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Ossi e tuto


schopy

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In italiano il romanzo da cui è tratto è intitolato "Fino all'osso", ma a me piace tradurlo con "ossi e tuto" (che è il modo in cui mio padre descriveva il modo di mangiare di certi amici suoi particolarmente gaudenti). 

Il nuovo film diretto dal bravo Luca Guadagnino, splendidamente fotografato e ben  interpretato da Taylor Russell e dal twink-più-desiderato-di-Hollywood alias Timothée Chalamet, come si sa racconta una storia d'amore tra teenager cannibali. Le recensioni si sono scritte praticamente da sole: disturbante, oltraggioso, potente metafora delle dipendenze e dei desideri estremi...critiche unanimemente entusiaste.

Digerita la premessa iniziale (il cannibalismo è una condizione e non una scelta, i cannibali si riconoscono a distanza e quando prendono un po' di confidenza si fanno domande sui loro trascorsi, si chiedono se hanno fatto coming out con i genitori, funziona come per noi gay insomma), la pellicola scorre senza eccessivi imprevisti, perché cosa potranno mai fare dei cannibali? 

Ipotizzo che di Bones and All ci dimenticheremo presto, salvo tornare in visibilio alla prossima regia di Guadagnino; rimpiango il tempo in cui i film riuscivano davvero ad offendere il pubblico e a dividere la critica, quando occorrevano settimane o mesi per riconoscere il "capolavoro"...

Qualcuno l'ha visto? Che ne pensate? 🙂

 

Edited by schopy
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  • 1 month later...
On 12/4/2022 at 12:38 AM, schopy said:

In italiano il romanzo da cui è tratto è intitolato "Fino all'osso", ma a me piace tradurlo con "ossi e tuto" (che è il modo in cui mio padre descriveva il modo di mangiare di certi amici suoi particolarmente gaudenti). 

Il nuovo film diretto dal bravo Luca Guadagnino, splendidamente fotografato e ben  interpretato da Taylor Russell e dal twink-più-desiderato-di-Hollywood alias Timothée Chalamet, come si sa racconta una storia d'amore tra teenager cannibali. Le recensioni si sono scritte praticamente da sole: disturbante, oltraggioso, potente metafora delle dipendenze e dei desideri estremi...critiche unanimemente entusiaste.

Digerita la premessa iniziale (il cannibalismo è una condizione e non una scelta, i cannibali si riconoscono a distanza e quando prendono un po' di confidenza si fanno domande sui loro trascorsi, si chiedono se hanno fatto coming out con i genitori, funziona come per noi gay insomma), la pellicola scorre senza eccessivi imprevisti, perché cosa potranno mai fare dei cannibali? 

Ipotizzo che di Bones and All ci dimenticheremo presto, salvo tornare in visibilio alla prossima regia di Guadagnino; rimpiango il tempo in cui i film riuscivano davvero ad offendere il pubblico e a dividere la critica, quando occorrevano settimane o mesi per riconoscere il "capolavoro"...

Qualcuno l'ha visto? Che ne pensate? 🙂

 

Visto, mi é piaciuto molto. Una bella storia d'amore.

Non ho ben capito però se Maren fosse attratta dalla sua amica all'inizio o fosse solo fame da cannibale.(ciò renderebbe il tema della fluidità sessuale un po' troppo ripetitivo, cosa che invece si applica bene al personaggio di Lee)

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  • 3 weeks later...
On 1/23/2023 at 3:13 AM, lr02 said:

Non ho ben capito però se Maren fosse attratta dalla sua amica all'inizio o fosse solo fame da cannibale.

Credo servisse solo come scena d'effetto più che d'affetto 

Il libro da cui è tratto il film è stato scritto da una femminista vegana...🙃

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10 minutes ago, schopy said:

Credo servisse solo come scena d'effetto più che d'affetto 

Il libro da cui è tratto il film è stato scritto da una femminista vegana...🙃

La mattina dopo aver visto il film sono svenuto per terra ripensando alla scena del dito.

Lei comunque é una figa assurda.

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  • 3 weeks later...

A me è piaciuto tantissimo anche se mi ha angosciato molto. In primis per la violenza, in secondo luogo per l'angosciante solitudine tanto dei cannibali quanto delle loro vittime. Ricordo che dopo averlo visto al cinema mi è rimasto un vuoto dentro per una / due settimane. Guadagnino si conferma uno dei registi più interessanti del momento.

Il cameo di David Gordon Green (il regista degli Halloween made in Blumhouse) è un tocco di classe

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On 2/28/2023 at 7:18 PM, Syfy said:

A me è piaciuto tantissimo anche se mi ha angosciato molto. In primis per la violenza

Come te lo immagini un horror non violento...? 🤔

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  • 3 weeks later...
On 3/6/2023 at 5:53 PM, schopy said:

Come te lo immagini un horror non violento...? 🤔

Dipende da come viene messa in scena la violenza, volevo dire che ogni scena di violenza è molto pesante da vedere sia per gore quanto per la violenza psicologica in atto.

Per intenderci le morti negli horror più commerciali sono molto più plastiche, artefatte e impattano di meno sul lato emotivo

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  • 5 months later...

Visto ieri sera. Non ho capito bene se il cannibalismo volesse essere una metafora di qualcosa, e se sì, di che cosa. Fotografia e regia di altissimo livello. Mi è piaciuto in particolare come il regista sa riprendere gli spazi, quelli interni ma soprattutto quelli esterni della sconfinata provincia americana. 

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5 minutes ago, Krad77 said:

Non ho capito bene se il cannibalismo volesse essere una metafora di qualcosa, e se sì, di che cosa.

Non credo fosse una metafora, è solo che il vampirismo non ci turba più.

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1 hour ago, Krad77 said:

Visto ieri sera. Non ho capito bene se il cannibalismo volesse essere una metafora di qualcosa, e se sì, di che cosa. 

Gruppo di cannibali come gruppo di outsider...?

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3 hours ago, Krad77 said:

Non ho capito bene se il cannibalismo volesse essere una metafora di qualcosa, e se sì, di che cosa

Per quella che è la mia interpretazione: credo che possa essere una metafora per il bisogno dell'altro, di contatto. Loro sono una minoranza e sperimentano la solitudine (c'è anche un parallelismo con la comunità lgbt con la scena del tizio gay) e Guadagnino si prende molto tempo per farci capire come loro riescano a riconoscersi attraverso l'olfatto, quindi ad andare incontro a sconosciuti nella speranza di essere accolti. Ciò nonostante loro vivono tale condizione e la soffrono, quindi la fame che vivono può essere paragonata all'appetito sessuale di una persona che non è amata da tanto tempo.

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2 hours ago, Syfy said:

Ciò nonostante loro vivono tale condizione e la soffrono, quindi la fame che vivono può essere paragonata all'appetito sessuale di una persona che non è amata da tanto tempo.

Potrebbe essere, i cannibali come metafora dei gay che hanno "fame d'amore" 🙂 

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12 minutes ago, schopy said:

Potrebbe essere, i cannibali come metafora dei gay che hanno "fame d'amore" 🙂 

Non spiega il titolo del film e quindi il finale.

Nella metafora cosa sarebbe "ossi e tutto"?

 

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5 hours ago, Almadel said:

Non spiega il titolo del film e quindi il finale.

Nella metafora cosa sarebbe "ossi e tutto"?

 

Metto sotto spoiler che è meglio...

Spoiler

In realtà no, è il motivo della richiesta che il personaggio di Timothée in punto di morte fa alla protagonista ovvero di essere mangiato per diventare una cosa sola con Maren. E' la stessa idea alla base della canzone Freddie dei Pinguini Tattici Nucleari, che guarda caso racconta di un ragazzo gay. Per essere più esplicito riporto il testo:

Perché tra un bacio ed il cannibalismo
In fondo la differenza non c'è
Baciami forte fino ad inghiottirmi
E vivrò per sempre all'interno di te

 

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@Syfy vero però che "divorarsi" potrebbe essere una metafora pure dell'amore eterosessuale e non per forza di quello omosessuale (io capivo l'analogia con noi gay per quel che riguarda l'essere minoranza, tutto qui)

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32 minutes ago, schopy said:

@Syfy vero però che "divorarsi" potrebbe essere una metafora pure dell'amore eterosessuale e non per forza di quello omosessuale (io capivo l'analogia con noi gay per quel che riguarda l'essere minoranza, tutto qui)

Ma non devono essere cose che si escludono a vicenda, possono coesistere entrambe. E' sicuramente un film molto stratificato su ciò che intende comunicare

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33 minutes ago, Syfy said:

Ma non devono essere cose che si escludono a vicenda, possono coesistere entrambe. E' sicuramente un film molto stratificato su ciò che intende comunicare

O forse è un film che vuole alludere più che comunicare qualcosa di ben definito...

13 hours ago, Krad77 said:

Fotografia e regia di altissimo livello. Mi è piaciuto in particolare come il regista sa riprendere gli spazi, quelli interni ma soprattutto quelli esterni della sconfinata provincia americana. 

Sì, Guadagnino è davvero bravo dal punto di vista tecnico

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6 hours ago, Syfy said:

Metto sotto spoiler che è meglio...

Sono d'accordo con @schopy, anzi rilancio.

Il cannibalismo rappresenta al meglio proprio la metafora oscura dell'eterosessualità:

una sorta di Edipo che desidera ritornare nel ventre della madre.

Il viceversa - lui che mangia lei - ci sembra terribile e contronatura e un'evocazione del femminicidio

(non credo ci siano scene di uomini che mangiano donne e se ci sono avvengono da parte di personaggi negativi).

 

L'identità maschile eterosessuale è totalmente impregnata di masochismo, al punto che è indistinguibile da esso.

Come titolava Costanza Miriano nel suo vademecum per veri uomini di destra: "Sposala e muori per lei".

Chi non ha mai avuto una zia che gli abbia detto: "Che carino! Ti mangerei!"?

(Io ho una foto nel salotto dei miei a tre anni, con un livido che mia zia mi procurò a una guancia con un morso;

l'avesse fatto mio zio e mio padre lo avrebbe menato).

 

Il film si intitola "Ossi e tutto" proprio perché il tema non è né la dipendenza, né l'emarginazione, né il senso di colpa

(tre temi che si sarebbero potuti benissimo rappresentare con un più classico vampirismo);

ma proprio l'impossibile performance di riempire una donna di un uomo intero.

Simbolicamente l'eterosessualità è questo: farsi ingoiare da una donna col sesso orale e tornarle nell'utero con quello vaginale.

E non basta ancora: la stessa Morte non è che il ritorno nel grembo della Madre Terra. Nella nostra interezza: ossa e tutto.

Ed è la femminilità a essere cannibalica: "Tu sei come tua madre" le dice il padre della protagonista.

(Segue digressione mitologica su Demetra che mangia Pelope, ma blablabla risulterei noioso 🙂 )

 

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e se invece fosse tutt'altro che amore etero ma amore queer?
dopotutto se fosse una metafora dell'eterosessualità non si spiegherebbe perché i cannibali sono una sparuta minoranza, soggetta a sensi di colpa solo a causa delle proprie necessità fisiche, che di rado incontra gente come loro ma vive immersa in un mondo di "normali"
su questo si veda Giuseppe Fadda su ArtsLife
https://artslife.com/2022/11/23/bones-and-all-guadagnino-cinema-chalamet/

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27 minutes ago, Krad77 said:

e se invece fosse tutt'altro che amore etero ma amore queer?

Perché la bisessualità non è affatto presentata come metafora, è ben presente.

E il protagonista non si sente affatto in colpa se "consuma" l'uomo con cui ha un rapporto,

si fa solo scrupoli quando scopre che ha "moglie e figli".

Chi se ne importa se ha appena ucciso un bisessuale? L'unica preoccupazione è la vedova...

(Non a caso il libro lo ha scritto una donna femminista e vegana)

 

L'antagonista principale è la rappresentazione trasparente dell'incel redpillato

(la treccia di capelli ci fa capire che si nutre esclusivamente di donne)

che pretende di piacere alla protagonista perché è un "good boy" e letteralmente le ha offerto la cena.

E arriva a odiarla perché lei lo lascia nella sua solitudine, preferendogli il giovane twink.

 

Credo che il femminismo e il veganesimo dell'autrice del romanzo siano la chiave di interpretazione.

La "colpa" della protagonista è quella di avere un impulso che la fa innorridire:

ma questo impulso è l'attrazione per il maschio.

Ed è filtrato dal disgusto che l'autrice prova per la carne.

Come possiamo desiderare di mettere dentro noi stesse una cosa tanto disgustosa come il maschio e la sua carne?

(Credo che in inglese la metafora sia più esplicita perché "Bone" è l'erezione e il romanzo è esplicitamente definito come "femminista")

 

La protagonista non ha nulla di queer perché non scappa dalla famiglia, anzi scappa in cerca della madre;

perché sa che che essa conosce il segreto della sua condizione.

Ciò non toglie che potete vedere nel co-protagonista il ragazzo emarginato che ha fame di uomini,

ma è un bisessuale eteroromantico che tratta i gay come "beni di consumo" (e li deruba)

e ci sta male solo quando scopre di aver rovinato una famigliola etero.

Ovviamente quando scopre l'amore per una donna, il finale è inevitabile.

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4 hours ago, Almadel said:

Credo che il femminismo e il veganesimo dell'autrice del romanzo siano la chiave di interpretazione.

La "colpa" della protagonista è quella di avere un impulso che la fa inorridire:

ma questo impulso è l'attrazione per il maschio.

Ed è filtrato dal disgusto che l'autrice prova per la carne.

Come possiamo desiderare di mettere dentro noi stesse una cosa tanto disgustosa come il maschio e la sua carne?

Quando ho visto il film mi ero chiesto se la biografia e le preferenze dell'autrice potessero aiutarmi a decifrare il racconto, ma non mi era venuto in mente si potesse analizzare COSI' a fondo

4 hours ago, Almadel said:

Ciò non toglie che potete vedere nel co-protagonista il ragazzo emarginato che ha fame di uomini,

ma è un bisessuale eteroromantico che tratta i gay come "beni di consumo" (e li deruba)

e ci sta male solo quando scopre di aver rovinato una famigliola etero.

Sì, il personaggio di Chalamet è molto poco empatico con i gay, specie se repressi e sposati con donne...😅

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5 minutes ago, schopy said:

Sì, il personaggio di Chalamet è molto poco empatico con i gay, specie se repressi e sposati con donne...😅

L'esperienza omosessuale di Chalamet non è tematizzata.

Non sappiamo affatto come lui se la viva: ci viene offerta solo attraverso lo sguardo della protagonista

(che è la cosa che mi ha fatto capire che l'autrice fosse una donna o che

- a sessi invertiti - mi avrebbe fatto capire che l'autore era un maschio etero).

Il tassello che mi mancava era però la sua militanza vegana.

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Alla fine visto tutto e discretamente mi è piaciuto (è iniziato lentino) specialmente per il finale anche se ho avuto delle vibes di tokyo ghoul e voglio mangiare il tuo pancreas.

 

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14 hours ago, Krad77 said:

e se invece fosse tutt'altro che amore etero ma amore queer?
dopotutto se fosse una metafora dell'eterosessualità non si spiegherebbe perché i cannibali sono una sparuta minoranza, soggetta a sensi di colpa solo a causa delle proprie necessità fisiche, che di rado incontra gente come loro ma vive immersa in un mondo di "normali"
su questo si veda Giuseppe Fadda su ArtsLife
https://artslife.com/2022/11/23/bones-and-all-guadagnino-cinema-chalamet/

Sono assolutamente d'accordo

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6 hours ago, Syfy said:

Sono assolutamente d'accordo

A me invece fa piacere che almeno Guadagnino non sia d'accordo con voi

e che neghi una chiave di lettura queer.

Credo che se lo avesse voluto fare, lo avrebbe semplicemente fatto.

Edited by Almadel
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Camille de Angelis - l'autrice - fa un lavoro che credo esista solo negli USA

è una "educatrice di stile di vita vegano" alla Main Street Vegan Academy.

Wikipedia inglese dice - senza vergogna - che "Bones and all"

affronta "il problema morale di mangiare carne".

Altro che emarginazione queer od oscuri desideri femminili...che depressione :D

Non ci resta che sperare che Guadagnino ci abbia visto qualcosa di più profondo

o - in alternativa - che qualcosa di più profondo ce lo possiamo vedere noi nel film.

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Se vogliamo fare dei ragionamenti sulle chiavi di interpretazione del film, senza schieramenti, possiamo anche farlo.
Premetto che non conosco la De Angelis se non per il fatto che è femminista e vegana, come già detto qui, e non ho letto il libro, mi baso esclusivamente sull'adattamento cinematografico di Guadagnino.

La scrittrice può sicuramente cercare di realizzare un lavoro sul problema morale di mangiare carne, ma questo non significa che ci sia riuscita né che, volente o nolente, non abbia scritto trama e personaggi su cui si innesta altro.
In particolare la metafora su chi mangia carne mi sembra molto ostacolata da due fattori: 1- i cannibali sono una sparuta minoranza (non sarebbero dovuti essere una grande maggioranza per essere più efficace?) 2- non solo sposiamo il punto di vista dei personaggi ma stiamo dalla loro parte, ci sembrano simpatici, non li vediamo come i "cattivi"

In qualche modo la solitudine dei personaggi risulta parecchio, come il loro essere sperduti e confusi nella vastità del continente nordamericano. In qualche modo mi sembra che possa anche essere azzeccato un paragone con la "fame d'amore" che convive con una paura, inconscia, atavica di "divorare l'altro". Il desiderio d'amore, sovrapposto al desiderio di cibo, crea un particolare sogno di mangiare l'amato per intero, il famoso "pasto completo" di cui si parla nel film. 

Dunque forse non è tanto una questione di amore etero o queer (sebbene per la condizione di minoranza, la capacità di riconoscersi con l'odore ecc, qualche analogia sia possibile) ma una questione di "assoluto" che contemporaneamente è esaltante e orribile. In questo caso i cannibali sono quei pochi che, in una società fatta di persone medie (mediocri?), sono capaci di amori furiosi, brucianti, destinati a darci l'estasi ma anche la morte. Il principio di piacere e la pulsione di distruzione sono, per queste poche persone, uniti e indistricabili.

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2 hours ago, Almadel said:

Camille de Angelis - l'autrice - fa un lavoro che credo esista solo negli USA

è una "educatrice di stile di vita vegano" alla Main Street Vegan Academy.

Wikipedia inglese dice - senza vergogna - che "Bones and all"

affronta "il problema morale di mangiare carne".

Altro che emarginazione queer od oscuri desideri femminili...che depressione :D

Sì, vedo ora che c'è un link ad un'intervista all'autrice in cui spiega che quando mangiava carne (non umana dico) si sentiva pure lei un "predatore", e di come questa consapevolezza l'abbia portata poi a scegliere il vegetarianesimo...quindi si tratterebbe di un horror incentrato su di una ragazza che "non può fare a meno" di continuare a mangiare carne nonostante sappia che è eticamente sbagliato farlo, il tutto traslato in un contesto romantico 🤔

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