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21enne suicida perchè gay, roma.


faby91

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Indubbiamente è una brutta frase da ascoltare dalla propria madre

e sorella...

 

Peraltro il fatto è successo a Roma,no? Quindi a meno di non

interpretare "paese" come Italia, cioè i gay dovrebbero tutti

andarsene fuori dalle palle cioè dall'Italia, la frase è insensata 

 

Che cosa tremenda da dire di fronte ad un figlio gay

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@Amor-fati Oddio! Che brutta cosa hanno detto tua madre e tua sorella!

Sai, molte volte penso di andarmene, di vivere una vita libero e lontano dalla famiglia ricominciando da zero una vita da omosessuale, però altre volte penso che forse è un mio dovere anche riuscire a cambiare le cose nell'ambiente in cui vivo, perchè loro non devono averla vinta.

E penso che non si tratti di pura difesa dei gay, ma di buonsenso e di accettazione dell'altro nella sua diversità perchè la cosa più brutta per un essere umano è essere "umanamente" uguale all'altro, conformarsi per sopprimere la propria identità (che sia sessuale o anche culturale, non importa).

Invece, è ovviamente logico che gli omosessuali devono ottenere piena uguaglianza davanti alla legge!

 

Vabbè, parlo io che non mi sono nemmeno dichiarato (e non ho nemmeno tanta esperienza).  :sarcastichand: Ma la voglia di intraprendere un percorso per arrivare all'obiettivo del Coming Out è tantissima, ma credo sempre che le cose vadano fatte per bene, oppure meglio non farle.

Edited by Luka34
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I miei invece, mentre ne parlavo con loro telefonicamente, hanno detto che secondo loro il ragazzo aveva sicuramente altri problemi psicologici "visto che pure tu ed i tuei amici siete gay, ma nessuno ha mai pensato di buttarsi da nessuna parte"...hanno inoltre aggiunto che al limite era comprensibile che compiesse violenza non su se stesso, ma casomai su chi lo importunava. Gli ho risposto che non tutti hanno un carattere forte e non tutti riescono a ribellarsi o a fregarsene delle eventuali discriminazioni subite, e loro su questo hanno concordato con me... in effetti anche io vedo il suicidio come opzione contemplabile solo in caso di malattie terminali e dolorose, di certo suicidarsi perchè qualche bullo ti faceva omofobia è un po' come darla vinta a certe merde...sono loro che devono togliere il disturbo, non noi.

L'unica cosa che mi lascia perplesso nei casi di suicidio degli adolescenti è che è possibile che nessun loro caro si sia mai accorto del disagio che quella persona viveva? Si da' sempre la colpa alla scuola e alla società, ma le famiglie dov'erano?

Edited by ben81
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PietroUomoDiPietra

L'unica cosa che mi lascia perplesso nei casi di suicidio degli adolescenti è che è possibile che nessun loro caro si sia mai accorto del disagio che quella persona viveva? Si da' sempre la colpa alla scuola e alla società, ma le famiglie dov'erano?

 

Possibile eccome purtroppo... Se uno prova vergogna per qualcosa (essere gay, come esser di peso alla famiglia, come l'aver commesso una grossa stupidaggine: i motivi possono essere tanti) la prima cosa che NON fa è proprio dire che problema abbia. E le famiglie possono avere tutte le responsabilità che si vuole ma certo non quella di non essere onniscienti.

 

@Amor-Fati - Utilizzerò una frase molto significativa per dire la mia sull'accaduto; purtroppo ho dovuto sentirla subito dopo aver visto a cena il servizio del tg5 sul ragazzo suicida: l'hanno pronunciata, come in un coretto sadico e ridacchiante, mia madre e mia sorella. "Ma io non capisco: se sei gay e in un paese ti prendono per il culo, prendi, vattene in un altro e poi vedi che torni che sei un altro uomo...uomo! ah! si fa per dire!".

 

Direi che, vivessi in una famiglia con due dementi del genere senza avere il potere di ridurli alla ragione, li prenderei proprio in parola: alzerei i tacchi e me ne andrei. Se hai già un lavoro... pensaci seriamente.

Edited by PietroUomoDiPietra
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Il problema è che in tante famiglie non c'è dialogo: nella mia ad esempio, quando i miei vedevano che ero strano, non mollavano l'osso finchè non dicessi quale era il problema...idem il contrario, ed anche ora che non viviamo piu' assieme ogni giorno mi faccio delle lunghe chiacchierate coi miei via telefono parlando di tutto, dalle stronzate, alle cose serie...ci sono famiglie che al massimo parlano tra di loro del tempo, è questo il problema...

Edited by ben81
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PietroUomoDiPietra

Il problema è che in tante famiglie non c'è dialogo: nella mia ad esempio, quando i miei vedevano che ero strano, non mollavano l'osso finchè non dicessi quale era il problema...idem il contrario, ed anche ora che non viviamo piu' assieme ogni giorno mi faccio delle lunghe chiacchierate coi miei via telefono parlando di tutto, dalle stronzate, alle cose serie...ci sono famiglie che al massimo parlano tra di loro del tempo, è questo il problema...

 

Pienamente d'accordo. La tua è una famiglia realmente convinta di essere tale e ben determinata a funzionare! :-)  Altre lo sono molto più per abitudine che per convinzione, soprattutto una volta che i figli son cresciuti o magari se ne sono pure andati. Al fondo penso che il problema di molte famiglie sia legato al fatto che sono state fatte tanto per farle, "perché si usa" e non perché realmente motivati a metterne in piedi una. E questo, dopo, presenta i suoi bei conti da pagare.

Non credo sia un problema che coinvolga più di una minoranza di famiglie ma comunque non è una minoranza piccola. Penso peraltro che alla gente dovrebbero chiedere sempre prima di sposarsi o altro, di farsi un piccolo esame di coscienza su cosa vogliono realmente: vogliono solo stare insieme e farsi compagnia o vogliono costruirsi una famiglia con tutto quel che ne cosciegue? Non è la stessa cosa...

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Rieccomi; sì, sentirselo dire è tremendo. Mi sono sfogato molto ironicamente con una mia amica ("quasi quasi sai che faccio?! Mi trasferisco a Frociolandia, nella città di Finocchiate, in via del culo 32! Poi torno che sono un altro uomo! Che poi, potrò mai dire d'esser uomo io?!"), la quale mi ha spiegato che cose come queste, per dure che siano, vanno prese esattamente come ho fatto: per il loro lato ironico. Il solo fatto di prenderle sul serio le rende significative; e credo che nessuno di noi voglia cercare di "andare in profondità" a cercare un significato in una frase circostanziale e idiota come questa. Del resto, è un po'quello che fanno spesso le drag queen nelle loro battute durante gli spettacoli: autoironia sul modo in cui l'omosessualità viene vista da certe persone.

Figuratevi che secondo questa mia amica mio padre saprebbe di me, avrebbe capito insomma, mentre mia madre e mia sorella (che tecnicamente dovrebbero essere le più "aperte" in famiglia) fingono una apertura che non hanno le palle di sostenere. E io le do ragione.

 

Se avessi risposto avrei dato adito a una serie di ulteriori frasi stupide, e non voglio rovinare mia sorella e mia madre ai miei stessi occhi per sempre. So benissimo che mi accetteranno, ma se voglio dei risultati devo farlo gradualmente. È già un passo enorme quello che ho fatto nell'ultimo anno, facendo CO con due mie care amiche (una ovviamente è quella che mi ha consigliato la reazione ironica).

 

Ogni caso è un caso a sé e merita giudizi specifici, determinati dalle sue particolarità. Non ci è dato sapere quale fosse la situazione psichica del ragazzo, il quale, come abbiamo già potuto constatare, sembrerebbe particolarmente confuso: invoca una coscienza che, in realtà, è un'istanza impossibile per un omofobo accanito; sceglie il suicidio come via d'uscita per lasciare un mondo oppressivo e "punire" gli omofobi. Anche io concordo sul fatto che la famiglia è tutto: fonte di piaceri e di problemi. Ci sono silenzi marmorei sotto i quali si rimane seppelliti; frasi che sferzano e salano le ferite. La famiglia qui ha la grande colpa di aver anestetizzato la vita del proprio figlio, il quale in un momento di lucidità ha voluto punire tutti desiderando che, almeno, venisse rimpianto da morto. Puoi anche aspettarti dalla società di esserti contro; quel che non ti aspetti è che la tua famiglia possa farlo: a quel punto è già avvenuto il peggiore dei tradimenti. E allora che fai? Punisci tutti. Del resto "vivere" la propria morte è una contraddizione in termini. Il suicidio da questo punto di vista è sempre "visione della volontà di morire" da parte di chi rimane. Purtroppo però spesso chi rimane, specialmente gli omofobi, non ha memoria. E senza memoria, non c'è coscienza con la quale è possibile fare i conti.

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leggendo queste cose, il solo pensiero di fare CO mi spaventa...

Leggi nella nostra sezione Giú la maschera

Quante belle storie ci sono! :-)

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unmondomigliore

le esperienze non sono uguali per tutti....  è vero che finché non fai CO non puoi sapere cosa ti spetta, ma di certo se non ti senti sicuro e se sai che la gente attorno a te è omofoba o ha la tendenza ad esserlo, è meglio nascondersi...Almeno fino a quando uno non ha un lavoro stabile o le palle di fregarsene.

Edited by unmondomigliore
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  • 3 weeks later...

ho letto la notizia è mi dispiace moltissimo  sopratutto perché  aveva soltanto un'anno in meno di me. Aveva praticamente tutta una vita da vivere. Queste notizie mi rattristano molto sopratutto perché a le persone  che non sono  gay o bisessuali non gliene frega nulla. Lo stato dovrebbe veramente fare qualcosa in proposito è sopratutto  non dovrebbe passarci sopra come se niente fosse. 

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leggendo queste cose, il solo pensiero di fare CO mi spaventa. Non voglio fare la stessa fine di Simone e so che non avrei le palle per resistere alle battutine omofobe dei miei coetanei. Anche se a parole sembra facile...

 

Non dire così. Io ho 17 anni e ho fatto coming out da poco con tutti i miei amici e piano piano la voce si sta spargendo, stando ancora al liceo. Eppure non mi è successo nulla, nessuno è venuto a dirmi niente, ne parlo liberamente con molte persone e sto solo adesso cominciando ad accettarmi davvero (quando credevo di averlo, almeno in parte, già fatto). Di fatto, alla maggioranza della gente non gliene frega un cazzo. Certo, spesso senti persone anche a te vicine che se ne escono con frasi terribili, ma la maggior parte delle volte sono solo chiacchieroni. Te lo dico perché uno dei miei migliori amici era il tipo da: "I froci non dovrebbero baciarsi per strada, fanno schifo" e adesso ci parlo tranquillamente di cazzo :) Certo, una persona che diceva una cosa del genere non potrà mai comprenderti davvero, ma la sua omofobia non era altro che una maschera per omologarsi, un riflesso della società, perché di fondo non gliene fregava un cazzo. So che sono off topic ma quando ho letto il tuo commento mi sono sentito in dovere di scriverti! 

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