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[Viola] CO with mum


Viola

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Cucina, un'ora fa.

 

Io, mia madre ed un enorme bicchiere di spremuta d'arancia (e fin qui, tutto normale). Ho passato la notte con l'impellenza assoluta e ineluttabile di dirglielo. Davvero, niente sogni né incubi, ma il pensiero costante e piuttosto insistente del mio "dover" fare co stamattina. La cosa può sembrare piuttosto stramba, e me ne rendo conto perché tanto normale non sembra nemmeno a me: in fin dei conti, con la maturità alle porte, mi ero ripromessa di aspettare un giorno tranquillo, o comunque un periodo meno "catartico" o impegnativo della mia vita  :(

 

Eppure, eccomi lì: con il mio bicchiere in mano, espongo la mia attrazione sessuale diretta ad esponenti femminili e non maschili. Sottolineo accuratamente che non é una fase transitoria, che sono sicura di quello che sto dicendo e che non mi sento in imbarazzo con la mia situazione ma, piuttosto, mi sento in dovere di comunicarla a lei che ha sempre preteso la verità nel nostro rapporto. Snocciolo un discorso piuttosto lungo, che non c'entra quasi nulla con le grandi e pompose illazioni pro-causa che mi ero costruita in testa durante la notte. Però é un discorso sincero, che viene dal cuore e sicuramente dal bisogno di togliere una maschera che mi ha fatto vivere in affanno per gli ultimi lunghi -troppo!- mesi.

 

Lei ascolta, annuisce di tanto in tanto, come se avesse percepito qua e là quelle briciole di indizi che non potevano portare che a questa conclusione: io, Lesbica.

 

La reazione, più che buona o cattiva, non c'è stata. Mi ha ricordato che sono sotto esami, che dovrei pensare allo studio prima di tutto e rimandare a dopo le questioni che non riguardano il mio voto di maturità. Ha sorriso, più o meno convinta, e mi ha dato un buffetto sulla guancia dicendo che deve uscire per commissioni presto, oggi, e magari tornerà per pranzo. "E studia, mi raccomando".

 

Ora sono in una fase "sospesa": non ho ben capito se mi cadrà il cielo addosso, oppure se é stato veramente tutto così ovvio, semplice, e liscio. Ho un po' il timore di fasciarmi la testa prima di essermela rotta, ma tutto sommato non mi ha lasciato tranquilla come reazione. Sicuramente meglio di improperi e calci per spedirmi in camera mia ed evitarmi di guardare qualsiasi donna/ragazza/adolescente nel giro di mille miglia. Non so. :)

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Forse ha pensato semplicemente al tuo bene, pensando che qualsiasi tipo di discorsi che avrebbe dovuto/potuto affrontare con te ti avrebbe distratto poi dall'esame.

E' una cosa abbastanza comprensibile, penso che convenga anche a te riprendere il discorso dopo esseri liberata dagli esami, che (suppongo) sarai anche più serena e rilassata :(

 

Penso almeno... poi magari invece di andare a fare commissioni si è suicidata, ma non credo :D

O magari è andata a parlarne con qualcuno che ha una situazione simile e che pensa che possa aiutarla a capire, forse... Comunque direi che come reazione, apparentemente, è buona :)

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posso dire che anche io mi ero ripromesso di dirglielo dopo gli esami, invece non ce l'ho fatta, mi sentivo un peso all'altezza dello stomaco in loro compagnia e gliel'ho detto pochi giorni fa...

mia madre all'inizio non ha avuto una reazione particolarmente significativa, ma in un paio di giorni sembra che abbia metabolizzato, e cerca pian piano di saperne di più tempestandomi di domande.

inoltre mi pare che la lettura di "Figli diversi: la nuova generazione" (libro scritto dall'Agedo consigliatole da un dollega omosessuale) la stai aiutando.

quindi speriamo che anche lei l'abbia presa bene, anche se sembrerebbe di si  :(

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Secondo me il suo comportamento può essere ricondotto a due condizioni completamente diverse: o ha cercato di negare a se stessa la cosa, minimizzando e rimandando la discussione a un momento più propizio(dopo gli studi come tu hai detto); oppure, effettivamente, per lei il fatto che tu sia lesbica non le cambia in alcun modo l'esistenza e quindi non devi aspettarti nessuna lavata di testa...

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d'accordo con StarBoy, ma secondo me è più la prima :( ragiono come ragionerebbe una madre in denial: "ha tanti pensieri per la testa, l'esame la preoccupa, è confusa". Mi sa che ti tocca aspettare fino a dopo l'esame, adesso, per capire la sua vera reazione. Se per rispetto al tuo studio sta semplicemente rimandando le domande (o le accuse) a un altro momento è tutto da vedere... mi dispiace però che così facendo, non ti abbia affatto resa più serena che è invece quello che ti serve... in fin dei conti stavi o non stavi cercando di toglierti un pensiero per concentrarti su un altro?? Forse dovresti dirglielo... "scusa mamma, mi spieghi bene come l'hai presa, perché se no non sto tranquilla e non riesco a studiare lo stesso!!"... che c'è di male??

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  • 3 weeks later...
toraepantote

poi magari invece di andare a fare commissioni si è suicidata, ma non credo :D

 

 

Oddio troppo forte!  :salut:

 

 

toraepantote

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  • 3 months later...

torno in questo topic aperto un tot di tempo fa per sfornare aggiornamenti.

 

Alla fin fine il comportamento di mia madre é risultato in un diniego totale e completo di quanto le avevo detto: é una cosa che si ripete ciclicamente, e che mista facendo impazzire. Glielo dico, ne parliamo, ne discutiamo anche animatamente. Si passano giorni bui, in cui non mi parla e si piange addosso. Poi, la svolta: come se non fosse mai successo nulla. Ma la cosa preoccupante é che io torno a parlarle e lei rimanda, si chiude, non accetta. Finché l'iter non riprende da capo.

 

E' davvero possibile che una persona la prenda in questo modo, o é solo la sua maniera per non fare i conti col fatto che io sono sicura della mia scelta e voglio viverle indipendemente dalle sue idee a riguardo? sono veramente senza parole, ormai.

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E' davvero possibile che una persona la prenda in questo modo, o é solo la sua maniera per non fare i conti col fatto che io sono sicura della mia scelta e voglio viverle indipendemente dalle sue idee a riguardo? sono veramente senza parole, ormai.

Non credo che una cosa escluda l'altra, purtroppo, anzi vanno abbastanza di pari passo.

Perché essere senza parole? Hai fatto il meglio che potevi! Non ha funzionato?, non colpevolizzarti. Un rapporto, qualsiasi rapporto (d'amore, familiare, d'amicizia...) ci vogliono due persone a costruirlo. Tu ci hai messo la tua parte ma lei non ha voluto contribuire con la sua.

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Già, Già, sono dell'idea che comunque accetterà la cosa prima o poi, cerca di non darle troppo peso e concentrati sui tuoi obbiettivi, un giorno ti solleverà lei l'argomento e ciò significherà che ha finalmente digerito la cosa...

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Una di voi due dovrà cedere, prima o poi: o lei ti accetta o tu smetti di insistere... dipende tutto da chi è capace di resistere più a lungo  :rotfl:.

 

Fossi in te prenderei le cose con più calma e lascerei un po' più di tempo a tua madre, se fa fatica a metabolizzare la "bomba", pressandola non le fai bene.

 

Resisti, siamo tutti con te  :ghgh:

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Ti do solo un buon consiglio: continua così. Attualmente tua madre sta reagendo cercando di "non pensare e non vedere"... Tipica reazione di rifiuto della realtà (NB: non rifiuto della figlia eh! Non spaventariti! sono cose diverse!). Tu non puoi cambiare questo suo atteggiamento con un discorso molto intenso o in pochi giorni.... Deve metabolizzare e farsi entrare in testa che la figlia che pensava di avre è diversa da ciò che le sembrava e che si aspettava. Con il tempo l'accetterà. Tu continua per la tua strada, magari condividendo i tuoi pensieri con tua madre un pò ogni giorno, senza stressarla. In questo modo, secondo me, si abituerà pian piano. Potrebbe però richiedere molto tempo questo iter

In bocca al lupo  :rotfl:

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Mi par di capire che tu sia stata onesta nei suoi confronti affrontando il discorso con una maturità non ricambiata. Forse può sembrare scontato e banale ma ognuno ha i propri tempi di elaborazione che solitamente sono direttamente proporzionali al grado di chiusura/apertura mentale... variabili non secondarie, la qualità del rapporto genitore/figlio e grado di maturità da quest'ultimo raggiunta.

 

Stimolare tua madre alla riflessione è fondamentale e mi pare di capire tu lo stia già facendo. Brava!

Bisogna comunque tener conto della sua difficoltà e considerare i suoi tempi di elaborazione (così come noi abbiamo avuto bisogno dei nostri per accettarci).

Dal momento che sei l’unica che può fornirle gli strumenti per un’analisi depurata dal pregiudizio è necessario parlargliene e discuterne, senza cadere nella spasmodica corsa alla persuasione subito ed a tutti i costi.

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Ricordo che quando raccontai a mio fratello della mia omosessualità ne parlammo a lungo quella sera stessa, ma nei giorni seguenti.....il vuoto. La storia del tuo CO mi ha ricordato molto quella del mio di tanto tempo fa.

Nelle settimane successive alla mia "rivelazione", mio fratello ed io non parlammo assolutamente della cosa...cioè parlavamo di tutto, del più e del meno, ma non della mia omosessualità. Dopo un pò, però, io ho cercato sempre il dialogo sulla questione e - piano piano - è andata sempre meglio. Adesso, a distanza di anni, va tutto più che bene!!!

Io credo semplicemente che alcune persone abbiano bisogno di un pò di tempo per "somatizzare" la cosa. Però sta a noi essere costanti e con delicatezza prendere il discorso. Il fatto che tua madre non abbia reagito male all'inizio è una buona base di partenza!

Non farti prendere dallo sconforto, penso che tu sia stata bravissima a parlare con tua madre anche in seguito alla sua noncuranza. Ti stimo molto, continua così!  :cool:

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aw, grazie a tutti d'aver risposto: l'ho apprezzato moltissimo, davvero.

 

in effetti, é giusto dare tempo al tempo: così come ho avuto il mio percorso lei avrà il suo e, speranzosamente, ci incontreremo prima o poi. Continuerò a fare incursioni "saltuarie" con considerazioni o pensieri, cercando di rimanere molto lontana dall'assillarla. La cosa importante credo che rimanga il mio sentirmi perfettamente a posto con me stessa: sono e sarò sempre sincera, con lei, e credo che questo pagherà alla fine.

 

Ricordo che quando raccontai a mio fratello della mia omosessualità ne parlammo a lungo quella sera stessa, ma nei giorni seguenti.....il vuoto. La storia del tuo CO mi ha ricordato molto quella del mio di tanto tempo fa.

Nelle settimane successive alla mia "rivelazione", mio fratello ed io non parlammo assolutamente della cosa...cioè parlavamo di tutto, del più e del meno, ma non della mia omosessualità. Dopo un pò, però, io ho cercato sempre il dialogo sulla questione e - piano piano - è andata sempre meglio. Adesso, a distanza di anni, va tutto più che bene!!!

Io credo semplicemente che alcune persone abbiano bisogno di un pò di tempo per "somatizzare" la cosa. Però sta a noi essere costanti e con delicatezza prendere il discorso. Il fatto che tua madre non abbia reagito male all'inizio è una buona base di partenza!

Non farti prendere dallo sconforto, penso che tu sia stata bravissima a parlare con tua madre anche in seguito alla sua noncuranza. Ti stimo molto, continua così!  :cool:

Specialmente il tuo intervento mi ha messo il cuore in pace: evidentemente non è una reazione "anormale" o così strana come pensavo io: è il risultato di una combinazione carattere-mentalità-imbarazzo che prima o poi si sbroglierà. Certo che é proprio vero quando si dice che la pazienza é una delle doti più utili.

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Specialmente il tuo intervento mi ha messo il cuore in pace: evidentemente non è una reazione "anormale" o così strana come pensavo io: è il risultato di una combinazione carattere-mentalità-imbarazzo che prima o poi si sbroglierà. Certo che é proprio vero quando si dice che la pazienza é una delle doti più utili.

 

Sono contento di averti un pò confortato.

 

Tienici informati!  :cool:

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  • 2 months later...

Riprendo, da dove avevo lasciato.

 

Sono ormai più o meno sei mesi che ho parlato schiettamente a mia madre. Più di un anno che giro velatamente intorno alla questione. Tutto è come prima, niente é cambiato. Ho scritto una lettera lunghissima, poco meno di un mese fa, spiegando le ragioni per cui sono stata male in questo periodo: la mia continua e mancata accettazione in famiglia, i continui ammiccamenti dei miei a "portare a casa un ragazzo", l'indifferenza più totale quando ricordavo loro -gentilmente, rudemente, celermente, animatamente, sbadatamente- che sono lesbica.

 

Hanno letto la lettera mentre ero via, in vacanza per qualche giorno. Ho voluto che si confrontassero coi fatti senza avermi davanti a controbattere, arrabbiarmi, perdere la pazienza. Ho voluto riflettessero sulle parole e il loro significato: ci ho messo il cuore, sinceramente, in quello che ho scritto; mi aspettavo un confronto, quantomeno. Sono tornata a casa e nessuno ha menzionato la lettera, quando l'ho fatto io la reazione é stata tragica. "ti aiuteremo a risolvere il problema, guarirai" "non parliamone adesso, godiamoci gli ultimi momenti di serenità nella nostra famiglia, non parliamone".

 

..non se n'è più parlato. MAI più. Nonostante io cerchi di tirare fuori l'argomento, quando lo faccio mia mamma comincia a piangere e mio padre scompare. Non so più cosa fare, e mi rendo conto che non reggo più. Psicologicamente e fisicamente. E' come una piccola tortura costante, è come se mi avessero avvolto in una bolla d'aria e lasciata lì: idealizzata ed irreale. Non vogliono conoscermi, sapere chi sono. Non ascoltano, non vogliono farlo.

 

Io non so più cosa fare, e sento che sta diventando così invivibile e pesante. Lo so che c'è chi sta peggio di me, chi ha reazioni violente e ingiuste. Sarò poco capace, sarò debole, sarò fragile. Non lo so cos'è, ma so che sto platealmente male e non credo ci sia nulla da poter fare.

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Lo so, il silenzio è spesso peggio delle parole. La situazione è disorientante, non sai reagire e hai paura di infrangere la situazione di stallo che si è creata.

Ma non vederla come una situazione ingestibile, passaci sopra e vivi lo stesso. L'unico vero svantaggio è il non poterti confrontare con loro.

 

Forza e coraggio  :asd:

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Io non so più cosa fare, e sento che sta diventando così invivibile e pesante. Lo so che c'è chi sta peggio di me, chi ha reazioni violente e ingiuste. Sarò poco capace, sarò debole, sarò fragile. Non lo so cos'è, ma so che sto platealmente male e non credo ci sia nulla da poter fare.

Non mi ricordo quanti anni hai, ma credo che tu te ne debba andare di casa... sei arrivata quasi al punto di non ritorno secondo me, quel punto dopo il quale si dice: ok da questo momento in poi smetto di stare male, non riesco neanche più a stare male e divento menefreghista e basta. Che non è una brutta cosa, anzi probabilmente se ci riuscissi saresti più serena nella tua certezza di non poter cambiare le cose. E' brutto vedere che la gente non si evolve ma tu puoi farci qualcosa solo fino a un certo punto. Te ne devi andare perché forse in tua assenza (assenza permanente, non una vacanzetta) inizierebbero a considerare la cosa in un modo diverso, più permanente. Notare il forse... e se anche non succedesse niente saresti comunque più tranquilla a pensare che hai fatto tutto il possibile e ora non c'è più niente da fare.

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