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Perché fare coming out?


LostBoy93

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Ma secondo me non hai proprio capito il discorso. Non ti ritiri da nessuna guerra sociale, anzi, fai proprio il contrario. Se qualcuno ti chiede un confronto mica glielo neghi. Il punto è semplicemente che non dici "OMMIODDIO SAPPIATE TUTTI CHE SONO GAY", ma lo tratti come un argomento come un altro.

 

Ciò non significa scappare dal confronto, se dopo questa "rivelazione" data con nonchalance ti si dice "ah ok ma i froci non dovrebbero avere diritti" allora LI' fai la differenza rispondendo. Ho fatto un esempio idiota, ma per farti capire che è solo il modo a cambiare, le tue guerre ideologiche le fai comunque in casi di necessità.

 

E sottolineo necessità perché invece trovo estremamente controproducente l'indottrinamento prepotente. Tu non devi imporre agli altri il tuo essere gay, se viene fuori bene, altrimenti chissene frega. Il parlare della propria sessualità non deve diventare una protesta femminista estremista.

 

Ti quoto in pieno, cosí evito di spiegarlo a Sampei per l'ennesima volta cambiando gli ingredienti del post

Guarda che puoi anche dirlo di essere partito prevenuto sull'argomento assieme a lostboy93 e di averci poi riflettuto su, non ti mangia nessuno :)

Qua c'è un problema di fondo. O non si vuole capire quello che si sta dicendo oppure non lo si capisce.

 

Altro problema di fondo è il fatto che state mistificando il coming out. A questo punto, per come la intendete voi, significa parlare di qualcosa di personale in modo che sia palese al tuo interlocutore. Perciò, secondo il vostro punto di vista, possiamo chiamare coming out anche una frase del tipo "Mi piace sollevare pesi" oppure "sono logorroico".

 

Cerchiamo di evitare di dare del codardo a qualcuno, quando non capiamo ciò di cui stiamo parlando. Cortesemente.

Da Marty McFly

Edited by Loup-garou
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Se posso dire la mia (e qui ora mi attirerò le antipatie di molti di voi) non solo la penso com'è scritto nell'immagine del post di apertura, ma per me non ha neanche senso parlare di coming out, né di comunità GLBTI, né di tutto il resto! Sia chiaro, non rinnego affatto l'esistenza di una cultura omosessuale, così come non rinnego l'esistenza di una cultura eterosessuale o di una cultura transgender, ma il concetto di sessualità per me è qualcosa di plastico, non sempre circoscritto da limiti ben definiti, qualcosa che va ben oltre una semplice "comunità di persone" o altre categorizzazioni che la società cerca di imporre.

 

Qualcuno all'inizio aveva sollevato la questione relativa al fatto di dover spesso fare i conti con una realtà che può non corrispondere a quella descritta nell'immagine, e di conseguenza la necessità di "uscire allo scoperto" per non tradire le aspettative di chi ci sta vicino. Per come la vedo io il problema non sta nel fare coming out (quello è marginale), quanto nelle aspettative che gli altri ripongono nei nostri confronti. Quello che intendo dire è che secondo me porsi la questione del coming out non ha assolutamente senso in quanto a conti fatti se tu ti definisci gay il problema non è tuo in quanto gay, ma di coloro che si creano false illusioni su di te pur senza che tu abbia dato loro modo di crearsele.

 

Quello è che voglio dire è che non trovo la necessità di andare a dire io sono omo/bi/trans/inter. Quando si parla di discorsi inerenti alla sessualità o di uomini/donne o altro, puoi tranquillamente dire la tua opinione senza bisogno di fare discorsi preparatori di sorta. Se poi non gli piace, che si arrangiano. Gli etero non vanno mica a spiegare che sono etero, prima di dire che salterebbero addosso a Scarlet Johansson. Lo dicono e basta. Ed io faccio lo stesso.

Anch'io, lo faccio in tutta tranquillità e indipendentemente da chi ho di fronte. Alcuni mi prendono sul serio, altri no...ma anche in questo caso è un problema loro, non mio!

 

Ho sempre trovato che questo tipo di indifferenza sia la chiave per far evolvere la società in tal senso...

Quoto! :sisi:

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Io sono nel novero di quelli che assolutamente non hanno capito di cosa stiate parlando.

 

Sembra quasi che stiate paragonando tra loro due cose:

1) "Mamma e papà, devo dirvi una cosa: sono gay."

2) "Mamma e papà: lui è Cristian, il mio ragazzo".

 

Pesonalmente non ci vedo nessuna differenza.

Ovviamente in una situazione con poca o nessuna omofobia

o dove la rivelazione è poco rilevante si userà la seconda soluzione;

mentre in situazioni di maggiore stress si preferirà la prima;

ma non dipende da noi quanto sembrerà "normale",

non è che se lo dico "alla leggera" lo prenderanno meglio.

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Pesonalmente non ci vedo nessuna differenza.

 

Io sì

 

Che se non hai una ragazzo da presentare non fai CO

 

E per secoli molti gay hanno fatto in modo di non averlo

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Fare CO è combattere anche contro se stessi e sconfiggere definitivamente la paura che ci sia qualcosa che non va in sé. Fare CO è un profondo atto di rivolta creativa nella costruzione della propria persona. Ti fa veramente percepire quanto sia prezioso ed indispensabile saper lottare per te stesso.

 

Wow, ti invidio questa sicurezza!

 

Quello che per me è importante è che il CO sia fatto in modo psicologicamente dignitoso: cioè non come "confessione", alla quale debba seguire la benedizione, ad esempio, degli amici ("per me non cambia niente").  

 

su questo oggi sono d'accordo, rispetto a come vivevo la cosa qualche anno fa.

Per mia parte, a volte ho rimandato il CO perché temevo di far soffrire i miei genitori e/o di perdere il loro sostegno per le mie "iniziative". Io so che i miei genitori sono persone fondamentalmente buone e generose; ma con mia madre il CO ha avuto un seguito talmente drammatico -per mesi la sentivo piangere nel sonno eccetera- che non riuscivo ad essere "fiero" della mia verità. Piuttosto, credevo di aver combinato un grande casino. A mio padre l'ho detto in un momento in cui ero un po' incasinato...ma fino a qualche mese prima lui pensava che io sarei rimasto a vivere con la mia ipotetica futura famiglia occupando uno dei due piani di casa loro, questo mi creava una certa ansia.

 

Poi, comune a tutte le reazioni dei familiari è stata la frase "sai che noi siamo persone discrete, non apprezziamo le ostentazioni"...modo garbato per dirmi che meno si sa in giro e meglio è.

Era Pasolini che aveva detto che la tolleranza è la più sottile forma di discriminazione? Ecco, c'aveva ragione :D

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Io sì

 

Che se non hai una ragazzo da presentare non fai CO

 

E per secoli molti gay hanno fatto in modo di non averlo

 

Ahnnn! Quindi la domanda iniziale potrebbe tradursi con:

"Perché fare coming out se non si ha un fidanzato?"

 

Se la domanda è questa quoto quanto dice Sampei

che è meglio non tirare in ballo fidanzati nei rapporti coi nostri genitori

(credo di essere stato il "fidanzato del CO" una mezza dozzina di volte.)

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@voynich @shell @lostboy93 :

Sarebbe molto più dignitoso se invece di insistere nel cercare una inesistente giustificazione logica alla paura che percepite, dichiaraste il sacrosanto e rispettabilissimo fatto che non vi sentite pronti di affrontare sulla vostra pelle il giudizio altrui.

 

Se invece cercate di trovare appigli in elucubrazioni pubblicistiche allora sì che fate una figuraccia da meschinelli. Vi appellate all'INDIFFERENZA, santo cielo, cioè proprio ciò che si utilizza per schiacciarvi e relegarvi nell'inesistenza! Posizioni come la vostra sono estremamente radicate begli omosessuali italiani: è il risultato è che siamo l'ultimo paese occidentale ad IGNORARE, ad essere PUBBLICAMENTE INDIFFERENTE (appunto! ) all'esistenza dei gay.

 

Se un gay mi dice: "non faccio Co perché non mi sento pronto" il rispetto è totale ed incondizionato, e la comprensione altrettanto piena. Se un gay mi dice che in generale i coming out e le relative modalità di attuazione sono sbagliati o inopportuni o esagerati o eccessivi o provocatori perché bisogna tenere u basso profilo ed ostentare indifferenza, allora lo ritengo un imbecille succube della morale omofobica di cui fa il gioco!

Edited by Sampei
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Tu dici che è inutile fare co ma poi metti l'esempio di uno che lo fa,

Perchè di fatto quello è un co (come l'ho fatto io) cioé

Portare il proprio ragazzo a casa e presentarlo

(anche se non lo presenta poi gli avranno chiesto

"state insieme" ecc.. Quindi è un co).

 

ESEMPIO CORRETTO

Mio fratello eterosessuale non dice di esser etero a nessuno

(CAZZATA in quanto giá aver la ragazza, chiedere consigli ecc

É di fatto un co eterosex)

Mentre io che son gay non voglio che lo sappia nessuno quindi vivo la mia

Vita sentimentale di nascosto e mento con tutti.

 

È un reato? No. Liberissimo di farlo.

Io non vorrei vivere così ma se a te piace...

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@Almadel

Non dico debba essere necessariamente così, potrebbe essere

anche come dici tu, si tratterebbe di stabilire come concretamente è

nel caso di chi scrive 

 

Cioè qual è la verità

 

Altro esempio @Voynich...in linea teorica non ho niente da eccepire

alla luce di questo topic e della sua reazione  ho dei sospetti

http://www.gay-forum.it/forum/index.php/topic/26878-domanda-per-i-nuovi-iscritti/page-3

 

Per non fare polemiche personali quindi la butterei su un piano storico

 

In Italia, oggi, con l'omofobia che c'è ( e c'è ) fino a che punto

è raccomandabile rimandare un CO senza pagare lo scotto di

una serie di inconfessabili "adattamenti", di cui ci si accorge poi

a posteriori?

 

La storia gay ci dimostra che l'omofobia è stata capace di avversare

in modo più che efficace il legittimo desiderio di un gay di potersi fidanzare

e di insinuarsi in modo più che efficace in noi, facendoci illudere che così

non fosse ( la beffa più grande del diavolo...è farci credere alla sua inesistenza 

inteso il diavolo come ciò che divide, non integra )

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@Almadel il punto non è assolutamente quello. Quella è una posizione marginale che qualcuno ha preso per chiarire qualcosa. Ribadisco che non è quello di cui si sta parlando.

 

@Sampei qui l'unica paura e l'unica indifferenza sono le tue. Dove vedi indifferenza nella lotta politica e sociale per i propri diritti? Solo perché uno non si vuole sedere a tavolino e dire "Guarda, sono gay" come la fosse una chimera, e invece voglia farlo tranquillamente senza bisogno di separare quel discorso dalle confidenze normali, non significa che abbia paura di alcunché. Come vedi, la dichiarazione c'è sempre, ma non è ritenuta qualche evento divino, apocalittico, ma come qualcosa del tutto normale. Smettila di mistificare e far capire male ai lettori.

 

Confido che stavolta tu sia giunto fino alla fine del post anziché fermarti alla prima riga.

 

@Hinzelmann

Devo tagliare il testo dell'immagine, visto che tutti vi confondete? E sia. Mi stai dicendo che anche tuo fratello etero che viene a casa con la ragazza sta facendo coming out? Boh, okay

Edited by LostBoy93
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Eh si se il fratello posta la ragazza e la presenta

Probabilmente i genitori penseranno che sia gay..

 

Certo che è un c.o.

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@LostBoys93

 

Non ho capito cosa non capisci...XD

 

Il modo in cui il tuo CO viene recepito dai tuoi genitori-parenti-amici

in larga misura dipende dalla loro omofobia non dalle circostanze del

CO

 

Se tu mi dici: mi massacrano e mi buttano fuori di casa....nessuno qui

pretenderà che tu vada incontro ad una catastrofe e tutti ti consiglieremo

di aspettare di essere autonomo

 

Con la raccomandazione di dare assoluta priorità alla tua indipendenza economica

cioè di non farti incastrare in una situazione in cui dipendi da loro...e autonomo non

lo saresti-sarai mai...

 

Siamo tutti persone ragionevoli, credo

 

Se tu mi dici aspetto di trovare il fidanzato, di avere una legge sui matrimoni gay

ed il momento in cui fare le pubblicazioni, con tanto di incontro fra le due famiglie

e festa di fidanzamento con scambio anello....come forse potrebbe fare tuo fratello

 

Ci corre l'obbligo di dirti che non soltanto è una ipotesi irreale, ma che rischi di non

farlo mai

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io mi son perso... ho letto i 50 e passa post e ho solo capito che @LostBoy93 cerca di dire che in famiglia ad esempio, se si inizia a parlare di tematiche sessuali vorrebbe semplicemente che potesse dire la sua opinione senza dover per forza arrivare a dire "sono gay"..

 

Sbaglio?

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Voi che ne pensate? E che pensate dell'immagine?

 

Scusami, adesso ti rispondo per bene.

 

Se corra o no "l'obbligo" di fare CO in famiglia...direi di no.

Se sia possibile non preoccuparsi di quello che sanno, o non sanno, i propri genitori/familiari e condurre autonomamente la propria vita con un compagno etc...direi di sì.

Ma molto dipende dal rapporto che ciascuno sceglie di intrattenere coi genitori, o che "può" intrattenere dato il grado di indipendenza raggiunto.

 

Il tweet che hai postato è carino, ma dipinge una situazione irrealistica per me...magari data la tua provenienza, le tue capacità etc...magari per te sarà possibile agire così come il ragazzo gay che presenta il fidanzato a casa senza preoccuparsi del CO come di una "tappa intermedia"; io non ho potuto presentare il mio ragazzo a casa nemmeno dopo il CO....figuriamoci prima.

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Solo perché uno non si vuole sedere a tavolino e dire uarda, sono gay" come la fosse una chimera, e invece voglia farlo tranquillamente senza bisogno di separare quel discorso dalle confidenze normali

ossignur ma ci sei o ci fai? La reazione ad un co non dipende mica da come lo dici, ma solo da quanto sono omofobica i tuoi! Cazzo non pensavo di dover esplicitare questo passaggio!

 

Glielo puoi anche dire davanti ad una immensa torta al cioccolato con voce tiepida e rassicurante mentre leggono una mail che dice che l'ufficio tasse si è sbagliato e il fisco gli restituisce mille euro, ma se sono omofobi esploderanno comunque.

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se si inizia a parlare di tematiche sessuali vorrebbe semplicemente che potesse dire la sua opinione senza dover per forza arrivare a dire "sono gay"..
 

Che si possa parlare di sessualità in generale facendo finta che la

cosa non ci riguardi personalmente...?

 

Certo è possibile

 

Non è la stessa cosa di presentarsi a casa con il fidanzato è l'esatto

contrario

 

Cioè il problema è che si adduce un esempio che - come ha spiegato Almadel

sarebbe possibile in una società in cui vi è una larga emancipazione dei gay

 

Per illustrare il suo opposto

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A me sembra che siano state sollevate due questioni nel corso di questo topic.

 

 

Una è quella del dire "Sono gay" vs presentare il proprio fidanzato.

Mi sembra innegabile che entrambe le cose siano da classificarsi come coming out. Coming out vuol dire semplicemente far sapere a qualcuno che si è gay, indipendentemente dal modo. Da questo punto di vista, il messaggio arriva altrettanto chiaro sia che si dica "Sono gay" sia che si dica "Sto con Mario".

 

Si tratta però di due coming out diversi. Per almeno due motivi.

Il primo è che il dire "Sono gay" è un'affermazione di indipendenza. È un io che si dichiara davanti al mondo. Mentre nel dire "Sto con Mario" ciò che si afferma è un noi. Se non c'è stato un coming out "tradizionale" prima, questo potrebbe voler dire che la persona, da sola, non si è sentita abbastanza forte da affermarsi senza un "supporto", un "aiuto". Ovviamente rimane comunque un coming out utile e significativo, ma rispetto all'affermazione "Sono gay" denota una maturazione personale inferiore. (Ovviamente sempre supponendo che non ci siano altri motivi gravi per cui il coming out non è avvenuto prima, es. dipendenza economica da genitori omofobi).

 

Il secondo è che, nel momento in cui il non fare coming out inteso come "Sono gay" diventa addirittura una rivendicazione (come mi sembra alcuni abbiano sostenuto in questo topic), questo sottintende una cosa: che il mio essere gay assume rilevanza solo nel momento in cui sto con qualcuno. Cosa che non posso interpretare se non in senso negativo.

 

 

 

Un altro discorso è quello che mi pare stesse facendo Shell, cioè: io coming out non lo faccio, al massimo aspetto che gli altri me lo chiedano, aspetto che "l'argomento salti fuori".

Il difetto di questo ragionamento sta nel fatto che chi dice così pensa che non fare coming out equivalga a una non dichiarazione. Come per dire, se non fai coming out gli altri non sapranno come inquadrarti.

Invece le cose, piacciano o non piacciano, non stanno così. Se non fai coming out, gli altri daranno per scontato che tu sia etero. Non fare coming out quindi contiene quindi già un'affermazione implicita: sono etero.

 

Il fatto che la cosa non piaccia perché uno vorrebbe vivere in una società dove l'orientamento eteresessuale non è dato per scontato, eccetera eccetera, non cambia il fatto che bisogna confrontarsi con la realtà. Nella comunicazione non importa solo il significato che do io alle parole, ma anche quello che ne dà l'interlocutore.

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Ma allora di cosa sta parlando @LostBoy93?

Vorrebbe vivere in un mondo in cui non ci sia bisogno

di usare l'espressione "sono gay" prima di presentare il proprio fidanzato?

 

Ok, allora piacerebbe anche a me.

Se si parla di utopie mi piacerebbero anche un sacco di altre cose.

 

(Ma in tutto questo LostBoy93 ha fatto coming out in casa?

O meglio: la sua famiglia sa che gli piacciono i maschi?)

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cambiapelle

Ma chi se ne frega di come uno faccia coming out, l'importante é farlo!

Prima o poi.

L'unico motivo per non farlo é di avere la sicurezza che i genitori ti butterebbero fuori di casa , allora li non dico niente, altrimenti francamente nel 2014 é impensabile di fare i finti etero che lasciano credere ai genitori di scopare le ragazze nel fienile ...

Il coming out é assolutamente personale perché ognuno ha una storia diversa e genitori /amici diversi ... Le tragedie sono molteplici e vanno dal diretto " sono gay" durante un film davanti la TV , al sondare prima il terreno vedendo quale genitore/amico si trova più nelle tue onde . O ancora come la pubblicità della findus " lui non é mio amico/ inquilino, ma il mio compagno .... Insomma, quello di NON dirlo deve essere l'ultima ipotesi , perché quella più dolorosa per il giovane gay che sarà costretto a vivere una finta vita di nascosto

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Se volete capire il senso di questo casino, ve lo spiego io: aria fritta.

 

Il discorso di LostBoy era di una semplicità elementare: proponeva semplicemente un CO diverso da quello della dichiarazione tradizionale. Ora, per fare un esempio: se fossi pronto a fare CO e dopo aver "lanciato il sassolino" in una conversazione qualunque l'interlocutore mi bloccasse e mi facesse "ah... ma sei gay?", direi "sì, sono gay". FINE 

 

Riuscite ora a rendervi conto della banalità del discorso? Per una stupidaggine del genere mi è stato dato del represso e della vittima del pensiero omofobo. A me piace questo forum, trovo che siate persone intelligenti e finalmente posso parlare di argomenti del genere con qualcuno, ma se posso muovere una critica molto spesso vedo che si punta il dito e si sparano giudizi come se niente fosse... e questo è un atteggiamento letteralmente ipocrita, proprio vittima della società di cui si parlava sopra.

 

Un altro discorso è quello che mi pare stesse facendo Shell, cioè: io coming out non lo faccio, al massimo aspetto che gli altri me lo chiedano, aspetto che "l'argomento salti fuori".

Il difetto di questo ragionamento sta nel fatto che chi dice così pensa che non fare coming out equivalga a una non dichiarazione. Come per dire, se non fai coming out gli altri non sapranno come inquadrarti.

Invece le cose, piacciano o non piacciano, non stanno così. Se non fai coming out, gli altri daranno per scontato che tu sia etero. Non fare coming out quindi contiene quindi già un'affermazione implicita: sono etero.

 

Il fatto che la cosa non piaccia perché uno vorrebbe vivere in una società dove l'orientamento eteresessuale non è dato per scontato, eccetera eccetera, non cambia il fatto che bisogna confrontarsi con la realtà. Nella comunicazione non importa solo il significato che do io alle parole, ma anche quello che ne dà l'interlocutore.

 

Ecco, questa è una critica che posso accettare, perché hai capito il discorso. 

 

Sono d'accordo con quanto si diceva sopra, ovvero che dipende dalla situazione di ognuno (genitori omofobi e via dicendo). Ma l'ho mai negato? No, anzi. Sono il primo ad avere un rapporto di merda con la mia famiglia, quindi sarei un emerito idiota a dire che queste cose sono una leggerezza. La guerra non si combatte solo con le armi da fuoco, è questo il fulcro del mio pensiero.

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in una conversazione qualunque l'interlocutore mi bloccasse e mi fa "ah... ma sei gay?", direi "sì, sono gay". FINE o del mio pensiero.

 

Hai qualche problema culturale che ti impedisce di capire che se il genitore è omofobo col cazzo che te la cavi chiudendo la discussione con un semplice "sono gay fine"?

 

Ma che poi non è nemmeno questione di omofobia, anche quando ho fatto coming out ad amici estremamente friendly o addirittura lesbiche e gay mi hanno comunque fatto domande per saperne di più su di me! Ed è giusto così! Più cerchi di strozzare i tuoi riferimenti verbali allomosessualità ppiù è PALESE che ti vergogni a parlarne! SVEGLIATI!!!

Edited by Loup-garou
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Possiamo per favore continuare la discussione evitando insulti, parolacce e accuse di "Tu non capisci"? Non servono a nulla a parte incoraggiare un flood.
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Il discorso di LostBoy era di una semplicità elementare:

 

In realtà non è affatto vero...certo alcuni forumisti possono eccedere

in polemica, ma il discorso di LostBoy non era affatto elementare, questa

è l'interpretazione che gli hai voluto dare tu.

 

Perchè tu hai una tua idea ed hai colto una analogia fra te e lui che

in realtà non c'è

 

 

 

 


proponeva semplicemente un CO diverso da quello della dichiarazione tradizionale

 

Peccato che Lostboy per primo abbia sostenuto che non sarebbe un CO

sono stati altri a contraddirlo dicendo che era un altro modo di fare CO

cioè qualcosa di analogo e non di veramente diverso

 

Il paragone istituito da Lostboy non è mai stato fra un CO ed un altro

ma fra il CO e gli Eterosessuali che parlano di sessualità senza farlo

 

 

 


La guerra non si combatte solo con le armi da fuoco, è questo il fulcro del mio pensiero.

 

Si ma neanche sparando a salve...o illudendosi di poter andare ad uno scontro

disarmati, o come capita-capita

 

Perchè questo è il presupposto certo di una disfatta

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Qualche post più in su ho già spiegato che neanche io sono d'accordo col paragone con l'eterosessualità. O meglio, è ancora troppo presto storicamente per farne uno del genere.

 

Hai qualche problema culturale che ti impedisce di capire che se il genitore è omofobo col cazzo che te la cavi chiudendo la discussione con un semplice "sono gay fine"?

 

Ma che poi non è nemmeno questione di omofobia, anche quando ho fatto coming out ad amici estremamente friendly o addirittura lesbiche e gay mi hanno comunque fatto domande per saperne di più su di me! Ed è giusto così! Più cerchi di strozzare i tuoi riferimenti verbali allomosessualità ppiù è PALESE che ti vergogni a parlarne! SVEGLIATI!!!

 

Non so più dove sbattere la testa, è inutile. Non leggi quello che scrivo, è una situazione veramente da strapparsi i capelli. Io provo a riproportelo, poi incrocio le dita

 

Ciò non significa scappare dal confronto, se dopo questa "rivelazione" data con nonchalance ti si dice "ah ok ma i froci non dovrebbero avere diritti" allora LI' fai la differenza rispondendo. Ho fatto un esempio idiota, ma per farti capire che è solo il modo a cambiare, le tue guerre ideologiche le fai comunque in casi di necessità.

Al posto di "ah ok i froci non dovrebbero avere diritti" puoi metterci qualsiasi domanda/accusa/quello che vuoi. Ti prego, e lo faccio in ginocchio, leggi quello che viene scritto, non capisco se lo fai apposta o no, fatto sta che è esasperante...

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Lostboy mira alla spontaneità, alla "neutralità" e alla naturalezza nei rapporti interpersonali nonostante il suo essere gay; giustamente rivendica un diritto all'affettività e alla sessualità che preferisce, così come alla privacy e, contestualmente, immagina un futuro in cui possa mettere la sua famiglia a parte della sua vita relazionale.

 

Il discorso di LostBoy era di una semplicità elementare: proponeva semplicemente un CO diverso da quello della dichiarazione tradizionale. Ora, per fare un esempio: se fossi pronto a fare CO e dopo aver "lanciato il sassolino" in una conversazione qualunque l'interlocutore mi bloccasse e mi facesse "ah... ma sei gay?", direi "sì, sono gay". FINE 

 

A me situazioni come questa sono capitate più volte; certo, non coi miei familiari.

Se a Lostboy capiterà invece che vada così anche coi suoi, buon per lui! Ma, come si diceva, è dichiarato? Pare di capire di no.

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@shell Piccolo quindi tu credi che io finora abbia predicato di urlare furiosamente "io sono gay" sputando insulti e picchiando coloro i quali hanno ascoltato tranquilli e pacifici il coming out rivelandosi gay friendly? Non prenderti in giro da solo, puoi cercare di traslare all'infinito il tuo tentativo di evitare di rispondermi: "ora ho capito qualcosa di più sul coming out, non sono pronto a farlo ma ci penserò su" oppure puoi dirlo subito.

 

E ora se volete scusarmi tutto questo battibecco mi ha eccitato e voglio vedere se riesco a provarci col biondino che mi sta lumando da mezz'ora al tavolo della biblio.

Edited by Sampei
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Piccolo quindi tu credi che io finora abbia predicato di urlare furiosamente "io sono gay" sputando insulti e picchiando coloro i quali hanno ascoltato tranquilli e pacifici il coming out rivelandosi gay friendly? Non prenderti in giro da solo, puoi cercare di traslare all'infinito il tuo tentativo di evitare di rispondermi: "ora ho capito qualcosa di più sul coming out, non sono pronto a farlo ma ci penserò su" oppure puoi dirlo subito.

Voglio disperatamente risponderti, sono sincero, così da chiudere finalmente la discussione, ma non ho capito a cosa. Spiegami queste due righe, sarò stupido ma non ho capito. Nel frattempo auguri col biondo

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A me situazioni come questa sono capitate più volte; certo, non coi miei familiari.

 

Capita fra amici o con dei conoscenti nuovi

 

Già ad un amico di vecchia data mi pare più difficile perchè ti ha

conosciuto per x anni come etero...e questo implica qualcosa di più

impegnativo

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@shell Prova a rileggere quello che scrivete tu e LostBoy93 fin dall'inizio: ad ogni frase pregiudizievole che scrivete io e gli altri rispondiamo, e voi rispondete di nuovo in modo sempre più restrittivo: prima non va bene dire sono gay, poi non va bene dire sono gay con clamore, poi non va bene dire sono gay con clamore e discussioni annesse, poi non va bene dire sono gay con clamore discussioni annesse e specificazioni sulla propria vita privata.... Insomma il campo si restringe sempre di più. Prima di arrivare a dire che non va bene dire sono gay con clamore discussioni annesse la vigilia di natale sui trampoli in partenza per Ibiza, puoi scegliere di stopparti e dire: va bene dire sono gay E BASTA, in qulsiasi modo, perché è un tuo diritto inviolabile e non ci sono "ok però... " che possano in qualche modo coartarlo. Le reazioni NON DIPENDONO né da te né da quello che ti inventi per condire il boccone: dipendono solo dall'apertura mentale di chi ti ascolta.

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