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[LostParadise] Inizia l'avventura


LostParadise

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[LostParadise]Eccomi a postare in questa sezione, i “mesi e mesi” di lettura del forum sono serviti proprio a fare chiarezza, per questo voglio innanzitutto ringraziare tutti quelli che hanno scritto le loro esperienze in queste pagine, hanno davvero costituito per me e penso anche per molte altre persone uno stimolo importante per il proprio coming out; confermo così l’utilità di questo forum.

Ma ora veniamo al dunque:

il mio primo c.o. risale a poco più di 2 settimane ed è avvenuto attraverso msn (beato programma, ormai la mia droga quotidiana) con un amico, che per comodità chiamerò M.

Tutto è iniziato con le sue solite domande se avessi fatto nuove conoscenze, se mi fossi trovato finalmente la ragazza…io ho un po’ tergiversato, come mio solito, ma alla fine, stufo di tutto ciò, ho pensato di cogliere l’occasione e dire la verità: “Comunque credo di essere dell'altra sponda”.

Lui in principio non aveva capito bene, pensava ovviamente lo stessi prendendo in giro, che fosse una balla micidiale, così mi ha chiesto il significato di quelle parole e da quando mi fosse venuta in mente questa idea.

Al che ho risposto raccontando un poco tutti i ragionamenti che avevo fatto, sul fatto ad esempio che pensieri sulle donne(beh, sì è capito di che tipo) non ne faccia molti e che il fatto di essermi così attaccato ad una ragazza, una mia amica, e di tuttavia non averci mai provato, non aver mai concluso nulla realmente nonostante la vedessi come l’unica persona adatta a me non poteva significare altro che un’idealizzazione dell’amica in questione forse per celare, anche a me stesso, lo ammetto, qualcos’altro. Quella era più una forte amicizia che un’attrazione fisica.

M. ha allora cominciato a chiedermi se fossi sicuro di questo cambiamento, poi subito correggendosi che in realtà di cambiamento non si tratta, e io a rispondergli che alla fine un cambiamento è, ma non per questo la parola deve avere un’accezione negativa e che pondero bene le mie decisioni come già dovrebbe sapere conoscendomi, non sono certo io la persona che si butta.

Dopo altre spiegazioni che tralascio di riportare, gli ho chiesto cosa ne pensasse di tutto ciò, le sue risposte mi hanno davvero rassicurato, affermando che gli facesse piacere mi fidassi di lui e di cercare di capire cosa mi facesse dire queste cose e semmai provare, concludendo che se credo veramente in quello che dico lui mi appoggia ed è contento per me.

E’ proprio vero che il più delle volte siamo noi a farci problemi che alla fine sono solo nostri, non certo per le persone che ti conoscono e ti sono amiche, almeno così dovrebbe sempre essere.

Come primo c.o. mi sembra sia andato bene, adesso me ne aspettano altri tornato in Italia, questa volta parlando direttamente a voce, dispenserò c.o. di qua di là(tra gli amici ovviamente), mi sento un po’ Babbo Natale, ora incrocio le dita.

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Storia interessante, e anche molto edificante se non fosse per 2 cose:

 

una è il fatto che per amicizie intrattenute essenzialmente su Messenger o telefono, come mi pare di capire che sia il rapporto cui ti riferisci, è abbastanza "facile" essere ampiamente bendisposti verso tutte le persone; voglio dire, quando l'amicizia è fatta più che altro di dialoghi, per quanto sinceri e coinvolti, ma non di convivenza né di aspettative che coinvolgono anche i propri interessi materiali, è facile non giudicare, non litigare, andare d'amore e d'accordo, e via dicendo;

 

l'altra è il fatto spiacevole che ogni volta che leggiamo queste cose realizziamo di vivere in un contesto dove l'omosessualità sia una realtà da rivelare, insomma qualcosa che implica quasi necessariamente un coming-out oppure un'omissione, e che comunque è percepita come una caratteristica anomala o quantomeno curiosa, non a caso la prima associazione di pensiero nel tuo amico è stato un "cambiamento", cioè lui evidentemente tende a rappresentarsi l'eterosessualtà come una cosa connaturata alle persone, mentre l'omosessualità è una variabile che non riesce ad associare a qualcosa di definito;

 

dal mio punto di vista, è l'ennesima riprova di ciò che sostenevo nel mio primo topic, cioè che il discorso è schizofrenico, persino chi accetta benissimo l'omosessualità non le associa la stessa accezione di caratteristica naturalissima e di natura biologica che invece è contenuta in tutte le rappresentazioni dell'eterosessualità

(giusto in quest'ultima mezz'ora su Raiuno mi sto trovando ad intravedere due cose emblematiche:

la prima era uno spezzone del Sanremo 2001 - ok, quasi 7 anni fa, ma non è tanto - dove Massimo Ceccherini scherzava dichiarandosi gay e tentava di mostrarsi attratto dagli uomini, fiin qui nessuno lo smentiva nemmeno per scherzo, le cose però cambiavano nel momento in cui lui girava per la platea tentando di estorcere un simile coming-out ad alcuni spettatori e soprattutto a gente d'istituzioni come il sindaco, a quel punto le risate del pubblico e le smentite divertite di Raffaella Carrà assumevano un implicito risvolto di "nooo, per fortuna", o almeno questa è stata la mia impressione, cioè essere gay = difetto caratteriale, tipo avere un caratteraccio scontroso, insomma una cosa accettabilissima ma non averla è meglio;

la seconda è un film-tv musicale, anch'esso guarda caso del 2001 anche se è un remake di cultura chiaramente datata, "South pacific", comunque si vedono soldati a riposo su un'isola che iniziano a cantare un allegro lamento del fatto che non hanno quasi mai occasione di vedere donne, e giù versi su versi che descrivono la bellezza impareggiabile del corpo femminile ma soprattutto il fatto che l'attrazione accomuna "tutti" gli uomini ecc. ecc., non c'è stata una parola che insinuasse una curiosità o desiderio di senso inverso :gh:)

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Beh, mi pare sian andato piuttosto bene!

Congratulazioni!

 

Personalmente non amo molto i coming out per via indiretta (sms, telefono, pc...), preferisco guardare le persone in faccia per capire quello che pensano e quello che provano veramente.

Cmq questo non toglie niente al tuo coraggio!

Ancora complimenti!

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Infatti  guardare l'espressione della persona con cui si è appena fatto CO è una cosa indescrivibile... si deve farlo per capirlo, in un attimo ti attraversano una marea di sensazioni sia belle che brutte, subito dopo ci si domanda: Nooo perchè ho spifferato tutto? Avrò fatto bene?

Poi superato l'imbarazzo iniziale ti senti meglio, si vive più apertamente, non ti devi nascondere più.

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Vorrei precisare alcune cose che forse non ho spiegato bene nel mio post.

Il c.o. è stato fatto con un mio caro amico, nonché compagno d’università, che conosco bene e col quale ho condiviso molti momenti ed esperienze ad esempio nelle varie campagne di scavi archeologici, perciò diciamo che la sua buona reazione era abbastanza prevedibile per me, inoltre ho deciso di dirgli tutto ciò su messenger perché lui ha iniziato a chiedermi di preciso se avessi incontrato una ragazza, nota che io sono ora in erasmus a Barcellona mentre lui è in Italia, mi sarebbe stato difficile non dire aspettando il mio ritorno.

Poi credo che i coming out vadano fatti quando ci si sente, si comprende che è il momento giusto, non so come spiegare è qualcosa che va a pelle quasi. Certamente i prossimi saranno tutti a voce, come mi consigliate voi, ma per iniziare va bene anche scegliere la via più facile, vi assicuro che si prova ugualmente una bella sensazione di leggerezza.

Infine concordo pienamente con Ganimede quando scrive che viviamo ancora “in un contesto dove l'omosessualità sia una realtà da rivelare, qualcosa che implica quasi necessariamente un coming-out oppure un'omissione, e che comunque è percepita come una caratteristica anomala o quantomeno curiosa” e aggiungerei che questo avviene soprattutto in Italia, dove la realtà che ci circonda è purtroppo quella che leggiamo quotidianamente nelle cronache dei giornali, qui in Spagna, ad esempio, o almeno nella città dove ora mi trovo (ma di questo parlerò meglio in un altro topic) mi pare che tutto sia come più naturale, sarà per la maggiore esposizione delle persone al “mondo gay”, un esempio sono le campagne di prevenzione dell’HIV rivolte direttamente ad un pubblico omosessuale che si possono trovare sui quotidiani distribuiti gratuitamente, sembra quasi venir meno quella sensazione di “diverso” nei confronti del gay a cui credo tu faccia riferimento.

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  • 1 month later...

E’ giunta l’ora di aggiornare un poco questa sezione, che è ormai da troppo tempo stantia. :asd:

Ci sono ben 5 co da raccontare (a grandi linee) uno dei quali doveva essere il mio primo, ovvero quello con la mia grande amica, quella a cui accenno nel primo post.

Questo è avvenuto in un bar della mia città, una volta tornato in Italia, pressappoco così: “Sai, ho delle novità da raccontarti….sono gay”, sono seguiti un forte abbraccio e le sue parole: ”Sono davvero felice per te!”.

Ovviamente sapevo l’avrebbe presa più che bene questa notizia, metà dei suoi amici sono di questa sponda, anche se non lo dichiareranno credo mai, pure il suo primo ragazzo ora è gay, lui dichiaratissimo invece. Credo proprio che questa ragazza abbia il potere di tramutare in omo le persone che s’imbattono sul suo cammino, la lista dei convertiti è lunga… :D

Il giorno dopo inaspettatamente ricevo la mattina una sua chiamata, chiedendomi di incontrarci perché c’erano alcuni punti della mia storia che non le tornavano, io allora accetto di buon grado.

Altra volta al bar, questa volta diverso, e lei a chiedermi se sono davvero sicuro, che non sembro come gli altri, che alla fine senza esperienze come faccio a dirlo. E io a rispondergli se lei ha capito di essere etero solo dopo essere andata a letto con un ragazzo o lo sapeva già prima di essere attratta dal genere maschile, e poi a cercare di aprirle gli occhi verso la realtà, togliendole dalla mente lo stereotipo che i media spesso ci propinano, insomma ho fatto il mio buon lavoro da bravo gay che si rispetti.

Altra storia quella con altre due mie amiche, nonché compagne d’università, venute a trovarmi per le vacanze natalizie. Questa volta però una di loro già sapeva(il mio amico M. del primo post le aveva accennato qualcosa sotto mio consiglio) e l’altra ho immaginato che sapesse visto che nei suoi discorsi non toccava il tasto ragazze. Anche questo –non co o semi co- è andato decisamente bene.

Ultimo ma non meno importante quello con le ultime due mie amiche, una delle quali mia ex-ragazza nei tempi in cui non avevo ancora trovato la retta via.

Inquadriamo un po’ la situazione: in macchina noi tre stiamo per congedarci prima del mio ritorno in Spagna.

Loro iniziano: “Ma finora non hai trovato nessuna che ti piaccia in erasmus, qualche attrazione, qualche simpatia?” ed io: “Ehm –lunga pausa di silenzio- veramente preferisco i ragazzi”. E’ stato troppo bello vedere le loro facce, un misto di stupore e imbarazzo credo.

Dopo le prime solite domande, mi hanno detto di essere felici per aver loro confidato questa cosa e di considerare tutto ciò una prova d’amicizia. Inoltre la ex mi disse in seguito di non essere stata poi così imbarazzata, come mi sarei potuto aspettare; ha preso la cosa molto bene, per riprendere le parole della sua migliore amica: “Beh, io la vedrei nel modo più positivo: sei riuscita a farti un gay, mica è da tutti!".

Credo che finora non possa certo lamentarmi, i co non hanno fatto altro che rafforzare le varie amicizie, comunque c’è da dire che con le ragazze, secondo me, è molto ma molto più facile dichiararsi.

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  • 3 months later...
LostParadise

L’altroieri è avvenuto il mio co più importante, e da molto tempo sempre rimandato: quello coi genitori.

Dopo essermi dichiarato con quasi tutti i miei amici più stretti ed aver ricevuto in cambio solo reazioni positive mi sembrava onesto rendere conto ai miei della mia identità omosessuale.

Inquadro un po’ la situazione di come è avvenuto:

I miei erano venuti a trovarmi a Barcellona, dove sono ora in erasmus, così ho colto l’occasione e un giorno parlando in generale del mio futuro universitario/lavorativo mi sono finalmente sbottonato: “Guardate che sicuramente non avrò figli, a me piacciono i ragazzi…”

Ho visto di colpo le loro espressioni cambiare, sono poi iniziate le classiche domande, ma quando te ne sei accorto, hai avuto esperienze, a chi l’hai detto…tutto comunque mi pareva procedesse abbastanza bene, faceva infatti loro piacere che mi fossi confidato, anche se mi hanno praticamente impedito di dirlo a mio fratello, che farei notare ha 18, perché la cosa ora potrebbe turbarlo, non so come ma vabbè.

Con le parole ti vogliamo bene lo stesso (e ci mancherebbe ho pensato, e forse anche detto) ci siamo congedati nel tardo pomeriggio.

La sera ci si rivede per andare fuori a cena, già vedevo un’atmosfera decisamente diversa...hanno allora espresso la loro posizione più chiaramente, ovvero sono convinti che io mi sia lasciato influenzare, non saprei dire da chi, dalla città, o forse dal mio coinquilino che è gay, come ho detto pure a loro, e che abbia perso di vista la mia identità, per affrontare una strada di cui non sono sicuro.

Io cercavo di sdrammatizzare il tutto, ma hanno aggiunto che sono stato indelicato, anzi che son passato sopra di loro come con un carro armato dichiarandomi, mentre a me pareva la cosa più giusta da fare, la serata si è quindi conclusa decisamente male.

Il giorno seguente ovvero ieri sono uscito solo con mia mamma, casualmente mio papà non poteva venire perché doveva visitare altre cose. Ovviamente insieme abbiamo riaffrontato l’argomento.

Sono uscite frasi come non è normale una coppia gay(spero detta solo dal momento di nervosismo), un uomo e una donna assieme sono normali, che non devo ghettizzarmi in un gruppo che non so se mi appartiene e men che meno farmi influenzare dalle persone, come se fossi deficiente e mi facessi abbindolare dal primo che capita. Che alla fine può essere un momento, e che nella vita non bisogna mai incasellarsi in un tipo, e quando io ho ammesso che mi piacerebbe girare abbracciato col mio ragazzo(ce l’avessi…) nella mia città mi ha risposto mia mamma che i sentimenti è meglio tenerli in casa e di evitare inutili ostentazioni.

Sono seguite altre domande come: ma ti sei mai drogato o cose del genere che nulla hanno a che vedere col mio orientamento sessuale.

In pratica è emersa la loro convinzione del mondo gay come un mondo un po’ degradato e ai margini, so benissimo che non è la strada più facile nella vita e forse anche la paura del giudizio della gente in una città piccola del nord Italia, e la maggiore difficoltà di vita in generale, li possa aver spinti a dirmi tutto ciò, pensando perciò ad un futuro “sicuro”.

Concludo aggiungendo che il mio co coi miei era stato favorito dalla loro visione che giudicavo aperta, da loro avevo sentito una frase che suonava più o meno così: “Ah noi abbiamo amici gay se lo fossi anche tu non ci sarebbe problema”.

Ora che fare, domani tornano in Italia...

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Mamma mia, che squallore.

 

Frasi come

hanno aggiunto che sono stato indelicato, anzi che son passato sopra di loro come con un carro armato dichiarandomi
mi ha risposto mia mamma che i sentimenti è meglio tenerli in casa e di evitare inutili ostentazioni.

non solo fanno capire che i tuoi hanno una concezione stile "i panni sporchi si lavano in famiglia", ma anche che questa sembra una delle cose che preme loro di più. Il fatto di avere amici gay fa molto politically correct e quindi va sbandierato, ma un figlio gay è un'onta, meglio tenerlo nascosto. :asd:

 

A quanto ho capito, più sbandiererai la cosa, più te li ritroverai contro. Cosa fare lo deciderai tu, ma una cosa te la dico: se dirlo a tuo fratello o no valutalo da solo, in base a quanto lo ritieni affidabile. Non lasciarti influenzare.

 

“Guardate che sicuramente non avrò figli, a me piacciono i ragazzi…”

 

Bisogna dire che sei andato molto sul diretto comunque. :asd:

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LostParadise

Ohh, finalmente qualcuno che risponde ai miei post…

Concordo pienamente con ciò che mi dici, Loup-garou, infatti anche a me pareva per lo meno particolare l’insistenza di sapere con chi finora avessi fatto co, della serie mettiamo le mani avanti e intanto lo ammoniamo che tenga tutto ciò per se in virtù di una privacy dei sentimenti che a mio giudizio non porta a nulla.

E pensare che io credevo che i genitori fossero le persone che meglio ti conoscono e che perciò avessero già intuito qualcosa, evidentemente mi sbagliavo.

Per quanto riguarda mia fratello aspetterò un po’, non che non mi fidi di lui o che pensi gli possano venire turbamenti di chissà quale sorta, è che molte altre volte si è dimostrato dalla parte dei miei, vedrò col tempo.

Intanto in questi prossimi 2-3 mesi che non li rivedrò spero che le loro idee cambino leggermente, alla fine il tempo è la miglior cura.

 

Il tatto non è mai stato il mio forte, anzi a volte credo sia del tutto assente in me, soprattutto negli ultimi co, sono della teoria meglio arrivare al nocciolo senza tanti e inutili giri di parole, anche se forse a volte dovrei moderarmi di più.

:look:

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Intanto in questi prossimi 2-3 mesi che non li rivedrò spero che le loro idee cambino leggermente, alla fine il tempo è la miglior cura.

 

Bel colpo, così almeno non potranno proporti i soliti psicologi!

 

Il tatto non è mai stato il mio forte, anzi a volte credo sia del tutto assente in me, soprattutto negli ultimi co, sono della teoria meglio arrivare al nocciolo senza tanti e inutili giri di parole, anche se forse a volte dovrei moderarmi di più.

:look:

 

Non dico che tu faccia male, però introdurre una cosa che già di per sé sconvolge spesso i genitori evidenziandone subito i lati negativi ("non avrò figli") non so se sia molto vantaggioso. :D

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hanno aggiunto che sono stato indelicato, anzi che son passato sopra di loro come con un carro armato dichiarandomi

(...) Sono uscite frasi come non è normale una coppia gay(spero detta solo dal momento di nervosismo), un uomo e una donna assieme sono normali

(...) e quando io ho ammesso che mi piacerebbe girare abbracciato col mio ragazzo(ce l’avessi…) nella mia città mi ha risposto mia mamma che i sentimenti è meglio tenerli in casa e di evitare inutili ostentazioni.

 

...E hanno avuto il coraggio di dirti queste cose IN SPAGNA??????????????

 

Non ti è venuto da dire "vogliamo provare ad uscire qui in giro a Barcellona e a raccontare a un campione casuale di gente la vostra reazione e vedere cosa ne dicono?"

...compresa la questione se è giusto tenerlo nascosto al fratello 18enne?

 

E/oppure chiedergli se ti avrebbero rinfacciato che eri stato "indelicato", "un carro armato", se la rivelazione avesse invece riguardato un tuo normale fidanzamento etero ma tenuto nascosto da un po' di tempo?

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Questo C.O. assomiglia molto a quello che ho fatto io ai miei genitori circa un annetto fa.

 

Soprattutto le risposte dei genitori sono identiche.

Mi riferisco alla frase del "carrarmato" e dell'ostentazione.

 

Alla fine io do ragione a Ganimede che dice che l'avrebbero presa diversamente, e non si sarebbero sentiti crollare il mondo addosso, se tu gli avessi annunciato un tuo fidanzamento etero.

Però non possiamo negare che comunque, nella socità di oggi, la cosa è molto differente.

Io con il senno di poi mi sono scusato per averli "AGGREDITI" in questo modo.

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LostParadise

Alla fine il succo del discorso è sempre lo stesso: gay, beh, può anche andare, a patto che non si sappia in giro, prima di tutto viene la reputazione…ma dopo la libertà di qui non ho certo intenzione di tornare indietro una volta in Italia (e anche questo è da vedere se e per quanto avverrà).

Ciò che più mi fa rabbia è questa ostentazione che pare essere solo negli occhi etero, io, nel girare abbracciati o darsi un bacio, non riesco assolutamente a cogliere qualcosa di ostentatorio, sarà una forma mentale diversa, chissà.

 

Per quanto riguarda le mie scuse credo dovrà trascorrere ancora parecchio tempo, ma davvero ti sei scusato Pulciò??

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Già. Ma credo che io sia stato un pochino più cruento di te in uel caso. Scriverò a breve del mio C.O.  :love:

 

Rimane comunque il fatto che io con i miei genitori, ma soprattutto con mia madre, ho un rapporto davvero particolare. Diciamo che c'è sempre stata una sorta di "empatia" tra noi due, e io sapevo che lei non credeva a tutte le mie scuse che inventavo quando volevo uscire con il mio ragazzo. E immaginatevi l'angoscia che una madre prova mentre sa che il proprio figlio le sta mentendo ma lei non puo' fare nulla per impedirgli di farlo.

 

Stanco di mentirle ho deciso di dirglielo, ma ahimè io sono un pochino indelicato a volte, e riconosco di essere stato abbastanza "violento".

Alla fine prova tu a sentirti dire tutto ad un tratto che tutto ciò che ti circonda è completamente diverso da quello che pensavi che fosse. Che tu per anni e anni hai vissuto in casa tua senza sapere che in realtà le cose stavano diversamente. Ti sentiresti crollare il mondo addosso, sbaglio?

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ahimè io sono un pochino indelicato a volte, e riconosco di essere stato abbastanza "violento".

Alla fine prova tu a sentirti dire tutto ad un tratto che tutto ciò che ti circonda è completamente diverso da quello che pensavi che fosse. Che tu per anni e anni hai vissuto in casa tua senza sapere che in realtà le cose stavano diversamente. Ti sentiresti crollare il mondo addosso, sbaglio?

 

Il punto è che se giustifichi le aspettative che i genitori si fanno dal nulla, cioè il fatto che il loro figlio sia eterosessuale, ne stai praticamente giustificando i principi iniqui, cioè la minore desiderabilità che il figlio sia omosessuale e la concezione che l'omosessualità sia uno spiacevole incidente, una disabilità da accettare.

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No io accetto il loro modo di pensare ma non lo condivido.

Sono sempre per la libertà di pensiero in questo caso.

Io ho il mio modo di pensare, loro hanno il loro. Io credo che il loro parere sia sbagliato, gli ho esposto le mie ragioni, e ora sta a loro ragionarci sopra e decidere se cambiare o meno.

Non posso forzare nessuno a vedere il mondo come lo vedo io. Mi auguro che capiranno in futuro (e a quanto pare qualche passettino in avanti lo hanno già fatto).

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No io accetto il loro modo di pensare ma non lo condivido.

Sono sempre per la libertà di pensiero in questo caso.

Io ho il mio modo di pensare, loro hanno il loro. Io credo che il loro parere sia sbagliato, gli ho esposto le mie ragioni, e ora sta a loro ragionarci sopra e decidere se cambiare o meno.

Non posso forzare nessuno a vedere il mondo come lo vedo io.

 

Sarà, io però credo che lo stesso discorso non varrebbe per categorie sociali con diritti già ampiamente riconosciuti, come i neri... Un bianco che ritiene inferiori le persone di pelle nera, potremmo dire che deve avere la libertà di pensarla come vuole e di non venire forzato a vedere il mondo come lo vediamo noi? In definitiva poi è certo che sì, ma credo finché non coinvolge altre persone in queste sue opinioni razziste, ad esempio impedendo ai suoi figli di frequentare amici neri.

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Ma infatti i miei genitori non coinvolgono nessuno.

è inutile che ci mettiamo una benda sugli occhi e facciamo finta di nulla, alla fine le cose stanno così: l'omosessualità non è ancora accettata dalla maggior parte degli Italiani.

E il mio compito non è mica quello di "evangelizzare" tutti quelli che non la pensano come me.

Alla fine noi vogliamo semplicemente essere considerati come tutte le altre persone, no?

Per riuscire ad arrivare a questo l'unica cosa che dobbiamo fare è comportarci come gli altri fanno.

 

Se i miei genitori mi impedissero di frequentare che dico io è ovvio che mi opporrei ( e già accaduto in passato) ma dal momento in cui loro non fanno nulla io me ne sto tranquillo al mio posto e vivo la mia vita nel modo più normale possibile.

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