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Cosa porta a non credere in entità superiori?


AndrejMolov89

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AndrejMolov89

Ho utilizzato volutamente entità superiori per comprendere tutti i possibili dei e spiriti del creato. Durante in un mio flash mentale ho iniziato a maturare l'idea che in certe circostanze l'ateismo ha caratteristiche molto simili alla religione istituzionale: il conformismo. Molte persone sembrano non aver mai pensato al problema della mancanza di un ordine cosmico voluto, e soprattutto non sembrano essersi mai posti il problema, però, ugualmente si dichiarano atei, divenendo fieri vessilli della causa atea a mo' di crociati.

 

Quindi, vorrei riflettere su questi punti: a) Le motivazioni del vostro ateismo :eek: le motivazioni del vostro agnosticismo.

 

Sono agnostico. Razionalmente posso concludere che posso arrivare alla non esistenza delle divinità - pur ammirando il sentimento della fede, che ritengo una cosa tenera, non chiedetemi perché -, dal lato puramente irrazionale, però, non riesco ad accettare le risposte perché non riesco a concepire il nulla, quindi evito il problema dell'ammissione rimanendo nel limbo dell'agnosticismo fin tanto che non supero lo scaglione dell'accettazione del nulla.

 

a voi la palla.

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Più che altro , cosa dovrebbe portarci a credere ad entità superiori? La nostra specie ha avuto un brutto incidente nell'evoluzione , dobbiamo assolutamente trovarte un senso nella vita. Analizzando la nostra esistenza ci rendiamo conto che non ha nessun senso , però le fantasie aiutano a vivere..  :beer:

 

http://www.youtube.com/watch?v=4PzzIWv2a_Y&feature=related  :eek:

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Sono ateo perché non riesco a concepire l'esistenza di qualcosa d'altro che non sia sulla terra. A mio avviso abbiamo tanto da scoprire e da studiare sulla terra..quindi è sprecato pensare all'ultraterreno se non si conosce neppure il terreno.

Faccio solo un appunto, che vuole essere un esempio e non una critica a qualcuno: come succedeva tanto tempo fa, ancora oggi ci sono persone che danno una valenza ultraterrena a fenomeni che invece sono benissimamente spiegabili, solo che loro non lo sanno, o non lo vogliono sapere. Ecco, io non riesco a fermarmi lì e dire "ok, questo è divino e lo metto sul mio altare" ; io devo andare oltre, io devo sapere.

 

Non nego neppure che in passato io abbia provato a credere in qualcosa, forse non in ciò che molti credono, ma in qualcosa di diverso, purché "divino", ultraterreno.Sono stato per molto tempo nel limbo, sono stato agnostico, ho valutato quello che molti chiamano il "dio personale" [secondo me attualmente è questa la cosa più conformista di tutte  :eek:], ho conosciuto religioni e credenze. 

Ma nulla, alla fine sono diventato quello che sono. Forse un po' grazie ai miei studi, un po' grazie al mio modo di essere. Non avverto il bisogno di affidarmi a qualcosa al di fuori di me, al di fuori dell'uomo.

 

Come molti si dichiarano ferventi religiosi pur non conoscendo assolutamente nulla della loro stessa religione, così ci sono anche quelli che si dichiarano atei pur non essendosi mai posti una domanda.

Personalmente conosco cattolici -tanto per dirne una- che credono perché gli altri credono e perché tutti credono, ma che in realtà non conoscono assolutamente nulla di ciò a cui credono, se non a memoria la funzione della messa; e stanno perfettamente bene così. Come ho conosciuto atei che il problema non se lo sono mai posto e stanno perfettamente bene così.

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Sono agnostico perché non ho nessuna prova che esista un Dio o un aldilà, nè ho alcuna prova che non esista un Dio e un aldilà, quindi non posso a priori nè escludere nè accertare nessuna delle due posizioni.

 

Razionalmente sono portato a credere che non ci sia nè un inizio nè una fine.

Il nostro cervello tende a pensare che ci sia sempre un inizio e una fine ma la fisica ci insegna invece che non è mai così poichè il primo postulato della termodinamica dice che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma.

Per cui non c'è bisogno di un inizio e di una fine, la vita del nostro universo è un continuo e infinito susseguirsi di BigBang e Big Crunch cioè l'universo esplode e poi collassa infinite volte come postulato dalla teoria dell'universo oscillante.

Non serve un Dio come creatore di tutto e un aldilà come fine.

Anche perché se tutto è stato creato da Dio allora chi ha creato Dio? e perché si accetta il fatto che nessuno abbia creato Dio ma non si accetta il fatto che nessuno abbia creato il nostro universo?

 

Naturalmente io non ho certezze infatti sono agnostico e non escludo nulla e rispetto tutti siano essi atei, agnostici, cattolici, protestanti o musulmani.

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perché non riesco a concepire il nulla

Ti sei risposto da solo, no?

 

Suppongo che il Nulla a cui ti riferisci

sia quello dopo la morte.

Mi pare che l'Universo Materiale non possa essere definito "nulla".

 

Io ho conosciuto il Nulla prima di nascere

e ho ottimi motivi per credere

che il "prima di nascere" e il "dopo esser morto"

siano due condizioni identiche.

 

Poiché noi Atei non andiamo casa per casa

a diffondere il nostro ateismo, non chiediamo fondi per scuole atee;

mi chiedo in quali cose tu ci assimili ai "Crociati".

Solo perché parliamo nei forum del nostro ateismo?

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AndrejMolov89

No, non era in riferimento a questo, quando si discute è bello. Parlo di altri casi, in cui si genera proprio una mancanza sostanziale di ricerca di fondo e una voglia a sfottere ingiustificata. Non parlo nello specifico di qualcuno del forum, ma di altre persone che senza riflettere si dichiarano atei e si permettono così a zero di sparare sulla religione senza aver mai cercato di comprendere realmente il fenomeno. :beer: tutto qui, non dico che sia sbagliato discutere, è sbagliato dichiararsi qualcosa senza aver fatto una ricerca sincera riguardo l'argomento e poi pretendere di osteggiare gli altri in modo negativo. E' una considerazione scevra ad altri topic :eek:

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è sbagliato dichiararsi qualcosa senza aver fatto una ricerca sincera riguardo l'argomento e poi pretendere di osteggiare gli altri in modo negativo

Caro mio si, questa è una cosa che accade in quasi tutti gli ambiti della vita  :eek:

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orodeglistupidi
Cosa porta a non credere in entità superiori?

 

L'aver letto e capito Nietzsche.

 

"Dove se n’è andato Dio? – gridò – ve lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo: voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto questo? Come potemmo vuotare il mare bevendolo fino all’ultima goccia? Chi ci dètte la spugna per strusciar via l’intero orizzonte? Che mai facemmo, a sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov’è che si muove ora? Dov’è che ci moviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all’indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto piú freddo? Non seguita a venire notte, sempre piú notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo dunque nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di piú sacro e di piú possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli; chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo noi lavarci? Quali riti espiatòri, quali giochi sacri dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo noi stessi diventare dèi, per apparire almeno degni di essa? Non ci fu mai un’azione piú grande: tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtú di questa azione, ad una storia piú alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!"

(F. Nietzsche, La gaia scienza)

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Io, da uno che crede in "entità superiori" ribadisco sinteticamente il concetto già espresso altrove.

 

Spesso si confonde l'essere atei con il rifiuto per le religioni convenzionali, per i rituali di un culto. Con la bigotteria di alcune persone, e così via.

Ma non c'è in realtà un legame fra le due cose.

 

Credere in qualcosa  non ha il suo elemento fondamentale nella rilevazione di "miracoli" o di eventi "straordinari" oggettivi.

Credere è una esperienza, un percorso iniziatico, una avventura in gran parte soggettiva, è un viaggio che non termina con "io credo in tot".

Sicuramente riguarda la nostra relazione con la morte e con la vita. Ma non riguarda l'uscita dei numeri al lotto o il big bang o il big crush..

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Io dalle elementari fino alle superiori

ho sempre visto fare "mobbing"

verso i ragazzi che non facevano religione

- sia da parte degli insegnati, sia da parte degli studenti -

Non ho mai visto accadere il contrario.

 

Probabilmente ciò è dovuto al fatto

che gli Atei sono - in Italia - una piccola minoranza

e che si mordono la lingua in continuazione:

ai battesimi, ai matrimoni, ai funerali;

quando vanno a trovare la nonna,

quando parla il Papa o Gerri Scotti.

 

Da qualche anno Richard Dawkins invita gli Atei

a fare finalmente "coming out" (sì, proprio come i gay).

Ad esprimere cioè le proprie opinioni sulla religione liberamente,

senza quel timore di "offendere i credenti"

che ci portiamo dentro come una colpa istillata.

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Le religioni sono nate per sopperire a problemi e fenomeni che la scienza non riusciva o ancora riesce a risolvere oggi.

 

Per esempio vedendo un vulcano che eruttave per gli antichi e, non capendone il perchè, attribuivano al Dio XYZ la colpa.

 

Da quei tempi ad oggi l'unica cosa rimansta e per cui esistono le religioni sono il fenomeno del "dopo la morte cosa c'è?"

Da qui non sparo cose negative se uno è credente ma posso contestare come la religione viene applicata !

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AndrejMolov89

In ogni caso il problema nasce soprattutto dal fatto che a volte viene fatta questa associazione:

ateo-->intelligenza---> io voglio essere intelligente--> divento Ateo.

 

Riguarda certi casi umani, ma queste specificità mi hanno indotto a chiedere come mai siete diventati atei, o agnostici.

E quanto la dimensione personale deve dominare su questa consapevolezza e quanto deve interferire l'ambiente in cui si sta vivendo in questa coscienza.

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sinceramente questa associazione non la vedo.

che poi anche il "diventare ateo" mi ricorda il "diventare gay", certo, se a 11 anni mi avessero chiesto orientamento sessuale e religioso (vabbè perdonatemi i termini, non fateci tautologie sopra) avrei detto di essere etero e cristiano, poi mi sono reso conto che entrambe le cose non mi riguardavano.

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Non "più intelligenti", ma "più informati"

 

Una recente ricerca del Pew Forum on Religion and Public Life ha rilevato che negli USA i non credenti sono più ferrati in fatto di religione rispetto ai credenti. I ricercatori hanno contattato più di 3.400 statunitensi, ponendo loro 32 domande su cristianesimo e altre religioni.

In media, circa la metà delle risposte sono risultate errate e moltissimi non hanno risposto correttamente proprio alle domande riguardanti la religione professata. Ad esempio, circa il 45% dei cattolici non sa che durante l’eucarestia il pane e il vino si tramuterebbero effettivamente nel corpo e nel sangue di Cristo e il 43% dei protestanti non sa che Martin Lutero è l’iniziatore della Riforma protestante.

 

Atei e agnostici hanno ottenuto in media risultati migliori (20,9 risposte corrette su 32), tallonati da ebrei (20,5) e mormoni (20,3). A scendere, gli evangelici bianchi (17,6), i cattolici bianchi (16), i protestanti bianchi mainline (15,8), quelli genericamente spirituali (15,2), i protestanti neri (13,4) e infine i cattolici ispanici (11,6). I non credenti e gli ebrei risultano più informati sulle domande riguardanti le religioni non cristiane, mentre mormoni ed evangelici bianchi sono più ferrati sulla Bibbia e il cristianesimo.

Risulta inoltre una certa confusione tra gli americani sulla religione in ambito scolastico: se quasi il 90% sa che non sono ammesse le preghiere in classe, meno di un quarto sa che nelle scuole pubbliche gli insegnanti possono leggere la Bibbia “come esempio di letteratura” e meno di un terzo sa che gli stessi insegnanti possono presentare alla classe le varie religioni in una prospettiva comparativa.

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senza quel timore di "offendere i credenti"

che ci portiamo dentro come una colpa istillata.

 

Forse Almadel te lo porti dentro tu questo timore, io non mi pongo il problema se esiste questo personaggio ,entità (o quello che è) superiore, semplicemente perché è una perdita di tempo discutere di ciò che non è e non sarà mai verificabile. Se ti ci metti d'impegno un pomeriggio (forse a te basta meno) di fantasie non verificabili ne puoi generare all'infinito , ti mancherebbe un po po di pubblicità e poi qualcuno comincia a crederci...  Come non mi pongo il problema di fare piazza pulita di chi crede se questo appartiene ad un culto che m'intralcia la strada. Se invece chi crede mantiene il tutto nella sfera privata , faccia pure , per me può credere pure di essere stato generato dagli Gnomi...  :eek: Forse però per la vostra posizione forte da Atei è importante... mah  :beer:

La mia posizione è l'Ignosticismo per l'autore del Topic..  :eek:

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non ho mai trovato finora delle motivazioni razionali che mi convincessero nell'andare a ritenere che dio o qualunque altra entità esista o meno, penso siano passati due anni da quando ho deciso di "sospendere il giudizio" a riguardo in mancanza di risposte, mi definisco agnostico ma non so effettivamente se si tratti di un qualcosa di temporaneo, che terminerà nel momento in cui riuscirò a trovare un motivo che mi convinca per farmi protendere da una parte rispetto che da un'altra (anche se la vedo dura nel trovare un motivo che mi convinca del fatto che dio esista), o se si tratterà di qualcosa di definitivo.......

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orodeglistupidi

FleurDeLys, ricorda che siamo cresciuti in uno stato fatto di comunità locali terribilmente superstiziose.

 

Ripulirsi dalle mille diramazioni della favoletta cristiano-cattolica, per un italiano, è una fatica tremenda.

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L'aver letto e capito Nietzsche.

 

" Non ci fu mai un’azione piú grande: tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno,

in virtú di questa azione, ad una storia piú alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!"

(F. Nietzsche, La gaia scienza)

 

Apprezzo molto la citazione di Oro di questo testo fondamentale non solo per la cultura ma per la

Storia di tutto il Novecento.

 

Per quanto mi riguarda io non ho mai creduto in Dio, nemmeno da bambino. Non so cosa sia credere: è

un'esperienza che non ho mai provato. Se esiste una quota di religiosità in me, intesa in senso ampio,

si è espressa nell'amore per la musica, per una certa musica, da me considerata un Assoluto, e nell'amore

per gli dèi ellenici, soprattutto Apollo e Dioniso, per gli dèi morti.

 

Quanto al nulla, non esiste: così almeno la pensa Parmenide, e io mi attengo a lui.

 

Un discorso a parte meritano gli Augenblicksgötter di cui parla Usener, la cui percezione ormai ci sfugge,

e che erano propri della percezione primitiva del "divino", ma che qualche volta nella vita si può avere, nel

contatto più intenso con la natura.  

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Capisco orodeglistupidi (perchè devo chiamarti così..  :eek:) , ma io non credo che in Italia ci siano tutti questi credenti come la tv vuol far credere. :eek: Almeno per esperienza personale trovo gli italiani che conosco molto menefreghisti verso la religione.  :ghgh: E Almadel non vive dall'altro capo della Nazione ,ma a 20 minuti di macchina da me..  :beer:

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Da qualche anno Richard Dawkins invita gli Atei

a fare finalmente "coming out" (sì, proprio come i gay).

Ad esprimere cioè le proprie opinioni sulla religione liberamente,

senza quel timore di "offendere i credenti"

che ci portiamo dentro come una colpa istillata.

 

 

Non è questione di "offendere". Il problema vero è che un ateo e un credente hanno due punti di vista troppo differenti e l'unico punto d'incontro che si può trovare è parlarne come spunto di curiosità. I miei amici atei non capiscono le mie idee come io personalmente non capisco le loro.

 

 

 

In questi ultimi anni il mio concetto di Dio è cambiato, si è evoluto.

Se devo essere sincero proprio da quando studio materie scientifiche la mia fede si è rafforzata. Sembrerà assurdo ma è così.

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orodeglistupidi

per esperienza personale trovo gli italiani che conosco molto menefreghisti verso la religione

 

Certo, si mostrano menefreghisti appunto perché pensano che

 

ateo-->intelligenza---> io voglio essere intelligente--> divento Ateo.

 

Nella vita di tutti i giorni, però, gli italiani si compattano intorno alla religione e fanno di tutto per ostracizzare coloro che mostrano di vivere benissimo senza.

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Sì, è questione di "offendere".

 

Se io dicessi a mia nonna che Padre Pio

si è procurato le stimmate con l'acido

o che Gesù non è realmente nato il 25 dicembre;

avrei probabilmente una crisi isterica come risposta.

 

Non posso nemmeno citare l'Evoluzionismo

in presenza di Cattolici over 60

che lo interpretano come "un'offesa".

(Io avevo 12 anni quando ho scoperto di essere un primate,

per i miei primi 11 anni c'era ancora l'Eden e Adamo ed Eva;

loro hanno la chiara intenzione di non scoprirlo mai).

 

Sì, si "offendono".

Si "offendono" esattamentente come si "offendono"

le vecchiette che vedono due maschi che si baciano:

perché nella quasi totalità dei casi coincidono.

 

Mi sento come un indiano

che non deve offendere

la sensibilità dei "cow-boy"...

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Io dalle elementari fino alle superiori

ho sempre visto fare "mobbing"

verso i ragazzi che non facevano religione

- sia da parte degli insegnati, sia da parte degli studenti -

Non ho mai visto accadere il contrario.

Confermo. E' successo anche a me, sia alle elementari, che alle medie.

 

Stamattina mi va di rispondere alle domande stile elementari.  :eek:

 

Mi definisco agnostico, perché si.  :beer:

 

Scherzi a parte, mi definisco agnostico da un paio d'anni.

 

Più che altro perché non mi sono mai interessato all'essenza o alla non essenza di una o più entità superiori.

 

'Nsomma, non me ne frega niente.  :eek:

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Almadel, prima di tutto dipende con chi affronti tali tematiche. Io, sinceramente, se mi sento dire certe cose rimango totalmente distaccato e freddo.

Me ne frego altamente di quelli che prendono per assurdo quello in cui credo.

 

Comunque spero che tu sappia impostare dei discorsi anche un po' costruttivi e intelligenti a riguardo. Sai, molto credenti sono istruiti e forse un pensiero che abbia un senso lo sanno fare, e magari non sono neanche degli over 60. 

 

Io adoro parlare dell'evoluzionismo (sono un biologo darwiniano convinto) ma non per questo mi ritengo un miscredente. Perfino la Chiesa Cattolica ormai si è arresa di fronte l'evoluzionismo (qualche anno fa il Papa fece un discorso proprio su tale argomento).

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In ogni caso il problema nasce soprattutto dal fatto che a volte viene fatta questa associazione:

ateo-->intelligenza---> io voglio essere intelligente--> divento Ateo.

 

C'è anche da dire che, molti casi umani, come dici tu, esistono pure dall'altra "parte", quelli che considerano poco di buono coloro che non sono Cattolici, e men che meno Cristiani. L'idiozia si cela ovunque, non me ne stupisco di queste associazioni.

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Akira, non ce l'avere con me se estrapolo un frammento del tuo post, ma quando l'ho letto non ho potuto fare a meno di pensarlo.

 

Comunque spero che tu sappia impostare dei discorsi anche un po' costruttivi e intelligenti a riguardo.

 

Ecco, premesso che non voglio attribuirti niente, quello che mi lascia sempre un po' perplesso è questo. Io ho l'impressione che i credenti abbiano la tendenza a indispettirsi se si fa un discorso che va contro alle basi in cui credono. L'ideale di dialogo nella testa di un credente è il seguente: tu ateo, pur non credendo, rispetti e accetti che io invece credo, insieme parliamo di quante cose belle abbiamo in comune, di quanti valori condividiamo, di quanto entrambe le posizioni siano razionali e rispettabilissime, e alla fine del dialogo ci sentiamo entrambi più arricchiti.

 

Il punto è che il dialogo fatto così non funziona, non è un dialogo, è un allegro valzer dell'ammmore fraterno e delle buone intenzioni.

Se vogliamo dialogare dell'argomento, ci devono essere una tesi e un'antitesi, ovvero due opinioni opposte, e entrambi gli interlocutori devono esporre le proprie argomentazioni e sparare più cartucce possibile contro la tesi dell'altro (che è palesemente incompatibile con la propria). L'altro deve difendere la propria idea con un controargomento. Lo scopo di tutto questo è convincere l'altro che si ha ragione (cosa che oggi sembra quasi un tabù). Non importa se non lo si convince, e bisogna comunque essere pronti a propria volta a riconoscere la sconfitta ed ammettere che l'altro potrebbe avere ragione. Ma se io non mi pongo questo obiettivo, le questioni sono due: non credo veramente in quello che dico, oppure non sto dialogando, sto solo informando.

 

Ora, i credenti sono spesso incapaci di questo. Prima di tutto è difficile dialogare su qualcosa in cui uno crede: se la credenza è basata sull'aria, qualsiasi pallottola colpisce a vuoto. Inoltre, un credente è in grado di accettare la possibilità teorica che le ragioni del suo interlocutore lo potrebbero convincere che si sbaglia (premessa del dialogo)? I credenti poi spesso concepiscono come un'offesa alla loro religiosità qualsiasi approccio distruttivo (ovvero, qualsiasi dialogo sulla religione) delle basi in cui credono. E si nascondono dietro il dito del fare un "discorso costruttivo" (e rispettoso, non dimentichiamo il rispetto).

Il punto è che fare un discorso su qualsiasi altra cosa riguardante la religione che non siano le sue basi è sterile: se le basi non sono condivise, bisogna far partire da lì il dialogo. Se si parte da un punto più in alto, questo verrà giustificato a ritroso come poggiante su quelle basi.

E non si può "costruire" se le basi non sono condivise, si può casomai discutere come far convivere le due idee nel quieto vivere quotidiano... Ma è appunto un altro discorso.

 

P.S. Ancora ripeto, non è un discorso rivolto ad Akira. Solo che la sua scelta di parole mi aveva fatto venire in mente questa riflessione. :eek:

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Beh, Loup-garou vorrei persuaderti della validità della mia impostazione:

io trovo molto stimolante difendere l'Ateismo presso gli Agnostici;

discutere con loro di ignosticismo, apatismo, pastafarianesimo

e - in generale - analizzare i "doppi legami" nelle religioni;

ma evito di parlare di religione con i Credenti.

 

Credo che il problema sia che possono esistere

prove sufficienti a convertire un Ateo (i miracoli);

ma non vi sono "miracoli" per convincere i Credenti.

 

Per un Ateo con un po' di fantasia non è difficile

immaginare che Dio esista e costruirci intorno

una qualche argomentazione coerente.

I Credenti hanno addirittura paura

a immaginare che Dio non esista.

 

Prima di perdere la fede credevo che senza Dio

la mia vita non avrebbe avuto senso,

che se non ero immortale non importava realmente

se io fossi vivo o morto; che senza una Morale Superiore

forse avrei rubato o ucciso, se fossi stato sicuro di evitare la galera.

Credevo che l'Universo - sospeso tra il Caso e il Nulla -

mi sarebbe sembrato mostruoso e angosciante.

E che non mi sarei macerato così tanto l'anima

sulle questioni che riguardavano la mia sessualità...

 

Persa la fede, la Vita è come fiorita di una nuova primavera.

 

Senza l'immortalità ogni giorno diventava prezioso:

un miracolo quotidiano irripetibile: come una rosa

che sia bella perché sul punto di sfiorire

rispetto a un eterno fiore di plastica.

 

Senza l'onnipresenza di Dio che vegliava sul mio cuore

ho scoperto di avere una morale autentica e profonda:

come fare un regalo al proprio prossimo in segreto

senza nulla in cambio, neanche un angioletto che applauda.

 

Senza un "progettista" l'Universo mi è sembrato più bello,

come può essere bello un incontro casuale

rispetto a un matrimonio combinato da un padre.

 

E ovviamente ho barattato la colpa e la confusione

con una vita sentimentale intensa e appagante...

 

La Vita, la Morale, l'Universo e l'Amore

così come mi si sono disvelate con l'Ateismo

si sono rivelate eccezionalmente migliori,

rispetto all'immutabile paranoica repressiva "armonia"

che vivevo da bambino o l'angosciante dubbio

che avevo durante l'adolescenza

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Mah..

Non esistono esseri umani che non credano in entità superiori  :D

 

 

 

by Don Abatinus

[Hinzelmann, questa era per te  :ok:]

 

 

Sono ateo perché non riesco a concepire l'esistenza di qualcosa d'altro che non sia sulla terra.

 

 

Cioè.. in pratica non riesci a concepire l'esistenza della Nebulosa del Cancro? O di una elegante pulsar? O anche di un'opera letteraria? O di una teoria giuridica? O delle idee di odio, pace, guerra, forza, onore?

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