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Università sempre più sul lastrico..


Sherlock

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veramente in italia anche la cultura scientifica viene considerata superflua.

manca il senso dell'investimento, si tagliano i soldi per avere un piccolo rendiconto subito senza capire quanto stiamo perdendo.

tant'è che nei laboratori di chimica molti corsi non partono perchè non ci sono soldi per comprare i reagenti chimici (ed è solo un esempio)

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  • Metamorphoseon90

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Sì, il problema è che in Italia il campo della formazione e della cultura non "fa sistema" ed è (ma questo è un punto di vista personale) forse da re-impostare concettualmente

Nel momento in cui diventasse un settore a sé stante in grado di evidenziare una produttività non solo "contenutistica" (che è ovviamente fondamentale, sotto tutti i suoi aspetti, sia chiaro) ma anche "concreta" (in termini, appunto, anche economici), nulla risulterebbe "superfluo" (espressione comunque orrenda se riferita al campo della formazione, ricerca e cultura)

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La cultura, di per sé, non deve produrre capitale. E' essa stessa un capitale. E dev'essere quanto più varia, libera, addirittura inutile dal punto di vista pratico. E' il fermento che essa suscita che avrà, forse, ricadute nel concreto.

Non è per fare demagogia, ma anche l'ingegnere o il tecnico o il cardiochirurgo hanno bisogno di consolarsi delle pene della vita con qualcosa di bello, e del tutto inutile.

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se poi andiamo ad analizzare i 'casinisti'e quelli veramente interessati all'argomento, vediamo che di studenti interessati alla protesta sono ben pochi e quasi la totalità va là per non andare a scuola e fare del 'casino.

 

Mò non è per cattiveria, ma qui si parla di proteste universitarie. In genere a quell'età inizi a renderti conto che i tuoi genitori non ti aiuteranno/potranno aiutare ancora per molto, che lo studio può essere un mezzo di promozione sociale e che può essere utile per insegnare un mestiere.

Poi è ovvio, tu parli dal tuo punto di vista (ben esplicato qui e in altri topic) di persona che agisce nella maniera che hai descritto ma fidati che all'università non ci sono più i professori che ti regalano i voti o mammà che ti insegue per farti studiare... Se non vuoi studiare te ne vai a lavorare punto e basta. Quindi è evidente che quelli che protestano sono persone che hanno veramente a cuore lo studio o (nel caso dei ricercatori/docenti/dottorandi/ecc) il lavoro.

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Metamorphoseon90

La cultura, di per sé, non deve produrre capitale. E' essa stessa un capitale. E dev'essere quanto più varia, libera, addirittura inutile dal punto di vista pratico. E' il fermento che essa suscita che avrà, forse, ricadute nel concreto.

Si, ma questo quanto interessa veramente? Se non fornisce un utile immediato non serve, figuriamoci se è "inutile dal punto di vista pratico". Non è raro incontrare questa mentalità tra coloro che oggi hanno industrie anche locali (parlo per esempio del Nordest, casi come questi ce ne sono). E quindi se io mi laureo in Lettere, poniamo, e poi mi presento in azienda è più facile che mi ridano in faccia, se va bene, piuttosto che mi assumano. Ma se la "domanda" che si fa all'università non è cultura come può rimanere di qualità l'Ateneo?

 

Se poi si continua a tagliare fondi etc. la qualità, voglia o no, cala. Per i ricercatori questa riforma è veramente una presa in giro, forse sono anche presi peggio di noi studenti... capisco benissimo le ragioni di protesta.

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Oggi qui a Siena abbiamo avuto delle amare conferme per il nostro corso: quattro docenti non non hanno dato più la disponibilità di portare avanti i loro corsi (del secondo semestre). E questo perchè? Un indizio è che sono tutti/e quattro ricercatori che fino all'anno passato tenevano quei corsi, e se la situazioni non era loro favorevole da prima, pensate ora che il ddl è stato passato dalla camera...e questo è quello che tocca direttamente il mio corso, immaginate che clima che si respira da noi a scienze... :salut:

Così dal secondo semestre in poi non saprò se e come potrò seguire i corsi e dare gli esami previsti (e da ciò che ha detto il nostro, ormai ex, presidente del corso non si vedono delle soluzioni all'orizzonte: si è deciso al momento di non sostituire i docenti (ricercatori) che decidono di non insegnare e a due di questi non si potrebbe trovare un sostituto perchè non c'è) e l'idea di poter ritardare la laurea di un anno, con tutto l'impegno che ci ho messo per dare gli esami in tempo nel migliore dei modi, sinceramente mi sconvolge, pur essendo dalla parte dei ricercatori.

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Da noi abbiamo rischiato lo stesso che è successo da te, e alcuni corsi sono effettivamente stati tagliati senza possibilità di recupero (ma vabbè, erano facoltativi <.<).

Il consiglio che vi posso fare, se ce la fate, è di studiare comunque la materia per conto vostro e cercare qualcuno che vi tenga l'esame... meglio questo che niente  :salut:

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Cercherei anch'io di studiare le materie che mancano, anche se quelle come fisiologia non sono proprio uno scherzetto, specialmente se fatte da soli. Il problema è che loro non sono disponibili nemmeno per tenere gli esami. Io mi auguro veramente che si possa trovare una soluzione valida, perchè quello che sta succedendo rischia di rovinare il percorso di studi di centinaia di persone e pur capendo la situazione di crisi non dovrebbero proprio essere gli studenti quelli che ci rimettono.

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Da noi sono saltati dei laboratori perché i ricercatori non vogliono fare lezione. Probabilmente li faremo nel secondo semestre, ma ormai non è più sicuro. Sono sempre più demoralizzato e temo che non potremo mai finire l'università, sta diventando una possibilità sempre più reale.

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Appena sentita la notizia, il primo istinto è stato quello della fuga, con la fantasia ero già in un'altra università o in erasmus, o addirittura iscritto in un'università straniera, il più lontano possibile da questa situazione soffocante. Purtroppo qui si gioca non "soltanto" con decreti, finanziamenti, proteste (legittime), riforme o interessi, ma anche con il futuro delle persone e, a mio avviso, di un intero paese...e non voglio nemmeno lontanamente pensare a rinunciare a un sogno che sto iniziando a concretizzare dall'immatricolazione.  :P

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  • 2 weeks later...

Sto vivendo il dramma della situazione universitaria non sulla mia pelle, perchè fortunatamente sono uscito dalla specialistica quasi due anni fa ormai, ma tramite i miei due coinquilini che studiano ancora e sono alle prese con scioperi, proteste, lezioni saltate.. tutti mezzi di lotta sacrosanti, ma che comunque gli hanno praticamente annullato il semestre di studio. Credo che l'unica soluzione al continuo ridimensionamento del ruolo dello Stato nella cultura, che è un bene PUBBLICO, sia lo sciopero delle tasse. In una tale situazione di mancanza del servizio, di atrofizzazione del bene che si dovrebbe dare, è insensato pagare. Bisognerebbe togliere l'aria a tutto il sistema per sperare in una direzione nuova.

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Se il prossimo semestre mancano realmente quei tre corsi trovo anch'io insensato pagare la seconda rata, paghiamo per quali servizi? Dovrebbe comuqnue essere riconosciuta come situazione eccezionale, altrimenti gli esami che darò nel primo semestre verrebbero cancellati se non concludo il pagamento della seconda rata a giugno...non c'è nulla di sicuro  :look:

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Da noi hanno detto chiaramente che se passa la riforma universitaria i ricercatori si rifiuteranno di tenere anche i pochi corsi per cui avevano dato la disponibilità (e sono tutti al secondo semestre). Considerando che alla camera è passata (però deve tornare al senato, e da quello che ho capito pd e idv cercano di fare tutto l'ostruzionismo possibile) la vedo brutta anche per me  :look:

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Nella mia facoltà molti corsi erano tenuti dai ricercatori, ora alcuni corsi sono tenuti da altri docenti mentre altri non sono ancora partiti; nonostante ciò interrogano fino a Dicembre poi non si sa come andrà a finire

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