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L'inefficienza dei Pride itineranti


sugar85

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Da tempo il movimento lgbt ha intrapreso questa politica di fare i Gay Pride nazionali ogni volta in un posto diverso. Solo nel 2007 c'è stato il RomaPride come unica manifestazione nazionale in tutta Italia.

 

Dopo il Bologna Pride mi pare che si possano fare delle cifre e delle riflessioni

 

Romapride: 500 000 per gli organizzatori, 10 000 per la questura (dato evidentemente sottostimato)

 

Milanopride: 20 000 per gli organizzatori, non sono riuscito a reperire i dati della questura

 

BiellaPride: 10 000 secondo gli organizzatori, non sono riuscito a reperire i dati della questura

 

BolognaPride: 200 000 per gli organizzatori, non sono riuscito a trovare i dati della questura

 

Roma Pride 2007: Un milione per gli organizzatori, 300 000 per la questura

 

TorinoPride 2006: 100 000

 

Vedendo le cifre (ovviamente solo quelle degli organizzatori), mi chiedo se sia il caso di continuare questa politica dei Pride Nazionali itineranti per l'Italia e non concentrarsi invece su Roma che ha sempre avuto Pride molto più maestosi ed efficaci anche dal punto di vista mediatico.

 

Vorrei evitare di fare un discorso di parte visto che vivo nella provincia di Roma, ma è oggettivo che Roma ha una posizione geograficamente centrale (quindi raggiungibile da tutti) ed è la capitale del Paese

 

Voi che ne pensate?

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Io abito a Roma, ma penso che se ad esempio abitassi a Milano o in qualche posto ancora più lontano, non penso riuscirei a venire al Pride così lontano, per mancanza di mezzi e forse un briciolo anche per mancanza di voglia.

Invece così, essendo anche in città sparse per l'Italia, è più facile muoversi e andarci anche per persone che magari non abitano nel centro Italia.

Magari se ne potrebbero fare di meno, quello si. Uno per il centro italia, uno per il nord italia e uno per il sud/isole.

Però secondo me è meglio così, sparsi. Ci negano le piazze? Noi continuiamo a richiederle.

 

In America fanno pride ovunque, a New York dedicano una settimana intera al gay pride. Pure da noi deve diventare così :ok:

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Ho l'impressione che i numeri siano l'unica cosa del pride che non arrivi alla gente. La massa è percepita in relazione allo spazio occupato, se si riempie una bella piazza basta e avanza, tanto anche se poi la gente straborda nelle stradine adiacenti i fotografi e i video sempre quelle in piazza riportano. Lo vediamo poi che quello che viene poi portato agli occhi dell'opinione pubblica sono i costumi più coloriti e i carri (ma per parlare di questo ci sono altri topic). I commenti di mia madre spesso sono legati alla mascolinità o meno di qualche intervistato (mia madre viene ancora colpita da quelli che sono gay e non lo sembrano) e sull'eccesso di alcune scene. Questo è quello che lascia ogni anno il pride al suo passaggo: peccato invece che non passi il messaggio delle famiglie arcobaleno o dell'agedo invece....

 

Altro discorso è per chi lo vive da dentro. Io (tranne quest'anno ahimè) ho sempre fatto sia il pride nazionale che quello romano e ti dico che quello che porto ancora nel cuore è quello di torino. Cambiare città  e percepire il rapporto con le persone è qualcosa che aggiunge un tono al pride e a torino è stato diverso, la gente c'era! A roma non c'è partecipazione esterna, mi pare che ormai ci sia persino poca curiosità. Farebbe più scalpore un'invasione di locuste che la nostra grande marcia insomma.

 

Io preferisco così in sostanza :ok:

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Ma no perchè, ormai i Pride sono più innocui e ridicoli degli eunuchi del sultano Allahmelometh: ci vanno le nonne, i bambini, le sciampiste con l'amico gay e - orrore supremo - soprattutto ci vanno i gay biellesi.

 

Il significato di protesta politica della manifestazione, con il suo impatto 'orrorifico' di trans ecuadoregne con le tette in bocca è sparito, oggi che le maestre d'asilo tengono ai piccoli corsi pomeridiani da drag king.

 

Rimane quello aggregante, vale a dire politico in senso sociale; e poi è giusto che anche a Biella abbiano il loro pride, sennò sai che noia tutti i sabati sagra della polenta e appostamento sulla piazzola di sosta per camionisti allo svincolo per Gallarate...

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...io penso che ogni cittadina dovrebbe avere il suo (pur piccolo) pride, cioè i froci sono come le zanzare ad agosto, stanno ovunque, ed è un bene che anche le comunità più piccole avvertano il fenomeno come vicino, non come qualcosa che passa solo sulla Tv fra l'uragano in Guatemala, e la moglie cornuta di Clinton negli States.

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Forse non mi sono spiegato  :ok:

:

Io parlavo dei Pride nazionali non dei Pride locali fatti ogni anno: quelli sono utilissimi anche se hanno una valenza esclusivamente locale

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ah... allora ok, nn avevo capito io,

allora si sarei daccordo, forse è la più facile da raggiungere per tutti anche...per me soprattutto  :asd:

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rossogiuda

Forse non mi sono spiegato   :asd:

:

Io parlavo dei Pride nazionali non dei Pride locali fatti ogni anno: quelli sono utilissimi anche se hanno una valenza esclusivamente locale

 

io avevo capito e ribadisco: il pride sia nazionale a turno, perchè ormai ha una valenza sociale, non politica.

 

insomma: serve più a conoscere e conoscersi che a manifestare davvero per qualcosa, e quindi è giusto che si svolga in località molto distanti tra loro..tanto un milione di partecipanti o cinque matte sballate e due frociare è lo stesso... le cose non sono mai cambiate, nè mai cambieranno grazie al gaypride...ci vuole ben altro, e le associazioni glbt che su questa situazione di merda ci prosperano come le mosche sulla suddetta lo sanno benissimo.  :asd:

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guarda sugar se proprio dobbiamo dircela tutta, visto che mi sembra che entrambi militiamo in un'associazione, trovo ridicola e insensata l'ostinazione di arcigay, mario mieli, mit, dgay project e così via a voler far tutto separati e per conto proprio. poi ci lamentiamo dei risultati: e ci credo, durante tutto l'anno non facciamo altro che fare comunicati stampa contro questa o l'altra associazione "rivale". ma che c'è da essere rivali quando l'obiettivo è uno solo?

 

ad oggi il pride sembra il natale di una famiglia ipocrita: tutti riuniti per un giorno, dopodiché al diavolo chiunque.

 

facendo dietrologia si scoprono tante cose ma credo che alla maggior parte degli omosessuali militanti freghi ben poco degli impicci di questo o l'altro esponente e, sempre personalmente parlando, ritengo prioritario e più importanre che il movimenti glbtq italiano si muova per diventare una "lobby" unica e compatta.

 

poi potremo anche preoccuparci della finezza intellettiva di fare 1 o 10 pride nel giro di un mese.

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guarda sugar se proprio dobbiamo dircela tutta, visto che mi sembra che entrambi militiamo in un'associazione, trovo ridicola e insensata l'ostinazione di arcigay, mario mieli, mit, dgay project e così via a voler far tutto separati e per conto proprio. poi ci lamentiamo dei risultati: e ci credo, durante tutto l'anno non facciamo altro che fare comunicati stampa contro questa o l'altra associazione "rivale". ma che c'è da essere rivali quando l'obiettivo è uno solo?

 

ad oggi il pride sembra il natale di una famiglia ipocrita: tutti riuniti per un giorno, dopodiché al diavolo chiunque.

 

facendo dietrologia si scoprono tante cose ma credo che alla maggior parte degli omosessuali militanti freghi ben poco degli impicci di questo o l'altro esponente e, sempre personalmente parlando, ritengo prioritario e più importanre che il movimenti glbtq italiano si muova per diventare una "lobby" unica e compatta.

 

poi potremo anche preoccuparci della finezza intellettiva di fare 1 o 10 pride nel giro di un mese.

 

Ritengo che siano 2 aspetti dello stesso problema. La realtà è che ci sono troppe "prime donne". Per non parlare di certe associazioni che avvolte sono regie private

 

Tuttavia ritengo difficile un unità totale del movimento per via delle diverse anime che lo compongono per cui non ritengo prioritario ne tanto meno perseguibile un obiettivo simile. Credo che la questione dei pride sia più importante

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Frattaglia

Roj, sono del tutto d'accordo con te.

Pare che in alcune altre città italiane la situazione sia migliore, ma qua a Roma è uno sfacelo: ognuno parla per sè e pensa ai suoi interessi.

Se magari si riuscisse ad avere un po' più di dialogo tra le associazioni oltre il pride, non sarebbe per niente male  :asd: Perchè appunto sennò il Pride diventa solo ipocrisia.  :asd:

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rossogiuda

La realtà è che ci sono troppe "prime donne".

 

La realtà è che ci sono troppi interessi, e troppe persone all'interno delle 'associazioni' glbt interessate a che le cose restino come sono. Il problema non sono i pride o il pride, ma il silenzio politico e sociale che ci circonda per gli altri 364 giorni dell'anno.

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