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Il valore del CO


Hypnoticeyes

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Ho letto ora l'Accademia della Crusca.. e si possono usare in entrambi i modi.

 

Anche la Crusca s'adegua al malvezzo corrente  e tollera l'intollerabile  ;-)

Ai miei tempi, per un sé stesso senz'accento avresti meritato un cinque in italiano e per la difesa dell'errore un sette in condotta (avere meno dell'otto in condotta comportava guai seri perché annullava anche ottimi voti nelle altre materie!)

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Anche la Crusca s'adegua al malvezzo corrente  e tollera l'intollerabile  ;-)

Ai miei tempi, per un sé stesso senz'accento avresti meritato un cinque in italiano e per la difesa dell'errore un sette in condotta (avere meno dell'otto in condotta comportava guai seri perché annullava anche ottimi voti nelle altre materie!)

Evidentemente dal 1944 al 1986.. in 42 anni si saranno arresi e le bacchettate sulle mani non bastavano ;) 

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purospirito

 

 

Il punto è che non devono dimostrare agli altri che sono etero,il fatto è che non si dichiarano dicendo "Io sono etero" così come i gay che,dichiarandosi dicono "io sono gay"...è quello che intendo con ostentare...e poi non ho detto e neanche penso che essere discreti significhi mentire,questo è quello che ha capito qualcuno di voi,per me discrezione significa saperlo soltanto io e il mio ragazzo senza sentire la necessità di dirlo/dimostrarlo a cani e porci,

 

Ma in un mondo ipotetico dove qualcuno a cui stai simpatico ti dovesse invitare per esempio al suo matrimonio. E specifica nell'invito che puoi andare accompagnato. (tralascio il fatto che potrebbe esserci scritto di portare la fidanzata) che opzione percorreresti?

 

Nessuno sa di te quindi anche conviveste lui è il tuo amico speciale ma non degno di essere invitato ai matrimoni dei parenti? Lo lasci a casa? Lo porti come amico speciale, ancora meno credibile e continueresti ad alimentare il chiacchiericcio su di te solo perché non vuoi prenderti la responsabilità di quel che sei?  :pausa:

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Hypnoticeyes

purospirito...non lo so,sarebbe un bel guaio...cercherei di pensare ad una alternativa,altrimenti non ci vado,intanto non mi attira più di tanto andare ai matrimoni...

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Ma in un mondo ipotetico dove qualcuno a cui stai simpatico ti dovesse invitare per esempio al suo matrimonio. E specifica nell'invito che puoi andare accompagnato. (tralascio il fatto che potrebbe esserci scritto di portare la fidanzata) che opzione percorreresti?

 

Nessuno sa di te quindi anche conviveste lui è il tuo amico speciale ma non degno di essere invitato ai matrimoni dei parenti? Lo lasci a casa? Lo porti come amico speciale, ancora meno credibile e continueresti ad alimentare il chiacchiericcio su di te solo perché non vuoi prenderti la responsabilità di quel che sei?   :pausa:

Beh, magari ci va da solo al matrimonio? Sarebbe comunque la festa di un suo parente, non quella del suo ragazzo... non passare una sera col proprio lui non è un dramma.

Che poi che cambia? Se non ha fatto CO la gente continuerà a parlare sul suo conto, riderà su di lui e lo additerà. Se ha fatto CO non cambia nulla, anzi la situazione potrebbe peggiorare!

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Il Coming Out prima o poi diventa una necessità. Me ne sto rendendo conto io stesso perché sto ancora lavorando su questa questione che per tanto tempo ho giudicato, come stai facendo tu, "irrilevante".

Invece è rilevante, almeno se si hanno delle persone con cui si ha un certo grado di comunicazione, non solo conoscenti/amici per parlare del più o del meno.

 

Nascondendo o omettendo il proprio orientamento tutte le proprie relazioni sentimentali, il proprio modo di rapportarsi con l'altro sesso e tanti altri aspetti vengono inevitabilmente tacciuti o modificati.

 

E arrivano anche momenti in cui l'omissione può non bastare ed è necessaria la menzogna.

 

Poi non è obbligatorio dichiararsi a tutti, né bisogna sentirsi forzati a farlo prima che si sia pronti.

E va anche valutato, specialmente le prime volte, chi si sceglie per condividere questa parte di sè, quanto si è disposti a rischiare o quanto si è disposti ad indossare una maschera pur di evitare eventuali rischi.

 

E comunque penso arrivi per tutti il momento in cui ci si rende conto dell'importanza del far conoscere anche questo aspetto di sè.

Ognuno ha i suoi tempi, ma al presentarsi di certe circostanze i limiti dell'essere non dichiarati si palesano.

Edited by Lor24
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Hypnoticeyes

@Akira,però non acconsento con la tua ultima affermazione :) se facessi coming out infatti cambierebbe nel mio caso perchè non sospettano niente...@Lor24 fortunatamente per ora non ho nessuna persona con cui ho un certo grado di comunicazione...sono un ragazzo timido per cui non ho una vita sociale intensa (per scelta)...più in là posso pensare di dirlo ma a pochissime persone,quelle di cui mi posso fidare...forse...altrimenti non lo farò con nessuno..

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non mi attira più di tanto andare ai matrimoni...

 

Neppure me ;-)

 

 

 

 

più in là posso pensare di dirlo ma a pochissime persone,quelle di cui mi posso fidare...forse...altrimenti non lo farò con nessuno..

 

Non è importante che tu lo faccia, se ti sembra di stare più tranquillo o addirittura più sicuro non facendolo:

è una valutazione che puoi e devi fare solo tu.

 

E' importante però che tu ti renda conto che la tua condizione non è uguale a quella di chi ha un'affettività eteroerotica e soprrattutto che tu ti renda conto che non è uguale non perché tu sia riservato e discreto, ma perché l'omofobia della cultura o meglio dell'incultura dominante è sfacciatamente ed oppressivamente indiscreta!

Edited by Mario1944
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E' importante però che tu ti renda conto che la tua condizione non è uguale a quella di chi ha un'affettività eteroerotica e soprrattutto che tu ti renda conto che non è uguale non perché tu sia riservato e discreto, ma perché l'omofobia della cultura o meglio dell'incultura dominante è sfacciatamente ed oppressivamente indiscreta!

È proprio questo il punto...parlare di discrezione mi sembra davvero fuorviante. 

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Come ho scritto in un altro topic anche io anni fa ragionavo dicendo che non dovevo dirlo a nessuno, tutto in segreto, è un amico etc... Poi sono arrivato al punto in cui ho capito di aver finto abbastanza e ho iniziato a vivere la mia vita...

Ognuno deve prendersi il tempo di cui ha bisogno...

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È proprio questo il punto...parlare di discrezione mi sembra davvero fuorviante.

 

Può esserlo, nella misura in cui non è chiaro rispetto a chi e perché si sia discreti.

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...è semplicemente discrezione,e poi diciamoci la verità,dirlo complicherebbe anche la mia vita ancor di più di quanto già non lo sia...l'importante è averne consapevolezza e star bene con se stessi e con l'eventuale partner...

 

...qui ce la stiamo un po' raccontando :D

Di sicuro all'inizio fare CO complica la via, ma non è che evitarlo la renda tutto una passeggiata.

Comunque no, non si tratta di ostentazione; non so dove e con chi vivi, ma se a proposito dell'eterosessualità è tutto sommato comprensibile che non ci sia bisogno di "ostentare" alcunché, è pure comprensibile che il resto del mondo pensi che anche tu sei etero fintantoché non ti dichiari...

Edited by schopy
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Hypnoticeyes

@d.gar88 nel mio caso no...e non continuate a insistere... @_mat2k8_ il fatto è che abbiamo 2 concezioni diverse...per quanto mi riguarda non è questione di fingere,è questione di essere discreti (poi non sto dicendo che chiunque non faccia coming out sia discreto)...continuo a ripetere che secondo me fingere significa cambiare il proprio carattere ma non il fatto di non rivelare la propria identità sessuale...

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Ellen Page nel suo discorso di c.o. ha detto "sono stanca di mentire per omissione"

 

Ineffetti, quando si giura in Tribunale, si giura non solo di dire la verità, ma che di dirla tutta, perché dirla solo in parte potrebbe equivalere a mentire o almeno potrebbe trarre in inganno gli ascoltatori come se si mentisse.

 

Peraltro è anche vero che la buona educazione è essenzialmente un saper mentire adeguatamente alle persone ed alle occasioni:

se uno che a te sembra vestito da buzurro, ti chiede come a te sembra che lui stia, la buona educazione vieta che tu gli dica tutta la verità per non offenderlo per di più in materia di bellezza estetica che è molto soggettiva.

Ai miei tempi addirittura si raccomandava di non correggere gli errori di grammatica altrui, benché le regole grammaticali abbiano un'oggettività molto maggiore di quelle della bellezza estetica.

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Io penso che se si vuole vivere serenamente la propria vita sia necessario uscire allo scoperto ed evitare così di temere il giudizio di poche persone rimaste ad una mentalità da medioevo.

Inoltre parlare della propria omosessualità è semplicemente parlare di se stessi non ostentazione.

Il co rimane importante anche perché rappresenta il passo finale da fare nel percorso di accettazione di sé.

Edited by Cthulhu
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Io penso che se si vuole vivere serenamente la propria vita sia necessario uscire allo scoperto ed evitare così di temere il giudizio di poche persone rimaste ad una mentalità da medioevo.

 

Il problema è che talvolta, in certi contesti familiari, sociali o culturali, non c'è solo il giudizio da temere, ma anche qualcosa di più..... solido!

 

 

 

 

Il co rimane importante anche perché rappresenta il passo finale da fare nel percorso di accettazione di sé.

 

Ma non è vero o almeno non è necessariamente vero:

uno può benissimo accettarsi pienamente e totalmente e consciamente, ma non rivelarsi per timore dell'omofobia ambiente.

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Hypnoticeyes

@Cthulhu anche il termine "accettazione"...che significa? Un etero per caso deve accettare sè stesso? Cioè,dicendo queste cose ci discriminiamo da soli...io non ho bisogno di accettarmi...sto già bene così...accettarsi sembra quasi che sei costretto a vivere la tua omosessualità...bisogna viversela con totale naturalezza per me...

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Accettarsi non vuol dire essere rassegnati. ;) 

Accettarsi vuol dire stare bene, essere contenti di se stessi e vivere la vita senza essere influenzati dalle idee degli altri. 
Accettarsi vuol dire non nascondersi più. Solo che per un omosessuale l'accettazione parte prima dall'orientamento sessuale che non è etero, poi eventuali difetti fisici o caratteriali. 

Anche gli etero devono accettarsi per un sacco di cose, ma non sull'orientamento sessuale in quanto l'eterosessualità "è data per scontata da tutti". Anche gli etero hanno problemi con la bruttezza, la timidezza, i brufoli, gli occhiali, l'altezza ecc e vengono bullizzati anche per questo, ma non perché sono eterosessuali. 
Il coming out è fatto apposta perché la gente non dia più per scontato che tu sei eterosessuale e quindi "normale" nel loro concetto da medioevo.
Si deve arrivare a un livello: siamo tutti persone, "non importa" se sono tutti eterosessuali, o omosessuali, o bisessuali ecc.. sono sempre persone con dei sentimenti. 

I vostri sono solo discorsi perché ancora non avete vissuto una relazione. 

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@Cthulhu anche il termine "accettazione"...che significa? Un etero per caso deve accettare sè stesso? Cioè,dicendo queste cose ci discriminiamo da soli...io non ho bisogno di accettarmi...sto già bene così...accettarsi sembra quasi che sei costretto a vivere la tua omosessualità...bisogna viversela con totale naturalezza per me...

Non mi risulta che l'eterosessualità sia stata stigmatizzata.

Un omosessuale sia trova in una situazione totalmente diversa da quella di un etero.

Un etero non si ritrova a far parte di una minoranza riguardo alla quale persistono pregiudizi (soprattutto in ambito religioso dove non si è molto lontani dall'esclusione dalla comunità), non può sperimentare il fatto di sentirsi diversi( con accezione negativa ) per la propria sessualità, non deve confrontarsi con la mancanza di un modello sociale ( mi riferisco principalmente al non poter costruirsi una famiglia).

Di questo e altro si prende consapevolezza gradualmente da quando ci si scopre omosessuali e quindi si affronta un percorso di crescita diverso da quello di un etero, con molti più ostacoli nel costruirsi un immagine positiva di sé. 

Infine come può un omosessuale vivere la propria vita con naturalezza se non è aperto con gli altri riguardo ad un aspetto fondamentale della sua vita?

 

 

uno può benissimo accettarsi pienamente e totalmente e consciamente, ma non rivelarsi per timore dell'omofobia ambiente.
 

Ma al giorno d'oggi in Italia è abbastanza raro trovarsi in contesti in cui vige una forte omofobia ( fatta eccezione per l'ambiente ecclesiastico ), e chi non si dichiara lo fa per lo più per paura del giudizio altrui, non per paura di gravi ripercussioni sulla propria vita e neanche per una questione di carattere riservato visto che la sessualità ( comprendente anche la componente relazionale) non è qualcosa di poco rilevante nella vita di ciascuno.

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Hypnoticeyes

@yalen86 allora...per rendere meglio il concetto...una critica si può accettare,mentre un complimento si apprezza (non si accetta)...l'accettazione è qualcosa di forzato,qualcosa che subisci tipo "sono gay,vorrei tanto non esserlo ma me ne faccio una ragione"....e non è,a mio parere,sinonimo di essere felici,di star bene ecc...se un gay sta bene con sè stesso non ha bisogno di accettarsi o dichiararsi...@Chthulu secondo me invece dichiarandosi non si fa altro che alimentare ancora più pregiudizi...uno può vivere liberamente il proprio orientamento anche da non dichiarato,scegli tu le situazioni in cui farlo...

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secondo me invece dichiarandosi non si fa altro che alimentare ancora più pregiudizi


Semmai è scientificamente provato il contrario.
Tu non ti dichiari. La gente è portata a credere che gay non esistono.. o che i gay siano solo quelli che si travestono. Tu ti incazzi con loro perché dici di non sentirti rappresentato. E così via. 
E' un circolo vizioso. 

Se ti dichiari. La gente capisce che oltre a quelli che si travestono ci sei anche tu, maschile, chirurgo o netturbino che sei.. ma che sei gay. Di conseguenza la gente smette di fare generalizzazioni. E vissero tutti più sereni e contenti. 

Quando si arriverà a quel livello non ci sarà più bisogno di dichiararsi.
Oh.. io lo dirò fino allo sfinimento.. ma non tirate in ballo la discrezione, l'ostentazione ecc.. Fai quel che ti pare. Se vuoi stare velato.. stattene velato ma poi non ti lamentare se il mondo è ingiusto con te e soprattutto non dare la colpa agli altri.. che a stare con le mani in mano non si è andati da nessuna parte. 
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Ma al giorno d'oggi in Italia è abbastanza raro trovarsi in contesti in cui vige una forte omofobia ( fatta eccezione per l'ambiente ecclesiastico ), e chi non si dichiara lo fa per lo più per paura del giudizio altrui, non per paura di gravi ripercussioni sulla propria vita e neanche per una questione di carattere riservato visto che la sessualità ( comprendente anche la componente relazionale) non è qualcosa di poco rilevante nella vita di ciascuno.

 

Be' questo può valere in generale ed in astratto, ma ci sono anche casi particolari e concreti per i quali i può essere addirittura un pericolo di danni psicologici o fisici reali o comunque percepiti come tali soprattutto in giovanissima età:

in questi casi la riservatezza se non addirittura la dissimulazione sono armi di legittima difesa.

 

 

 

 

secondo me invece dichiarandosi non si fa altro che alimentare ancora più pregiudizi...uno può vivere liberamente il proprio orientamento anche da non dichiarato,scegli tu le situazioni in cui farlo...

 

Però non credo tu possa negare che questa non sia lo stato ideale per qualunque affetto, sentimento, ideologia, comportamento, predilezione tu abbia:

se devi stare attento a non dichiararli ad evitare di "alimentare pregiudizi", evidentemente qualche cosa non va nell'ambiente socio culturale in cui vivi.

 

Si può discutere poi se sia meglio non "forzare la mano", dando tempo al tempo piuttosto che fare fuoco e fiamme per conquistarsi subito un'uguaglianza anche "espressiva", ma è difficile non desiderare (nel senso etimologico di sentire la mancanza) di poter essere senza timori e senza pensieri in merito proprio come lo è un etero, che può essere più o meno riservato nel manifestare le sue pulsioni erotiche ma che, se  dovrà temere qualcosa, non sarà per la direzione di queste, bensì per la loro intensità o tenuità (libertino, puttaniere o al contrario ascetico, asessuato).

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Hypnoticeyes

@yalen86....io non mi lamento,perchè ripeto che sto bene cosi e NON HO BISOGNO di fare coming out per sentirmi libero...ma poi chi è che dà la colpa agli altri?Di cosa?...e come tu ribadisci all'infinito le tue idee,i tuoi pensieri...io idem...possiamo parlarne all'infinito,tu la pensi in un modo ed io in un altro...

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Hinzelmann
NON HO BISOGNO di fare coming out per sentirmi libero...

 

Molti gay hanno pensato e la pensano come te, quindi è certamente possibile

vivere la propria omosessualità in questo modo

 

L'unica cosa che secondo me non puoi negare è che se vivi da omosessuale

nella discrezione e nel privato, non potrai godere dei diritti, di nessun diritto.

 

Questo è oggettivo ed è il valore oggettivo del CO : certo attualmente abbiamo

pochi diritti, ma un giovane deve immaginarsi con tutti i diritti, non come noi vecchi 

cresciuti senza.

 

Il resto è soggettivo e psicologico

 

Difficilmente quando saluterai il fidanzato alla stazione, avrai il desiderio di baciarlo

e non lo farai per discrezione, ti sentirai libero...o vorresti telefonargli ma intorno ci

sono persone che non sanno e quindi non lo potrai fare non potendo appartarti.  

O non lo potrai ricevere in casa perché condivisa, etc

 

Tutti questi aspetti presuppongono delle esperienze che non hai ancora fatto

e non avendo sperimentato il conflitto fra desiderio e realizzazione, puoi dire

effettivamente che ti senti libero così come sei.

 

Nonostante ciò resta qualcosa di psicologico e soggettivo, perché niente vieta

di fare una serie di rinunce, il cui peso valuterai tu 

 

Quel che mi sembra innegabile è che ci saranno delle rinunce, perché i tuoi

desideri saranno gli stessi che avrebbe un eterosessuale, ma senza CO non

potrai comportarti come si comporterebbe lui

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....Tutti campioni del mondo a far ipotetiche affermazioni come "il mio futuro partner dovrà accettare la mia paura mal celata di fare coming out privacy"

 

Voglio proprio vedere, una volta innamorati, come gestirete tutte le miriadi di situazioni che potrebbero capitare in cui sarete costretti a tenerlo rinchiuso dentro un armadio (che sia per eventi o discorsi in famiglia/amici/lavoro).

 

Se mai trovaste poi qualcuno che la pensi esattamente come voi, voglio poi proprio vedervi alle prese di una bella storia seria clandestina.

Una di quelle che vi durano più di qualche mese, parliamo tipo di anni.

 

Poi vediamo come ne uscite fuori a livello psicologico.

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....Tutti campioni del mondo a far ipotetiche affermazioni come "il mio futuro partner dovrà accettare la mia paura mal celata di fare coming out privacy"

 

Voglio proprio vedere, una volta innamorati, come gestirete tutte le miriadi di situazioni che potrebbero capitare in cui sarete costretti a tenerlo rinchiuso dentro un armadio (che sia per eventi o discorsi in famiglia/amici/lavoro).

 

Se mai trovaste poi qualcuno che la pensi esattamente come voi, voglio poi proprio vedervi alle prese di una bella storia seria clandestina.

Una di quelle che vi durano più di qualche mese, parliamo tipo di anni.

 

Poi vediamo come ne uscite fuori a livello psicologico.

Come avrai notato, la tua è l'obiezione che ho fatto a inizio thread all'opener; diciamo che la risposta è stata un filo sul vago..

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