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PPP a quarant'anni dalla morte


conrad65

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premetto che non ho mai letto niente di Pasolini, e neanche visto i suoi film, quindi sono la persona meno indicata per parlarne: però ricordo bene dove mi trovavo quando appresi la notizia della sua morte (avevo 10 anni)

 

apro questo topic per lasciare ad altri, se vorranno, l'occasione di parlarne

 

due spunti: un bell'articolo di Wu Ming 1

 

http://www.internazionale.it/reportage/2015/10/29/pasolini-polizia-anniversario-morte

 

e l'omaggio di Nanni Moretti tratto dal film "Caro Diario"

 

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Di lui ho letto e visto "Teorema" , forse ho letto anche altre cose ma non ricordo

Ho visto "Mamma Roma", "Medea", l'episodio "La terra vista dalla luna" con Totò tratto da "Le Streghe",  che mi ricordi

ho provato anche a vedere "Salò e le 120 giornate di Sodoma" ma non ce l'ho fatta :wacko:  e il senso del poco che son riuscito a vedere non l'ho capito

Edited by prefy
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vediamo se riesco a mette insieme 10 minuti di senso compiuto per scrive il papiro che mi frulla per la capa..

 

allora,

  • se vogliamo parlare del romanziere, del poeta dialettale (ma la definizione, specie x le poesie in friulano, gli va stretta, chè c'è un bel lavoro di ricerca semantica in quel che scriveva), o dell'editorialista del Corrierone (vedi l'indimenticabile Io so http://www.corriere.it/speciali/pasolini/ioso.html : aveva capito TUTTO molto prima di tutti!!) posso solo inginocchiarmi, azzerbianarmi e venerarlo.
  • se vogliamo parlare del regista, certamente curava molto la messa in scena, i costumi e lo sfizio di far inorridire i benpensanti se l'è tolto più di qualche volta (dalla madre nella parte della madonna nel Vangelo secondo Matteo -troppo vecchia per il ruolo!!- ai nudi maschili frontali di Decameron, Mille e una notte e Salò, passando per la supercensurata & vietatissima Ricotta eccetera), spesso a scapito dell'approfondimento psicologico dei personaggi, che erano più modelli di un tableau vivant che attori che recitavano; come dimostrano le proverbiali litigate furiose con la Magnani all'epoca di Mamma Roma
  • quello che sopporto poco è sta sua polemica eterna sul voler tornare ad una mitologica età dell'innocenza agreste, che sarebbe stata corrotta definitivamente dal consumismo della società di massa
  • se poi vogliamo parlare di come si rapportava con la sua omosessualità, beh.. su questo mi sembra sia MOLTO datato; nel senso che cmq sì ok, la viveva, la praticava -anche furiosamente dicono- e non ne faceva mistero, però gli era sempre rimasto appiccicato di fondo una specie di senso di colpa, quasi che scoparsi i suoi ragazzi di vita fosse qsa di sporco o di perverso; un modo di vivere la sessualità [nb: cosa den diversa dall'affettività!! -anche se probabilmente di Ninetto Davoli si innamorò davvero-; penso che per lui sarebbe stata inconcepibile l'idea di un matrimonio tra froci!] che sinceramente non ho MAI sopportato
Edited by freedog
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però gli era sempre rimasto appiccicato di fondo una specie di senso di colpa, quasi che scoparsi i suoi ragazzi di vita fosse qsa di sporco o di perverso

definiva l'omosessualità la sua privata tragedia

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definiva l'omosessualità la sua privata tragedia

appunto:

per me -ma credo sia lo stesso per tutti noi- un'idea del genere OGGI è inconcepibile & inaccettabile!

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Va data una avvertenza  preliminare però

 

Cioè se uno legge o vede la sua produzione sui "ragazzi di vita"

lui assume - in senso oggettivo e descrittivo - il loro punto di vista

con tutti i limiti del caso ( ivi compresa l'omofobia o il ritenersi etero

vuoi perchè omosessuali solo per interesse, vuoi perchè "attivi" )

 

Pasolini ha vissuto nel modello mediterraneo dell'omosessualità e

"batteva" e provava attrazione per ragazzi che ragionavano così

E' quindi un modo indiretto di rappresentare l'omosessualità, che

era anche pubblicabile, solo in quanto tale.

 

D'altronde, è una parte consistente della realtà in cui vivevano gli omosessuali

del tempo, seppur -ripeto- rappresentata attraverso il "loro" punto di vista, cioè

NON attraverso il punto di vista dei pochi che si identificavano  - oggi diremmo -

come gay, ma attraverso il punto di vista dei molti che non lo facevano ( compreso

Ninetto Davoli )

 

L'ottica autobiografica, in cui Pasolini parla di omosessualità in prima persona da

omosessuale è confinata alla poesia o ad alcune opere in prosa giovanili, pubblicate

postume ( cioè impubblicabili negli anni '40-'50 )

 

Quindi - fermo restando il fatto che in entrambi i casi la realtà omosessuale che emerge

è una realtà triste e tragica - bisogna tenere presente questo doppio standard, altrimenti

rischia di risultare "troppo" pesante

 

Prima di accostarsi a questo mondo, bisognerebbe vedere Comizi d'amore, per comprendere

l'Italia in cui Pasolini ha vissuto, descritta nella forma documentaristica, dove - sul cinema di

poesia - prevale l'approccio razionale di Pasolini omosessuale al tema della sessualità

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Prima di accostarsi a questo mondo, bisognerebbe vedere Comizi d'amore, per comprendere

l'Italia in cui Pasolini ha vissuto, descritta nella forma documentaristica, dove - sul cinema di

poesia - prevale l'approccio razionale di Pasolini omosessuale al tema della sessualità

mmhh... nì

Mi spiego: quei documentari li conosco bene, chè quasi 20 anni fa ero uno dei galoppini che riversò in digitale tutto l'archivio in pellicola delle teche rai.

 

Lui stesso fin dal preambolo della prima puntata, disse di voler dare un taglio giornalistico e non moralistico o etico a quelle interviste;

quindi parlerei più di inchiesta sociologica che di documentario

-cosa compatibile colla rai pedagogica dell'epoca, pur con tutto il suo bacchettonismo braghettone-

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Scusami ma non ho capito cosa vuoi dire

 

E' proprio il fatto di non dare un taglio moralistico

o etico a quelle interviste a dare forza al valore

documentaristico dell'opera, no?

 

Se l'opera fosse stata moralistica o etica sarebbe

invece incappata necessariamente nelle ristrette

maglie della pedagogia

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hinz, è facile:

è la stessa differenza che c'è tra l'inchiesta giornalistica (che DOVREBBE fotografare la realtà oggettivamente; sul fatto che ciò non accada quasi mai concordo a prescindere) e il documentario (che dovrebbe dimostrare empiricamente una teoria, scientifica o sociologica che sia)

Edited by freedog
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Ho capito mi contesti l'uso del termine documentario, ok

chiamiamolo film-inchiesta, ma non è che cambia la sostanza

del mio discorso

 

Suggerisco di partire dalla visione del "film-inchiesta" Comizi d'amore

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Ho capito mi contesti l'uso del termine documentario, ok

chiamiamolo film-inchiesta, ma non è che cambia la sostanza

del mio discorso

 

Suggerisco di partire dalla visione del "film-inchiesta" Comizi d'amore

e che solo tu devi fare quello eternamente precisino??

qualche volta facce divertì pure a noi, suvvia!!!

:jester:  :jester:  :jester:  :jester:  :jester:  :jester:  :jester:

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appunto:

per me -ma credo sia lo stesso per tutti noi- un'idea del genere OGGI è inconcepibile & inaccettabile!

Lo scrisse sul Corriere della Sera, definendola anche "blocco sessuale" in risposta allle critiche di Moravia, rispetto alla sua posizione antiaborista, nel gennaio 1975, all' epoca molti intellettuali italiani avevano già superato tale visione, esisteva anche il FUORI,

forse piu che l' epoca in se, era la generazione e la formazione di Pasolini che gli imponeva di trovare una giustficazione alla propria omosessualità nello smisurato amore per la madre

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Ma non c'è dubbio - credo - sul fatto che il modo in cui Pasolini

scriveva di omosessualità, vada storicizzato e non possa piacere

ad un gay contemporaneo

 

Il punto cruciale è che in Pasolini l'omosessualità diventa un modo

per conoscere la realtà sociale ed in particolare quella dei "diversi"

ma al contempo, paradossalmente, dal novero di questi diversi sono

radicalmente esclusi "gli altri omosessuali" e tutti coloro che - a vario

titolo - potrebbero essere "simili a lui"

 

L'amore per il diverso in Pasolini diventa quindi - drammaticamente -

anche l'amore per il diverso da sé, cioè l'amore impossibile

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Lo scrisse sul Corriere della Sera, definendola anche "blocco sessuale" in risposta allle critiche di Moravia, rispetto alla sua posizione antiaborista, nel gennaio 1975, all' epoca molti intellettuali italiani avevano già superato tale visione, esisteva anche il FUORI,

forse piu che l' epoca in se, era la generazione e la formazione di Pasolini che gli imponeva di trovare una giustficazione alla propria omosessualità nello smisurato amore per la madre

sì, ma quelli del Fuori erano letteralmente 4 gatti spelacchiati, poco più che avanguardie...

forse all'epoca era più forte la moda hippy nella sua versione cazzara degli indiani metropolitani & dell'ammore libero; ma stiamo cmq parlando degli anni di piombo, e quella purtroppo fu la vera battaglia, militare E culturale

 

poi certo, il fatto che fosse di un'altra generazione in questo influiva.

E molto

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Certamente era di un'altra generazione era del 1922

però molti, più giovani di lui, non mancarono di replicare

alle sue posizioni anti-abortiste in modo omofobo ( Umberto

Eco ad esempio ) o perchè, essendo lui omosessuale, se ne

fregava

 

In poche parole - anche i moderni e gli intellettuali di sinistra - non

mancarono di insultarlo per delle opinioni certo discutibili, ma in quanto

omosessuale

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Io di Pasolini so poco, ho letto solamente i primi due romanzi e tra i due mi è piaciuto di più "Una vita violenta".

Poi ho visto tre suoi film, tra i quali Salò che mi è piaciuto molto; mi sembra che sia stato l'ultimo film finito poco prima della morte.

In casa ho il romanzo postumo "Petrolio" ma non ho ancora trovato la voglia di leggerlo.

Mi piacerebbe che qualcuno di voi che ne sa di più approfondisse il tema della sua omosessualità.

Sapere che aveva questi gusti mi ha spinto ad avvicinarmi timidamente a lui.

Per tornare alla vicenda della morte, come credete che sia andata?

C'era solo Pelosi secondo voi?

Comunque non posso che rattristarmi profondamente per la sua morte, pensando anche a tutto quello di bello che avrebbe potuto fare se fosse vissuto ancora.

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E' stato un grande, un uomo avanti anni luce, grande fustigatore della società borghese.

 

Ragazzi di vita è un romanzo fantastico, un efficace affresco delle borgate romane nel dopoguerra, un capolavoro del realismo.

 

Il film Salò per me è imperdibile: la più grande satira sul potere mai fatta.

Fantastica la scena del potente che vuole essere assolutamente sodomizzato dal soldato e mentre questo accade canta un inno fascista, credo mai sia stata fatta una parodia più efficace del fascismo.

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Per tornare alla vicenda della morte, come credete che sia andata? C'era solo Pelosi secondo voi?

 

questo non possiamo certo saperlo noi

secondo molti omosessuali dietro la morte di Pasolini non ci sarebbe alcun mistero, sarebbe morto come molti che frequentano la prostituzione giovanile e rimangono vittime dei "mostri evocati", ovvero l'omofobia e il sadismo dei prostituti: si tratterebbe di esiti incionsciamente ricercati e provocati dalle vittime stesse, che a volte rimangono a livello inespresso, altre volte esplodono in violenza aperta

tuttavia nel caso di Pasolini ci sono alcuni elementi che non collimano con questo quadro e delle coincidenze molto particolari: la sentenza di primo grado è del 26 aprile 1976, al termine di un processo velocissimo

Pino Pelosi è difeso dall’avvocato Rocco Mangia, che difese anche gli assassini del Circeo, vicenda oscura di neofascismo di poco antecedente: quando si sceglie un simile avvocato difensore è in un certo senso implicito il dichiararsi protetti da certi ambienti contigui alla destra eversiva

la sentenza di primo grado dichiara Pelosi colpevole di omicidio volontario in concorso con ignoti: questo è un aspetto essenziale, evidentemente il quadro probatorio non poteva essere spiegato dalla sola presenza di Pelosi

la sentenza fu emanata dal Tribunale dei Minori perchè Pelosi aveva all'epoca dei fatti 17 anni, e il tribunale era presieduto dal giudice Alfredo Carlo Moro, fratello di Aldo Moro che sarebbe stato rapito e assassinato qualche anno dopo

il “concorso di ignoti” viene tolto in appello e cancellato del tutto in Cassazione (1979)

 

al di là delle possibili illazioni su questo misterioso "concorso di ignoti" della sentenza di primo grado, che dunque deve avere un qualche fondamento, resta la realtà di un paese che non ha mai amato Pasolini e che lo continua a massacrare ancora oggi, pubblicando le molteplici immagini del corpo ucciso, che evidentemente quache mano ignota ogni tanto preleva dagli archivi, scannerizza e butta in pasto alla rete

 

e per capire il valore del personaggio, basta fare una citazione anche solo "quantitativa" della sua opera letteraria (quindi tralasciando l'opera filmica) come pubblicata dai Meridiani Mondadori

 

Romanzi e racconti: 2 volumi

Saggi sulla letteratura e sull'arte: 2 volumi

Saggi sulla politica e sulla società: 1 volume

Per il cinema: 2 volumi

Teatro: 1 volume

Tutte le poesie: 2 volumi

 

sono 10 voumi per un totale di 16.362 pagine

c'è qualche altro autore del novecento italiano che si possa avvicinare anche solo alla quantità e alla molteplicità di interessi che questi scritti manifestano?

Edited by conrad65
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al di là delle possibili illazioni su questo misterioso "concorso di ignoti" della sentenza di primo grado, che dunque deve avere un qualche fondamento, resta la realtà di un paese che non ha mai amato Pasolini

mmmhhh...

non sono d'accordissimo su st'affermazione.

 

cioè, è innegabile che i bigotti & i fasci lo odiassero (come anche tanto conformismo sinistrorso; ma anche con Calvino i rapporti erano pessimi), salvo poi rivalutarlo dopo morto (la sua invettiva sulla fine delle lucciole è un must per quelli di CasaPound..);

però pensa solo a chi, magari anche solo per un cameo, sgomitava per apparire nei suoi film:

praticamente TUTTI, da Modugno -che all'epoca era l'italiano + famoso al mondo [se ti ricordi, guida il camioncino coi burattini di Totò & Davoli in Uccellacci]-, a Totò stesso (che lo definì la mente più eccelsa d'Italia), passando per la Magnani (anche se passarono tutto il film a litigare), la Callas eccetera.

E poi, non credo che il Corrierone l'avrebbe pagato x i suoi fondi se non avesse considerato la sua come una firma di gran prestigio!

 

Insomma, st'iconetta del martire intellettuale emarginato perchè frocio, diciamocelo, è una gran cazzata;

e trombonate come i murales che hanno fatto st'estate all'isola tiberina e a trastevere

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oltre a puzzare di conformismo ipocrita lontano millanta miglia, non so quanto sarebbero piaciute a PPP stesso!!

Edited by freedog
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Insomma, st'iconetta del martire intellettuale emarginato perchè frocio, diciamocelo, è una gran cazzata;

avrei dei dubbi, ho letto testimonianze dei suoi amici dell' epoca che affermano il contrario

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@@freedog quello che dici è vero: il personaggio ha avuto sicuramente un'apertura di credito non trascurabile in una parte importante del mondo letterario e intellettuale, sia italiano che internazionale, e questo è in una certa misura sorprendente perché accadde "nonostante" il suo anticonformismo

d'altra parte ha avuto anche molti nemici, è stato avversato da una parte importante della politica e magistratura italiana

tentare di darne un'immagine unificata sembra impresa difficile, forse inutile: fu personaggio dai forti contrasti, sia nel pensiero che nelle azioni, e l'ambiente in cui visse ha fatto da riflesso a una concezione contraddittoria che egli ebbe della sua stessa esistenza, concezione che praticò con una certa spericolatezza

fu contemporaneamente dionisiaco ed apollineo

Edited by conrad65
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Però erano sempre incontri "imprevisti" "fuori dalle regole"

 

Ora freedog mi bacchetterà, ma è solo per dare una idea,

cioè non era molto nell'aspettativa che un regista-poeta-intellettuale

Comunista si accostasse a Totò o alla Callas o a Modugno

 

Era nell'aspettativa un attore impegnato tipo Gian Maria Volontè o

cose del genere

 

Poi ovviamente i cinegiornali "ironizzavano" pesantemente su Ninetto

Davoli, per l'ovvio sottinteso omosessuale che con Totò o Modugno non

c'era...ma a sinistra i vari Calvino & C. storcevano il naso per questi incontri

artistici "anomali"

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Infatti una cosa l'ho notata anche io: ognuno ha il suo Pasolini, a seconda di quanto lo conosce e delle proprie esigenze(e spesso dei propri interessi).

E allora c'è il Paolini intellettuale profetico, il sessuomane masochista, il reazionario, l'omosessuale, la vittima delle oscure trame del potere, il maestrino di paese che allunga le mani,  il grande regista, il pessimo regista, il Santo Pasolini Martire, il personaggio di gran lunga sopravvalutato.

Di fatto è l'unico gay italiano che sia ancora noto al grande pubblico, non mi permetto di dire che è dovuto alla sua morte, ma forse in piccola parte anche si.

Io non ne ho un'enorme conoscenza, ho visto qualche suo film e posso solo dire che non li ho trovati tecnicamente molto raffinati, come le sue poesie non mi sono mai piaciute molto.

Certo non ne ho un'immagine così ridotta, potrei tranquillamente aggiungermi anche io alla fila dei fedeli riverenti, non fosse che per il suo peso di personaggio gay nazionale. 

Però a Pasolini si può far dire tutto ed il contrario di tutto, volendo si potrebbe anche farne uno sponsor anti gender, perchè non fu certo campione libertario.

A me ha colpito molto uno statunitense(di quelli un po' rabbiosi, non ricordo chi però) che diceva " per me Pasolini è soltanto un santo cattolico". Ecco, un po' ci credo.

Edited by Demò
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non mi permetto di dire che è dovuto alla sua morte, ma forse in piccola parte anche si.

 

Non lo dovresti dire, secondo me

 

Perchè il motivo principale sta nel fatto che è stato primo

 e unico personaggio pubblico, omosessuale dichiarato

finchè è vissuto e - purtroppo - anche postumo

 

Questo è il motivo principale per cui è l'unico gay italiano

noto al grande pubblico

 

E questo forse è anche il motivo per cui ogni gay, almeno

fino alla generazione dei gay 35-40nni ha il "suo" Pasolini

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