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Perché fare coming out?


LostBoy93

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... Mi metti in bocca cose che non ho detto, io dicevo semplicemente che non è per forza necessario fare un CO tradizionale, e soprattutto non ho MAI e dico M-A-I detto che non vanno bene le discussioni annesse, anzi, il CONTRARIO. Con "DOPO" nei miei post precedenti pensavi intendessi questo (ovvero le eventuali discussioni) o l'after di una festa?

 

A supporto di quello che sto dicendo ti ho anche ri-postato una mia frase qualche post qua sopra, ma probabilmente l'ho ripetuto chissà quante altre volte in realtà... Ma a te non darebbe fastidio parlare con un muro di gomma? Cioè, lo trovo al limite del paradossale...

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AndrejMolov89

Dico l'approccio con cui mi sono dichiarato sempre: menefreghismo. L'unico coming out canonico l'ho fatto con mia madre.
L'ho fatto sempre capire, non ho mai avuto nulla da nascondere e parlo con naturalezza sia del mio compagno, sia delle persone che considero gnocche. Ogni tanto lo specifico, ma non ho quasi mai fatto un coming out sentito come rivelazione plenaria. Non perché non lo consideri importante, anzi, per il semplice fatto che la mia natura caratteriale non è programmata alla serietà. 
La maggior parte delle persone suppone che non bisogna fare proclami, o altro, ma al contempo non prende neppure di striscio la propria omosessualità con leggerezza. Dichiararsi gay è un atto soprattutto di liberazione individuale: tu dici che la tua supposta eterosessualità è una cazzata. Prenderla con naturalezza è il passo successivo, qualcosa che implica che tu sia già libero di esprimerla veramente. Il mio approccio su questo tema è sempre stato gioviale e l'unico posto in cui non posso esserlo è casa mia. Infatti passo gran parte del mio tempo fuori di casa se ho possibilità. 
Non capisco veramente questa nuova generazione di gay che si vergognano di essere tali e pretendano che in una società eteronormata loro possano per non so quale implicita legge divina essere già riconosciuti come omosessuali se non la prendono né come un atto di liberazione personale, né come atto frivolo, ovvero parlare di sé in modo libero senza avere problemi. E' un atteggiamento un po' schizofrenico. 
Questa è una critica al vostro pensiero, ma oggettivamente non so neppure chi siate, dovrei fare un giro con le vostre scarpe per saperlo. Logico che io sia stato abbastanza fortunato, soprattutto all'università, in cui ho trovato compagni e amici veri, con cui posso essere me stesso senza problemi, logico che parta da una condizione che può essere privilegiata più della vostra, ma da questo a dire ciò che ho letto, ne passa di acqua sotto i ponti. Arrivederci XD




Esempio 
Io:"Sono andato nella cartoleria all'angolo, hanno sbagliato a stampare"
C.d.Geo.:"Ecco, vedi, Andrea, te lo meriti!"
Io:"Il commesso era gnocco, e alla bellezza si perdona tutto".

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Ilromantico

Mi sono un po' perso nel topic, o più che altro non capisco le paranoie di @lostboy93.. Se non sei pronto non fare C.O, se invece sei pronto e non ci sono rischi fallo. Cosa c'è da rimuginare? Non ho capito poi come l'attivismo politico e sociale (ma di cosa?) sia più utile di un C.O. personale. Mi spiace, ma sono la testimonianza vivente che un C.O., e meglio ancora una coppia gay, permette di influenzare molte menti nei contesti più disparati (si voglia o non si voglia). Perché se vivi senza maschere non ti rimane altra scelta che essere genuino e reale e ciò si riflette nei mille ambiti che la vita ti fa venire a contatto. Se il barbiere ti chiede, devi dire che sei sposato, se il dentista ti dice da quanto sei sposato con una spagnola tu specifichi con sorridente naturalità "beh..veramente uno spagnolo :)", se vai dal meccanico chiedi la macchina di tuo marito e così via... Magari qualche soggetto con cui si viene a contatto è persino omofobo (ma per dovere ed educazione lo nasconde), ma di sicuro testimonianze reali mie e di altri finiranno per farlo 'abituare' all'omosessualità. E ricollegandomi a questo discorso, credo che qui si creda che il C.O. si faccia solo una volta o un paio di volte...purtroppo il C.O. è infinito (ed anche noiosissimo) perché in ogni contesto o persona nuova dovrai sempre specificare, dipendendo sempre da quanto sinceri si voglia essere con tutti. E proprio nei casi più noiosi lo stare in coppia permette minori seccature ed immediatezza. Se dico "sono sposato con X" ho già detto 2 cose in un'unica frase (sono sposato e sono gay), certo nel mio caso non è molto veritiero visto che sono bsx, ma mi annoia puntalizzarlo sempre xD.

 

Comunque i C.O. con i fidanzati danno meno seccature se vengono usati per dirlo ai genitori. Più che altro perché almeno non ti diranno "Ma sei sicuro?" "Ma sei non hai il ragazzo come fai a dirlo?". Insomma non cambia molto, ma si evitano un certo tipo di domande irritanti. Certo se uno il fidanzato non ce l'ha, può anche farne a meno e fare lo stesso C.O: (non è mica obbligatorio xD). Inoltre trovo che un atteggiamento sicuro e deciso in un C.O. stronchi sul nascere qualsiasi persona super-omofoba o eviti drammi e tragedie. Non c'è cosa peggiore che farsi vedere deboli o 'colpevoli' perché in quel caso l'eventuale omofobo farà tutto il possibile per sfogare la sua frustrazione e rabbia su di voi.

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si fa coming out per raggiungere una situazione ideale come quella descritta nello screenshot: dove la società è talmente abituata che i genitori non si sconvolgeranno se il figlio porta al casa un fidanzato invece di una fidanzata.

 

fino a quel momento la generazione di gay attuali dovrà battersi per avere diritti e soprattutto visibilità. 

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@shell sono due giorni che ti sto spiegando che non esiste un coming tradizionale ed un coming out moderno: esiste solo che può capitarti che, ad un certo punto della tua vita, percepisci l'esigenza di affermare esplicitamente a parole che sei omosessuale, per motivi di coerenza generale nella visione di te stesso e per rispetto della tua identità personale.

Il resto sono tutte stupidaggini pubblicitarie simil-utopistiche e radicalmente astratte e teoriche, cioè prive di aggancio con la realtà dei fatti. Il dirsi che "non si dovrebbe" "dovrebbe essere implicito e scontato" "oh che brutto doverlo dire" "oddio non voglio giustificarmi" "oh no non devo mica rivelare fatti privati agli altri" sono proto-giustificazioni oblique per nascondersi dietro ad un dito.

 

Se vuoi che io ti conforti sul fatto che esistono altre forme di coming out, non lo farò, perché sarei ipocrita. Infatti non esistono.

 

Scegli le modalità che preferisci: una lettera, una e-mail, un sms, una conversazione con più persone, una confidenza ad una persona, un pianto disperato, un'affermazione seria e distaccata, una risata, un tono formale, un tono informale. Fallo da solo, fallo presentando un fidanzato, fallo presentando un amico gay.

 

Opta per quello che ti pare, tanto non fa differenza, il coming out è uno ed uno soltanto e comporta il fatto che tu pronunci la frase "io sono gay".

 

Finché tu cerchi scappatoie e vie traverse con cui sfuggire dal pronunciare esplicitamente la frase "io sono gay" significa che la percepisci come un tabù, tu per primo non hai ancora spezzato il tabù, e in definitiva ti vergogni di pronunciarla. Dunque ti vergogni di essere gay, ti vergogni di te stesso.

Quindi non sei pronto.

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Io sono nel novero di quelli che assolutamente non hanno capito di cosa stiate parlando.

 

Sembra quasi che stiate paragonando tra loro due cose:

1) "Mamma e papà, devo dirvi una cosa: sono gay."

2) "Mamma e papà: lui è Cristian, il mio ragazzo".

 

Pesonalmente non ci vedo nessuna differenza.

Ovviamente in una situazione con poca o nessuna omofobia

o dove la rivelazione è poco rilevante si userà la seconda soluzione;

mentre in situazioni di maggiore stress si preferirà la prima;

ma non dipende da noi quanto sembrerà "normale",

non è che se lo dico "alla leggera" lo prenderanno meglio.

 

Io sì

 

Che se non hai una ragazzo da presentare non fai CO

 

E per secoli molti gay hanno fatto in modo di non averlo

No Hinzel, i ragazzi stanno dicendo:

esiste il metodo 1 che è il classico "Mamma papà sedetevi, devo dirvi una cosa importante, sono gay"

il metodo 2 può essere "Mamma fammi il risotto che Carlo me lo fa sempre con una strana piramide al microonde, tra l'altro sono fidanzato con Carlo se non lo avessi capito"

ma anche "Papà bello questo film che danno stasera, e Brad Pitt è un gran bonazzo"

(ossia: non è indispensabile un fidanzato)

 

Il metodo 2 rimanderebbe immagino ad una maggiore spontaneità, invitando i gay ad usarlo perché porta già un messaggio di tranquillità interiore e accettazione che, si spera, abbia un riflesso positivo sul mondo esterno.

Però io sono d'accordo con Alma e tutto il partito per cui il contesto è fondamentale, e l'approccio 1 è più indicato in un ambiente potenzialmente ostile, o di incomprensione, mancanza di preparazione ecc.

In fin dei conti fra i due approcci cambia poco, perché il metodo 2 usato nel contesto sbagliato, lungi da infondere serenità in tutti coloro che ascoltano, sarà considerato pari al metodo 1 e ci si siederà discutendone, magari anche subendo attacchi, proprio come se si fosse usato il metodo 1. In definitiva il metodo  risulterà fuori luogo.

Ne è un evidente esempio Sampei, che nel suo topic di c.o. apocalittico rende evidente come volesse usare un approccio di tipo 2, intendendo rivelare a cena una cosa importante per lui ma senza nessuna connotazione drammatica, come se dicesse: farò economia e commercio, oppure: il karate è la mia vita. Ma la (inaspettata) reazione dei suoi riporta il tutto ad una situazione da metodo 1.

 

Del resto oggi un mio ipotetico fratello 18enne può tornare a casa e dire "Mamma è pronto il risotto? Ah tra l'altro mi sono messo con Latisha" (metodo 2)

Mentre 50 anni fa lo stesso mio ipotetico fratello avrebbe adottato un approccio del tipo "Mamma, papà, sedetevi: mi sono innamorato di una ragazza di colore" (metodo 1)

Ma è anche vero che il mio ipotetico fratello, oggi, se fosse di fronte ad una famiglia razzista, sceglierebbe con ogni probabilità il metodo 1.

E se 50 anni fa fosse stato di fronte ad una famiglia molto progressista e aperta, si sarebbe potuto sentir libero di scegliere anche il metodo 2.

Edited by Krad77
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Sanpei, il fatto che io non sia "pronto" è un discorso a parte. Come già scritto fin troppe volte non eviterei le tre fatidiche parole, quanto piuttosto le rimanderei semplicemente alla frase immediatamente successiva. Sono allibito che si stia ancora discutendo su una cosa simile, ti invito a rileggere con calma i miei post.

 

Krad77 ha capito perfettamente il discorso, sono contento che la cosa si sia risolta :D

Edited by Shell
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E direi che si è risolta decisamente male perché sembra che tu ci voglia proprio vedere qualcosa di sbagliato nell'utilizzare l'affermazione esplicita che sei gay, e krad, a mio parere sbagliando di grosso, ti dà ragione. Non c'è nulla di male nel dirlo, è questo il punto. E fuggire da questo punto tradisce il fatto che c'è qualcosa di irrisolto. Al punto che di fatto poi succede proprio come dice Hinzelmann, ci si aggancia ad eventi esterni del tutto casuali (trovare il ragazzo, convivere, vedere brad pitt in televisione ecc) che se non avvengono ti permettono di avere la scusa per continuare a tacere.

 

Quello che dice Krad77 è estremamente negativo perché ti convince che puoi "svignartela" in maniera piuttosto infantile buttando il sasso e nascondendo la manina: vuoi in partica "ingenerare" negli altri il sospetto che tu sei gay, di modo che possano essere poi loro a chiedertelo.

 

E' ridicolo! Un modo davvero molto puerile, oltreché piuttosto stupido, perché potrebbero facilmente non chiedertelo mai e restare a macerare nei loro dubbi.

 

Io ritengo che giocare alle mezze verità sia profondamente umiliante. A te soddisfa così tanto?

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Basta, ora davvero basta. E' proprio una mancanza di rispetto la tua, e in quanto tale non intendo perderci tempo ulteriore.

 

Sì perchè o non leggi, o fai finta di non leggere, non lo so quale delle due sia ma a questo punto non mi interessa. Lascio eventuali commenti a chi verrà dopo. Saluti.

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E direi che si è risolta decisamente male perché sembra che tu ci voglia proprio vedere qualcosa di sbagliato nell'utilizzare l'affermazione esplicita che sei gay, e krad, a mio parere sbagliando di grosso, ti dà ragione. Non c'è nulla di male nel dirlo, è questo il punto. /cut/

 

Quello che dice Krad77 è estremamente negativo perché ti convince che puoi "svignartela" in maniera piuttosto infantile buttando il sasso e nascondendo la manina: vuoi in partica "ingenerare" negli altri il sospetto che tu sei gay, di modo che possano essere poi loro a chiedertelo.

Io posso anche sbagliarmi di grosso, ma non ho scritto ciò che dici tu: ho spiegato il punto di vista di Shell e LostB:

"Il metodo 2 rimanderebbe immagino ad una maggiore spontaneità, invitando i gay ad usarlo perché porta già un messaggio di tranquillità interiore e accettazione che, si spera, abbia un riflesso positivo sul mondo esterno"

Nota il rimanderebbe immagino: sta a significare che è come io ho capito il loro punto di vista, non il mio.

Quello che ho scritto è che semmai i due metodi non sono così distanti, ma non ho mai scritto che non si devono dire le tre parole: "io sono gay".

Sarebbe piuttosto ridicolo.

D'altronde anche Shell e LostB hanno chiarito che il loro discorso non va verso un divieto ad usare quelle tre parole.

 

Inoltre: chi usa il metodo 2 non ingenera un sospetto, a meno che non sia il suo intento... ma non è il caso che ne faccio io, io comunque qui ne parlo come di un metodo molto esplicito, e in questa accezione lo intendo.

 

Se deve aggiungere qualcosa... aggiungo che la spontaneità del metodo 2 si scontra con una censura che agisce fin da piccolissimi.

Voi a che età pensate di sentirvi liberi di dire ai vostri genitori, magari guardando un cantante o un attore o un personaggio tv, "è bellissimo mi piace proprio"?

Pensate che sia paragonabile a quello che succede al mio ipotetico fratello etero, con una qualsiasi cantante attrice subrette?

 

Un genitore super gay-friendly, che si domandi sempre costantemente quale possa essere l'orientamento sessuale del figlio, avrà molto probabilmente una dichiarazione (con il metodo 2!) di eterosessualità dal figlio etero in tenerissima età, mentre per il figlio omosessuale è poco probabile, e non perché molti ragazzi se ne rendono conto con la pubertà, ma perché anche chi sa già fin da bimbo cosa gli piace, introietta una censura sociale (vale a dire: capisce da solo che quel che vorrebbe dire non può dirlo, non sarebbe accettato); e secondo me, accade anche con un genitore molto friendly.

 

E voglio inoltre aggiungere: una maggior frequenza di metodo 2 sarà probabilmente indice di un netto miglioramento della società, vale a dire che quando ci renderemo conto che veramente tanti fanno c.o. con quel metodo, sarà perché l'accettazione è ormai molto diffusa. Però non confondiamo gli effetti con le cause, non è che basta invitare molta più gente ad usare il metodo 2 e otterremo il tanto desiderato cambiamento della società ^^

Edited by Krad77
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L'ipotesi Almadel io non l'ho affatto esclusa in generale, escludo

sia il pensiero, quantomeno originario, di chi ha aperto il topic ed

in senso sia storico che sociale,  che sia congrua rispetto al nostro

contesto : Italia 2014 e non USA o Spagna o Svezia etc

 

Poiché mi pare in questa discussione ci sono molti ragazzi che si

sentono personalmente coinvolti....diciamo pure storico-sociale al

di là delle intenzioni di Tizio e Caio

 

Però

 

Se fosse così semplice-naturale-facile fare CO in Italia perchè

questa polemica fra di noi?

 

Perchè Sampei, che se non sbaglio ha appena affrontato un CO faticoso

in famiglia si sente coinvolto così da vicino?

 

Perchè Greed89, di cui sono amico e con cui non voglio affatto polemizzare

fa precedere una sua personale esposizione sul modo di vivere la sua omosessualità

in pubblico ( molto naturale e bella ) da un :

 

 

 


L'unico coming out canonico l'ho fatto con mia madre

 

Che ci fa capire, al di là della naturalezza....che con altri non lo ha fatto?

 

Basta un parente a cancellare la presenza di un fidanzato al pranzo di famiglia!

 

UNO

 

Giustamente - perchè quando la dice giusta la dice giusta....il romantico ci dice

 

Se siete in coppia e/o sposati è un CO continuo...

 

Questo è il miglioramento della società in senso generale, ci siamo nel momento in

cui l'ISTAT ci informa che i gay in coppia che hanno avuto il "coraggio" di identificarsi

in un rilevamento statistico sulle coppie gay sono 7513?

 

No, non ci siamo

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AndrejMolov89

 

 


Che ci fa capire, al di là della naturalezza....che con altri non lo ha fatto?
 

Solitamente quando dicevo di essere gay, in quei modi o altro, non mi sentivo agitato, non sentivo di fare un atto di liberazione. Io al di fuori delle mura domestiche sono sempre me stesso, in modo autentico. L'unico comingout che ho fatto in cui sentivo il peso da lanciare via è stato quello con mia madre. 
Con le persone esterne non ho mai programmato il coming out, veniva fuori a caso, e lo dicevo con la stessa naturalezza con cui avrei dato della nutria al mio cane, mentre con mia madre è stato un peso che voleva essere lanciato via, che è rimasto, solo silenzioso.
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Io al di fuori delle mura domestiche sono sempre me stesso,

 

Però - oggettivamente - questo ci dice che per te esistono dei CO che riesci a vivere con

facilità e altri che al contrario facili non sono affatto

 

Ed indirettamente non posso che dedurne che tu....dentro le mura domestiche non ti senti te stesso

non ancora almeno.

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Concordo con Hinzelmann sul fatto che "c'è qualcosa che non va". C'è qualcosa che non mi torna proprio in questa discussione.

 

Inviterei ora tutti coloro che siano interessati a rileggere che cosa hanno scritto i due ragazzi di questo thread, lostboy e shell.

 

Il titolo stesso del thread mette addirittura in discussione (!) l'opportunità stessa di fare coming out.

 

Dopo una prima manciata di interventi di ordine generale, ci si accorda sul punto secondo cui il comung out va fatto.

 

Dopo una seconda tranche di interventi che sollevano eccezioni, mi viene data ragione sul fatto (inizialmente escluso o guardato con molto sospetto) di dover pronunciare la frase "io sono gay".

 

Dopo però segue un'ulteriore blocco di interventi che cercano disperatamente di trovare una giustificazione che valorizzi delle vie di fuga laterali, le quali a loro volta permettano di SMINUIRE IL PIU' POSSIBILE  la frase "io sono gay", tamponandola, arginandola, ovattandola, profumandola, ammorbidendola, offuscandola... in sostanza ripulendola da qualsiasi effetto possa avere la sua portata complessiva.

 

Signori cari, siamo ad una impasse estremamente sgradevole.

 

Bisognerebbe chiedere ad un nero statunitense degli anni Cinquanta-Sessanta se abbia cercato di trovare un'alternativa alla frase "io sono nero e rivendico il mio diritto ad esistere nella società" oppure intervistare una donna europea degli anni Settanta per sapere casomai le sia passato in testa di trovare un'alternativa alla frase "io sono donna e rivendico il mio diritto ad esistere nella società". Qui urge proprio fare i conti con la propria coscienza ma anche e soprattutto con il proprio senso di individui facenti parte di una collettività, il che potrebbe però un'operazione concettuale tale da terrorizzare la maggiorparte di chi si sta interrogando su questo tema.

Edited by Sampei
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@Sampei

 

il nero non poteva nascondere il colore della sua pelle, il gay più o meno riesce a nascondere la sua sessualità se lo desidera.

 

non so se sia un vantaggio o uno svantaggio.

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In realtà capita spesso in queste discussioni

che si confonda ciò che è realistico che accada

con quello che utopisticamente vorremmo accadesse

attraverso affermazioni che hanno spesso il tono dell'omofobia (interiorizzata).

 

Di solito l'ho sentito fare sui "locali gay".

"Eh, ma non è giusto che ci siano i locali gay! Gli etero non hanno mica i locali etero!"

Oppure frasi contro il Gay Pride, ché gli etero mica hanno bisogno di un Etero Pride!

 

Apparentemente queste frasi dovrebbero auspicare

un mondo felice dove puoi flirtare con qualsiasi ragazzo in qualsiasi disco

e dove non solo non esistono discriminazioni,

ma addirittura non sono mai esistite e non serve neanche ricordare di averle sconfitte.

 

In realtà viene da credere che siano un modo per "nascondersi meglio".

Un modo per dire che non si è detto nulla in famiglia,

che si vive isolati e che non si ha neanche il minimo sindacale di coscienza politica.

 

Sarebbe come se un operaio non scioperasse

perché in un mondo perfetto gli stipendi sono più alti

e - per cambiare le cose - si comporta come se fossero già cambiate...

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Di solito l'ho sentito fare sui "locali gay".

"Eh, ma non è giusto che ci siano i locali gay! Gli etero non hanno mica i locali etero!"

Oppure frasi contro il Gay Pride, ché gli etero mica hanno bisogno di un Etero Pride!

 

Sì...ho riscontrato questa difficoltà di dialogo con amici/amiche eterosessuali molto cari.

Non mi avrebbero mai discriminato perché gay, anzi; però quando ancora non conoscevano altri gay eccetto me, era tutto un gran parlare di come ci si sarebbe/non ci si sarebbe dovuti comportare. Dopo un po' tanto io tanto loro abbiamo capito che era inutile cercare di "appiattire" le rispettive esperienze affettive, sessuali, come si trattasse della stessa cosa.

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  • 1 month later...

Ma fare coming out ha veramente un senso?

 

Secondo me non tanto, cioè mica gli etero se ne vanno in giro tra amici, conoscenti, famigliari e parenti vari a dire: "Oh sì, a proposito, sono etero e mi piacciono le donne"

 

sarebbe da scemi se lo facessero e poi queste sono cose personali e di dire alla zia, come sottinteso, che oltre ad amare i ragazzi mi piace pure farci sesso mi sembra un po' un disagio.

 

Non so forse sono un po' superficiale e in giro ci possono essere situazione famigliari che meritano un po più di delicatezza però boh, mi suona un po' straniante

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Ha senso se tua mamma ti chiede della fidanzatina, la aspetta, si aspetta di vederti con una ragazza, dei nipotini da lei... e tu ti stancherai di dirle menzogne, assicurandole che quella cosa probabilmente non avverrà mai.

Ed ha senso anche quando il tuo migliore amico, vedendoti poco o nulla intrattenuto da ragazze in quel senso lì, ti presenterà tipe tutte le sere sperando di poterti "avviare alla pratica".

Ha senso per dire, per esempio, lasciatemi stare: non sono uno sfigato, il mio lo faccio, mi va bene così e non rompete il cazzo voi e 'ste femmine!

Poi sul fatto che gli etero non han bisogno di dire e noi ne "avremmo"... sono d'accordo, il discorso è giusto. Ma calcola sempre che tutti o quasi nel mondo ti penseranno disposto ad accogliere nella tua vita una donna. Non un uomo :).

Edited by Fe92
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è vero quello che dici.

 

Ma a me fa strano quando è tipo: " Mamma, papà io sono gay" così come se fosse un annuncio che segna un prima e un dopo.

 

poi non so se è effettivamente così che funziona, magari me lo immagino così solo perchè nei film lo si vede così

 

così a mio parere per forza costituisce un po' un trauma, forse bisognerebbe un po' "diluirlo" nel tempo come è anche normale per i non-gay

 

non dicono ai loro, quando crescono, che si eccitano a pensare alle ragazze, ma quando è il momento gli dicono che hanno una "simpatia" per una tale ragazza e poi magari gli dicono che ci si sono messi assieme

 

e così si potrebbe fare, iniziare a dire che si prova qualcosa per un ragazzo e se poi ti dicono "figliolo, ma sei gay?"  tu gli dici che se vogliono definirti così a te non importa, facciano loro

 

P.S. Ne scrivo perchè vorrei affrontare io stesso la questione nel modo migliore  :D

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Anche io non l'ho ancora detto ai miei, e sinceramente ho timore di farlo perché non la prenderebbero bene: non contro di me, ma dentro di loro!
Sono figlio unico, unico vero e grande motivo per cui vale la pena di vivere, per loro, sede di tutti i loro desideri e di tutte le loro aspettative. Ci starebbero male per un bel po'! Tanto. E non per omofobia.

Vorrei dirglielo per essere più libero, libero di potergli dire "ehi, esco con....", e non inventare scuse o palle. Che poi non so neanche dirle, le bugie, e non mi piacciono. E poi mi piacerebbe condividere con loro anche questo aspetto di me.

Quello che dici è giusto, ma è applicabile solo se un genitore trovasse lecito e possibile che suo figlio potrebbe non essere interessato alle donne, ma che potrebbe anzi essere attratto anche dai ragazzi come lui.

Se tu gli dici "sto con Marco" è ovvio che loro capirebbero che tu sei gay, ci mancherebbe, ma oltre a comprendere che nella vita di loro figlio è entrata un'altra persona, c'è da far mente locale pure e soprattutto sul fatto che è gay. E non so a risorse mentali quanto sarebbe facile. Proprio, ti dicevo, perché in loro non c'è quella possibilità, legittimissima, che loro figlio potrebbe essere anche gay (salvo casi rari dove invece c'è e soprattutto è accettata con semplicità).

Quanto al diluire... io penso che possa aiutare innestare in loro prima un sospetto, poi un altro, poi un altro ancora... quello si, senz'altro! E forse farò così, e forse a loro non lo dirò a voce, ma glielo farò capire, glielo lascerò, almeno ai loro occhi, scoprire.

Edited by Fe92
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Poi sul fatto che gli etero non han bisogno di dire e noi ne "avremmo"... sono d'accordo, il discorso è giusto.

 

Gli etero dimostrano la loro eterosessualità in 10.000 modi diversi al giorno.

E' solo che, essendo in quantità maggiore su questa terra, siamo talmente tanto abituati alla loro vista che si da per scontato che tutto il mondo ragioni da etero e neanche noi alla fin fine ci facciamo caso.

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@Kirill

Facciam caso che tu sia etero, i tuoi genitori ovviamente pensano che tu sia etero come la maggioranza, ti porti a casa una ragazza, penseranno che sia la tua ragazza o via dicendo.

Facciam caso che tu sia gay, non sei dichiarato, ti porti a casa un ragazzo, penseranno che lui sia un tuo amico o un tuo compagno di scuola che è venuto per studiare.

Di certo non puoi presentarti a casa dicendo "Lui è il mio ragazzo" cosi su due piedi.

 

Aggiungiamo che spesso i parenti, genitori, fratelli, zii ecc, ti chiedono "Ma la ragazza ?, ma non è che sei gay ?, quando porti a casa una ragazza ?" cosa gli racconti ogni volta ? silenzio di tomba, sguardo smarrito accennuando un sorriso e borbottando "no vabbe, non l'ho ancora trovata"

O gli amici che dicono "O guarda che figa quella, o ma quella ti piace ?, perchè non ci provi con quella tipa?".

Non è che tu dicendo "mamma, papà, amici, io sono gay" risulta che tu abbia detto "mamma, papà, amici, sono un culattone che si mette la parrucca bionda, il rossetto, i tacchi a spillo e vado a farmelo dare nel culo nei night da 4 uomini di 40 anni" (cosa che pensano un po tutti), ma semplicemente "mamma, papà, amici, non stupitevi se mi porto a casa un ragazzo, perchè a me piacciono i ragazzi e non le ragazze, quindi non aspettatevi che io mi porti a casa una ragazza"

La verità è che la maggior parte di noi vorremmo far sapere di questa cosa alle persone vicine a noi, ma per paura, per vergogna, per paura di deludere i genitori perchè non rientriamo negli standard di ciò che è socialmente accettabile, per paura di perdere amici, per paura di esser visti male, per paura che i nostri genitori non ci accettino e via dicendo, speriamo un po tutti che arrivi la mammina a dirci "Guarda che se sei gay puoi dirmelo, per me non c'è nessun problema", che c'è una colossale differenza tra quello e "Ma la ragazza ?, non è che sei gay ?" che suona un po come un "Non è che sei un culattone deviato ?".

Edited by Oscuro
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La gente questo pensa? Che schifo

 

 

Comunque ho capito quello che intendi dire, alle fine comunque ognuno vede di gestirsela a seconda della sua particolare situazione

Edited by Kirill
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