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Sono gay ma non riesco ad accettarlo..


Alexilmitiko

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  • Alexilmitiko

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consiglio psicoterapeuta. Però non è detto. 

Spero la tua depressione non duri a lungo, coraggio; Cerca persone alleate all'interno del tuo mondo, famiglia , amici, due o tre persone che sai che sono pronte a intervenire in tuo favore , a me è servito molto, e non devi confidarti se non ti va,se non ce la fai, ma sai che loro sono lì e che se tu non ti scuoti hanno il compito di venire a vedere se hai bisogno di uno sguardo. qualcuno che possa accettarti così

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PrinceEndymion88

io a 16anni mi dannavo perché non potevo essere me stesso ed ora a 16anni vi dannate perché non VOLETE essere voi stessi... andiamo bene!

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PrinceEndymion88

Gabry sarebbe un punto di partenza... se sei il primo a mettere il limite che non va bene essere gay non andrà mai bene per nessuno di quelli che conosci o conoscerai! Inoltre metodi, psichiatri... gran bella perdita di tempo! E' vero che ognuno ha i suoi tempi e modi per risolvere le cose, ma cavoli siamo così e siamo FAVOLOSI così (oddio che scheccata ahahahahah)

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Prince posso domandare,  tu come fai ad essere sicuro di te? Vivendo, cioè chiedo meglio, sei sicuro di te con gli altri? gay non gay? le persone che incontri? e credi dipenda dalla tua accettazione o sicurezza o da che?

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se prendi antidepressivi dovrebbe significare che sei depresso e secondo la medicina ufficiale i migliori risultati contro la depressione si ottengono con una combinazione di antidepressivi e psicoterapia.

 

in svizzera dove abito spesso lo psichiatra fa entrambe le cose, a volte i pazienti fanno piscoterapia da uno psicologo (sotto delega di uno psichiatra per aver pagata la psicoterapia dall'assicurazione) e lo psichiatra prescrive i farmaci se necessari.

 

in italia da quel che ho capito gli psichiatri spesso si occupano solo di distribuire i farmaci ai pazienti. penso che se trovi o uno psicologo o uno psicoterapeuta con cui ti trovi bene ti possa anche aiutare. devi andare da alcuni almeno una volta secondo me per scegliere quello che ti sembra sia meglio per te.

 

eventualmente chiedi a dei gruppi gay della tua città o dintorni degli indirizzi di terapeuti gay-friendly così che sei sicuro di non incappare a perder tempo con un imbecille come quello da cui sei stato.

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PrinceEndymion88

agam io non sono una persona sicura, ma pondero bene le situazioni! In genere non mi pongo il problema di dire chi sono, è anche vero che non mi presento come "il gay"! Cerco sempre di tenere fuori dalla mia vita la gente stronza gay/non gay e di stare con persone che possono solo farmi stare bene =) il primo passo per uscirne è accettarsi, un po' come quando capisci di essere dipendente dall'alcool ahahahah io sono così e non sono diverso... ognuno ha la sua natura! Sono innamorato, ho amici che mi amano e che amo, mi mancano solo i soldi XD... sono abbastanza felice e se penso che un tempo ero timidissimo mi vien da ridere! Se non siamo noi a cambiare le cose come possiamo pensare che queste lo faranno da sole? La vita è una e finché non capisci che è meglio godersela non riuscirai mai ad essere felice...

Sono gay, mangio, dormo, bevo e amo come tutti gli altri! Dove cavolo sta il problema? Se gli altri hanno un problema, se la sbrighino da soli e che cavolo!

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@Gabry93

 

e chi lo sa se è stato assunto per raccomandazione o se l'hanno preso perchè la struttura d'eccellenza è per dire cattolica e allora ci mettono un loro fratello cattolico o per che motivi ci sta li ?

 

la psichiatria e la psicoanalisi non usano macchinari costosi. quel che conta è la competenza dello psichiatra e se tu ti trovi bene con lui. solo questo è importante, non la struttura dove lavora. non si tratta di fare un trapianto di cuore ma di istaurare un rapporto di fiducia col terapeuta che ti accompagna nel miglioramento della depressione.

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@agam

Il tuo avatar ha la bellezza della bruttezza.

l'immagine dici? Vero... la bellezza della bruttezza è una roba rara da riuscire a individuare.. anche il nome che tu hai scelto in un certo senso ha questo dolce amaro, come certe vite o condizioni di vita.

oggi comunque sono stato meglio, sono gay e non riesco ad accettarlo diventa sono gay e voglio imparare a non farne un dramma     

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il mio ex andava da uno psicologo che poi ha scoperto che scopava con i minorenni...

sarà un caso singolare ok, però parlare con uno psicologo di sicuro non aiuta ad affrontare davvero la vita, tutta la gente che conosco non ha mai concluso davvero niente con la psicologia.

E' stata appoggiata, "svuotata" dentro, ma non hai trovato la vera serenità. Con la psicoterapia, c'è un'aggravante, la possibilità di prendere i farmaci, ti possono far star meglio, ti impongono l'umore, ma poi liberarsene è difficile, ci vuole un gran coraggio.

 

Anch'io non ho accettato la mia omosessualità per molto tempo e ho tentato anche il suicidio, sono arrivato al fondo, ho visto davvero l'oscurità. Ho sofferto come un cane.

Per molti sarò controverso per le cose che dirò, ma voglio dire ciò che veramente penso e cercherò di essere breve, condividendo le mie conclusioni sull'argomento:

Prima di tutto, il problema fondamentale sta nel fatto che la nostra infanzia è stata un disastro e non perchè non c'era il "Padre", come nelle teorie di Nicolosi, ma perchè semplicemente

la nostra indole, non ha mai trovato una manifestazione chiara nel concetto di amore, già nelle rappresentazioni dell'asilo (disegni, film, concetti, pensieri ecc.). Malgrado la cultura cerca di rimuovere

fin dal principio l'omoaffettività nella vita delle persone, io mi ricordo perfettamente di aver provato sentimenti omoaffettivi verso altri bambini nell'asilo e di aver manifestato di fronte a mia madre certi comportamenti, che venivano ironizzati e altre volte negati, con sottili colpi. E io sono sicuro che queste piccole "ferite" se guardate il vostro passato ci sono, fatte proprio dai nostri genitori, perchè in fondo se hai un figlio gay, i segnali ci sono, almeno che non ti metti i prosciutti agli occhi, come hanno fatto i miei genitori e penso quasi tutti i genitori. Aggiungiamo che poi arriva il cattolicesimo con la sua catechesi che condanna l'omosessualità e la masturbazione. Mi ricordo quando mia madre mi disse che l'omosessualità rientrava tra gli atti impuri, come se fosse ieri.

 

Poi ovviamente durante l'adolescenza, ci sono le pulsioni sessuali e tutto il concetto di gay si riduce al mero atto sessuale. Scopri la tua sessualità, ti ossessiona, ti colpevolizza perchè ovviamente

la necessità sessuale è forte, gli altri parlano di sesso di verginità, non vedono l'ora di togliersela davanti per dimostrare a tutti che sono adulti, che cosa ridicola poi, il sesso è sopravvalutato.

Tutto ciò non ti porta da nessuna parte, il vuoto rimane. Scopri che sei omosessuale, ma il coraggio per dirlo non lo troverai facilmente, almeno che non ci saranno delle condizioni esterne a tuo favore e lo farai, si parla di coraggio ma in realtà è una pura forma di casualità di contesti. Ovviamente io non avevo nessun elemento esterno a favore, visto che non avevo amici e quei pochi che avevo quando si parlava di omosessualità, erano molto aggressivi. Questo ovviamente ti spinge ad allontanarti da tutti (Come diavolo posso essere amico di uno che non mi accetterebbe? A meno che io non diventi schizofrenico... no, a questo punto preferisco la solitudine). Ed è qui che inizia l'inferno. Chi si trova in solitudine continuamente ad affrontare la vita con la propria omosessualità, può vivere solo un inferno. E con la solitudine aumenta il desiderio sessuale... perchè ovviamente non ti rimane più nulla, solo un atto masturbatorio, un piacere fine a se stesso. Ma l'orgasmo non colmerà mai quel vuoto che ci portiamo tutti dentro.

Internet... è un'arma a doppio taglio, gli altri non ti vedono, possono essere distanti km tu puoi essere te stesso, parlare, confidarti... per un'omosessuale che vive in un contesto terribile, penso sia l'unica salvezza. Ma come detto è un'arma a doppio taglio perchè cmq anche internet rischia di diventare una sorta di tunnel senza via d'uscita, una iterazione di entità virtuali che si confidano ma non si attraversano mai nella vita reale. E l'amara realtà è che il mondo reale è migliore e vale sempre la pena viverlo, malgrado il dolore che si può ricevere dagli altri.

Si entra in contatto con la cultura lgbt... ti senti compreso, riesci ad accettarti lentamente, ma la paura rimane, potresti anche conoscere qualche persona gay dal vivo, ma questo di sicuro non può aiutarti ad accettarti pienamente se tu non hai qualcosa di più da quella persona. Molti si danno alle scopate, si accontentano di poco, ma in fondo dopo una scopata quel vuoto rimane. Lo sanno bene, ma fanno finta di niente. Ammazzano il tempo, o forse sono semplicemente cattivi dentro. Altri arrivano a prostituirsi, frequentando certi ambienti gay e magari tra i loro clienti incontrano tutta la classe piccolo-medio borghese fintamente eterosessuale (lo psicologo! Il dottore! Il proprietario del negozio di scarpe nella via più importante della città!).

Uno schifo, ma in fondo è la nostra società inutile negarlo. Le cose non vanno male solo ai gay, è il mondo che è mal congeniato. La bellezza e il benessere, sono gli (anti)valori più importanti a quanto pare...!

Ma in mezzo a tutta questa merda, la possibilità c'è, la vita ti offre qualcosa di prezioso, ed è Lui, un ragazzo speciale, quello che ti colpisce non perchè c'ha la tartaruga, ma per come si esprime, per quel che ti trasmette, per la sua interiorità. Nasce un'amicizia virtuale (nel mio caso), preziosa, poi con il tempo ci si apre sempre di più, tu conosci la sua storia, il suo dolore, lui viceversa. La sintonia è sempre più forte, fin quando con molta naturalezza si scopre un sentimento molto forte che è: l'amore. Ed è corrisposto, non si tratta di fortuna, non è un caso, certe cose non accadono per caso, non ci credo più, forse un tempo quando mi lamentavo della mia solitudine sì, tutto era confuso, perchè mi ero escluso dal mondo. Ma se stabilisci un legame leale, sincero e coerente con una persona che senti ugualmente interessata, può nascere certamente qualcosa di serio. (Non sto ad aggiungere particolari sulla mia storia, ovviamente dopo esserci conosciuti virtualmente ci siamo visti, amati, ecc.)

E credo che nel momento in cui si prova amore e si riceve amore, l'unica risposta certa, che potresti ricordati da morto è che è l'unica cosa giusta e che vale la pena di vivere per essa, che ti riempie di gioia e che sì, riesce a riempire quel vuoto che ci portiamo dentro dal principio. E allora la conclusione qual'è?

Che non mi interessa essere gay, Io lo sono semplicemente e non ho problemi a dichiararmi come un tempo, proprio perchè non ci do quel peso che prima davo, quasi ossessivamente come se fosse qualcosa da affrontare. Ormai la questione non mi tocca più, mi fa ridere sentire la gente che usa questa parola come insulto, è una parola come tante altre, quello che sono in realtà è molto di più di quella parola. E vi dirò di più, in tutta franchezza, non sono orgoglioso di essere gay, come non sarei orgoglioso di essere etero, nero, bianco, americano, non ha alcun senso puntare tutto il movimento lgbt sull'orgoglio, orgoglio di cosa poi? Di essere diversi, diversi da chi? Tutti siamo diversi, ogni essere umano è caratterizzato dalla sua specificità. Quel che serve per aiutare le persone gay a sentirsi più accettate è semplicemente riappropriarle di una dignità attraverso i diritti e la divulgazione fin dall'infanzia delle famiglie non tradizionali e di qualcuno che le dica con serenità, chiaro e tondo che non ha importanza che tu sia gay, perchè la felicità non ti è assolutamente preclusa per questo, tutt'altro. Non sei assolutamente diverso dagli altri esseri umani. Sei tu e basta, meriti certamente di vivere perchè ognuno, qui, su questa terra ha uno scopo ben preciso e che certamente va oltre il semplice fatto di essere gay o meno.

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E vi dirò di più, in tutta franchezza, non sono orgoglioso di essere gay

 

Giusto per chiarire questa cosa: "orgoglio" è inteso come il contrario della vergogna.

Significa rispondere: "No, ho il ragazzo" quando ti chiedono se hai la ragazza

non vuol dire pensare che essere gay sia meglio che essere etero.

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