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Gay e curriculum


R.POST

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L'ho scritto anche in un altro forum gay, ve lo ripropongo.Ho pensato a questo nel momento in cui ho inserito nel curriculum la mia attività presso l'Arcigay alla voce "Altre esperienze / volontariato'' e molti mi hanno consigliato di toglierlo se non volevo avere problemi di assunzione.Naturalmente non gli ho dato ascolto, per me sarebbe impensabile dover glissare su un argomento che comunque fa parte di me, anche perché in ogni caso uscirebbe fuori nel momento in cui si stringono i rapporti con i colleghi.Perciò: quanto e cosa siete disposti a rinunciare pur di non velare o nascondere la vostra omosessualità?

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Personalmente non ritengo di essere tenuto a dichiarare il mio orientamento sessuale. Non si tratta di nascondere, quanto di tutelare la mia privacy.

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Dipende tutto da come uno si sente di relazionarsi col prossimo e dal contesto.

C'è chi è riservato di natura, e volersi presentare come gay sarebbe una forzatura eccessiva rispetto al suo carattere; ed esistono situazioni in cui dirsi gay è del tutto fuori luogo (ad un party di forza nuova).

 

Pretendere che vada detto sempre è stupido quanto pretendere che sia sempre un diritto non dirlo.

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non saprei davvero se nel prossimo curriculum ce lo scriverei; anche perche'non credo sia di interesse di un titolare sapere con chi si va a letto. . .io ho lavorato 4 anni con due colleghi gay tutti sapevano e nessuno sapeva . . .  :rotfl: :rotfl: :rotfl:

E' venuto fuori per caso una mattina in pausa pranzo mentre mangiavamo insieme , una sorta di CO, pero' nessuno di noi aveva sentito il bisogno di dirlo prima , ne tantomeno al titolare . . .poi se lo ritieni necessario perche' no, in certi casi potrebbe sfavorirti , tienine conto. . .

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Dunque, trovo, IMHO, l'ostentazione inutile. Proprio come dicevo altrove, non è né motivo di vanto, né motivo di infamia. Non mi piacerebbe se qualcuno venisse da me dicendomi: "Piacere, sono Piero e sono Etero".

 

Fatti tuoi, insomma, che te devo dì?

 

Però in questo caso si parla di vera e propria attività che può essere aggiunta al curriculum, così come "Ho servito panini alla festa della chiesa". Insomma, so che non tutti lo farebbero, ma questa non è ostentazione, ma pura presa d'atto.

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si ma uno piu' uno a casa mia fa sempre due . . . non pensi che non sia una maniera cammuffata  di dire sono gay ?

se no il volontariato si puo' fare  alla misericordia piuttosto che all'Arcigay. . .  :rotfl: :rotfl: :rotfl:

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88Supremo88

ed esistono situazioni in cui dirsi gay è del tutto fuori luogo (ad un party di forza nuova).

 

Un gay che va ad un party di forza nuova è un gay suicida però! :P :P

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Riguardo al curriculum, non vedo dove sia il problema: si tratta comunque di indicare le attività svolte; se queste poi sono all'Arcigay o alla Biblioteca Vaticana non fa molta differenza. :eek:

(In fondo, se i destinatari del suddetto curriculum sono fortemente anticlericali, non assumerebbero mai qualcuno che rientri nel secondo caso. :P)

 

Io comunque, se lo facessi, ce lo scriverei. E poi, si sa, i curriculum più sono lunghi, meglio è... :P

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dove lavoro io non lo sa nessuno.. ma se un giorno qualcuno me lo dovesse chiedere o viene fuori l'argomento mentre si fa la pausa non mi nascondo per niente..

 

ieri in pausa eravamo io la mia migliore amica che lavora con me e altre due college.. io e la mia amica ci siamo messe a parlare di darkMM (la mia ragazza per chi non lo sapesse ma ormai lo si sa..) ora non so se l'abbiano capito o meno ma a me proprio non interessa.. non so se il mio capo mi licenzierebbe o meno se sapesse il mio orientamento sessuale ma di certo non lo tengo nascosto.. alla fine importa come lavoro e non se sono lesbica o meno..

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Una regola generale che vi consiglio a prescindere da tutto:

I curriculum vanno personalizzati in base all'azienda.

Ci sono esperienza che per qualcuno possono essere punti in più e pre altri penalizzanti!

 

 

Non si tratta di nascondere parti di se stesso ma solo di far vedere agli altri quello che vogliono vedere per farci piacere e farci assumere!

 

 

ad esempio nei cv che ho mandato all'estero ho scritto che partecipo con gruppi di fansub per tradurre episodi di telefilm per i fan. in molti cv italiani non l'ho scritto e ho preferito tirarlo fuori dopo al colloquio se servivano prove della mia conoscenza dell'inglese.

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è questo il punto.

 

mi pare un'ipocrisia bella e buona nascondersi dietro al "eh ma è una cosa privata" pur di non dire niente di sé stessi. tanto prima o poi l'argomento esce fuori, c'è poco da fare, se vivete a contatto con i colleghi 8 ore al giorno è chiaro che prima o poi i rapporti si stringano e che prima o poi si interesseranno alla vostra vita privata.

 

che si fa, si glissa sull'argomento? o meglio, ci si nasconde unendosi alla schiera dei velati? tanto vale scriverlo sul curriculum (del resto è un'attività di volontariato) così che si faccia subito una cernita di quelli che hanno problemi o meno. meglio saperlo subito.

 

edito, ho letto ora il msg di Falcon82:

 

I curriculum vanno personalizzati in base all'azienda.

Ci sono esperienza che per qualcuno possono essere punti in più e pre altri penalizzanti

 

sono d'accordo infatti a seconda della società cui si rivolge si specificheranno o meno determinate qualità. il punto è che la propria omosessualità prescinde il lavoro, è una cosa che dura 24 ore al giorno per 365 giorni all'anno. per me è davvero impensabile velarla, almeno da bravo idealista attivista 21enne quale sono non lo farei mai.

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tanto vale scriverlo sul curriculum (del resto è un'attività di volontariato) così che si faccia subito una cernita di quelli che hanno problemi o meno. meglio saperlo subito.

Ho letto solo ora questo topic e volevo esprimere esattamente questo pensiero :P Esiste, purtroppo, la gente che ti licenzia perché scopre che sei gay, quindi meglio mettere le cose in chiaro da subito, così almeno sei certo che sono persone che non hanno niente contro i gay, e che se ti dovessero licenziare, il motivo sarà un altro...

Io non mentirei mai sulla mia omosessualità solo per tenermi un posto di lavoro, non l'ho mai fatto e spero di non esservi mai costretta, perché non riesco proprio a immaginare di dovermi reprimere o glissare ogni volta che qualcuno (perché succede e sfido chiunque a dire il contrario, anche solo quando si fanno 4 chiacchiere nei momenti di pausa) mi fa domande sulle mie attività extralavorative o la mia vita sentimentale.

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Io non mentirei mai sulla mia omosessualità solo per tenermi un posto di lavoro, [...] ogni volta che qualcuno [...] mi fa domande sulle mie attività extralavorative o la mia vita sentimentale.

 

sulle domande sulla mia vita fuori da lavoro.. sono solo fatti miei..

 

EDIT: Snellisco i quote dove è possibile :love:

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Siamo d'accordo, ma se il discorso ci cade (e prima o poi ci cade, è inevitabile) che fai? Fai lo gnorri "perché sono solo fatti miei?"

Così l'unico risultato è passare per l'antipaticae la snob della situazione.

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assolutamente no.. dipende dalle domande se sono intime cambio discorso.. capita spesso che con la mia migliore amica che lavora con me si parli della mia ragazza a voce alta. credo che molti ormai abbiano capito..

 

EDIT: Come sopra.

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In effetti ci stiamo muovendo su due fronti diversi: dirlo o non dirlo in sede di "assunzione" e poi dirlo o non dirlo sul lavoro in generale.

 

Per i curriculum io sono d'accordo con Falcon: ogni curriculum va aggiustato in base alla finalità. Non si tratta solo dell'essere gay o del fare attivismo-volontariato di matrice gay (che, comunque, sono due cose diverse e non si coimplicano!) ma di qualsiasi altro aspetto personale o professionale che si vuole i selezionatori sappiano o non sappiano.

 

(Io ho ufficialmente debuttato nel 2002 in Svizzera, ma la verità è che l'anno prima avevo fatto un altro spettacolo in uno schifoso teatrucolo di Torino pieno di gente disonesta: ovviamente nel mio curriculm non c'è traccia di tutto questo!!!)

 

Quanto a dirlo sul lavoro in generale, sono molto comprensivo verso chi purtroppo è costretto a nascondersi per non mettere a rischio il proprio posto. D'altra parte non vedo la necessità di dirlo a tutti i costi facendo dichiarazioni sensazionali e provocatorie. Il mio quadro ideale è quello in cui la cosa viene fuori da sé col tempo, tranquillamente, ad esempio chiacchierando con i colleghi, senza eccedere né in timori né in clamori. Un po' come - per fortuna - accade nel mio ambiente, il mondo dello spettacolo, o in altri (ad esempio la moda) dove la percentuale di omosessuali è così alta che appare già come una cosa assolutamente normale. Purtroppo non è così ovunque.

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Io penso che bisogna dirlo sempre, dobbiamo essere orgogliosi di essere gay! non ci vogliono, peggio per loro! è reato discriminare in base all'orientamento sessuale. Non vedo poi il problema, io l'ho detto a tutti quelli che conosco adesso vivo sereno la mia vita senza patemi e nascondimenti che prima mi assillavano.

Se voi colente continuare a vivere nel dico e non dico, liberi di farlo ma quella non è vita -_-

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è reato discriminare in base all'orientamento sessuale.

 

è reato, vero, e allora perchè dargli la possibilità di farlo in modo "legale"?

mi spiego meglio, tu gli scrivi che sei dell'arcigay (ovvero gli scrivi che sei gay!) quindi gli spiattelli senza che nessuno te l'abbia chiesto la tua vita privata e gli dai la possibilità di non assumerti a priori senza doverti dare spiegazioni...

Insomma sono problemi loro fino ad un certo punto,  ma quello che non ottiene il posto di lavoro sei tu, e magari solo perchè chi si occupa della selezione preferisce qualcuno di più riservato o magari è omofobo...

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Preferisco non lavorare in una azienda che fa dell'omofobia una politica, quanto alla persona addetta alla selezione del personale in caso di discriminazioni ci si può sempre rivolgere ad un legale presso le sezioni dell'arcigay. -_-

 

EDIT: C.s.

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Difficile dire se fanno discriminazione all'assunzione, possono tirarti fuori minimo altri 10 motivi per cui non ti hanno assunto.

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con questa storia dei contratti a tempo determinato possono farti fuori in qualunque momento per l'omosessualità manifesta o meno. allora che si fa, si tace? mah.

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NorwegianWood

Condivido il discorso di principio di Hamlet e ammiro la sua capacità di attenersi a esso senza deroghe. -_-

Credo, però, che vada preso come un discorso anche personale, nel senso che ci sono persone che, come lui (e sono più di quanto si creda), preferiscono una ricerca del lavoro più ardua piuttosto che venir meno a delle convinzioni sacrosante.

Tuttavia, ci sono altre persone (e queste non le possiamo giudicare, né bene né male) che non se la sentono di rischiare, che devono mandare avanti baracca e burattini e quindi, purtroppo, sono costrette a dire sì, magari a denti stretti.

Esistono tanti fattori che possono spingere un possibile lavoratore a dichiararsi o meno; tra questi c'è anche l'opportunità di farlo - l'opportunismo, invece, è un altra cosa.

Insomma, un minimo di calcolo e buon senso nel gestire la propria vita non guasta. Questo, ovviamente, senza arrivare al punto di tradire o addirittura rinnegare se stessi. Il confine è sottile, me ne rendo conto, ma credo che l'intervento di Yrian sia illuminante. Chi non l'avesse letto, gli dia un'occhiata :kiss:

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Hamlet, non sono d'accordo con te.

 

Premetto - caso mai tu non lo sappia - che qui nel Forum io sono uno degli attivisti più "arrabbiati": proprio ieri ho dato dei "codardi" a quelli che non vanno ai Pride con delle scuse

 

Detto questo... un conto è la "codardia", un conto è la "prudenza".

 

Mettiti nei panni di chi che ha BISOGNO di lavorare e non può rischiare di perdere il posto in base a discriminazioni (sì ingiuste e illegali ma pur sempre reali).

Mettiti nei panni di chi sa in partenza che la propria famiglia o la propria classe o il proprio paese non lo accetteranno mai e che proclamandosi gay rischiasse di essere cacciato di casa e magari maltrattato per strada... Per esempio un gay minorenne che viva a Sannicandro Garganico... Io costoro non mi sento di chiamarli vigliacchi.

 

Per fortuna la lotta contro le discriminazioni di GLBT è molto avanti e può permettersi di fare a meno di quelle persone che PER CAUSE OGGETTIVE DI SOPRAVVIVENZA (e non per scuse fintamente ideologiche!) non possono scendere in campo.

 

Io, adulto sereno e libero, che vive in una grande città dalla mentalità aperta, a cinquecento chilometri dalla propria famiglia, che lavora in un ambiente nel quale per tradizione sono quasi tutti gay, e che può fare l'attivista senza alcun timore, sinceramente non me la sento di biasimare chi è meno fortunato di me e chiedergli di fare il martire a tutti i costi sacrificando il proprio posto di lavoro o la propria tranquillità domestica.

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Ti sbagli in un punto, io sono stato cacciato di casa!

 

EDIT: Hamlet, ho tolto la citazione perché il tuo post viene subito dopo quello di Yrian perciò è facile intuire che stai rispondendo a lui -_-

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E ti ammiro molto per la tua forza d'animo. Anche io ho una storia simile alla tua: di casa sono praticamente scappato. Però non puoi biasimare tutti quelli che non fanno lo stesso, non credi?

 

 

 

(Piccolo rimprovero che non c'entra niente con la discussione: ricordo a te e a tutti gli altri che non si dovrebbe appesantire il Forum facendo citazioni lunghissime, specie se poi ci si limita a rispondere solo con poche parole. Il quoting andrebbe usato solo se necessario davvero. Grazie!)

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