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Domande introspettive (?)


Guest Ickretta

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Guest Ickretta

Breve cronistoria:

 

Mi fidanzo con una ragazza di un ceto più alto del mio, non sono discriminante faccio solo notare che conta anche questo dentro una coppia, almeno nella "mia" coppia ha pesato.

Lei si sprona, grazie allo stare con me, a dirlo alla famiglia che è lesbica.

Nella nostra storia c'è molto dialogo, generalmente, sono io che lo esorto il dialogo, per il fatto che ho sempre pensato che alla base di tutti i rapporti questa cosa non debba mancare, perchè quando viene a mancare crolla il rapporto stesso (almeno nelle esperienze che ho avuto io).

Lei è una ragazza che (come molte/i) ha scambiato la felicità per qualcosa che si può comprare (il mercato offre molte false felicità attraverso l'idea che accumulare rende felici), ma questo tutto sommato stava cambiando, andando avanti con la storia che vivevamo, e all'accumulo (che i genitori non le hanno mai fatto mancare per addomesticarla ovviamente( coincidono pratiche che agiscono anche sulla percezione di cosa sia giusto, di cosa sbagliato, e di cosa "è fatta una felicità" che io considero fittizia.

Parlando, in diverse discussioni, prospettavano scenari futuri (sia che ci fossimo continuate a frequentare, sia se questo non fosse avvenuto).

Beh poi ci siamo lasciate (ad oggi ne sono abbastanze felice) anche perchè non mi ha mai presentato ai suoi, poi essendo (ed ecco che torno alla frase di inizio) io di ceto più basso del suo, mi trattava come quella che doveva (obbligatoriamente) fare alcune cose, perchè tanto si sà che quelle cose solo chi deve lavorare deve farle (e non entro nei particolari altrimenti mi esce il sangue dagli occhi, :rotfl:).

Per concludere, dopo che ci siamo lasciate nella sua vita è avvenuto quello che le avevo prospettato, anche peggio di ciò che le avevo prospettato, ma lei non si ribella (anche se sta muorando lentamente perchè ha un carattere indipendente, qualità che riconobbi subito in lei, ma che oggi reprime con la sua famiglia perchè le danno lavoro, la stessa famiglia che ha distrutto (in parte) il nostro rapporto).

Risbuca dopo mesi, e mi conferma che avevo ragione, ma senza dirmelo esplicitamente, e io mi domando:

"ma allora è vero che per capire le cose la gente deve sbatterci la testa sopra? fino a distruggere anche il bello che la vita (il pochissimo bello) ancora offre?"

 

Domanda aperta (ovviamente).

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Allora parto da questa considerazione: già è difficile essere lesbiche al giorno d'oggi, ma se ci mettiamo pure di mezzo il problema del ceto sociale diventa un inferno. Ma davvero nel 2009 si fanno differenze di questo genre? Voglio dire, capisco quando si parla di una che se la tira perchè ha i soldi, che si compra quello piuttosto che quell'altro. Ma qui non si tratta di ceto sociale, ma di quanto è stupida la persona in sè. I genitori, il ceto sociale...leggendoti mi sono figurata quest'immagine: voi due donzelle drappeggiate in quei vecchi abiti 800centeschi, tu con un vestito un po' strappato e maltrattato e lei ingioiellata dalla testa ai piedi, con il padre con dei grossi mustacchi e l'orologio al taschino e la madre con i capelli raccolti in una crocchia rigida. Perdona il vaneggiamento, ma loscenario che mi sono immaginata è proprio questo. E ancora mi domando: è possibile? Io vengo da una famiglia umile, frequento persone modeste, modeste materialmente ma non interiormente, non riesco a capacitarmi che possano esistere situazioni simili. Ma propbabilmente questa è solo una mia pecca. Però, ritornando al discorso principale senza andare OT, io dico che....è ovvio che le persone debbano sbatterci la testa contro per capire. Per lei probabilmente quello che tu le avevi preannunciato equivaleva al dirle: gli asini volano. E questo deve esserle sembrato improbabile. Quando magari si sarà trovata davanti ai fatti avrà capito... Ma accade ogni volta. E nessuno è immune da questo processo. Come san tommaso: non crediamo se non vediamo  :P penso sia maledettamente vero. Penso anche che pure tu funzioni in questa maniera, solo che non te ne capaciti perchè per te era troppo ovvio come sarebbero andate a finire le cose per lei, e quindi, non capivi come mai lei non se ne rendesse conto e non ti credesse sulla parola. Questo è il mio modesto parere. Sono convinta che comunque sia giusto che le persone ci sbattano la testa  :rotfl: a volte dopo un paio di capocciate al muro si rinsavisce! :P

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Guest Ickretta

Si purtroppo persone con i paraocchi ancora esistono e trattano il prossimo in riferimento alla sua classe sociale (altrimenti, cambiando discorso ma restando comunque sul tema, non ci sarebbero le morti sul lavoro).

La domanda che facevo non era a sostegno dell'idea che sia ingiusto "sbattere la testa" su una questione, anzi penso che sia assolutamente giusto, poi volevo dire che si anche io voglio viverle le situazioni per capire, però talvolta, ed è questo che mi rammarica in realtà, ne tanto il fatto che abbia sbagliato e ancora si illuda, sono scelte individuali, non mi fanno male, ciò che mi fa male, è il non vedere la possibilità che la vita ti mette dinnanzi (non parlo nello specifico della nostra ex storia, ma in generale) perchè la vita li fa i regali, dona gladioli, ma non vanno fatti appassire, per capirci l'attimo fugge e talvolta la gente per non cambiarsi perde le opportunità.

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