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Cosa porta a non credere in entità superiori?


AndrejMolov89

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Esatto.

Io chiedo e mi chiedo: se, in ambito giuridico, l'onere della prova è canone regolativo che si fonda sulla "difesa" del diritto, sulla stabilità, su un corretto rapportarsi dei diritti ..allora, in un ambito che è altro, ov'è questo fondamento?

Non mi pare vi siano diritti da difendere: considerando anche che v'è libertà di pensiero.

 

L'onere della prova regola qualsiasi tipo di indagine e ragionamento oggettivo: anche ad esempio in matematica un enunciato non è da considerarsi vero se non viene dimostrato. Certo, se parliamo in generale e ti dicessi che in questo momento sto levitando, è possibile che riesca a convincerti, ma questo non significa che sia oggettivamente vero.

Ovviamente oggettivo non è sinonimo di razionale, ma il mio discorso verteva su quello: per un ateo l'oggettività è un ambito da cui non si prescinde con leggerezza per le questioni che incidono così pesantemente sulla vita delle persone, almeno questo è quello che penso io.

 

Poi per carità, nessuno ha mai detto che è sbagliato credere in qualcosa o non si sia liberi di farlo :D

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L'onere della prova regola qualsiasi tipo di indagine e ragionamento oggettivo: ...

Ma cosa c'è di "oggettivo" nella ricerca di un senso(/non senso) a questo cosmo? Perché dovrebbe essere un ragionamento oggettivo? In una indagine matematica ne va di una serie di precipitati e corollari che certificheranno o meno: qui si parla d'altro.

Qui, l'onere della prova non conduce a nulla ..conduce solo ad escludere un'alternativa indimostrabile...per via della indimostrabilità stessa. Ma indimostrabilità non è certezza (ragionamento oggettivo  :D). Accade anche nei migliori processi: Amergin è davvero proprietario di x ma non riesce a provarlo per mancanza di un documento (quando si dice probatio diabolica) e perde la proprietà. Insomma, mi puzza di berlusconata.

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Ci siamo persi una delle concezioni più moderne

riguardo alla questione su Dio e nello specifico

quello del suo rapporto con la Scienza

che è noto come "il Dio dei Buchi".

 

Ovvero la tendenza a nominare Dio

per ogni "buco" dei modelli scientifici.

 

Polipet dice:

Di sicuro non accetto verità assolute

che  si sottraggono alla verifica del dubbio.

In verità, se interrogato sulla natura dei fulmini,

immagino non dubiti della loro natura elettrica

e che - nel 2010 - non scomodi più Zeus.

 

Qualche certezza - direi - che ce la siamo conquistata

e, laddove essa ci sia, il Divino viene rifiutato.

Non stimato incerto, proprio rifiutato.

 

Dove invece non ci siano certezze

allora possiamo esercitare il nostro scetticismo

e dove lo esercitiamo siamo disposti a ipotizzare Dio;

almeno fino al successivo avanzamento scientifico...

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AndrejMolov89
Ma indimostrabilità non è certezza (ragionamento oggettivo  :D). Accade anche nei migliori processi: Amergin è davvero proprietario di x ma non riesce a provarlo per mancanza di un documento (quando si dice probatio diabolica) e perde la proprietà. Insomma, mi puzza di berlusconata.

Qui non si esclude qualcosa perché indimostrabile, la si esclude perché non ci sono prove la dimostrano. Si fa semplicemente affidamento al probabile.

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Qui non si esclude qualcosa perché indimostrabile, la si esclude perché non ci sono prove la dimostrano. Si fa semplicemente affidamento al probabile.

 

Questo sei tu a dirlo. Io credo sia indimostrabile. Anche il probabile mi pare concetto che aiuta ben poco.

Poi, chi decide cosa sia probabile e cosa no? Per riprendere Almadel: credi che, agli occhi di un Ittita, la congettura per la quale il fulmine sarebbe elettricità, fosse probabile?

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AndrejMolov89

Io dico che il centro della terra è vuoto.

Io dico che il centro della terra è una massa solida.

 

Queste due asserzioni, nel mondo fantasmagorico delle parole, quelle che tu stai dicendo a volontà, sono eguali.

Ma se io uso i dati sismici, la prima è falsa, perché è improbabile, lo dicono i dati, la seconda è vera, perché le onde P e S si propagano. Semplice, no?

 

Non lo penso, semplicemente adotto un pensiero scientifico. Se tu ti ritieni in grado di dimostrare il contrario, ovvero che il centro della terra è vuoto fallo, ma non con le parole, con i fatti.

Al di là di questo, se Dio è indimostrabile con la fenomenologia, con l'esperienza, allora non ci si deve porre il problema della sua esistenza oggettiva. Al massimo si può escludere  che esista un Dio creatore di questo mondo e dell'uomo, per ovvie ragioni.

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Non lo penso, semplicemente adotto un pensiero scientifico.

...perché hai delle prove da cui il negante sarebbe smentito.

 

per ovvie ragioni.

Ovvie sempre per te

E poi per quale motivo un essere umano non potrebbe credere in qualcosa che non può dimostrare? E per quale motivo "non ci si deve porre il problema"? Non siamo forse liberi di porci i problemi che vogliamo? E poi perché "al massimo si può escludere a priori che esista un Dio creatore di questo mondo e dell'uomo"? Perché "al massimo"? Perché "a priori" (addirittura..)? E perché "si può escludere"?

Se non possiamo dimostrare, "al massimo" possiamo sospendere il giudizio..

Di poi, non possiamo dimostrare neppure il contrario: piccolo dettaglio.

 

 

 

P.S.

Comunque di parole ne utilizzi, indubbiamente, più te  :D

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AndrejMolov89

...perché hai delle prove

Ovvie sempre per te

E poi per quale motivo un essere umano non potrebbe credere in qualcosa che non può dimostrare? E per quale motivo "non ci si deve porre il problema"? Non siamo forse liberi di porci i problemi che vogliamo?

 

P.S.

Comunque di parole ne utilizzi, indubbiamente, più te  :D

 

Sì, per questo non mi pongo il problema della validità di una teoria.

 

Ognuno è libero di credere in ciò che vuole. Semplicemente è poco decoroso negare l'evidenza.

 

Porre un problema empirico solo dal punto di vista del linguaggio e della logica non è molto utile, perché ciò che si descrive e si interpreta nel mondo ha una limitazione: l'esperienza.

Il dato è vero. L'interpretazione è un modo di collegare. Dio  è solo un collegamento senza dati. Porre il problema della sua esistenza è assurdo, perché non ci sono elementi che dovrebbe tenere uniti.

 

Mi scuso se sono sembrato aggressivo, con il commento delle parole. ** avevo sbagliato a scrivere a priori nel post precedente, ho corretto, ma evidentemente hai letto la versione precedente.

Obbiettivamente, il Dio descritto della bibbia, non può esistere. Per il semplice fatto che tutte le sue ierofanie, le sue manifestazioni sono state "smontate". La creazione, la nascita dell'uomo eccetera.Tu mi dai, son ometafore, però, anche Dio può essere metafora...

Qui concludo i miei interventi, non posso andare + avanti. ^^

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Semplicemente è poco decoroso negare l'evidenza.

Concordo: lo dico sempre anch'io. Ed è anche un po' da scostumati, a mio modo di vedere.

 

Dio  è solo un collegamento senza dati.

Non l'ho capita: ma non fa niente (ad esempio, per me, i dati ci sono ma presentano una infinità di possibili interpretazioni).

(Sempre) Per me, dio è segno o simbolo tramandatoci dalla tradizione. Altro non so (per certo).

Bhò, forse è solo diversità di approccio.

 

Mi scuso se sono sembrato aggressivo, con il commento delle parole.

Non parevi aggressivo, non preoccuparti.

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Ma cosa c'è di "oggettivo" nella ricerca di un senso(/non senso) a questo cosmo? Perché dovrebbe essere un ragionamento oggettivo? In una indagine matematica ne va di una serie di precipitati e corollari che certificheranno o meno: qui si parla d'altro.

 

All'inizio del topic si chiedevano le motivazioni dell'ateismo, e credo di aver fornito quelle che sono le mie motivazioni, sia oggettive che razionali; riguardo il senso, e quindi il fine, delle cose, questo non rientra nella mia considerazione, quindi credo che tu abbia travisato le mie parole.

Visto che ci sono, cosa intendi con precipitati?

 

 

Qui, l'onere della prova non conduce a nulla ..conduce solo ad escludere un'alternativa indimostrabile...per via della indimostrabilità stessa.

Però qui nessuno cerca di dimostrare l'esistenza o l'inesistenza di entità e/o finalità superiori, ma (per quanto mi riguarda) di spiegare un punto di vista che rifiuta tutto ciò che non è dimostrabile.

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Sono agnostico da qualche anno...o ateo, non so.

Quindi direi agnostico.

 

Perché esattamente non capisco cosa significhi appunto

"credere all'esistenza di entità superiori",

verificato che non vi siano prove convincenti per dimostrarla.

 

In verità non mi sono mai molto interessato a screditare i miracoli o le apparizioni,

immagino vi siano svariati testi che si dedicano a questo.

 

Credo che la questione andrebbe affrontata da un più ampio punto di vista antropologico,

ovvero,

più che chiedersi se crediamo o no in dio,

sarebbe interessante discutere sul senso del sacro

e sull'umano bisogno di spiritualità.

Ovvio che per affrontare un discorso di questo tipo non si può pretendere

di fornire un'unica spiegazione onnicomprensiva;

un astrofisico o uno psicanalista atei riterrano che chi crede creda per ragioni molto diverse, no?

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All'inizio del topic si chiedevano le motivazioni dell'ateismo...........riguardo il senso, e quindi il fine, delle cose, questo non rientra nella mia considerazione, quindi credo che tu abbia travisato le mie parole.

L'equivoco - se di equivoco si tratta - nasce dal fatto che, a mio parere, vi è una stretta correlazione tra le "motivazioni dell'ateismo" (o dell'esser "credenti") ed il senso delle cose.

 

Visto che ci sono, cosa intendi con precipitati?

L'ho utilizzato in senso figurato: conseguenze

 

Però qui nessuno cerca di dimostrare l'esistenza o l'inesistenza di entità e/o finalità superiori, ma (per quanto mi riguarda) di spiegare un punto di vista che rifiuta tutto ciò che non è dimostrabile.

Ma ognuno fa un po' come crede  :D

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Io dico che il centro della terra è vuoto.

Io dico che il centro della terra è una massa solida.

 

Non credo che sia questo il punto.

 

"Dio" inizialmente risponde a una domanda.

Domanda: "Perché l'Uomo esiste?"

RIsposta: "Perché Dio ha creato Adamo"

Quando successivamente la Scienza confuta l'esistenza di Adamo

e ci persuade riguardo la Teoria dell'Evoluzione,

ecco che si parte col salvataggio di Dio

e la Risposta diventa: "Perché Dio ha creato l'Evoluzione"

(nonostante siano ottimi i motivi per giudicarla casuale)

 

Il punto non è se credere a una Terra cava o piena,

ma appurato che il centro sia solido

riuscire a immaginarsi Qualcuno che l'abbia riempita...

 

"Dio" va bene come risposta a quei bimbi nella fase dei perché.

Non tutti i genitori sanno spiegare perché il Sole è giallo o il Cielo è blu

e di fronte a una risposta soprannaturale si acquietano quasi tutti.

 

Ancora migliore è la funzione del soprannaturale per la morale dei bambini;

anche i genitori atei utilizzano il Babau e Babbo Natale

per condizionare la morale dei figli col sistema "premio-punizione".

 

Da questo condizionamento poi non ci liberiamo se non a fatica

e quando la Scienza o una Morale adulta ci forniscono nuove risposte,

siamo tentati di andare al "salvataggio di Dio"

anche laddove sia contraddittorio farlo.

 

Da bambini ci dicono di essere buoni "per andare in Paradiso".

Quando la Morale Adulta ci persuade che questo sia mero oppurtunismo,

ci arrampichiamo sugli specchi dicendo che anche Dio non ci vuole oppurtunisti

e che anzi dovremmo comportarci bene, come se il Paradiso non ci fosse stato promesso.

Superiamo la fase della "bicicletta per la promozione", ma non il condizionamento.

Come se - scoperto che i regali sotto l'albero li mettono mamma e papà -

ci figurassimo comunque che questi vengano consegnati loro in precedenza da Santa Klaus

per evitare la ferita narcisistica della delusione (come nel caso di Adamo e dell'Evoluzione)

 

Anche la "vita dopo la morte" risponde al bisogno dei genitori

di affrontare in modo non traumatico il lutto nei bambini:

"nonno è volato in cielo" o "mamma ora è un angelo".

Cresciuti, l'ipotesi di Dio è atta a conservare la nostra ingenuità di bambini

e la fiducia che avevamo verso il mondo degli adulti.

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L'equivoco - se di equivoco si tratta - nasce dal fatto che, a mio parere, vi è una stretta correlazione tra le "motivazioni dell'ateismo" (o dell'esser "credenti") ed il senso delle cose.

Probabilmente, questo però è un tuo parere. La tendenza a ricercare un fantomatico fine da associare ad ogni cosa, (invece) a mio avviso è piuttosto deleteria per la ragione, e il suo rifiuto è un possibile "motivo dell'ateismo".

 

Ma ognuno fa un po' come crede  :D

Ci mancherebbe  :D

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La lampada e le tenebre.

 

Caro Bardo Iberno,

 

prima, repellendo che l'onere della prova gravi gli affermanti che un dio sia, opponi:

"Io chiedo e mi chiedo: se, in ambito giuridico, l'onere della prova è canone regolativo che si fonda sulla "difesa" del diritto, sulla stabilità, su un corretto rapportarsi dei diritti ..allora, in un ambito che è altro, ov'è questo fondamento?

Non mi pare vi siano diritti da difendere: considerando anche che v'è libertà di pensiero.",

 

poi, non di meno, lamenti:

"Accade anche nei migliori processi: Amergin è davvero proprietario di x ma non riesce a provarlo per mancanza di un documento (quando si dice probatio diabolica) e perde la proprietà.".

 

Se asserisci che l'onere della prova, stabilito dal giure, non valga per la dimostrazione che un dio sia, perché lo riproponi ?.

 

Per altro, per ciò, che l'hai Tu stesso proposta, consideriamo la questione d'una proprietà asserita vera, ma non dimostrata per documento:

se il diritto di proprietà dipendesse solo da un certo documento, ad esempio un contratto scritto, senza tale documento, colui, il quale non potesse presentarlo, non sarebbe affatto proprietario, ma al più opinerebbe erroneamente essere tale.

 

O reputi che i diritti nascano dal nulla o forse da un dio e non siano piuttosto creati da quell'ordine giuridico stesso, in virtù del quale essi possono essere, nei limiti stabiliti, fatti valere ?.

 

Comunque sia, rispondendo alla Tua domanda:

"se, in ambito giuridico, l'onere della prova è canone regolativo che si fonda sulla "difesa" del diritto, sulla stabilità, su un corretto rapportarsi dei diritti allora, in un ambito che è altro, ov'è questo fondamento?",

annoto che il fondamento sta semplicemente nella comodità razionale, altrimenti appellata rasoio dell'Occamense, per cui non conviene moltiplicare gli enti senza necessità alcuna:

stabilisci che colui, il quale affermi un dio, non abbia onere razionale di dimostrare che sia ?;

ottimamente !:

ma allora concedi pari dignità a tutte e ad ognun'allucinazione, che alcun uomo possa mai proporre in grazia della propria immensa immaginazione.

 

Che vergini partoriscano, che morti crocifissi risorgano, che mortali ascendano al cielo, che statue trasudino sangue divino, che serpenti proferiscano verbo umano o che altro mai alcun uomo voglia allucinare, a tutto dovremo concedere pari dignità e nell'affermazione e nella negazione:

cosa per sé forse non ingrata a chi voglia esercitare costantemente il dubbio, ma assai scomoda per chi voglia partecipare ad una disputazione razionale.

 

In somma, se vuoi avvolgere tutto nella caligine di tenebre impenetrabili, fallo pure;  ma a che gettare poi, qua e là, il lume pallido d'una lampada, che Tu stesso neghi possa illuminare alcunché ?.

 

Anakreon.

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Se asserisci che l'onere della prova, stabilito dal giure, non valga per la dimostrazione che un dio sia, perché lo riproponi ?.

Per sottolineare il fatto (processuale) che, quando l'onere c'è ed è giustificato, può, in ipotesi, anche portare a conseguenze per le quali la verità processuale è diversa dalla verità sostanziale. Il limite formale impedisce il discovrimento procedurale della verità.

 

 

O reputi che i diritti nascano dal nulla o forse da un dio e non siano piuttosto creati da quell'ordine giuridico stesso, in virtù del quale essi possono essere, nei limiti stabiliti, fatti valere ?.

Ani...ehm..scusa la brutalità..ma...sei a conoscenza di come si dimostri il diritto di proprietà qui in Italia?

 

annoto che il fondamento sta semplicemente nella comodità razionale

Questo lo dici tu. Ma puoi tu decidere cosa sia razionale e cosa non lo sia. La tua, in breve, non è una buona risposta. Se il fondamento è la comodità razionale allora si apre la strada all'arbitrio del cosa sia comodo razionalmente e cosa no.

Il criterio dell'onere può funzionare quando vi sia un avvicendarsi di diritti; altrimenti ha ben poco senso: non v'è nulla da difendere o da proteggere. Siamo di fronte ad una terra e ad un cielo: possiamo osservare cose e mondi; intuiamo di conoscere ben poco del cosmo. "Comodità razionale" ci dice che non sappiamo perché siamo qui, che non sappiamo perché viviamo, che non sappiamo perché amiamo le camelie, che non sappiamo perché un mio schizzo è meno bello di un Rembrandt..

Quella di dio è una congettura: ognuno è, per fortuna, libero di credere (non di dimostrare o meno) o di non credere ..di confidare.

 

ma allora concedi pari dignità a tutte e ad ognun'allucinazione, che alcun uomo possa mai proporre in grazia della propria immensa immaginazione.

Questo non è vero.

Il Gordon Pym è un'allucinazione di gran dignità. Le fantasie di Umberto Eco no.

Dov'è il problema?

 

 

 

Che vergini partoriscano, che morti crocifissi risorgano, che mortali ascendano al cielo, che statue trasudino sangue divino, che serpenti proferiscano verbo umano o che altro mai alcun uomo voglia allucinare,.

Dunque?

Dovremmo rinnegare tre quarti della letteratura universale?

Dovremmo rinunziuare a questo patrimonio consegnatoci dalla tradizione? Questa è cultura, mica fuffa  :D

 

In somma, se vuoi avvolgere tutto nella caligine di tenebre impenetrabili, fallo pure

Ma quando avrei detto ciò?

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Se il fondamento è la comodità razionale allora si apre la strada all'arbitrio del cosa sia comodo razionalmente e cosa no.

 

Ti è stato già spiegato: il Rasoio di Occam.

Non si tratta di "arbitrio", ma di "sintesi".

 

Dunque?

Dovremmo rinnegare tre quarti della letteratura universale?

Dovremmo rinunziuare a questo patrimonio consegnatoci dalla tradizione? Questa è cultura, mica fuffa

 

Ma di cosa difetti, precisamente?

Manchi di logica, eccedi in spirito polemico o il tuo è un difetto organico? :D

Non stiamo parlando di letteratura.

Neanche i bambini confondono Harry Potter con la Realtà

e solo uno psicotico prenderebbe per "reale" ciò che narrano le Argonautiche;

chi legge, studia e ama la Letteratura non ci crede.

Non crede a Gordon Pym più di quanto non creda a Gilgamesh o a Mosè.

 

Io trovo il libro del Genesi una meravigliosa metafora sulla nascita della Coscienza;

ma non mi è mai venuto in mente che l'Eden sia esistito veramente.

 

Cogli la grossolana differenza tra Simbolico e Reale?

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ma davvero siamo arrivati a ritenere un argomento autorevole la letteratura religiosa? preferisco reputarla una polemichetta messa così, :P

 

Io trovo il libro del Genesi una meravigliosa metafora sulla nascita della Coscienza;

ma non mi è mai venuto in mente che l'Eden sia esistito veramente.

 

 

la genesi e l'episodio dell'eden in particolare li trovo una spiegazione, grossolana tra l'altro, per giustificare il fatto che se dio esistesse sul serio avrebbe creato un paradiso e ci avrebbe lasciati lì.

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Ti è stato già spiegato: il Rasoio di Occam.

Non si tratta di "arbitrio", ma di "sintesi".

Non spiega il "fondamento". Qui si parla del senso dell'esistere, non di una teoria scientifica. Un criterio di "comodità" razionale aiuta, al massimo, a sentirsi "comodi" ed appagati.

 

Ma di cosa difetti, precisamente?

Del Taschen di Gaudì

 

 

Non crede a Gordon Pym più di quanto non creda a Gilgamesh o a Mosè.

Dipende cosa intendi per credere. La storia del diluvio, ad esempio, è, presumibilmente, specchio di qualcosa che è davvero accaduto (forse più d'una volta). Credere o non credere?

Se si pone la questione sulla necessità di un onus ogniqualvolta ci si trovi dinanzi a (solo) possibili realtà, le conseguenze sono queste..

Ripeterò che, a mio parere, un onus non esiste in questo particolare ambito. Qual è l'ambito? Parliamo del senso (non senso) del cosmo, dell'esistenza, del vivere. Che vi sia un artefice o meno, noi non potremo mai sapere; l'affermare "il dio è un di più rispetto all'universo: devi dimostrare che esista" è un artificio retorico che pure potrebbe apparire corretto [io sono il primo ad utilizzarlo per scherzare con i miei amici credenti] ma poco aiuta...e nulla ci dice di questo mondo.

 

ma non mi è mai venuto in mente che l'Eden sia esistito veramente.

?

Non credi  fosse una terra feconda di vigne e fichi e melograni di parte del Negheb?

 

Cogli la grossolana differenza tra Simbolico e Reale?

Grossolana? No

 

ma davvero siamo arrivati a ritenere un argomento autorevole la letteratura religiosa?

Non solo autorevole, sublime.

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Ripeterò che, a mio parere, un onus non esiste in questo particolare ambito. Qual è l'ambito? Parliamo del senso (non senso) del cosmo, dell'esistenza, del vivere. Che vi sia un artefice o meno, noi non potremo mai sapere; l'affermare "il dio è un di più rispetto all'universo: devi dimostrare che esista" è un artificio retorico che pure potrebbe apparire corretto [io sono il primo ad utilizzarlo per scherzare con i miei amici credenti] ma poco aiuta...e nulla ci dice di questo mondo.

Non è un arteficio retorico, è un principio oggettivo. Non è neanche una dimostrazione, ma non ce n'è bisogno, perché oggettivamente quello di cui non si ha una prova non esiste/non è valido.

Ovvio che se il campo del discorso è spostato sul soggettivo tutto risulta possibile: come spesso ripeti, siamo liberi di credere quello che più ci piace. Quindi il punto del discorso qual'è? Stare qui a discutere di aria fritta, fraintendendo i post altrui per costruire diatribe acrobatiche e improbabili, ma soprattutto OT?

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In verità, se interrogato sulla natura dei fulmini,

immagino non dubiti della loro natura elettrica

e che - nel 2010 - non scomodi più Zeus

 

Quando Popper ha cercato la linea di demarcazione tra teoria scientifica e mito, l'ha trovata nella falsificazione.

Un teoria scientifica per essere tale deve poter essere sottoposta a verifica, e per poter essere sottoposta a verifica deve poter

essere smentita (deve poter annettere  una classe di falsificatori potenziali).

Il mio categorico rifiuto delle verità assolute è in prospettiva  falsificazionista, non certo in chiave religiosa.

Non dobbiamo dimenticare che le nostre conoscenze,

per dirla con Popper, sono palafitte costruite sulla spiaggia,

anche se sono le migliori abitazioni che possiamo permetterci.

 

Ciò che la scienza, in particolare la fisica, ci sta insegnando è che non esiste alcun disegno sotteso,

nessun fine, nessuno scopo ultimo. In sostanza nessuna escatologia e nessuna salvezza.

Energia e tempo collasserranno e il nostro

l'universo finirà nel puro nulla ne più e nemmeno di come già collassa la

la nostra coscienza una volta sopraggiunta la morte.

C'è poco spazio per dio.

Ciò nonostante io continuo a nutrire il dubbio che un logos sia possibile.

Poco importa che questo risieda o no presso dio.

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Non è un arteficio retorico, è un principio oggettivo. Non è neanche una dimostrazione, ma non ce n'è bisogno, perché oggettivamente quello di cui non si ha una prova non esiste/non è valido.

Se non riesco a provare la proprietà in probatio diabolica ..non sono mai stato proprietario "di fatto"?  :)

Principio oggettivo ..spero tu non debba mai affrontarlo nella vita reale, in questi termini  :P

 

 

qual'è?

:P

 

 

Energia e tempo collasserranno e il nostro

l'universo finirà nel puro nulla ne più e nemmeno di come già collassa la

la nostra coscienza una volta sopraggiunta la morte.

C'è poco spazio per dio.

Ciò nonostante io continuo a nutrire il dubbio che un logos sia possibile.

Poco importa che questo risieda o no presso dio.

Molto bello questo passo. Complimenti

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Vuoi salvare una Logica nell'Universo

sacrificando la Logica nell'Uomo?

 

Non c'è nulla di neanche apparentemente "sensato"

e sforzarsi di aggiungere un "senso" alle cose,

ha l'unico effetto di togliere senso alle persone.

 

Per supporre che l'HIV abbia un senso

- e che non sia una mutazione generata dal Caso -

dobbiamo rinunciare a un senso per la dignità umana.

 

Se una conseguenza è sbagliata

lo può essere o per un errore nelle premesse (il Progetto Intelligente)

o per l'irrazionalità del metodo (un difetto nella mia logica).

 

Quando mi trovo costretto a scegliere se essere logico o postulare Dio,

se sacrificare il mio raziocino o la razionalità del Cosmo;

ecco che opto per salvare il bimbo e non l'acqua sporca.

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Se non riesco a provare la proprietà in probatio diabolica ..non sono mai stato proprietario "di fatto"?  :P

Oggettivamente, al momento no lo sei.

 

:)

Già, anche io comincio a preoccuparmi, perché vedo che nonostante tutte le belle parole, sembra che tu voglia dare all'oggettività un valore che non ha.

Un po' tutto il discorso che si sta tenendo è inconclusivo, tanto nonappena ti si dice qualcosa, ti sposti sul piano soggettivo, fai l'analisi etimologica delle parole, o fraintendi il significato del discorso. Liberissimo, per carità.

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Vuoi salvare una Logica nell'Universo

sacrificando la Logica nell'Uomo?

No, affatto.

Leggi bene anche tra le parentesi dell'ultimo post  :)

 

Non c'è nulla di neanche apparentemente "sensato"

Concordo

 

Per supporre che l'HIV abbia un senso

- e che non sia una mutazione generata dal Caso -

dobbiamo rinunciare a un senso per la dignità umana.

Io ritengo che entrambe le cose "producano" ben poco senso; pensa te!

 

 

Oggettivamente, al momento no lo sei.

Eppure ..abito quell'appartamento. Ti pare giusto?  :P

Soprattutto, ti pare si sia rispettata la verità (sostanziale)?

 

Già, anche io comincio a preoccuparmi, perché vedo che nonostante tutte le belle parole, sembra che tu voglia dare all'oggettività un valore che non ha.

A me, invece, sembra che questo termine sia stato tu ad introdurlo..

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Non c'è nulla di neanche apparentemente "sensato"

e sforzarsi di aggiungere un "senso" alle cose,

ha l'unico effetto di togliere senso alle persone.

 

Distinguere tra senso delle cose e senso delle persone non ci aiuta molto.

Il problema del senso in generale resta intoccato.

Sembra essere un caso di moltiplicazione delle entità.

Se non c'è un senso per l'universo, non c'è nemmeno per

le persone. Se così, Il senso è solo qualcosa che esiste nelle nostre teste e

che ci aiuta ad organizzare i pensieri, ma non sarebbe fondativo

per il semplice fatto che non c'è.

Noi potremmo abbastanza agevolmente metterci d'accordo per via convenzionale

sulla dignità di una persona. E' credo che ci troveremo d'accordo su molte cose.

Ma non potremmo fondarla in base al senso della persona.

Potremmo abbastanza facilmente smascherare le false metafore della malattia come punizione e ribaltare

i giochi linguistici di chi vorrebbe l'HIV un marchio del peccato.

Ma non potremmo mai e poi mai dare un senso alle persone nel momento in cui questo senso non c'è.

In vero per vivere bene basta la dignità. Del senso sembra che possiamo anche fare a meno.

Tuttavia mettiamoci l'anima (che non c'è) in pace: senza logos io e te non abbiamo alcun senso, la nostra vita

è tutto sommato priva di valore, ad eccezione di quello che gli diamo per via convenzionale.

E infine, ma per quest'ultimo punto vale la premessa "secondo me", la nostra vita non vale

la pena. Purtroppo nella non-esistenza non si può scegliere di vivere oppure no,

ma se avessi potuto farlo, avrei detto no.

D'altra parte che senso avrebbe avuto dire dire si?

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Uso una moriga ma qui è d'obbligo. Alla domanda cosa porta a non credere in entità superiori.....la superiorità delle persone che professano qualsivoglia religione.

 

U_U

 

AlX

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Eppure ..abito quell'appartamento. Ti pare giusto?  :P

Soprattutto, ti pare si sia rispettata la verità (sostanziale)?

Mai detto niente del genere.

Oltretutto il discorso è differente. Razionalmente, in quel caso, sappiamo che una verità esiste; del logos di cui si stava discutendo, non si può dire la stessa cosa.

 

A me, invece, sembra che questo termine sia stato tu ad introdurlo..

Si, ma tu sembri intendere le mie parole come se io volessi farle valere in ogni ambito.

 

D'altra parte che senso avrebbe avuto dire dire si?

:) Se il senso non c'è, perché dovremmo cercarlo?

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Oltretutto il discorso è differente. Razionalmente, in quel caso, sappiamo che una verità esiste;

Non è vero. Nel caso, è ciò che io ho suggerito: ma io, Amergin, potrei sbagliarmi. Neppure il giudice non può saperlo per certo. Magari chi afferma la proprietà simula illegittimamente di aver perso il documento. Cosa puoi saperne? Dov'è la verità?

 

 

Si, ma tu sembri intendere le mie parole come se io volessi farle valere in ogni ambito.

E' proprio ciò che dico io in riferimento al criterio dell'onus. Curioso no? :P

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In verità Amergin sei un cervello in una vasca

e tutto ciò che ti pare realtà è frutto di droghe

e di stimolazioni artificiali.

Il contrario è indimostrabile: ecco il tuo senso.

 

Non capisco Polipet, il senso delle persone,

la loro dignità e il valore della loro sofferenza

danno ad esse un vero significato.

Ma non un motivo: non abbiamo un motivo per esistere

a meno di non additare la sessualità dei nostri genitori:

ma abbiamo generalmente troppo pudore per farlo

(e la nascita della coscienza l'ha coperta di fico).

 

Il senso della persone, il valore della Coscienza stessa,

la meraviglia di veder germogliare il Logos

tra le pieghe della nostra chimica organica,

hanno tanto più significato quanto meno ne ha l'Universo.

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