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Amministrative 2016


Rotwang

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Gli ebrei avrebbero votato una fascista?

 

La comunità ebraica di Roma conta circa 50 mila persone, in un numero così ci saranno sicuramente persone di tutte le idee politiche, da Vendola a Salvini passando per Grillo.

 

Nel frattempo leggo che capolista a sostegno di Giachetti c'è Aldo Forbice, giornalista Rai di lungo corso, già andreottiano di ferro e poi berlusconiano di ferro...  <_<

Edited by Fabius81
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Il Fatto Quotidiano

 

Si è fermata al 17,99% l’affluenza alle urne alle ore 12 nei 1.274 centri chiamati al voto secondo il dato diffuso dal Viminale (che non tiene conto delle comunali in corso nelle “autonome” Friuli Venezia Giulia e Sicilia). Nelle precedenti omologhe alle ore 12 la percentuale dei votanti si era attestata al 12,93% ma, nella gran parte dei comuni al voto, le urne erano state aperte per due giorni, domenica e lunedì fino alle ore 15. L’affluenza è stata più consistente nelle città meno grandi, mentre hanno segnato il passo i capoluoghi di regione A Roma ha votato il 14,81% degli aventi diritto: in un primo momento, l’affluenza segnalata dal sito del Viminale si attestava attorno al 21%. Affluenza più bassa della media nazionale anche a Torino, dove ai seggi si è recato il 14,05%. A Milano l’asticella si è fermata al 16,13%, a Napoli al 16,49%. Sopra la media Bologna (20,09%).

 

I candidati sindaco di Roma Roberto Giachetti (Pd) e Stefano Fassina (Sinistra italiana), quelli di Milano Giuseppe Sala (Pd) e Gianluca Corrado (M5S) quelli di Torino Piero Fassino (centrosinistra) e Chiara Appendino (M5S) hanno votato questa mattina. Giachetti è andato al seggio in via Fonteiana, nella Capitale, verso le 10. Come Fassino, che ha votato nel suo seggio alla scuola media Ugo Foscolo del capoluogo piemontese, e la Appendino, accreditata dai sondaggi come la principale sfidante del primo cittadino uscente. che si è presentata alla sezione 335 della scuola Pacinotti, in via Vidua 1, accompagnata dal marito e spingendo la carrozzina con la figlia di pochi mesi. Fassina ha votato al seggio allestito nella scuola di via Bonghi, a due passi da via Merulana, accompagnato dalla moglie e dai due figli più piccoli. Davanti al seggio ha incontrato il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini (Pd). Alle urne anche Silvio Berlusconi, che fuori dal seggio di piazza del Collegio Romano a Roma ha sostenuto: “La mia sopravvivenza a 73 processi la definirei eroica. Pensate che invece di andare a donne ho fatto tre pomeriggi alla settimana con i miei avvocati. Non vorrei che qualcuno pensasse…”

 

L’affluenza alle precedenti tornate – Alle Europee del 2014 è andato alle urne il 58,69% degli elettori. A Milano l’affluenza è stata del 60%, a Torino del 64,14%, a Roma del 51,99%. Alle elezioni Regionali, nel 2013, ha votato il 73,63% dei milanesi e il 69,38% dei romani. Nel 2014, sempre per le Regionali, a Torino si sono espressi il 62,82% dei cittadini, contro il 40,61% dei napoletani. A Bologna l’affluenza si è fermata invece al 39,74%.

 

Come, dove e quando si vota - Si vota dalle 7.00 alle 23.00, nelle regioni a statuto ordinario e in Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia, per l’elezione dei sindaci e dei consigli comunali e dei consigli circoscrizionali. Rinnovo delle amministrazioni, oltre che nei sette capoluoghi di Regione, anche per 18 comuni capoluogo di provincia: BeneventoBrindisi, CarboniaCasertaCosenzaCrotone,GrossetoIserniaLatinaNovaraOlbiaPordenoneRavennaRimini, Salerno, SavonaVareseVillacridro. Subito dopo lo spoglio delle schede. L’eventuale turno di ballottaggio si svolgerà domenica 19 giugno, sempre dalle 7.00 alle 23.00.

 

Nei 25 comuni capoluoghi di provincia e Regione attualmente sono 21 quelli governati da giunte di centrosinistra (Benevento, Bologna, Brindisi, Cagliari, Carbonia, Crotone, Grosseto, Isernia, Milano, Napoli, Novara, Olbia, Pordenone, Ravenna, Rimini, Roma, Salerno, Savona, Torino, Trieste, Villacidro) e 4 quelli guidati dal centrodestra (Caserta, Cosenza, Latina, Varese).

 

I candidati sindaci, sempre in questi comuni (escludendo Trieste e Pordenone, regioni a Statuto speciale i cui dati non sono gestiti dal Viminale) sono complessivamente 186, di cui 153 maschi (82,26%), 33 donne. Meno accentuato lo squilibrio tra i candidati consigliere: sono 16.388 i candidati di cui 9.240 maschi(56,38%); 7.148 candidate le candidate di sesso femminile (43,62%). Dei candidati a sindaco, 19 hanno tra i 18 e i 35 anni; 49 tra i 36 e i 45 anni; 64 tra i 46 e i 55 anni; 32 tra i 56 e i 64 anni; infine 22 oltre i 64 anni.

 

Dei 25 sindaci uscenti, nessuno ha meno di 36 anni e solo uno ha un’età compresa tra i 36 e i 45 anni; 11 hanno tra i 46 e i 55 anni; 8 tra i 56 e i 64 anni; 5 hanno oltre i 64 anni. Sono 7 i candidati sindaco a Benevento; 9 a Bologna; 6 a Brindisi; 7 a Cagliari; 6 a Carbonia; 8 a Caserta; 5 a Cosenza; 9 a Crotone; 8 a Grosseto; 9 a Isernia; 11 a Latina; 9 a Milano; 10 a Napoli; 7 a Novara; 5 a Olbia; 5 a Ravenna; 8 a Rimini; 13 a Roma; 10 a Salerno; 7 a Savona; 17 a Torino; 6 a Varese; 4 a Villacridro. Nei 23 comuni capoluogo di provincia al voto (escludendo Trieste e Pordenone) si sono presentate 284 liste civiche.

 

La sfida delle Comunali, sebbene il premier Matteo Renzi abbia più volte ribadito che non è un test sul governo, è destinata ad avere effetti importanti sui principali partiti italiani: sul Pd che si avvia alla crucialecampagna referendaria, sul M5S chiamato alla ‘prova del nove’ a Roma e su un centrodestra ancora in cerca di autore e in cui Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, nella Capitale soprattutto, misureranno il proprio ‘peso specifico’.

Edited by Rotwang
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La Repubblica

 

Alle ore 19, secondo i dati forniti dal Campidoglio, quando mancano le ultimissime sezioni, a Roma l'affluenza alle urne per elezioni comunali è del 39,40%. Secondo dati del Viminale, a Milano alle 19 si è al 42% degli aventi diritto alle urne, a Napoli al 37,99%, a Bologna l'affluenza è del 46,44%. Alle ore 19, a Torino ha votato il 41,31%, a Cagliari il 40,16%, a Trieste, secondo i dati forniti dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, l'affluenza alle urne è del 42,72%, a Cosenza è del 54,60%, a Crotone del 54,16%, a Latina alle 19 ha votato il 53.4% degli elettori.

Edited by Rotwang
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Internazionale

 

Torino

La proiezione dell’istituto Piepoli conferma che a Torino ci sarà un ballottaggio tra Piero Fassino – in testa con il 40,9 per cento dei voti – e Chiara Appendino del Movimento 5 stelle, al 36 per cento, su un campione del 18 per cento. Il terzo posto è di Alberto Morano, al 7 per cento.

Secondo il dato definitivo dell’affluenza nel capoluogo piemontese ha votato il 57,1 per cento degli aventi diritto.

 

Napoli

Il sindaco uscente Luigi de Magistris non riesce a vincere la primo turno: ottiene secondo le proiezioni il 42,5 per cento dei voti e dovrebbe affrontare il candidato del centrodestra Gianni Lettieri.

 

Milano

Secondo la prima proiezione di QuorumSAS sul campione di voti scrutinati, a Milano Giuseppe Sala è in vantaggio con il 43,8 per cento dei voti.

L’affluenza alle urne per le elezioni comunali a Milano è stata del 54,6 per cento degli aventi diritto. È il dato definitivo diffuso dal Viminale.

 

Roma

Secondo le proiezioni dell’istituto Piepoli per la Rai Virginia Raggi del Movimento 5 stelle con il 36,7 per cento delle preferenze è in vantaggio sul candidato del Partito democratico Roberto Giachetti (23,1) e su Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia (22,2). Alfio Marchini si ferma all’8,9 per cento.

Edited by Rotwang
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In pratica, se il cdx fosse stato compatto su Meloni, si sarebbe andati al ballottaggio anche a Roma. :asd:

 

Comunque, il rischio per il PD è che ai ballottaggi (Napoli, Torino, Bologna) gli elettori 'avversari' facciano una scelta antigovernativa e vadano a votare M5S, cdx (Napoli) e LN (a Bologna).

 

L'astensione è in lieve aumento, ma insomma si pensava peggio (a parte casi particolari come Roma dove la partecipazione è stata davvero bassa, comprensibilmente).

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Hinzelmann

In realtà mi pare si sia votato a Roma, quanto a Torino

e più che a Milano.

 

Rispetto alle aspettative c'è un calo di affluenza più generalizzato

ed a Roma c'è stato un recupero di partecipazione

 

Può essere che a milano si sia votato poco, perchè il candidato M5S

era abbastanza improvvisato e quindi una parte di Milanesi grillini è stata

incoraggiata a rimanere a casa, mentre a Roma ogni elettorato aveva un

candidato "forte" di riferimento

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Parlavo in generale, appunto, e penso non sia enorme il calo (tenendo conto della circostanza in cui si andò a votare alle ultime amministrative, almeno).

 

A Milano effettivamente c'era un candidato sostanzialmente sconosciuto per il M5S (e lo era ancor di più la precedente), mentre - riguardo csx-cdx - mi aspettavo maggior scarto a favore di Sala, comunque.

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Corriere della Sera

 

Tutte le principali città vanno al ballottaggio. Il dato, anticipato dagli exit poll diffusi dalle reti tv, ha trovato conferma nelle proiezioni su dati reali. A Roma, come da previsioni, si piazza davanti a tutti la candidata del M5S Virginia Raggi, che ottiene un risultato anche superiore alle aspettative e che tra due settimane affronterà al ballottaggio il pd Roberto Giachetti che è riuscito a prevalere sull’esponente di FdI-Lega Giorgia Meloni: il testa a testa è stato serrato. Testa a testa anche a Milano tra il candidato del centrosinistra, Beppe Sala, e quello del centrodestra, Stefano Parisi. Non riescono a passare al primo turno i sindaci uscenti Piero Fassino a Torino e Luigi De Magistris aNapoli: se la dovranno vedere al ballottaggio rispettivamente con la candidata del M5S Chiara Appendino e con il portacolori del centrodestra Gianni Lettieri. Clamorosa l’esclusione dal ballottaggio nel capoluogo campano della candidata renziana Valeria Valente. Anche a Bologna sarà necessario il ballottaggio: il sindaco uscente del Pd, Virginio Merola si attesta al 39,72% e se la dovrà vedere in seconda battuta con Lucia Bergonzoni della Lega che ha raggiunto il 22,23%.

 

Il primo dato politico che emerge è quello del successo del Movimento 5 Stelle, nettamente in pole position a Roma, in ottima posizione a Torino e diventato, al di là dei rispettivi candidati sindaco, primo partito sia a Roma sia a Torino. Soddisfatta Virginia Raggi: «È solo il primo tempo ma è un momento storico importantissimo - ha detto la candidata pentastellata -. I romani sono pronti a voltare pagina. Io sono pronta a governare e restituire bellezza e splendore che merita a questa città. Il vento sta cambiando».

 

«Un risultato storico! Cambiamo tutto!» scrive Beppe Grillo sul suo blog commentando i risultati del primo turno delle elezioni amministrative. E celebra il successo di Virginia Raggi a Roma che ha sbaragliato gli altri candidati e si attesta in testa al per la corsa alla carica di sindaco. «Chiara Appendino con il 35% tallona Fassino a Torino e tra due settimane sarà al ballottaggio, un risultato storico!» scrive il leader dei pentastellati. Poi Grillo cita le altre città dove il Movimento ha ottenuto buoni risultati, come Savona, Bologna, Milano e Napoli. «Il Movimento 5 Stelle è lento ma inesorabile» conclude Grillo.

 

Il secondo rilievo politico riguarda le esclusioni eccellenti: la prima è quella di Valeria Valenti, candidata renziana a Napoli, vincitrice delle primarie contro l’ex sindaco Antonio Bassolino. La seconda sarà quella di Roma: qualora toccasse a Giachetti si aprirebbe un dibattito nel Pd che chiamerebbe in causa lo stesso Renzi, in qualità di segretario e di grande sponsor del candidato capitolino del Pd; nel caso restasse fuori Meloni sarebbe il centrodestra ad aprire il braccio di ferro interno. Quest’ultimo è in realtà già iniziato e anche in tv si sono viste scintille tra esponenti di FdI e di Forza Italia. E con il leader della Lega, Matteo Salvini, a ribadire che l’errore è stato di Berlusconi che dopo aver scaricato Bertolaso ha scelto di appoggiare Alfio Marchini, che si è fermato ad un deludente 10,78%, e non la leader di FdI. Salvini, in ogni caso, ha spiegato che qualora nei ballottaggi non vi fossero candidati della Lega o dei suoi alleati gli elettori sarebbero liberi di votare in coscienza facendo sapere però che lui personalmente non sarà «mai per il Pd e mai per Renzi». Marchini dal canto suo ha riconosciuto la sconfitta e spiegato che «evidentemente la coalizione con Forza Italia non è stata capita».

 

Tra le altre città capoluogo, da segnalare la vittoria (in pectore essendo i dati ancora parziali) a Salerno di Vincenzo Napoli, centrosinistra, con il 71,03% contro il 9,37% di Roberto Celano, del centrodestra; quella a Cosenza di Mario Occhiuto, centrodestra, con il 60,01%, contro il 19,72% di Carlo Guccione, centrosinistra; e quella a Rimini di Andrea Gnassi, centrosinistra, 57,02%. Anche a Cagliari la partita dovrebbe essere chiusa al primo turno: a metà dello spoglio Massimo Zedda, centrosinistra, conduce con il 51,46% contro Piergiorgio Massidda, centrodestra, fermo al 31,95%. Va poi registrato lo stop di Clemente Mastella a Benevento: l’ex ministro si è fermato al 31,95% e se la vedrà con Raffaele Del Vecchio, centrosinistra, che ha ottenuto il 32,51%. Al ballottaggio vanno anche Novara (Alessandro Canelli, centrodestra, 33,18% contro Andrea Ballaré, centrosinistra, 28,64%), Varese (Paolo Orrigoni, centrodestra, 47,55% contro Davide Galimberti, centrosinistra, 41,47%), Savona (Cristina Battaglia, centrosinistra, 32,37% contro Ilaria Caprioglio, centrodestra, 26,07% e con Salvatore Diaspro, M5S, al 25,26%), Ravenna (Michele De Pascale, centrosinistra, 46,52% contro Massimiliano Alberghini, centrodestra, 27,98%), Grosseto (Antonfrancesco Vivarelli Colonna, centrodestra, 39,83% contro Lorenzo Mascagni, centrosinistra, 34,33%),Latina (Nicola Calandrini, Lega e altre liste, 23,17% contro Damiano Coletta, liste civiche, 23,30%) Caserta (Carlo Marino, centrosinistra, 42,07% contro Riccardo Ventre, centrodestra, 19,83%), Brindisi (Fernando Marino, centrosinistra, 33,91% contro Angela Carluccio, centrodestra, 25,14%), Isernia(Giacomo D’Apollonio, Lista civica insieme per il Molise, 23,64% contro Gabriele Melogli, centrodestra, 22,51%), Crotone (Rosanna Barbieri, centrosinistra, 29,59% contro Ugo Pugliese, liste civiche, 27,53%), Carbonia (Giuseppe Casti, centrosinistra, 38,5% contro Paola Massidda, M5S, 23,05%),Olbia (Carlo Careddu, centrosinistra, 42,09% contro Settimo Nizzi, centrodestra, 25,23%).

 

Quanto all’affluenza, il dato finale parla di un 62,14% di aventi diritto recatisi alle urne. Un dato nettamente più basso di quello di cinque anni fa, quando si era registrata una percentuale di votanti pari al 72,59%, ma che permette di dare per scongiurato il rischio di disaffezione paventato da molti alla vigilia, anche in considerazione della concomitanza con il «ponte» vacanziero del 2 giugno.

Edited by Rotwang
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Hinzelmann

Beh lo stesso Renzi si dice deluso dai risultati

Tutto dipende da Milano e torino

 

A Milano il CDX è avvantaggiato ( forse ) dalla

possibile convergenza dei voti anti-Renzi del M5S

 

A Torino Fassino potrebbe farcela, ma non ha margini di sicurezza

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Difficile dare una valutazione a queste elezioni :

 

M5S : forse il vero vincitore, va al ballottaggio a Roma e Torino e lo sfiora a Savona, e va al ballottaggio in diversi comuni superiori, meno bene in altre città ma comunque, a parte la candidatura sbagliata di Milano, ottimo risultato. VOTO 8

 

PD : ne bene ne male, per essere partito di governo, abbastanza inaspettatamente regge. Conferma al primo turno tre città (Cagliari, Rimini e Salerno), va al ballottaggio nelle altre ad eccezione di Napoli dove comunque era prevista la forza di De Magistris. VOTO 6-

 

FI : molto male, si salva solo grazie a Milano e qualche città come Benevento e Grosseto. Raggiunge il ballottaggio a Napoli (con molti meno voti del 2011) e Bologna (giudicato un grande successo, ma è sotto di venti punti), rimane fuori in diversi comuni, non solo Roma e Torino (risultato imbarazzante di un veterano della politica come Osvaldo Napoli) ma anche Brindisi (PD-liste civiche), Crotone (tutto interno al csx). La vittoria al primo turno di Cosenza è un fatto isolato dovuto al sindaco uscente. VOTO 4

 

LN : in discesa nonostante la sovraesposizione mediatica di Salvini, al di fuori dell'area padana scende nettamente rispetto alle regionali in Liguria, Emilia, Toscana. Percentuali imbarazzanti nel centro-sud che vanno dal 2-3% del Lazio allo 0,5% della Calabria. Riesce ad andare al ballottaggio nelle roccaforti del Lombardo-Veneto. VOTO 6-

 

SI, SEL, POSSIBILE : risultati quasi ovunque deludenti, imbarazzante il 3% di Milano e il 3,7% di Torino dove ha calato un big come Airaudo. Riesce a centrare il ballottaggio in qualche comune superiore (Nichelino, Sesto Fiorentino, Marcianise) più che altro per la forza dei singoli candidati. VOTO 4,5

 

SC, CD, NCD : chi li ha visti? Da soli ottengono un risultato considerevole (10%) a Bologna e vanno abbastanza bene a Torino (5%), nel resto d'Italia la politica dei 2-3 forni non da frutti (a Milano con FI, a Brindisi con il PD, ecc...). I pochi voti comunque rimangono sempre l'ago della bilancia VOTO 5

 

ESTREMA DESTRA (CPI, FN, FN, ecc...) : niente effetto Alba Dorata in Italia, riescono ad ottenere qualcosa solamente a Latina (divisi in tre candidati), nel resto insignificanti.

 

ESTREMA SINISTRA (PC, PCL, ecc...) : insignificanti pressochè ovunque.

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FI continuerà a perdere quote finché Berlusconi non mollerà (cioè finché non morirà perché dubito lascerà il ''suo'' partito). La cosa interessante è che in molte città un cdx unito avrebbe fatto molto ma molto meglio. Il punto è che non esiste, ad oggi, un cdx unito sotto un candidato moderato la cui leadership sappia unire gli elettori.

 

Quel candidato al momento non c'è, Berlusconi ha praticamente allontanato qualsiasi possibile pretendente (Fini, ecc.). E Berlusconi è un personaggio politicamente morto, ormai.

 

M5S si dimostra essere il primo partito italiano, ma in molti comuni in cui vi è una valida alternativa cdx o csx non prende molto voti. Si riconferma il partito degli antigovernativi e degli antisistema, in sostanza. Una base eterogenea molto debole con cui radicarsi sul territorio (su cui, infatti, il M5S non brilla).

Edited by Layer
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Ho seguito attentamente, per quasi tutta la notte, i risultati che arrivavano sulle amministrative.

Ci sarebbe molto da dire, Milano e Roma, così come Torino meritano sicuramente molto interesse ed è giusto parlarne. 

 

Nel mio piccolo posso solo fare un'analisi della mia città: Bologna.

Merola 39,46%, Lucia Borgonzoni al 22,27%, Massimo Bugani (M5S) 16,59% Manes Bernardini 10,43%

 

Nella roccaforte della sinistra, Bologna, il PD riesce a stare sotto il 40% e questo è un grossissimo risultato soprattutto per quanto tempo investito da Renzi e da Merola nella campagna elettorale. Fino a due giorni fa Merola continuava a dire di essere sicuro vincitore, Renzi era fiducioso di passare al primo turno e invece, per fortuna aggiungo io, non è successo. 

Adesso a parte i discorsi che si possono fare sulla rilevanza che ha per il referendum piuttosto che per le politiche o la salute del governo, bisogna considerare i sindaci.

 

Bologna ha visto in quest'ultima amministrazione il PEGGIOR sindaco che si potesse mai vedere: il malcontento lo si vede semplicemente camminando per strada. I bolognesi sono stanchi, si sentono vittime di una amministrazione che non ha fatto nulla per loro anzi. 

Basta vedere come è ridotta la zona universitaria, un degrado che il sindaco ha cercato di arginare facendo chiudere i locali prima e vietando la vendita di alcolici con il malcontento dei commercianti e il DILAGARE dell'abusivismo a qualsiasi ora del giorno e della notte. 

Merola chiude un occhio, fa finta di non vedere. Non ne ha bisogno certo di vincere anche questa volta, e invece qualcosa cambia: Bologna non arriva al 60% di votanti, e in una delle città più virtuose dove nelle ultime elezioni amministrative erano andati più del 70% degli aventi diritti fa pensare, e il PD non sfonda, anzi perde percentuali importanti. 

Merola ha portato a Bologna una viabilità piena di problemi, ha convertito marciapiedi in piste ciclabili, senza considerare che una bicicletta ha bisogno di uno spazio diverso rispetto a una fila indiana di pedoni, ha creato un super "cantierone" (come lo chiamano qui) che ha paralizzato la città, riempito la città di telecamere (da quando c'è Merola il numero delle multe si è moltiplicato) e non ha dato nessuna risposta seria ai problemi di una città, come Bologna, che ha si dei problemi ma non è di certo ingovernabile, non è di certo priva di risorse economiche e culturali. 

Ha impoverito una città, l'ha distrutta: ha permesso una distesa di bancarelle del falso nella via più importante (Via dell'Indipendenza), non ha dato risposte e ha preferito, basta guardare le interviste, autoelogiarsi e far finta che i parcheggiatori abusivi a Bologna non esistano (emblematico il caso dell'ospedale Maggiore in cui uno è costretto a pagare per non farsi rigare la macchina). Io non ce l'ho con nessuno ma parliamo di Bologna, cazzo!

Sono scene a cui noi non eravamo minimamente abituati e soprattutto non siamo e non vogliamo abituarci!

Dalle ultime statistiche a Bologna c'è sempre più paura di girare per strada.

 

A questo punto mi faccio la stessa domanda che mi ha fatto una mia amica settimana scorsa "Lorenzo ma tu ce la vedi "Bologna la rossa" amministrata dal centrodestra?"

La mia risposta è SI, ce la vedo. Bologna è una città che merita di più, tutti i giornali sono stati concordi a definire l'operato di Merola tra i peggiori di sempre. Bologna ha bisogno del cambiamento, ha bisogno di un segnale che è arrivato, timidamente è arrivato. Faccio notare che nella provincia ad esempio Casalecchio di Reno piuttosto che Sasso Marconi il PD "vola" oltre il 60%, così come nel resto dei comuni emiliani, evidentemente nel capoluogo qualcosa è andato storto.  

Non bisogna confondere i piani di politica nazionale, o diciamo non vorrei che succedesse così nella mia città, che è un po' il modo in cui noi viviamo lo stato e come speriamo che sia, con i dati reali di un'amministrazione che ha poi valore sulle cose che succedono veramente in città. 

Il nostro sindaco vive con il voto degli anziani, con i pulmini che arrivano ai seggi direttamente dai centri anziani che pensano ancora che la politica sia tra fascisti e comunisti. Le cose sono andate avanti.

 

Io ci spero... ci spero davvero tanto in una Bologna di centrodestra, per il suo bene, anche se so che forse rimarrà un mio sogno... ma è giusto continuare a sperare. E quindi se c'è qualcuno di Bologna che legge questo messaggio faccia qualcosa il 19. Abbia la forza di dire "voto centrodestra tappandomi il naso, perchè non riesco più a chiudere gli occhi di fronte alla realtà". Abbiamo dato 5 anni a un uomo che ha dimostrato ciò che ha fatto, spero di non vederlo Palazzo d'Accursio per i prossimi 5.  

 

Scusate lo sfogo ma era doveroso!! :blush:

 

Detto questo io non mi preoccuperei per nessun partito: alla fine Berlusconi ha avuto quello che voleva, non consegnare Roma a Giorgia, secondo me sbagliando, ha visto che comunque un elettorato c'è ancora e il centrodestra è ben presente in molte realtà. Come ha affermato questa mattina, in cui ha ammesso di essere stato molto contento dei risultati, questa era una prova per far capire che da soli non si fa nulla (anche se poi ha fatto il contrario, ma comunque). Che il suo piano fosse disperdere i voti per poi un giorno dire "se sommiamo i voti del centrodestra siamo i primi?" per far paura a Renzi? Certo è che un minimo di elezioni ne ha fatte, un piano lo avrà avuto sicuramente. 

 

Brava la Raggi, a me non piace nemmeno un po', non mi esprime fiducia, avrei preferito sinceramente la Meloni, a Roma faranno vedere se valgono o no. La prova del nove insomma. Roma è una città che quando ci si entra per un motivo o per l'altro ci si sporca le mani, speriamo, nel bene di tutti che riesca fare al meglio. 

Edited by lollone
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Non conosco molto la situazione di Bologna, devo dire che prima delle elezioni avrei scommesso su quelle percentuali molto più a Cagliari che a Bologna, se dovevo indicare uno poco gradito all'elettorato PD avrei detto sicuramente Zedda e non Merola, invece il primo ha vinto subito al primo turno il secondo rischia al ballottaggio.

 

@Layer certamente la destra era divisa, ma anche la sinistra lo era in quasi tutte le città, il PD è riuscito a "tenere" meglio di Forza Italia. Per capire il crollo del partito berlusconiano bisogna analizzare la zona del basso Lazio-alta Campania, cioè le province di Latina, Caserta e Frosinone, che durante la seconda repubblica erano quelle di massimo consenso sia politico che amministrativo al CDL prima e al PDL poi :

 

- a Latina vanno al ballottaggio Calandrini (FDI) e Coletta (area SEL!) praticamente appaiati, fuori rimangono Forte (PD) e Calvi (FI). Ebbene nella città dove la destra ha sempre vinto al primo turno rischia e, cosa ancora più sorprendente, le due liste di sinistra messe assieme sono sopra a quelle di destra. Vedere "Littoria" governata da uno di SEL detto qualche anno fa era una battuta a cui avrebbe riso chiunque.

 

- nel Casertano c'è il tracollo completo di FI : ad Aversa vanno al ballottaggio PD e liste civiche, cinque anni fa vinse al primo turno il PDL con quasi il 60%, a Capua vince al primo turno il PD con amministrazione uscente di CDX, a Caserta il PD va al ballottaggio con il CDX con venti punti sopra (cinque anni fa PDL al primo turno), a Marcianise ballottaggio tra PD e area SEL-Possibile, anche qui il sindaco precedente era di FI.

 

- idem nel Frusinate PD ovunque al ballottaggio e FI che crolla in roccaforti storiche come Cassino (città natale di Storace dove ha sempre preso enormi consensi).

 

Ora che la zona più "azzurra" d'Italia sia diventata improvvisamente "rossa" non è possibile. C'è uno spostamento : l'elettorato dei quartieri operai e periferici delle grandi città (Roma, Torino) che votava prima PCI (al massimo PSI) e poi gli eredi si è spostato verso il M5S, mentre aree storiche della DC prima e di FI-PDL poi stanno andando verso il PD, visto come riferimento dell'area "centrista". Anche in Calabria e Sicilia forte arretramento del centrodestra, a Caltagirone per esempio, roccaforte di AN per lungo tempo, ha vinto il candidato del PD al primo turno. 

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ragamuffin

Questi sono i risultati del partito della famiglia di adinolfi nelle città più grandi

 

Torino, poco meno di 2000 voti (0,55%)

Milano 5800 voti (1,15%)

Bologna 2090 voti (1,23%)

Roma (adinolfi) 7300 voti (0,62%)

Napoli 1360 voti (0,37%)

 

Mi sembra che questi cialtroni ne abbiano presi anche troppi

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Non conosco molto la situazione di Bologna, devo dire che prima delle elezioni avrei scommesso su quelle percentuali molto più a Cagliari che a Bologna, se dovevo indicare uno poco gradito all'elettorato PD avrei detto sicuramente Zedda e non Merola, invece il primo ha vinto subito al primo turno il secondo rischia al ballottaggio.

La campagna elettorale di Zedda è stata strategicamente ben studiata, mentre Massidda non è stato altrettanto efficace.

Zedda ha preso diversi voti dal CDX e soprattutto dai giovani che lo hanno votato senza nemmeno conoscere gli altri candidati.

Per quanto riguarda Il Popolo Della Famiglia, credo che sia dovuto al fatto che a Cagliari sono molto forti le comunità neocatecumenali, che unite agli altri bigotti e a una lista che forse presentava qualcuno con molte conoscenze, hanno garantito il superamento dell'1%. Ma nemmeno un seggio.

Ricordo comunque che non è una grande città.

 

A Bologna, pur non vivendoci, invece ho visto diversi malumori e immaginavo che Merola non avrebbe vinto al primo turno.

Certo che però la Borgonzoni è anch'essa invotabile.

Edited by Lor24
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A Bologna, pur non vivendoci, invece ho visto diversi malumori e immaginavo che Merola non avrebbe vinto al primo turno.

Certo che però la Borgonzoni è anch'essa invotabile.

 

Finchè si ragiona così non si va da nessuna parte ...

Allora Bologna negli ultimi anni ha avuto una gestione pessima (pessima è un complimento).

 

Allora mi dico se Merola è invotabile per quello che ha fatto... perché non dare la possibilità di dimostrare a qualcun altro se può fare di meglio?

Poi invotabile la Bergonzoni per quali motivi, scusa?

 

Che è un po' quello che hanno fatto i romani. 

 

Non sanno se la Raggi sarà migliore però dopo Alemanno e Marino hanno pensato di dare la possibilità non solo di dire ma anche di fare a una ragazza nuova. (dando per scontata la vittoria m5s ma suppongo che il centrodestra voterà lei piuttosto che PD)

Hanno fatto bene? Hanno fatto male? Nessuno lo sa, però ci stanno scommettendo.

Personalmente, pur non piacendomi lei, è una scelta che ha senso. 

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Risultati elettorali del Movimento 5 Stelle

 

Torino: 30,92%

 

Milano: 10,06%

 

Trieste: 19,16%

 

Bologna: 16,59%

 

Roma: 35,32%

 

Napoli: 9,70%

 

Cagliari: 9,18%

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La campagna elettorale di Zedda è stata strategicamente ben studiata, mentre Massidda non è stato altrettanto efficace.

Zedda ha preso diversi voti dal CDX e soprattutto dai giovani che lo hanno votato senza nemmeno conoscere gli altri candidati.

 

A Bologna, pur non vivendoci, invece ho visto diversi malumori e immaginavo che Merola non avrebbe vinto al primo turno.

Certo che però la Borgonzoni è anch'essa invotabile.

 

Insomma Massidda non era certo l'ultimo degli arrivati, anzi direi che come nome era decisamente più conosciuto e forte della Borgonzoni (che non avevo mai sentito nominare) https://it.wikipedia.org/wiki/Piergiorgio_Massidda

 

Su Zedda ho letto in giro che era partito male, forse per inesperienza, ma poi nella seconda parte del mandato ha acquistato molto consenso. Oltretutto Cagliari non si può certo definire una "città rossa" https://it.wikipedia.org/wiki/Sindaci_di_Cagliari

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Freewheeler

Sono d'accordo con l'analisi fatta da Ilvo DIamanti

http://video.repubblica.it/dossier/amministrative-2016-elezioni-roma-milano-bologna-torino-napoli/amministrative-diamanti-l-italia-spaccata-dal-tripartitismo/242143/242151?ref=HRER3-1

 

E' ormai evidente che il profilo politico italiano si è assestato su un sistema tripolare (PD, M5S, CDX).

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Insomma Massidda non era certo l'ultimo degli arrivati, anzi direi che come nome era decisamente più conosciuto e forte della Borgonzoni (che non avevo mai sentito nominare) https://it.wikipedia.org/wiki/Piergiorgio_Massidda

 

Su Zedda ho letto in giro che era partito male, forse per inesperienza, ma poi nella seconda parte del mandato ha acquistato molto consenso. Oltretutto Cagliari non si può certo definire una "città rossa" https://it.wikipedia.org/wiki/Sindaci_di_Cagliari

A livello nazionale è più conosciuta la Borgonzoni, che va a diversi dibattiti politici da qualche anno a questa parte.

A livello locale forse no, ma non sono di Bologna e non mi pronuncio.

 

Zedda sì, nei primi 2/3 anni è stato disastroso, sicuramente per inesperienza.

Poi si è un po' riscattato a livello di immagine pubblica ma io non l'ho comunque amato così come non l'ha amato nemmeno parte della sx perché comunque non si è occupato di tutte le questioni più importanti, ma quasi solo di rifare marciapiedi nel centro della città e di rifare il lungomare, realizzando quasi tutti progetti che erano nell'agenda delle precedenti giunte (per averli realizzati non ho alcuna critica da muovergli).

 

Ovviamente in una città come Cagliari, che ha una tradizione più di centro-dx ha dovuto prendere anche voti da quella parte politica, tutto qui!

 

 

 

Dicevo che la Borgonzoni è invotabile solo per la sua appartenza alla Lega e per la sua ideologia.

Poi se l'amministrazione Merola è stata così disastrosa è anche possibile che lei possa far meglio.

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Il Fatto Quotidiano

 

E’ nata la Terza Repubblica del tripolarismo, di cui Roma è la foto più nitida e chiara, a differenza di quella di Milano, dove resiste il tradizionale bipolarismo centrodestra-centrosinistra con due candidati fotocopia, dal profilo moderato: Sala e Parisi. Ma moderato e rassicurante, nonché sorridente, è anche il volto di Virginia Raggi, accolta ieri notte nel suo quartier generale al Gazometro da quasi duecento giornalisti italiani e stranieri. La Capitale è lo specchio che riflette la mutazione del quadro politico da due anni a questa parte, da quando cioè sulla scena è apparso il renzismo di governo.

 

La prima novità riguarda proprio il trionfo della candidata-sindaco del Movimento 5 Stelle. Oltre 300mila voti in più rispetto a due anni fa. Senza dubbio sfrutta la lunga onda della devastazione bipartisan di Mafia Capitale, ponendosi più come alternativa di governo che come voto di rabbia sic et simpliciter (e basta con ‘sta storia del voto di protesta), ma l’elemento personale ha contato eccome. Raggi, come Appendino a Torino, ha dato la percezione di una candidata non aggressiva, insomma l’esatto contrario delle Taverna o dei Di Battista. A proposito di quest’ultimo: quando a gennaio-febbraio è partita la macchina delle amministrative, numerosi osservatori si sono interrogati per giorni e settimane su motivi che impedivano ai grillini di candidare i loro Messi e Maradona, alias Di Battista e Di Maio, rispettivamente a Roma e Napoli. Chissà oggi che direbbero.

 

Il secondo dato di rilievo riguarda il presunto miracolo di Roberto Giachetti, che ha conquistato il secondo posto utile per il ballottaggio. Al momento in cui scriviamo a Roma lo spoglio non è stato completato. Rispetto alla coalizione che fece vincere Ignazio Marino due anni fa, Giachetti perde almeno 200mila voti. Un’enormità. Prevedibile dopo i disastri giudiziari già citati ma che per la prima volta vede un travaso di voti verso il M5s. Ecco un altro effetto: il definitivo sdoganamento dei grillini a sinistra, soprattutto nelle periferie.

 

Se fino a un anno fa, l’elettore di sinistra puniva il Pd astenendosi, adesso lo fa anche votando M5s e non invece le liste dalla sinistra radicale. Lo dimostra pure il dato in crescita dell’affluenza a Roma, in controtendenza rispetto alla media nazionale. Adesso, guardando al ballottaggio del 19 giugno, resta da capire se si profilerà uno scontro tra Sistema e anti-Sistema. Nella sua conferenza stampa, il premier ha “risparmiato” Silvio Berlusconi e a Napoli il forzista Lettieri, di nuovo avversario finale di de Magistris, ha già fatto un appello al Pd verdinizzato. A Roma, invece, esiste il partito delle Olimpiadi (e dei relativi affari) che mette insieme Gianni Letta,Malagò e Marchini. L’aiutino a Giachetti sarà pubblico o sotterraneo?

 

Terza e ultima novità è il flop della destra divisa. Se Meloni fosse andata al ballottaggio, lei e Matteo Salvini avrebbero dimostrato a Berlusconi di essere i nuovi leader della destra italiana. Non è successo e il Condannato si gode la sua vendetta perfetta: a Milano ha voluto a tutti i costi Parisi mentre a Roma ha puntato su due candidati (prima Bertolaso, poi Marchini) per non darla vinta ai due “ragazzotti” fascioleghisti. La guerra nella destra è soprattutto generazionale: da una parte l’egoismo carismatico diBerlusconi (che sopravvive solamente nella ridotta di Milano), dall’altra i rottamatori lepenisti. Nulla sarà come prima, ha minacciato comunque Meloni.

 

In ogni caso, la destra salviniana mostra limiti notevoli in quanto a vocazione maggioritaria: è più forte di quella dei moderati ma da sola non va da alcuna parte. Senza dimenticare che il dato di Meloni ha una forte connotazione locale, basandosi sulla storica tradizione della destra postmissina nella Capitale. Semmai, Marchini dovrà archiviare ogni speranza di rango nazionale. L’unico leader possibile si dimostra il “milanese” Parisi, federatore del centrodestra classico della Seconda Repubblica.

Edited by Rotwang
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