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[My_brain] Coming out plurimi?


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Coming out?

La prima volta è stata durissima, mai provata una sensazione del genere, non riuscire a respirare, non riuscire a emettere suoni, e poi quell'esplosione di lacrime. E la mia amica, poveraccia, che non sapeva cosa fare, e io giù a piangere come se fosse morta mia madre.

Fare CO. mi ha messo di fronte alla realtà che ancora non avevo afferrato a pieno.

Solo è successa una cosa strana, dopo averlo detto agli amici più intimi, ho sentito la necessità di dirlo a tutti, era diventata quasi una gara a quante persone sapevano di me. Quella per me era diventata la novità, la cosa da raccontare, io sono gay, punto. Non avevo altri argomenti. A ripensarci adesso quasi me ne vergogno.

Il mio coming out con gli amici è stato facile, preso molto alla leggera, ma fortunatamente non ho affrontato situazioni di incomprensione, alcuni amici etero addirittura hanno fatto a loro volta coming out, proprio da ridere!  :gha: :) :)

E' stato completamente diverso con le mie sorelle, ne ho due, abbiamo una differenza d'età elevata (con una 15 anni, con l'altra 11), hanno avuto la stessa reazione, appena detto nessun problema, uno due giorni dopo telefonata con voce in crisi, e mi sono trovato a sostenerle; a piangere dopo le loro telefonate in cui mi facevano domande per essere rincuorate. Fortunatamente questa situazione non è durata molto, ora loro conoscono il mio ragazzo, e anche se so che avranno bisogno di tempo per avvicinarsi alla mia omosessualità, vedo che da parte loro c'è uno sforzo e un desiderio di comprensione, e questo mi rincuora.

 

Una persona a cui sento il bisogno di dirlo è mia madre, ma ho una paura barbina, non so come la prenderebbe, non so se è il momento giusto, non so se già lo sa, qual'è il momento giusto per dirlo alla propria madre? Per evitare che rimanga ferita? E' una necessità dirglielo? O potrei farne a meno? E' importante che lei lo sappia? Sono questi i miei dubbi. So quasi per certo che il suo amore nei miei confronti eviterebbe casini colossali, ma so anche che potrebbe portarla a seri problemi interiori. E non se li merita.

 

E a scuola? In autogestione vorrei tenere un gruppo sull'omosessualità, vorrei confrontarmi con i miei coetanei, vorrei aiutare chi ancora non riesce ad accettarsi. Ma ho paura. E se poi venissi preso di mira dagli ignoranti? Fare una cosa del genere vorrebbe dire mostrare il mio tallone d'Achille? Oppure vorrebbe dire fare qualcosa di molto importante per eliminare l'ignoranza e i pregiudizi? Il prezzo da pagare (l'essere preso di mira), potrà essere sopportato visto il valore della causa?

 

Quando il coming out diventerà un passaggio obbligato sia per etero che omosessuali? Quando la sessualità di una persona non verrà più data per scontata?

 

Spero di non essere stato pesante. :)

E chi è riuscito ad arrivare fino in fondo mi faccia sapere!  :gha:

 

Ciao a tutti,

Tommi

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Una cosa mi colpisce in particolare, quando leggo testimonianze simili alla tua, e in verità non soltanto per cose come il coming-out dell'omosessualità ma per tante altre cose della vita...e cioè la concezione che le persone siano deboli, e quindi da proteggere: quindi voler loro bene implica preoccuparsi che potrebbero riportare ferite più o meno indelebili, al punto da indurci a mentire, omettere, smussare, insomma travisare in qualche modo una realtà che riteniamo potrebbero non essere in grado di capire, di sopportare, di accettare.

 

Ma se riferiamo il discorso a moi stessi, che pure se siamo stati educati in questo senso cresciamo e diventiamo adulti nella convinzione di essere deboli e da proteggere, ben più difficilmente riteniamo di non poter capire, sopportare, accettare determinate realtà, e dunque ben difficilmente arriviamo ad augurarci - o tantomeno a chiedere esplicitamente agli altri, anche se mi è capitato di sentire gente che lo fa - di venire trattati coi guanti, di essere tenuti all'oscuro di dure realtà che riguardano noi o i nostri cari... perché ci rendiamo conto che in certo senso è come essere trattati da minorati mentali.

 

Con questo non sto sostenendo l'opportunità di diventare spietati e freddi, ma semplicemente che le persone sono forti abbastanza da sopportare la realtà, specie poi realtà come quelle dell'omosessualità di un figlio che non è certo una prognosi di malattia terminale (e tralascio il discorso che anche una prognosi infausta nei paesi più evoluti è ritenuta sopportabilissima e doverosa da notificare all'interessato con la massima chiarezza). Se poi la persona resta sconvolta, noi come chiunque altro abbiamo il potere di aiutarla ad accettare la realtà, ma la soluzione non è omettere o mentire, specie se da una delle parti c'è un bisogno.

 

Mi pare allora di capire che il tuo bisogno derivi dal fatto che se tu fossi fidanzato con una donna, farla conoscere a tua madre sarebbe uno spontaneo desiderio di condivisione, che probabilmente appartiene anche a lei... mentre allo stato attuale, questo importante ambito di condivisione è bloccato.

Ti preoccupi che tua madre ne esca con problemi interiori, ma se pensi questi significa che lei ha già quei problemi, e tu anziché aiutarla ad affrontarli contribuisci a mantenerla in uno stato immaturo di rimozioni. E ritenendo che tua madre "non meriti" quei problemi, ti consideri responsabile del suo equilibrio più di quanto non lo sia lei stessa. Ti sembra un atteggiamento saggio?

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ciao Tommi

 

Oltre ai consigli che potrai avere qui sul forum, io ti darei un suggerimento. Leggiti le recensioni al libro "Figli diversi":

http://www.culturagay.it/cg/recensione.php?id=10897

Io credo che potrebbe aiutarti nelle tue riflessioni, soprattutto su come comportarti con tua madre. Il libro è destinato anche ai genitori.

 

Anche per quanto riguarda la scuola avrei un suggerimento da darti, se deciderai di organizzare qualcosa in occasione dell'autogestione. C'è un video fatto anni fa da Agedo, intitolato "Nessuno uguale", che è molto adatto per essere usato nelle scuole:

http://www.agedo.org/video.html

Non sono sicura, ma credo che nelle scuole di Milano sia stato distribuito già anni fa. Quindi forse c'è anche nella tua scuola, magari nascosto da qualche parte...

Non c'è nessuno a scuola che potrebbe collaborare con te per organizzare qualcosa per l'autogestione?

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Ciao Tommi. A distanza di tanti anni mi riconosco molto nelle emozioni che descrivi. Anche per me il CO, una volta avvenuto, mi procurò una gran voglia di parlarne con tutti, fu un CO felice. Ugualmente avvertivo la pesantezza di sapere che non avrei potuto contare su analoga felicità di mia madre. Ma io ti consiglierei di porre un argine alle tue preoccupazioni per lei, che sono sicuramente eccessive, e soprattutto, se non controllate, e possibilmente dissolte, ti rimarrebbero dentro ingenerandoti timori, contrazioni, risvolti negativi.

 

Dunque io ti esorto a fare CO con lei, tanto più che hai un ragazzo, e questo dimostra che ti sai costruire la tua vita sentimentale e affettiva come tutti. A mio parere, se fai CO con lei, poi avrai anche più forza rispetto alla bellissima idea di esporti anche a scuola.  :)

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Innanzi tutto grazie a Clara, amo documentarmi e leggere, diciamo che percepisco l'informazione come una protezione, un modo per affrontare con più consapevolezza e più sicurezza determinate situazioni.

Per l'autogestione ho ancora due/tre mesi di tempo per meditare. Tenere un gruppo però vorrebbe dire fare CO. davanti a tutta la scuola, il desiderio di spezzare il silenzio che spesso causa ignoranza è forte, d'altro canto spezzarlo vorrebbe dire attirare su di me l'ignoranza. Mi chiedo se poi dovrò affrontarla da solo, o se qualcuno prenderà coraggio dal mio coraggio, e mi affiancherà. Se non ci si nascondesse, la gente sarebbe più abituata all'omosessualità, e a mio parere ci sarebbero meno problemi di incomprensione. La gente ha paura perchè non la conosce, perchè è schiava delle strumentalizzazioni della chiesa. Io invece vorrei far capire ai miei compagni di scuola che l'omosessualità è una cosa normalissima, e chissà che magari qualcuno potrà uscire da quest'esperienza con la mente un po' più aperta.

 

A Ganimede: In questo momento la mia incapacità sta proprio nel chiedere e dare aiuto a mia madre. E si risolve tutto con un rapporto gestito coi guanti.

Vorrei dirglielo, eliminare quel senso di sospensione che c'è tra noi due, ma se nel dirglielo sconvolgessi lei ed io non riuscissi a starle vicino? Vorrebbe dire sconvolgere anche me. E non parlo tanto di reazioni negative nei miei confronti (non credo ne avrebbe), parlo di dubbi, domande e forse sensi di colpa che cercherebbero in me delle risposte. E se queste risposte non riuscissi a dargliele? Distruggerei questo stato di sospensione (che non amo, ma che è sicuramente meglio di uno stato di caos).

L'altra notte ho sognato che il mondo veniva distrutto da un mostro sotterraneo, e l'unica a poterlo fermare era mia madre, l'unico prezzo da pagare era la sua vita. Ed io ho sognato questa scena da film in cui scoppiavo a piangere e le dicevo di non andare, che avevo ancora bisogno di lei, e mentre piangevo e le dicevo tutto ciò, pensavo: "dille che sei gay, così non andrà", ma non glie lo dicevo.

Con questo sogno mi sono reso conto che ho paura di strumentalizzare la mia omosessualità. Andrebbe a finire così, e rischierei di tirarla fuori ad ogni minimo problema. Ed è una cosa che non voglio che succeda.

Non lo so. So solo che non considero la mia omosessualità un cataclisma o una malattia, ma è comunque difficile fare Co. con lei, ci sono in ballo troppe cose importanti.

 

A Isher: E alla fine tu hai fatto CO. con tua madre? Come è andata?

 

Vi ringrazio, sicuramente mediterò, dato che è la cosa che so fare meglio!  :)

A presto, Tommi :)

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A Isher: E alla fine tu hai fatto CO. con tua madre? Come è andata?

 

 

Per me andò così. Mio padre capì che ero gay quando avevo 16/17 anni, venne da me e mi disse delle cose diciamo spiacevoli. Io capii che l'unica soluzione per me era "scapparmene" di casa, cosa che riuscii a realizzare subito dopo i 24 anni e mezzo quando ottenni un posto stabile nella Scuola, quindi uno stipendio. A quel punto nel giro di pochi mesi cambiò tutto nella mia vita: trovai una casa, mi misi con il mio primo ragazzo e grande amore, e feci con estrema serenità un CO pubblico che riguardò gli amici, il luogo di lavoro e mia sorella. Non sapevo se mia madre avesse sempre saputo tutto da mio padre. Fatto sta che, una volta che lei mi chiese con tono di rimprovero perché non mi sposassi, le spiattellai tutto in faccia, in pochi secondi, e lì finì. Lei tacque.

 

I miei rapporti con i miei genitori, non per colpa mia, pur buoni, non pervennero mai a una intimità, che io stesso sentivo impossibile.

 

Devo dire che molti anni dopo (24 per l'esattezza) successe una cosa carina. Caddi malamente e mi fratturai la spalla e il braccio (questo non fu carino!). Dovetti rinunciare a partire per le vacanze e mi stabilii a casa di mia sorella, che invece era fuori, perché era una soluzione più comoda. Il mio ragazzo di tanti anni prima, che nel frattempo era diventato un amico, si offrì di venire a stare da me per un mese per aiutarmi, e per farci compagnia insieme quell'estate. Mia madre, che abita a pochi passi da casa di mia sorella, ogni giorno ci portava svariate cibarie, da lei cucinate (è una buona cuoca), oppure il mio amico andava da lei a prenderle, e quando lei veniva da noi, qualche volta, amava mettersi a chiacchierare con noi, o addirittura a parlare di lei, della sua infanzia e della sua adolescenza. Credo che fu il suo modo per mandare un messaggio ben diverso, rispetto al passato, nei fatti e non nelle parole, parole che a quel punto sarebbero state decisamente hors saison.

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Caro Isher, cara Clara, ciò che scrivete è di estremo aiuto.

Clara, tu sei una mamma come potrebbe esserlo la mia, e Isher, ti sento un uomo saggio, con una certa esperienza sulle spalle.

In qualche modo, grazie alle vostre parole, ho riacquistato quel pizzico di fiducia perso nel rapporto con mia madre.

Non so se glie lo dirò oggi, domani tra un mese o tra un anno, so solo che non fingerò più. Quando vorrà uscire uscirà, senza aver paura.

Solo questo pensiero in qualche modo ha cambiato il modo di pormi nei suoi confronti. Mi sento più vicino a lei, e la sento più vicina a me, senza neanche averglielo detto. Credo che questo sia il Co. più importante, dopo ci saranno le parole.

Spero che ciò che sento duri, che non si spenga in una notte di incubi, lo spero con tutto il cuore.

Quando glie lo dirò sarete i primi a saperlo, perchè parte del merito và anche a voi.

Con questa prospettiva anche il pensiero di dirlo a scuola mi fa meno paura.

Evidentemente avevo solo bisogno di essere rassicurato, si è percepito?

 

Grazie, vi abbraccio.

Tommi

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Lo accetti un piccolo consiglio anche se lo faccio io, etero, e quindi potrei fortemente sbagliarmi, eh.  :asd:

 

Allora prima, complimenti per il CO con le tue sorelline, forse sarebbe stato meglio aspettare che crescesserò un pò, ma penso ci sia voluto un grandissimo coraggio per dire tutto.

Anche perchè l'adolescenza è un età difficile, dove le idee che si hanno sono vaghe, confuse e dette solo per sentito dire; almeno sanno del tuo ragazzo e potranno crescere senza pregiudizi, mentre se avessi detto tutto più tardi, potevano essere di ostacolo alcune idee sull' omosessualità sentite dire da compagni di classe, amici, ecc...

 

Secondo non farei un gruppo di discussione all' autogestione sull' omosessualità, e ti spiego subito il perchè.

Quando io ho fatto la mia prima (e ultima, dal momento che non ne faremo più..) autogestione, c'è stato un grupo di discussione sull' omosessualità, sono venuti tre ragazzi a parlare.

Mentre parlavano molti scemi aprivano la porta e lanciavano insulti, questo in un liceo dove la gente fa tanto la ribelle con  finto eskimo e kefiah ma dove non capisce niente.

Ora, non so come sia la situazione da te, ma ho paura che molti stupidi prevarrebbero su pochi e determinati a portare a termine una discussione seria come quella sull' omosessualità...

 

 

Tutto qua. :asd:

Jak

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Famoso Jak! Quando ho letto che mi avevi scritto credevo che finalmente il mio fidanzato si fosse deciso ad iscriversi al forum! Sai, lo chiamo Jack, che è simile a Jak, e invece niente, non sei tu, ma va bene lo stesso. Però se quel disgraziato non si spiccia a registrarsi ti giuro che lo mordo!  :asd:

 

Tornando a noi due, guarda che c'è stato un malinteso, le mie sorelline c'hanno 33 e 29 anni! Io sono più piccolo rispetto a loro, non il contrario!

Il CO se mai lo farò con le mie nipotine (una ha nove mesi e l'altra deve ancora nascere), quando cresceranno un po', ma non credo dovrò aspettere molto...Sono intelligentissime e dolcissime, hanno preso dallo zio!  :asd: (tra parentesi, la nipotina nella pancia non so se sarà un lui o una lei, ma mi piace pensarla femmina, va bè non ha molta importanza).

 

Riguardo all'autogestione, terrò in considerazione il tuo consiglio, è uno degli eventuali rischi che sarei disposto a correre. Ma uno dei minori, mi immagino le ruote della bici tagliate o insulti più ravvicinati, che facciano gli stupidi in corridoio non mi interessa più di tanto. Certo è una decisione da meditare, il mio cuore mi dice di farlo, il mio cervello no, vedremo...

Comunque mi basterebbe aiutare o sensibilizzare anche solo tre o quattro persone, sarebbe già un successo.  ;)

...di sicuro se lo farò chiederò aiuto a tutto il forum.

Mi sembra il minimo!  :asd:

 

Un salutone grande grande!

Ciao,

Tommi

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Aaahhh, scusa, mentre scrivevo ho pensato che loro avessero 11 e 15 anni, ups... :asd:

Colpa mia, allora la prima parte non conta.. tieni presente solo la seconda..

 

Mamma mia, che fugra, neanche capace di leggere...  :asd:

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Caro Isher, cara Clara, ciò che scrivete è di estremo aiuto.

 

Quando glie lo dirò sarete i primi a saperlo

 

 

Tommi, ci conto, allora!

Approfitto di questo post per dirti che mi piace molto il modo in cui sei entrato e ti esprimi in questo forum.

 

In gamba! :asd:

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in realta' mi convinco sempre piu'..che i genitori sappiano piu' o meno sempre  :asd:

se tacciono o e' perche'...aspettando di sentirselo dire

o perche'...non vogliono vedere

 

non credo sia necessario..che sappiano

o almeno..bisognerebbe vedere..che tipo di rapporto

hai..o vuoi avere con lei

 

se c'e' un rapporto di affetto e complicita'

se senti...che cmq nascondere parte di te stesso..viene a minare

questo rapporto..e' un qualcosa da dire si  :asd:

o

potrebbe benissimo ridursi ad un fatto di comodita'

se hai intenzione di far girare maschi per casa

e non dover ogni volta farli passare per amici..simpatizzanti

postini

;)

 

se hai un rapporto superficiale...e conti

di andare fuori casa a breve ed iniziare a vivere

la tua vita..puo' essere che puoi sorvolare

 

anche se

probabilmente..un gheis piu' attivista ti direbbe

che non fare coming-out

implicherebbe ancora..vergognarsi in qualche modo

di un lato di se stessi...quando cosi non dovrebbe essere

 

:asd: @Se poi la persona resta sconvolta, noi come chiunque altro abbiamo il potere di aiutarla ad accettare la realtà, ma la soluzione non è omettere o mentire, specie se da una delle parti c'è un bisogno.-> con questo concordo

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Ieri sera mi sono deciso a fare C.O. con mia madre,

sono andato da lei, abbiamo cominciato a chiaccherare,

ma alla fine ho passato tre ore ad ascoltare mia madre parlare.

Evidentemente avrà notato la mia predisposizione al dialogo,

e ne avrà approfittato per affrontare un po' di situazioni in sospeso.

 

Arrivati a mezzanotte e mezza, lei mi guarda e dice:" va bè, si è fatto tardi, andiamo a letto che domani se no è dura"

Io la guardo e le dico: " mamma ma io ti volevo parlare.... :)"

Lei risponde:"adesso è tardi, domani."

 

Il problema è che non so come tirare fuori l'argomento, e parlando di altro mi sembra stupido tirare in mezzo una cosa che non centra nulla.

Del tipo: Mamma:"domani dobbiamo andare a fare la spesa"

            Io:"ma io domani ho teatro, e poi devo anche studiare, lo sai che ho un sacco di verifiche in questi giorni"

            M.:"lo so, però io ho bisogno di una mano, lo sai che non abbiamo una macchina..."

            Io.:"allora compra il giusto indispensabile e sabato facciamo la spesa assieme...

            M.:"......."

            Io:" ah mamma! visto che ci sei, domani al supermercato compra anche un libro sull'omosessulità, perchè sono gay!"

            M.(sovrappensiero):" si, mi devo ricordare di comprare anche le uova e il latte"

            Io.:".............."

            M.:" No aspetta, cos'è che hai detto?....."

            Io.:"mamma sono GAY!"

PROBLEMA: Come si tira in mezzo l'argomento?

 

Non lo so, ma un modo lo troverò, 'sta sera non mi scappa!

 

Uff che vitaccia, :)

Tommi

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cavolo tommi...fare c.o...... io credo di trovarmi in una situazione dove tutti sanno e io sono l'unico che teoricamente non sa che loro sanno, ma in verità so, ovvero: mia madre pensa che sto con qualcuno e dice che mi comporto in maniera diversa da quando ho fatto lo stage( quando ho conosciuto il mio ragazzo) e sicuramente si domanda perchè io non dovrei dirle che sto con una ragazza; mio padre penserà di conseguenza quello che pensa mia madre; mia sorella due secondi fa mi dice:" giacomo, guarda che io comunque ci sono per tutto"; mio fratello,una volta 3 anni fa e una volta 4 mi  ha chiesto se ero gay dopo discussioni un pò ambigue, e io gli risposi di no con incredibile difficoltà e con rossore completo della faccia. A mio fratello adesso glielo direi, ma vive a berlino e ci voglio parlare a quattr'occhi.

Sì, potrei dire ai miei familiari che mi piacciono i ragazzi. eppure ora come ora non riesco a dirglielo, anche se sono convinto che non avrebbero reazioni drammatiche.

E che cavolo. Sta cosa  mi scoccia.

Però devo aspettarmi e non posso farci nulla.

Comunque,  per aggiungere una cosa a quello che ha detto isher( cavolo ma sei avvocato? complimenti per come e cosa hai detto), io penso tommi che il fatto che a una persona piacciano i ragazzi, non è solo una sfaccettatura come lo è avere gli occhi castani, anzi, non è proprio una sfaccettatura... è invece una cosa che risiede in molte sfaccettature, perchè esserlo secondo me condiziona molte cose, anche che non vorrei... Detto ciò dirò banalmente che sono d'accordo con te nel non voler fare della mia vita qualcosa che giri tutto intorno all'essere omosessuale.

 

notte

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Ciao Tommi

credo che tua madre avesse davvero una gran voglia di chiacchierare con te se per tre ore non è riuscita a darti la parola! Spero che troverai il modo di farti ascoltare. E visto che mi hai fatto ridere con la tua simulazione di CO, ti racconto quello vero di un mio giovane amico per farti vedere come ha tirato fuori l'argomento:

Lui, alla madre che sta giocando a Second Life e che in quei momenti non sente niente: "Mamma sono gay".

Lei, credendo che sia un modo per attirare la sua attenzione: "Va bene, ti sto ascoltando, dimmi pure". Sempre lei, dopo qualche secondo di silenzio: "Ah, ma allora dici davvero? Meglio così, almeno non avrò una nuora".

Probabilmente con le madri che non giocano a Second Life la faccenda potrebbe essere un po' più complicata  :)

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Caro Jack, visto che stiamo assieme, ma ti diverti a scrivermi sul forum, ti risponderò sul forum. :) :)

Nessuno sa di te, nessuno neanche se lo immagina. FIDATI. Nessuno.

Come nessuno se lo immaginava con me. E 'sta sera ne ho avuto la conferma con mia madre.

A te racconterò domani, sul forum scriverò a mente fredda, perchè sono saturo.

Invece l'omosessualità è un'unica sola sfaccettatura, e tutte le sfaccettature si condizionano a vicenda...

In questo momento mi fa schifo essere gay, non è facile, credo non lo sarà mai veramente...

...ma le cose cambieranno, ed io ho fiducia nel futuro.

 

Tommi

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