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Come è stato ottenuto in the USA il matrimonio: dieci lezioni da mettere in pratica!


freedog

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perché non si parla mai di come spendono i soldi queste associazioni?

 

Vuoi saperlo davvero o lo chiedi solo per polemica?

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Boh io credo che se vogliamo portare un po' di concretezza

in questa discussione forse dovremmo parlare di cose reali

( nel senso di realmente accadute e non ipotizzate etc )

 

In primo luogo nel corso degli anni le associazioni italiane sono state criticate

per una serie di ragioni che ne avrebbero precluso l'efficacia

 

1) il collateralismo politico e la divisione

 

2) la commistione fra circoli ricreativi e militanza politica

 

3) la necessità di valorizzare l'autonomia locale delle associazioni e

    la capacità di coordinarsi senza litigi faziosi o carrierismi inutili

 

La prima questione sarebbe stabilire se queste critiche erano giuste o meno

( in larga parte secondo me si sono dimostrate abbastanza improduttive )

 

La seconda questione - se riteniamo che esista un problema di organizzazione

è, o sarebbe, partire dalle esperienze positive che in Italia ci sono

 

Una forma associativa di ispirazione chiaramente americana in Italia esiste ed è

l'associazione che in effetti in questi ultimi anni ha prodotto dei risultati e si tratta

di Certi Diritti e Rete Lenford

 

Non era così scontato che liberi professionisti professori universitari etc aderissero

ad una iniziativa del genere, che è il contrario esatto della "delega in bianco" alle

associazioni di militanti che ci "rappresentano" 

 

Dovremmo forse comprendere come ha funzionato questa iniziativa e perché

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Il punto su cui voglio porre l'accento non è capire chi sta sbagliando, ma cercare di far prendere coscienza di cosa si vuole. Personalmente non ho nulla contro le tavolate in famiglia o le serate con gli amici sulla terrazza della casa al mare. Non è una questione di essere "cool" ... anche perché lo trovo un po' da provinciale che cerca di essere "moderno" ... ma di essere coscienti di cosa vogliamo e con chi possiamo ottenerlo. I conservatori americani sono intolleranti ... quelli italiani, anche se per motivi diversi, a me lo sembrano altrettanto quando li ascolto in parlamento. Definiscono "ingerenza inopportuna" il monito europeo a mettersi in linea con la legislatura degli altri stati riguardo al riconoscimento dei diritti gay, esattamente come quei conservatori texani che rifiutano la sentenza della corte suprema. Il giorno della votazione della riforma scolastica, dai banchi della lega si sono levati dei cartelli con sopra scritto "Giù le mani dai nostri bambini", perché nel disegno di legge è previsto il superamento dell'ideologia gender ... e poi ricordiamoci che tra gli esponenti "conservatori" esistono ancora delle personcine come la Binetti che al passaggio della legge che parificava i diritti dei figli "NN" a quelli nati in seno al matrimonio (parlo dell'anno scorso e non di cinquanta anni fa) disse che così si legalizzava "l'incesto". Quindi, se in Italia siete conservatori è con questa gente che vi dovete misurare. La trans Efe Bal penso che anche lei ami i valori della famiglia e voglia come voi solo vivere serena ... ma obiettivamente non so quanto voi siate disposti a tollerare la sua idea di casalinga prostituta e soprattutto come lei farà a convincere i leghisti lepenisti a superare l'ideologia gender. Queste sono solo alcune delle questioni che i conservatori gay hanno da dibattere tra loro e con la propria area politica di riferimento.

 

Senza offesa @Silverselfer, ma questo è un modo molto democristiano di aggirare la questione XD tu in sostanza eviti di rispondere alla domanda centrale che ti è stata posta (in cosa consiste, in concreto, questo modello "progressista" di cui parli solo in maniera fumosa o definisci solo in negativo - non è questo, non è quello..ma cos'è?) rispondendo che noi conservatori (ma che davero?) dobbiamo risolvere delle contraddizioni interne prima di poter avanzare critiche.

 

Posto che è un modo per non-rispondere, ma vabbeh, se vogliamo percorrere questa strada faccio notare che se tu ti definisci "liberal" o comunque "di sinistra" il tuo riferimento renziano mi porta a farti notare che il partito di cui Renzi è a capo ha una frangia nutritissima di teodem, non certo "marginale": la capogruppo PD al parlamento europeo, Patrizia Toia - giusto per citarne un esempio - quindi non proprio l'ultima delle portaborse, è una teodem che storicamente si è opposta a qualsiasi avanzamento in materia di diritti LGBT. La stessa Binetti che citi, prima di traghettare, stava nel PD.

 

Il problema "politico" è semmai che i gay italiani, di destra o di sinistra, non hanno in entrambi i casi un partito di riferimento. Io, che posso tranquillamente rientrare nella categoria "conservatori", non voterei mai Forza Italia, NCD e letame affine; non so quanto i gay "progressisti" si sentano parimenti rappresentati dal PD. Inoltre, "conservatore" non equivale a cattobigotto o retrogrado: esistono "destre progressiste", in UK i matrimoni gay sono pur sempre stati voluti da un premier conservatore.

Il problema è come sempre, in Italia, la pervasività della longa manus di CEI e chiesa cattolica, che hanno purtroppo coorti di fedelissimi a destra tanto quanto a sinistra. Ciò porta al paradosso che hai anche tu citato: un pronunciamento della CEDU che "impone" di metter mano alla questione diritti è una "fastidiosa ingerenza", metre è ritenuto "normale" che la CEI apra bocca ogni volta che si parla di riforme in termini di scuola, diritti, testamento biologico, eutanasia, aborto, fecondazione essistita etc.

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Silverselfer

 

 

Vuoi saperlo davvero o lo chiedi solo per polemica?

 

... polemica? No, dai ... non si spendono solo per organizzare il Gay Pride :D 

 

Sinceramente io non so come si accede ai fondi stanziati per questo tipo di associazioni e l'entità degli stessi. So che, come associazione di assistenza sociale, sanitaria o promozione culturale e dei diritti civili, in Italia si rientra nell'iscrizione all'anagrafe delle ONLUS, cioè associazione senza scopo di lucro. Questo comporta il rispetto di alcune regole, tra le quali l'obbligo di redigere un rendiconto di bilancio "trasparente", anche perché è proibito spartirsi "il fondo cassa" di un qualsivoglia avanzo di capitale.

 

Lungi da me fare di tutta l'erba un fascio, parlo dunque di quella che è stata la mia esperienza al Mieli. Io vi sono giunto nel periodo della gestione Praitano. Un periodo politico molto particolare in cui esistevano due entità: l'associazione storica e quello che la presidenta definiva il Core Business, cioè la nota serata della Mucca Assassina. 

 

Nel periodo cruciale delle elezioni assistetti a una riunione in cui la presidenta insultò garbatamente tutti, dando loro degli incompetenti perché non ci capivano nulla di affari e di come si gestisce un'associazione, la quale andava riformata nello statuto in una sorta di verticalizzazione del potere di stampo putiniano, cosa che era già avvenuta nei fatti. Nel cuore, di quello che non potrei definire in altro modo, "delirio di onnipotenza", feci un piccolo video di meno di un minuto con o smartphone che poi pubblicai attraverso i mio canale YouTube proprio qui, nella board dedicata al Mieli; cioè in un contesto "privato" perché all'epoca al circolo si era concretato un bel gruppo di forumini romani.

 

Apriti cielo! Feci scoppiare un mezzo caso di stato. Il pretesto era che avevo messo a repentaglio la sicurezza di alcuni attivisti che non avevano fatto ancora CO. Ora ditemi voi se si può fare gli attivisti nell'associazione omosessuale più nota d'Italia pretendendo di rimanere "velati", senza contare che ci sono anche alcuni esponenti associativi assolutamente etero ... e poi, dopo ore d'intrippamento sul valore fondamentale del CO, mi devo immaginare che degli attivisti non lo hanno ancora fatto? 

 

Era un pretesto e basta, tant'è che anche la lella con cui comunicai convenne indirettamente sulla pretestuosità del casino messo in atto. Il punto interessante è che in una riunione successiva, la presidenta portò il caso "social network" all'ordine del giorno. La sua filippica verteva fondamentalmente sul fare attenzione alle fughe di notizie e che quanto succedeva nelle riunioni doveva rimanere "segretato" --> Il nemico ci ascolta. 

 

Sull'identità di chi fosse questo nemico non saprei dire: la CEI? la dittatura etero? Casa Pound? Boh ... Io una mezza idea me la feci anche perché ascoltavo cosa si diceva in giro sulla fumosità del bilancio redatto o non redatto da anni. Visto che la presidenta è in aria di ridiscesa in campo, voglio chiarire che quanto scrivo non vuole essere un'accusa specifica alla sua gestione, in quanto chi prima di lei e chi venuto dopo di lei non avevano e non hanno saputo fare meglio (non vorrei beccarmi una querela  ;) ).

 

Io riporto solo dei fatti: era un fatto che il core business era gestito con perizia e capacità, tanto che nella stessa retorica della presidenta veniva presentato come un grande successo. Era un fatto che l'associazione nella sua sede di rappresentanza e negli organi preposti agli aspetti più prettamente sociali versava in condizioni pietose (Al Cineforum donai io un lettore DVD perché quello antidiluviano che c'era s'inceppava continuamente). 

 

La domanda che legittimamente sorge spontanea: se il core business fiore all'occhiello della presidenza andava a gonfie vele, dove s'investivano i proventi? Sì, ricordo bene tutto il discorso del muretto "cool" costruito nella discoteca per dividere l'area delle lelle sempre in paranoia per l'etero infiltrato ... ore di discussione su questo interessante tema ... ma questo non basta a spiegare perché gli incassi dovessero essere tutti rinvestiti nel core business! Oppure anni di attivismo si risolvono con un banchetto "info" in discoteca? 

 

Per chiarire tutto sarebbe bastato presentare un attento rendiconto delle entrate e delle uscite come richiede la legge. Qualche malpensante finiva per pensare che il segreto da non far trapelare fosse quel 66% fissato per legge che vieta di superare tra i proventi incassati dalle attività connesse all'associazione e le spese sostenute della stessa per le attività inerenti agli aspetti sociali. In tal caso la ONLUS non è più tale, perde le agevolazioni fiscali ma, soprattutto, nel caso del Mieli, rischiava di cancellare un'associazione storica del movimento di cultura omosessuale italiano. 

 

Rischio necessario? Rischio calcolato? Non lo so ... basterebbe avere un bilancio per poter serenamente cancellare ogni dubbio e, almeno a quanto ne so, anche durante la presidenza Maccarrone, che si presentava proprio con l'intento di maggiore trasparenza, ancora è tutto come prima.

 

Ripeto, io non accuso nessuno di niente e tanto per dire, sarebbe interessante capire anche quanto costa il servizio di call center per la linea di assistenza e magari domandarsi se non è il caso di unificarla con quella dell'arcigay ... visto che operano nella stessa città ... oppure, i soliti malpensanti, crederanno che da qualche parte ci deve essere una convenienza occulta.

 

Quindi il mio è solo un discorso di maggiore chiarezza ... di modo che delle proposte alternative si possano elaborare e presentare magari durante le elezioni, superando i soliti discorsi retorici e finalmente essere più pragmatici come ci consigliano gli americani.

 

 

 

La seconda questione - se riteniamo che esista un problema di organizzazione è, o sarebbe, partire dalle esperienze positive che in Italia ci sono

 

Quello che manca non è certo un nuovo soggetto o doversi inventare qualcosa di nuovo. C'è bisogno di quello che io chiamo "coordinamento nazionale" capace di parlare a nome di tutte le associazioni.

 

Ovviamente qui entrano in ballo le pecche che hai elencato e che si possono risolvere solo riuscendo a unire pragmaticamente tutti in degli scopi specifici. Bisogna sfrondare i particolarismi etici e "gli interessi particolari"

 

Rete Lenford è un fulgido esempio di associazionismo all'americana e potrebbe essere usato come modello per ricalcarci sopra un possibile coordinamento nazionale scevro di ogni intento politico, ma solo come un referente "tecnico" cui far tutti riferimento .. non si altro per accedere ai fondi europei.

 

Quello che temo, purtroppo, è che nessuno ha interesse ad avere una sovrastruttura perché è ovvio che poi questa ti chiederà coerenza in ogni aspetto associativo, per esempio il rispetto dei requisiti legali richiesti sia a livello nazionale, sia a livello europeo.

 

 

 

Senza offesa @Silverselfer, ma questo è un modo molto democristiano di aggirare la questione XD tu in sostanza eviti di rispondere alla domanda centrale che ti è stata posta (in cosa consiste, in concreto, questo modello "progressista" di cui parli solo in maniera fumosa o definisci solo in negativo - non è questo, non è quello..ma cos'è?) rispondendo che noi conservatori (ma che davero?) dobbiamo risolvere delle contraddizioni interne prima di poter avanzare critiche.

 

Io mi vanto di aver cacciato di casa il primo democristiano alla tenera età di tredici anni, era mio zio che veniva a chiedere il voto per il suo candidato. Quindi a me democristiano non me lo può dire nessuno, oibò! <_< Tuttavia, mi sono turato il naso ogni volta che sono andato a votare, fino all'ultima volta che ho messo la croce sul M5S ... 

 

Il mio modello progressista è non volere imporre nessun modello. Sì, è un giochino di parole fin troppo Renziano e quindi assai democristano :aiuto: In altre parole io voglio che tu sia felice senza sentirmi criticato a mia volta perché non ti piace come vivo io. 

 

E poi, ma con chi vorresti discutere dei valori in cui credi? Con chi non li prende manco in considerazione? Pretendi che ascoltino le tue istanze degli atei epicurei dediti al libertinaggio? Vuoi rimanere a criticare il Gay Pride o vuoi andare a bussare alla porta di chi in quei tuoi valori ci crede, la pensa come te, ma di te non vuole sentir parlare?

 

 

 

Posto che è un modo per non-rispondere, ma vabbeh, se vogliamo percorrere questa strada faccio notare che se tu ti definisci "liberal" o comunque "di sinistra" il tuo riferimento renziano mi porta a farti notare che il partito di cui Renzi è a capo ha una frangia nutritissima di teodem, non certo "marginale": la capogruppo PD al parlamento europeo, Patrizia Toia - giusto per citarne un esempio - quindi non proprio l'ultima delle portaborse, è una teodem che storicamente si è opposta a qualsiasi avanzamento in materia di diritti LGBT. La stessa Binetti che citi, prima di traghettare, stava nel PD.

 

In Italia il liberismo è nato e morto col risorgimento. Fini parlò come un vero liberal democratico quando fondò Futuro e Libertà, ma sappiamo bene la caratura politica di chi stiamo parlando. In ogni modo, il liberal americano o il liberal democratico nord europeo è incompatibile con la sinistra, non tanto sul piano dei diritti civili, ma sulla visione economica dello Stato e sulla laicità ideologica della propria non etica politica, nel senso che se un partito di estrema destra condividesse degli obiettivi liberal, i liberal ci farebbero un governo assieme. 

 

Il PD è nato dalla fusione tra il DS e la Margherita (ex democristiani) e tanto per chiudere la sfilata dei tuoi paradossi: la Binetti siede nello scranno accanto a quello di Scalfarotto. Renzi lo trovo più imbarazzante di Berlusconi, ma se dovrà essere lui e a modo suo a darmi quello che chiedo ... mi turo il naso come sempre e accetto pragmaticamente quello che ne verrà ... nel senso che poi m'ingegno per chiedere modifiche eccetera, ma sarebbe sciocco impallinare la sola persona che pare ci stia arrivando.

 

 

 

Il problema "politico" è semmai che i gay italiani, di destra o di sinistra, non hanno in entrambi i casi un partito di riferimento. Io, che posso tranquillamente rientrare nella categoria "conservatori", non voterei mai Forza Italia, NCD e letame affine; non so quanto i gay "progressisti" si sentano parimenti rappresentati dal PD. Inoltre, "conservatore" non equivale a cattobigotto o retrogrado: esistono "destre progressiste", in UK i matrimoni gay sono pur sempre stati voluti da un premier conservatore. Il problema è come sempre, in Italia, la pervasività della longa manus di CEI e chiesa cattolica, che hanno purtroppo coorti di fedelissimi a destra tanto quanto a sinistra. Ciò porta al paradosso che hai anche tu citato: un pronunciamento della CEDU che "impone" di metter mano alla questione diritti è una "fastidiosa ingerenza", metre è ritenuto "normale" che la CEI apra bocca ogni volta che si parla di riforme in termini di scuola, diritti, testamento biologico, eutanasia, aborto, fecondazione essistita etc.

 

Quello inglese è un esempio brillante di come si può essere conservatori senza diventare intolleranti.

 

La CEI ---> Io ho il sospetto che i politicanti italiani si diano da fare ancora prima di ricevere direttive da chi che sia. Penso che siano nati lacchè e come tali si danno lustro compiacendo il padrone che vogliono lusingare, ancor prima che quello lo chieda e soprattutto esagerando nei modi, facendo a gara con il vicino più lecca culo di lui/lei.   

 

In fine: qui nessuno si riconosce in questi partiti ... qualcuno potrebbe azzardarsi a dire che da Berlusconi in poi si è sempre votato il leader, ma poi a ben vedere, il sistema dei partiti ha sempre controllato il gioco in parlamento. Se penso che la forza di Renzi oggi sta in un parlamento che vota solo nella certezza di non essere rieletto alla prossima tornata elettorale ... o spera di esserlo compiacendo Renzi ... mi viene solo voglia di espatriare.

 

Oi, maro'! Ho scritto troppo?   :muro:

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@Silversurfer, so benissimo non solo come funzionano queste cose

ma anche come sia andata la questione al Mario Mieli.

Purtroppo io non posso spiegarti come sono andate le cose a Padova,

perché - non avendo le prove per le mie affermazioni -

mi hanno fatto arrivare la voce che erano pronti a denunciarmi.

 

In ogni caso è sempre così:

c'è una parte dell'associazione che fa i soldi e punta a farne di più

e una parte dell'associazione che vorrebbe i soldi per le iniziative vere

e a un certo punto si genera una frattura.

 

Ciò non toglie che ci siano molti modi per spenderli in modo trasparente :)

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Quello che manca non è certo un nuovo soggetto o doversi inventare qualcosa di nuovo. C'è bisogno di quello che io chiamo "coordinamento nazionale"

 

Ma non cadi in contraddizione con te stesso?

 

Da un lato fai una lunga disamina da cui emerge una gestione "privatistica" di una associazione

ed il fatto che questo tipo di gestione sia difficilmente superabile se gli associati gay che dovrebbero

controllare i propri amministratori sono "velati" o "ragazzini"

 

Dall'altro dici che basterebbe coordinarsi

 

Io potrei dire, ok allora il problema di certe associazioni è che autofinanziandosi tendono a diventare

organizzazioni di tipo "imprenditoriale"

 

Ma tu stesso però citi il caso della gestione di linee di assistenza, dove invece l'organizzazione vive

di finanziamenti pubblici regionali provinciali e comunali e di fatto il "core business" consiste nella

capacità ( esclusiva e personale ) di reperimento dei finanziamenti pubblici attraverso l'affidamento

della gestione di servizi e/o progetti ( suppongo si tratti di affidamento diretto, ma visto il sistema

romano degli appalti-gare-concorsi poco cambierebbe )

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nota a margine: per il poco che possa valere, confermo ogni sillaba del racconto di Silver sui disastri accumulati al Mieli nell'era della (di)gestione della Presidenta.

 

Pur con tutti gli sbagli del caso -anche perchè nessuno è infallibile, nemmeno lui..- il Mac sta cercando di rimettere al centro attivismo, volontariato & politica più che business commerciale.

E in questo, come anche lui ben sa, ha il mio convinto appoggio

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Silverselfer
Purtroppo io non posso spiegarti come sono andate le cose a Padova, perché - non avendo le prove per le mie affermazioni - mi hanno fatto arrivare la voce che erano pronti a denunciarmi.  

 

Lo sai cosa trovo più demoralizzante in tutto questo? E' la presunzione con cui tutti pensano che tu lo stia facendo con un secondo fine ... per esempio: per metterti in evidenza. Succede sempre e in tutti gli ambiti associativi ... credo che sia così anche nei centri anziani alla bocciofila! 

 

 

 

Ma non cadi in contraddizione con te stesso?

 

La contraddizione che mi riconosco di aver creato è quella di sostenere che non abbiamo certo bisogno di un nuovo soggetto, e poi fornisco come soluzione un nuovo organo super partes. 

 

Una "soluzione" con dei trascorsi fallimentari, vedi i tanti governi tecnici nati perché il parlamento è incapace di esprimere una maggioranza in grado di avere un voto di fiducia. 

 

Sulla carta un coordinamento nazionale dovrebbe nascere spontaneamente dal comune intento che ci unisce tutti. Solo così avrebbe un senso perché alla fine andrebbe a far superare tanti particolarismi deleteri, causa dell'inconcludenza cronica cui assistiamo inermi. 

 

 

 

Da un lato fai una lunga disamina da cui emerge una gestione "privatistica" di una associazione ed il fatto che questo tipo di gestione sia difficilmente superabile se gli associati gay che dovrebbero controllare i propri amministratori sono "velati" o "ragazzini"

 

La gestione delle ONLUS è privatistica, tanto che qualche tempo fa alle Nazioni Unite si è tenuta una grande conferenza sulla terza economia (potrei sbagliarmi sul termine con cui è chiamata). A rappresentare l'Italia c'era tra gli altri Letizia Moratti che mi è capitato di ascoltare. Spiegò che nella progressiva dismissione dell'Welfare, le ONLUS sono un brillante esempio di business sociale di successo.  

 

Io non trovo niente da eccepire nell'autofinanziamento e tanto meno me la prendo con gli associati gay velati o ragazzini. Nel caso specifico del Mieli, la gestione della Presidenta causò fuoriuscite dall'associazione d'interi gruppi di oppositori ... tant'è che alla fine bastò la differenza causata dall'imprevisto arrivo del piccolo drappello dei forumini per sbilanciare gli equilibri.

 

Qui arriviamo al meccanismo democratico che deve essere il controllore di chi viene eletto. Tornando sempre al caso oggettivo in discussione - tesserarsi era stato reso una corsa ad ostacoli, mentre sotto le elezioni affluivano tesseramenti di gente che non frequentava mai l'associazione. Il numero delle tessere è vitale per realizzare il dibattito democratico ed è per questo che viene osteggiato da quanti mirano a una gestione "snella" delle decisioni da prendere. 

 

Quindi ben vengano i giovani velati o meno e anche chi non lo è più giovane all'anagrafe, perché diciamo anche che sta storia dell'essere doverosamente giovani per portare il cambiamento, non solo è smentito nei fatti, ma rischia di diventare motivo di emarginazione. 

 

 

 

Dall'altro dici che basterebbe coordinarsi

 

Il mio è un discorso scevro da ogni intento ideologico. Il coordinamento lo intendo anche solo di una rete in grado d'informare ogni realtà di tutte le iniziative in corso. Esempio - l'associazione di Padova ha messo in campo una campagna di sensibilizzazione sul matrimonio egalitario e non sa che in quello stesso momento anche a Bologna sta succedendo qualcosa di simile e lo stesso a Varese. Se lo avessero saputo per tempo, magari avrebbero potuto unire gli intenti in una campagna più incisiva ... unire significa avere un budget più cospicuo, significa disporre di un bacino più ampio di capitale umano, significa andare a proporre l'iniziativa nelle amministrazioni locali con dei numeri capaci di lusingare delle aspettative di ritorno elettorale. Infine, l'impatto mediatico di proporsi con una sola voce, un solo manifesto, un solo slogan è sicuramente maggiore di tante piccole iniziative disgiunte che al massimo ottengono visibilità solo nel proprio piccolo ambito sociale. 

 

Ora non venitemi a dire che non ci sono i fondi! Basta una pagina su FB, una mailing list, un cazzo di vecchio e desueto Fax ... invece, prevale l'interesse particolare e bada che questo sta anche nella gestione del piccolo potere di affidare la stampa del manifesto alla tipografia dell'amico di famiglia. 

 

 

 

Io potrei dire, ok allora il problema di certe associazioni è che autofinanziandosi tendono a diventare organizzazioni di tipo "imprenditoriale"

 

Stiamo sempre lì. La scuola di pensiero neoliberista che il  mercato è in grado di autoregolamentarsi,i oramai non fa più proseliti neanche tra i capitalisti più convinti. Proprio perché le ONLUS sono delle organizzazioni imprenditoriali, hanno bisogno di regole chiare da far rispettare rigorosamente.

 

Purtroppo in Italia il falso in bilancio è tornato ad essere reato solo da qualche mese, ma la sua depenalizzazione fu la sola riforma portata a termine dal governo Berlusconi nel lontano 1994. Questo ha sicuramente creato un guasto gravissimo nella gestione delle ONLUS. Mi ricordo Papa Francesco che riunite in seduta plenaria le cooperative cattoliche, glielo disse sul grugno che tra loro c'era chi barava lucrando sul lavoro della gente. Qui parliamo di associazioni gay, ma è ben poca cosa se rapportata alla grandissima truffa delle cooperative di lavoro. In Italia si è fatto come ci pare con i bilanci di fine anno e questo è il risultato.

 

 

 

Ma tu stesso però citi il caso della gestione di linee di assistenza, dove invece l'organizzazione vive di finanziamenti pubblici regionali provinciali e comunali e di fatto il "core business" consiste nella capacità ( esclusiva e personale ) di reperimento dei finanziamenti pubblici attraverso l'affidamento della gestione di servizi e/o progetti ( suppongo si tratti di affidamento diretto, ma visto il sistema romano degli appalti-gare-concorsi poco cambierebbe )

 

Roma è un disastro e i romani hanno sensibilità pari a zero sulla questione della trasparenza. Però c'è anche da dire che a Roma ci vive tutta Italia e se le cose vanno come vanno, è perché ... boh! Sto paese è fatto su misura per i disonesti! Ogni volta che rientro mi vengono le crisi d'identità. Sono veramente sconfortato ... ma questo anche perché stasera mi ha telefonato la commercialista XD.

 

In ogni modo, si fa business anche con questi fondi, basta gonfiare qualche fattura o peggio, crei delle strutture che in realtà non funzionano. Una classica struttura che serve solo a imboscare soldi è la biblioteca. Prendi una stanza, ci metti dei libri, una scrivania con un volontario fittizio, Le ore di apertura messe sulla targa in realtà non sono rispettate perché il volontario è in genere qualcuno della segreteria che devi andare a chiamare e non è detto che sia presente. Beh, quella stanza produrrà dei costi che in realtà distrarranno fondi dal bilancio.

 

Oppure i corsi di formazione professionale che da quando ci sono avrebbero dovuto creare flotte di professionisti capaci e attenti ... ma poi se si guarda in faccia i volontari che si occupano per esempio di assistenza ai malati di AIDS, non cambiano mai.

 

La soluzione? Sinceramente non ne ho nessuna ... tranne quella di avere un bilancio dettagliato e chi lo redige deve risponderne in prima persona.

 

 

 

il Mac sta cercando di rimettere al centro attivismo, volontariato & politica più che business commerciale.

 

Ritornando all'esempio della biblioteca ---> la stanza adibita a tale scopo oggi ha la porta aperta e una vetrinetta all'esterno ...

 

Io non frequento più il Mieli e quando, qualche settimana fa, mi sono sentito dire peste e corna su di lui, sono rimasto sconcertato. Poi, quando ho detto che lo avrei contattato per sapere cosa stesse succedendo perché non credo possibile che una persona possa cambiare così tanto in poco tempo ... è calato il gelo artico.

 

Sicuramente avrà commesso i suoi errori, ma chi fa le cose è inevitabile che vi incorra ... Io non so di cosa precisamente viene accusato ... si parlava che si era totalmente disinteressato al pride romano, tanto che si attendevano addirittura delle probabili dimissioni proprio per lasciare tutti nella merda ... non mi pare che poi sia successo.

 

In ogni modo, ho ricordato che la prima volta che misi piede al Mieli c'erano le ragnatele che pendevano lunghe giù dai soffitti sozzi di umidità e nei corridoi i miei passi rimbombavano come in una cattedrale deserta ... mentre quel pomeriggio avevo visto gente ovunque e facce nuove.

 

Sul resto meglio glissare perché ho annusato cosa ci cova sotto e non vorrei passare per quello che si è tirato fuori solo per sparlare meglio di chi è rimasto in prima linea. 

 

E ora basta ... mi sembra di aver esaurito tutto quello che ho da dire in merito.

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Io non frequento più il Mieli e quando, qualche settimana fa, mi sono sentito dire peste e corna su di lui, sono rimasto sconcertato. Poi, quando ho detto che lo avrei contattato per sapere cosa stesse succedendo perché non credo possibile che una persona possa cambiare così tanto in poco tempo ... è calato il gelo artico.

 

Sicuramente avrà commesso i suoi errori, ma chi fa le cose è inevitabile che vi incorra ... Io non so di cosa precisamente viene accusato ... si parlava che si era totalmente disinteressato al pride romano, tanto che si attendevano addirittura delle probabili dimissioni proprio per lasciare tutti nella merda ... non mi pare che poi sia successo.

 

In ogni modo, ho ricordato che la prima volta che misi piede al Mieli c'erano le ragnatele che pendevano lunghe giù dai soffitti sozzi di umidità e nei corridoi i miei passi rimbombavano come in una cattedrale deserta ... mentre quel pomeriggio avevo visto gente ovunque e facce nuove.

 

Sul resto meglio glissare perché ho annusato cosa ci cova sotto e non vorrei passare per quello che si è tirato fuori solo per sparlare meglio di chi è rimasto in prima linea. 

 

E ora basta ... mi sembra di aver esaurito tutto quello che ho da dire in merito.

mmhh.. se vogliamo dirci che ha curato poco il PridePark,

ok, la cosa ha un suo fondamento, chè quelle serate son state messe su praticamente all'ultimo.

Ma lì credo lui c'entri poco: chi si muove nell'organizzazione delle serate non ha fatto tantissimo per aiutarlo (diciamola così..).

 

Che se ne sia fregato di tutto il pride è una calunnia immensa, visto che -e lo so per averlo visto- s'è fatto in 853 per ottenere sponde & appoggi istituzionali (comune & regione in primis) che non c'erano MAI stati a quei livelli.

Che poi abbia dei nemici in quanto sta cercando di *riposizionare* l'Ass.ne a discapito del lato commerciale lo sanno pure i sassi;

e che questi *nemici* a cui interessa solo il business lo vorrebbero fuori dalle palle è altrettanto notorio.

--

Cmq hai perfettamente ragione ad essere schifato dallo squallore de ste guerre che ci facciamo tra noi sempre per i soliti motivi: visibilità & soldi.

Non ne posso più nemmeno io!

Però poi mi chiedo quali alternative praticabili ci siano per non essere sempre condannati al nulla eterno.

E non ne vedo

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  • 3 weeks later...

Io non conosco a fondo queste cose, oltre al fatto che sono totalmente a favore del ddl sulle unioni civili, ma chi mai metterebbe al centro di un associazione un locale come il muccassassina? E' il classico locale con spettacoli "da locale gay" e le persone (magari pure etero che vengono a contatto con l' ambiente per la prima volta) se ne accorgono. L' altra estate il muccassassina aveva fatto uno spettacolo in un locale qui di Ostia, gli unici a presentarsi con ballerini vestiti in modo ridicolo rispetto a tutti gli altri spettacoli di DJ. La gente apprezza musica normale, adeguarsi è necessario.

Non ci vuole un genio a capire cosa vuole e non vuole la gente. 

Edited by Bad_Romance
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