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Credere a qualcosa e senso della vita


Guest davidemax

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Guest davidemax

Sono sempre più convinto che la vita, sia fortunatissima sia la peggiore, non abbia un senso, in ogni caso. Mi trovo ad invidiare quelli che hanno un credo religioso, perché mi sembrano più sereni, hanno qualcosa a cui aggrapparsi.

 

Dato che la fede mi è stata insegnata, ma non ha attaccato in me, credo di non avere nulla a cui "appigliarmi".

 

Specifico che non voglio chiedere aiuto, ma sentire cosa ne pensate, personalmente.

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chiedersi il senso della vita significa essere malati.

 

 

 

E perchè?

 

Molto peggio chi non riflette sul proprio stato e sulla vita: è sintomo di superficialità.

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Secondo me:

 

1) chi si chiede il senso della vita non è malato, fa solo funzionare il cervello;

2) Non credo che la questione riguardi la fede religiosa, o almeno non solo...nel senso, uno può dare un senso alla propria esistenza non necessariamente attraverso il credo spirituale. Penso che ognuno faccia suo "un proprio senso" della vita a prescindere, sia che si interpreti nel seno di volere bene/amare/donarsi a qualcuno (e gia il dare a qualcuno è sinonimo di aver "fatto" qualcosa della propria esistenza, in senso positivo) o più semplicemente si riferisca a obiettivi prefissati che diano cmq un senso, seppur terreno, alla propria vita...insomma, vivere seguendo scopi o valori è esso stesso dare un senso alla propria vita.

Le domande è sempre lecito porsele, e in ogni caso, parlando della fede religiosa uno può credere in Dio e/o nella Chiesa (cose ben differenti) o meno, di certo io non lo giudico...in fondo le persone in questione vivono bene così, buon per loro, ma solo perchè magari la penso differentemente non vuol dire che la mia vita come quella di tutti gli altri non debba avere un senso.

 

Forse mi sono capito da solo, bah  :rotfl:

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Mi trovo ad invidiare quelli che hanno un credo religioso, perché mi sembrano più sereni, hanno qualcosa a cui aggrapparsi.

 

in molti casi, infatti & purtroppo, la fede serve proprio a quello: a illudere qualcuno di star meglio con sé stessi e che ci sia altro oltre che lo squallore della propria esistenza.

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Sono sempre più convinto che la vita, sia fortunatissima sia la peggiore, non abbia un senso, in ogni caso. Mi trovo ad invidiare quelli che hanno un credo religioso, perché mi sembrano più sereni, hanno qualcosa a cui aggrapparsi.

 

Dato che la fede mi è stata insegnata, ma non ha attaccato in me, credo di non avere nulla a cui "appigliarmi".

 

Specifico che non voglio chiedere aiuto, ma sentire cosa ne pensate, personalmente.

 

Ma questo tanto agognato "senso" della vita, è così necessario, o meglio, pensi che debba essere necessariamente qualcosa di "nobile" ed "elevato"? Credi seriamente che chi "crede" sia più sereno, in generale?

 

Pensala così, la maggior parte delle persone che "credono" ha ricevuto un'educazione religiosa sin dall'infanzia. Questo significa che è stata abituata a credere in una certa religione al pari di Babbo Natale, le Winx, o la Fatina dei Denti. In te la religione non ha attecchito perché probabilmente non eri congelato dalla paura di scatenare l'ira divina dubitando della religione. Gli altri, per gran parte, si sono abituati. Innegabilmente, credere in qualcosa è infinitamente più facile che non credere in niente, ma anche, a mio avviso, infinitamente irresponsabile, folle e disonesto. Cosa rende una religione migliore o più vera di un'altra? Soltanto la misura dell'ego di chi se ne dichiara fedele.

 

A parte questo, suppongo che quello che tu intendi sia un motivo per vivere, qualcosa per cui valga la pena alzarsi la mattina e sopportare la quantità infinita di sofferenze che si ci prospettano davanti. A me, lo ammetto, basta poco. Credo che per essere sereni si debba essere liberi, sognatori, e ricevere, ogni tanto, uno di quei magici sorrisi che ti sembrerebbero in grado di spostare le montagne.

In ogni caso anche io "credo". Credo che le uniche cosa che bisognerebbe idolatrare siano la Libertà e il Rispetto.

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Io penso che credere in Dio e senso della vita siano due cose molto diverse.

A meno che la vita e i suoi accadimenti più dolorosi siano ridotti a pretesto per affermare

l'esistenza di un Dio e di una "vita" dopo la morte alla luce dei quali tutto acquisterebbe un senso:

il senso però di un disegno divino, non di questa vita qui!

Tant'è che il credente anche più fervido non perchè crede nella vita dopo la morte avrà dotato

di un senso la «propria» vita, che potrà vivere in maniera incolore e insoddisfacnte come chiunque altro.

 

Il problema del senso della vita credo dovrebbe essere davvero un problema,

cioè una domanda, e una domanda posta in relazione alla propria vita.

Domandarsi cioè: in che modo posso dotare di senso le mie giornate e i miei anni?

Oppure percepisco che li hanno comunque, per il solo fatto che io esisto, e sono felice di esistere?

O invece ho bisogno di altro rispetto a questo, e se sì di che cosa?

Senza trascurare la domanda: perché mi domando se la vita ha un senso, ora, in questo momento?

Cosa nasconde, o indica, questa domanda?

 

Se invece ci si domanda perché si viene al mondo e perchè si è poi inghiottiti nel Nulla, o anche in una

sublime "esistenza" ultraterrena, non c'è risposta possibile, e infatti credo che anche le religioni o almeno

il cristianesimo - quando non si riduce a sfacciata consolazione - parlino a questo proposito di «mistero».

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E perchè?

 

Molto peggio chi non riflette sul proprio stato e sulla vita: è sintomo di superficialità.

 

messa così è troppo facile.

come lo è dire che chi pensa al senso della vita è malato.

 

comunque io finora ho conosciuto solo credenti che lo erano perché più o meno disperati (del tipo "se la mia vita fa così schifo, ci dovrà essere per forza una ricompensa") o semplicemente per tradizione inculcata.

comunque non giudico chi cerca una sorta di forza interiore in questo genere di cose.. perché in realtà dio è un "concetto" e ognuno dovrebbe vivere la fede a modo suo, se ce l'ha, e dare un significato a questo "concetto" in cui credere.

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Harley Quinn

Ah, il senso della vita, bella domanda! Se con senso della vita di intende fine ultimo, mi viene spontaneo dire che il senso della vita è, paradossalmente, la morte. Viviamo per morire, indipendentemente dalle nostre scelte e dalle nostre convinzioni. Ma a questo punto è naturale chiedersi, allora perchè affannarsi tanto nella vita se tanto non ci resta che il morire? E' qui che interviene la religione: per coloro che credono esiste qualcosa oltre la morte, quindi il senso della vita è legato ad un mondo ultraterreno.

Forse non esiste un senso della vita, forse esso è la morte, forse una vita ultraterrena o forse, semplicemente, un senso non bisogna cercarlo, bisogna darlo...

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Mi sono fatta anche io le tue stesse domande.

A volte la vita sembra un po' vuota e ripetitiva, priva di uno scopo davvero importante...

 

Non credo di avere ancora trovato una risposta precisa, posso solo dirti che secondo me il senso della vita non va ricercato dopo la morte, come suggerisce in genere il credo religioso, ma durante la vita stessa.

 

Il senso della vita credo che sia una cosa che creiamo noi, una cosa che è capace di lasciare il segno nella nostra esistenza e di darci la forza ogni giorno per lottare... può essere una persona alla quale teniamo, un ideale, il nostro lavoro di tutti i giorni... dipende.

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Sono sempre più convinto che la vita, sia fortunatissima sia la peggiore, non abbia un senso, in ogni caso. Mi trovo ad invidiare quelli che hanno un credo religioso, perché mi sembrano più sereni, hanno qualcosa a cui aggrapparsi.

 

Dato che la fede mi è stata insegnata, ma non ha attaccato in me, credo di non avere nulla a cui "appigliarmi".

 

Specifico che non voglio chiedere aiuto, ma sentire cosa ne pensate, personalmente.

 

Unamuno (filosofo e scrittore spagnolo) ha scritto una novella che fondamentalmente racconta quello che dici. Si chiama San Manuel Bueno Martir.

 

In questa novella un frate capisce fondamentalmente che Dio non esiste, allo stesso tempo continua però a predicare in quanto ritiene che per i suoi fedeli sia meglio vivere in una bella bugia che nella triste realtà.

 

Io personalmente credo sia molto meglio evitare di cadere negli assolutismi delle fedi. E' vero che ti da sollievo ma le religioni non fanno altro che separare gli uomini. Dividerci in gruppi. Davanti alle religioni gli uomini non sono più tutti uguali.

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Guest davidemax

 

Tant'è che il credente anche più fervido non perchè crede nella vita dopo la morte avrà dotato

di un senso la «propria» vita, che potrà vivere in maniera incolore e insoddisfacnte come chiunque altro.

 

 

Sono totalmente d'accordo, ma come dice anche Testina, l'aiuto sta nel fatto di credere in una "ricompensa" futura, o una vita migliore dopo la morte. Se pensiamo ad un musulmano - che magari viene schiacciato dalla folla durante il suo unico viaggio alla Mecca, come nel film Viaggio alla Mecca, di Ismael Ferroukhi - ma che spera di vivere in un paradiso dove verrà ricompensato di ogni fatica, dove scorrerà "latte e miele", capiamo che è favorito dalla sua stessa fede. A me sembra una fiaba, ovviamente, e vivo peggio di lui, naturalmente.

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Io ho nel cassetto un libro sul senso della vita,

è innegabile che ci credo.

So perchè penso e perchè penso così.

Nel titolo cerco di sintetizzarne il significato

tant'è che si intitola "Le Rose nel Labirinto".

Faticherei a essere più sintetico.

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messa così è troppo facile.

come lo è dire che chi pensa al senso della vita è malato.

 

 

 

 

Perchè non è necessario essere credenti per interrogarsi sul senso della vita, uno potrebbe pure voler indagare sulla teoria del big bang per dire.

Mentre il non porsi domande, nè religiose nè "fisiche" sul perchè e sul percome siamo qui, è sintomo di superficialità.

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Perchè non è necessario essere credenti per interrogarsi sul senso della vita, uno potrebbe pure voler indagare sulla teoria del big bang per dire.

Mentre il non porsi domande, nè religiose nè "fisiche" sul perchè e sul percome siamo qui, è sintomo di superficialità.

 

 

ma chi è che non se le pone...? chi è che non se lo è mai posto?

nessuno.

magari uno sceglie semplicemente di non pensarci perché sa che è inutile, fondamentalmente.

la superficialità secondo me si vede in altre cose.. e poi spesso tu dai del superficiale a qualcuno proprio perché sei tu il primo ad essere superficiale, visto che l'essere umano spesso non vede l'ora di giudicare il prossimo  :salut:

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ma chi è che non se le pone...? chi è che non se lo è mai posto?

nessuno.

 

 

Conosci tutti per sapere che tutti si siano posti quella domanda?

Ad esempio un utente in cima al thread ha detto che chiedersi il senso della vita è cosa da malati, mentre imho è una cosa ovvia e scontata.

 

 

magari uno sceglie semplicemente di non pensarci perché sa che è inutile, fondamentalmente.

la superficialità secondo me si vede in altre cose.. e poi spesso tu dai del superficiale a qualcuno proprio perché sei tu il primo ad essere superficiale, visto che l'essere umano spesso non vede l'ora di giudicare il prossimo  :salut:

 

Premesso che io ho giudicato questa frase

chiedersi il senso della vita significa essere malati.
e non una persona, non mi risulta che ci conosciamo, nè che abbiamo mai dialogato in precedenza, nè che abbiamo mai pranzato insieme, ergo quel
spesso tu dai del superficiale a qualcuno proprio perché sei tu il primo ad essere superficiale
riservalo a gente che conosci e che sai abitualmente dare del superficiale a qualcuno, grazie.
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Non tutte le domande sono razionali

e non tutte le risposte sono delle soluzioni.

 

"Dio" è la classica risposta che non risolve.

"Perchè esiste il Mondo?" "Lo ha creato Dio"

"Perchè esiste Dio?" "Perchè sì!"

Non è una soluzione, in quanto se ci bastava

come risposta un semplice "perchè sì"

potevamo risponderci così

anche a "Perchè esiste il mondo"

 

Le domande non razionali

hanno delle risposte che non risolvono.

 

Parole come "esistenza" rovinano

la nostra capacità di farci delle buone domande.

 

Ecco allora che una domanda razionale

può nasce intorno alla nostra esigenza di cause & effetti

e alla nascita di idee irrazionali come il concetto di "esistenza".

Pian piano su questa strada si fa filosofia.

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Conosci tutti per sapere che tutti si siano posti quella domanda?

Ad esempio un utente in cima al thread ha detto che chiedersi il senso della vita è cosa da malati, mentre imho è una cosa ovvia e scontata.

 

 

Premesso che io ho giudicato questa frase e non una persona, non mi risulta che ci conosciamo, nè che abbiamo mai dialogato in precedenza, nè che abbiamo mai pranzato insieme, ergo quel  riservalo a gente che conosci e che sai abitualmente dare del superficiale a qualcuno, grazie.

 

beh, hai detto che non pensare al senso della vità è sinonimo di superficialità, quindi hai dato del superficiale a chi non si pone certe domande. hai giudicato.

proprio come chi ha detto che è malato chi se lo chiede.

comunque io penso che bene o male tutti abbiano pensato almeno una volta, nell'arco della loro vita, alla condizione umana, se non proprio al senso della vita. mi sembra impossibile non farlo..

comunque il "tu" era generico eh, mi sono espressa male, non era riferito a te. manco ti conosco :salut:

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Per me il senso della vita consiste nel far divenire la nostra esistenza un piccolo o grande capolavoro, nei limiti delle nostre possibilita'. Ed essere ricordati positivamente dai posteri.

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Stefano1983

credo che la vita non abbia un senso ben definito, ma è la tua mente a darle il senso che vuoi. tipo se io sono una persona che non fa niente dalla mattina alla sera, allora la mia vita non ha senso. ma può anche darsi che mi sbatto a destra e sinistra, ma poi alla fine della giornata mi sento vuoto e mi rendo conto che ogni cosa che ho fatto non ha dato senso alla mia vita. alla fine ciò che voglio dire è che siamo noi a definire cosa e quanto ha senso x noi la nostra vita. e tutto dipende dal nostro equilibrio psichico-emotivo. è tutto nella nostra testa. come il fatto di essere superficiali o introspettivi. l'eccesso da una parte piuttosto che da un altra è distruttivo, meglio stare in equilibrio tra le due condizioni.

 

N.B. poi mi mandate una mail e mi spiegate cosa ho scritto...  :salut:

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nel momento in cui ci si chiede il significato ed il valore della vita, si è malati

-sigmunbd freud

 

questa frase è vera perchè la vita,un senso, non ce l'ha.

lo dice anche vasco rossi  :salut:

 

io mi chiedo: perchè io sono io,e non sono tu?

dove inizia il tempo?

dove finisce lo spazio?

e dall'altro lato cerco di fare cose che mi facciano sentire vivo, o fiero di quello che faccio,

e di non fare cose che ritengo sbagliate,io ritengo sbagliate, e non qualcun altro.

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Guest Ray_of_Light_

Per me il senso della vita consiste nel far divenire la nostra esistenza un piccolo o grande capolavoro, nei limiti delle nostre possibilita'. Ed essere ricordati positivamente dai posteri.

 

Molto bello il tuo pensiero

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Penso che ci siamo arrivati tutti... La vita non ha nessun senso.. :salut: .E' un insieme di esprienze a senso unico , di cui alla fine non resterà nulla.... Puoi al massimo provare piaceri di vario genere nell'arco della tua esistenza , ma aspettarti un senso è assurdo, siamo animali pensanti è questo il problema, la natura attraverso il pensiero ha innescato la nostra autodistruzione ,ma noi l'abbiamo fregata inventandoci dio e tante altre filastrocche.... Chi crede ,crede appunto per questo, per non doversi mai farsi questa domanda!  :kiss: Credo (che parola grossa) che la natura abbia deciso di liberarsi di noi , chi lo sa per quale motivo....  :bah:

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Alla fine probabilmente il segreto sta nel cercare di occupare la propria mente abbastanza da non doversi domandare se c'è un senso in fondo ed alla base del Tutto, e se questo ci sia, quale esso sia.

 

Personalmente sì, invidio molto chi ha Fede ed è pieno di certezze, così come chi è abbastanza superficiale, o sereno, o disinteressato, da non porsi domande del genere ed evitare determinati "tormenti".

 

Personalmente mi limito a sperare che ci sia, che sia esso in questa vita (magari nella capacità di realizzazione personale, nel lasciare un segno nel solco dell'esistenza globale) o dopo questa vita..

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Personalmente mi limito a sperare che ci sia, che sia esso in questa vita (magari nella capacità di realizzazione personale, nel lasciare un segno nel solco dell'esistenza globale) o dopo questa vita..

 

Ma il senso Nella vita c'è senz'altro, e infatti noi lo avvertiamo, quando c'è.

 

Il senso Della propria vita può essere, in una prospettiva laica, la somma di quanto si è impresso di sé nel mondo,

di quanto si è dato agli altri e lasciato a chi verrà.

 

Il senso della vita in assoluto credo ci sia solo in una prospettiva religioso-teologica.

Ma per non essere una vera e propria canzoncina che ci si racconta deve essere sostenuto

da una Fede direi ardente, o vibrante.

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nel momento in cui ci si chiede il significato ed il valore della vita, si è malati

-sigmunbd freud

 

questa frase è vera perchè la vita,un senso, non ce l'ha.

lo dice anche vasco rossi  :salut:

 

Ah, be', se lo dice Vasco Rossi... XD

 

A me parrebbe malato chi una simile domanda non se la fosse mai fatta.

La risposta "Non ha nessun senso" è una risposta valida e legittima come tutte le altre, ma per avere questa convinzione, la domanda bisogna essersela fatti.

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Ah, be', se lo dice Vasco Rossi... XD

 

A me parrebbe malato chi una simile domanda non se la fosse mai fatta.

La risposta "Non ha nessun senso" è una risposta valida e legittima come tutte le altre, ma per avere questa convinzione, la domanda bisogna essersela fatti.

sorridevo appunto perchè vasco è superficiale.

farsi la domanda o cointinuare a farsela non è molto diveso. più che una sottigliezza,

è un gioco di parole. come capita molto spesso, non discutono le idee ma le parole,

a me non piace questa usanza.

penso che quella frase di freud sia vera,anzi, lampante,

se "chiedersi il senso" significhi continuare a chiederselo, rimanere insoddisfatti non trovando una risposta.

è evidente che questa deve essere la malattia,e questo è l'unico senso legittimo di interpretare la frase.

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farsi la domanda o cointinuare a farsela non è molto diveso. più che una sottigliezza,

è un gioco di parole. come capita molto spesso, non discutono le idee ma le parole,

a me non piace questa usanza.

 

Mi pare di capire che ti lamenti perché nel discutere ci si fossilizza sulle parole anziché sul concetto che si vuole trasmettere, giusto? Dico "mi pare" perché sinceramente faccio molta fatica a decifrare quello che hai scritto.

Non è che potresti fare una correzione di quello che scrivi la prossima volta prima di inviare, le idee fanno fatica ad arrivare se le parole sono così confusionarie...

 

penso che quella frase di freud sia vera,anzi, lampante,

se "chiedersi il senso" significhi continuare a chiederselo, rimanere insoddisfatti non trovando una risposta.

è evidente che questa deve essere la malattia,e questo è l'unico senso legittimo di interpretare la frase.

 

Guarda, la frase come l'hai postata tu dice: nel momento in cui ci si chiede il significato ed il valore della vita, si è malati. Quindi non parla di continuare a chiedersi il senso della vita in modo ossessivo e insoddisfatto, parla di porsi questa domanda, anche per la prima volta.

Tra l'altro, non è che ripetendo fino alla nausea che ciò che dici è "evidente", "lampante", "vero" e "l'unico senso legittimo di interpretare la frase" lo diventi, quindi puoi anche evitare di farlo. :salut:

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Mi pare di capire che ti lamenti perché nel discutere ci si fossilizza sulle parole anziché sul concetto che si vuole trasmettere, giusto? Dico "mi pare" perché sinceramente faccio molta fatica a decifrare quello che hai scritto.

Non è che potresti fare una correzione di quello che scrivi la prossima volta prima di inviare, le idee fanno fatica ad arrivare se le parole sono così confusionarie...

 

Guarda, la frase come l'hai postata tu dice: nel momento in cui ci si chiede il significato ed il valore della vita, si è malati. Quindi non parla di continuare a chiedersi il senso della vita in modo ossessivo e insoddisfatto, parla di porsi questa domanda, anche per la prima volta.

Tra l'altro, non è che ripetendo fino alla nausea che ciò che dici è "evidente", "lampante", "vero" e "l'unico senso legittimo di interpretare la frase" lo diventi, quindi puoi anche evitare di farlo. :asd:

 

nel risponderti la prima volta ho evitato di dirti che non trovavo le cause del tuo tono di voce così tra l'ironico e il sarcastico perchè mi sono accorto che il tono di voce può essere frainteso.

la prima parte del mio discorso l'hai interpretata in modo giusto.

non sarà lampante ma io continuo a conservare le mie opinioni.

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