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Convivere: istruzioni per l'uso


Rookie92

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Ma da quando in qua le coppie hanno le esigenza di decidere?Credo che avvenga tutto in modo spontaneo...

Sai che non mi sorprende tanto che tu sia in disaccordo con me? XD

 

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Quindi se in una coppia etero la donna fa la casalinga e il marito lavora va bene... se succede la stessa cosa in una coppia gay non va più bene? Occuparsi della casa, faccende, spesa ecc.. è comunque un modo per rendersi utile all'interno della coppia.

 

 

 

Non ho detto questo. Va bene se ci sono 3 figli piccoli a cui badare e lo stipendio del marito è sufficiente a sopravvivere tutti. E comunque la moglie può benissimo lavorare part time.. Se invece si vive solo in due o con 1 figlio si può benissimo lavorare entrambi, etero o gay che siano!! E si trova il tempo x occuparsi della casa, commissioni e fare la spesa..

 

 

Non ho mai capito il discorso della coppia etero e della coppia gay. Evidentemente la mentalità in Italia (e forse non solo qua) è ancora troppo retrograda, quindi solo la donna ha la possibilità di stare a casa senza lavorare, quindi se in una coppia gay uno dei due sta a casa si prende del parassita o del mantenuto. Che poi ormai anche nelle coppie etero capita che sia l'uomo a fare il "mammo" e il "casalingo", mentre la donna lavora.

Per il resto bisogna capire PERCHÉ una persona è a casa a fare la casalinga o il casalingo.

Io convivo da 5 anni, e in questi 5 anni non ho mai lavorato, sono andata a convivere con il mio attuale marito un mese dopo esserci messi insieme, per 7 mesi siamo stati entrambi senza lavoro (inizialmente ospiti in un appartamento di famiglia). Tempo in cui abbiamo cercato entrambi lavoro ogni singolo giorno, solo dopo 7 mesi s'è presentata una singola opportunità di lavoro, e dovevamo scegliere chi dei due avrebbe accettato il posto. Ho detto a lui di accettare, ma non per fare la "parassita" e starmene in casa a grattarmela tutto il giorno, ma bensì perché un contratto di 3 anni avrebbe permesso a lui di crearsi un'esperienza, e qualunque cosa fosse successa tra di noi avere comunque un punto di appoggio. Ho "rinunciato" a crearmi io un'esperienza per farla avere a lui. In quei 3 anni ho cercato lavoro senza trovarlo (vivevamo in un paese piccolo, in cui il lavoro o ce l'hai già o ce l'hai già).

Da un anno siamo tornati a vivere a Roma dopo la scadenza del suo contratto, lui ha trovato un altro lavoro che non ci permette di coprire tutte le spese che abbiamo (il che rende ancora più stressante la cosa), io sono ancora a casa a cercare lavoro, ma non lo trovo. Anche quello più umile al giorno d'oggi è una fortuna trovarlo.

La differenza è una sola: io sono a casa da 5 anni, "mantenuta" da lui, e in questi 5 anni ho quindi badato alla casa e a tutto quello che dovrebbe fare una casalinga, quando lui è stato senza lavoro per quei 7 mesi, e per altrettanti 8 dopo la fine del suo contratto, non ha mai, mai mai mai alzato un dito in casa, mai aiutato o dato una mano anche per la cosa più piccola tipo apparecchiare. E se io dovessi trovare lavoro domani sarebbe lo stesso, andrei a lavorare, esattamente come lui, ma le cose di casa dovrei comunque continuare io a farle.

Quindi no, non mi sento una "parassita" o una "mantenuta" fin tanto che faccio quello che lui comunque non farebbe. E no, non mi sento in debito con lui quando uso i soldi che guadagna, perché non sono in debito con nessuno fino a prova contraria, considerando che tenere una colf in casa gli costerebbe il triplo di quanto gli costo io. Il lavoro che ha, sia ora che prima, lo ha grazie alla mia famiglia e la macchina su cui ogni giorno appoggia il culo per andare a lavoro è mia.

E se pensate che stare tutto il giorno a casa sia bello ricredetevi. Ci sono volte in cui mi sento impazzire chiusa qui dentro senza nulla da fare.

Senza pensare al fatto che se domani lui dovesse trovarsi un'altra e decidesse di lasciarmi quella col culo a terra sarei io, non lui.

Quindi parassita è l'ultimo aggettivo che mi sento di darmi. Cogliona forse sì, ma parassita proprio no.

 

Rispondendo alle altre domande:

 

- Noi siamo, appunto, andati a convivere dopo nemmeno un mese di storia, ma nel nostro caso non è stato nemmeno deciso o voluto. Dovevamo decidere se vivere una storia a distanza dove nessuno dei due avrebbe avuto l'opportunità di farsi ogni mese 700 km, o far venire lui a vivere qui. Ha scelto la seconda, quando poi si è trovato qui mi ha chiesto di rimanere con lui un paio di notti per farlo ambientare, e semplicemente non sono più tornata a casa. E forse è stata la decisione giusta, se non fosse andata bene la convivenza eravamo ancora in tempo per lasciarci senza soffrire troppo. Se avessimo vissuto una storia a distanza per un anno e poi fossimo andati a convivere e non fosse andata? Saremmo stati entrambi decisamente troppo male.

 

- Un'età precisa non credo ci sia, si va a convivere quando si trova la persona giusta con cui farlo, non perché c'è una scadenza o un inizio. Si può avere anche 18 anni, se si è pronti lo si fa e basta.

 

All'ultima domanda non posso rispondere, perché noi ci siamo prima appoggiati da una parte e poi abbiamo preso una casa (in affitto) insieme.

 

Per quanto riguarda il resto, una delle domande che mi son sentita spesso fare è "come fate con la privacy?", ma è una domanda difficile a cui rispondere, perché forse questo, più delle altre domande, è decisamente soggettivo.

Io per esempio non ho problemi a lasciare il mio pc a sua disposizione, e lui conosce tutte le mie password, mentre io le sue non le conosco e non mi interessa nemmeno saperle.

Per il resto non c'è privacy in casa e non è un problema per entrambi.

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ma c'è una motivazione di fondo (non voler formalizzare la coppia per renderla pubblica o altro...) o è una scelta serena?

 

Scelta serena, Marco7: siamo formalizzatissimi, è proprio un'esigenza di spazi, anzi forse di prossiemica,esigenza non legata a me e lui come coppia ma come singole persone, innata diciamo . Direi che ci siamo trovati anche su quello, che volere di piu' ? :P

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@northern A me l'unica cosa che preoccupa dei casalinghi/e è la dipendenza economica e il fatto che alla fine dei giochi possano restare fregati. Credo che le probabilità di trascinarsi una brutta storia aumentino per le casalinghe/i perché giustamente ci pensano 2 volte prima di dover tornare dai genitori o nel peggiore dei casi ritrovarsi senza casa e senza soldi. Questo è l'unico vero problema per chi decide o si trova a fare il casalingo/a, motivo per cui un lavoro part-time è sempre bene tenerlo nel caso in cui le cose in coppia non funzionino.

C'è anche il problema della sindrome da colf, per cui chi lavora crede di non dover muovere un dito e metter tutto fuori posto e tocca al casalingo/a stare 24su24h a sistemare tutto.

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Forse quel che si può dire, certo è una banalità ragionevole, ma

è anche ragionevole...è che se ci sono forti differenze può essere

opportuno conoscersi meglio

 

Tipo: lui ha una casa ed io no, si tratterebbe di vivere nella casa di un

altro

 

Suppongo che uno la frequenti, ci dorma, ci mangi e quindi inizi a sentire

la casa anche come propria ed al contempo veda come il partner si relaziona

a ciò che è "suo", se è un po' troppo attaccato alle sue abitudini alle sue cose

o se è disponibile a cambiare qualcosa e a non far sentire il partner un "ospite" etc

Vivo una relazione a distanza. Io ed il mio lui abbiamo entrambi una casa di proprietà nelle nostre rispettive città, case che sentiamo reciprocamente nostre. Per quanto mi riguarda ho arredato la mia coi suoi consigli , o meglio, l'abbiamo arredata insieme ed ogni qualvolta ci sia qualcosa da spostare, modificare od eliminare nessuno dei due si fa problemi di sorta: operiamo entrambi senza il consenso dell'altro, sia per quanto riguarda il suo appartamento che il mio!

Quando terminerà gli studi la sua intenzione sarà quella di venire a vivere da me ed io lo accoglierei anche nel caso in cui non avesse un lavoro. Dopo tanti anni di storia mi sembra brutto discriminare in tal senso. In fondo anche i miei convivevano quando mia madre non aveva ancora un lavoro. Essere una coppia significa anche farsi carico dei problemi del partner, prendersi le proprie responsabilità e portare avanti il legame indipendentemente dalla fonte economica. Il fatto è che tutto questo viene solitamente ben visto nelle relazioni etero, poi, chissà per quale banale motivo, quando si parla di coppia gay allora no, ognuno deve essere indipendente. Questo modo di ragionare, lo ammetto, apparteneva anche a me in passato, poi ho aperto gli occhi e mi sono reso conto che questo pensiero è alquanto discriminatorio, ripeto: sia i miei (durante i primi anni di convivenza) che i miei nonni hanno avuto all'interno del nucleo familiare questa disparità reddituale e nessuno si è mai lamentato. Io nn dico che il partner debba stare in casa a fare "la casalinga disperata" a tempo pieno, no, deve anche lui cercarsi un lavoro, ma nel frattempo, (o cmq nel caso non lo trovasse pur cercandolo assiduamente) io non avrei problemi ad accoglierlo! Il fatto è che oggigiorno siamo diventati estremamente individualisti, ognuno pensa a se e al proprio conto corrente... a questo punto evitate le convivenze! Non sono per voi, o comunque non avete ancora ben compreso il significato di "coppia"!

 

 

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Edited by lizboa28
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Non ho mai capito il discorso della coppia etero e della coppia gay. Evidentemente la mentalità in Italia (e forse non solo qua) è ancora troppo retrograda, quindi solo la donna ha la possibilità di stare a casa senza lavorare, quindi se in una coppia gay uno dei due sta a casa si prende del parassita o del mantenuto. Che poi ormai anche nelle coppie etero capita che sia l'uomo a fare il "mammo" e il "casalingo", mentre la donna lavora.

Per il resto bisogna capire PERCHÉ una persona è a casa a fare la casalinga o il casalingo.

Io convivo da 5 anni, e in questi 5 anni non ho mai lavorato, sono andata a convivere con il mio attuale marito un mese dopo esserci messi insieme, per 7 mesi siamo stati entrambi senza lavoro (inizialmente ospiti in un appartamento di famiglia). Tempo in cui abbiamo cercato entrambi lavoro ogni singolo giorno, solo dopo 7 mesi s'è presentata una singola opportunità di lavoro, e dovevamo scegliere chi dei due avrebbe accettato il posto. Ho detto a lui di accettare, ma non per fare la "parassita" e starmene in casa a grattarmela tutto il giorno, ma bensì perché un contratto di 3 anni avrebbe permesso a lui di crearsi un'esperienza, e qualunque cosa fosse successa tra di noi avere comunque un punto di appoggio. Ho "rinunciato" a crearmi io un'esperienza per farla avere a lui. In quei 3 anni ho cercato lavoro senza trovarlo (vivevamo in un paese piccolo, in cui il lavoro o ce l'hai già o ce l'hai già).

Da un anno siamo tornati a vivere a Roma dopo la scadenza del suo contratto, lui ha trovato un altro lavoro che non ci permette di coprire tutte le spese che abbiamo (il che rende ancora più stressante la cosa), io sono ancora a casa a cercare lavoro, ma non lo trovo. Anche quello più umile al giorno d'oggi è una fortuna trovarlo.

La differenza è una sola: io sono a casa da 5 anni, "mantenuta" da lui, e in questi 5 anni ho quindi badato alla casa e a tutto quello che dovrebbe fare una casalinga, quando lui è stato senza lavoro per quei 7 mesi, e per altrettanti 8 dopo la fine del suo contratto, non ha mai, mai mai mai alzato un dito in casa, mai aiutato o dato una mano anche per la cosa più piccola tipo apparecchiare. E se io dovessi trovare lavoro domani sarebbe lo stesso, andrei a lavorare, esattamente come lui, ma le cose di casa dovrei comunque continuare io a farle.

Quindi no, non mi sento una "parassita" o una "mantenuta" fin tanto che faccio quello che lui comunque non farebbe. E no, non mi sento in debito con lui quando uso i soldi che guadagna, perché non sono in debito con nessuno fino a prova contraria, considerando che tenere una colf in casa gli costerebbe il triplo di quanto gli costo io. Il lavoro che ha, sia ora che prima, lo ha grazie alla mia famiglia e la macchina su cui ogni giorno appoggia il culo per andare a lavoro è mia.

E se pensate che stare tutto il giorno a casa sia bello ricredetevi. Ci sono volte in cui mi sento impazzire chiusa qui dentro senza nulla da fare.

Senza pensare al fatto che se domani lui dovesse trovarsi un'altra e decidesse di lasciarmi quella col culo a terra sarei io, non lui.

Quindi parassita è l'ultimo aggettivo che mi sento di darmi. Cogliona forse sì, ma parassita proprio no.

 

 

Bah. Io la vedo diversamente.. Se non c'è una famiglia numerosa a cui badare e siete in 2/3 si può benissimo lavorare tutti. Almeno part time.

Vivendo in 2-3 chissà quali grandi faccende ci saranno da fare!!!!

Tu stessa scrivi che impazzisci a non aver nulla da fare, quindi trovare un lavoro direi che ci sta. 

 

Capisco quelli che sono disoccupati e che fanno di tutto tutti i giorni per trovare un lavoro, perchè di questi tempi è difficile. In questo caso è naturale darsi una mano..

Non capisco affatto quelli che stanno a casa per scelta, senza cercare lavoro, quando non è che ci siano tutte ste cose da fare vivendo in 2-3. In questo caso, per me tolleranza zero.

 

E ti dirò di più: se io fossi un genitore e so che mio figlio vive con un compagno/a che fa il "casalingo/a" per scelta senza sbattersi a cercare un lavoro, in caso mi venisse a chiedere aiuto causa difficoltà economiche, io non sgancerei un centesimo. Manco se avessi in banca 1.000.000€. 

Se invece mi viene chiesti un aiuto, perchè entrambi sono disoccupati, ma si stanno dando molto da fare a trovare lavoro e sono in difficoltà con mutuo/affitto/bollette allora aiuterei ben volentieri.. 

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Bah. Io la vedo diversamente.. Se non c'è una famiglia numerosa a cui badare e siete in 2/3 si può benissimo lavorare tutti. Almeno part time. Vivendo in 2-3 chissà quali grandi faccende ci saranno da fare!!!! Tu stessa scrivi che impazzisci a non aver nulla da fare, quindi trovare un lavoro direi che ci sta.

 

 

Stare a casa è una decisione che ognuno può prendere, se non ci sono problemi economici qual è il problema? Se va bene ad entrambi non capisco perché chiamare chi decide di stare a casa "parassita". Se uno già guadagna 2mila euro al mese e può coprire tutte le spese non vedo nessun problema. Se a due persone che si amano e convivono va benissimo così, perché giudicare male quello che rimane a casa?

 

 

 

C'è anche il problema della sindrome da colf, per cui chi lavora crede di non dover muovere un dito e metter tutto fuori posto e tocca al casalingo/a stare 24su24h a sistemare tutto.

 

 

Non conosco le dinamiche in una coppia gay, ma in tante coppie etero purtroppo ancora si ragiona che è la donna che deve fare le cose in casa, sia che lavori o che non lavori. E posso assicurare che far cambiare la mentalità ad un ragazzo/uomo che per 30 anni ha vissuto con la madre che gli puliva il culo, non è facile, se non impossibile.

 

Io comunque nel mio caso, faccio quello che voglio quando voglio. Stare a casa per me non significa dover fare la donna delle pulizie, se non ho voglia di pulire non lo faccio, se non ho voglia di cucinare non cucino e ordino qualcosa.

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Stare a casa è una decisione che ognuno può prendere, se non ci sono problemi economici qual è il problema? Se va bene ad entrambi non capisco perché chiamare chi decide di stare a casa "parassita". Se uno già guadagna 2mila euro al mese e può coprire tutte le spese non vedo nessun problema. Se a due persone che si amano e convivono va benissimo così, perché giudicare male quello che rimane a casa?

 

 

Se ad entrambi va bene così, contenti loro contenti tutti. Io non ci guadagno nè ci perdo.

 

A me fare il casalingo non sta bene, e non mi sta altrettanto bene avere un compagno che sta a casa e non lavora per scelta.

Dal mio punto di vista entra in gioco una componente di "autorealizzazione". Io mi sentirei umiliato se dovessi dipendere economicamente dal mio compagno. E non mi starebbe bene che il mio compagno dovesse fare altrettanto.

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Stare a casa è una decisione che ognuno può prendere, se non ci sono problemi economici qual è il problema? Se va bene ad entrambi non capisco perché chiamare chi decide di stare a casa "parassita". Se uno già guadagna 2mila euro al mese e può coprire tutte le spese non vedo nessun problema. Se a due persone che si amano e convivono va benissimo così, perché giudicare male quello che rimane a casa?

Chi ha i soldi in una coppia comanda, chi crede il contrario vive in un altro pianeta. Chi accetta questo accetta la mancanza di parità in una coppia  e in genere questo modello di coppia non mi piace e non mi appartiene.

 

Poi dire che lavorare in casa è come lavorare fuori è una cazzata, il lavoro non è solo fatica e orari, è relazioni umane, stress, responsabilità e parliamoci chiaro se una sera non è pronta la cena in tavola nessuno ti caccerà di casa. Inoltre con questo discorso si viene a creare una gerarchia veramente sgradevole del tipo "non posso venire perchè non posso lasciare solo in casa mio marito" un circolo perverso tra casalinga manipolatrice e possessiva e mariti dipedenti, succubi e comunque spesso e volentieri autoritari ( non è affatto un controsenso).

 

Diverso ancora, è il discorso di chi intraprende attività artistiche, passioni, magari senza un vero tornaconto economico, quello è amore, cioè finanziare il proprio patner affinchè realizzi  i propri interessi e passioni. Non dico che sia importante portare i soldi a acasa a prescindere ma quello di darsi da fare per vivere felici.

Ho visto troppe casalinghe scandire la propria vita dal cambio di stagione e dalla polvere dietro i mobili di cucina per poter ritenere quel tipo di donne soddisfatte e felici.

 

Nella coppia etero non l'accetto idem in quella gay, poi non è un giudicare male chi resta a casa e un non condivedere nemmeno chi mantiene il compagno o la compagna. Nessuno di sicuro ha la ricetta per la felicità, quindi se va bene ok però è un modello discutibile.

 

Se ad entrambi va bene così, contenti loro contenti tutti. Io non ci guadagno nè ci perdo.

 

A me fare il casalingo non sta bene, e non mi sta altrettanto bene avere un compagno che sta a casa e non lavora per scelta.

Dal mio punto di vista entra in gioco una componente di "autorealizzazione". Io mi sentirei umiliato se dovessi dipendere economicamente dal mio compagno. E non mi starebbe bene che il mio compagno dovesse fare altrettanto.

 

Io condivido il tuo punto di vista, sebbene di fondo intuisco che la tua posizione sia un pò talebana in materia, fai parte di quel partito che se anche un giorno avessi figli dovrebbero darsi da fare.

Mi hai dato questa impressione forse mi sbaglio, io ritengo comunque che essere in atti

Edited by Iron84
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@Fab_90

Forse ancora sei troppo giovane per capire che vuol dire gestire una casa, ma ti posso assicurare che purtroppo le faccende di casa non finiscono MAI. Il vivere solo in 2 non facilita più di tanto le cose e lavorando in 2 la situazione peggiora perché molto tempo libero lo devi passare a pulire, fare la spesa, commissioni, riparazioni...

E non è per nulla vero che fare il casalingo sia una passeggiata, io lo ricordo come il lavoro più noioso e faticoso della mia vita. Puoi lavorare anche 10ore al giorno, dover correre poi per gestire la casa, ma niente di ciò ti pesarà mai come fare il casalingo. La motivazione è semplice, per quanto il lavoro sia faticoso o stressante, passi la giornata sapendo di aver fatto qualcosa di produttivo, ti senti realizzato e anche gli stress con i colleghi diventano compagnia e socializzazione. Il dover correre dopo l'ufficio a fare la spesa o stendere i panni non ti pesa, anzi lo trovi pure quasi 'divertente' dopo una giornata lavorativa. Le pulizie approfondite poi magari le rimandate al week-end tanto vi siete già resi abbastanza utili lavorando. Per il casalingo invece è diverso deve star lì sempre a far mille cose perché non si sente utile abbastanza e nonostante ciò la gente pensa che passa tutto il giorno a bivaccare e rilassarsi.

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@rookie92 non è stato facile introdursi in casa del mio compagno...abitudini diverse a volte ci portavano a fare delle piccole scaramucce....ma poi è diventato tutto naturale e ci siamo abituati alle abitudini l'uno dell'altro...

 

Oggi dopo quasi due anni....mancano pochi giorni ormai....viviamo molto bene assieme...ci scambiamo i vestiti (abbiamo la stessa taglia)..ognuno conosce le password dell'altro (tanto non ci sono segreti)....

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@rookie92 non è stato facile introdursi in casa del mio compagno...abitudini diverse a volte ci portavano a fare delle piccole scaramucce....ma poi è diventato tutto naturale e ci siamo abituati alle abitudini l'uno dell'altro...   Oggi dopo quasi due anni....mancano pochi giorni ormai....viviamo molto bene assieme...ci scambiamo i vestiti (abbiamo la stessa taglia)..ognuno conosce le password dell'altro (tanto non ci sono segreti)....
Awwwwww quanto vorrei arrivarci anch'io :( 
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Secondo me per i primi tempi è comprensibile che solo uno dei due lavori. L'altro deve comunque. dimostrare di star cercando lavoro. Quando non è colpa della persona l'essere disoccupato non vedo perché bisogni provare vergogna. Bisogna anche tenere conto che un casalingo fa risparmiare soldi alla famiglia: svolge i lavori di casa, può andare in giro a comprare alimenti a prezzo ridotto, cucina, può gestire il budget.

Sugli spazi personali, personalmente ho fatto la gavetta perché a casa mia non ho proprio spazi per me. :D

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  • 9 months later...

premessa: NON siamo la coppia perfetta da mulino bianco (o fucsia che dir si voglia), anzi!

cmq, i primi tempi di convivenza c'è stata una lotta manco tanto sotterranea per il territorio / gli spazi vitali reciproci.

 

Epperò nonostante ste tensioni (manco tanto leggere) a nessuno dei due è mai passato per la mente di andarsene.

Su alcune cose ha ceduto lui, su altre io, chè ognuno di noi aveva le sue abitudini e i suoi schemi mentali che ha dovuto superare; alla fine ci siamo adattati l'uno all'altro, e va benissimo così

Sono d accordo

 

Ma non capisco gli "spazi maschili" a cui fa riferimento @ghost77

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Se non li capisci probabiilmente non li hai, e forse posso dire buon per te . Nel senso più positivo che possa essere, intendo : se non ne senti la necessità vuol dire che avrai molti meno problemi di convivenza .

 

Posso fare un esempio pratico :

 

uomo con l'hobby dell'orto --->il suo spazio esclusivo è l'orto  Un mio amico abita in città e ha l'hobby dell'idroponica si è costruito l'impianto per la coltivazione su terrazzo, e la moglie non mette becco .

 

hobby del bricolage ---> garage o magazzino o angolo in cui lavorare, da solo .

 

Hobby della scrittura ---> studio o stanza dedicata con silenzio assoluto

 

Posso andare avanti con hobby dei motori, modellismo, programmazione e via andare .

 

Di solito in una coppia eterosessuale la donna non ha molti hobby "pratici" o interni alle mura domestiche e vive gli spazi in modo differente dal maschio . Per la femmina la convivenza è molto più naturale e si sa adeguare in modo migliore dell'uomo, che comunque ha necessità di una "tana ancestrale" in cui ricordare a se stesso di esistere .

 

Due uomini che abbiano un'impronta maschile avranno necessità di due spazi privati in cui essere se stessi .

 

Ecco che cosa intendo .

 

 

Poi ovvio che a 18 anni questi pensieri ancora non ci sono e prevale la voglia affettiva di vivere uniti sacrificando anche se stessi a favore di qualcosa di nuovo e mai provato, ma dalle soglie dei 30, quando si ha avuto un tot di esperienze e di fidanzamenti, il gusto del sacrificio viene molto meno a favore del gusto di una vita in cui il lato affettivo e personale si equivalgano .  So anche che ci sono ragazzi dall'indole più "femminea" (non è un insulto ma un dato di fatto) che in una convivenza prenderebbero tranquillamente parte del ruolo che di solito ha una moglie, ed è bellissimo quando si trova un partner che cerca proprio questo in un ragazzo . Altrimenti scatta l'incompatibilità .

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Di solito in una coppia eterosessuale la donna non ha molti hobby "pratici" o interni alle mura domestiche e vive gli spazi in modo differente dal maschio . Per la femmina la convivenza è molto più naturale e si sa adeguare in modo migliore dell'uomo, che comunque ha necessità di una "tana ancestrale" in cui ricordare a se stesso di esistere  .

mica vero!

ti farei conoscere 3/4 della palazzina mia che può testimoniarti esattamente il contrario di quanto dici!

 

e cmq alla lunga gli hobbies possono trovare un minimo comun denominatore di adattabilità x il bene della convivenza (ad es, affittare un garage dove divertirsi a fare modellismo) -e questo vale per qsi tipo di coppia che abbia conosciuto/frequentato-;

ma gestire spazi tipo il frigorifero (metti che uno dei due è vegano e l'altro camperebbe solo di bistecche) e MOLTO più difficile, specie all'inizio di una convivenza!

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Basta cambiare regione, però, per trovare tutte altre abitudini e ti assicuro che qui le cose vanno ancora purtroppo secondo ruoli .

 

Senza scomodare le 40enni degli anni 80 che ora sono 60enni e che conducevano un certo tipo di vita molto schematico, posso pescare tra colleghe e amiche : o sono lavoro-casa con interessi "esterni" occasionali come uno sport da svolgersi qualche weekend (arco, trekking) o sono prive (purtroppo!!!) di interessi nel senso che vivono vacue giornate all'insegna del "oh sono una mogliettina" già a 30 anni . Poi ho un'amica che come hobby va ogni tanto ad assistere a conferenze in stie new age , insomma nulla che occupi spazio :D

 

L'affitto del garage, o una stanza in più, ecco, sono già cose che possono permettere una convivenza più pacifica, ma non conosco nessuno che poi all'atto pratico attui queste cose .

 

Ho coppie eterosessuali di amici che vengono da me, vedono i lavori di ristrutturazione che ho fatto e gli spazi che mi sono dedicato (senza avere chissa' quanti mq, eh!), mi dicono "bello, magari ad avercelo io!" , poi quando spieghi che son cose realizzabili la scusa tipica è "eh no, con lei queste cose non si possono fare.." "eh ma poi a spostarci in campagna lei dovrebbe alzarsi prima..." "lei lei lei" .

Poi magari si rivolgono alla moglie e dicono una cosa  come "non sarebbe bello avere un bel patio davanti casa invece di un alloggio in città?" seguito da uno sguardo torvo della lei di turno che tira fuori cose tipo "ma la pioggia - ma i ladri - ma la terra in casa.." .Trovo sempre maschi propensi e affascinati all'idea dello "spazio privato" e mogli che li riportano al suolo tirandoli per una gamba .

 

Il mio ragazzo dice che è normale, e che è lo stesso atteggiamento che hanno i suoi genitori e le coppie di amici dei suoi .

 

Sarà la realtà di qui !

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Io ho sempre pensato che le donne non avessero hobby

casalinghi perchè non lavoravano fuori casa ma dentro e

viceversa gli uomini ne avessero semplicemente perchè lavoravano

fuori e non facevano un ca**o di faccende domestiche

 

Quindi non credo che questa distinzione abbia molto valore

o quantomeno non dovrebbe averne, se impostata nel senso

del genere

 

Non mi sembra però un discorso molto credibile, con due

stipendi invece di due bilocali si potrebbe affittare un 5 vani

con spazi per entrambi

 

Premesso che bisogna poterselo permettere è indiscutibile

che in senso economico l'unione fa la forza e conviene

 

E' vero che le donne etero quando si parla di certe cose

fanno sentire i loro mariti come dei bambinoni poco pratici

che sprecano soldi, cioè alla donna è derubricato un certo

pragmatismo ed anche un certo dominio sulle scelte domestiche

 

Quindi discorsi del genere si possono sentire, va detto che spesso è la madre

che deve portare i figli al corso di tennis etc. cioè per il maschio è uno svago

occasionale per la donna spesso è una incombenza

 

Però fra gay le donne non ci sono ed eliminata la donna dovrebbe essere

il trionfo della convivenza al maschile

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Beh dovrai convenire con me che biologicamente e effettualmente

non ci sono donne

 

Poi io non so cosa questa tua domanda possa significare per il tuo

partner, lo tieni a distanza perchè troppo "donna" dentro? XD

 

O perchè mancando la mediazione femminile sarebbe invece un

gran casino?

 

Nel complesso io ho avuto più relazioni senza convivenza che con

la convivenza, devo dire che quando ho convissuto la nostra casa

era già la mia, quindi credo che questo finisca per influire sulla mia

capacità di giudizio non avendo mai messo su casa insieme ad un partner

 

Credo che questo abbia un peso

 

Però non sono molto convinto dal tuo discorso, pur contenendo degli elementi

di verità

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Poi io non so cosa questa tua domanda possa significare per il tuo partner, lo tieni a distanza perchè troppo "donna" dentro? XD

 

Tutt'altro, perchè essendo due maschi abbiamo le stesse esigenze di spazio e tendiamo non consciamente alla "conquista del territorio" . 

 

Ma d'altronde se stessi con un donnino rischierei di subire alcune fisime da "signora della casa" ( e non teorizzo, ne ho conosciuti di ragazzi conviventi che si occupano del "cambio stagione del guardaroba" o simili) e ancor peggio non reggerei la convivenza ;)

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Vabbé ma in questo modo non lasci scampo non va bene mai

se c'è la mediazione è ingerenza e se non c'è, è competizione

pura

 

Comunque sono scelte personali ed è lecito dire: mai convivere

 

In senso economico resta un lusso - relativo, ma certo se uno

può permetterselo

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Io trovo un po' curiosa la paura della convivenza. Sarà che ho sempre trovato noioso e anti-economico vivere da soli. Comunque è proprio vero che l'unione fa la forza.

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