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Uscire dalla comfort zone e recuperare il tempo perduto.


Bttmfrancis9

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Ciao guys. In questa prima domenica autunnale e piovigginosa mi sento un po triste e riflettevo un po sulla mia vita che considero tanto noiosa quanto incasinata.. 

Faccio un po di premesse: In generale ho la sensazione che certe volte, degli altri, invidiamo sempre tutto, persino le sfortune.. Per esempio, per quanto mi riguarda, conosco tanti ragazzi con pessimi rapporti familiari, il che li ha portati ad emanciparsi presto.. Io al contrario, con un carattere già di mio abbastanza timido e fin troppo pigro, mi sono sempre adagiato sulla mia famiglia protettiva e benestante e sono sempre rimasto rintanato nella mia "comfort zone" di tipetto estremamente casalingo e quasi timoroso del mondo esterno.. Mi ritrovo oggi 29enne un po così.. Con una triennale durata fin troppo e abbandonata qualche anno fa (tra l'altro avevo optato sulle scienze turistiche.. Pessima scelta). Mi sono rifugiato nell ufficio di mio padre da tanti anni ma è un qualcosa che considero "non mio" e cmq il grosso del lavoro se ne occupa lui..

Sulle amicizie, l'amore, i rapporti sociali in generale, il 2020 con le sue reclusioni ha peggiorato una situazione che era già compromessa e piatta da un po. 

Ad ogni modo, con questa malinconia e questo senso di solitudine,ho preso e a maggio me ne sono venuto da solo qui in Toscana (I'm proud of me💁‍♂️ahah) a fare la stagione in un hotel. L'esperienza, devo dire, si è rilevata super stimolante. Sono finalmente a contatto con tante persone della mia età, ho stretto buoni rapporti e sono anche cotto a puntino di un torello bisex 24enne che ho spompato due volte (vorrei tanto rimanerci a contatto ma è abbastanza complesso e un po fuori di testa e non so se riuscirò nell intento). 

E quindi niente, la solita malinconia si fa strada.. Si fa strada pensando che tra un mesetto sarà tutto finito e che mi toccherà tornare a quell incubo di vita e la tristezza nel pensare che perderò forse per sempre questa quotidianità con queste persone qui. 

Il mio sogno sarebbe ovviamente che questa squadra tornasse anche l'anno prossimo per rivivere un altra stagione del genere, ma l'hotellerie, lo sappiamo, non è tra i migliori ambienti lavorativi, difatti penso che in pochissimi torneranno qui. 

Qualcuno ha affrontato una situazione del genere? Avete qualche buon consiglio da darmi? 

 

 

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Comunque chi si emancipa presto in genere proviene comunque da famiglie benestanti anche se poi hanno pessimi rapporti e su parlano solo a Natale e a Pasqua. Ad esempio la miriade di gay fuorisede sia dal sud al nord che dalla provincia alle città universitarie. Facendo tutto coi normali tempi e non avendo famiglie benestanti ti emancipi a 26-27-28 anni se sei eterosessuale poiché è l'età in cui uno si fidanza e mette la testa a posto per sposarsi poi a 30. Per i gay i tempi possono essere diversi e molto vari a seconda dei casi e delle situazioni, non avendo il problema "fidanzate e figli". Molti omosessuali out precocemente sono persone più o meno benestanti proprio per la questione università o comunque formazione ma "fuori", almeno tra i millennial.

Edited by MyleneFarmer
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Boh, per rispondere letteralmente alla tua domanda, io non penso che solo "qualcuno" abbia affrontato una situazione del genere, ma anzi, di fatto la quasi totalità dei giovani ha affrontato periodi del genere! Periodi cioè in cui si rimette in discussione tutta una serie di abitudini consolidate e di perimetri troppo stretti da cui si sente la necessità di uscire, in cui si vogliono rinegoziare condizioni e contesti che si davano per assodati. Ben venga la tua irrequietezza, vuol dire che sei sulla strada giusta e non sei ancora soddisfatto dei cambiamenti che hai introdotto, evidentemente ne desideri ancora. Adesso sta a te inventarti un modo per far sì che i cambiamenti che stai introducendo durino nel tempo, anzi, aumentino.

Voglio dire, ci sono anche le stagioni invernali da coprire... 🏂 🎿

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prima della toscana eri stato a lavorare sulle dolomiti o ricordo male ?

non capisco perché scrivi che DEVI tornare alla routine del lavoro in famiglia. chi ti obbliga ?

puoi benissimo anche andare a lavorare in un'altra regione. In svizzera ad esempio dopo due anni di covid tutto il settore turistico é rimasto senza personale perché mancavano i turisti e le infrastrutture turistiche erano semivuote col risultato che la gente che lavorava li ha cercato un altro lavoro e ora ristoranti e alberghi sono rimasti con poco personale e cercano gente che lavori per loro.

credo che in altre regioni europee sia la stessa cosa.

io ti direi di non tornare a fare la vita in famiglia dove ti annoiavi ma gita varie nazioni. la famiglia ti accoglierà sempre a braccia aperte se ritorni in futuro ma ora se non hai voglia di tornare al lavoro famigliare non farlo. io andrei a lavorare in un paese che parla inglese così che impari bene a conversare in inglese e ti servirà per tutta la tua vita futura.

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Da persona in una situazione simile posso condividere cosa sto facendo io.

Io ho sempre avuto forti pressioni familiari a non allontanarmi dal nido sia abitativamente sia nel lavoro, con delle responsabilità' aziendali importanti.

Essendo persona particolarmente pigra ho sempre lasciato decidere gli altri per me e ormai sono due anni che lavoro per la famiglia, ma mi sono lasciato un alternativa impegnandomi in una branca di studi che mi ha garantito un certo grado di autorità professionale e di prospettiva qualora decidessi di fare esperienze autonome redditizie.

Abitativamente parlando sono in un compromesso temporaneo: fuori casa ma solo tramite una soluzione abitativa in affitto già saldata di cui posso usufruire solo in conseguenza alla dipartita del parente che precedentemente ci abitava.

I miei obbiettivi a breve termine sarebbero di trovare un altro lavoro e un'altra casa, ma mi sento responsabile nei confronti dei miei genitori, anche per il fatto che cominciano a essere anziani e la cosa è fonte di considerevoli preoccupazioni.

Quello che mi sento di dirti sarebbe la stessa cosa che direi a me stesso, che è quanto segue:

cerca di trovare un compromesso tra ciò che ti conviene e investi in te stesso, in termini di formazione, per darti più spazio di manovra. Il che non è per forza legato ad un eventuale laurea ma ad approfondimento in campi professionalmente utili che un domani ti daranno un vantaggio nella vita, scegliendo tramite ciò che ti piace e/o ciò in cui sei portato.

(TL/DR)Se hai i mezzi per sostentarti economicamente in modo adeguato il resto delle scelte sono più serene e in autonomia questo lo ottieni solo investendo su te stesso e sulla tua formazione

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16 hours ago, marco7 said:

prima della toscana eri stato a lavorare sulle dolomiti o ricordo male ?

non capisco perché scrivi che DEVI tornare alla routine del lavoro in famiglia. chi ti obbliga ?

puoi benissimo anche andare a lavorare in un'altra regione.

Sì. Ero stato ad aprile sul lago di Garda, ma non mi trovai bene e dopo due settimane sono tornato a casa. 
Mi piacerebbe "girare", ma mi manca il coraggio. Mi manca il coraggio di buttarmi tutto solo in ambienti sconosciuti. Difatti sto valutando l'idea di ritornare sempre qui, allo stesso albergo, la prossima stagione estiva. Non so vediamo 

13 hours ago, Quasar91 said:

Quello che mi sento di dirti sarebbe la stessa cosa che direi a me stesso, che è quanto segue:

cerca di trovare un compromesso tra ciò che ti conviene e investi in te stesso, in termini di formazione, per darti più spazio di manovra. Il che non è per forza legato ad un eventuale laurea ma ad approfondimento in campi professionalmente utili che un domani ti daranno un vantaggio nella vita, scegliendo tramite ciò che ti piace e/o ciò in cui sei portato.

Grazie mille! 

La cosa brutta è che adesso non ho la più pallida idea di cosa mi piacerebbe fare, in quale campo investire ecc (Prima di partire stavo seguendo qualche corso di digital Marketing/ e-commerce,ma mi sembra roba che oramai fanno tutti) .. Quando tornerò a casa cercherò di mettere un pochino le idee in sesto

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Se il problema e‘ solo una questione di coraggio mancante potresti investire in una psicoterapia (cognitiva ??) che potrebbe aiutarti.

trovo peccato rinunciare a dei sogni solo perche‘ ti manca il coraggio.

l‘alternativa sarebbe provare altre esperienze e se ti trovi male interromperle come hai fatto con garda.

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10 minutes ago, Bttmfrancis9 said:

La cosa brutta è che adesso non ho la più pallida idea di cosa mi piacerebbe fare, in quale campo investire ecc (Prima di partire stavo seguendo qualche corso di digital Marketing/ e-commerce,ma mi sembra roba che oramai fanno tutti) .. Quando tornerò a casa cercherò di mettere un pochino le idee in sesto

Non ti scoraggiare, è una cosa normalissima, per questo insisto nel consigliarti di approfondire i campi che ti appassionano.

Da li scoprirai mano a mano che ti informi eventuali campi professionali dove fare esperienza ed esprimere le tue possibilità.

La cosa più facile è fare quello in cui sei bravo più che quello che ti immagini possa piacerti. Puoi certamente diventare bravo in cose che ti interessano ma se non riuscissi a fare questa scelta, che capita spesso, concentrarti su ciò per cui sei portato di dara comunque delle soddisfazioni, possibilità e qualora non ti bastasse puoi sempre continuare a migliorarti in altri campi. Il tutto restando realistici ovviamente.

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On 9/25/2022 at 9:13 PM, Bttmfrancis9 said:

Ad ogni modo, con questa malinconia e questo senso di solitudine,ho preso e a maggio me ne sono venuto da solo qui in Toscana (I'm proud of me💁‍♂️ahah) a fare la stagione in un hotel. L'esperienza, devo dire, si è rilevata super stimolante.

Io credo che l’incertezza sul futuro, il non sapere bene che cosa fare siano non già la causa ma l’effetto del tuo malessere, che nasce dal vivere in casa, con i genitori, in un ambiente ristretto e compresso, tanto più che lavori anche con tuo padre, il quale gestisce tutto, e che, da quanto ho capito, hai una socialità scarsa. Guarda invece come sei venuto fuori e come ti sei sentito diversamente positivo (I’m proud of me) andando a lavorare in Toscana questa estate.

Tu, lo so, hai già deciso di tornare a casa, e meditare sul futuro, aspettando una nuova occasione. Ma non è questa la strada giusta. È un rimandare. Hai 29 anni, sei ancora giovane, ma è ora di muoverti: dovresti cercare lavoro altrove, e spiccare il volo. Quanto alla psicoterapia, in certi casi non c’è migliore cura della cosiddetta terapia occupazionale: andare a lavorare, nel tuo caso in un posto nuovo.

Cerca di puntare su questa prospettiva, e di accumulare energie per farcela. Se possibile subito, altrimenti, al più presto. Ti devi dare delle mete, degli obiettivi, e poi saltare. Su che ce la puoi fare.

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In Svizzera (in certi cantoni) come in Germania e Austria serve sapere il tedesco perché difficilmente al ristorante per esempio qualcuno ti parlerà in inglese o in altra lingua ...

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Quando io andai a berlino in un ristorante italiano incontrai un cameriere italiano che lavorava li da tanti anni e quando arrivo‘ li mi disse che all‘inizio non sapeva una parola di tedesco ma ha lavorato fin da subito lavoro li.

in svizzera il personale di ristoranti e alberghi e‘ di provenienza estera ma non di nazioni in cui si parla il tedesco.

io comunque consigliai una nazione in cui si parla inglese.

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Beh sì, se lavi i piatti nel retro imparare il tedesco non serve. Ma diciamo che lavorare per gli italiani nella ristorazione all'estero non lo auguri nemmeno al tuo peggior nemico in genere.

È abbastanza improbabile sia non sapere una parola di tedesco dopo 30 anni e sia fare il cameriere e non sapere la lingua con cui quasi tutti i clienti si esprimeranno. Per tutti gli altri lavori, per i tedeschi, se non parli una parola di tedesco non ti pagano...

Edited by MyleneFarmer
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Come ho detto io ho consigliato un posto dove si parla inglese e comunque non tutti quelli che lavorano in alberghi e ristoranti lavano piatti. Puo‘ anche lavorare in altri settori se trova lavoro in altri settori.

io sono convinto che la maggior parte dei lavoratori esteri che verranno a lavorare in svizzera in alberghi e ristoranti non sa il tedesco quando arrivera‘ in svizzera. Vengono da paesi non tedescofona in maggioranza.

puo‘ anche lavorare in italia, mica deve per forza cambiare nazione. Era solo una possibilita‘ per praticare l‘inglese dove lo si parla nativamente.

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Comunque l'idea di "uscire dalla comfort zone" è una grossa scemenza. Nessuno esce davvero dalla propria comfort zone. Credo sia proprio innaturale farlo. Vorrei proprio conoscere qualcuno che è davvero uscito dalla propria comfort zone e cosa ha fatto e qual era la propria comfort zone.

Edited by MyleneFarmer
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