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Abbiamo il diritto di fare CO?


Patroclo

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ma..ma...ma il pezzo più bello l'hai saltato di là!!!!xD menomale che faccio sti controlli incrociati!! comunque non è la frase di tuo papà che è adorabile, è proprio tuo papà!!! fantastico!! :)) e anche tua mamma considerando sms e sorrisi è già sulla buona strada!! evvaaaaaaaaaiiiiiiiiiii!!!!!!

Va bè, ma se vi scrivo tutto, poi che racconto quando ci vediamo?!?! >_<

Comunque a pranzo se n'è ancora parlato, ma molto tranquillamente, quasi scherzandoci su. Sono allibito dalla velocità con cui la cosa è entrata nella (quasi) normalità. Forse perchè non è stata affatto una sorpresa. Si vedrà quando sarà il momento di passi successivi... ma per quelli c'è tempo. Ben avessi una GiorgiA invece che un GiorgiO, per certe cose farei scorrere un fiume di mesi!!!

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Che bello! Ecco la prova che hai fatto benissimo a parlare loro! Considerando anche il fatto che già lo avevano capito, almeno ne possono parlare apertamente con te e non stare a farsi mille pensieri, dubbi e paranoie ...

 

madre: "Ma allora lui è l'uomo e tu la donna?"

 

AHAH! Quante volte ho sentito questa domanda! E ho sempre risposto: "Se siamo gay è perchè siamo due uomini!" :D

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E' ciò che ho risposto io: "Non esistono distinzioni nel senso tradizionale del termine!" aggiungendo: "Anche da un punto di vista sessuale!"

Edited by Casper
Rimozione citazione post precedente
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Questa cosa non ha età, voglio dire è perenne. Il mio medico, con cui avevo un rapporto molto stretto, di amicizia, anni fa visitò il mio compagno, che gli avevo raccomandato. Quando ci rivedemmo mi chiese: chi è l'uomo, chi la donna? Il mio medico era una donna. Mi sembra che siano le donne forse ancor più degli uomini ossessionate da questa domanda, in quanto guardiane (come madri, soprattutto) della "retta" suddivisione dei ruoli. Ora un guardiano è dipendente dal padrone, quindi ancora meno lbero di trasgredire alla visione eteronormativa.

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Per la mia personale esperienza, i ragazzi mi fanno questa domanda terrorizzati dal fatto che io possa essere il passivo della coppia (sembra che provino dolore mentre lo chiedono :D )

Le donne sono interessate a questioni tipo: chi guida la macchina? chi paga il conto? chi cucina? chi stira?

 

Ormai mi diverto un sacco ...

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Complimenti Patroclo!!!! Bellissimo CO e fantastici genitori :D!!! Hai fatto proprio bene a fare di testa tua :ok:

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Secondo me la domanda è al contrario: gli altri hanno il diritto del nostro coming out? Se lo meritano?

Sicuramente a volte il coming out è un vantaggio anche per noi (uno dei periodi più belli della mia vita è stato tale proprio grazie al coming out) ma in TUTTI i casi secondo me il coming out è soprattutto una dimostrazione di tenere alle persone con cui ti apri, di fiducia e importanza... Tu hai tutto il diritto di far conoscere te stesso alle persone che ti stanno a cuore, non farti venire sensi di colpa... se ci dovessero essere dei problemi la colpa non è assolutamente tua!

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il coming out è soprattutto una dimostrazione di tenere alle persone con cui ti apri, di fiducia e importanza

 

Secondo me non è questo. Non faccio CO perché gli altri se lo meritano o meno. Lo faccio perché penso di meritare di vivere una vita senza preoccuparmi di nascondere una parte importante di me.

Per questo, all'inizio dei miei CO, mi arrabbiavo un po' se i miei amici più stretti mi dicevano che lo stavo facendo con troppe persone (dato che lo stavo dicendo sia agli amici stretti sia ad amici che magari frequento poco e non sento così spesso). Perché secondo me non capivano il mio punto di vista. Ci sono persone che vedono il CO come un qualcosa di intimo. Io l'ho sempre vissuto invece come un atto di liberazione e di affermazione di me.

E non volevo nemmeno che le persone che ricevevano il mio CO lo sentissero come un mio atto di fiducia nei loro confronti. Perché non gli stavo rivelando un segreto che volevo custodissero. Se glielo dicevo non era perché: "di te si che mi posso fidare" ma perché volevo che conoscessero questo lato di me per me fondamentale. E se non lo avessero compreso, beh, cavoli loro.

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Psicologo83

ho letto la tua storia ed in alcuni passi mi sono quasi commosso! sei davvero fortunato, questo momento con i tuoi genitori resterà per sempre nel tuo cuore! la cosa più bella sarà quando frequenterai la tua famiglia con il tuo ragazzo...

 

per quanto riguarda il discorso iniziale del diritto di fare coming out, beh credo che sia giusto fare coming out con la famiglia e con gli amici più stretti, perché le persone che ci amano e che amiamo hanno il diritto di conoscere una parte importante di noi come l'orientamento affettivo, ma il voler per forza parlare a tutti di noi credo sia una forzatura. non dico che bisogna censurarsi o nascondersi al mondo, quanto piuttosto non trovo il senso pratico di dirlo a tutti. d'altronde quando conosco qualcuno non mi dice "sai sono eterosessuale ed è giusto che lo sapessi".

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Si ma se conosci qualcuno di nuovo, magari un giorno poi capita che esci con questo qualcuno e il tuo ragazzo viene con te. E glielo presenti come tale (anche questo per me è un CO). Perché se glielo presenti come amico perché non sono fatti suoi della tua vita privata, per me questo è nascondersi.

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Psicologo83

ci sono situazioni in cui purtroppo ancora non è concesso fare coming out. è non è una questione di nostra incapacità o debolezza morale ma quanto piuttosto parlarne potrebbe danneggiarci o danneggiare chi amiamo.

 

per esempio, il tuo datore di lavoro è notoriamente omofobo, tra due settimane ti scade il contratto e speri in un rinnovo, sarebbe meglio non dirlo, giusto?

per esempio, tua nonna 85enne ti invita a pranzo domenica, tu porti la tua ragazza, sai che tua nonna è molto tradizionalista, sarebbe meglio non dirlo, giusto?

per esempio, tua madre accetta ciò che sei e ti vuole bene, ma ti chiede di non parlare di ciò che sei ad alcune persone della famiglia (che ne so, zii lontani, cugini, ecc..) perché questo la farebbe soffrire o la metterebbe in una posizione difficile, sarebbe meglio non dirlo, giusto?

 

potrei andare avanti con altri esempi, ma purtroppo la società è questa ed omettere certe informazioni con alcune persone non è nascondersi, ma piuttosto segno di una flessibilità mentale che gli omosessuali devono avere per vivere in un mondo "su misura" per gli etero.

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Forse alla fine c'entra anche il coraggio e la forza... io ammiro chi riesce a fare coming out incondizionatamente e riconosco anche che sta aiutando anche me comportandosi così, ma non tutti riescono a gestire una vita così. Penso che fare coming out sia indispensabile con le persone a cui si tiene davvero, ma io sento il bisogno solo verso di loro e penso che con gli altri il gioco non valga la candela... comunque considerate che spesso le persone con cui non mi sento di fare coming out finisco per sciaquarmele dalle balle e a dargli il largo... fingere non mi piace e cerco di farlo il meno possibile

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Fantastico...sono contento per te Patroclo..che invidia..io non ho proprio questo coraggio, e temo anche la reazione dei miei genitori. Adesso sei un uomo libero, complimentoniiii.... :D

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per esempio, il tuo datore di lavoro è notoriamente omofobo, tra due settimane ti scade il contratto e speri in un rinnovo, sarebbe meglio non dirlo, giusto? per esempio, tua nonna 85enne ti invita a pranzo domenica, tu porti la tua ragazza, sai che tua nonna è molto tradizionalista, sarebbe meglio non dirlo, giusto? per esempio, tua madre accetta ciò che sei e ti vuole bene, ma ti chiede di non parlare di ciò che sei ad alcune persone della famiglia (che ne so, zii lontani, cugini, ecc..) perché questo la farebbe soffrire o la metterebbe in una posizione difficile, sarebbe meglio non dirlo, giusto?

 

Immagina di essere etero e sostuisci "la mia ragazza di colore"

e pensa a degli esempi con datori di lavoro notoriamente razzisti

o nonne tradizionalisti o mamme che si vergognano che tu stia con una "negra".

Non ti fa un altro effetto?

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Psicologo83

Mi fa lo stesso effetto. Stessa situazione ma da leggere in contesti diversi. Oggi il tuo esempio ci sembra assurdo e terrificante, ma fino a qualche decennio fa la situazione era così. Purtroppo le discriminazioni ci sono sempre state. Le persone di colore, chi professa un'altra religione, i disabili, i malati di mente. Su molte questioni umane le società si sono progredite notevolmente. Sulla questione omosessualità siamo ancora work in progress. E non c'è nulla di male nel voler preservare se stessi e chi si ama da ingiustizie e pregiudizi sociali.

Edited by Casper
Rimozione citazione post precedente
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Esattamente ciò che ho risposto io: "Non esistono distinzioni nel senso tradizionale del termine!" aggiungendo: "Anche da un punto di vista sessuale!"

 

qualche tempo fa ne lessi una geniale:

chiedere a due uomini chi tra loro fa l'uomo e chi la donna, è come andare in un ristorante cinese e chiedere quale delle due bacchette è il coltello.

 

detto ciò, sei felice, che altro ti serve?

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Abbiamo una visione molto diversa

di come si migliora una società, per lo meno.

Le società progrediscono perché qualcuno smette

di preoccuparsi della nonna e dei vicini di casa.

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Psicologo83

Le società possono progredire in molti modi. A volte serve la spada, a volte la parola, a volte è utile anche il silenzio.

Edited by Casper
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Neanche ci sono arrivato a parlare di spade...

ma hai qualche esempio di diritti ottenuti col silenzio?

 

A cosa serve chiedere il matrimonio gay

se basta una vecchia zia per farti annullare la cerimonia?

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Le società possono progredire in molti modi.

 

E ci mancherebbe. Non fosse che lo scenario che tu invochi può esser chiamato in ogni modo, ma progresso proprio no.

Leggo cose allucinanti.

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Immagina di essere etero e sostuisci "la mia ragazza di colore"

e pensa a degli esempi con datori di lavoro notoriamente razzisti

o nonne tradizionalisti o mamme che si vergognano che tu stia con una "negra".

Non ti fa un altro effetto?

 

Pensa che mia mamma una volta mi ha detto che preferirebbe avere un figlio nero che un figlio gay...

E poi fa tanto la magnifica antirazzista... che testa di cazzo...

Anche perché l'ha detto in un tono non tanto lusinghiero nemmeno per i neri, che ipocrita...

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Psicologo83

E ci mancherebbe. Non fosse che lo scenario che tu invochi può esser chiamato in ogni modo, ma progresso proprio no.

Leggo cose allucinanti.

 

Forse dovresti rileggerti il mio primo intervento.

 

Progresso sta secondo me nel fare le cose con intelligenza e modo. Serve solo a noi stessi, sbandierare ovunque e con chiunque la nostra omosessualità come un trofeo. Ma di certo non serve a cambiare le cose e a creare "progresso". Di certo perdere il posto di lavoro (per esempio) solo perchè dobbiamo sempre essere "noi stessi" non serve a nulla.

 

Non sono contrario al coming out, l'ho fatto io stesso anni fa.

 

Ma è innegabile il fatto che ci sono alcuni contesti in cui per preservare noi stessi è preferibile non farlo.

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gianduiotto

L’aria in casa è allegra e un po’ caotica, come sempre.

Questa "normalità" è la cosa più bella.

Sono felice per te :sorriso: .

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"Fidanzarsi" (e figuriamoci "sposarsi") è esattamente

"sbandierare ovunque e con chiunque la propria sessualità".

Sia in famiglia, sia al lavoro, sia coi vicini di casa.

 

Chi non si sente pronto, può benissimo

vivere la propria sessualità in altro modo.

Ci sono le chat, le dark-room e via di seguito.

 

Molti italiani a cui piacciono le donne di colore,

ma che si vergognerebbero a camminare mano nella mano con loro

infatti si rivolgono alla prostituzione.

Ma io non sono per nulla comprensivo verso di loro.

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Psicologo83

Estremizzare rende bene l'idea ma non rispecchia la realtà.

Ti porto il mio esempio: convivo da quasi quattro anni con il mio compagno, siamo una coppia dichiarata in famiglia e con amici. I vicini di casa lo sanno perché lo hanno capito e andiamo d'accordo con tutti. Ma non per questo devo necessariamente dirlo a tutti come un biglietto da visita. E il fatto di non camminare mano nella mano non è solo vergogna per il partner, ma può essere molte cose. Non tutte le coppie etero camminano per strada mano nella mano facendo vedere a tutti di stare insieme. E non per questo si sentono meno coppia o diversi dagli altri. Il ripiego della prostituzione meriterebbe una trattazione a parte.

Edited by Casper
Rimozione citazione post precedente
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Ma perché dici "dirlo a tutti come un biglietto da visita"?

Parlavamo di questo? Non mi sembra.

 

Parlavamo di famiglie che ti chiedono che non si sappia

e tu giustificavi i gay che non lo dicono perché la cosa non sia nota.

Come se due ragazzi che si volessero sposare

potessero accettare che la madre, la nonna o la zia di uno di loro

possa proibire un matrimonio solo per "discrezione".

Che - ammetterai - è un'assurdità.

 

Come sarebbe un'assurdità non sposarsi per paura di non trovare lavoro.

Anzi no, sarebbe anche "normale"; ma molto poco romantica.

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Psicologo83

Io ho semplicemente detto che ci sono alcuni contesti in cui è preferibile non dirlo.

 

No forse non hai letto bene cosa ho scritto.

Io giustificavo i gay che non lo dicevano in quanto in certi contesti è preferibile non dirlo. Ho preso esempio i luoghi di lavoro e i familiari anziani. Con questo ogni storia è sempre diversa, non ho espresso un dogma, ma solo un esempio. Non tutti i luoghi di lavoro sono omofobi e non tutte le nonne, zie, ecc.. sono tradizionaliste. Il mio pensiero era chiaro:

 

Ci sono contesti e persone a cui è preferibile non dire di essere gay per preservare se stessi e le persone che si amano.

 

Non ho giustificato chi si fa rovinare il matrimonio dai parenti per discrezione, sia chiaro. Non capisco poi perché si sia arrivati a parlare di matrimonio.

Edited by Casper
Rimozione citazione post precedente
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Anche il mio esempio era chiaro.

Non puoi farti rovinare la vita da zie e datori di lavoro omofobi.

 

Ho citato il matrimonio perché è il caso più evidente

di come le persone normali rendono pubblica la loro sessualità.

 

Tu dici: "Ogni caso è diverso". Mentre io dico: "No".

I gay dovrebbero rendere pubblica la loro omosessualità

qualcunque sia il contesto in cui vivono (anche se l'Iran lo lasciamo agli eroi)

 

E con "rendere pubblica la loro sessualità"

intendo proprio sposarsi, perché è il matrimonio che rende pubblica

una faccenda normalmente privata come la sessualità.

 

Mancandoci il matrimonio legale, dobbiamo rendere pubblici i nostri fidanzamenti.

 

Se io avessi ascoltato mia madre, non avrei neanche denunciato un'aggressione omofoba.

E se ci fosse il matrimonio, di sicuro non mi avrebbe dato il permesso di sposarmi.

Qual è la soluzione? Fregarsene delle altrui opinioni.

Le cose non cambiano da sole.

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