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Importante Sondaggio sul matrimonio gay


Isher

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Al seguente link c'è un sondaggio che chiede: "matrimonio  gay, sei favorevole?". Al momento i risultati non sono per niente buoni. Occorre che ognuna/o si mobiliti per un risultato migliore. Insomma, vota e fai votare SI per lanciare un segnale all'opinione pubblica!

Fate pubblicità a questo appello nei vostri blog e con i vostri amici. Grazie.

 

Sondaggio

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Quanti no  :look: è scandaloso, la gente proprio non ha un'idea. Insomma capisco le adozioni, ma i matrimoni... che problema fa alla gente?  :aiuto: non capisco.

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C'è da dire che è un sondaggio del Quotidano.net, ossia del Resto del Carlino (online), quotidiano "destrorso" Bolognese..rappresentativo -mediamente, ovvio - di una mentalità conservatrice e tendenzialmente bigotta; insomma, considerato chi lo scrive e chi lo legge, c'era da aspettarsi un risultato del genere.

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Template credo tu abbia frainteso quanto volesse dire Gboyal  :aiuto:

 

 

Per quanto riguarda me io sono favorevole al matrimonio omosessuale celebrato in comune od in altra sede laica ed equiparato a quello eterosessule ( non credo sia necessario ne giusto farlo in chiesa poiche credo che come essa non ha il diritto di intralciare ed immischiarsi nella vita pubblica degli omessuali impedendo il riconoscimento dei loro diritti e la loro accettazione globale gli omosessuali non abbiano il diritto di imporre ad essa di fare una celebrazione che essa non vuole fare)

 

In merito alle adozioni non sono favorevole nel senso che purtroppo i tempi per metterle in pratica secondo me non sono ancora maturi.Pensate alle prese in giro,diffamzazioni e pettegolezzi che un figlio di omessuali subirebbe ...gli rovinerebbero la vita senza contare poi che potrebbe egli avere di suo problemi ad avere costoro come genitori.Insomma bisogna andar cauti in una tematica come questa

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Template credo tu abbia frainteso quanto volesse dire Gboyal  :aiuto:

Già, anche io lo credo ^^" intendevo dire che sono favorevole ai matrimoni ma contrario alle adozioni.

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Lo sapevate che, per quanto riguarda l'ambito religioso, ci sono alcune Chiese Protestanti che ultimamente hanno avuto grosse aperture nel confronto delle unioni gay e delle coppie di fatto? Forse perché, cosa assolutamente impensabile al momento per la Religione Cattolica, nelle Chiese Protestanti ci sono molti Sacerdoti donna e, in amore, le donne sono sicuramente più sensibili di molti ometti! Per quanto mi riguarda sono favorevolissimo alle unioni civili tra coppie dello stesso sesso, ma sono invece più cauto sulle adozioni! Non perché sia contrario, anzi, ma perché credo che i tempi non siano affatto maturi! Immaginate come verrebbe preso in giro, soprattutto a scuola o nei luoghi di aggregazione, il figlio di una coppia omosessuale: battutine, nomignoli, risatine, ... a volte anche cose più pesanti ... sinceramente non vorrei essere nei suoi panni. Per far accettare le adozioni c'è bisogno di un radicale cambiamento culturale partendo specialmente dalle nuove generazioni, cosa molto complessa, attualmente, in un Paese come il nostro ancora legato ad una retrocultura conservatrice pseudocattolica ottusa e bigotta che, secondo me, (ma è un parere personale) di cristiano non ha nulla.  :asd: Cultura ancora strettamente legata alla famiglia nel senso di "maschio e femmina"  che non ha ancora compreso che la "famiglia tradizionale" non esiste più. La famiglia è il luogo dove ci si sente amati e a casa, indipendentemente da come essa sia formata. Bisogna dare una scossa a tutto questo e, un primo passo, potrebbe proprio essere il riconoscimento delle coppie di fatto e delle unioni gay.

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Già, che la Chiesa Protestante abbia una mentalità aperta è certo.

Non avevo mai pensato a come reagirebbero "gli altri", per quanto riguarda le adozioni da parte di coppie dello stesso sesso, ma ora che me lo hai fatto notare devo proprio dire che è vero... un altro punto a sfavore delle adozioni  :asd:

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Beh gboyal, per farti un esempio: alcuni mesi fa, proprio sotto casa mia, una sera di sabato attorno alle 21,00, passò una coppia di ragazzi, attorno ai venticinque anni, che si tenevano per mano. Nello stesso momento arrivò un "branco" (sì, proprio come quello degli animali) di ragazzotti pressapoco della tua età i quali inizialmente cominciarono a sfottere i due poveretti con insulti del tipo: "checche, busoni, ecc..." per poi passare ad un  vero e proprio linciaggio dei malcapitati al grido "froci di merda, dovete crepare tutti!". Le urla erano così forti che tutti gli abitanti della via uscirono in strada. Nessuno, però, tranne il sottoscritto e pochi altri (un'anziana signora, due ragazze ed un ragazzo) fecero qualcosa per fermarli! Noi ci parammo a difesa degli aggrediti mentre la signora chiamò la polizia che per fortuna arrivò tempestivamente. E' stata fatta una denuncia e la cosa andò a finire pure sul giornale locale dove venne definita "riprovevole e da medioevo", ma a diversi mesi dall'accaduto, a nessuno degli aggressori (alcuni anche minorenni) è successo nulla e, questi deficienti, scorrazzano ancora, liberi di aggredire. Alcuni giorni dopo un mio amico mi disse: "ma chi te l'ha fatto fare? Erano solo due finocchi, se la sono cercata!" (bello stronzo d'amico!). Io, invece, non potrò mai scordare il loro sguardo di terrore ed il modo in cui si abbracciavano stretti, come se fossero stati davanti ad un plotone di esecuzione! Dunque, ti ripeto che gli aggressori avevano tutti all'incirca la tua età, quindi immaginati cosa potrebbe vivere un ipotetico figlio adottivo di una coppia omosessuale, magari anche perfettamente etero, che si ritrova con gente del genere alle scuole medie o al liceo! :asd: :asd: :asd:

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E' chiaro che la cosa non è auspicabile finché la maggioranza del paese è contraria, bisogna prima che passi negli atteggiamenti di maggioranza e poi subito dopo farla diventare legge, in Spagna mi risulta che la legge fece seguito alle istanze favorevoli della popolazione...

 

In alternativa, ci stavo pensando dopo aver visto in anteprima satellitare la puntata di un telefilm statunitense di cui si parla anche qui in altro topic (B&S... evito spoiler dettagliati :asd:), per ovviare a quegli adattamenti che ai conservatori fanno apparire il matrimonio gay come una farsa, magari per il fatto di non poter "dichiarare marito e moglie" i convenuti, perché non istituire un rito nuziale apposito per le coppie dello stesso sesso? con formule specifiche e di pari valore e significato simbolico, certo intendo civili e non religiose, almeno per il momento.

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sarebbe una bella idea..io ovviamente sono favorevolissimo al matrimonio gay civile,quello religioso non riesco nemmeno a capire cosa ci sia da discuterne sinceramente..la dottrina cattolica non è democratica e le regole imposte dall'alto vanno rispettate dai fedeli che vogliono dirsi cattolici,punto.se no non lo si è.e la chiesa cattolica su sto punto non cambierà mai idea.

sull'adozione non so,da un lato le obiezioni fatte sono vere da un altro però c'è da pensare che paesi come gli stati uniti che pure sono portatori di idee fortemente bigotte e arretrate in ampie fascie di popolazione sono moolto più avanti su questo fronte e le "famiglie gay" non sono più rarissime eccezioni...anche in italia non se ne parla mai ma soprattutto tra le lesbiche che desiderano famiglia non è più prassi rarissimissima farsi inseminare artificialmente all'estero e poi metter su famiglia..

è poco,ma qualcosa si muove..

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mah, ho votato per una pura questione di simpatia verso Isher. Non sarà certo un sondaggio di questo genere (dove ora i risultati sono evidentemente ribaltati rispetto a quando avete messo i primi post) a cambiare l'opinione dell'Italietta. Non sarà né questo né nessun altro, la verità è che non dovrebbero nemmeno esistere sondaggi di questo genere, perché queste cose non possono essere lasciate al popolo da decidere, dovrebbero essere già legge indipendentemente da quello che pensano i finti cattolici e perbenisti, e dovrebbero esserlo già da molto tempo semplicemente perché si tratta di rispettare dei diritti dell'essere umano.

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la verità è che non dovrebbero nemmeno esistere sondaggi di questo genere, perché queste cose non possono essere lasciate al popolo da decidere, dovrebbero essere già legge indipendentemente da quello che pensano i finti cattolici e perbenisti, e dovrebbero esserlo già da molto tempo semplicemente perché si tratta di rispettare dei diritti dell'essere umano.

Questo è vero, ma si fa quel che si può. Non sono mica tutti così avanti  :asd:

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La settimana scorsa i Sì erano al 20%, ora sono quasi al 65%.

In realtà l'80% degli italiani continua a non volere che ci sposiamo, ma almeno possiamo vantarci di essere molto bravi col passaparola.

Nessuno pensa che questo sondaggio serva a qualcosa, vero? :no:

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Sweet, grazie dell'espressione di simpatia, che del resto è completamente ricambiata :no: ma..

«vista da qui» - mi dice in un sms dall'Olanda, in viaggio verso Parigi col suo fidanzato, un mio amico trentunenne - «l'Italia non ha molto senso». E' vero. Non può essere che così. E sono anche convinto che in Italia non cambierà mai niente - diciamo per prudenza: di sostanziale. E tuttavia questa non è ancora una buona ragione per non fare niente. Non è detto che si debbano fare le cose solo perché hanno chances di riuscire. Si possono fare comunque: perché è giusto, ad esempio, o perché ci rispecchiamo in esse.  Naturalmente questo sondaggio è una piccola cosa - ma non è un «passaparola», Quint, quello che abbiamo fatto, bensì una piccola, minuscola, azione militante. Fatta perché «le cose cambino»? No di certo, sarebbe troppo grande ingenuità crederlo: ma perché non vincesse il «No»! Che significa: «gli/le omosessuali sono una categoria di persone a parte e non hanno il diritto di formare una famiglia», di creare una relazione inscritta nel diritto, e quindi titolata a essere fondamento della Società.

 

Inoltre, a mio parere, proprio perché non ci si può aspettare niente, in Italia, da nessun partito o quasi, da un'opinione pubblica che quasi non esiste, da un giornalismo di livello schifoso, da politici cinici incolti e presuntuosi, proprio per questo non resta che darci da fare noi, ognuno secondo le sue possibilità, in modo da creare dal basso una mentalità diversa.

 

:no:

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E sono anche convinto che in Italia non cambierà mai niente - diciamo per prudenza: di sostanziale. E tuttavia questa non è ancora una buona ragione per non fare niente. Non è detto che si debbano fare le cose solo perché hanno chances di riuscire.

Che è poi il motivo per cui quando stavo in Italia, ogniqualvolta mi capitasse di leggere una lettera omofoba su un giornale mi sentivo obbligata a rispondere sperando che pubblicassero anche la mia voce contro.

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Ho votato in modo favorevole. Grande la percentuale di favorevoli :-)

 

per ovviare a quegli adattamenti che ai conservatori fanno apparire il matrimonio gay come una farsa, magari per il fatto di non poter "dichiarare marito e moglie" i convenuti, perché non istituire un rito nuziale apposito per le coppie dello stesso sesso? con formule specifiche e di pari valore e significato simbolico, certo intendo civili e non religiose, almeno per il momento.

 

Ganimede... laddove sono legali i matrimoni omosex gli sposi vengono dichiarati uniti in matrimonio, marito e marito, moglie e moglie; non vedo alcuna difficoltà a rispondere per le rime a chi dice che questa cosa è o sarebbe una farsa. No a regimi speciali... basta distinzioni tra etero e gay. Siamo tutti uguali.

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Veramente da sposata devo smentire quest'affermazione. Non sono stata dichiarata moglie di nessuno, ma nemmeno me ne importa. Le parole sono solo parole, quello che conta è l'uguaglianza davanti alla legge. Però posso dire di aver recitato le formule auspicate da Ganimede, incentrate sul sostenersi in una relazione basata sull'amore reciproco e secondo me molto meno verbose e ridondanti degli obbrobri arcaici riservati alle coppie etero.

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Veramente da sposata devo smentire quest'affermazione. Non sono stata dichiarata moglie di nessuno, ma nemmeno me ne importa. Le parole sono solo parole, quello che conta è l'uguaglianza davanti alla legge. Però posso dire di aver recitato le formule auspicate da Ganimede, incentrate sul sostenersi in una relazione basata sull'amore reciproco e secondo me molto meno verbose e ridondanti degli obbrobri arcaici riservati alle coppie etero.

 

Sweet...

In un Paese la celebrazione matrimoniale prevederà che gli sposi vengano dichiarati tutti 'uniti in matrimonio', evitando completamente riferimenti a quello che poi è il sesso degli sposi, in un altro Paese magari la celebrazione matrimoniale potrà/dovrà tener conto del sesso dei componenti e quindi dichiarare gli sposi 'marito e moglie/marito e marito/moglie e moglie', in altri Paesi magari sarà libera, ecc. Dicevo questo in quel pezzo di frase.

Il senso della mia affermazione era che comunque in ogni caso le regole sono, o cmq dovrebbero essere, uguali per tutti... e che non c'è alcuna difficoltà nel rispondere per le rime a chi obbietta qualcosa come che il dichiarare due omosessuali 'uniti in matrimonio' oppure 'marito e marito', 'moglie e moglie' è/sarebbe una farsa.

Sinceramente io poi credo che, come hanno fatto notare tante persone, le parole siano molto importanti ... soprattutto laddove c'è una minoranza discriminata e oggetto di pregiudizio da millenni come appunto nel caso di gay e lesbiche; sanciscono come una società ti considera, considera il tuo amore, la tua capacità di amare, vivere relazioni, se ti considera una persona allo stesso livello di tutte le altre oppure no, incentivano o disincentivano la fine dei pregiudizi rimanenti all'interno della società, fanno sentire inclusi, accolti o rifiutati, pienamente parte della collettività o di seconda classe, sanciscono l'uguaglianza vera e propria o l'essere trattati di serie b.

Siamo tutti uguali... meritiamo tutti di avere le stesse opportunità, anche di essere dichiarati/definirci nei modi in cui spetta a tutte le altre persone.

Uguaglianza vuol dire anche, e direi innanzitutto, questo.

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Dipende perché uno lo fa. Io non mi sono sposata per sentirmi uguale a nessuno, l'ho fatto perché mi faceva sentire bene, mi faceva sentire di avere certi diritti davanti alla legge che mi proteggono nel caso succeda qualcosa a una delle due. Obiettivamente se avessi voluto "solo" celebrare il mio amore avrei potuto continuare a farlo tra le quattro mura di casa nostra oppure organizzando una di quelle cerimonie simboliche. Se avessi voluto farlo in quel modo non ci sarebbe nemmeno stato bisogno di muoversi dall'Italia, in effetti.

 

La gente obietta a dichiarare due gay o due lesbiche uniti "in matrimonio" per questioni semantiche riguardanti la parola matrimonio (per lo meno nella lingua italiana). Uno degli argomenti preferiti degli omofobi è "vatti a vedere sul dizionario l'etimologia della parola matrimonio e poi ne riparliamo!" Purtroppo non è una farsa... da un certo punto di vista puramente linguistico hanno ragione loro. Poi uno dice "matrimonio" per comodo, perché è la parola in uso corrente e si fa meno fatica così che inventandone una nuova, ma personalmente dico che fossilizzarsi sulla parola matrimonio è un'inutile perdita di tempo, un pestare il piedino che dà solo un punto in più agli omofobi in questa battaglia.

 

Per me la vera uguaglianza sta nel riconoscimento che persone gay e lesbiche sono in grado di provare AMORE e di unirsi ad un'altra persona in celebrazione di questo rapporto di amore, sostegno e rispetto reciproco. Considerato che ci sono talune società dove i gay sono considerati pari ad animali, incapaci di amare e persone che confondono sentimenti di attrazione sessuale con sentimenti d'amore... in Italia per prima c'è una bella schiera di gentaglia che ancora crede a questa storiella. Il pregiudizio sta lì, non nelle parole che si usano e quindi vincere il pregiudizio significa non dire "ok tu persona gay ti potrai unire in matrimonio" ma "tu persona gay sei in grado di amare come tutti gli altri".

Io mi sento uguale a tutti gli altri eppure non ho avuto un "wedding" ma una "civil partnership" eppure farei notare a tutti quanti con che parole è stata sancita la mia civil partnership:

They have chosen each other as life partners and now wish to affirm their relationship, and publicly declare their commitment to each other. They wish to offer to each other the security which comes from a legally binding partnership, sincerely made and faithfully kept.

“I ............. pledge / to share my life with ............

I give you this ring / as a symbol of this pledge / I promise to love you and care for you / in good times and bad / and choose you above all others to share my life 

 

Ora qualcuno mi può rispiegare esattamente in che modo questa formula sarebbe discriminante? Io la trovo perfetta.

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Sweet, io capisco il tuo punto di vista, ma io non tollero di essere discriminato nè nella sostanza, nè nella forma. Se nuovi istituti possono risolvere il problema della sostanza, non risolvono quello della forma, che dal mio punto di vista è tutto fuorchè minoritario.

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Vabbè... se le cose stanno così allora non posso che augurarvi buona fortuna, e di aspettare e sperare... con tutti i problemi che ci sono nella Colonia Vaticana, mettersi anche a fare i pignoli sulle definizioni mi sembra un po' una perdita di tempo.. non posso credere che se mai istituissero una "unione civile", magari, c'è gente che si rifiuterebbe di contrarla solo perché non ha il nome che volevano loro...

(ma tanto il problema non si pone perché non la istituiranno mai, quindi...)

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Sweet...

Non ci siamo proprio. Ecco perchè ti sbagli:

 

Dipende perché uno lo fa. Io non mi sono sposata per sentirmi uguale a nessuno, l'ho fatto perché mi faceva sentire bene,

 

Il discorso prescinde in un certo senso da quella che è l'esperienza personale. E' questione di avere tutti le stesse opportunità di scelta.

 

La gente obietta a dichiarare due gay o due lesbiche uniti "in matrimonio" per questioni semantiche riguardanti la parola matrimonio (per lo meno nella lingua italiana). Uno degli argomenti preferiti degli omofobi è "vatti a vedere sul dizionario l'etimologia della parola matrimonio e poi ne riparliamo!" Purtroppo non è una farsa... da un certo punto di vista puramente linguistico hanno ragione loro. Poi uno dice "matrimonio" per comodo, perché è la parola in uso corrente e si fa meno fatica così che inventandone una nuova, ma personalmente dico che fossilizzarsi sulla parola matrimonio è un'inutile perdita di tempo, un pestare il piedino che dà solo un punto in più agli omofobi in questa battaglia.

 

FALSO, falsissimo.

La gente che obbietta che la parola matrimonio non va bene per i gay vuole negare ai gay uno status che come molti fanno notare è molto amato, radicato, rispettato, univeralmente compreso, diventato sinonimo di fusione, amore, nucleo familiare. Questo perchè, consciamente o inconsciamente, non riescono ancora ad accettare che l'amore omosex sia allo stesso livello di quello eterosessuale... quindi che i gay e le lesbiche siano in grado di amare e vivere relazioni come tutte le altre persone.

Questo tipo di discorsi ('la parola matrimonio non va bene per le coppie omosex', ecc) vengono fatti dai conservatori di tutto il globo da decenni oramai... è stupefacente che ci sia ancora qualche gay o lesbica che non se ne sia accorto (ma, daltronde, siamo in Italia... che aspettarsi di diverso??).

Non hanno ragione... non capisco come tu faccia a dargli ragione (cosa c'entra allora la parola matrimonio con un uomo e una donna anziani ad esempio, secondo quella logica? eppure un uomo e una donna anziani, anche decrepiti, possono tranquillamente accedere al matrimonio... e così via).

Il matrimonio non ha come requisito, nemmeno in via, presumibile, l'essere allineati con la radice mater, con il concetto di maternità.

E, a dirla tutta, io direi che ad esempio due donne che si amano e decidono di accedere alla procreazione artificiale ci rientrano perfettamente. E alloora....!

Consiglio di leggere la sentenza della Corte Suprema della California proprio su questo discorso, alle pagg 101, 102, 103, 104, 105.

 

Estratto:

because of the long and celebrated history of the term “marriage” and

the widespread understanding that this term describes a union unreservedly

approved and favored by the community, there clearly is a considerable and

undeniable symbolic importance to this designation. Thus, it is apparent that

affording access to this designation exclusively to opposite-sex couples, while

providing same-sex couples access to only a novel alternative designation,

realistically must be viewed as constituting significantly unequal treatment to

same-sex couples.

 

Il riconoscimento che le persone gay e lesbiche sono in grado di provare amore e unirsi come tutte le altre si traduce in un'unica cosa: l'apertura del matrimonio civile.

Con la ghettizzazione dei gay e delle lesbiche in una unione civile, o civil partnership, al posto del matrimonio civile si ha inferiorizzazione, umiliazione non uguaglianza.

 

Non è la civil partnership in sè che discrimina... ma l'esclusione delle coppie gay dal matrimonio e il tentare di giustificare tale esclusione creando un ghetto legale apposito per loro. Se la civil partnership fosse aperta a tutti, come in Olanda (Stato che poi ha anche aperto il matrimonio vero a tutti) mi andrebbe bene.

 

We must not underestimate the power of language. Labels set

people apart as surely as physical separation on a bus or in

school facilities. Labels are used to perpetuate prejudice

about differences that, in this case, are embedded in the law.

By excluding same-sex couples from civil marriage, the State

declares that it is legitimate to differentiate between their

commitments and the commitments of heterosexual couples.

Ultimately, the message is that what same-sex couples have is

not as important or as significant as “real” marriage, that such

lesser relationships cannot have the name of marriage.

(New Jersey Supreme Court - Giudice Capo Poritz - concurring and dissenting)

 

IO UN MATRIMONIO NON-MATRIMONIO NON LO VOGLIO. SONO DEGNO DEL MATRIMONIO VERO E PROPRIO

Altre unioni come le civil partnerships/domestic partnerships? Sì, ma in aggiunta al mio diritto al matrimonio, non al posto di esso.

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Io sono favorevole ad una cerimonia che unisca per la vita due persone che lo vogliano con i diritti e i doveri che questa unione comporta. Credo in una cerimonia civile che equipari questo tipo di unione ad altre cerimonie. Ma francamente impossessarmi di un rituale (prevalentemente considerato più da un punto di vista religioso che civile) che è stato concepito solo per gli eterosessuali sinceramente non ne vedo proprio il motivo....

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La bella estate

mm... non è facile stabilire quale tipo di istituzionalizzazione possa bastare a chi voglia formare una famiglia omosessuale riconosciuta: direi, tutto dipende dalle aspettative e dai bisogni.

 

In linea teorica, credo sarebbe importante  il conseguimento della piena possibilità di scelta (tra unioni civili, religiose ecc..):infatti, se dovessi parlare per quel che mi riguarda, il matrimonio sarebbe una scelta volta unicamente in favore di un progetto, sarebbe mettere in secondo piano la mia individualità in favore della comunità (ossia del progetto).

In tal caso il matrimonio sarebbe una certificazione ufficiale di questa mia prospettiva a lungo termine,dunque basterebbe una sorta di negozio giuridico che riconosca dei dirittti civili a me e alla mia metà in quanto unità.

 

Però ciò che ho descritto è solo ciò che intendo io quando si parla di unione, ci sono altri migliaia di punti di vista da considerare.

 

nel momento in cui cambia la necessità della coppia, quando lo scopo non è più (unicamente) quello di ratificare un progetto e renderlo forte giuridicamente, anche la soluzione civile può non risultare più idonea.

Voglio dire: cos'è il matrimonio per una persona? E' possibile che una persona non si senta visceralmente/ spiritualmente unita ad un'altra se non dopo un rituale religioso (dunque, se non davanti a dio)?

E' possibile che per qualcuno il matrimonio sia un simbolo carico di valenze emotive, educative, culturali, spirituali ecc, e in questo caso la tutela giuridica non ha nessun tipo di valenza (dunque non si può neppure considerare una sorta di soluzione realistica al problema -del tipo, meglio di niente-, dal momento che non sfiora minimamente la sfera delle necessità spirituali)

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