istituzioni e degli omosessuali sessofobici. Per consolarmi voglio pensarlo come un "grimaldello preliminare" adoperato per forzare il viscerale blocco sessofobico primario della popolazione italiana.

 

Voglio sottolineare ancora e ancora che è un problema ESCLUSIVAMENTE ITALIANO, discorsi del genere sono impensabili in altre culture occidentali.

 

Noi siamo obbligati a sprecare tempo ed energie su questo punto perché ci troviamo dinnanzi la società più sessofobica dell'intero Emisfero Occidentale del pianeta.

 

Un piccolo esempio clamorosissimo sul punto: IN NESSUN PAESE DEL MONDO TRANNE L'ITALIA la bandiera arcobaleno ha vissuto e vive ancora parzialmente la persistente ambiguità fra il pacifismo e la rivendicazione dei diritti dei gay. All'estero è IMPENSABILE usare la bandiera arcobaleno nelle manifestazioni pacifiste, mentre qui per un paio di decenni è stato così e ancora oggi c'è una leggera ambiguità mai del tutto chiarita.

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STRAQUOTO ALMADEL SULL'HUMAN PRIDE e il bello è che prima i queer si lamentano del movimento gay ghettizzato e borghese e poi si lamentano se si inventano i ridicoli pride che accolgono carcerati, trisessuali e obesi, che si decidano.

Edited by Rotwang
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davydenkovic90
Io credo che - come gruppo GLBTI - intestardirsi a volersi occupare anche di altro sia nel peggiore dei casi un segnale di omofobia interiorizzata ("Sarebbe egoista pensare solo a noi stessi! Se ci impegno per gli altri allora ci ameranno!") e nel migliore dei casi il segno che i diritti fondamentali sono già stati raggiunti.

Ma non è che noi ci dobbiamo OCCUPARE degli altri in modo diretto. Dico che ci sono una serie di problemi che sono comuni a varie categorie, e quello della discriminazione, dell'autoaccettazione, del passare da vergognarsi a sentirsi orgogliosi della propria diversità lega fortemente un omosessuale a un disabile, a un albino (per dire, avevo un ragazzo albino a scuola che veniva preso in giro in un modo terrificante). 

E se parliamo di Gay pride, il cui scopo principe dovrebbe essere esprimere l'orgoglio della propria diversità sessuale, direi che non solo calza a pennello, ma è un valore aggiunto quello di includere anche altre diversità. 

Non sto certo parlando di snaturare le associazioni gay o le battaglie politiche facendo un assurdo mix. 

Qui si sta parlando di una festa, che in Italia può anche avere sfumature di lotta per i diritti, dato che non sono ancora stati raggiunti, che ha per forza implicazioni commerciali e che può essere festeggiata in qualsiasi modo. Uno può andare al party di Regina Miami come starsene sul divano di casa propria coi pop corn a guardare brokeback mountain. Pari pari come a Natale.

Edited by davydenkovic90
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Ma chi meglio di un altro disabile potrebbe spiegare a un disabile

come accettare e sentirsi orgogliosi della propria diversità?

O pensi che un uomo in sedia a rotelle potrebbe essere utile a un adolescente gay

dicendogli: "So cosa significa essere diverso, ma devi accettarti per come sei come ho fatto io"?

 

E' importante essere sensibili su tutti i temi che riguardano le minoranze,

ma ciascuna minoranza deve essere capace di rappresentarsi da sola.

 

Includere "altre diversità" nel Pride come scrivi @davydenkovich cosa significherebbe?

Fare un carro dei profughi siriani? Invitare sul palco un eterosessuale albino?

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prima i queer si lamentano del movimento gay ghettizzato e borghese e poi si lamentano se si inventano i ridicoli pride che accolgono carcerati, trisessuali e obesi, che si decidano

dimentichi che cmq le indignate speciali in servizio permanente effettivo devono sempre & cmq avere qsa di cui lamentarsi,

sennò non sarebbero più loro!

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intestardirsi a volersi occupare anche di altro sia nel peggiore dei casi un segnale di omofobia interiorizzata

 

Siccome il migliore dei casi ad oggi non è dato

 

Anzi avrebbero dovuto essere i disabili ad occuparsi di noi

 

Non resterebbe che il peggiore

 

Però il problema è la Babele linguistica...il divide et impera

che genera la discordia interna ed una serie di approcci individuali

incoerenti ( per Tizio commercializzazione significa no ai locali ricreativi

gay, per Caio no allo sponsor etc )

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AndrejMolov89

Io sono d'accordo con Almadel, visto che ho visto la nostra realtà diluirsi, di base ultimamente si pensa che accogliere altre istanze sia un bene. Di fatto la nostra associazione sembra diveentata solo l'anticamera di certe aree politiche; quindi, bo' sinceramente la commistione non è un bene: un conto se aiutiamo altre individualità un conto è sostituire totalmete l'altra comunità 

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Icoldibarin

Fare un carro dei profughi siriani? Invitare sul palco un eterosessuale albino?

A me non pare davvero una cattiva idea. Per altro si tratta di persone che, come noi, è oggetto di discriminazioni per quello che sono e non per quello che fanno.

 

Non sono d'accordo e "lesbiche e gay supportano i minatori" dovrebbe farti capire perchè.

Io nemmeno, i diritti civili viaggiano assieme o non viaggiano. Faccio fatica capire cosa pensano di ottenere gli attivisti che vogliono iperspecializzare le loro rivendicazioni.

Ho sentito omo/bisessuali che volevano tirare fuori le persone transessuali perché "hanno rivendicazioni diverse dalle nostre".

Le lesbiche che se ne sbattevano della maternità surrogata perché non ci serve.

I gay che non volevano "eccessi" nei cortei perché loro erano gente sobria ed essere appariscenti "nuoceva all'immaginario gay".

Il movimento dovrebbe essere il più inclusivo possibile, come è proprio nel simbolo dell'arcobaleno.

 

N NESSUN PAESE DEL MONDO TRANNE L'ITALIA la bandiera arcobaleno ha vissuto e vive ancora parzialmente la persistente ambiguità fra il pacifismo e la rivendicazione dei diritti dei gay.

Io non ci trovo nessuno ambiguità né vedo come i diritti gay possano essere scorrelati dal pacifismo.

 

All'estero è IMPENSABILE usare la bandiera arcobaleno nelle manifestazioni pacifiste, mentre qui per un paio di decenni è stato così e ancora oggi c'è una leggera ambiguità mai del tutto chiarita.

Ma sei serio?

Washington DC, USA

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Bandiera recante le parole "Shalom" e "Salaam", pace in ebreo ed arabo

1280px-2013-03-30_Ostermarsch_Hannover_v

Ghent, Belgio - Giornata internazionale della pace

REU-BELGIUM_-2.jpg

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AndrejMolov89

 

 

A me non pare davvero una cattiva idea. Per altro si tratta di persone che, come noi, è oggetto di discriminazioni per quello che sono e non per quello che fanno.
Il problema di questo fatto è che si va in netto conflitto d'interessi. Ho visto letteralmente la mia associazione essere divorata da queste politiche e di fatto ha ridotto nettamente per le cause specifiche degli omo-bisessuali; inoltre, si va in conflitto di interessi, considerando che all'interno delle minoranze etniche c'è molta omofobia interna: cioè, si rischia di aderire alla narrazione dell'area politica di riferimento: ovvero subordinare le questioni specifiche in favore di altro. 
Un conto è collaborare tra varie realtà, un conto è sostituirsi alle altre realtà, diventare una sorta di brodaglia informe.  
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Washington DC, USA
ma è orribile ciò che vedo! di quando sono quelle foto?

[Le mie affermazioni erano fondate sulle opinioni degli lgbt stranieri che conosco, i quali mi dicevano di non capire la correlazione fra bandiera arcobaleno lgbt e pacifismo, non avendola mai vista da loro]. Se la confusione è internazionale, ancora peggio!!!


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Io non ci trovo nessuno ambiguità né vedo come i diritti gay possano essere scorrelati dal pacifismo.

Io invece la trovo eccome, e penso che le due (o tre o quattro cose) vadano scorporate.

 

A me gay che manifesto per i diritti dei gay sta benissimo che il Comitato dei Genitori, l'Anpi, i gruppi pacifisti, i Giovani Dem, i Pastafariani, l'UAAR, la CGL ecc scendano in piazza al mio fianco per i diritti dei gay. Ne sono felice e lusingato oltreché oggettivamente aiutato nel portare la mia voce a destinazione.

 

Diventa invece un bel problema se nella mia manifestazione costoro iniziano a scendere in piazza per le loro cause.

 

Insomma io (e chiunque attorno a me) DEVO SAPERE che sto manifestando in quel momento per il diritto delle coppie omogenitoriali ad adottare e non per il ritiro delle truppe dall'Iraq o per il diritto al contratto di lavoro a tempo indeterminato o contro la dispersione scolastica o contro i privilegi fiscali della Chiesa.

 

Sono tutte cause nobilissime e le voglio tutte, ma non le posso richiedere contemporaneamente altrimenti si diluiscono ed annacquano vicendevolmente con il rischio concreto di sminuire fortemente il messaggio finale che voglio portare all'attenzione dei media e dell'opinione pubblica (le cui reazioni coincidono con quelle dell'elettorato e dunque a loro volta interessano molto al governo). Così interpreto la preoccupazione di Almadel a tal proposito.

Edited by Sampei
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Ilromantico

Per me si sta parlando di aria fritta. La famosissima comunità LGBT non esiste, è un patto tacito di convenienza per unire le forze e far numero. Anche perché all'infuori del Pride mi pare che i modi trans, lesbo e gay non si filino di pezza. Per non dire che anche le stessa comunità gay è talmente variegata che per il resto dell'anno le mille categorie di questa comunità si snobbano tra di loro.

Pride inclusivo? Se si tratta di unire categorie di persone in base al loro orientamento (etero, gay,bisex,ecc.), certo senza dubbio! Dare protagonismo ad altre categorie come disabili, immigrati,ecc., per quanto possa essere nobilissimo, annacquerebbe troppo il senso stesso della manifestazione e finirebbe per diventare una manifestazione "peace&love" di stampo politico. Inoltre, sono anche molto contrario per il fattore "convenienza". Ci sono tantissime manifestazioni durante l'anno, vorrei capire perché proprio il Pride deve avere l'obbligo di includere altre cause. Comincino a farlo le altre manifestazioni no? E' come se per la comunità LGBT ci sia l'obbligo imposto di doversi occupare di tutti i problemi del mondo, manco fosse la comunità di Maria Teresa di Calcutta.

 

 

 

A me gay che manifesto per i diritti dei gay sta benissimo che il Comitato dei Genitori, l'Anpi, i gruppi pacifisti, i Giovani Dem, i Pastafariani, l'UAAR, la CGL ecc scendano in piazza al mio fianco per i diritti dei gay. Ne sono felice e lusingato oltreché oggettivamente aiutato nel portare la mia voce a destinazione.   Diventa invece un bel problema se nella mia manifestazione costoro iniziano a scendere in piazza per le loro cause.  

Mi sento male xD, sono proprio d'accordo con te.

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Premetto che l'interpretazione di @Sampei del mio discorso è esatta.

A me va benissimo manifestare PER i profughi siriani e CON i profughi siriani;

ma come io troverei irrispettoso parlare di matrimonio gay dal loro palco

così troverei irrespettoso che loro parlino della loro tragedia dal mio.

Niente mi vieta di andare alle loro manifestazione

e nulla vieta che loro vengano alle nostre.

 

La domanda vera è: perché solo i gay

(non le lesbiche né le persone trans: è un problema solo dei gay)

hanno questa pretesa universale di voler rappresentare tutti gli oppressi?

Anche oppressi che non sono proprio felici di averci come alleati...

 

Perché l'accusa di "iperspecializzazione" di cui parla Icoldibarin

non viene mai rivolta a chi si occupa di migranti, di mafie, di precariato, di trans?

Come nel caso della "autoghettizzazione" (che è l'accusa contraria)

è una critica che viene rivolta esclusivamente agli omosessuali.

 

Secondo me è una forma (molto soffice) di omofobia interiorizzata

di cui soffrono molti gay di sinistra, che - occupandosi anche di altro -

sperano di dimostrare che anche noi gay siamo buoni e non dei luridi lobbysti liberali.

 

La soluzione semplice è invitarli a iscriversi anche ad altre associazioni no profit

e - invece che dedicare il Pride ai profughi siriani - andare anche ad altre manifestazioni.

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Non ho particolare simpatia per le manifestazioni di piazza in generale e comunque i vari gay pride, da osservatore esterno e per sentito e visto sui mass media questo forum compreso, mi sono sempre sembrati più cortei festosi, anche se in certe componenti forse anche troppo "spumeggianti", che ferocemente rivendicativi.

 

Quindi non credo che possibili aperture e comprensioni di rivendicazioni altrui, estranee alla tematica anti omofoba, possano nuocere a questa causa.

 

Certo è però che il "rivendicare tutto" corrisponde più o meno al non rivendicare niente, se non altro perché, sia agli occhi degli spettatori  sia soprattutto nel giudizio dei politici che si vorrebbero sollecitare, si può produrre un magma confuso dove potrebbero starci perfino rivendicazioni contrarie, ad esempio quella dell'apertura del matrimonio alle coppie omo nazionali e quella degli immigrati di vivere secondo le proprie tradizioni ancestrali, spesso duramente omofobe.

 

Ma questo appunto sarebbe del tutto inopportuno e quindi sconsigliabile  solo nel caso di gay pride attuati come manifestazioni ferocemente rivendicative, che non mi pare mai siano stati o siano ora.

Edited by Mario1944
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molto soffice

 

In che senso sarebbe soffice?

 

A me pare di leggere reazioni "incazzose" e tu stesso scrivi di essere stato

quasi cacciato dalla associazione, di cui eri addirittura il fondatore ( che mi

pare indice di un certo livello polemico, non di sofficità...)

 

Se la questione fosse di così semplice soluzione, come quella che tu indichi

( iscrivitevi a delle associazioni no profit ) non esisterebbe il problema, evidentemente

è un tipo di soluzione che sarebbe semplice se fosse recepita e/o accolta

 

Ma questo non accade

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Evidentemente sarebbe semplice per me :)

 

Un'altra spiegazione è la crisi dei partiti.

Forse - non essendo iscritti a nessun partito - i gay che stanno in un'associazione

vorrebbero che essa occupasse tutti gli spazi della dialettica politica,

sostituendosi a un partito che si occupa di minoranze oppresse (come SEL).

 

Forse lo Human Pride nasce così.

Essendo il Pride l'unica vera manifestazione partecipata in Italia,

tutti i singoli gay vorrebbero riempirla dei contenuti a loro cari durante l'anno.

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