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La verità e altri armenicoli


nonaprite

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Spesso è del tutto impossibile parlare con qualcuno perchè vi è in lui un'intima convinzione di possedere la verità. Altre volte il dialogo è reso arduo dall'incapacità del nostro interlocutore di riconoscere le più elementari banalità. Ultimamente poi sembra che in qualunque dibattito pubblico (televisivo, giornalistico o quant'altro) vi sia più l'interesse di mostrare la propria verità che di confrontarsi con quella altrui. Eppure dietro tutto questo prodigarsi attorno a Verità e verità, si scorge più un'esasperata paura del dialogo o in generale una volontà di imposizione, di annullamento dei fastidiosi dubbi altrui.Voi in che rapporto siete con la Verità?e con la o le verità?E' possibile dialogare se vi è la convinzione di possedere la Verità?E' possibile dialogare se non vi è nessuna Verità?La tolleranza cos'è?Il rispetto della Verità altrui o il diritto a dire la propria?

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Io son arrivato al punto di non riuscire a discutere piu' con certe persone poiche' io nell'esprimere le mie idee antepongo sempre il " secondo me" mai insultando l'opinione altrui e mi trovo interlocutori che come dici tu credon di avere la Verita' e se ne sbattono di tolleranza e cose varie... quindi il dialogo secondo me, se vi e' la convinzione di possedere la verita' da parte di solo uno dei 2, e' impossibile!

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Mamma mia NON...non ti smentisci proprio mai eh! Fai invidia a un trattato di filosofia!

 

Dunque...trovi giusto quello che dici a proposito della verità che al giorno d'oggi molto spesso si tiene ad occultare o ppure a sbandierare qualcosa che poi vero è fino ad un certo punto.

Trovo che la verità in sè, come la verità di ogni cosa è veramente tale, non amo molto nascondermi dietro ad apparenti situazioni perbeniste. Voglio dire, se ho fatto qualcosa di male, sono pronto ad ammettere i miei errosi e sbagli, come, al contrario, sono pronto a riconoscere quando sono completamente sicero.

Trovo inolte che non possa esserci un dialogo se entrambe le parti non parlano lo stesso codice, e sono sinceri l'uno nei8 confronti dell'altro...oppure uno dei due è discoposto a esserlo. Per quanto mi riguarda, solo ultimamente credo...e spero di aver trovato penrsone sincere e tolleranti, non mi riferisco ovviamente ai genitori che sono un caso a parte. Nel loro caso, si, si può parlare di tolleranza, anche se poi è più che altro un sacrificio, e "tolleranza" benchè sia un termine non proprio positivo, a parer mio, in nessun caso se ne può parlare mai apertamente...

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non esiste la verità in un discorso.. esiste ciò che ogniuno pensa... nessuno ha ragione o torto.. il problema e tenera la calma.. perchè tutti pensano di aver ragione.. e quindi si finisce con il litigare...

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Ci penso spesso, alla Verità; credo anche di averne già scritto qualcosa.

Il fatto è che in molti casi io posso anche essere convinto di avere ragione, ma non avrò mai prove per dimostrarlo; per contro, nessuno può darmi prove del fatto che ho torto. E si rimane in una seccante situazione di stallo, dove l'unica cosa che rimane da fare è appellarsi a paradosso: sono convinto di avere ragione, ma potrei avere torto.

Se tutti ragionassero così, ogni discussione sarebbe costruttiva; purtroppo la maggior parte delle persone si ferma alla prima metà della frase.

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Trovo che fare la distinzione fra Verità e verità sia un pò.. come dire.. inutile..

perchè a meno che non si parli di argomenti tecnico scientifici in cui la Verità forse potrebbe anche esistere...

tra l'altro mi viene un pò da appoggiare la filosofia di Popper in questo..

in ogni caso credo non ci sia mai un'unica verità...

 

a volte è difficile ammettere di esser nel torto.. però con li senno di poi.. mi vien da pensare che è così bello potersi confrontare con gli altri, parlare e discutere delle proprie idee e teorie.. in questo modo si continua ad accrescere la propria conoscenza e la propria mente non diventa una camera stagna.. o un corridoio stretto e lungo...

 

Credo molto nel dialogo con le persone.. e credo molto nel potere della parola.

 

ciao

Marco

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Purtroppo è vero! Molti non ti danno modo dire la tua! Mi capita molte volte di non essere daccordo con i ragionamenti di alcune persone, ma ciò non toglie che prima ascolto tutto e poi, ragionando e rispondendo con calma, dico la mia... ovviamente con questo non voglio dire che io penso la cosa giusta e il mio interlocutore no... (almeno che non si tratta di boiate enormi)... Ognuno la pensa in modo diverso, non esiste il giusto o meno... sono solo punti di vista!

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Credo che quando si dialoghi sia inevitabile non esprimere la propria verità.Per quanto introduciamo un concetto con "credo che",già il fatto di averlo pensato,pur essendone incerti significa che abbiamo pensato quella cosa piuttosto che un'altra. Non so se la Verità assoluta esista.Però in qualsiasi caso quando dialoghiamo,ognuno apporta un pezzetto della sua verità,di ciò che è vero nel suo mondo,nel suo spazio,ciò che il suo contesto culturale lo porta a credere come vero.

Che le nostre verità,anche quelle che vediamo nei dibattiti in tv,non siano assolute lo dimostra il fatto che tutto può essere confutato,o che anche quando siamo convinti e certi di qualcosa ci sarà sempre qualcuno che la penserà al contrario,e noi scalpiteremo nella rabbia per capire cosa spinge quel pazzo a pensarla così.

è da qui che deriva il mio concetto di tolleranza.Lasciami dire la mia,lasciami argomentarti il perché e io ascolterò la tua con tranquillità perché so che non stai tentando di impormi un'idea senza aver ascoltato quello che io,che come essere umano sono al tuo pari,ho da dirti.

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Nonaprite ha posto delle domande molto chiare. Bastava rispondere a quelle. La "verità" cui lui si riferisce ha evidentemente a che fare col nostro modo di discutere.

 

Non si trattava, credo, di ripetere trite tautologie o di rassicurare il mondo sul fatto che sappiamo rispettare le opinioni altrui. Mi sarebbe piaciuto, su questo argomento, leggere opinioni un po' meno scontate. E magari più intime.

 

Alcuni di noi sanno perfettamente che la verità è relativa e che quindi si deve discutere con tolleranza reciproca. Altri di noi sanno perfettamente che la verità è relativa e che quindi è inutile discutere, anche con tanto di tolleranza. Amen: topic bruciato sull'altare della banalità.

 

Ma qual è la nostra esperienza autentica e personale della verità? Io, per esempio, di solito cerco di "stimolare" l'intelligenza nelle discussioni sul Forum (non perché voglio offrire o ricevere chissà quale verità, ma perché voglio ragionare e far ragionare), ma stavolta temo di aver esagerato: passerò per un arrogante che presume di conoscere la verità sulla Verità. Ma ciò non è VERO. Ebbene, ora sto facendo una singolare esperienza della verità di questa discussione.

 

Le mie accuse, comunque, non riguardano te, Luka, e Quint, che almeno avete argomentato pregnantemente. Né riguardano Rano, del cui intervento, per la VERITA', non ho capito alcunché.

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Aggiungerei un altro motivo che impossibilita una discussione tra persone: vi siete accorti che alcune tipologie di persone, appena si sentono messe a confronto con qualcosa (o cmq c'è un cozzarsi di informazioni che scaturisce un una disputa) vi accusano di non essere in grado di portare avanti una conversazione senza farli arrabbiare?

Dico io: se io dico che se accendo il gas sotto una pentola piena d'acqua, questa si riscalda e tu dici il contrario "E' OVVIO" che io porterò avanti le mie motivazioni e tu le tue...come pretendi che io ti dica "mah si, sicuramente mi sbaglio" ogni qual volta ci sia un conflitto di opinioni, solo per evitare di avere una disputa con te? E' assurdo...la cosa più bella della vita è proprio confrontarsi con gli altri e scoprire se, dove, come e quando si è commesso l'errore e migliorarsi. Io certe persone proprio non le capisco...

 

P.S. Se sono andato OT, perdonatemi...

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NorwegianWood

Voi in che rapporto siete con la Verità?

Mi lascia perplesso il concetto di Verità con la V maiuscola. Mi fa pensare a qualcosa di dato, addirittura di trascendente, un po' come un'idea nell'Iperuranio di Platone incapace di modellarsi... La Verità è là, è possibile intuirla o raggiungerla, ma non costruirla, inventarla. È un concetto che non riesco a guardare senza molta diffidenza.

 

e con la o le verità?

Con la o le verità ho già un rapporto migliore. Non sono universali né pretendono di essere sempre uguali a se stesse, giuste perché così "fuor criate" e quindi "etterne durano" come la Porta dell'Inferno. Credo che la verità debba essere una conquista, un sentiero percorso giorno per giorno ma senza fine, perché noi siamo parte della verità e se noi cambiamo anche la verità cambia con noi.

 

E' possibile dialogare se vi è la convinzione di possedere la Verità?

Il dialogo è sempre possibile, ma bisogna vedere se esiste anche l'ascolto. Chi è convinto di possedere la Verità dovrebbe almeno essere abbastanza umile da credere che non si è mai così perfetti da averla compresa fino in fondo.

 

E' possibile dialogare se non vi è nessuna Verità?

Se vi fosse la Verità (unica, data, immutabile) non avrebbe senso dialogare. Sarebbe come girare intorno a un concetto che tutti conoscono e condividono, un esercizio retorico e di stile. A meno che la Verità ci sia e noi siamo invece così ciechi da non vederla... ma a quel punto non avremmo alcuna speranza di trovarla, ci parleremmo solo addosso per secoli.

 

La tolleranza cos'è?

La tolleranza ha molti volti e molti aspetti. Forse il più importante è che non dobbiamo "tollerare" chi dialoga con noi, dobbiamo ritenerlo un nostro pari. Un possessore, come noi, di una possibile verità. Ma ciò, ovviamente, presuppone l'umiltà e l'assenza di paura. Spesso siamo troppo occupati a difendere noi stessi (e le idee dietro cui ci nascondiamo) per ascoltare gli altri e difendere loro e le loro idee.

 

Il rispetto della Verità altrui o il diritto a dire la propria?

Direi entrambi. Non c'è un vero confronto se non accettiamo che qualcun altro possa essere nel giusto dicendo qualcosa su cui non siamo d'accordo. E non c'è confronto se non abbiamo il diritto di esprimere la nostra opinione. Ma, in entrambi i casi, senza mai pretendere di possedere la Verità. Altrimenti ci basta un monologo o fondare una setta dove tutti pendono dalle nostre labbra. Non ci serve dialogare con gli altri se crediamo di avere la Verità, perché non vogliamo ascoltare, non vogliamo imparare, non vogliamo mettere in discussione noi stessi.

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