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Sono così importanti le etichette?


Dubbel

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Premettendo che mi si può benissimo dire di non capire niente - e lo accetterei - perché ho una visione parziale in quanto etero cis ecc (comincio con le etichette!), volevo condividere una riflessione e ricevere dei punti di vista (se vi va!).

Quando ero adolescente pensavo che il mondo delle relazioni fosse diviso tra bisessuali, eterosessuali, omosessuali. Poi, crescendo, ho capito che in realtà esiste una gamma di orientamenti e sfumature più ampia di questa semplificazione. Tale varietà ha portato a creare - o meglio, magari già esistevano ma per mia ignoranza non ne conoscevo - una gamma di specifiche diverse.

Premesso anche che il potersi riconoscere in qualcosa, come un ombrello in cui potersi ritrovare con altre persone, è importante ed è un bisogno proprio umano quello di essere "visti", non diventa eccessivo cercare di "ombrellare" ogni sfumatura?

Per esempio: io non ho mai avuto rapporti sessuali occasionali. Ho sempre avuto bisogno di un rapporto di coppia stabile. Inoltre, crescendo, mi sono reso conto di non trovarmi a mio agio con donne che rispondono a uno stereotipo di donna che "una donna non fa questo", "non fa quest'altro", che, insomma, secondo uno schema patriarcale deve essere "femminile". Per me femminile e maschile non hanno alcun senso perché come concetti proprio non li capisco (allo stesso modo mi danno fastidio - e non mi sento a mio agio perché mi trovo a dover impersonare un ruolo che non fa per me - le donne che si aspettano che l'uomo sia fatto in certo modo perché "deve fare l'uomo". Voi direte ma vivi negli anni '50, eppur ho avuto a che fare con persone del genere).

Ecco, alla luce di questo quadro una persona mi dirà: certo, sei un etero demisessuale gender neutral (sto probabilmente dicendo una marea di minchiate, son conscio, è solo per capirci nel ragionamento)

Ma è davvero così importante? Ma realmente è vitale cercare di mettere tutti questi tag? Poi che facciamo, mi creo una comunità demisessuale gender neutrale per ritrovarci tra di noi perché non mi sento capito da nessuno al di fuori di questa cerchia?

[Immagino una persona può dirmi: sì, a me frega, perché per me è importante per questo questo e quest'altro motivo; è proprio la risposta argomentata che spero di ricevere]

Grazie se mi risponderete 🙂

Edited by Dubbel
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Ma infatti è roba da talune frange "queer" . Hanno sta psicosi da catalogazione, con l'unico problema che lo vogliono imporre come cosa reale e non limitata al loro mondo. Sono già presenti le etichette legate all'identità di genere e all'orientamento, il resto è voler trovare una propria identità cercandola per forza nella propria sessualità. 

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Senza dubbio le etichette sono importanti, perché certificano il contenuto del recipiente:

il problema è se corrispondano esattamente al contenuto o se siano esercizio d'invenzioni fantasiose per vendere a prezzo caro quel che vale poco o niente.... 😉 

1 hour ago, Dubbel said:

Premesso anche che il potersi riconoscere in qualcosa, come un ombrello in cui potersi ritrovare con altre persone, è importante ed è un bisogno proprio umano quello di essere "visti", non diventa eccessivo cercare di "ombrellare" ogni sfumatura?

Se ci sono sfumature, è inevitabile che qualcuno apra sopra l'ombrello per difenderle o semplicemente per notarle:

semmai c'è da osservare che certe sfumature possono essere percepite solo da una categoria ristretta di persone e non dalla generalità degli spettatori.

Così distinguere eroticamente i giovani maschi nelle categorie twink, efebi, orsetti, lupetti, agnellini eccetera è possibile per chi abbia inclinazioni omoerotiche, ma è, se non impossibile, irrilevante per chi non abbia tali inclinazioni, il quale li percepirà probabilmente tutti solo come giovani maschi senz'apprezzabili differenze erotiche.

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Nella vita come nel supermercato le etichette servono a uno scopo preciso:

permettere all'acquirente di portare a casa il prodotto che desidera.

Se sono su un sito di incontri posso scrivere "demisessuale" e nessuno mi scriverà per sesso occasionale.

Posso anche scrivere "non faccio sesso occasionale", ma sono quattro parole invece di una

anche se molto probabilmente se scrivo "demisessuale" metà delle persone dovrà cercarlo su Google.

 

Il problema maggiore delle etichette - oltre a richiedere Google - è che a volte sono strette

e a volte è meglio essere un po' meno sintetici e spiegare le cose usando qualche parola in più.

 

In ultimo: le etichette strane del mondo LGBTI esistono solo sui social.

Nessuno le usa nelle app per rimorchiare o in questo forum o nei locali gay o con gli amici.

 

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1 hour ago, Mario1944 said:

semmai c'è da osservare che certe sfumature possono essere percepite solo da una categoria ristretta di persone e non dalla generalità degli spettatori.

Così distinguere eroticamente i giovani maschi nelle categorie twink, efebi, orsetti, lupetti, agnellini eccetera è possibile per chi abbia inclinazioni omoerotiche, ma è, se non impossibile, irrilevante per chi non abbia tali inclinazioni, il quale li percepirà probabilmente tutti solo come giovani maschi senz'apprezzabili differenze erotiche.

Sì chiaro, è il punto di vista dell'osservatore a variare la questione.

Più che altro allora torno alla domanda che facevo: quando si entra tanto nello specifico diventa più utile quindi nella propria bolla che all'esterno; non aiuta - anzi, in certi casi complica - a un riconoscimento agli occhi terzi (vuoi per insensibilità del prossimo; vuoi anche perché magari sono io a "restringermi" troppo in qualcosa tal da non rendermi visibile)?

1 hour ago, Almadel said:

Nella vita come nel supermercato le etichette servono a uno scopo preciso:

permettere all'acquirente di portare a casa il prodotto che desidera.

Se sono su un sito di incontri posso scrivere "demisessuale" e nessuno mi scriverà per sesso occasionale.

Posso anche scrivere "non faccio sesso occasionale", ma sono quattro parole invece di una

anche se molto probabilmente se scrivo "demisessuale" metà delle persone dovrà cercarlo su Google.

 

Il problema maggiore delle etichette - oltre a richiedere Google - è che a volte sono strette

e a volte è meglio essere un po' meno sintetici e spiegare le cose usando qualche parola in più.

 

Non l'avevo considerata dal punto di vista di marketing sociale; ma, a pensarci, nella mia breve esperienza su Tinder ho visto profili che, sinteticamente, utilizzavano etichette come fossero gli ingredienti di un prodotto. "Così sai cosa stai per acquistare". Certamente son modi di intendere il come esporsi e come richiedere l'approccio, sicuramente immediati.

1 hour ago, Almadel said:

In ultimo: le etichette strane del mondo LGBTI esistono solo sui social.

Nessuno le usa nelle app per rimorchiare o in questo forum o nei locali gay o con gli amici.

 

Questo è interessante. Tra l'altro, ho sempre sospettato che certe etichette da parte di certe persone rappresentassero più un vezzo social, come dirsi romantico, pazzerello, misterioso, eccetera. Non sto svilendo chi si sente parte di una categoria, attenzione, però io credo che ci siano persone che si mettono etichette come le medaglie di Figliuolo

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Il problema delle etichette e' che chi scrive e chi legge l'etichetta deve dare lo stesso significato all'etichetta, altrimenti ci sono solo malintesi.

se devo andare su google a cercare che significa pansessuale vuole dire che malgrado il dizionario non capiro' mai esattamente che voleva dire chi scrive.

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21 minutes ago, Dubbel said:

quando si entra tanto nello specifico diventa più utile quindi nella propria bolla che all'esterno; non aiuta - anzi, in certi casi complica - a un riconoscimento agli occhi terzi (vuoi per insensibilità del prossimo; vuoi anche perché magari sono io a "restringermi" troppo in qualcosa tal da non rendermi visibile)?

Senza dubbio l'etichetta specifica è più utile all'interno della "propria bolla", anzi, forse è utile solo lì, essendo inutile, se non dannosa, all'esterno di essa.

D'altronde si potrebbe pur congetturare che, come a chi usa un'etichetta molto specifica non interessi che essa sia conoscibile all'esterno della "propria bolla"  così a chi sia esterno alla bolla non interessi la cognizione delle specificità dell'etichetta. 

37 minutes ago, Dubbel said:

Tra l'altro, ho sempre sospettato che certe etichette da parte di certe persone rappresentassero più un vezzo social, come dirsi romantico, pazzerello, misterioso, eccetera.

Non è improbabile, quando si tratti di denominazioni di moda.

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Le etichette...
Le "etichette" sono troppe poiché non solo molte non sono necessarie ma anche perché molte sono forzate da un contesto storico che vuole essere "friendly-politicamente corretto", o forse sono giuste ma hanno tardato notevolmente ad arrivare?.
Se fosse la seconda allora ci si dovrebbe domandare del perché si è tardato nel creare e dare una definizione a queste etichette, la risposta a questa domanda in realtà è molto semplice.
Ciò che porta alla "creazione" delle etichette distrugge il castello di carte creato dal fenomeno dell'eterosessualità che da sempre ha cercato di reprimere e soffocare tutto ciò che potesse essere una minaccia per quello che è sempre stata l'imposizione dell'eterosessualità, oggi ci sono delle etichette, un tempo c'era deviato-pervertito come termine ombrello.
Perché dare una definizione a quel fenomeno, quindi dandone anche un'etichetta-definizione che poi ci porta dunque anche a porci a delle domande che porteranno a delle risposte che creeranno solo confusione nella gente ? sono semplicemente dei deviati-pervertiti, questo sono e questo devono restare.

Ciò che porta alla creazione delle etichette, quindi ciò che sta alla base, è una delle armi più potenti, se non la più potente, per abbattere l'imposizione dell'eterosessualità, un giorno, e passerà molto tempo, chi si definirà eterosessuale sarà minoranza.

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On 9/30/2021 at 11:28 AM, Dubbel said:

non diventa eccessivo cercare di "ombrellare" ogni sfumatura?

Dipende. Se sono un consumatore occasionale posso limitarmi a sapere che quella che sto mangiando è una mela. Se faccio l'agricoltore o il commerciante di frutta, invece, probabilmente conoscerò la differenza tra una Renetta e un'Annurca, tra una Morgenduft e una Jonagold.

On 9/30/2021 at 11:28 AM, Dubbel said:

Ma è davvero così importante?

Be', diciamo che in un mondo nel quale esistesse un'unica visione, nella quale se sei di sesso maschile automaticamente devi "fare l'uomo", le persone si sentirebbero legittimate a considerarti difettoso perché non corrispondi alle loro aspettative. E tu pure considereresti legittimo che loro ti dicano che sei difettosi, proprio perché esiste un'unica visione. Certo, potresti sospettare che il modello vigente non sia tanto giusto, ma tanto nessuno ti darebbe ragione e faresti la figura del pazzo che dice di non essere pazzo.

Non mi fraintendere, le persone ti sminuiscono ugualmente anche se esistono correnti di pensiero che scardinano quel modello; perché comunque quello rimane il modello più forte e radicato nella mente della maggioranza; ma quantomeno tu hai la possibilità di rispondere che sono loro ad avere una visione antiquata, perché in effetti... È così.

Non è quindi tanto il punto se "gender neutral" ti calzi correttamente o meno nel tuo caso specifico; il punto è che qualcuno nel corso della storia ha avanzato critiche al modello, ad esempio a quello dei ruoli di genere preconfezionati; le persone hanno iniziato a ribellarsi a certe prescrizioni, prima singolarmente e poi in maniera organizzata; da questi meccanismi nasce la riflessione comune; magari poi la critica va avanti, e si mettono in discussione via via sempre più cose che prima erano date per scontate. È questo stato di cose che permette ad adolescente X a caso su Twitter di definirsi gender neutral, o genderless, o agender, o letteralmente quello che gli pare: il fatto che alle sue spalle è esistita una messa in discussione dei concetti. È quindi questo che conta, non tanto il fatto se sia importante per te o meno usare l'etichetta "gender neutral".

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Capricorno57
On 9/30/2021 at 2:29 PM, Dubbel said:

Sono così importanti le etichette? 

assolutamente sì  

io : automobilista disinvolto

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Grazie a tutti per le risposte e i contributi.

On 10/1/2021 at 3:28 PM, Renton said:

Be', diciamo che in un mondo nel quale esistesse un'unica visione, nella quale se sei di sesso maschile automaticamente devi "fare l'uomo", le persone si sentirebbero legittimate a considerarti difettoso perché non corrispondi alle loro aspettative. E tu pure considereresti legittimo che loro ti dicano che sei difettosi, proprio perché esiste un'unica visione. Certo, potresti sospettare che il modello vigente non sia tanto giusto, ma tanto nessuno ti darebbe ragione e faresti la figura del pazzo che dice di non essere pazzo.

Non mi fraintendere, le persone ti sminuiscono ugualmente anche se esistono correnti di pensiero che scardinano quel modello; perché comunque quello rimane il modello più forte e radicato nella mente della maggioranza; ma quantomeno tu hai la possibilità di rispondere che sono loro ad avere una visione antiquata, perché in effetti... È così.

Non è quindi tanto il punto se "gender neutral" ti calzi correttamente o meno nel tuo caso specifico; il punto è che qualcuno nel corso della storia ha avanzato critiche al modello, ad esempio a quello dei ruoli di genere preconfezionati; le persone hanno iniziato a ribellarsi a certe prescrizioni, prima singolarmente e poi in maniera organizzata; da questi meccanismi nasce la riflessione comune; magari poi la critica va avanti, e si mettono in discussione via via sempre più cose che prima erano date per scontate. È questo stato di cose che permette ad adolescente X a caso su Twitter di definirsi gender neutral, o genderless, o agender, o letteralmente quello che gli pare: il fatto che alle sue spalle è esistita una messa in discussione dei concetti. È quindi questo che conta, non tanto il fatto se sia importante per te o meno usare l'etichetta "gender neutral".

Mi rendo conto, leggendovi, che non avevo preso in considerazione questi aspetti.

L'uso funzionale delle categorie per rompere i modelli dominanti.

Diciamo, senza aprire altre parentesi, è un po' quindi il discorso che si fa oggi sulla sensibilità verso il sessismo e le discriminazioni; secondo alcuni si esagera, secondo altri "eh ma allora non si può più dir niente", secondo me, invece, se è utile a parlarne e fare luce su atteggiamenti, azioni, consuetudini, gesti che offendono delle persone, ben venga allora mettere in discussione - anche su questioni che all'apparenza sembrano di lana caprina (però che siano rilevanti o meno non deve essere lasciato alla decisione di chi è in posizione dominante!) - purché se ne parli. E chi ha paura che "poi non si può dir niente" vuol solo conservare lo stato delle cose. Come dici tu:

On 10/1/2021 at 3:28 PM, Renton said:

magari poi la critica va avanti, e si mettono in discussione via via sempre più cose che prima erano date per scontate

E su questo non ho proprio nulla da obiettare.

Grazie.

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7 minutes ago, Dubbel said:

L'uso funzionale delle categorie per rompere i modelli dominanti.

Ma.... in generale direi che una categoria tenda invece a consolidare i modelli dominanti, senza i quali neppure ci potrebbe essere la discrezione categoriale.

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12 minutes ago, Mario1944 said:

Ma.... in generale direi che una categoria tenda invece a consolidare i modelli dominanti, senza i quali neppure ci potrebbe essere la discrezione categoriale.

In che senso?

Per la questione che le specifiche confermano l'esistenza di un modello dominante? Cioè un po' come dire il buio è confermato dall'esistenza della luce e viceversa? (come son poetico)

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4 minutes ago, Dubbel said:

Cioè un po' come dire il buio è confermato dall'esistenza della luce e viceversa? (come son poetico)

Più o meno:

qui si tratta di contrari, là di partizioni.

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Ok però il modello dominante esiste e domina a prescindere. E non si affievolisce facendo scomparire le partizioni, anzi, procede rafforzandosi per assimilazione, con la sofferenza di chi vi fa giocoforza parte ma non vi si riconosce.

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Infatti a me pare erronea almeno in generale l'affermazione:

1 hour ago, Dubbel said:

L'uso funzionale delle categorie per rompere i modelli dominanti.

Per rompere il modello dominante, sarebbe probabilmente necessario lasciarlo da parte e non ripartirlo in diverse categorie, fossero pure queste prima inaudite.

Edited by Mario1944
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