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Semplicemente come vorrei....


Nanerottolo18

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Nanerottolo18

Salve a tutti! :) volevo postare i primi 3 chappy (capitoli per chi non parla il Marchese XD) del mio libro (ancora in ongoing XD) spero vi piacciano. :) un bacio a tutti quelli che leggeranno, anche solo una riga

 

1# "Hi There!"

 

Doveva essere una serata normale, una di quelle dove non hai nulla da fare e ti metti a pensare a tutte le cose, grandi o piccole, insulse o importanti, senza rigore logico né ordine. Invece non fu così. Fu per certi versi una serata strana, di quelle che non sai se le stai vivendo o se le stai guardando attraverso uno schermo, tipo film.

Buffo, ma certe volte è così.

Domenica sera. Dopo aver cenato, mi rinchiusi in camera mia. Presi il pc e, salito sul soppalco, mi sdraiai sul futon e l’accesi. Non pensavo di fare chissà che cosa particolare. Scaricare un po’ di musica, parlare con gli amici su Messenger, guardarmi video musicali e manga in lingua originale su YouTube. Insomma, quello che faccio ogni sera.

Mentre stavo parlando con la mia migliore amica, un contatto mi chiese d’aggiungerlo. Non sapendo cosa fare, accettai. Dopo non più di due minuti… “Ciao!” Mi scrive. “Ciao” Gli rispondo. “Scusami….non ti conosco….chi sei?” Chiedo gentilmente. “Ah,si…scusa….mi chiamo Chris. Non credo ci conosciamo…..” Mi risponde lui aggiungendo un emoticons che sorride. “No…non mi sembra di conoscere nessuno che si chiami Chris…..” Faccio io. “Comunque….piacere, Nathan” “Piacere mio!” Mi risponde. Un’altra emoticons.

“Scusa la domanda….ma se non ci conosciamo,chi ti ha dato il mio contatto?” Chiedo dopo qualche minuto di silenzio cibernetico. “Ecco io….è buffo, sai? Non mi ricordo dove l’abbia preso….davvero, non me lo ricordo. So solo che su un foglio avevo scritto questo contatto qui e….eccoti qui….” Scrisse lui. La cosa sinceramente mi incuriosiva troppo, però non potevo assillarlo con le domande e così mi limitai a scrivergli un “Ok….” Come per fargli capire che non sapevo cosa scrivergli. Altro silenzio cibernetico.

Nel silenzio più totale della mia stanza, mio fratello fece irruzione aprendo la porta con un calcio. – Naaaaathan! - Urlò Jay con voce squillante. – Jay, porca puttana, che vuoi?E smettila di urlare così, mi rincoglionisce la tua voce! – Ribattei io dall’alto, sporgendo la testa giusto quel tanto che bastava per vederlo. Nel frattempo Chris mi aveva chiesto dove andassi a scuola. – Che fai, fratellino? Chatti ancora con la tua amichetta del cuore? Oppure con qualche ragazzo, eh frocietto? – Disse Jay. Mi girai e lo mandai senza mezzi termini a quel paese. Lui,per tutta risposta, si mise a ridere e se ne andò sbattendo la porta. Ripresi a chattare con Chris. Scoprii che andavamo nella stessa scuola e che avevamo la stessa età. Mi manda una sua foto ed io una delle tante mie dove sono venuto meglio..

“Carino!” Mi fa. “Ma…sei gay?” “Si” Rispondo sicuro. Non c’era motivo di mentire, era la vera, semplice e pura verità, e non mi vergognavo di questo. Lui non risponde. Decido di lasciarlo perdere. – Tanto è l’ennesimo cretino che mi vuole sfottere così, tanto perché non ha nulla da fare – Mi dissi a bassa voce. Le note di Color of your spoon riempivano la stanza e la mia testa. Mi sdraiai sulla schiena e chiusi gli occhi, lasciandomi coccolare da quella melodia.

I minuti scorsero lenti. Forse anche troppo ed io, ancora steso con gli occhi chiusi, aspettavo. Non so cosa, ma aspettavo. Ma non arrivò nulla. Decisi quindi di spegnere il pc e di dormire. Salutai la mia migliore amica, che, curiosa, vuoleva sapere cosa ci fossimo detti io e questo Chris. “Ti racconto domani a scuola, promesso! Notte!” Le scrivo e prima che lei potesse dire qualcosa, spensi il pc.

La stanza era silenziosa. Forse fin troppo silenziosa. Scesi dal soppalco per riporre il pc nel suo cassetto e presi l’i-pod. Risalii su, spensi le luci e mi misi le cuffie. In My last breath la voce di Amy Lee è dolce e potente al tempo stesso. Mi lasciai cullare dalle note che volavano mute nell’aria e mi sfioravano dolcemente.

Mi addormentai così, con la musica di My Immortal a cullarmi.

 

                                                                                                * * *

 

Il giorno dopo, la prima persona che incontrai prima d’entrare a scuola è Sarah. Lei è la mia migliore amica, dai tempi delle elementari. Quando a 13 anni gli dissi della mia omosessualità, lei si mise a ridere dicendo – Ma dai? E te ne sei accorto solo ora? – Da quel giorno il nostro essere amici divenne qualcosa di più. Eravamo come due fratelli gemelli. Pensavamo le stesse cose, allo stesso modo e allo stesso tempo. All’inizio la cosa ci spaventava, ma poi, col tempo, ci abbiamo fatto l’abitudine.

Gli raccontai di Chris e di quelle poche parole che ci siamo scritti. Lei ascoltò tutto il racconto senza interrompermi. A volte scuoteva la testa quando c’era qualcosa che non gli piaceva o sorrideva quando c’era da sorridere. Quando finii, lei rimase un attimo in silenzio. – Strano che non l’abbiamo incontrato a scuola…. – Mi disse. – Già, ma….tesoro, non so se hai notato che la nostra scuola ha ben 4 ali. Potrebbe stare in una delle altre 3, o magari nella nostra stessa ala, non possiamo saperlo finché non lo incontriamo – Le dissi io pensieroso. Si limitò ad annuire con viso serio e distaccato. Poi si girò verso di me e sorrise. – Vabbè, dai! Se lo incontreremo lo saluteremo. Ma alla fine ti ha detto se è gay o meno? – Mi chiese infine. – No…. – Risposi io, sorridendo a mia volta. – Uff, però! Per una volta che incontri un bel ragazzo…. – Disse Sarah mettendo su un finto broncio. – Di ragazzi carini e gay dentro questa scuola ce ne sono tanti…. – Feci io. – E poi, mi dovrei mettere per forza con lui? – Chiesi ridendo. Sarah mi guardò enigmatica. – Beh, si, ma se anche lui lo fosse stato, magari avreste potuto frequentarvi, no? – Disse infine. – Boh! – Feci alzando le spalle.

Passeggiammo per i corridoi, chiacchierando del più e del meno, evitando di toccare l’argomento ragazzi ed in particolare Chris. Al suono della campana, entrammo nell’aula di biologia. – Certo che iniziare la settimana con biologia è pesante, non trovi? – Mi chiese sottovoce Sarah. – Si…è una palla immane che mi fa perdere la voglia di studiare! – Dissi io ridacchiando.

L’ora passò molto lentamente. – La cellula non mi ha mai interessato…..a che serve studiarla se è una cosa minuscola? Sta nel nostro corpo e ok, svolge delle funzioni di vitale importanza per noi, ma serve davvero sapere cosa fa una cellula? - Chiesi uscendo dalla classe a Sarah. – Non saprei dirti….per essere una palla è una super palla, e su questo sono d’accordo con te, ma il programma è il programma…..e per quanto tu ti possa lamentare, non lo cambierai…. - Rispose lei sarcastica. – Ah ah ah…e chissene! Io non voglio studiarl…. - In quel momento mi si gelarono le parole in gola. Lo avevo visto. Anche Sarah se ne era accorta. Mi prese il braccio e mi tirò da una parte. – Non ci pensare Nathan….è uno stronzo, lo sai….non devi pensarci, capito? – Mi disse in un angolo del corridoio, da dove si poteva vedere benissimo la scena. Il mio ex ragazzo, Kevin, avanzava mano nella mano con un altro ragazzo. Il ragazzo più bello che io abbia mai incontrato nella mia vita, passeggiava mano nella mano con uno che sfigurava vicino a lui. Quel ragazzo…Kevin….il mio ex ragazzo.

Sentii le lacrime salirmi agli occhi. Tentai di ricacciarle indietro, ma fu tutto inutile. Lo guardavo e piangevo in silenzio. Non un singhiozzo, ne un piccolo tremolio. Niente. Solo calde, lente e salate lacrime di dolore. Sarah mi abbracciò dolcemente, girandomi e così, facendomi distogliere lo sguardo da lui. Ma ormai le lacrime scorrevano e anche se non lo vedevo più, il suo ricordo, i momenti passati insieme, riaffioravano potenti e taglienti come lame. Non potevo farci nulla.

La pioggia, il nostro primo bacio….le sue mani, la sua voce, il suo profumo….tutto riaffiorava, come una bottiglia, gettata in mare per liberarsi del contenuto, ritorna a galla portata dalla corrente, impetuosa e costante. – Nath….non fare così….dai…. - La voce di Sarah mi sembrava lontana mille miglia. Non la sentivo bene. Tutto era appannato da quei ricordi. – Scusami….è che… - Tentai di dire. – Tranquillo….ti capisco benissimo….coraggio…. – Mi disse Sarah dolcemente.

Dopo essermi sfogato in silenzio per un po’ di tempo,mi calmai e mi asciugai gli occhi. Cercai di abbozzare un sorriso. – Se non ci fossi tu con me….come farei? – Dissi con voce ancora impregnata di pianto. – Beh, credo che a quest’ora non saresti qui! – Rispose lei, ridendo. Sorrisi anch’io. – Grazie…. – Dissi infine. – Non c’è bisogno di ringraziarmi. tu avresti fatto lo stesso con me! – Disse prendendomi per il braccio ed, insieme, ci avviammo verso l’aula multimediale per la lezione successiva. Mi girai indietro, per vedere se fosse ancora lì, in quello stesso corridoio, ma non c’era. “ Io ti ho amato…davvero tanto…” Pensai triste, mentre mi giravo e seguivo Sarah nell’aula.

 

 

 

2# Back to...

 

Mi sono sempre piaciuti i ragazzi. Fin da quando ero piccolo, o almeno fin da quando inizio a ricordare. Il primo ragazzo di cui mi innamorai, frequentava le elementari nella mia stessa classe. Tutte le ragazzine gli andavano dietro, ma lui non sembrava interessato. Non perché fosse gay, anzi. Era eterissimo. – Non voglio mettermi con le ragazze - Mi disse un giorno. Eravamo amici. Grandi amici. Il coraggio di parlargli per la prima volta, lo trovai in terza elementare. Da quel giorno, diventammo amici e il mio sentimento per lui si rafforzò ogni giorno di più. Certo, per mascherare questo mio sentimento, cambiavo ragazza ogni settimana, ma sinceramente non me ne piaceva nessuna. Sempre lui. Solo Lui. Poi cambiammo scuola, io andai a studiare in centro e lui rimase invece nella sua zona, poco distante dalla mia. Ci vedevamo si, ma non così spesso, anche perché, cambiando scuola, mi innamorai di un altro ragazzo. Dario. Era mezzo italiano e mezzo francese, ma parlava l’inglese in maniera stupenda. Capitammo nello stesso banco il primo giorno di scuola. – Piacere, io sono Dario! Carina la felpa! – Mi disse vedendomi impacciato e fuori luogo. I primi periodi parlavo solo con lui. Anche se non sembra, sono molto timido e ci metto un po’ a relazionarmi con le altre persone, soprattutto se sono di sesso maschile. Ma poi, col tempo, conobbi tutta la classe e imparai a distinguere gli amici veri da quelli che invece t’illudono per convenienza. Dario era uno di questi ultimi. Me ne accorsi troppo tardi e ne pagai le conseguenze. Alla fine delle elementari, arrivò nella nostra classe Sarah. Mi colpì subito, perché aveva uno stile suo. Era la tipica ragazza magra che si veste alla moda, ma aveva qualcosa di diverso dalle altre ragazze.

Fui io a parlargli al suo primo giorno. Me lo ricordo ancora. 14 Aprile, pausa tra la quinta e la sesta ora. – E così tu sei la ragazza nuova, eh? – Le feci io. – Beh, piacere, io sono Nathan! – Dissi allungandole la mano e sorridendo. Lei alzò lo sguardo. I suoi occhi verdi si posarono sui miei. Sorrise e mi strinse la mano. – Piacere mio. Sarah – Rimasi stupito dalla dolcezza della sua voce, tanto che mi chiese se stessi bene, dato che continuavo a fissarla come se avessi visto un alieno. Mi ripresi e iniziammo a parlare. Da quel giorno, iniziammo a frequentarci. Avevamo troppe cose in comune: la passione per i vestiti, lo stesso tipo di musica, gli stessi film, le stesse materie. Diventammo inseparabili, tanto che i nostri genitori, sospettavano fossimo fidanzati. Ci mettemmo a ridere quando ci chiesero se stessimo insieme. – Ma no! Siamo ottimi amici, tutto qui! – Spiegò lei ridendo. I nostri, naturalmente, non ne furono tanto convinti e sinceramente a noi non è che importasse molto di cosa pensassero loro. Noi sapevamo come stavano le cose.

Lei fu la prima a cui dissi di essere gay. Mi prese alla sprovvista dicendomi che lei l’aveva capito già da un bel po’. Io gli chiesi come aveva fatto e lei rispose: - Semplice. Uno, arrossisci ogni volta che passa un bel ragazzo che magari ti chiede qualcosa. Due, non è strano che ad un ragazzo piaccia l’alta moda? Tre, non ci hai mai provato con me e quattro, guardi sempre i ragazzi e non le ragazze – Rimasi letteralmente spiazzato a quelle affermazioni. – E poi, non è mica una brutta cosa essere gay! – Mi disse. – In fondo, ci piacciono le stesse cose! Non lo trovi fico?!? – Disse ridendo. – Beh….alla fine si….. – Le dissi io rosso come un peperone. Da quel giorno diventammo come fratelli.

Sarah mi aiutò anche a dirlo ai miei, che la presero abbastanza bene. Mentre gli dicevo che ero gay, lei mi stava accanto e mi teneva dolcemente la mano. Tremavo dalla paura, ma sentivo il suo calore infondermi coraggio e così, piuttosto che scappare, continuai a parlare. I miei accettarono la mia omosessualità, anche se non ne erano felicissimi. Comprensibile il perché.

Alle superiori, mi fece conoscere Kevin, un suo vecchio compagno di classe. Dopo poco tempo, scoprii che anche lui era gay come me. All’inizio uscivamo tutti e tre, poi si aggiunsero altre persone alla nostra piccola comitiva. Il rapporto di amicizia che legava me e Kevin divenne sempre più forte, finché un giorno d’estate, sotto il portico di casa mia, impegnati a scorgere qualche stella cadente, lui non mi si fece vicino. Mi guardò negli occhi, mi accarezzò il viso e poi mi baciò dolcemente sulle labbra. Lì per lì rimasi spiazzato e non sapevo cosa fare. – Ti ha dato fastidio per caso? – Mi chiese lui dopo aver visto la mia espressione a metà tra lo stupito e il trasognato. Scossi la testa. – No no, anzi….mi è piaciuto – Gli dissi, abbozzando un sorriso. Anche lui sorrise e poi mi baciò di nuovo, più a lungo e più intensamente di prima. Il mio primo bacio.

La magia però durò poco, perché mio fratello Jay, di due anni più grande di me, ci sorprese a baciarci mentre tornava da una delle tante feste. – Cosa diamine fai tu? – Disse a denti stretti avvicinandosi a Kevin. – Giù le mani da mio fratello, brutto frocietto che non sei altro! – In quel momento dovetti fare appello a tutto il mio coraggio. Mi alzai e mi misi tra Kevin e mio fratello – Lascialo stare, Jay! Lui…noi non facevamo nulla di male – Dissi guardandolo dritto negli occhi. Solo allora mio fratello realizzò. – Sei gay anche tu, Nathan? Non ci posso credere…. – Disse infine girando alla larga ed entrando in casa. Tentai di fermarlo, ma non volle ascoltarmi. Non ci parlammo per settimane, finché un giorno non venne da me e mi chiese scusa. – Sai…non è che sia contro i gay, anzi. E’ solo che… non mi hai detto nulla….insomma, noi siamo fratelli, ci possiamo dire tutto, no? – Mi disse sorridendo dolcemente. In quel momento mi si sciolse il cuore e con esso anche le lacrime. Jay mi abbracciò. – Hey…non fare così…. - - Le mie sono lacrime di gioia – Spiegai tra un singhiozzo e l’altro. Da quel giorno il rapporto tra me e Jay divenne un vero rapporto fraterno, anche se lui a volte mi stuzzicava chiamandomi frocietto e mi faceva arrabbiare, sapevo che in fondo ci teneva a me.

Per quanto riguarda Kevin, beh….ci mettemmo insieme il giorno dopo il nostro primo bacio. Passai l’estate più bella della mia vita. Eravamo solo noi due e nessun altro. Andavamo al cinema, in giro per negozi, oppure a casa sua o a casa mia. Facevamo la vita di fidanzatini. Sempre insieme.

All’inizio della scuola, anche se tutti e due avevamo orari diversi e diverse attività pomeridiane e non potevamo vederci spesso, non ci abbattevamo e continuavamo ad andare avanti, sempre insieme. Sarah era davvero felice per noi due.

Pochi giorni prima di Natale, Kevin mi portò a casa sua. Prima di arrivare, mi bendò. – Hey, cosa ti salta in mente? Che intenzioni hai? – Chiesi ridendo. – Ora vedrai…. – Mi sussurrò lui all’orecchio. Mi condusse attraverso la casa, fino in camera sua. Non vedevo nulla ma sentivo un buonissimo odore nell’aria. Mi tolse la benda dagli occhi. – Ora puoi vedere…. – Mi disse. Aprii gli occhi e rimasi impietrito dalla scena. Aveva messo delle candele profofumate in giro per la camera, in ordine sparso. La luce era poca, ma trasmetteva dolcezza. – Kevin, ma cosa….? - - L’ho fatto perché… - Si fermò un secondo. Vidi l’incertezza passargli negli occhi. – L’ho fatto per te. Non so se vuoi, ma io mi sentirei pronto a farlo…. – Disse infine. Lo abbracciai. Ci baciammo e ci sdraiammo sul letto. L’atmosfera, le sensazioni che provavo…non mi facevano capire più nulla e così, preso dalla passione del momento, dissi che ero pronto. Il tempo era come se rallentasse, per darci il tempo di esprimere i nostri sentimenti in tutta la loro forza e completezza. Mi sentivo a disagio a stare nudo davanti a lui, anche perché era la prima volta che un ragazzo mi vedeva completamente senza vestiti. – Rilassati…. – Sussurrò prima di baciarmi.

I nostri corpi, le nostre mani, i nostri battiti…sembravano un'unica cosa. La curiosità di esplorare il corpo di Kevin si fece piano piano strada nel mio cuore e nella mia mente. Le mie mani erano senza controllo. Scorrevano libere sul suo corpo, curiose e vogliose. Lo stesso fu per Kevin. Le sue mani esplorarono ogni singolo centimetro della mia pelle. Non mi ero mai sentito così vivo.

Non provai dolore. Piacere si, anche molto. Quella notte dormimmo insieme e fu la notte più bella della mia vita.

I mesi passavano in fretta, le stagioni si rincorrevano veloci. Poco prima di fare un anno, a Luglio, Kevin mi chiama. Mi chiede se ci potevamo vedere ed io risposi di si. Ci incontrammo al solito posto, il parchetto dietro scuola. – Devo dirti una cosa…. – Mi disse. Non mi abbracciò. Non mi baciò. Era serio, forse anche troppo. Non l’avevo mai visto così. – Dimmi…cosa c’è? E’ successo qualcosa? – Chiesi preoccupato. – Sinceramente si…Nathan, io…mi vedo con un altro ragazzo –

Qualcosa si ruppe dentro di me. Non fiatai, non mi mossi. Abbassai la testa. – E’ successo per caso, un paio di mesi fa. Ci siamo visti in un bagno pubblico e…una cosa tira l’altra e me lo sono scopato. – Continuò lui, senza curarsi del mio stato d’animo o delle lacrime che avevano iniziato a rigarmi il viso. – Senti… non farne un dramma. Non è la fine del mondo, no? Possiamo sempre vederci per una scopata, che ne dici? – Fece qualche passo avanti. Mi sfiorò la spalla. Fu un secondo. Mi girai ed iniziai a correre, senza sapere dove stessi andando. – Te la sei presa? Ma non è una cosa per cui stare male! E’ la vita che va così! Nathan! – Queste furono le ultime parole che sentii, prima di girare l’angolo. Volevo fuggire. Volevo che fosse tutta una bugia, un brutto sogno, ma sapevo che non lo era. Mi fermai. Caddi per terra. Piansi.

D’un tratto, tutto quello che avevamopassato, che avevamo provato, tutto mi sembrava una bugia. Una grossa, enorme bugia. Mi odiai per essere stato così cieco da non accorgermene. Mi odiai perchè nel profondo del cuore lo amavo ancora, nonostante tutto il male che mi aveva fatto. Mi odiai perché ero debole.

Rimasi lì, per terra, a piangere. Non so per quanto tempo. Sarei dovuto tornare a casa per cena, ma non sapevo nemmeno che ore fossero e non volevo nemmeno guardare l’orologio. Ma sapevo che era tardi.

Il cielo era scuro e nero. Anche se era estate, sentivo freddo.

Jay mi trovò che ancora stavo per terra. – Nathan! Ma cosa diamine ci fai lì per terr… - Non finì la frase. Mi aveva visto piangere. Subito si avvicinò e con tono duro mi chiese: - E’ per colpa di Kevin? – Non risposi. Si rialzò e iniziò a camminare. – Jay….Jay, no, ti prego… lascialo perdere… ti prego…. – Più che lui stavo supplicando me stesso. – Perchè non dovrei andare lì a spaccargli la faccia? Guarda come ti ha ridotto! - - Non ce n’è motivo….ti prego Jay…. – Feci io, riprendendo a piangere. – Di motivi ce ne sono eccome, e tutti validi, fratellino! - Si avvicinò di nuovo a me. Rimase in silenzio. – D’accordo….ora non farò nulla, ma se un giorno lo vedo in giro, giuro che lo ammazzo a quello lì – Disse con rabbia. Poi mi prese e mi aiutò ad alzarmi. – Forza, asciugati le lacrime….mamma e papà sono in pensiero per te…. – Disse dolcemente.

Per tutto il tragitto, Jay mi sostenne e mi consolò come meglio poteva. Rientrati a casa, mi portò subito in camera sua e mi mise a letto. Lo sentii che parlava con i miei. – L’ho trovato al parchetto, addormentato sull’altalena…. – Mi stava proteggendo. E stava proteggendo anche i miei genitori. Quando ritornò in camera, non disse nulla. Si mise nel letto con me e mi abbracciò. Piangevo ancora.

– Grazie Jay…. - Dissi prima di addormentarmi. Lui non disse nulla e mi strinse a sé dolcemente. Ci addormentammo così, abbracciati. Il calore di mio fratello mi calmò un poco, ma il dolore era ancora forte.

 

                                                                                                              * * *

 

Nei giorni seguenti, il mio morale era ancora a terra. Sarah lo venne a sapere da mio fratello e, come prima cosa, andarono tutti e due da Kevin, poi venirono da me. Sarah mi raccontò che mio fratello gli aveva spaccato il naso e che lo aveva dovuto trascinare via a forza, sennò lo avrebbe anche potuto uccidere. Quei racconti non mi tirarono su il morale, lei lo sapeva, così decise di non parlarne più e di rispettare il mio silenzio.

Non lo vidi più per tutta l’estate, anche se passai molto tempo a pensare a lui, a quello che avevamo passato insieme. Piangevo spesso, ma alla fine passò tutto. Mi ripresi abbastanza bene.

Il ritorno a scuola fu normale, anche se sia io che Kevin andavamo nella stessa scuola. Non lo vidi in giro per un bel po’. Sarah mi stava sempre accanto, per paura che potessi avere una ricaduta.

A volte le avevo, a volte no, ma non dipendeva da me. – Dai, Nath…morto un Papa se ne fa un altro – Mi dicevano altri amici. Odiavo quell’espressione. Significava che dopo Kevin, avrei trovato qualcun altro che mi avrebbe fatto soffrire come stavo soffrendo in quel momento ed io non volevo soffrire. Ma gli unici che lo sapevano erano proprio Jay e Sarah.

I miei giorni a scuola scorrevano tranquilli e non avevo tempo per pensare a Kevin, così, mi ripresi completamente. Certo, sarebbe stato meglio se non mi avesse tradito, ma evidentemente era destino che succedesse così.

 

 

3# A Strange Meeting

 

I giorni passavano lenti e pesanti. Il ragazzo che avevo conosciuto su internet, non si faceva più sentire. Poco m'importava, dato che nemmeno lo conoscevo. Quelle poche parole che ci eravamo scambiati non erano nulla. Solo parole vuote scritte su un foglio bianco virtuale.

Ogni giorno Sarah mi chiedeva se mi avesse scritto o se l'avessi incontrato da qualche parte. Credo che lei sperasse con tutto il suo cuore che io trovassi un ragazzo che mi amasse davvero. Io non ci speravo così tanto. Avevo ancora in mente Kevin e lei lo sapeva benissimo.

Soffrivamo tutti e due per questa mia situazione, per questo mio pantano amoroso, ma, d’altronde, cosa avrei potuto fare? Buttarmi tutto alle spalle? Non era così facile…è proprio vero che “tra dire e fare c’è di mezzo il mare”. I proverbi sono veri, la maggior parte delle volte. Almeno io credo.

 

                                                                                                                      * * *

 

Si avvicinava l’inverno. Le foglie ormai erano quasi tutte cadute.

Era una domenica come tante altre. Fuori dalla finestra, il poco vento che c’era, scuoteva dolcemente gli alberi nudi. Non potevo fare a meno di guardare da quella finestra, lasciandomi cullare dolcemente da ricordi passati. La mia prima nevicata, il giorno in cui ho incontrato Sarah, il mio primo bacio…. Una piccola lacrima solitaria mi scese lungo la guancia. “Kevin…” Sussurrai lentamente. Le note di First time mi riportarono ad un tempo lontano. Piansi in silenzio, fino a quando non sentii bussare alla porta. Mi asciugai in fretta le lacrime e mi ricomposi. “Avanti…” Dissi. Jay per fortuna. “We, fratellino…cosa stai facendo di bello?” Disse mettendomi le mani sulle spalle “Nulla, pensavo…” “Ah, bene…..cosa fai oggi pomeriggio?Non mi dire che hai intenzione di studiare!” Mi disse scuotendomi velocemente. “Siiiii eera questa laaa miiia intensioooneeeee…” Risposi ridacchiando. “No no no, fratellino, risposta sbagliata!La risposta giusta è: Jay, esco con te e Sarah!” Mi disse girandomi la sedia e fissandomi dritto negli occhi. Silenzio. “Hai pianto?” MI chiese d’improvviso. Lo guardai con occhi a metà tra stupito e lo spaventato. “Hai pianto per lui?” Mi disse con voce calma. I suoi occhi lo tradivano. Aveva lo sguardo di chi è preoccupato, ma anche di chi è arrabbiato. “Non è nulla….mi passerà…” Dissi abbozzando un sorriso. “Aaaah, Nathan….quando la finirai di ripetere sempre la stessa cosa?” Abbassai lo sguardo. Avrei voluto davvero crederci quando lo dicevo. Avrei voluto essere così forte da potermi auto convincere che sarebbe andato tutto bene prima o poi. Ma sapevo benissimo nel profondo che non sarebbe mai successo. “Vabbè…a maggior ragione tu oggi pomeriggio uscirai con me e Sarah” Mi disse con un piccolo sorriso d’incoraggiamento. Poi si alzò e si diresse alla porta. Prima d’uscire, si girò e mi fece l’occhiolino. “Credimi, ti farebbe bene uscire un po’ con noi oggi….pensaci”.

Rimasi tutto il giorno in camera a crogiolarmi e a pensare se accettare o meno la proposta di Jay. Alla fine decisi di uscire. Mi preparai i vestiti sul letto e mi andai a fare la doccia.

L’acqua mi scorreva tiepida sul corpo, lasciandomi come ricordo del suo passaggio dolci brividi caldi. Sotto l’acqua i miei pensieri si dissolvevano lasciando posto solo alle sensazioni. Niente parole, niente pensieri, solo dolci, forti, semplici sentimenti. Sospirai a gran voce; chiusi l’acqua ed uscii. Passai una mano sullo specchio appannato e mi vidi riflesso. I miei occhi parlavano. Erano stanchi di versare lacrime inutili e inutilmente. Erano stanchi di vedere immagini dolorose. Volevano semplicemente chiudersi e vedere quello che volevano davvero vedere. La luce, il calore di un tenero e dolce amore, la dolcezza, la passione di un bacio nuovo. Sospirai ancora una volta, poi mi iniziai a preparare.

Jay fece irruzione come suo solito mentre mi stavo asciugando i capelli. “Allora, che hai deciso?Vieni?” “Si, vengo” Dissi io allegro. “Ok…!Dio, mettiti qualcosa addosso, per favore!” Disse andandosene. Io, che non mi ero reso conto di non avere più addosso l’asciugamano, arrossii violentemente. “Stupido Jay….mannaggia a te!”

 

                                                                                                                      * * *

Ci incontrammo con Sarah al centro commerciale appena fuori la città. Io e Jay arrivammo come al solito in ritardo. “Ma vi rendete conto? Io che sono una ragazza sono sempre in anticipo, io, che mi trucco, che ci metto le ore a vestirmi! Dovreste vergognarvi, soprattutto tu Jay, che hai la macchina!” disse Sarah furiosa. “Ma c’era traffico, Sa! Che ci posso fare io se le macchine non si muovono?” ribattè Jay con tono seccato. Vederli litigare era uno spettacolo imperdibile. Me ne stavo tranquillo a ridere in un angolino, quando notai un ragazzo a me familiare. Lo seguii con lo sguardo, ma dopo un po’ lo persi. Alzai le spalle e mi avvicinai alla coppietta che d’amore non voleva saperne. “Ragazzi, basta. Mi avete fatto venire qui per assistere alle vostre scenate in pubblico?” dissi sbuffando. Si scusarono entrambi. Sorrisi ed iniziai a camminare con Sarah sotto braccio e Jay accanto.

Parlammo del più e del meno, tutti e tre insieme. Se trovavamo in vetrina qualcosa d’interessante ci fondavamo dentro al negozio a curiosare. Jay era un po’ restio ad entrare in un negozio di intimi. Diceva che erano cose da femminuccie e che i veri maschi non vi entravano, ma noi lo costringevamo a forza con ogni mezzo. Credo che quando io e Sarah ci coalizzavamo, non c’era forza sulla Terra che ci avrebbe potuto fermare.

La mattinata ed il pomeriggio trascorsero velocemente, all’insegna del divertimento più totale. Ma poi successe qualcosa. Mi ero fermato a vedere una vetrina di abiti da sera e, senza accorgermene, rimasi da solo. Certo, se il centro commerciale fosse stato vuoto e più piccolo di quello che era, forse sarei riuscito a scorgerli da qualche parte. Invece andò tutto al contrario. Mi girai e non c’erano più. Cercai subito il cellulare, ma mi ricordai che l’avevo messo nella borsa di Sarah prima di pranzo. Mi maledii per quanto ero stato stupido. Iniziai a camminare senza meta, cercando tra la gente le facce di Sarah e Jay, ma senza risultati. Mi fermai vicino alla grande fontana del pian terreno, davanti al mio negozio preferito. Mi sedetti lì, presi il mio i-pod e attesi.

I minuti passavano, come le canzoni che ascoltavo. Dei due nessuna traccia. Iniziai a perdere le speranze.

L’acqua dietro di me scorreva inesorabile, limpida e semplice. Amavo il rumore dell’acqua. Mi portava alla mente bei ricordi.

Mentre le note di Anystar e la voce di Lee Hyori mi avvolgevano la mente ed il corpo, sentii una mano posarsi sulla mia spalla. Mi tolsi una cuffia e mi volsi rapidamente. Mi trovai davanti un ragazzo dagli occhi verdi. “Ehm…scus…” non riuscii a finire la parola che… “Nathan?”

Rimasi senza parole, ma mi riscossi subito. “S-si….mi chiamo Nathan….ma tu come fai a…..” fu un lampo a ciel sereno. “Chris…?” chiesi titubante. Il ragazzo annuì lentamente, sorridendo. Rimasi a bocca aperta. Non mi aspettavo di trovarlo lì, non quella domenica pomeriggio.

“Cosa ci fai qui tutto solo?” mi chiese “Niente…aspetto che la mia migliore amica e mio fratello s’accorgano che sono sparito e che mi vengano a cercare, dato che come un cretino ho lasciato il mio cellulare nella borsa di Sarah…..” dissi sbuffando. “E tu?” “Io sono qui con la mia famiglia, solo che non volevo stare con loro e quindi gli ho dato appuntamento qui tra 3 ore, più o meno”

Non riuscivo ancora a crederci. Andavamo nella stessa scuola, ma non c’eravamo mai incontrati prima, mentre l’, con tutta quella marasma di gente, ci eravamo trovati. Sorrisi. “Che bello, finalmente ti vedo dal vivo….” mi fece lui, sedendosi vicino a me. “Incredibile che in un luogo così grosso e pieno di gente noi ci siamo incontrati….non lo trovi strano?” “Beh….si, alquanto strano direi, oltretutto frequentiamo lo stesso liceo, ma lì non ci siamo mai beccati” feci di rimando io, mentre lui annuiva con trasporto. “Senti che ne dici di andare un po’ in giro?Magari in due riusciremo a trovare tuo fratello e la sua ragazza…” mi disse dopo un po’. Io sbottai a ridere. Chris mi guardò con le ciglia agrottate. “Sarah non è la ragazza di mio fratello….ma la mia migliore amica!” feci io ridendo, mentre lui arrossiva. “Tranquillo, tranquillo, non è mica morto nessuno….basta che non lo dici davanti a loro…” “Perché?” mi chiese “Perché non sono tipi da stare insieme loro due….se li troveremo capirai il perché. Andiamo?” dissi alzandomi dalla panca.

Iniziammo a camminare, uno a fianco dell’altro. Girammo per mezzo centro commerciale, senza però riuscire a trovarli. Nel girovagare, scoprii molte cose sul suo conto. Chris era davvero un ragazzo molto impegnato durante il giorno. La scuola, i corsi pomeridiani, il nuoto….e non solo, aveva anche molte altre cose di cui s’interessava. Adorava la musica, adorava andare al cinema, adorava il mare e avevamo molte passioni in comune, come per la lettura. Adorava la Dickinson, la Yoshimoto e adorava anche Dickens. Quello che facevamo non era solo un dialogo, ma qualcosa di più profondo. Era uno scambio d’anime, di sensazioni, di pensieri. Non potevo fare a meno di ascoltare ogni sua parola e darle il suo valore. A volte parlavo anche io e mi lasciavo trasportare dal flusso delle emozioni.

Ci sedemmo ad un bar, all’ultimo piano dell’edificio. Senza accorgermene, prendemmo la stessa cosa: granita alla fragola. Scoppiammo a ridere. “Che strana coincidenza, non trovi?” mi fece lui senza smettere di ridere. Annuii ridacchiando. Aveva una bellissima risata, di quelle che ti rimangono impresse nella memoria. Non potevo fare a meno di guardarlo. Aveva delle manibellissime, con dita lunghe e affusolate. “C’è qualcosa che non va?” In quel momento mi accorsi che mi stava fissando. “No no, nulla….stavo solo pensando….” dissi arrossendo vistosamente.

Continuai a perdermi nei meandri della mia fantasia, fino a che non sentii una mano sulla spalla.

Mi girai. Era Jay. “Finalmente!Ma dove cazzo ti eri cacciato?Ti abbiamo cercato per quasi tutto l’edificio…..” Era vistosamente stanco. “Non farlo mai più, fratellino….ti prego” disse col fiato corto. Dopo qualche secondo arrivò anche Sarah, che mi si gettò al collo. “Pensavamo fossi stato rapito da qualcuno o che fossi morto!” Anche lei aveva il fiatone, ma nonostante tutto la sua stretta era forte. “Hey….beh, non è successo nulla del genere, mi sembra, no? Quindi…” “Si, capisco, ma comunque il dubbio c’era! E poi, stupido, hai messo il cellulare nella mia borsa!” “E secondo te non me ne ero accorto?” In quel momento, mi resi conto che Chris stava in disparte a guardare. “Ehm…ragazzi…lui è Chris” dissi facendo loro un cenno con la mano.

Sarah in un primo momento rimase a bocca aperta, poi si avvicinò al ragazzo per presentarsi. “Fratellino….ma chi è? E’ quello che hai conosciuto in chat?” mi chiese Jay mentre Sarah e Chris si presentavano. “E tu come fai a saperlo? Te l’ha detto Sarah?” Jay annuì. “Lo immaginavo….”

Intanto che parlavamo, non staccavo gli occhi da Chris nemmeno per un secondo. Sembrava a suo agio, anche se si trovava tra persone sconosciute. “Ti piace?” La domanda di mio fratello mi fece sobbalzare il cuore. “Ti piace?” mi richiese. “Si…no…cioè….ecco….ci conosciamo da poco…..vorrei frequentarlo” dissi distogliendo lo sguardo per posarlo sul resto della granita, ormai sciolta. “Beh……stà attento, fratellino….” E detto questo, si avvicinò al ragazzo per conoscerlo, mentre io rimasi lì, con mille domande e mille pensieri in testa.

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Complimentoni, scrivi benissimo! Me lo sono letto tutto d'un fiato (anche se ogni tanto qualcuno su msn mi interrompeva è_é).

Mi piace molto quando descrivi l'ascolto di una canzone  :)

Non vedo l'ora che arrivino i prossimi capitoli, se pubblichi il libro fammelo sapere che lo compro subito  :)

 

"Color of your spoon" è di OLIVIA vero? L'ho messa su iTunes appena ho letto il titolo, è una canzone stupenda!

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Nanerottolo18

Sisi! :) diciamo ke x qst libro ho scelto personaggi ispirati alla mia realtà....in pratica Nathan sarebbe una propiezione del mio io interiore, dei miei desidere, dei miei sogni, delle mie paure, così cm sono. Un indizio sono anke le canzoni (che modestamente ascoltavo in quel preciso istante di tempo)

La voce di Olivia, mi riesce a far volare anche se i suoi testi a volte sono pesanti ( x esempio celestial delinquent....quella è pesantuccia)

per gli altri personaggi ho usato o persone esistenti ( Sarah è la mia migliore amica Silvia) o personaggi inventati che avrei voluto avere ( Jay il fratello immaginario, sempre una delle mie tante proiezioni XD)

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