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Ennesima tragedia del degrado, morti in un incendio 4 fratellini


Frattaglia

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Ben non credo che nessuno si metterà a dire a Sissy che è bugiarda (e ci mancherebbe :sisi:!) ma un episodio non significa molto.

Si, soprattutto se quasi tutti questi episodi sono legati allo stesso tipo che ancora non è stato messo in carcere.

Ma considerando che i nostri politici si fanno la propaganda elettorale sulla sicurezza e successivamente tagliano ancora di più i fondi delle forze di polizia... Il discorso sociale mi sembra ben più complesso di come lo si vede. Ma è evidente che la maniera più semplice è far finta di non vederli, i problemi.

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Quando ognuno di noi casualmente è stato spettatore di numerosi eventi criminosi compiuti da nomadi, spettatore di vite vissute di espedienti e al limite della legalità, di sfruttamento sistematico dei minori e degli invalidi usati come schiavi, non si tratta piu' di un singolo episodio.

Non ci prendiamo in giro, la % di criminalità all'interno di questa piccola minoranza è altissima, chiunque abbia vissuto in zone in cui sono presenti i nomadi lo può confermare.

Emblematico l'esempio che ho postato: le fdo hanno ritrovato ben 20 euro rubate all'interno di un campo nomadi, Salone, in cui vivono 700 persone, piu' altra refurtiva.

Se vi sembra un dato allineato alla media nazionale...

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Evidentemente non ci hai mai avuto a che fare, o vivi in zone lontane dai campi.

 

Qui stasera alle 21 c'era già fumo, sono loro che continuano a bruciare cavi rubati...ma d'altra parte chi non brucia cavi in giardino, per ricavarne il rame?

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Vai a Scampia e poi mi dici quante auto rubate ci trovi  :love: Dovremmo quindi concludere che tutti i napoletani o gli abitanti di scampia siano dei ladri camorristi, ivi compresi i neonati e i bambini sotto i 6 anni?  :sisi:

E, anche fosse, che facciamo per risolvere il problema?

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Ma cosa c'entra Frattaglia.

Scampia è un quartiere degradato di una grande città. I rom sono un insieme di comunità in cui le percentuali di crimini sono altissime. Considerando che la causa non è da ricercarsi solo nella povertà e nella miseria, ma probabilmente pure in usanze e tradizioni culturali parecchio lontane dalle nostre, la questione è un bel po' differente.

Non è una generalizzazione. E' prendere atto di una realtà davvero disastrosa.

Leggevo che i giovani rom, specie le ragazze, che vogliono affrancarsi da quelle situazioni subiscono violenze indicibili, e vere e proprie discriminazioni dai loro nuclei familiari.

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Non è un accostamento così tanto campato per aria, Bry.

Chi delinque a Scampia sono gli abitanti del luogo e dei quartieri limitrofi (non tutti, ovvio, però se delinquono lì ci sarà un motivo). E ovviamente, è più facile che diventi un criminale se vivi in una società in cui la sopraffazione e i soldi facili sono lo status symbol. Ergo, diventa anche una questione culturale (soprattutto se poi hai genitori parenti e fratelli camorristi).

 

Ovviamente l'esempio non è totalmente sovrapponibile anche perchè la cultura rom è ancora più diversa dalla nostra rispetto alla cultura che ci può essere in un ambiente "vicino" alla camorra, per non parlare del fatto che i giovani rom avranno comunque meno possibilità di andare a scuola, avere un tetto di mattoni sulla testa eccedera rispetto a quelle che ne potrebbe avere un coetaneo scampiese (o come si chiama).

Però è indubbio che anche in certe zone i livelli di criminalità sono molto alti, eppure la gente non dice (anche se alcuni lo pensano  :sisi:) che i napoletani meritino di morire in un incendio, che almeno è uno di meno.

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Ma è diverso perchè gli abitanti di Scampia non sono tutti i napoletani, e la sub-cultura mafiosa non è legata certo ad una presunta "cultura" etnica (ma semmai ad un insieme di costruzioni sociali "territoriali"). Per i rom il discorso è maledettamente più complesso.

Che poi non bisogna mai generalizzare è ovviamente giusto e hai ragione. Ci sono tanti rom volenterosi di integrarsi e non sarebbe giusto discriminarli soltanto perchè molti di loro delinquono. Però intanto il problema resta.

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[esulo brevemente dal "tema pregnante" del thread]

 

"Ognuno"? Fino ad ora solo tu e Sissy :sisi:

 

Bè vabbè dai,

adesso però non nascondiamo la testa sotto la sabbia

Anche io potrei testimoniare più di una (anzi, numerose) situazioni ai limiti della legalità che hanno visto coinvolti nomadi (rom e sinti)

Non traggo conclusioni al riguardo, ma dire che sia una percentuale ridotta quella di persone che hanno assistito a simili situazioni mi pare poco credibile e mi sembra mirato a minimizzare il problema o la sua percezione

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La microcriminalità forse. Ma parlavamo da un lato del fenomeno della Camorra, la cui genesi non è il degrado (o almeno, non solo quello), e dall'altro dei rom. Il loro stesso "degrado" è il frutto di una certa concezione della società e della vita in generale che è del tutto inconciliabile col nostro modello culturale.

Il che non significa che non possa essere superato. Anzi deve essere superato. E per farlo non dobbiamo dire che possono essere nomadi senza esserlo, che possono vivere in campi, però accessoriati... che possono lavorare senza lavorare, avere servizi gratis pagando le tasse. Non ha senso. O diventano cittadini italiani oppure non lo diventano.

 

Facciamo un po' e un po'.  :sisi:

E laddove non è possibile... non è possibile!

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Il poco invidiabile primato nella propensione etnica al crimine

è appartenuto agli Italiani, dopo gli Irlandesi e prima dei Portoricani

nella storia ciminale degli USA.

 

Un leghista risolverà dicendo che non erano Padani.

 

Un non leghista dirà che certo è esistita una relazione fra Italoamericani

e criminalità, ma non esisteva una propensione etnica degli Italiani al

crimine, perchè come i fatti dimostrano le cose sono cambiate.

 

Lo stesso è verificabile nella storia della recente immigrazione in Italia.

Le statistiche mostrano un cambiamento continuo, il chè dimostra che

i fattori non sono etnici, bensì storici.

 

E' vero invece che le ondate migratorie hanno provocato una rinascenza

di nazionalismo xenofobo a dispetto  del poststrutturalismo ( Foucault

Derrida ) e del multiculturalismo. La curiosità è che in Italia nasce anche

una nuova nazione: la padania....

 

Per quanto riguarda gli zingari di recente immigrazione in Italia

noto che nessuno solleva una curiosità che dovrebbe essere

abbastanza ovvia e naturale.

 

Come vivevano queste persone nell'est europa e nelle società

comuniste? Società notoriamente autoritarie e stataliste...

Come vivono da noi? Chi ha inventato i campi Rom?

 

Dov'è  la storia del fenomeno?

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Il tuo intervento, scusami, na non porta a nessuna conclusione.

E' vero, anche noi siamo emigrati. Quindi? Non è sufficiente argomentare che gli italiani hanno portato la mafia negli States per dire che l'immigrazione può essere pericolosa?

Dirò di più. Gli Italiani sono stati integrati nel giro di un paio di generazioni, con non pochi problemi. Eppure erano di origine europea, di cultura occidentale, di religione cristiana, "bianchi". E invece? A lungo sono stati considerati inferiori ai WASP, "bianchi-negri" e luridi cattolici. Nonostante gli Stati Uniti si siano formati a seguito di ondate migratorie. Nonostante, quindi, la componente migratoria sia connaturata alla stessa storia americana.

 

Noi? Che paragone è con la nostra immigrazione? Da noi nel giro di pochi decenni sono arrivati MILIONI di individui provenienti da ogni continente, con il proprio bagaglio culturale, civile, umano, religioso totalmente opposto, diverso e spesso in antitesi con quello che rappresenta la nostra identità (che non può certo essere definita un'identità "debole").

 

Quindi, se noi in America abbiamo portato le mafie, come si può pretendere che lo stesso problema - ingigantito in maniera esponenziale - non riguardi pure i "nostri" immigrati?

 

Tornando ai rom: la ragione non è etnica, modo gentile di dire razziale, ma essenzialmente culturale. Tutto sta nello stabilire se accettare la loro "cultura" oppure cercare di invogliare un processo evolutivo tra questi gruppi. In caso contrario - e nel caso in cui i numeri non tornino - urgono altre soluzioni. Le espulsioni, in questo senso, non devono essere stigmatizzate in maniera negativa.

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Uso il termine "etnico" non a caso ovviamente.

 

Tanto esiste un razzismo su base biologica, quanto esiste un

razzismo su base culturale. Per comprendere entrambi i fenomeni

si usa il termine "etnia", presupponendosi di fatto che l'unica

integrazione possibile sia l'assimilazione totale della minoranza

con annichilimento di una cultura ritenuta intrinsecamente inferiore

e complessivamente portatrice solo di connotati negativi.

 

Le espulsioni su base etnica sono irrealizzabili, incostituzionali

violano il principio di uguaglianza...già sono discutibili le schedature

di polizia come misura preventiva di sicurezza.

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Allora cosa proponi, il modello francese o il modello inglese? Qual è secondo te la strada giusta per giungere prima al fallimento della fanta-società multirazziale?  :sisi:

Le alternative non sono molte: o convivono più culture in un regime separatista nel rispetto delle differenti etnie - e mi pare logico che l'etnia autoctona venga favorita - o esiste un'unica cultura che "sottomette" le altre. Per questo l'immigrazione di massa è un fenomeno terribile e comunque violento. E' un trauma per ogni civiltà.

E non andrebbe favorito in alcun modo (ma che in un mondo globalizzato, ahimè, sembra essere inarrestabile).

 

Per il resto le espulsioni su base etnica sarebbero giustissime se scaturissero da problemi reali. E la necessità di mettere ordine mi pare sia a questo punto innegabilmente concreta. Se non altro proprio per garantire quei principi costituzionali che, in una Torre di Babele come quella che stanno allestendo in Europa, se ne andranno a farsi fottere beatamente. Senza condom.

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Le alternative non sono molte: o convivono più culture in un regime separatista nel rispetto delle differenti etnie - e mi pare logico che l'etnia autoctona venga favorita - o esiste un'unica cultura che "sottomette" le altre. Per questo l'immigrazione di massa è un fenomeno terribile e comunque violento. E' un trauma per ogni civiltà.

E non andrebbe favorito in alcun modo (ma che in un mondo globalizzato, ahimè, sembra essere inarrestabile).

La prima opzione negli UK non ha funzionato (come ho detto qualche pagina prima, l'ha detto lo stesso Cameron), ed è tra l'altro la stessa che lascerebbe i rom isolati nelle discariche senza fare il minimo tentativo per integrarli. La seconda invece è un po' sul modello cinese, e porta solo a una violenza.

In realtà c'è un modello che non hai preso in considerazione, che poi è lo stesso che adottavano i nostri progenitori romani qualche migliaio di anni fa: la mescolanza delle culture. I popoli conquistati dagli antichi romani avevano alcuni obblighi (tipo, dare la fedeltà all'impero, pagare le tasse, utilizzare il latino come lingua di scambio), però di fatto mantenevano molte delle tradizioni e usanze dei loro paesi, addirittura avevano la libertà di praticare la religione che volessero (almeno finchè questa era inoffensiva per l'ordine costituito).

Poi è ovvio che non era tutto rose e fiori, c'era la schiavitù ecc ecc, però questo modello ha fatto campare l'impero romano per un bel po' di secoli.

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Quel modello reggeva per due ordini di ragione:

 

a. C'era la schiavitù;

b. Si trattava di popoli lontani che venivano assoggetati da Roma, e gradualmente divenivano parte dell'Impero.

 

Oggi è l'esatto contrario.

Inoltre va considerato che proprio quando l'Impero ha perso completamente la sua identità e si è fratturato in realtà complesse e diversificate, è collassato lasciando dietro di sè regni romano-barbarici a occidente e romano-bizantino ad oriente. Purtroppo più culture restano più culture, e nello scontro un'etnia prevale sull'altra. O in termini di assimilazione o in termini di violenza. Per questo l'immigrazione di massa è un pericolo che va combattuto.

E' chiaro che la colpa non ricade sui singoli migranti, a loro volta vittime di questo sistema. D'altronde l'immigrazione di massa non è altro che l'ennesimo sintomo di una malattia chiamata mondialismo.

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Stai parlando con una persona che si sente cittadina del mondo

e a cui piace scoprire di più su culture diverse in maniera da arricchirsi.

Non credo che il tuo discorso attacchi con me  :sisi: (considerando anche che ho in programma di emigrare)

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Guarda mi dispiace che tu lo legga in questi termini. A me piace viaggiare, sono molto curioso per natura, ed amo parecchio le altre culture e civiltà. Ma il mio discorso è appunto volto alla salvaguardia di queste culture: il mondialismo è nemico degli uomini e delle diversità, è la forma più abietta di razzismo e livellamento. Un mondo grigio, senza colori, dove si parla un'unica lingua, e le persone sono tutte uguali.

 

Anche io ho intenzione di andare a vivere da qualche altra parte. Nessuno sano di mente contesta questa possibilità. Ciò che è dannosa, invece, è l'immigrazione di massa.

 

Cittadini del mondo. Siamo tutti cittadini del mondo, ma ciò non autorizza a credere o pretendere che gli uomini rinuncino alle loro identità. Sarebbe mostruoso.

 

Almadel, Venezia non era multietnica, o meglio: essendo un centro di commerci, era un crocevia di varie civiltà diverse. Ma non è certo paragonabile la situazione di Venezia a quella dei paesi europei odierni: noi assistiamo alla venuta - stabile - di milioni di stranieri che vengono da ogni parte del globo. Non è la stessa cosa.

E poi, le leggi dell'epoca non erano poi così tolleranti (ad esempio sui matrimoni "misti").  :sisi:

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Ma mica ho parlato di un modellamento su un'unica tonalità di grigio!

Un rimescolarsi delle culture non può che essere un bene, aiuta la libera circolazione delle idee (in realtà in questo senso internet e l'inglese sono stati un'enorme rivoluzione) e il sapere, ma è ovvio che culture abitudini e tradizioni diversi nascerebbero e si svilupperebbero comunque. Però la contaminazione è utile... ad esempio abbiamo importato i numeri arabi dagli stessi e per noi è stato un grosso passo avanti :sisi:

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Sì, ma non confondiamo lo scambio culturale con il "meticciamento" e il surrogato.

Ci sono modelli inconciliabili, che si negano l'uno con l'altro, e questo è il bello del mondo. Andare in Giappone e sfogliare i libri al contrario. Venire qui e mangiare la pizza.

Sto banalizzando, ma il senso penso sia chiaro.

 

Il cittadino del mondo, come inteso da qualcuno, legge wikipedia e mangia Mcdonald's.

E sto ancora banalizzando un concetto che probabilmente molti hanno finto di dimenticare.  :sisi:

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Io non capisco cosa significhi "rinunciare alla propria identità".

Se mi aprono una kebabberia sotto casa,

può solo farmi piacere: di certo non smetto di mangiare spaghetti al pomodoro

(il piatto mondialista per eccellezza: spaghetti dalla Cina e pomodoro dalla Americhe:

un tempo non eravamo così razzisti...)

 

Io vivo in un quartiere davvero multi-etnico

e mi ricordo di quando non lo era (negli anni Ottanta).

A spazzare via le vecchie osterie venete non sono stati gli immigrati,

ma le leggi repressive sugli orari volute per combattere la microcriminalità

(che negli anni Ottanta - col boom dell'eroina - era spaventosa rispetto ad adesso)

o la moda dei pub scozzesi anni Novanta (ma non voglio fare il nostalgico).

 

Quali altre parti di "cultura" avremmo mai perso?

A messa ci vanno sempre e solo le vecchiette (che sono semmai aumentate)

e se i ragazzini non conoscono più Dante non è certo colpa dei Cinesi.

 

Questa distinzione tra "immigrazione di massa" e "immigrazione individuale"

non è "razzismo"; è banale "classismo": i poveri migrano in massa;

se andiamo in Germania io, Frattaglia e te scommetto che non è un problema.

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Io non capisco cosa significhi "rinunciare alla propria identità".

 

Significa che due etnie non convivono mai pacificamente su di un unico territorio, e se ci riescono, prima o poi una delle due scompare in favore dell’altra, o scompaiono entrambe in favore di un’unica etnia. Nel nostro caso, però, la situazione è ancora più drammatica: parliamo di molteplici etnie in contrasto con il nostro modello di civiltà, e in contrasto tra esse. Contrasti irriducibili, che derivano da concezioni del mondo totalmente diverse (pensiamo soltanto agli islamici, da un lato, e gli immigrati cristiani). Rinunciare alla propria identità significa perderla, non valorizzarla come avveniva in passato attraverso giusti e prolifici scambi culturali.

 

Quali altre parti di "cultura" avremmo mai perso?

A messa ci vanno sempre e solo le vecchiette (che sono semmai aumentate)

e se i ragazzini non conoscono più Dante non è certo colpa dei Cinesi.

 

Probabilmente la situazione italiana è ancora sostenibile. Ma col tempo non sarà più così: parliamo di sacche di migliaia e migliaia di stranieri appartenenti a gruppi diversi che con il passare delle generazioni avranno cittadinanza italiana, parleranno italiano, si sentiranno italiani ma non condivideranno niente del bagaglio civile della nostra nazione. Proprio come è avvenuto in Francia.

A meno che la nostra “identità” (che brutto termine) non prevalga sulle altre. Ed in quel caso, comunque, sarebbe una forma di violenza. Per questo l’immigrazione di massa è un problema.

 

Questa distinzione tra "immigrazione di massa" e "immigrazione individuale"

non è "razzismo"; è banale "classismo": i poveri migrano in massa;

se andiamo in Germania io, Frattaglia e te scommetto che non è un problema.

 

Nessun classismo. Ho parenti a cui sono molto affezionato che sono emigrati in America e in Belgio, per ragioni meramente economiche. Non contesto neppure questo. Io contesto i flussi di MILIONI di stranieri che ogni anno premono ai confini di una Europa che non può contenerli né ospitarli: contenerli perché l’Europa non è l’America o l’Australia – e parlo proprio in termini territoriali ed energetici – ospitarli perché non abbiamo le condizioni per poterlo fare: nessuno stato può realmente mettere a posto milioni di stranieri presumibilmente poveri e in disperata ricerca di lavoro.

 

Siamo realistici. Accettare tutto questo è stato deleterio. E la responsabilità è di un sistema mondiale malato basato sullo sfruttamento e la globalizzazione.

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Il problema delle banlieu francesi è più legato al fatto che fossero considerati cittadini di serie b e relegati in quartieri ghetto piuttosto che al fatto che i loro ascendenti venissero dal nord africa. Per capirci, è un po' come se gli abitanti di tor bellamonaca a roma si rivoltassero perchè si sono rotti le palle di non avere possibilità per il futuro dato che vengono da classi sociali disagiate e da un posto che ispira inquietudine ai loro possibili datori di lavoro.

 

Sinceramente mangio kebab, gelato, pizza al taglio e cibo cinese a seconda di come mi gira, e devo dire che sono contenta che esistano il kebab e il cibo unto cinese. Invece al Mc Donald nell'ultimo anno ci avrò mangiato una volta se va bene.

Sono contenta invece di avere amici russi iraniani e tedeschi perchè mi ha permesso di imparare qualcosa della loro lingua e mi ha fatto capire che ad esempio gli iraniani non hanno niente in comune con il regime autoritario da cui fuggono e non ci vedo nulla di negativo in ciò. Dall'altro lato, loro da noi hanno imparato molto sulla società italiana e penso che abbiano fatto loro qualcosa della nostra cultura.

Avrò forse perso parte della mia identità di italiana ma, come ho detto, ritengo di essere una cittadina del mondo e sicuramente saperne di più sugli altri mi ha permesso di arricchirmi come persona (e di esercitarmi con le lingue :sisi:).

 

Un consiglio: se vuoi parlare dei rischi di una società multietnica parla della società inglese, dove effettivamente c'è un tipo di modello che non aiuta l'integrazione e dove si sono resi conto che in questa maniera si sono ritrovati con un discreto numero di terroristi islamici nati nel regno unito ma intenzionati solo ad abbatterlo. Il discorso delle banlieu francesi è molto più complicato sociologicamente, mentre il loro modello relativo all'integrazione è profondamente diverso.

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Frattaglia, sì, il mondo è bello perchè è vario. Io ci sono arrivato, nonostante ti sembri un povero idiota.  :asd:

Il problema è che con questo ritmo, in meno di un secolo, non avrai nessuna lingua da imparare o piatto da gustare. La diversità che tanto si sbandiera in realtà è percepita come un ostacolo da superare. Questo è il punto. Per questo si accetta un fenomeno dannoso e imprevedibile come l'immigrazione di massa.

Sul modello francese, comunque, rammento che in quegli scontri si trattava di immigrati finanche di terza generazione. E' un sintomo gravissimo di un disagio ben più radicato. Quelle persone non si sentono francesi perchè non godono della stessa condizione dei francesi. Si sentono parte di un corpo estraneo svantaggiato. Ed intanto sono per la legge francesi. E' una tragedia. Non un fenomeno sociologico da studiare all'università. Addirittura, lì, c'è un ministero preposto all'identità nazionale... segno che qualcosa non ha funzionato con i sacri principi di libberte' eggalite' fratternite'.

 

Effetto Almadel:

Leggi un commento contrario alle tue opinioni

Fingi di non averlo capito

Rispondi in modo ironico

Trai conclusioni volutamente sbagliate  :D

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Ripeto: è un disagio simile a quello che potrebbero provare i ragazzi di tor bella monaca, solo che in Francia le banlieu sono molto più grandi.

E, se permetti, se a me venisse precluso qualsiasi lavoro perchè ho un nome straniero o perchè abito in un quartiere considerato feccia della civiltà, anche a me roderebbe un po' il culo :asd:

 

 

Comunque non ti preoccupare, hai detto giusto che il mondo è bello perchè è vario. Tra poco sfioreremo (ahimè) i 7 miliardi di persone, il globo è enorme... è vero che ormai internet è ovunque e rende tutto globalizzato, ma se anche si arrivasse in una situazione in cui tutti mangiano le stesse cose o parlano la stessa lingua ci sarebbe comunque una deriva delle comunità e si svilupperebbero autonomamente dialetti o piatti tipici... Insomma, anche in Italia in teoria parliamo tutti italiano, eppure esiste il sardo, il siciliano il pugliese il romano il veneto, la polenta la porchetta i tagliolini ecc ecc.

O no? :D

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....vermanente io non ho citato solo un caso...  :asd:

...ma molti di più e potrei continuare...

 

...e voi, sinceramente, quanti Rom con un lavoro onesto conoscete? 

 

...in ogni caso quello dei Rom non è un problema ne razziale ne multietnico (io sono per l'UNITED COLORS of PEOPLE  ...a me molti stranieri/e piacciono e non ho mai avuto problemi ad avere dei rapporti con loro :D), ma di di stili di vita...

è un po' come quando c'era il Nazismo, non è che erano i tedeschi a stare sulle scatole in se... ma lo stile di vita nazi-razzista che avevano adottato...  mi sono spiegata?

 

-Secondo l'antropologo Glauco Sanga ed il sociologo Marzio Barbagli (che nel suo libro "Immigrazione e sicurezza in Italia" cita a sostegno anche altri antropologi quali: Leonardo Piasere, Dick Zatta e Francesco Remotti) nelle comunità Rom, come anche fra altri gruppi di zingari, rubare ai Gage (i non zingari) è non solo ammesso ma considerato positivamente, mentre è vietato e disapprovato all'interno della comunità stessa, infatti sempre secondo Barbagli e Sanga il furto ai danni di un rom o la denuncia di un altro rom alle autorità sono considerate colpe molto gravi e ai bambini viene insegnato già da molto piccoli a chi è consentito e a chi è vietato rubare, a chi è bene e a chi è male parlare dei furti commessi.

Nel libro "Comunità girovaghe, comunità zingare", Leonardo Piasere, approfondendo l'organizzazione produttiva di un piccolo gruppo di rom Khorakhanè accampati presso Verona e dintorni, sostiene che i Khorakhanè provienienti dalla ex Jugoslavia non arrivavano in Europa occidentale per vendere forza lavoro manuale o intellettuale, né per investire un capitale produttivo, commerciale o finanziario ma al contrario con l'intenzione di vivere attraverso la mendicità e/o il furto.

 

bibliografia

^ Marzio Barbagli - Immigrazione e sicurezza in Italia - 2008 - Il Mulino (pag. 190)

^ Glauco Sanga, "Currendi libido" in "Comunità girovaghe, comunità zingare" (a cura di L. Piasere) 1995 - Napoli - Liguori Editore pag. 379

^ Leonardo Piasere - "Comunità girovaghe, comunità zingare" - 1995 - Napoli - Liguori Editore (pag. 347)

 

...io vorrei che chi nasce rom possa vivere come noi, essere dato in affido in una bella famiglia, poter avere una stanza tutta sua, un PC per comunicare sul web, dei bei vestiti, una doccia, poter fare degli studi seri, poter fare uno sport...  io sono convinta che tra i Rom ci siano tantissimi diamanti grezzi sia come intelligenze geniali sia come fuoriclasse dello sport.

Bollare come razzista chi evidenza i problemi dei Rom non risolverà nulla... perchè tra chi evidenzia i problemi dei Rom c'è pure chi vuole fare qualcosa per cambiare la condizione dei Rom... infatti se fai finta che i problemi non esistano non si riuscirà a risolvere niente.

 

P.S. Brykyn  ...per quella cosa sul Kosovo... per me dovrebbero fare dei referendum in ogni frazione di ogni Comune del Kosovo, se la maggioranza è serba si annette la frazione alla Serbia, se la maggioranza è kossovara la si annette all'Albania. Easy e democratico.

@Frat  ...in realtà i dialetti stanno scomparendo... TV, giornali e internet rendono il modo di parlare di noi italiani sempre più omogeneo... e ciò non è un male. Le divisioni fanno male... I no Global sono strumentalizzati per dei scopi autolesionistici che fanno male al nostro Pianeta che anzi ha un estremo bisogno della globalizzazione per poter salvare la natura. La Svezia è un modello molto interessante... però, ad esempio, se tu hai un figlio che sperpera i soldi che gli dai la soluzione migliore è tagliare i fondi... poi quando avrà imparato a gestirli bene si potra incominciare a dargli più soldi... per il nostro Stato mangiasoldi va fatta una cosa analoga! Del resto lo sai che al Suda arrivano fior fiori di miliardi di fondi comunitari che poi in gran parte vengono rispediti al mittente perchè non sanno trovare un progetto utile per spenderli.... i soldi servono, ma solo quando sai come spenderli bene, prima servono solo ad allargare il cu.. dei potenti di turno (oppure ad assumere i propri elettori negli enti pubblici utlizzandoli come fossero un amortizzatore sociale!*).

 

*...per ParCondico cito sia uno di dx e che uno di sx che fa questo:

http://www.proterin.net/infermieri-news/sanita/3901-la-ricetta-di-vendola-7000-assunti-in-corsia-.html

http://www.saluteme.it/news/1882-polemiche-assunzioni-sanita-siciliana.html

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