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Lei Lui e la Checca...


Belfagor

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Dream_River

A me invece danno molto fastidio quelle persone che considerano gli omosessuali come strani essere dotati di una mente alveare, per cui l'osservazione di un omosessuale equivale a vederli tutti

 

E ancora più fastidio mi danno quegli omosessuali con il perverso desiderio di farmi parte di un ipotetica "categoria"

 

Ora a me, ammasso di molecole tendenti alla stabilità energetica, che cosa dovrebbe importarmene di che cosa fa un altro individuo o di che tonalità ha la sua voce o di come si comporta con un qualsiasi prossimo che non sono io?

 

Se poi ci sono persone che non perdono occasione per alimentare i propri pregiudizi, sono loro a dover rimediare alla loro stupidità, non io a dovermi preoccupare dell'immagine di una fantomatica categoria :gha:

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Ma vi pare possibile... Oggi pomeriggio ero dal medico, ero intento a leggere una rivista, dopo circa 20 minuti d'attesa, sento un brusio generale, non me ne curo e continuo a leggere. D'untratto una voce in falsetto desta la mia attenzione, alzo lo sguardo e vedo tre persone sedute su un divanetto decetrato a lato della sala d'aspetto. Erano una donna sui quaranta, un ragazzo sui trenta, ed un'altro ragazzo su venticinque. Quest'ultimo parlava gesticolanado con le mani, ad un tratto si alza e comincia ad andare avanti e indietro, ancheggiando in modo imbarazzante, e parlando ad alta voce con 2 ottave sopra il suo normale tono baritono... Inveiva contro l'altro, dicendo sconcerie, ricordo che siamo in un'ambulatorio medico. Sembrava colto da una crisi isterica, gli altri due, non ci pensavano minimamente d'assecondarlo e ne è nata una questione. L'isterico asseriva, che l'altro ragazzo, non gli aveva dato abbastanza "Lecca Lecca", poichè lo aveva dato troppo all'altra  :gha: , l'altra non rispondeva evidentemente in imbarazzo, dopo 2 minuti circa di urletti vari, la donna s'alza e se ne va seguita dal ragazzo più grande. Vi lscio immagginare le facce degli avventori, letteralmente sbigottiti (anche io lo ero), l'isterico accortosi dello scalpore che aveva creato, da altri tre o quattro colpi di culo, poi s'avvicina alla porta, fa per uscire, tentenna si volta e rivolto verso la sala d'apetto reclama in direzione d'una anziana "Che cxxo ti guardi cartapecora, a me piace il cxxo, forse tu hai imenticato com'è fatto" prende e se ne và.

 

Dopo che sono usciti, una signora giustamente disgustata, tira fuori una storia, non so se vera, che vede i trio molto conosciuto da quelle parti, e racconta che lei ha lasciato il marito per il ragazzo più grande, e che lo stesso in segiuto, in quanto "Deviato" (li mi sarebbe piaciuto intervenire, ma non l'ho fatto  :roll: ) si è trovato l'amichetto, che lei ha poi definito "CHECCA ISTERICA" . C'ho riflettuto parecchio, e mi sono detto, come darle torto ? "Quello" era il classico stereotipo GAY che gli etero amano portare ad esempio quando discriminano. In effetti mi sono vergognato io per primo, non lo giudico di certo, ma un buono psichiatra di certo gli servirebbe  :roll: . Non è la prima volta che vedo effemminati, ci mancherebbe, ma in genere sono gentilissimi ed affabili nei modi, questo era ISTERICO letteralmente e sboccato, maleducato, cafone e presuntuoso, sembrava dovesse esistere solo lui.

Queste cose a me fanno riflettere molto, io non identifico l'omosessuale con questo individuo, ma chi dicrimina lo fa, non capendo che come per gli etero, anche i gay non si fanno di certo mancare gli squilibrati... Per farla breve, spettacolo rivoltante  :roll: .

 

io in questa descrizione (nonché nel titolo del topic) vedo da parte tua gli stessi pregiudizi e la stessa discriminazione che condanni. tralasciando l'uso del termine "checca", che in bocca a un omosessuale è tollerabile se usato per scherzare, credo che la frase più emblematica sia quella che ho evidenziato: sei davvero convinto che i gay effeminati siano gentili e affabili? non pensi che dovresti fare un bel po' di autocritica prima di accusare la "checca" per il fatto di essere così apertamente "checca"? perché parliamoci chiaro: tu non sei scandalizzato dal suo comportamento, sei infastidito dal suo atteggiamento, ti mette in imbarazzo in quanto gay, altrimenti non ci sarebbe stato alcun bisogno di inserire questa discussione in un forum del genere, non ti pare? io penso che ognuno sia liberissimo di non frequentare gay particolarmente effeminati, io stesso evito di farlo per i miei motivi, ma dal momento che non recitano una parte, non si sforzano di essere diversi, non fanno di tutto per essere discriminati, ma semplicemente quello è il loro modo di essere e hanno il sacrosanto diritto di atteggiarsi come gli pare, non vedo perché accusarli di "infangare" la tua reputazione di gay. esistono gay come loro, esistono gay come te. loro rispettano te, tu rispetti loro. e soprattutto non dimenticare mai che anche considerare i gay persone affabili e sensibili è una grave forma di discriminazione. di pezzi di merda ce ne sono tanto nel mondo gay quanto in quello etero, non c'è la benché minima differenza. non c'è niente di cui essere orgogliosi: essere gay non rende migliori né peggiori degli etero, così come essere un gay "maschile" non rende migliore né peggiore di un gay effeminato. un generico tizio irritante, arrogante e maleducato lo si può incontrare sempre e ovunque, non vedo perché il caso da te descritto debba essere considerato un caso particolare degno di una discussione.

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Isher, non accetto il tuo discorso

 

È un modo di ragionare malato. Ed è solo uno dei tanti modi per scaricare la responsabilità sugli altri. Un gay responsabile, come qualsiasi altra persona responsabile, si prende carico delle proprie responsabilità, non di quelle degli altri.

 

 

Veramente il mio discorso è meno fondamentalista di come lo vuoi fare apparire tu  :gha:

Hai tagliato la mia citazione ma essa proseguiva così:

 

Un gay responsabile sa che egli non è mai solo un individuo

ma rappresenta, in qualche modo, una pluralità di individui o comunque l'immagine che di loro circola nella

società. Se ne può infischiare, e in molte occasioni è giusto infischiarsene, e neppure pensarci, ma in altre

(non dico questo episodio nella sala d'attesa del dentista, ma in ben altre) no.

 

Quello che intendo dire, in soldoni, è che quell'atteggiamento, oltre ad essere

maleducato e arrogante, è, visto in chiave gay, narcisistico e pre-politico.

 

Mi spiego meglio: ciascuno di noi è responsabile di sé; ci sono coloro che si assumono questa

responsabilità e altri che non lo fanno: questo sul piano individuale. Ma esiste anche il piano politico e sociale:

un militante di un Partito che ruba scredita l'intero Partito; l'appartenente a una minoranza che riesce ad avere

una apparizione in televisione e dice cazzate o fa una sceneggiata insulsa

scredita quella minoranza: è certo. Non c'entra la discriminazione, è un fatto di costume, e il costume

non può essere modificato moralisticamente.

 

Che il ragazzo sia stato maleducato è oggettivo, ma la maleducazione non è affatto grave

 

 

Come dicevo, io partivo invece dal presupposto che l'atto fosse molto maleducato, e anche

ingiustificato. A me appare così.

Capisco però che a te debba sembrare un'inezia, visto che definisci tranquillamente

un modo di ragionare «malato» un ragionamento di uno che la pensa diversamente da te...

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Scusami, Isher, ma cosa c'entra il discorso del partito politico? Davvero non riesco a vedere un'analogia. Uno in un partito politice sceglie di entrarci e lo fa prendendosi una responabilità davanti a degli elettori in quanto è un loro rappresentante.

 

Cosa c'entra con il dire che uno, per come si comporta ogni giorno e per il solo motivo di essere omosessuale, è responsabile davanti a tutta la comunità LGBT per i pregiudizi che ha la comunità etero?

Ragionare in questo modo io lo definisco malato, sì. Che diritto hai tu di intrometterti nella vita privata degli altri e decidere cosa è giusto che facciano perché la comunità LGBT abbia un immagine migliore (che è giudizio di valore, quindi un'opinione completamente soggettiva)?

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Scusami, Isher, ma cosa c'entra il discorso del partito politico? Davvero non riesco a vedere un'analogia. Uno in un partito politice sceglie di entrarci e lo fa prendendosi una responabilità davanti a degli elettori in quanto è un loro rappresentante.

 

Cosa c'entra con il dire che uno, per come si comporta ogni giorno e per il solo motivo di essere omosessuale, è responsabile davanti a tutta la comunità LGBT per i pregiudizi che ha la comunità etero?

Ragionare in questo modo io lo definisco malato, sì. Che diritto hai tu di intrometterti nella vita privata degli altri e decidere cosa è giusto che facciano perché la comunità LGBT abbia un immagine migliore (che è giudizio di valore, quindi un'opinione completamente soggettiva)?

 

Tu non difendi la vita privata degli altri, cui nessuno attenta, tu rifiuti il concetto di «comunità» omosessuale: è molto diverso.

Il resto è una completa semplificazione e deformazione di quanto ho scritto.

 

In ogni caso, dato che insisti a darmi del malato, non posso che replicarti: malato ci sarai tu! 

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Eddai ragazzi... moderiamoci.

Secondo me che fosse una checca isterica o un camionista o qualsiasi cosa... in quel modo non ci si comporta. Punto e basta.

Il sillogismo idiota del: "se un islamico fa il kamikaze tutti gli islamici sono fanatici e fanno schifo" lo fanno le persone con poca elasticità mentale, quindi suvvia...

scialli, comunque è normale giudicare un comportamento del genere, è evitabile, così come tanti altri comportamenti non collegati all'essere o meno omosessuali.

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Responsabilità personale

contro

senso della comunità?

 

D'accordo,

ma non senza approfondire.

 

Per esperienza personale so benissimo

che la Comunità fa delle richieste di conformismo.

A detta di alcuni non dovrei essere in "coppia aperta"

per non alimentare il pregiudizio che ci vuole poco seri

e non dovrei praticare "sadomaso"

per non giustificare chi ci pensa "malati".

A questo punto mi spiace non essere effeminato.

 

Decidiamo che libertà di atteggiamenti, di relazioni e di pratiche consensuali

è un sacrosanto diritto di tutti?

Decidiamo che - in ogni caso - la generalizzazione

non può mai giustificare atteggiamenti aggressivi o limitazioni oggettive?

 

Decise queste cose, rimane ben poco

del paradosso iniziale.

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Decidiamo che libertà di atteggiamenti, di relazioni e di pratiche consensuali

è un sacrosanto diritto di tutti?

Decidiamo che - in ogni caso - la generalizzazione

non può mai giustificare atteggiamenti aggressivi o limitazioni oggettive?

 

Decise queste cose, rimane ben poco

del paradosso iniziale.

 

Certo, si può benissimo consentire a quanto dici, Almadel,

e anche alla tua conclusione. Solo che così il piano si è spostato a un altro livello.

Le libertà di relazioni e di pratiche (consensuali) non è mai stata messa in discussione;

e neppure la libertà di atteggiamenti, se osservi bene; anzi io partivo dalla libertà di

atteggiamenti per osservare che essi non sono del tutto neutrali per una minoranza in un

contesto collettivo. Anche il pregiudizio è lecito: lo è razionalmente, filosoficamente, empiricamente.

L'errore è credere che sia possibile parlare di Altri (la maggioranza etero, i portatori di un

pregiudizio o pre-giudizio, gli osservatori esterni a un qualunque gruppo minoritario)

senza parlare contemporaneamente di un Noi. E non capire che

il Loro di una maggioranza è più o meno dato, il Noi di una minoranza si costruisce.

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Consentirei se i pregiudizi degli altri

non fossero anche i nostri;

ma nel caso dell'effeminatezza è indubbio

che - gay ed etero - si sentono "comunità sana insieme"

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Ogni comportamento, sia esso educato o meno, può essere interpretato positivamente o negativamente a seconda dell'interlocutore. Tuttavia, qualora sia interpretato negativamente, se è fatto da una qualche minoranza discriminata va a carico della categoria, se è fatto da una persona "conforme" allora vale solo il comportamento.

 

Non possiamo pensare che tutti gli omosessuali vistosi debbano necessariamente essere educati, come non lo saranno i musulmani o gli zingari ecc.

Con questo principio allora dovremmo essere contrarii al pride, visto che l'impressione che da è la stessa del carnevale di Rio. Eppure, come mi è stato giustamente fatto notare, per molte persone quel modo di essere è una necessità e quindi per loro è necessario farsi accettare e farsi conoscere.

 

Sta proprio qui la chiave, il razzismo è generato dall'ignoranza e dalla paura del diverso. Se questo diverso diventa in qualche modo notorio smette di fare paura e smette di generare razzismo. Il che passa anche attraverso lo sfogo da checca isterica che, a conti fatti, è stato solo maleducato ma pur sempre innocuo.

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Premetto che nel caso concreto io non avrei detto nulla, non so se avrei avuto la prontezza in primo luogo,

ma di fronte ad un triangolo gay-bisex-donna, credo che occorra considerare che ci troviamo in un caso molto

particolare, io direi una situazione strutturalmente un po' isterica in sè, per il gay e per la donna intendo e quindi

l'isteria fa premio forse sull'effeminatezza...e l'irresponsabilità verso se stesso forse pure su quella verso gli altri gay.

 

Però appunto col mio fidanzato fino a poco fa discutevamo sulla mancanza in Italia di una coscienza collettiva gay,

che è qualcosa che ognuno dovrebbe sentire dentro di sè prima di ogni altra considerazione. Per capirsi dovrebbe

essere quella cosa per cui Oliari anche se contrario al matrimonio gay non dovrebbe appoggiare i DiDoRe che contengono

quella norma sul matrimonio solo etero. Perchè? Perchè è gay...ed è una norma antigay!

 

Forse c'è un pericolo da segnalare...senza coscienza collettiva, si rischia di crearsi una idea di Società gay ( come progetto )

in assenza di comunità ( che è il senso di comune appartenenza a prescindere dai progetti ) l'idea di comunità si deve

costruire sulla coscienza collettiva ed è un prima: questo passaggio in Italia è mancato...non saprei dire fra eccesso di

progettualità e difetto di coscienza quale sia la causa e quale l'effetto.

 

La comunità non fa richieste di conformismo è la società che può formulare semmai delle richieste di conformismo

se la comunità è debole, l'individuo soffre di più il peso delle richieste-attese della società. Se la comunità è forte,

io indosso il mio abito ed esco di casa...con tranquillità So cosa è "abito" ( per la società gay ) e so cosa è "casa"

 

Scusate, se non son stato chiaro... :gha:

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Ogni comportamento, sia esso educato o meno, può essere interpretato positivamente o negativamente a seconda dell'interlocutore. Tuttavia, qualora sia interpretato negativamente, se è fatto da una qualche minoranza discriminata va a carico della categoria, se è fatto da una persona "conforme" allora vale solo il comportamento.

 

Non possiamo pensare che tutti gli omosessuali vistosi debbano necessariamente essere educati, come non lo saranno i musulmani o gli zingari ecc.

Con questo principio allora dovremmo essere contrarii al pride, visto che l'impressione che da è la stessa del carnevale di Rio. Eppure, come mi è stato giustamente fatto notare, per molte persone quel modo di essere è una necessità e quindi per loro è necessario farsi accettare e farsi conoscere.

 

Sta proprio qui la chiave, il razzismo è generato dall'ignoranza e dalla paura del diverso. Se questo diverso diventa in qualche modo notorio smette di fare paura e smette di generare razzismo. Il che passa anche attraverso lo sfogo da checca isterica che, a conti fatti, è stato solo maleducato ma pur sempre innocuo.

 

 

Allora un PRIDE, è festoso, colorato scanzonatorio ed è bello a vedersi, è gioioso. In questo caso specifico si parla di maleducazione gratuita ed è ben diverso il discorso. Un maleducato è maleducato punto e basta, sia esso giallo, nero, bianco, arcobaleno, gay, lesbica, bisex, trans ... Questo è il punto non è giustificabile a priori.

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Tu non difendi la vita privata degli altri, cui nessuno attenta, tu rifiuti il concetto di «comunità» omosessuale: è molto diverso.

 

Una comunità può esistere solo se gli individui che la formano vogliono farvi parte. La "cittadinanza" alla comunità gay non si acquista alla nascita, essere gay non è la stessa cosa del far parte della comunità gay.

Senza contare che anche facendo parte della comunità, chi ne detta le leggi? A me pare che le checche isteriche ne abbiano fatto parte ben prima dei gay "distinti e rispettabili".

 

Il resto è una completa semplificazione e deformazione di quanto ho scritto.

 

Quello che hai scritto non si capisce che cosa c'entri con il caso di specie. Hai fatto un paragone con un appartenente di un partito politico che commette un illecito. Io ti faccio notare che nulla ha a che spartire con ciò di cui stiamo discutendo e tutto quello che sai dire è che traviso il tuo pensiero? Non hai che da spiegarlo in modo chiaro, fare l'offeso non serve.

 

In ogni caso, dato che insisti a darmi del malato, non posso che replicarti: malato ci sarai tu! 

 

Io ho giudicato l'idea. Tu sei molto più complicato di un'idea, come potrei giudicarti?

L'idea è e rimane a mio avviso un'idiozia. Magari è stata solo espressa in maniera sbagliata e allora non hai che da spiegarla meglio. Magari è veramente, secondo il mio punto di vista, un'idiozia, e allora certo la mia stima nei tuoi confronti non cambierà per un'opinione che esprimi. Ma delle opinioni si può fare solo due utilizzi: giudicarle o ignorarle. Tertium non datur.

 

Comunque, per quante comunità mi dovrei sentire responsabile da questo momento in poi? Da questo momento in poi dovrò ponderare che ogni mia azione non rechi offesa all'imagine delle seguenti categorie?

 

uomini

gay

italiani

lombardi

bianchi

ventenni

europei

studenti

universitari

wanna-be giuristi

amanti del fumetto comico

iscritti a YouTube...

 

Che altro? Probabilmente crollerò sotto il peso di tanta responsabilità.

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Raga, belle parole a parte,

se una persona in un luogo come un ambulatorio medico, in cui io e altre persone dobbiamo coesistere in attesa che il medico ci visiti,

se una persona effemminata o ultra mascolina o ultra chissenefrega, si alza e dice "a lei hai dato più leccalecca" e inizia a sproloquiare

io reputo che ci sia un disturbo del comportamento

o una qualunque manifestazione maniacale, se me lo concedete.

Che poi la gente ci ricami sopra è normale.

Perchè se voi vedeste un arabo che si comporta male davanti a voi,

appena questo se ne va, o lo dite o lo pensate:

"sti arabi..."

 

:°s

EH.

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Dream_River

Perchè se voi vedeste un arabo che si comporta male davanti a voi,

appena questo se ne va, o lo dite o lo pensate:

"sti arabi..."

 

Grazie al cielo, non sono cosi volgare :rotfl:

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"Signore! Non rompa le palle! Stiamo studiando"

Il signore le fa "Ma oh!" e lei risponde "Ma oh che cosa! Vai via e non rompere i coglioni!" e poi il signore scocciato se ne va.

 

Scusate ma a me questa mi fa morire  :rotfl::gha:

 

Ma poi il signore se l'è prese tutte in silenzio?  :cry:

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Se dalla Finlandia venissero dei lapponi?

 

Intendiamoci i pregiudizi, non nascono dal nulla e certamente l'idea di razza

anche se spogliata dei suoi caratteri di teoria esercita un suo peso.

 

Tuttavia un pregiudizio anti romeno in Italia prima che i romeni venissero

non c'era...c'era e c'è un generico pregiudizio contro gli immigrati stranieri

che colpisce di volta in volta il nuovo e più rilevante gruppo arrivato.

 

In ogni caso ragionare sul pregiudizio vuol dire ragionare nell'ottica della

società maggioritaria ( che certamente noi desideriamo, tutti tollerante

e aperta ) non nell'ottica di chi con la società deve realazionarsi.

 

Infatti, se proprio vogliamo reggere fino in fondo il paragone i gay non

hanno nè Romania, nè Finlandia alle spalle.

 

Noi siamo e sempre saremo, ovunque, minoranza...

 

Un po' come gli ebrei prima di Israele, o come gli zingari,

rischiamo di essere sempre degli stranieri senza patria.

 

Anzi se partiamo dal presupposto che una comunità esista

solo per l'atto di volontà di volerne far parte, cosa che ad

uno zingaro o ad un ebreo non passerebbe neanche per

l'anticamera del cervello, non siamo neanche una minoranza

 

Siamo una sommatoria di individui con una caratteristica

residuale comune, che sperano in una società generale

più tollerante

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Scusate ma a me questa mi fa morire  :rotfl::gha:

 

Ma poi il signore se l'è prese tutte in silenzio?  :cry:

 

Purtroppo si ha detto solo un Ma oh e poi al secondo vaffa se n'è andato... io ero subito dietro e le mie mani stavano fremendo dal tirare un centro alla tipa... fosse capitato a me qualcosa gli avrei fatto.

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Conosco degli etero che sono alquanto effemminati eppure sono sposati e anche con figli e molto innamorati. Conosco anche etero che sono scontrosi e basta poco per vederli inveire in auto contro quelli che gli stanno davanti.

Mi piacerebbe pensare a questo evento come un evento isolato e che non è la norma e che le persone che lo hanno vissuto non sono tutte uguali.

C'è chi, che fortificherà la sua convinzione sui gay=checche isteriche, ma ci saranno state anche persone un po' più ragionevoli che hanno vissuto solo una situazione imbarazzante con una persona un po' fuori di testa.

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ahaha che scena!!avrei voluto vedere la scenetta comica!!!

comunque sia sono episodi che capitano...molto di rado se parliamo di gay o lesbiche....non dico che questo allegro gruppetto si sia comportato bene,non sono certo un esempio però in giro sento ragazzine che farebbero impallidire un camionista,per non parlare degli etero e i loro discorsi schifosi con cui trascorrono le loro giornate...

le mele marce ci sono ovunque,speriamo che dopo una scopata la checca in questione si sia data una una calmata...probabilmente se il tipo in questione lo avesse soddisfatto a dovere non sarebbe venuto lì a sfogarsi con le vecchine che non aspettano che questi momenti per riempirsi le giornate :bah::pausa:

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