Jump to content

Vendola candidato Premier 2013?


Sbuffo

Recommended Posts

Non sono d'accordo assolutamente, quindi mi sembra più intelligente chiuderla qui.

 

Essere cattolici significa accettare una certa dottrina - se non concordi con tutta o parte di essa, sei cristiano non cattolico. Gli italiani hanno MOLTISSIME difficoltà a capire questo semplice ragionamento - per loro o sei cattolico o sei ateo, quando invece esistono moltissime vie di mezzo che non risultano in comportamenti incoerenti (cosa che invece è l'essere cattolico e omosessuale praticante).

Link to comment
Share on other sites

  • Replies 103
  • Created
  • Last Reply

Top Posters In This Topic

  • Sbuffo

    23

  • Sweet

    10

  • Hinzelmann

    9

  • Isher

    8

Top Posters In This Topic

facciamo un bagno di realismo

nessuno è mai diventato Capo del Governo in Italia senza il consenso della Chiesa

ma direi di più: nessuno può aspirare a diventare candidato di uno schieramento senza il consenso della Chiesa

Vendola, che non è un sognatore utopista ma un buon animale politico, questa cosa la sà e non può certo fare finta di niente

 

ora, cosa ci possiamo aspettare da un Vendola candidato premier?

non vorrei deludere nessuno, ma, viste le persone e le forze in campo, ci possiamo aspettare al massimo quello che tentò di fare Prodi

ovvero l'annacquamento dei Pacs da presentare non come proposta del governo ma come legge parlamentare

vorrei farvi notare, al riguardo, che la destra ha fatto esattamente la stessa cosa

e l'ha fatta fare a un democristiano quale Rotondi:

http://blog.panorama.it/italia/2008/09/18/dai-dico-ai-didore-le-unioni-civili-che-dividono-le-maggioranze/

esiste una proposta di legge della destra giacente in Parlamento dall'Autunno 2008

 

allora il problema non è Vendola o non Vendola secondo me

il problema è che se destra e sinistra pari sono (da questo punto di vista)

occorrerà lavorare affinchè la parte politica che dovrebbe essere più sensibile a questi temi, ovvero la sinistra,

li prenda davvero in carico e li faccia suoi

vuole Vendola davvero impegnarsi in questa lotta interna al suo schieramento?

questa è per me la discriminante

 

paradossale dirlo, ma oggi il vero intoppo al riconoscimento delle coppie di fatto non è a destra, ma a sinistra

 

la destra fà il suo mestiere di destra, la sinistra non sta facendo il suo mestiere di sinistra

 

Quella presentata a destra non è la stessa cosa dei DiCo a dir la verità, prima cosa non è mai stata presentata e approvata in consiglio dei ministri questo vuol dire che non ha l'approvazione del governo ma solo dei singoli parlamentari che l'hanno presentata e infatti tale disegno è fermo e bloccato, mentre i DiCo erano stati elaborati ed approvati in consiglio dei ministri.

 

Ma poi basta leggersi i testi.

 

I DiDoRe sanciscono fin dal primo articolo la discriminazione degli omosessuali perché mettono per iscritto che la famiglia è una e unica ed è quella fondata sul matrimonio e solo ad essa sono concesse agevolazioni, mentre tutta questa parte non c'era nella legge sui DiCo.

 

Il primo articolo dei DiDoRe dice:

ART.1

(esclusività della famiglia)

1. Ai sensi degli articoli 29 e 31 della Costituzione, il

riconoscimento della famiglia deve intendersi

unicamente indirizzato verso l’unione tra due soggetti

legati da vincolo matrimoniale.

2. Alla famiglia, intesa ai sensi del comma 1, sono

indirizzate, in via esclusiva, le agevolazioni e le

provvidenze di natura economica e sociale previste

dalle disposizioni vigenti che comportano oneri a carico

della finanza pubblica.

 

Poi nella legge sui DiDoRe non c'è alcuna traccia dei fondamentali diritti di successione, cioè se un omosessuale muore il compagno non può ereditare nulla perché questa legge non gli riconosce alcun diritto in tal senso mentre nei DiCo si riconosceva questo diritto.

 

Lo stesso dicasi anche dei diritti per il permesso di soggiorno in caso uno dei conviventi sia straniero e lo stesso dicasi dei diritti in ambito lavorativo riconosciuti dai DiCo e non dai DiDoRe.

 

Poi nella legge sui DiDoRe non c'è un momento in cui possono dare il loro consenso e in cui vengono riconosciuti come conviventi davanti ad un'autorità pubblica, mentre nei DiCo per esserci l'unione civile i conviventi dovevano rilasciare una dichiarazione presso l'ufficio dell'anagrafe del loro comune per mettere così in essere l'unione civile.

 

Per cui quella dei DiDoRe è una legge molto peggiore dei DiCo e in ogni caso non era nel programma del centrodestra e non ha l'appoggio del governo per cui non sarà comunque mai approvata(ma forse è meglio così).

 

In ogni caso i DiCo erano un proposta con Prodi presidente del consiglio diverso da un Vendola presidente del consiglio che è comunque un omosessuale dichiarato e con un passato e presente di militanza di sinistra.

Per altro non ci sarebbero nemmeno più Mastella l'Udeur la Binetti e i Teodem stavolta.

Link to comment
Share on other sites

vero, i Dico erano stati approvati da tutto il governo

poi però, per rimetter in piedi il Prodi bis dopo la crisi di Febbraio 2007, i Dico erano diventati "materia parlamentare"

ho ritrovato un articolo di Repubblica che ne parla:

http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/politica/governo-battuto-2/i-dodici-punti-di-prodi/i-dodici-punti-di-prodi.html

 

comunque non c'è dubbio che l'impianto dei DiCo era migliore rispetto a quanto proposto dalla destra

solo che in entrambi i casi, in fin dei conti, ci si è limitati a fare una proposta di legge parcheggiata in parlamento

 

il passato non è detto si debba ripetere e Vendola potrebbe rappresentare un'opportunità

ma non darei la cosa per scontata

Link to comment
Share on other sites

Ma il fatto che siano diventati materia parlamentare era solo perché Prodi si era accorto dell'ostacolo di Mastella e così facendolo diventare materia parlamentare c'era il tentativo di recuperare i voti di un eventuale no di Mastella e Udeur da qualche onorevole di centrodestra come ad esempio l'ex radicale ora Pdl Benedetto Della Vedova e altri che difficilmente avrebbero votato un disegno di legge governativo ma avrebbero potuto votare un disegno di legge parlamentare.

Così il governo affidò la cosa al senatore Salvi presidente della commissione giustizia che ribattezzò i DiCo come Cus(contratti di unione solidale) potrando avanti la discussione della proposta e cercando la più ampia maggioranza.

 

Infatti il disegno di legge sulle unioni civili riusc+ a prseguire il suo iter parlamentare a differenza dei DiDore che sono fermi.

Il disegno di legge sulle unioni civili arrivò anche ad essere approvato in commissione giustizia al Senato:

http://www.corriere.it/politica/07_dicembre_04/unioni_civil_commissione_salvi_b4a33f6e-a27e-11dc-9440-0003ba99c53b.shtml

Poi però il governo cadde quindi l'iter si bloccò.

 

comunque sia quello quello oramai è il ,era solo per dire che comunque parlare di DiCo e DiDoRe non è la stessa cosa.

 

Poi appunto io penso che con un governo Vendola la cosa sarebbe diversa.

Link to comment
Share on other sites

Se vi siete ridotti a discutere di DiCo e Didoré e dei meriti dei primi rispetto ai secondi, allora siamo veramente

al capolinea, anche perché tu Sbuffo hai vent'anni.  

Link to comment
Share on other sites

Silverselfer

Quella di Vendola è ormai lettera morta, una boutade, un sogno di mezza estate o sempreferite da notte di San Giovanni.

 

La reazione di di Pietro è stata molto "scocciata", e il riferimento alla dichiarazione di Vendola riguardo Giuliani eroe al pari di Borsellino la dice lunga sulla distanza politica incolmabile tra l'asse IDV e SEL, senza il quale manca l'elemento originale su cui costruire un'opposizione alternativa. Del resto De Magistris se n'è andato "a titolo personale" con il popolo delle agende rosse a manifestare in via D'Amelio.

 

Insomma, è stata una bella mossa mediatica, anche coraggiosa ma niente di più. L'Italia e gli italiani non sono fatti per le rivoluzioni, a noi ci vengono meglio i complotti machiavellici, magari a cena davanti a una buon bicchiere di vino e le chiappe al caldo.

 

E' desolante ammetterlo, ma la questione dei diritti civili in generale, la questione dei diritti civili nel particolare delle persone sessualmente non conformi alla così detta "legge naturale", in Italia è lettera morta. Mi capita di farci caso sempre più spesso, dinanzi a temi come razzismo, sessismo, omofobia; tutti, anche persone di una certa cultura, non credono che in Italia ci sia una vera urgenza di porvi una legislatura adeguata, o meglio, credono che ci siano emergenze più gravi da affrontare.

 

Quoto in toto quanto scrive Sweet riguardo ai cattolici così detti "relativisti", nel quale va annoverato lo stesso Papa che da la comunione a Berlusconi pur essendo due volte divorziato, nonché puttaniere eccetera...  

Link to comment
Share on other sites

Beh adesso non è che basta una dichiarazione di Di Pietro per far scomparire la candidatura di Vendola. :D

 

Se si terranno le primarie non sarà certo Di Pietro a poter impedire a Vendola di presentarsi.

 

Poi nel momento in cui sarà candidato alle primarie saranno gli elettori e la democrazia a scegliere.

 

Se Di Pietro pensa di poter far meglio o di avere un candidato migliore allora si presenti anche lui o presenti lui un suo candidato.

 

Per altro mi pare che Di Pietro inizialmente fosse pure diffidente verso la candidatura di Vendola per la presidenza della regione Puglia ma poi dopo la vittoria alle primarie ha accettato la sua candidatura.

Link to comment
Share on other sites

però Isher queste sono le due proposte mai arrivate in Parlamento in Italia

 

 

Ma in cosa cambiano, o anche solo contribuiscono a cambiare, la vita di una persona omosessuale

i DiCo o i Didorè? In niente. Anzi, la peggiorano di gran lunga, perché sanciscono un trattamento

così diverso, inferiorizzante e discriminato, che nessuno vorrebbe accettarlo. Facendolo poi apparire

chissà che cosa! Non vi ribolle il sangue almeno rispetto a quest'ultima cosa?

Non avere diritti è una cosa; averli di serie C o D è ancora un'altra; essere moderatamente soddisfatti,

o recitare la parte dell'oca giuliva soddisfatta, è un'esito ancora diverso che si può francamente evitare.

Meglio pensare ad altro, allora.

 

I diritti sono diritti e valgono in quanto sono diritti. Valgono in sé e mutano qualcosa

in una società.

Se non sono diritti, non valgono nulla, e diventano solo un feticcio, una distrazione sbagliata.

Link to comment
Share on other sites

Ma in cosa cambiano, o anche solo contribuiscono a cambiare, la vita di una persona omosessuale

i DiCo o i Didorè? In niente. Anzi, la peggiorano di gran lunga, perché sanciscono un trattamento

così diverso, inferiorizzante e discriminato, che nessuno vorrebbe accettarlo. Facendolo poi apparire

chissà che cosa! Non vi ribolle il sangue almeno rispetto a quest'ultima cosa?

Non avere diritti è una cosa; averli di serie C o D è ancora un'altra; essere moderatamente soddisfatti,

o recitare la parte dell'oca giuliva soddisfatta, è un'esito ancora diverso che si può francamente evitare.

Meglio pensare ad altro, allora.

 

I diritti sono diritti e valgono in quanto sono diritti. Valgono in sé e mutano qualcosa

in una società.

Se non sono diritti, non valgono nulla, e diventano solo un feticcio, una distrazione sbagliata.

 

Non aver diritti è come averli di serie Z è molto peggio di qualsisi altra situazione perché è una situazione di totale e assoluta discriminazione.

Una legge sulle unioni civili per quanto non esente da critiche rimaneva comunque una legge sulle unioni civili da cui partire per poi migliorarla.

C'era il riconoscimento dell'unione, c'erano i diritti di successione, la possibilità di subentrare nel contratto di locazione del compagno, la possiblità di assistere in caso di malattia il compagno, i diritti sul lavoro e i diritti sul permesso di soggiorno.

 

comunque oramai quello è passato quindi non è molto utile tornarci a discutere soprameglio guardare al futuro.

Link to comment
Share on other sites

Semplicemente dopo la nascita del PD e la fine del governo Prodi

sono usciti dal sistema dell'informazione un gran numero di partiti.

Il chè non è certo una buona notizia...

 

Vendola ha cercato un modo per richiamare l'attenzione sulla sua

iniziativa politica "le fabbriche di Nichi", non facciamogli il torto di

ritenerlo così incapace da poter pensare veramente di candidarsi

in questo modo, in fondo fa politica da una vita...

 

Di Pietro ha subito capito che la minaccia era diretta a lui

alla sua rendita di posizione mediatica e al suo ruolo nell'attuale

sistema politico e nonostante pochi mesi fa reclamasse la

necessità di individuare un leader, probabilmente per poterlo

poi impallinare, ora si contraddice. 

 

Vendola dimostra le sue note capacità comunicative,

ma la comunicazione non basta senza contenuti. Questo

se vogliamo parlare di futuro, senza guardare al passato...

Insomma 'ste fabbriche che hanno prodotto? La retorica

le capacità ed i limiti di Vendola c'erano pure prima...

Link to comment
Share on other sites

Le fabbriche hanno contribuito alla vittoria di Vendola in Puglia.

 

Le fabbriche hanno permesso a Vendola di non confindarlo solo in Sinistra Ecologia e Libertà, perchè alle fabbriche possono partecipare tutti di qualsiasi partito o anche in particolare tutta quella fascia di persone disaffezionate verso i partiti o di coloro che non hanno intenzione di iscriversi a nessun partito ma apprezzano Vendola come persona e come politico.

 

Adesso dalla Puglia si stanno espandendo prendendo piede in tutto il territorio nazionale nell prospettiva delle primarie e della sua candidatura a presidente del consiglio così che abbia una rete capillare di sostegno e di aggregazione su tutto il territorio nazionale.

Link to comment
Share on other sites

Fabio Castorino

E' chiaro che se anche Vendola vincesse le primarie del centro-sinistra e poi le elezioni (eventualità abbastanza improbabili, soprattutto la seconda) sarebbe un premier debole, come lo fu Prodi, in quanto non sarebbe il leader del principale partito della maggioranza (cioé il PD), e verrebbe paralizzato quotidianamente dall'opera di sabotaggio di D'Alema, quindi non potrebbe portare nessun vero cambiamento, ma farebbe la stessa (brutta ) fine di Prodi.

Link to comment
Share on other sites

Beh Vendola cmq un partito a differenza di Prodi ce l'ha, poi Prodi è caduto a causa dell'Udeur e di Mastella e ora Mastella e l'Udeur non sono più un problema perchè sono passati nel centrodestra.

Link to comment
Share on other sites

Fabio Castorino

Al posto dell'UDEUR ci sarà l'UDC di Casini con cui D'Alema farà accordi sottobanco (cosa che sta già tentando di fare adesso, tra l'altro.....)

Link to comment
Share on other sites

Come ho già detto mi pare difficile che l'Udc possa allearsi la centrosinistra e sostenere Vendola, sia perchè non l'ha fatto in Puglia dove ha sostenuto la Poli Bortone proprio perchè a sinistra c'era Vendola candidato, sia perchè l'Udc sta portando avanti dei progetti diversi riguardanti un terzopolo in cui non è contemplata lun'alleanza con la sinistra, sia perchè se sostenesse Vendola l'Udc si troverebbe in coalizione anche con partiti diamentralmente opposti come i Radicali e Sinistra Ecologia e Libertà.

Link to comment
Share on other sites

Silverselfer

E se scrivessimo tutti i dubbi venuti fuori da questa discussione in una e mail e la spedissimo al diretto interessato? Secondo me Vendola ci risponderebbe.

Link to comment
Share on other sites

Il dubbio è uno solo: non ci piacciono i Cattolici.

Né laici, né dissidenti, né omosessuali, né altro.

 

Ce ne freghiamo se sono buoni amministratori,

se piacciono alla base e se non sono del PD.

 

Ho fatto una buona sintesi?

Link to comment
Share on other sites

Cosa avrà Vendola di così messianico? Mah, resto sempre diffidente.

Certo, una cosa la so: raramente si troveranno sul suolo italiano amministratori non cattolici, dacché da qualche millennio a questa parte, la nostra storia è anche quella della Chiesa, e viceversa. L'Italia è un Paese fortemente cristiano, oltremisura legato all'oltretevere ed all'unica figura politica resistita nel corso dei secoli: oggi è il signor Ratzinger. Non basteranno i Vendola di oggi e di domani a mutare l'assetto del nostro governare. Agli italiani, poi, interessa il giusto. Ma noto anche dell'altro, di più sottile. All'uomo in oggetto non bastano buone (?) qualità politiche, una lunga esperienza in amministrazione, una etica forte, e tutte le qualità desiderabili od utili: no, tutto questo non è sufficiente. Occorre che sia anche gay per candidarsi, quasi l'orientamento sessuale lo elevasse rispetto ai candidati avversari. Ed io che credevo le elezioni si vincessero con i piani di governo, con numeri alla mano e programmi seri per il futuro. Nichi non è che uno tra tutti gli altri, un adattato alle regole del gioco. Rimettere in piedi il confronto politico, ecco, sarebbe un obiettivo lodevole.

 

Mi chiedo chi sia interessato ad oltrepassare la linea, mi rispondo: nessuno.

Link to comment
Share on other sites

Silverselfer

http://www.youtube.com/user/vpervejack#p/u/3/IkLnSGscaic

 

In questa intervista a RaiNews c'è un concentrato di tutta la retorica vendoliana, notate il passaggio su un suo must che è il richiamo alle origini contadine con l'aneddoto cattolico e il richiamo al lavoro.

 

Almadel, mi sa che hai fatto una sintesi brillante...

Link to comment
Share on other sites

Intanto Vendola pur avendo meno spai mediatici ed essendo leader di un partito più piccolo e senza che sia nemmeno ancora iniziata nessuna campagna elettorale per le primarie Vendola è già dato in vantaggio su Bersani secondo un sondaggio di Ipr Marketing:

 

immaginepk.jpg

http://www.repubblica.it/politica/2010/07/27/news/vendola_bersani-5861220/

 

Inoltre secondo Crespi Ricerche Sinistra Ecologia e Libertà sarebbe in crescita e attualmente data al 5%:

 

immagine02.jpg

Link to comment
Share on other sites

fallendaydreamer

Comunque secondo me il fatto che la candidatura di Vendola, in generale, sia sempre stata disprezzata e osteggiata, a destra come soprattutto a sinistra, è un segnale di come, nonostante tutti i suoi eventuali aspetti negativi, un minimo di diversità e volontà di cambiamento, rispetto al(resto del)la casta, tanto da impaurirla, ce l'avrà.

Link to comment
Share on other sites

vendola è uno dei pochi che ha avuto il coraggio di dire e fare cose "contro corrente", soprattutto all'interno di un partito, il suo PD, che  è bloccato e fermo a quando veltroni girava l'italia con i pulman.

nel contempo berlusconi è al governo da più di due anni e ne combina di tutti i colori, con una serie di collaboratori, ministri, sottosegretari e delegati vari su cui preferisco non pronunciarmi! le europee le ha vinte il PDL, idem le regionali (11 regioni su 13 sono andate al Centro Destra).

Tutto ciò perchè nel PD, la maggior parte di "quelli che contano" invece di lavorare per il bene del paese (e per cercare di salire al governo), preferiscono restare all'opposizione, godendosi gli stipendi d'oro senza affaticarsi troppo.

Unico sforzo: comparire nei salotti tv a fare propaganda.

Per il PD ci vuole aria fresca. Via tutti gli over 50, in politica da trent'anni senza mai risultati concreti, dentro i giovani, neo.laureati e gente preparata, desiderosa di costituire una vera alternativa al vergognoso PdL.

Link to comment
Share on other sites

@sbuffo: scusami hai ragione! dicevo PD perchè comunque rappresenta tutta la sinistra pugliese e, alle elezioni regionali, ha corso soprattutto per il PD, facendogli ottenere i due successi del 2005 e 2010!

Link to comment
Share on other sites

Veramente il PD ha fatto di tutto perchè non fosse Vendola

a guidare il CSX alle elezioni regionali...

 

Comunque non stupisce che Vendola sia apprezzato più di Bersani

chiunque diventi segretario del PD politicamente evapora...è quello

che io chiamo "Effetto Forlani". Praticamente per non dispiacere a

qualcuno, non devi piacere a nessuno: sei letteralmente il Niente.

 

Solo che Forlani aveva il Potere...

 

Comunque il PD ha già coralmente stroncato la candidatura dicendo

che le primarie di coalizione si possono fare solo dopo aver individuato

la coalizione. E l'IDV, visto l'inevitabile calo dei propri consensi a favore

di Sinistra e Libertà si è accodata.

 

Non ci resta a questo punto che di vedere i contenuti politici di Vendola

perchè è chiaro che l'idea di candidarsi premier non basta a tenere la

prima pagina dei giornali per i prossimi due anni.

Link to comment
Share on other sites

Non sò se questo governo durerà ancora 2 anni viste le ultimi dissidi tra Fini e Berlusconi.

 

Per cui credo che ci si debba sempre tener pronti e quindi Vendola ha fatto bene a palesare fin da subito la sua intenzione di candidarsi per le primarie di coalizione.

 

Non necessariamente comunque deve tener le prime pagine per 2 anni nel caso il governo dovesse durare, per ora serve radicarsi sul territorio e iniziare a lavorare per porre delle buone basi e buone radici per quando ci dovranno essere le primarie, le Fabbriche di Nichi che fino a qualche mese fa erano solo un fenomeno pugliese stanno iniziando a sorgere su tutto il territorio nazionale.

Link to comment
Share on other sites

Silverselfer

Giusto per dare due punti di vista non istituzionali su Vendola vi riposto le dichiarazioni al riguardo che ha fatto Gioele Magaldi, maestro venerabile della loggia Monte Sion di Roma, dal sito "grandoriente-democratico.com", e poi di Grillo intervistato da Luca Talese de' "Il Fatto Quotidiano" -

 

Giole Magaldi <<< (al PD) realizzate una coalizione unitaria con il ticket Nichi Vendola - Ignazio Marino. >>>

Certo che per piacere alla massoneria, anche se si tratta di massoneria dissidente, certe garanzie le devi aver dimostrate.

 

Grillo <<< lo stimo ma lo aspetto al varco, per sapere se trivellerà il mare in cerca di petrolio, se costruirà 4 inceneritori  dicendo che se li è trovati. Se entrerà in coalizione avrà le mani legate.>>>

 

Riguardo all'elettorato Idv e Sel non credo che si somiglino manco un po', condividere alcune battaglie sulla legalità e rispetto delle regole istituzionali non significa condividere la stessa linea politica. Di Pietro ha avversato la canditatura di Vendola solo perché sposterebbe il baricentro dell'opposizione verso la sinistra radicale. L'Idv in tal senso teme molto di più il Movimento delle 5 stelle dei grillini.

Link to comment
Share on other sites

WistonSmith

Intervista a Vendola sul Corriere del Mezzogiorno:

 

BARI - «Lei crede davvero che Luca abbia ragione? Che la felicità sia solo etero? Che davvero un gay non possa essere felice? No, non è così, non può essere così. Quello che rende infelici è l’ipocrisia, la clandestinità, la paura di essere quel che si è. Questo è infelicità. Solo questo». Nichi Vendola sembra voler “regalare” la sua storia ai giovani omosessuali, gli stessi che hanno reagito leggendo le parole di Luca di Tolve (che ha ispirato a Povia la canzone Luca era gay) su “A” a proposito dei gay che “non possono essere felici”. «Dichiararsi può essere dolore, anche emarginazione, anche violenza», ma io «non ho mai avuto paura di essere quello che sono. E se c’è un pensiero che mi trasmette ancora angoscia è immaginare di vivere nella menzogna...». Parla al telefono, il governatore della Puglia che sogna di diventare premier: gli occhi rivolti alla piazza che lo reclama, ma la testa ancora lontana dall’attualità politica e fissa sui ricordi. Anzi, su uno: la tesi di laurea, Pasolini degli anni 50. Anche lui cattolico, gay, comunista. Anche lui deciso a strappare la condizione di omosessuale dall’oscurità. «Sì, ma Pasolini quella dimensione l’ha illuminata con le fiamme dell’Inferno mentre io mi sono sempre rifiutato di accettare quella visione del senso di colpa». Poi sposta il ragionamento da ieri a oggi. «Il mondo ha camminato ancora, tutto è diverso: nel linguaggio, nell’immaginario, anche nel confronto politico. Una porzione di umanità è uscita forse definitivamente da quel cono di ombra, di vergogna, di colpa, di peccato, di violenza, di paura e può raccontare la propria vita, il proprio amore. Ed è difficile che ci possa essere scandalo e peccato quando c’è un progetto d’amore».

 

Partiamo dall’inizio: il coming out nel '78. Aveva vent’anni...

«Anche io, Nichi, un volto di quella generazione che ha dovuto rompere la crosta. Che ha dovuto battersi in quel cambio d’epoca. Ho buttato, pasolinianamente, il mio corpo nella lotta. Mi sono usato perché la gente potesse riflettere. Ho sofferto per rompere quell’alone di mistero spaventevole che aleggiava attorno all’omosessualità. E, forse, ho contribuito alla rivoluzione».

 

Mistero spaventevole?

«Era un mondo in cui ancora molti pensavano che per i gay si dovesse chiamare un medico, l’ambulanza, lo psichiatra. Oggi non è più così, oggi nel Paese c’è una domanda di libertà forte ed essere gay non fa la differenza quando non c’è ipocrisia».

 

La copertina di A

La copertina di A

Crede che l’Italia sia pronta a un premier omosessuale?

«È pronta a un premier capace di dire la verità. Io non ho mai mentito sulla mia vita privata. Altri sì. Altri hanno fatto dell’ipocrisia la cifra del loro racconto: magari di giorno partecipavano ai family day e di notte cercavano trans e cocaina». C’è una parola che Vendola continua a ripetere. A declinare. «Ipocrisia». Ipocrisia che «ha segnato la cultura profonda della società italiana». Ipocrisia che «ho respirato per anni nelle stanze dei partiti. Del mio partito». Il tono del governatore è venato di malinconia, forse d’amarezza. «L’ho già detto e lo ripeto: è stato più facile raccontarmi ai preti che al partito. Gay era una parola che faceva paura. Meglio non dire, meglio nascondere, meglio negare. Oscar Wilde parlava dell’omosessualità come dell’amore che non osa pronunciare il proprio nome: io leggevo e capivo». Due temi si intrecciano: fede e omosessualità. All’improvviso uno emerge con forza. Si parte da lontano. Dall’infanzia nella sua Puglia. Terlizzi, terra di braccianti, di vita dura, di gente onesta. «Come mio padre... Tutte le sere rimboccava le coperte a noi figli maschi e ci salutava sempre con una sola domanda. Sempre la stessa. “Avete detto le preghiere?”. Già, le preghiere. Padre Nostro che sei nei cieli... Da quando è morto mio padre il Padre nostro è una preghiera che mi entra nella carne: il rapporto tra il padre mio e il Padre nostro mi stringe il cuore e mi commuove».

 

Davvero è stato più facile raccontarsi ai preti?

«Vuole la verità? Da loro non mi sono mai sentito rifiutato. E mai giudicato. Anzi spesso ho avuto un confronto autentico: loro capivano me e io capivo che anche nella Chiesa ci sono sensibilità diverse. E qualcuna provoca dolore e tristezza. La tristezza dei pregiudizi, delle paure. Lo confesso: ci sono stati momenti in cui ho vissuto la fede con fatica. Guardavo con sgomento quella Chiesa che si veste d’oro, mi chiedevo perché. Poi capivo: funziona sempre il silenzio di Dio e la libertà è fatta anche di quel silenzio. Vede, Dio non è tribunale islamico; Dio è libertà e responsabilità».

 

Lei è stato allievo di un grande prete: don Tonino Bello, il vescovo di Molfetta che diventerà santo... Ha parlato con lui della sua omosessualità?

«Solo una volta, nell’ultimo colloquio. Ricordo il suo volto sofferente per le metastasi e ricordo la mia domanda: perché in tanti anni non mi hai mai chiesto di convertirmi? Lui mi ha guardato con quegli occhi profondi e ingigantiti nel volto scarnificato dalla malattia. Mi ha sorriso e mi ha sussurrato cinque parole: “Non avevo bisogno di chiedertelo”. Ma non mi faccia parlare di questo...».

 

Il Papa venne a Bari e lei prese la comunione. Ci furono polemiche. Si era confessato?

«Poco prima. Avevo conosciuto un prete molto in gamba, uno vicino a Cl. Fui diretto: «Ehi don Mario, ora mi devi confessare...». È una bella cosa la confessione. O almeno la confessione che cerco io: un punto di interlocuzione sul cammino di conversione. Credo che confessore e confessato dovrebbero essere due che si prendono per mano. Peccato che non sia sempre così».

 

Sono quaranta minuti che il governatore si racconta. Come vuole lui: senza ipocrisie. Non nega di essere stato bisex. Non nasconde di aver avuto fidanzate. «Alcune bellissime». Poi guarda avanti. A quella che potrà essere la sua vita vera e confessa: «Considero un limite della mia esperienza terrena non aver potuto essere genitore. Sarebbe stato qualcosa di straordinario».

È qui l’unico accostamento con Luca Di Tolve”. Anche lui, comunque, aveva risposto in maniera secca a una domanda secca: che cosa le manca? «Un figlio».

 

E lei, governatore? Ricorda: disse che non vorrebbe morire senza aver vissuto l’esperienza della paternità.

«Ma a modo mio, padre lo sono già stato: ho dedicato tempo ai bambini. Mi piace giocare, fare teatro, scrivere filastrocche. Credo che sarei stato un buon papà. Provo tristezza quando vedo con quanta superficialità si diventa genitori: senza riflettere, senza pesare, senza interrogarti e senza donarti. Quante domande farei a tanti papà: quante volte invece di una parola preferisci offrire a tuo figlio un cartone animato? Quante volte rinunci alla conoscenza della sua crescita? Quante scegli di non misurarti con lui? Forse troppe. E forse, ancora una volta, siamo dentro un’interpretazione volgare di un ruolo fondamentale. Mi resta però una consolazione: il mondo corre. Più di quanto immaginiamo».

 

Fonte: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/politica/2010/3-agosto-2010/padre-nostro-liberaci-ipocrisia-1703513493547.shtml

Link to comment
Share on other sites

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Unfortunately, your content contains terms that we do not allow. Please edit your content to remove the highlighted words below.
Reply to this topic...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.


×
×
  • Create New...