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"Femminicidio"


Almadel

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Concordo anch'io sul fatto che non si tratti di semplice femminismo, ma, se così possiamo chiamarlo, di "umanismo", di educazione all'uomo (in senso lato) proprio in quanto tale. Purtroppo non ho molti elementi diretti per dire come vedo il rapporto che le nuove generazioni hanno con le relazioni interpersonali, ma osservano un po' e captando qua e là qualche frammento di conversazioni, sembra anche a me che stiano andando sempre di più verso una deriva "oggettistica", nel senso che si considerano oggetti finalizzati ad un determinato scopo, ovvero, il sesso - il quale, a sua volta, viene visto come un obiettivo da reiterare, da collezionare, e fine a se stesso. Manca proprio la dimensione affettiva, quella che da giovanissimi forse non può ancora essere chiamata propriamente amore, ma sicuramente un sentimento di attaccamento superiore alla norma e che poi, crescendo, è il punto da cui partire per sviluppare un sentimento più maturo. Questo sta diventando sempre più una dimensione sconosciuta.

Francamente non saprei a cosa dovremmo imputare la causa. Internet? Sì, sicuramente, anche. Ma non posso credere che sia solo quello e che questi ragazzetti facciano tutto da soli. O forse è così, ma nel senso che, come concausa, si viene ad aggiungere un certo lassismo dei nuovi genitori che abbandonano sempre più i figli a loro stessi. O semplicemente non sono più nemmeno loro un esempio a cui guardare.

Questo per quanto riguarda i giovani.

 

Per quanto concerne la componenete "giuridica", non è che abbia molto da aggiungere, sono ancora una volta d'accordo. Siamo sempre alle solite. Fa notizia la trivialità perché non impegna e non preoccupa. Se si può sminuire un fatto di una certa gravità è meglio, capita, è un caso isolato e possiamo soprassedere. Il solito ritornello dei mezzi di distrazione di massa? Forse è solo pigrizia. Forse a nessuno "lassù" al governo interessa realmente perché o non li riguarda da vicino o sono essi stessi fruitori di questa strumentalizzazione del corpo femminile, come ben sappiamo.

Però è anche vero che ci sono donne che ci marciano, che sul loro corpo costruiscono una carriera, e si dovrebbe, prima di tutto, partire proprio da loro e smuovere le loro coscienze. Non serve a nulla appellarsi a qualcuno se all'interno della propria "comunità" da tutelare ci sono ancora dei "traditori" da estirpare.

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Apprezzo molto questo articolo, d'altronde avevo già notato questa tendenza sfogliando i quotidiani. Se si va a leggere a pagina 5-6 dei giornali si trovano

quasi sempre storie di donne uccise, violentate, usate, fatte a pezzetti, gettate da qualche rupe e così via.......ho realizzato quando mi sono posto qualche domanda su quale

categoria di persone la violenza viene maggiormente esercitata e guardandomi in giro direi che le donne stanno al primo posto.

Hanno ragione a puntualizzare sul 'delitto passionale', sembrerebbe una semplice impuntatura, ma è un dettaglio non di poco conto, e anche nei dettagli

si vede il rispetto. Non viene dato il giusto peso a questi fatti e quando se ne parla di solito si tende a sminuire il tutto, l'educazione dovrebbe partire proprio

sulle future generazioni maschili, non si può rimanere immobili di fronte a questa serie di eventi.

 

E poi come dice mia madre : 'Se una chiave apre tante porte funziona bene' è perché la usa anche un buon ladro, non so cosa sia meglio tra una porta

difettosa e un ladro ; )

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Da come la vivo io, da donna, il termine delitto passionale andrebbe abolito dalla lingua italiana...

non tanto perchè con la passione, questi delitti hanno poco a che fare, quanto perchè, nell'immaginario collettivo, contribuisce a ridimensionare, in piccolo, l'evento. Lo sminuisce perchè un tempo il delitto passionale era un'attenuante.

E, tutt'ora, alla maggior parte delle persone fa pensare, come prima cosa: chissà lei che ha fatto per farlo impazzire così?

è, più o meno, quello che accade se sei sieropositiva (chissà come l'hai preso, cosa hai fatto), se vieni violentata (magari però l'hai provocato) ecc ecc...

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slowlikehoney

Ciò che penso corrisponde a ciò che è stato scritto su questo blog che seguo spesso: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/04/27/cinquantaquattro/#more-16707

 

Cinquantaquattro

 

 

 

Sono #54 le vittime di violenza maschile in Italia dall’inizio del 2012. Inclusi bambini e uomini, nuovi partner, che diventano vittime trasversali di delitti finalizzati a sancire un diritto di proprietà degli ex o attuali partner sulle donne.

 

L’ultima vittima, Vanessa, aveva vent’anni. Nei media ancora una volta si avanzano moventi che realizzano un terreno di legittimazione alla violenza sulle donne. Gelosia, raptus, droga, insistendo sul dettaglio dei contesti che da nord a sud vedono ripetersi esattamente le stesse dinamiche.

 

Il termine corretto per classificare questi delitti è “Femminicidio”, ovvero un delitto che limita, prevarica, la libera scelta delle donne nel momento in cui vorrebbero lasciare un uomo, decidere con chi stare, chi amare. Le vittime di questi delitti muoiono per la propria libertà e in Italia nel frattempo si continua a diffondere una cultura che invece impone la limitazione delle libertà di tutti incluse quelle delle donne a partire dai provvedimenti che le rendono più precarie, senza reddito e dunque dipendenti economicamente dagli uomini che spesso poi le uccideranno, a partire da quelle regole che impongono alle donne ostruzionismi e obiezioni circa la propria sessualità, la contraccezione, l’applicazione della legge 194, i consultori, a partire dalle leggi che isolano e marginalizzano molte donne perché migranti costringendole alla clandestinità e dunque nelle mani di sfruttatori, ricattatori e clienti assassini.

 

La libertà di scelta delle donne in Italia viene limitata sempre salvo poi riconoscere diritto alla “tutela” da parte di quello stesso Stato che impone restrizioni e regole morali degne degli anni ’50.

 

Le donne in Italia non muoiono per caso. Lo sanno le donne e gli uomini che non agiscono e non concepiscono quella violenza e che ogni giorno combattono, insieme, per realizzare una società che elimini ogni forma di discriminazione.

 

La violenza sulle donne non si può risolvere imponendo una prigione morale alle vittime e neppure imponendo soluzioni che operino esclusivamente sul terreno repressivo senza mai parlare di prevenzione, cultura e di supporto alle vittime.

Servono più centri antiviolenza. Serve parlarne nelle scuole. Serve che le donne che sfuggono la violenza possano poggiare su una rete di riferimento ampia che offra loro l’opportunità di trovare servizi concreti, supporto concreto, quando è utile. Serve poi che le donne vittime di violenza non siano dimenticate mai. Bisogna parlare di loro e seguire i processi, come quello per il delitto di Stefania Noce, che derivano da quei delitti perché bisogna impedire che i loro volti ricorrano sui media giusto il tempo di fare audience per poi vederli cancellati dalla memoria di tutti sostituiti dalla notizia del delitto successivo.

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Ci sono delle cose che non mi convincono

riguardo all'interpretazione teorica/analitica del fenomeno.

 

Ci sono però anche delle cose che non vengono sottolineate abbastanza.

C'è un grosso problema di gestione della violenza maschile, molto grosso.

Basterebbe anche solo pensare che in Italia il 95% dei carcerati è maschio.

 

Quando la ventenne è morta (per aver detto il nome dell'ex nel sesso),

il padre di lei ha detto: "Consegnatemelo che lo ammazzo".

Prontissimo a reagire in modo "passionale", ignaro di appartenere

alla stessa razza di uomini che ha ucciso sua figlia.

 

La cosa che mi disgusta è che le donne non stanno a queste regole

e quindi diventano sempre vittime.

Il testosterone è come una droga e serve una politica di "riduzione del danno":

non credo che i maschi debbano essere educati al rispetto,

perché sarebbe come cercare di insegnare a qualcuno a guidare da ubriaco;

suppongo sia necessario canalizzare la violenza, nel gioco magari.

 

Ci sono anche dei cambiamenti culturali da fare:

la storia della serratura e della chiave è esemplare,

evidentemente a qualche femminista è chiaro

che la gelosia è la radice malata della cultura patriarcale.

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@slowlikehoney, è interessante il blog che hai linkato e anche l'opinione espressa

 

Un appello a Napolitano lo vedrei utile solo per non mandare ulteriormente alla deriva quanto fatto in materia di sostegno alle donne: nel momento in cui vengono chiusi dei centri antiviolenza, a livello sociale troviamo una mercificazione continua della donna e in tante famiglia la stessa è vista come una vittima, ci troviamo davanti diverse realtà tali da contribuire ad una visione d'insieme a dir poco avvilente.

Non ricordo qual è attualmente la situazione, ma a livello sociale i fondi sono stati più e più volte tagliati o spostati verso altre voci; anche non volendo attribuire allo stato una reale colpa, una condizione di questo tipo non può che creare il vuoto intorno a diverse donne vittime (e in senso più ampio, a chi è vittima di qualcosa).

 

Se i ragazzi considerano valido e sensato un paragone con la serratura, probabilmente è perché non riconoscono ad una ragazza la loro stessa libertà di azione ed anzi, la interpretano come una forma di "inferiorità" dettata da idee assimilate in contesti familiari o dalla mancanza di cardini all'interno della sfera socioaffettiva.

 

In questo senso, noi donne abbiamo non di rado una certa responsabilità: nel momento in cui ci troviamo a non reagire (e potremmo invece farlo) ad una situazione che mina la nostra libertà, facciamo sì che la persona che sta abusando della nostra condizione non si fermi ed eventualmente, estenda questo atteggiamento ad altre donne.

E' un po' quanto succede nell'ambito della violenza domestica: una madre che si lascia picchiare dal marito e rende i figli partecipi di questo evento, diventa un modello negativo e tale da instillare un certo tipo di pensiero nella prole; è chiaro che esistono anche situazioni dove la donna può essere solo vittima e resa incapace di reagire, ma capita altrettanto di frequente che si lasci correre "perché in definitiva avevo sbagliato io", "era arrabbiato" e via dicendo.

 

Però è anche vero che ci sono donne che ci marciano, che sul loro corpo costruiscono una carriera, e si dovrebbe, prima di tutto, partire proprio da loro e smuovere le loro coscienze. Non serve a nulla appellarsi a qualcuno se all'interno della propria "comunità" da tutelare ci sono ancora dei "traditori" da estirpare.

 

Le responsabilità di una donna si dovrebbero però fermare alla capacità di discernimento di un uomo (o di un'altra donna: gli episodi di violenza tra donne esistono).

Possiamo anche stare a guardare male una donna che decide di costruire la propria carriera grazie "alla fortuna sulla quale siede" (cit.), ma ciò non toglie che in un contesto sociale civile lei dovrebbe essere libera di farlo senza che qualcuno ne abusi o lo consideri un metro di giudizio per altre donne.

E' come il dire "eh, però se l'è andata cercando": vestirsi in un certo modo o frequentare zone rischiose può essere sinonimo di imprudenza, ma son pur sempre limitazioni alla libertà personale di una persona e non esiste che le violenze vengano legittimate per questo.

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Mi sembra molto triste il fatto che gli uomini facciano tanta fatica a gestire la gelosia verso la propria donna. Gelosia che sfocia in desiderio di possesso e di controllo assoluto, che, se non si riesce a realizzare, genera una grande frustrazione. La violenza e' la punta dell'iceberg di questi rapporti malsani, che vedono la donna come oggetto prima e come vittima dopo.

Credo che ci sia tanta insicurezza dietro al desiderio di affermazione violenta di questi uomini, oltre che, naturalmente, una totale incapacità di gestire le emozioni e gli istinti.

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Mi sembra che un dato rilevante in Italia sia costituito dal fatto

che spesso gli autori del crimine siano ex mariti o ex fidanzati.

 

Certamente può avere un ruolo la riproduzione di modelli di

riferimento nei mass media in cui la donna è funzionalizzata

a dei ruoli precisi ( madre-moglie-oggetto sessuale )

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  • 2 weeks later...
  • 7 months later...

Vorrei segnalarvi QUESTO articolo di Pontifex.

 

Possibile che in un sol colpo gli uomini siano impazziti e che il cervello sia partito? Non lo crediamo. Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano, cadono nell'arroganza.

 

Quante volte vediamo ragazze e anche signore mature circolare per la strada in vestiti provocanti e succinti?

Quanti tradimenti si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre, nei cinema, eccetera?

Potrebbero farne a meno. Costoro provocano gli istinti peggiori e poi si arriva anche alla violenza o all'abuso sessuale.

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Sta cosa dell "femminicidio" è una grandissima cazzata inventata ultimamente per riempire i giornali, non si uccide la donna in quanto tale ma per via di rapporti malati che ci sono ultimamente tra uomo e donna. Di tutti questi omicidi poi vorrei sapere il vero movente che salta fuori solo dopo un bel pò e non quello che si scrive nei primi giorni sui giornali dove c'é tutto e il contrario di tutto.

La colpa è un pò di tutto, dal femminismo degli ultimi tempi alle serie tv/film dove vedi maschi che si struggono peggio delle donne e diventano zerbini, poi quando ci si raffronta con la realtà si capisce che non tutto è rosa e fiori e putroppo succedono queste brutte cose.

Non so intorno a voi, ma intorno a me vedo i ruoli maschio/femmina piuttosto confusi...donne che vogliono fari i maschi, maschi che non hanno le palle, donne che vogliono comandare nella coppia ma vogliono l'uomo sicuro di sé, uomini che vogliono fare gli uomini ma poi lasciano fare tutto alla propria donna. Io ad esempio non riesco a vedere le donne in posizione di manager, ne ho conosciute diverse ed erano tutte perennemente mestruate, acide, cattive...non parliamo poi quando sono un gruppetto...si parlano sempre alle spalle.

Vedi ste ragazze in tv o in giro che si vestono tutte belle, poi quando fai un apprezzamento o ci provi fanno le sostenute o ti danno dello sfigato per la tua sana voglia di figa. Perché non mi venite a dire che se una ragazza si trucca e mette i tacchi e una scollatura lo fa solamente per sé perché è una balla grande quanto l'universo.

I tradimenti ci sono sempre stati sono cose che succedono non c'é niente da fare, poi vabbeh quello che dice Pontifex è allucinante perché se le donne provocano gli uomini se lo possono anche tenere nei pantaloni!

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a riguardo vorrei segnalare che il fatto quotidiano ha pubblicato anche un altro articolo "Pontifex: Femminicidio? Le donne provocano" http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/21/pontifex-femminicidio-donne-provocano/452772/ e fortunatamente anche uno su quello che io non smetto mai di dire ovvero sugli stereotipi e le euristiche che si tramandano nel linguaggio di ogni giorno http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/22/lingua-italiana-e-sessismo-se-parole-rafforzano-ancora-stereotipi/453702

 

i contrari all'ipotesi femminicida sostengono che non sia giusto elevare alcune categorie della popolazione (le donne, o nel nostro caso i gay) a uno status superiore in modo che un eventuale aggressore si becchi una condanna appesantita. quello che sfugge in questo ragionamento, di per sé asciuttamente giusto, è che non ci sarebbe bisogno di erigersi per la tutela di "certe categorie" della popolazione se 1) le denunce per stalking si concretizzassero davvero in qualcosa e quindi fosse possibile proteggere per tempo la donna molestata e soprattutto 2) se la si piantasse con il buonismo del reato d'opinione e si accettasse che in una società civile offese e abusi verbali o fisici contro il mondo lgbt devono essere sanzionati duramente. quando queste due cose esisteranno e, soprattutto, entreranno nello schema mentale di anche l'ultimo dei cittadini, allora non ci sarà più bisogno di trincerarsi dietro lo status di "categoria protetta" (e del resto, in naturale, le categorie protette rappresentano gli animali minacciati nel proprio habitat e in via d'estinzione)

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Il problema è che ci sono alcune donne, e voglio sperare poche che denunciano di essere state molestate o stuprate ma poi si scopre che le cose a tre o le varie feste non solo era cosenziente ma pure le cercava. Sono cose succede neanche troppo tempo fa, non gliene si può fare più di tanto una colpa se non a questo modo di fare in Italia dove si fa ma non si dice per non "rovinare" "l'onore" della fanciulla.

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@Kobol

Mi puoi spiegare cosa c'entra questo tuo sfogo con l'oggetto del topic? Più che col femminicidio, mi sembri avere problemi col femminismo.

 

 

Poi praticamente l'unica cosa IT che scrivi è questa:

non si uccide la donna in quanto tale ma per via di rapporti malati che ci sono ultimamente tra uomo e donna.

Che capisco ancora meno di tutto il resto che scrivi. Se parliamo di uomini che uccidono le donne e la causa è che ci sono "rapporti malati" tra uomo e donna, ne deriva che il fatto che la vittima sia donna c'entra eccome, no?

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Intendevo dire che si da sempre la colpa al fatto che era una donna ma olte a quello che dicono i giornali, non sempre attendibili, non sappiamo nient'altro. Ci potrebbero essere motivi completamente diversi. Se mi scrivi che in sto anno sono state ammazzate 150donne per me è un numero solamente oggettivo, il fatto che ci abbiano messo il "femminicidio" è una cosa messa arbitrariamente.

Edited by Loup-garou
Eliminato quote del post precedente
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Le parole di kobol mi ricordano tanto la scandalosa sentenza che anni fa, diminuiva la pena per chi violentava una donna in jeans perchè era impossibile violentarla con essi, se non fosse stata almeno minimamente consenziente.

A kobol ricordo che, se qualsiasi persona, uomo o donna che sia, si presta a giochi sessuali, esiste un codice etico e comportamentale che impone che qualsiasi partecipante possa dichiarare, in qualsiai momento, che non desidera proseguire in questi giochi, e la loro prosecuzione senza il consenso dell'interessato si chiama violenza.

A kobol ricordo anche che nessuno legittima un uomo a violentare una donna ubriaca, discinta, che apparentemente "ci prova".

MI sento profondamente offesa. Sei un troglodita, vai dallo psicologo e cerca di arginare i tuoi traumi, credo che tu abbia avuto una infanzia difficile.

Edited by Cassiopea81
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Intanto mi rifiuto di leggere o commentare qualsiasi zozzeria pubblicata dall' orrido pontifex, per principio

Poi penso che la violenza contro le donne, in varie forme, sia sempre esistita nelle società maschiliste, patriarcali, ieri più di oggi, la differenza, semmai, è che oggi le donne hanno più coraggio nel denunciare rispetto al passato

lo stesso inzia ad accadere anche rispetto alle vittime di omofobia e pedofila

 

Ci sono delle cose che non mi convincono
riguardo all'interpretazione teorica/analitica del fenomeno.

Ci sono però anche delle cose che non vengono sottolineate abbastanza.
C'è un grosso problema di gestione della violenza maschile, molto grosso.
Basterebbe anche solo pensare che in Italia il 95% dei carcerati è maschio.

Quando la ventenne è morta (per aver detto il nome dell'ex nel sesso),
il padre di lei ha detto: "Consegnatemelo che lo ammazzo".
Prontissimo a reagire in modo "passionale", ignaro di appartenere
alla stessa razza di uomini che ha ucciso sua figlia.

La cosa che mi disgusta è che le donne non stanno a queste regole
e quindi diventano sempre vittime.

Non capisco a quali regole dovrebbero stare le donne per non diventare vittime

Edited by Loup-garou
Unito post doppio
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@prefy,

anche io rileggendo non avevo capito bene il senso :)

 

Un tizio uccide la fidanzata che lo lascia

e il padre della ragazza dice "Datemelo che lo ammazzo".

Molti maschi hanno questo "codice della violenza"

che finché è "interno" a loro mi fa un po' l'effetto

dei mafiosi che si uccidono per faida tra loro.

 

Le donne però sono perlopiù estranee a questo codice di sangue.

Non ci sono mamme che vanno ad assassinare lo stupratore della figlia.

Quindi in questo "gioco" - se le donne recitano una parte - è sempre quella di vittime.

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Le parole di kobol mi ricordano tanto la scandalosa sentenza che anni fa, diminuiva la pena per chi violentava una donna in jeans perchè era impossibile violentarla con essi, se non fosse stata almeno minimamente consenziente.

Mi ricordo di quella sentenza, e difatti mi pare una cavolata...sarebbe interessante però leggerla quella senteza così magari da capirci meglio :)

A kobol ricordo che, se qualsiasi persona, uomo o donna che sia, si presta a giochi sessuali, esiste un codice etico e comportamentale che impone che qualsiasi partecipante possa dichiarare, in qualsiai momento, che non desidera proseguire in questi giochi, e la loro prosecuzione senza il consenso dell'interessato si chiama violenza.

Cosa che sò benissimo mia cara ;)

A kobol ricordo anche che nessuno legittima un uomo a violentare una donna ubriaca, discinta, che apparentemente "ci prova".

Ma ci mancherebbe

MI sento profondamente offesa. Sei un troglodita, vai dallo psicologo e cerca di arginare i tuoi traumi, credo che tu abbia avuto una infanzia difficile.

Io invece mi sentirei profondamente offeso da te invece che mi dai del troglodita per cose che non ho mai asserito, potevi invece argomentare i vari punti da me scritti e ne sarebbe potuta venire una discussione interessante.

Cercare anche di andare sul personale e puntare sui vari traumi che io potrei aver avuto non solo è di una bassezza infinita ma molto immaturo vista la tua età, tenendo anche a mente che qui dentro di persone con infazie difficile ce ne potrebbero essere tante

Ah ultima cosa ma non ultima...io sono in terapia da circa due anni e ho potuto fare un lavoro su me stesso e su ciò che ci circonda, ti ringrazio comunque del tuo consiglio ;)

 

Buon Natale!

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Buon Natale caro anche a te!! A me non iporta cosa hai asserito, dai tuoi post è evidente, nel tono, una certa misoginia.

 

PS: ti posso chiedere scusa per i toni che ho usato, ma non certo riguardo ai contenuti che tu hai espresso.

Edited by Cassiopea81
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Buon Natale caro anche a te!! A me non iporta cosa hai asserito, dai tuoi post è evidente, nel tono, una certa misoginia.

 

PS: ti posso chiedere scusa per i toni che ho usato, ma non certo riguardo ai contenuti che tu hai espresso.

 

Aaaaaah per cui tu leggi tra le righe, bene non sarò molto bravo nel scrivere quello che penso ma tengo comunque a scrivere seza tanti giramenti non ne sarei neanche capace, a scuola prendevo sempre 6 nei temi :/

 

Su wikipedia sono andato a leggermi la definizione di misogino per capire bene e ho letto questo:

 

Il termine misoginia (dal greco μισεω miseo, io odio e γυνη gyne, donna) indica l'odio o l'avversione nei confronti delle donne - generalmente da parte di uomini, più raramente da parte di donne.

In ragione di questa specifica delimitazione della categoria umana oggetto di avversione si distingue dalla misantropia e costituisce il concetto speculare e contrapposto della misandria.

Spesso è usato come sinonimo o rafforzativo di maschilismo; i due concetti sono in realtà differenti considerando la misoginia come un atteggiamento individuale e il maschilismo (da quale la misoginia può, in alcuni casi, derivare) come un atteggiamento culturale, non necessariamente accompagnato da odio, manifestatosi nel recente passato, che considerava gli uomini superiori alle donne ed a cui pertanto venne attribuito il significato di essere una convinzione preconcetta, come anche il razzismo, dannosa per il genere femminile.

Esistono forme di misoginia rilevate anche in alcuni comportamenti femminili (ossia da donna nei confronti di altra donna), soprattutto nel passato, ma anche in tempi più attuali, le ragioni possono essere di svariata natura: esperienze personali forti, vissute nel rapporto con altre donne, aspetti culturali propri, o tramandati dai propri avi, rivalità insite in ambiti familiari e sociali, il modo in cui si vive la competizione, sul piano passionale o anche nel contesto lavorativo.

La misoginia è diretta verso le donne considerate come gruppo: un misogino/a può intrattenere comunque delle relazioni affettuose di amicizia e amorevoli con singole donne; di converso, avere relazioni negative con un gran numero di donne prese singolarmente, non significa necessariamente essere misogini/e.

 

Successivamente ho letto questo:

 

Esistono diverse forme di misoginia: nella sua espressione più deteriore, la misoginia porterà la persona ad odiare apertamente le donne per il solo fatto di essere tali. Alcuni maniaci sessuali rientrano in tale categoria.

Altre forme di misoginia sono diverse; alcuni misogini hanno "semplicemente" dei pregiudizi contro tutte le donne, ad esempio le relegano alla cura degli affari domestici, al silenzio al momento delle decisioni o ritengono addirittura che sia lecito picchiarle.

Altri invece possono odiare quelle che rientrano in categorie che ritengono inaccettabili, ad esempio le prostitute, le lesbiche o quelle che hanno raggiunto una più alta posizione sociale.

Alcune teorie sociologiche individuano nella dicotomia "madre"/"prostituta" la causa della misoginia: il misogino ritiene che le donne possano essere esclusivamente o "madri" o "prostitute". Una variante è la dicotomia "immacolata"/"prostituta", in cui le donne che non corrispondono perfettamente a requisiti di moralità impeccabile, peraltro mai raggiungibili perché puramente ideali, ricadono necessariamente nella seconda categoria.

La forma di misoginia più spinta si manifesta come odio completo verso le donne, viste non come esseri utili solo per la procreazione (come avviene nella forma più diffusa di misoginia) ma addirittura come "nemici dell'uomo". Questa tipologia di misoginia, che trova un suo analogo atteggiamento anche in molti aspetti di quella misandria femminista che vuol dipingere l'uomo come "nemico della donna", è essenzialmente sesso-fobica e latentemente omosessuale; possono esservi inclusi personaggi quali Jack lo squartatore, Giacomo I e molti inquisitori. In questo caso i donnaioli non vengono elogiati ma ritenuti traditori del proprio sesso.

Alcune forme gravi di misoginia confluite in casi di omicidi seriali (serial killer) sono stati rilevati anche da parte di donne nei confroni di altre donne, un esempio molto significativo è quello afferente a Leonarda Cianciulli detta la "saponificatrice" che nel corso della propria "serie" di omicidi perpetrata, uccise solo donne, e la misoginia di cui soffriva, sostanzialmente dovuta alle angherie subite dalla madre in tenera età e alla maledizione da questa auguratale in punto di morte (numerosi aborti spontanei, che poi si verificarono realmente), oltre che alla propria superstizione, è abbondantemente descritta nei numerosi libri pubblicati [1], tra cui il memoriale autobiografico scritto da lei stessa "Le confessioni di un'anima amareggiata", tema ripreso anche dal film: Gran bollito di Mauro Bolognini (1977) ispirato alle vicende della donna.[2]

Normalmente il termine "misogino" è utilizzato per la sua forma meno grave, ma sempre con un connotato di condanna, ad indicare colui che ha una visione tale delle donne che le degrada. In alcuni casi il sessismo dipende dal punto di vista; ad esempio, un uomo definito latin lover può essere considerato un misogino se il suo atteggiamento viene letto come quello di un uomo interessato esclusivamente alla sfera sessuale che considera le donne dei meri oggetti la cui utilità consiste unicamente nell'essere usate per il suo piacere. Una interpretazione più favorevole sottolinea invece il fascino e la disponibilità a gratificare ed apprezzare la compagnia delle donne del suo archetipo letterario, il Don Giovanni famoso per le numerose conquiste.

 

E, sinceramente continuo a non capire cosa c'entri con quello che ho scritto sopra, mi farebbe piacere in cosa tu ci hai visto della misoginia così, come ti ho già chiesto, avviare una discussione che spero sia proficua :)

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don piero corsi:

"cosa prova quando lei vede una donna nuda ? quali sentimenti prova ? quali reazioni prova ? non so se è un frocio anche lei o meno

non è violenza da parte della donna mostrarsi in quel modo li ?"

http://video.corriere.it/lettera-choc-femminicidio-don-corsi-gr2/de6bf2fc-4f60-11e2-928c-8cc85a40346e

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quel prete dovrebbe vergognarsi di portare la toga sacerdotale, non ci sono altri commenti. Come ha detto la telecronista del tg4 "commentare le sue azioni vorrebbe dire dare troppo peso ad una persona che non merita di essere presa in considerazione".

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Mi rendo conto che le opinioni... ehm, poco moderne... di alcuni utenti possono far girare le scatole, ma evitiamo di ricorrere agli insulti e di sviare questa discussione su vicende personali.
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Mi rendo conto che le opinioni... ehm, poco moderne... di alcuni utenti possono far girare le scatole, ma evitiamo di ricorrere agli insulti e di sviare questa discussione su vicende personali.

 

Poco moderne ma nessuno si è sognato di rispondermi e argomentare...ma comunque non sono mica offeso :)

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Il problema è che ci sono alcune donne, e voglio sperare poche che denunciano di essere state molestate o stuprate ma poi si scopre che le cose a tre o le varie feste non solo era cosenziente ma pure le cercava. Sono cose succede neanche troppo tempo fa, non gliene si può fare più di tanto una colpa se non a questo modo di fare in Italia dove si fa ma non si dice per non "rovinare" "l'onore" della fanciulla.

 

Di sicuro non manca chi denuncia un tentativo di stupro per evitare noie di carattere "morale" (e di questo dobbiamo ringraziare i retaggi culturali), ma non vedo perché ciò dovrebbe minimizzare il fenomeno o sminuire la veridicità di chi invece ha subito violenze non essendo consenziente.

Tra l'altro:

 

- Per "violenze" si intende un campionario abbastanza ampio di azioni atte a minare o intaccare la sicurezza di una persona, in ambito fisico come psicologico, quindi gli stupri sono un esempio tra i tanti.

- Non vedo come tu possa affermare che "poi si scopre che le cose a tre o le varie feste non solo era consenziente ma pure la cercava [...]". Giudichi in base ai dettagli riportati dagli articoli? Conosci le vittime? Nel primo caso allora non capirei la tua posizione in relazione al dire che i giornali sono poco attendibili:

 


Intendevo dire che si da sempre la colpa al fatto che era una donna ma olte a quello che dicono i giornali, non sempre attendibili, non sappiamo nient'altro. Ci potrebbero essere motivi completamente diversi. Se mi scrivi che in sto anno sono state ammazzate 150donne per me è un numero solamente oggettivo, il fatto che ci abbiano messo il "femminicidio" è una cosa messa arbitrariamente.

 

Ammesso e non concesso che i giornali siano poco affidabili, ti ricordo che esistono i dati pubblicati in merito - perché vengono rilevati dei centri antiviolenza o le linee "rosa", sai com'è - e che più o meno 10.000.000 di donne in Italia (lo riporto in cifre, perché altrimenti non rende l'idea) hanno subito violenze, di varia natura; buona parte di loro non le ha denunciate alle autorità competenti, per non parlare poi di chi continua a subirle in virtù del "ma no, in realtà sono io ad avere sbagliato/lui esagera ma mi ama".
 

In uno dei precedenti post hai affermato che secondo te il "femminicidio" è una gran cazzata, inventata e buttata lì anche in quei casi dove esistono motivi differenti da quelli riportati dai giornali.

Ora: non ho la più pallida idea di quale sia il fondamento di questo tuo scetticismo (curioso poi, dato che parli delle serie TV in quanto tali da influenzare sulla confusione dei ruoli), ma ti posso dire che mi sembra che sia tu il primo a non argomentare.

E' facile dire che può non essere vero quanto viene scritto sui giornali o che la colpa è del femminismo, ma poi a conti fatti qual è la tua esperienza e quali sono le basi che utilizzi per confutare la presenza di un fenomeno?

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