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Come è stato ottenuto in the USA il matrimonio: dieci lezioni da mettere in pratica!


freedog

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tante cose, forse pure troppe..

vabbè dai, vado per punti

Il discorso del pubblico, io temo che il problema sia capovolto, nel senso che i sessanta/ settantenni essendo figli degli anni della contestazione, siano assai più aperti che non i ventenni che provengono dal monopolio mediatico berlusconiano.  

magari fosse!!

dimentichi che i vari (e varie) Ferrara, Liguori, Roccella eccetera (ossia parecchi dei campioni dell'oscurantismo omofobo, molti di loro si definiscono atei devoti..) vengono proprio dai movimenti sessantottini, Lotta Continua in primis. Essendo stati da sempre personaggicchi in cerca di autore (aka prostitute intellettuali col cervello in vendita all'idea più forte del momento), hanno deciso che l'ideologia per cui combattere oggi sia quella clericale.

 

Se penso a dei prodotti mediatici che hanno saputo cambiare il costume segnando la propria epoca, difficilmente trovo delle fiction televisive. Al contrario Comizi d'Amore di Pasolini rimane un esempio da seguire. Non era una fiction e non credo abbia avuto un budget proibitivo, specie oggi che si dispone di mezzi tecnologici di buona qualità a basso costo e una rete telematica accessibile da tutti. Il problema è il materiale umano ... ci manca Pasolini ... che poi non è tanto la caratura del poeta, quanto chi è capace di scavare la realtà. 

Infatti il problema che evidenziavo è proprio il fatto che manchi una serialità televisiva italica a tematica gaya, che invece funziona in tutto l'occidente (USA, UK, Spagna, molta della produzione di Art'è tra Francia & Germania..), tra l'altro con una qualità e degli ascolti considerevoli!

 

se poi penso al cinema ... non è forse V per Vendetta che sta permeando i tempi moderni? Un film che tutto sommato non è stato questo gran campione d'incassi e non solo, ma la maggioranza delle persone che lo citano, non l'hanno neanche visto! Basato sull'immagine intesa come messaggio, ogni fotogramma è una vignetta capace di veicolare una determinata emozione. Non solo, ma i dialoghi sono di una potenza narrativa straordinaria. Ogni battuta è come un'aforisma. Ci sono dei nuclei narrativi capaci di esistere anche fuori dal contesto, perfetti per diffondersi in rete.  

V per vendetta è un altro dei paradossi del mondo globalizzato: IL prodotto più da multinazionale che esista (produzione Warner..) che diventa il simbolo di quelli che contestano le multinazionali stesse!

 

Bisogna trovare buone penne perché le parole sono alla base di tutto e, per esempio, la tradizione cinematografica italiana ha sempre puntato tutto sul regista, mai sugli autori. Beh, proprio mai non direi, però non hanno mai avuto la giusta importanza. In america succede il contrario, e quando gli autori nel 2007 scioperarono rischiò di andare tutto a pallino. ricorderà più chi sia. 

E qui hai scritto una bestemmia imperdonabile, da punizioni fisiche!!

Forse i nomi ti diranno poco, ma gente come Cesare Zavattini, Suso Cecchi D'Amico, Leo Benvenuti, Vincenzo Cerami è semplicemente venerata da chiunque mastichi qsa di cimena. Eppure non hanno mai girato mezza scena!

E mi sono limitato a citarti le divinità del settore. 

 

Quando penso a un coordinamento nazionale delle associazioni, penso anche a progetti che evitano la dispersione di energie in mille rivoli. Loup Garau (o come caspita si chiama) ha postato uno dei video prodotti per il pride milanese e c'era molto materiale buono, se ci si lavorava meglio anche dal punto di vista della sceneggiatura, ne sarebbe potuto venire qualcosa di pregevole. Magari se l'arcigay di Milano avesse collaborato con il Mieli di Roma, unendo il capitale umano e i fondi disponibili, si potevano creare due episodi ... Una Web TV non costa uno sproposito e ci si potrebbero mettere dentro tutti i contenuti prodotti dalle associazioni italiane. Da questo confronto diretto sicuramente nascerebbero sinergie capaci di migliorarsi e soprattutto intercettare quella narrazione comune. 

 

Certo che si tratterebbe di un discorso interno alla comunità militante, ma parliamoci chiaro ... se siamo il Texas d'Europa non è solo colpa degli altri. Credo di non esagerare se dico che qui stiamo ancora all'anno zero. Bisogna creare una coscienza nazionale. Questo significa che i Milanesi devono potersi sentire Romani e i Romani iniziare a muoversi anche loro per incontrare i Torinesi e tutti insieme scendere a Palermo. Conoscersi è fondamentale e lavorare insieme indispensabile. Solo dopo che si sarà creata questa comunicazione costante tra i vari gruppi, si potrà lavorare per dei progetti mirati a farsi conoscere da tutti con un linguaggio nuovo che ha per protagonista un unico soggetto. 

 

Pretendere che questo ci cada dall'alto o ce lo deve semplificare l'appartenenza a un partito politico, fa parte di un esperimento già fatto e che ha dato dei risultati pessimi. Certo che ci vuole tempo, ma non è detto che questo tempo trascorra mestamente. L'entusiasmo di lavorare a un progetto comune trasforma gli ostacoli in ulteriori stimoli. Solo che ci vuole la gente giusta e non è che manchi, solo che per come sono strutturate le associazioni ora, probabile che si debba aspettare anni prima che possano emergere. Io un paio di nomi li conosco che saprebbero fare bene, magari se qualcuno ne ha altri, li mettiamo insieme e ci facciamo una mailing list. Un pretesto per lavorare insieme si trova ... è pur sempre un punto d'inizio. Parliamone ad altri ... vedrete che le occasioni arriveranno e se non ci riusciamo noi, lasceremo qualcosa a chi viene dopo, un mezzo sentiero tracciato ad indicare una via ... uno sforzo per quanto piccolo è sempre meglio di niente. 

 

Preferisco essere Don Chisciotte che Ridge di Beautiful  che tra l'altro fra un paio d'anno nessuno ricorderà più chi sia. 

Qui in linea teorico/strategica hai totalmente ragione;

poi però tocca fare i conti con le miserie umane della quotidianità, e col fatto che le varie primedonne delle ass.ni semplicemente si odiano per i più svariati motivi e se potessero si sbranerebbero volentieri; per ora si limitano a sabotarsi l'un l'altro.

Anche se, x esempio, qui a Roma ci sono cause che vanno avanti in tribunale da una quindicina d'anni e non si sa se -e quando- se ne verrà a capo...

Se sapessi quant'è faticoso arrivare ad una una tregua almeno per i Pride!!!

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Silverselfer

E qui hai scritto una bestemmia imperdonabile, da punizioni fisiche!!

Ok, ci ho riflettuto molto e convengo che le bastonate ci stanno.

 

Intanto per cominciare, giusto per la cronaca, stasera ho visto su Cielo (Tv DT di Sky) due gay che si sposavano durante il Format "Quattro Matrimoni" Italia. Per il vero non ho guardato proprio tutto ... io uso il telecomando come fosse un mouse e quindi pilucco qui e là ... Insomma, sti due si sono sposati e ho beccato il momento in cui si tuffavano in piscina e una delle altre spose gli rifilava un 5 per le scarpe con la suola verde pistacchio ---> Si tratterrà di omofobia? (XD)

 

Insomma, almeno in televisione i Gay riescono a sposarsi ... non chiedetemi come hanno fatto, non lo so. Magari sono andati in Spagna, boh ...

In ogni modo, questo rientra in un processo di "normalizzazione" ... poi se vogliamo esprimere un giudizio su quale normalità si sta parlando, sarebbe un discorso che coinvolge tutti e non solo i gay, no?

 

Ora veniamo alle bastonate.

magari fosse!! dimentichi che

 

E no che non me li dimentico, sia loro sia tutti quelli come loro che non hanno un nome altrettanto altisonante. E ti dirò di più, fino a qualche tempo fa, mi avresti trovato della tue stessa opinione. Oggi no, perché dopo la "resistenza" anti Berlisconi trascorsa in cortei, manifestazioni, girotondi, spadellate in piazza eccetera ... il problema più grande era proprio quello di abbassare l'età dei manifestanti. Sì, c'erano i ragazzi di SEL che per fortuna abbassavano l'età media, però se facevi un'azione rapida, sulla rete avevi un'adesione fantastica, ma poi in piazza ci trovavi solo i "ragazzi" sessantenni. Ma bada, gente con un'energia e capacità da far invidia ai ventenni ... tant'è che mi hanno fatto cambiare idea.

 

V per vendetta è un altro dei paradossi del mondo globalizzato: IL prodotto più da multinazionale che esista (produzione Warner..) che diventa il simbolo di quelli che contestano le multinazionali stesse!

Io sinceramente non credo che i produttori di quel film immaginassero cosa sarebbe diventato. Nessuno lo poteva sapere. Io non ne faccio un discorso di contenuti ideologici, ma di linguaggio. Quel film è ... non riesco a finire questa frase. E' esattamente come Trainspotting degli anni novanta o Fight Club ... in quel caso erano Irvine Welsh e Palahniuk i riformatori del linguaggio. Qui sia Alan Moore o David Loyd .. seppur bravi, per carità! I Watchowsky poi ... bravi, sicuramente! Però. Boh ... Secondo me, in questa overdose d'immagini, nella continua ricerca di accelerazione "futurista", la vera rivoluzione di V è stata quella d'indossare una maschera inespressiva e lasciare che le parole comunicassero da sole le idee. E quindi torniamo a Pasolini e alla mancanza di persone capaci d'intercettare la realtà per tradurla in parole comprensibili da tutti.

Forse i nomi ti diranno poco, ma gente come Cesare Zavattini, Suso Cecchi D'Amico, Leo Benvenuti, Vincenzo Cerami è semplicemente venerata da chiunque mastichi qsa di cimena. Eppure non hanno mai girato mezza scena! E mi sono limitato a citarti le divinità del settore.

Conoscere tutto di tutti, no. Qualcosa di ognuno come si fa a non averla guardata? Tempi sicuramente d'oro ... Flaiano! E fra questi nomi non può mancare pure il suo. La cosa strana è che proprio in questi giorni mi sto dilettando con un capitoletto del romanzo che non terminerò mai e sono alle prese proprio con dei ricordi legati a un tizio che .. insomma, era a suo modo un regista eccetera. Il punto è che il regista da noi ha un ruolo diverso. Credo sia accaduto negli anni settanta che il regista si è messo a scolpire arte. Il regista poeta, il regista che fa arte visiva. Il regista che racconta una storia attraverso il suo sguardo andò un po' disuso. Forse è stato anche un po' disprezzato. Io non è che ne mastichi molto di cinema, sia chiaro ... Luchetti mi è sempre parso uno che racconta, Salvatores è uno che si è sempre cimentato con i nuovi linguaggi della sceneggiatura ... esempi ce ne sono ... anche Muccino lo sa fare. Garrone! bah ....

 

Le fiction poi sono spesso dei format trapiantati in Italia. Forse alla fin dei conti ha ragione Hinzelmann e conta chi ci mette i soldi. Eppure io mi ricordo film piccoli piccoli, ma tanto belli .. però accidenti! Non mi ricordo i titoli. Meglio piantarla qui.

 

Aggiungo solo una robina, ricollegandomi ai ventenni eccetera ... durante un presidio davanti Montecitorio, ricordo che un giorno ci avevano contattato i ragazzi del Centro Sperimentale di Cinematografia perché una delle tante riforme gli tagliavano i fondi costringendoli forse a chiudere i battenti. Beh, ora spero che tu non sia uno di loro ... altrimenti puoi sfanculami, pazienza. Ma erano certi fighetti, con una tale spocchia, un accento da pariolino stretto che non sto a raccontare. Non rivolsero la parola a nessuno della plebaglia con le pezze al culo ... e noi a dirci, ma che staranno aspettando ... i giornalisti amici di papà, immagino. Perché, appena arrivò la stampa, inscenarono una sorta di mattanza, sdraiandosi per terra con drappi di raso o non so cosa. Quindi, altri tizi snob quanto loro li fotografarono, girarono anche un video molto professionale e poi se ne andarono tutti senza manco salutare. Morale? Loro ricevettero tutta l'attenzione mediatica desiderata e noi pippa. Beh, pippa no! Qualcosa la ottenemmo alla faccia loro .. ma sicuramente con molta più fatica. Non si tratterà anche che il cinema è roba da ricchi ben ammanicati?

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durante un presidio davanti Montecitorio, ricordo che un giorno ci avevano contattato i ragazzi del Centro Sperimentale di Cinematografia perché una delle tante riforme gli tagliavano i fondi costringendoli forse a chiudere i battenti. Beh, ora spero che tu non sia uno di loro ... altrimenti puoi sfanculami, pazienza. Ma erano certi fighetti, con una tale spocchia, un accento da pariolino stretto che non sto a raccontare. Non rivolsero la parola a nessuno della plebaglia con le pezze al culo ... e noi a dirci, ma che staranno aspettando ... i giornalisti amici di papà, immagino. Perché, appena arrivò la stampa, inscenarono una sorta di mattanza, sdraiandosi per terra con drappi di raso o non so cosa. Quindi, altri tizi snob quanto loro li fotografarono, girarono anche un video molto professionale e poi se ne andarono tutti senza manco salutare. Morale? Loro ricevettero tutta l'attenzione mediatica desiderata e noi pippa. Beh, pippa no! Qualcosa la ottenemmo alla faccia loro .. ma sicuramente con molta più fatica. Non si tratterà anche che il cinema è roba da ricchi ben ammanicati?

[beh, visto che ogni tanto mi capita di farci seminari o workshop -sia lì che al Rossellini- conosco sti ambientini; anche se spero proprio di non essere così altezzoso come li descrivi..]

sai, lì più che coi fighetti pariolini -che pure non mancano!- hai a che fare con gente dall'ego fin troppo espanso [ossia: si sentono tutti geni della Settima arte, quasi tutti ancora non sbocciati o incompresi; ah, spesso hanno il QI di un'ameba mononucleare..].

La scena che descrivi non mi stupisce affatto: con tutte quelle diveh è l'assoluta normalità..

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Hinzelmann
difficilmente trovo delle fiction televisive

 

Io mi sperdo...però credo si possa dire con ragionevole certezza che in

tutto il mondo:

 

1) prima si è rappresentato a teatro ( e potrei snocciolare i casi stranoti della censura di opere teatrali trasposte poi al

    cinema ) ----ragionamento "borghese" : il pubblico del teatro è "maturo" per temi scottanti ( parlo di anni '30-'50 )

 

2) poi al Cinema ---- i divieti ai minori, dividono il pubblico in "maturi" ed "immaturi" consentendo l'emersione dei temi

    scottanti che non devono essere più "codificati" ( cioè mascherati ) . Però per un Pasolini di Comizi d'amore, dovremmo

    citare un Sergio Martino con America così nuda, così violenta cioè il cinema verità reazionario che pure c'era

 

3) Infine in televisione ---- anche negli usa le prime fiction appaiono negli anni '80, le prime puntate di telefim ad inizio '90

    le prime serie a fine anni '90

 

Noi al punto 3 non ci siamo arrivati, mi pare oggettivo che siamo fermi ai "frocetti" nelle puntate, ma non può meravigliarci che

la chiesa cattolica negli anni '90 abbia dato battaglia e vinto in TV, dando per persi i punti 1) e 2) ma ritenendoli anche non più

così influenti nella formazione di una pubblica opinione

 

Ha vinto a mani basse...perché neanche ha trovato opposizione, pur venendosi dagli anni '80 che sono stati anni di parziale

pluralizzazione televisiva,  prima con Rai Due poi con Rai Tre infine con le emittenti libere private

 

In parte entra in gioco il fattore "stupidità", alla sinistra è mancata la lucida e pragmatica visione del potere di un Craxi

poi la tragica alleanza fra ex comunisti e sinistra DC, cioè la vena consociativa in chiave antiberlusconiana. Anche Craxi

era alleato della DC ma contendeva spazi e potere per il suo partito "metro per metro"

 

Infine i "girotondini-pariolini" gente che guarda la TV come un porno, vergognandosene...non possiamo raccontarci storie

è la vena culturale illiberale o antiliberale che condiziona la sinistra italiana da sempre, che ha giocato contro di noi. Unita

alla spocchia borghese cioè al fatto di considerare la cultura solo uno strumento per l'affermazione di una superiorità sociale

( su questo avrebbe ragione Pasolini, anche se io dò una interpretazione più "mediterranea" del fenomeno )

 

Questa componente ha prodotto quella che io chiamo "omofobia in punta di forchetta" cioè una omofobia gentile, mascherata

rispetto alla volgarità della destra populista, che è risultata accettabile ai gay italiani per il loro deficit culturale e sociale, il ché è

perfettamente comprensibile, ma non fino al punto di "negare" l'esistenza del problema, come invece -di fatto- è stato, per tanti

anni.

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Mi impiccio perché ieri sera m'è capitato di guardare per caso una puntata di InOnda su La7 dove si mostrava una breve candid realizzata alla metro di Roma; si chiedeva ad una coppia gay di venir filmata mentre stavano vicini in atteggiamento intimo ma per nulla osceno mentre una giornalista intervistava un po' di gente a caso chiedendo cosa ne pensasse...quasi tutti i commenti montati nel filmato trasmesso mostravano gente schifata, che non si preoccupava di celare disgusto, o al più qualche tipo caciarone che comunque faceva le sue brave battute.

 

Momenti così mi ricacciano sempre in un mood piuttosto triste...viviamo davvero in un paese di reazionari debosciati :(

 

Mi piace quel che scrive @freedog a proposito della scarsa visibilità al cinema per noi gay...Ozpeteck è stato bravo (anche se i suoi film gay sono parecchio tristi) e condivido pure il suo fastidio per il film Good As You, ché manco era divertente, ma proprio malriuscito.

 

Non si tratterà anche che il cinema è roba da ricchi ben ammanicati?

 

In Italia oggi temo di sì.

 

E qui hai scritto una bestemmia imperdonabile, da punizioni fisiche!!

Forse i nomi ti diranno poco, ma gente come Cesare Zavattini, Suso Cecchi D'Amico, Leo Benvenuti, Vincenzo Cerami è semplicemente venerata da chiunque mastichi qsa di cimena. Eppure non hanno mai girato mezza scena!

E mi sono limitato a citarti le divinità del settore. 

 

Ehm, però come dici tu, occorre masticare di cinema per ricordarli (che un po' mi vergogno, ma sto benvenuti ho scoperto adesso chi era)...son venuti tutti a mancare, chi più anziano, chi meno, e a quel che ne so, per tutti, il riconoscimento "pubblico" è giunto quand'erano piuttosto in là cogli anni.

 

Noi al punto 3 non ci siamo arrivati, mi pare oggettivo che siamo fermi ai "frocetti" nelle puntate, ma non può meravigliarci che

la chiesa cattolica negli anni '90 abbia dato battaglia e vinto in TV, dando per persi i punti 1) e 2) ma ritenendoli anche non più

così influenti nella formazione di una pubblica opinione

 

E così ci tocca Don Matteo...ahinoi.

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Fortuna che hanno inventato internet ed i social.

 

A questo punto serve solo un'epidemia che stermini gli etero italiani over 60

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Hinzelmann
...quasi tutti i commenti montati nel filmato trasmesso mostravano gente schifata, che non si preoccupava di celare disgusto, o al più qualche tipo caciarone che comunque faceva le sue brave battute.

 

Dobbiamo però supporre che all'inizio in tutto il mondo la situazione sia

stata - più o meno - questa

 

Si cita giustamente Ozpetek, giustissimo niente da dire etc.

Ma Ozpetek è gay

 

Cioè Paolo Poli, Pasolini, Visconti, Ozpetek...sono tutti gay

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Silverselfer

Siamo sicuri che la sinistra sia meno "borghese" della destra? Che sia realmente progressista nel senso di essere aperta a delle rivoluzioni sociali intese come costumi sociali? Se pensiamo alla storia tra Togliatti e Nilde Iotti osteggiata in seno al partito comunista ... roba vecchia? Sì, però qualcuno giustamente faceva notare che quelli di destra che manifestavano al family day predicavano bene ma razzolavano in coppie di divorziati o addirittura accompagnati eccetera ... mentre la vera coppia tradizionalista era meglio rappresentata dai D'alema, Fassino, Veltroni e via discorrendo. 

 

Non credo si tratti di mero opportunismo politico. Io sono convinto che la sinistra italiana, specie quella radical chic, sia progressista di maniera ma non di sostanza. Alla fine si fa passare sempre il messaggio che le novità non valgono mai quanto una bella spaghettata in famiglia o alla festa dell'Unità. Ecco dunque che si pensa solo al problema "famiglia" quanto si parla di Gay. Quanti film si sono girati su dei coming out famigliari? Non ne ho guardato manco uno, ma di trailer ne ho visti passare a iosa. Tutti sulla falsa riga della commedia degli equivoci. Il lieto fine pare premiare la causa gay, ma in realtà assolve sempre i legittimi dubbi della famiglia tradizionalista. In tal senso si può ben dire che sono film etero per etero che parlano di tematiche gay in prospettiva etero. 

 

Se poi penso ai registi gay che parlano dei gay, mi ritrovo con Ozpetek che è bravissimo a raccontare storie romantiche indistintamente che siano gay o etero, riunendo sempre tutti intorno a un conviviale tavolo da cucina, o alla casa al mare o che ne so ... roba da overdose di borghesia medio alta. Visconti non ne parliamo proprio. Pasolini è la sola nota stonata in un coro di artisti dalla profonda vocazione tradizionalista. In Italia se sei un artista controcorrente passi per matto e tant'è che molti hanno avuto una fine tragica.

 

La televisione è piena di gay in tutte le salse che non producono nulla. Presentatori di reality di successo, maestri cerimonieri che ballano sotto le stelle, commentatori, opinionisti, stilisti/giurati, stanno ovunque e non producono nulla. Quando proprio non si propongono come paladini dei ruoli tradizionali nella famiglia ... in tal senso i tre gay tra il pubblico della Palombelli fanno accapponare la pelle.

 

E poi ... ma perché nelle fiction che propongono storie di ragazzi gay, usano degli attori etero? E' una questione a livello internazionale quella degli attori gay cui non vengono dati ruoli da etero quando, invece, è diventata una prova d'attore quella dell'etero nei panni gay. Ma qui siamo al paradosso che agli attori dichiarati omo non vengono dati manco i ruoli da gay? Sarà anche vero che essere omosessuale non è sinonimo di checca di avanspettacolo, però non mi sembra neanche giusto rappresentarli come ragazzi insospettabili sempre in comitive etero a lasciar passare il messaggio che il gay buono è quello che anela a uniformarsi alle regole della famiglia e non sceglie le brutte compagnie froce. 

 

Ci sta bene? Ci piace così? Allora riconosciamolo che i gay abitanti del Texas d'Europa sono dei conservatori tradizionalisti che amano recarsi a messa nelle feste comandate, desiderano un matrimonio classico per andare a pranzo la domenica dai suoceri a spadellare e poi sedersi intorno a una calda tavola pregna di convivialità. Non c'è mica niente di male a desiderarlo! Tuttavia questo non è progressismo. lo dico per maggiore chiarezza.

 

In Italia i comunisti si professano atei anche se non si cancellano dall'anagrafe cattolica e poi rivendicano il diritto di trovare conforto nella preghiera. Alla stessa maniera si pensa che basti essere Gay per diventare moderno e progressista. 

 

Se poi volessimo discutere su cosa sia il progressismo ... forse sarebbe il caso di aprire un topic ad hoc, ma per dirla in soldoni, non è una prerogativa delle sinistre che lo intendevano, almeno una volta, con la maggiore affermazione dei diritti sindacali, fino a giungere al paradiso collettivista, cioè un luogo dove tutti sono parchi della propria mediocrità, felici di lavorare per rimanere poveri in canna. 

 

Il progressismo di destra è qualcosa di molto simile al nichilismo. E' molto poetico e quindi drammaticamente romantico. Il suicidio e i patemi esistenziali appartengono alle avanguardie di destra. Lo dico soprattutto perché mi capita spesso di trovarmi con dei ragazzi/e che si stupiscono di questo perché da noi la destra coincide con due modelli: il Papa e il Duce. I futuristi non erano fascisti per definizione e avversavano il tradizionalismo clericale in maniera violenta. Ma insomma, Marilyn Manson potrebbe anche essere inteso come un moderno "futurista". 

 

Per appartenenza politica, io ritengo che quello liberal è l'approccio più "edificante" al progressismo. Lo sforzo non è tanto inteso nel capire in che direzione andare, ma prenderne coscienza senza intervenire per cambiarne il corso. Sì, ha il sapore di relativismo, nel senso che si arriva anche a tollerare il serial killer nel caso che la vittima è dichiaratamente disposta a farsi ammazzare o mangiare. Il liberal fa sempre fatica a riconoscere l'immoralità del gesto in sé. Però, obiettivamente, su questa strada si arriva al menefreghismo individualista, tant'è che per me Armani non è vittima della sua omofobia volendo godere della propria sessualità senza clamori mediatici e in barba alla solidarietà omo --> sono fatti suoi e li può ben gestire come gli pare.

 

Potremmo dire che ogni progressismo ha il suo lato "Extreme" e forse qui la democrazia aiuterebbe a trovare un equilibrio "centrista".

 

basta va!  

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@silver: se mi mettessi con la matita rossa & blu del prof (marcolino nostro), avresti millanta segnacci su tutto quello che hai scritto sui film;

in storia del cinema con un tema così prenderesti 1 (ma solo perchè dicono che non si usi più lo zero come voto..).

 

Senza confutarti ogni singolo sfondone -sennò a capodanno sto ancora a risponderti-, ti dico solo che non ne hai imbroccata mezza.

Facciamo che hai scritto sto papiro all'1 e passa di notte e che non eri in grado di intendere & di volere?

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Ilromantico

Vabbè, silver è conosciuto per i suoi papiri chilometrici con pensieri scombussolati :D!

 

Non ho capito un tubo di sta storia del progressismo, né capirò perchè certe cose umili debbano essere chiamate "borghesi" solo perché al momento la società non permette ad alcuni di farle. Che ci sarà di borghese nel matrimonio o nell'andare a mangiare dai suoceri? La critica è valida solo se si è obbligati e lo si fa per seguire la massa, ma succede a ben pochi. Si va dai suoceri perché sono anch'essi famiglia, per volontà e voglia propria e perché sono i genitori del tuo partner (mica dei commercialisti!). Allo stesso modo il matrimonio, ci si sposa per voglia e per promettere davanti a tutti un impegno per un progetto comune di coppia. Sono desideri e voglie umane, la borghesia non capisco proprio dove stia. Se poi uno ha altri desideri, buon per lui, ma non si consideri più "cool" o "progressista" solo perché resta single, non vede la famiglia e fa vita mondana tutte le sere.

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Allora riconosciamolo che i gay abitanti del Texas d'Europa sono dei conservatori tradizionalisti che amano recarsi a messa nelle feste comandate, desiderano un matrimonio classico per andare a pranzo la domenica dai suoceri a spadellare e poi sedersi intorno a una calda tavola pregna di convivialità. Non c'è mica niente di male a desiderarlo! Tuttavia questo non è progressismo

 

Il progressismo di destra è qualcosa di molto simile al nichilismo. E' molto poetico e quindi drammaticamente romantico

 

Veramente è proprio la tua interpretazione di progresso ad attingere a piene mani dal nichilismo. Secondo te non è possibile avere progresso senza sradicare e bollare come "roba da vecchi" le riunioni conviviali con amici e parenti di cui parli.

 

A me sembra estremamente da "rivoluzionari da aperitivo" presupporre che il progresso passi necessariamente dalla svalutazione delle forme sociali attuali e dall'esaltazione di forme nuove e "cool". Tanto più se si disprezza qualcosa di concreto a fronte di "altre forme" di cui non specifichi però natura e contenuto: una volta sradicata la famiglia, con annessi e connessi ed in senso anche lato - volendo comprenderci anche gli amici - la società su cosa la basiamo? Sull'individuo singolo e stop?

 

Faccio notare poi che riproduci esattamente il tipo di ragionamento che critichi nei conservatori: come i conservatori esaltano un tipo di società e di modo di vivere "tradizionale" disprezzando modi alternativi, tu esalti i modi alternativi (posto che non specifichi in concreto il contenuto di tali modi "progressisti") e disprezzi i tradizionali "pranzi conviviali". Non vedo differenza fra gli approcci, se non la parte che si difende.

 

Il progresso non implica necessariamente l'eliminazione delle forme istituzionalizzate del vivere sociale, semmai una loro evoluzione.

 

P.S. io non me ne intendo di cinema quanto @freedog, ma che io sappia il problema degli attori dichiaratamente gay è proprio l'opposto di quello che citi: che dopo il coming out sono relegati a vita a fare il ruolo del gay (tipo Rupert Everett).

Edited by NewComer
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che io sappia il problema degli attori dichiaratamente gay è proprio l'opposto di quello che citi: che dopo il coming out sono relegati a vita a fare il ruolo del gay (tipo Rupert Everett).

confermo

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Ilromantico

 

 

Il progresso non implica necessariamente l'eliminazione delle forme istituzionalizzate del vivere sociale, semmai una loro evoluzione.

Appunto! Progresso vuol dire permettere a tutti di avere le stesse possibilità e cambiare certi costumi sociali per permettere a TUTTI di far parte della società in egual modo. In soldoni, l'emancipazione femminile non ha creato un femminismo radicale, ma che le donne potessero lavorare e votare come qualsiasi maschio. I neri non hanno conquistato le loro libertà costruendo un mondo a parte, ma si sono integrati nella società dei bianchi e così via. Il progresso e l'evoluzione della società a favore dei gay non richiede l'abolizione di pranzi familiari, famiglie ed uscite con gli amici. Più che da "aperitivo radical chic", certi pensieri di odio profondo verso le 'convenzioni' sociali sembra derivino da un senso di disadattamento e inadeguatezza verso la stessa società. Come gli omofobi disprezzano i gay per pura ignoranza (o deficienza a volte), anche certi gay disprezzano certi valori sociali per ragioni simili. Si disprezza sempre quello che non si conosce e/o non si può avere...quando la volpe non arriva all'uva dice che è acerba... continuo?

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Hinzelmann
confermo

 

Sì il problema è questo

 

Tanto è vero che noi dobbiamo gioire ogni volta che un attore etero interpreta un

ruolo gay ed un attore gay - dichiarato ovvio - interpreta un ruolo etero

 

E non, come purtroppo capita, "pettegolare" in modo irresponsabile ( allora Tizio

deve essere gay etc ) anche se è ovviamente comprensibile il fatto che un gay

possa aver piacere a pensare che l'attore XY sia gay come lui etc

 

Ovviamente questo è il problema OGGI, in passato la situazione era ben peggiore

e se eri gay dichiarato dovevi cambiare lavoro ( potrei citare una lunga sfilza di nomi

di gay che non si sono piegati all'obbligo di velarsi, ma non ha senso in questo topic

approfondire il passato ) 

 

Mentre, riprendendo il filo del mio discorso, la differenza fra il Cinema italiano e quello

Americano è che in Italia quasi nessun eterosessuale ha ritenuto di dover parlare di

omosessualità in modo positivo e costruttivo, come in America è accaduto a partire

dai vari film sull'AIDS fino a Brokeback mountain

 

In Italia abbiamo un cinema gay fatto da gay, non entro neanche nel merito delle

varie opere ma non possono testimoniare una simpatia politica degli etero nei nostri

confronti

 

EDIT 

 

Per dire il più prolifico regista eterosessuale di film a tema gay o di interesse gay

credo sia @freedog, correggimi se sbaglio....vado a naso : Dario Argento

 

Cioè un regista di Thriller e Horror

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Ma quindi, per tornare un po' più IT, che lezioni trarre dal caso americano?

 

Facciamo come gay-forum una raccolta-fondi per un film a tema :D

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Per dire il più prolifico regista eterosessuale di film a tema gay o di interesse gay

credo sia @freedog, correggimi se sbaglio....vado a naso : Dario Argento

 

Cioè un regista di Thriller e Horror

mmhh.. discorso scivolosissimo!!

Bolognini, Loy, Montaldo et alii han fatto film con personaggi e/o protagonisti gay (quasi sempre trasposizioni da romanzi, vedi Gli occhiali d'oro col su citato Everett),

però poi più di qualcuno di loro -ufficialmente straetero- c'ha (avuto) le chiappe MOLTO chiacchierate, e non è sempre facile dire se si tratta di semplici maldicenze o se sti registi siano (state) in realtà vere & proprie velate, con tanto di compagna di copertura.

Se posso, eviterei di avventurarmi in un ginepraio del genere!

 

Ma quindi, per tornare un po' più IT, che lezioni trarre dal caso americano?

Secondo me, la più grande verità del suo discorso è sta frase: "per i politici la propria rielezione conta al di sopra di quasi qualunque altra cosa

La priorità più importante per la stragrande maggioranza dei funzionari pubblici è quella di restare funzionari pubblici. Ciò significa che se un funzionario pubblico si convince che sostenendo la tua causa finirà per perdere la propria poltrona, voi finirete per perdere."

 

Potrà sembrare cinica, ma.. così va il mondo!!!

 

Facciamo come gay-forum una raccolta-fondi per un film a tema :D

no guarda, dopo Good As You -prodotto dal Mieli vecchia gestione di persona personalmente- mi sa che è MOLTO meglio se lasciamo fare sto lavoro a chi può cmq fare qsa che abbia un senso compiuto...

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no guarda, dopo Good As You -prodotto dal Mieli vecchia gestione di persona personalmente- mi sa che è MOLTO meglio se lasciamo fare sto lavoro a chi può cmq fare qsa che abbia un senso compiuto...

 

Secondo me Good As You è proprio frutto della vostra mentalità italica

per cui l'unico modo per avere diritti è confezionare qualche soap-opera gay come negli USA.

 

Scommetto che nel resto d'Europa non hanno perso tempo in queste cagate.

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Loup-garou

 

 

Secondo me, la più grande verità del suo discorso è sta frase: "per i politici la propria rielezione conta al di sopra di quasi qualunque altra cosa

Questa è una cosa che già sanno tutti, né mi pare che il caso americano ne sia proprio un fulgido esempio, visto che alla fine la vittoria si è compiuta per via giudiziaria.

 

Ma anche seguendo questo ragionamento, rimane la mia domanda: qual è la lezione da trarre da questa grande verità?

Perché il punto è esattamente che in Italia chi va a occupare una certa poltrona lo decidono i partiti, quindi questa grande verità non fa altro che dirci che è inutile cercare alleati tra i partiti che già si oppongono alla causa... Che è esattamente il contrario di quanto sostiene l'autore dell'articolo, perché ovviamente lui vive in un sistema politico diverso.

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Hinzelmann

 

 

Se posso, eviterei di avventurarmi in un ginepraio del genere!

 

Non ce n'è bisogno Dario Argento rimane il più prolifico ed esplicito

fra i citati

 

Ai fini limitati del mio discorso basta e avanza

 

 

 

Potrà sembrare cinica, ma.. così va il mondo!!!

 

In Italia la società civile non conta niente, va a finire che chi pensa alla poltrona è - semmai - lo Scalfarotto

di turno, cioè funziona al contrario di come dovrebbe ed in senso tale da fregare noi e non loro

 

La soluzione facile semplicemente non esiste, dovremmo avere un modello medio-orientale da imitare

forse

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Credo che l'unico problema dell'attivismo italiano sia la totale assenza di un'organizzazione, come del resto vi è negli altri ambiti. Qui ognuno vuole fare di testa sua, si crede migliore, più preparato, vuole primeggiare. Abbiamo poi un fenomeno tutto italiano quale la "open association": crei un soggetto associativo tuo, anonimo perché del tutto simile agli altri già esistenti ma intanto è bello perché lo gestisci tu ed è nuovo. Nuovo, la parola d'ordine, vera e propria ossessione della sinistra. Nuovo è bello, nuovo è figo... perché lo hai creato tu! Poco importa se così facendo si divide la comunità, si inizia una interminabile competizione tra associazioni e non si raggiunge una forza sinergica. L'italiano ama pensare di essere migliore degli altri italiani e quindi molto arrogantemente crede che il suo progetto sia il migliore, non criticabile, come invece lo sono gli altri.

In Italia ci vorrebbe Arcigay come associazione nazionale, che crea gruppi locali di discussione che si rifanno ad un comitato provinciale, che a sua volta si rifà ad un comitato regionale, che si rifà ad un comitato nazionale. Il partecipante al gruppo dovrebbe essere tesserato, così da portare soldi all'associazione. Soldi vuol dire pubblicità, pubblicità vuol dire crearsi una bella faccia dinnanzi alla cittadinanza. La partecipazione all'associazione dovrebbe essere uno status symbol, un must have per la comunità LGBT, come lo è per tutti Facebook. Mediante i soldi, persino le tanto contestate drag queen sarebbero accettate dai cittadini: pagando la presenza a programmi e a talk show, la gente comincerebbe ad abituarsi alla loro esistenza. Et voilà, il gioco è fatto! Ma un ragionamento come questo non trova spazio nella realtà italiana, in cui tutti sono disuniti ed egocentrici. Quindi prendete questo sproloquio come un mero eccesso di zelo e aspettiamo che ci diano le briciole dei diritti che ci spettano.

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In Italia ci vorrebbe Arcigay come associazione nazionale, che crea gruppi locali di discussione che si rifanno ad un comitato provinciale, che a sua volta si rifà ad un comitato regionale, che si rifà ad un comitato nazionale.

 

1) Solo in Italia c'è una grande organizzazione nazionale come ArciGay.

In tutte le altre nazioni non esiste un super-apparato centrale come da noi.

 

2) In ogni caso non è ArciGay che crea i gruppi locali.

Non c'è un omino con la valigia piena di arcobaleni

che parte da Bologna per fondare ArciGay Lecce.

Ci sono un gruppo di leccesi (almeno cinque)

che contattano ArciGay per fondare un comitato provinciale col suo logo.

 

3) Per motivi che non so i gruppi regionali non funzionano mai, almeno qui in Veneto.

E' difficile e dispersivo incontrarsi tutti i mesi tra volontari di città diverse

e - a dirla tutta - non è che ci sia molto a livello regionali che si può organizzare.

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1) Solo in Italia c'è una grande organizzazione nazionale come ArciGay.

In tutte le altre nazioni non esiste un super-apparato centrale come da noi.

 

2) In ogni caso non è ArciGay che crea i gruppi locali.

Non c'è un omino con la valigia piena di arcobaleni

che parte da Bologna per fondare ArciGay Lecce.

Ci sono un gruppo di leccesi (almeno cinque)

che contattano ArciGay per fondare un comitato provinciale col suo logo.

 

3) Per motivi che non so i gruppi regionali non funzionano mai, almeno qui in Veneto.

E' difficile e dispersivo incontrarsi tutti i mesi tra volontari di città diverse

e - a dirla tutta - non è che ci sia molto a livello regionali che si può organizzare.

 

Ho descritto un'auspicabile organizzazione dell'associazione, non quella attuale. L'omino con la valigetta ha un nome nelle altre organizzazioni e si chiama "responsabile di zona". Serve a tenere d'occhio che i gruppi lavorino bene.

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Beh, in ArciGay non esiste niente di simile;

cioè esiste qualcosa di simile, ma sarebbe meglio non esistesse :D

 

Anche perché ArciGay Nazionale riceve soldi dai comitati provinciali,

ma in cambio non dà nulla; quindi se anche "non lavori bene" e ti toglie il logo

alla fine non è poi tutta questa tragedia.

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Lo so che in Arcigay non esiste nulla di simile, per questo proponevo.

I gruppi dovrebbe formarli Arcigay, piccoli cerchi di persone seguite da un capogruppo. Niente associazioni esterne invece.

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Soldi vuol dire pubblicità, pubblicità vuol dire crearsi una bella faccia dinnanzi alla cittadinanza.

 

Se non l'avessi desunto dalle altre discussioni, il "crearsi una bella faccia dinnanzi alla cittadinanza" non è assolutamente una priorità dell'attivismo, soldi o non soldi. La posizione dominante è che il cittadino etero medio è un caprone che va educato a suon di provocazioni.

 

Puoi cambiare la struttura quanto ti pare, se non cambia la mentalità anche la struttura più sofisticata non serve a nulla.

 

Senza contare che appesantire le strutture in primis COSTA (il responsabile di zona con la sua valigia piena di arcobaleni, se per portare in giro gli arcobaleni rinuncia a lavorare chiederà come minimo un compenso), in secondo luogo aumenta la distanza fra base e vertice, ed in ultimo - caveat d'obbligo essendo noi in Italia - aumenta esponenzialmente le occasioni di creare clientele e "fughe di denaro" (per usare una espressione politically correct).

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La cosa non è possibile perché è costosa.

Non puoi mandare a spese di ArciGay un formatore bolognese fino a Lecce:

lo so che il Vaticano coi parroci riesce a fare una cosa simile:

ma ha gran parte degli immobili del Paese, l'otto per mille e non paga le tasse...

 

Non dico che non sarebbe utile un'associazioni simile, anzi!

E non solo per gli omosessuali; ma anche per i disabili motori, per le famiglie di autistici,

per chi ha problemi con lo strozzinaggio, per la dipendenza dal gioco;

per la comunità cinese, per quella albanese, per quella marocchina, quella romena,

per i diritti dei Rom e dei Sinti, per le ragazze madri...

 

Insomma è decisamente utopistico...

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Così utopistico che una setta che funziona in questo modo ha velocemente acquisito il riconoscimento dello stato italiano.

Col supporto gratuito dei membri, s'intende.

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  • 2 weeks later...
Silverselfer

Ok, non parlo di cinema ... 

 

 

 

Vabbè, silver è conosciuto per i suoi papiri chilometrici con pensieri scombussolati !

 

 

Meno male che tu mi conosci  :music:

 

Rispondo a te cercando di ricordare anche quanto osservava @NewComer 

 

Il punto su cui voglio porre l'accento non è capire chi sta sbagliando, ma cercare di far prendere coscienza di cosa si vuole. Personalmente non ho nulla contro le tavolate in famiglia o le serate con gli amici sulla terrazza della casa al  mare. 

 

Non è una questione di essere "cool" ... anche perché lo trovo un po' da provinciale che cerca di essere "moderno" ... ma di essere coscienti di cosa vogliamo e con chi possiamo ottenerlo. 

 

I conservatori americani sono intolleranti ... quelli italiani, anche se per motivi diversi, a me lo sembrano altrettanto quando li ascolto in parlamento. Definiscono "ingerenza inopportuna" il monito europeo a mettersi in linea con la legislatura degli altri stati riguardo al riconoscimento dei diritti gay, esattamente come quei conservatori texani che rifiutano la sentenza della corte suprema. Il giorno della votazione della riforma scolastica, dai banchi della lega si sono levati dei cartelli con sopra scritto "Giù le mani dai nostri bambini", perché nel disegno di legge è previsto il superamento dell'ideologia gender ... e poi ricordiamoci che tra gli esponenti "conservatori" esistono ancora delle personcine come la Binetti che al passaggio della legge che parificava i diritti dei figli "NN" a quelli nati in seno al matrimonio (parlo dell'anno scorso e non di cinquanta anni fa) disse che così si legalizzava "l'incesto". 

 

Quindi, se in Italia siete conservatori è con questa gente che vi dovete misurare. La trans Efe Bal penso che anche lei ami i valori della famiglia e voglia come voi solo vivere serena ... ma obiettivamente non so quanto voi siate disposti a tollerare la sua idea di casalinga prostituta e soprattutto come lei farà a convincere i leghisti lepenisti a superare l'ideologia gender. Queste sono solo alcune delle questioni che i conservatori gay hanno da dibattere tra loro e con la propria area politica di riferimento. 

 

 

 

Credo che l'unico problema dell'attivismo italiano sia la totale assenza di un'organizzazion

 

Sono stradaccordo su tutta la linea. Mi cascano le braccai per terra a leggere di quanto sia difficile per un bolognese spostarsi a Lecce ... credo che lo sia molto di più spostarsi da New York a San Francisco ... beh, in effetti forse ci s'impiega lo stesso tempo ... comunque, oggi le aziende formano il proprio personale in videoconferenza ... è persino possibile prendere una laurea on line! Quindi non vedo perché non si possa fornire un Know How che permetta a dei ragazzi/e di organizzarsi meglio e soprattutto stabilire un contatto costante con il territorio. Questo permetterebbe di creare un sistema nervoso capillare in grado di far reagire immediatamente le associazioni più attrezzate .. senza dispersione di fondi.

 

No, cari miei ... qui c'è dell'altro. Manca la volontà ... manca l'organicità della proposta. 

 

E poi sono stradaccordissimo anche sulla proliferazione delle associazioni ... beh, ora non so quante ce ne siano, ma sicuramente sono troppe. E poi ancora sta cosa del provinciale, regionale e nazionale! Svegliamoci che il nuovo millennio sta già in età puberale, ve'! Si fa rete --> network. I cinque tizi che aprono il circolo arcigay non hanno bisogno di finanziamenti, si riuniranno al bar sotto casa che un tavolo da cinque lo troveranno di certo. Se poi è il PD locale che vuole sentirsi "cool" se lo paga da solo il locale con i suoi fondi ...

 

I fondi ... il conio ... gli sghei ... le palanche ... perché non si parla mai di come spendono i soldi queste associazioni? Sarebbe interessante capire quali iniziative si finanziano e soprattutto quanto si spende per realizzarle. Visto come si spendevano i fondi di stato per la formazione professionale o quelli per le iniziative culturali locali, io qualche dubbio anche sull'onestà dei gay me lo farei venire. 

 

Allo stato dei fatti, mi chiedo, oltre al Gay Pride, a livello nazionale esiste un'iniziativa condivisa da nord a sud? Oltre alle famiglie arcobaleno, c'è un associazione in grado di fare un congresso, un raduno, una riunione di condominio tra i soggetti associativi più importanti che operano sul territorio nazionale? 

 

Gli americani hanno saputo fare squadra. E non che il matrimonio egalitario abbia messo d'accordo subito tutti! L'ala più puritana dei gay ... quelli alla Dolce e Gabbana per intenderci, usano sfottere ogni volta che gli altri, i gay che io definisco "gaudenti", si lasciano andare in qualche manifestazione tipo quelle fetish, dicendo "Grazie Obama". Alludendo che una di quelle "coppie" gay non alleverebbe dei BAMBINI in modo armonico.  

 

Insomma, non è che hanno avuto la vita facile ... anche i liberal come me li hanno osteggiati. Del resto se si guardano quei video promo che hanno fatto girare ... roba che neanche negli anni cinquanta si usava dire alle ragazze per farle diventare delle perfette casalinghe. 

 

Tuttavia, io credo che Renzi riuscirà a far passare qualcosa ... ma di cui il merito non sarà delle associazioni italiane e meno male, almeno potremo lamentarcene ... 

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